Ma questo che festeggia i compleanni e si fa di "erba" va alle funzioni dei tdG....?Evade dal carcere di Ivrea per i suoi 30 anni
Aveva il permesso per una funzione religiosa. Condannato a 8 mesi
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VREA . Detenuto evade per festeggiare il suo trentesimo compleanno in libertà. Una storia degna di una commedia all’italiana, quella approdata nelle aule del tribunale di Ivrea. Tutto ha inizio il 12 luglio del 2015, quando Aleksandar Ilic, oggi trentatreenne assistito dall’avvocato Angelo Ginesi, chiede un permesso per poter presenziare a un rito religioso, officiato dai Testimoni di Geova.
L’uomo riesce a ottenere un giorno di libertà, ma non fa più ritorno, o meglio si presenta dopo 48 ore alla portineria del carcere di Bollate, chiedendo di poter scontare lì il residuo della pena, dopo aver festeggiato per due giorni il suo trentesimo compleanno.
In aula il detenuto ha spiegato: «Il 14 luglio è il mio compleanno e ho pensato di prendermi qualche ora di libertà in più. Ero recluso dall’8 aprile del 2014 nel carcere di Ivrea e stavo veramente male. Non avevo alcun dialogo con il personale della struttura. Nessun sostegno psicologico per scontare la pena».
«Non potevo nemmeno lavorare - proseguito l’imputato -. Stavo diventando matto. Per questo motivo ho chiesto il permesso e ne ho approfittato per festeggiare il mio compleanno. Mi sono costituito a Bollate, perché volevo scontare lì il residuo della mia pena. Ma la polizia penitenziaria mi ha riportato ad Ivrea. Nel carcere di Bollate ci sono dei programmi che consentono ai detenuti di lavorare dentro e fuori dal carcere. Per questo motivo sono andato lì. Ora sono detenuto da tre mesi in isolamento nel carcere di San Remo, ma è sempre meglio di Ivrea».
Il giudice Ombretta Vanini ha condannato l’uomo a 8 mesi di reclusione (accogliendo la richiesta del pm Claudia Oberto). L’arringa della difesa, curata dall’avvocato Ginesi, è stata tutta improntata sulle condizione di detenzione: «Il mio assistito che da circa quindici anni ha problemi di tossicodipendenza derivata dall’uso di cannabis, in tre
anni e mezzo ha cambiato ben tredici istituti penitenziari in tutto il nord Italia, fino ad arrivare a San Remo. Non credo che questa metodologia di reclusione sia compatibile con la sua funzione intrinseca, cioè riabilitazione per la reintroduzione nella società». (e.a.s.)
Ma loro lo sapevano o ha raccontato una palla....
....il bello è poi che io conosco due tdG che vanno proprio a fare "apostolato" nel carcere di Ivrea.....