I TdG ed il servizio civile

Spazio dove discutere dei problemi relativi ai rapporti tra i TdG e il mondo che li circonda

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Achille
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Messaggio da Achille »

Un amico che vive in Svizzera mi ha mandato oggi questa lettera in cui si parla del "nuovo intendimento" sul servizio civile. Prima di questo cambio di opinione il servizio civile non poteva essere accettato perché fatto "in sostituzione" del servizio militare. Anche se si fosse trattato di un servizio civile indipendente dalle strutture militari, solo perché "sostituiva" il servizio militare non era ammesso e se un giovane TdG avesse deciso di accettare tale servizio sarebbe stato considerato dissociato.

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Aggiungerò anche questa lettera alla mia pagina sul servizio civile: https://www.infotdgeova.it/modifiche/servizio.php" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da Tranqui »

solo in Svizzera valeva questa direttiva ? :boh:
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Messaggio da Achille »

anima ha scritto:solo in Svizzera valeva questa direttiva ?
No, il "nuovo intendimento", espresso nella "Torre di Guardia" del maggio 1996, valeva per tutto il mondo.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

E' molto interessante perché la Bethel svizzera riconoscere che c'è stato un cambio di opinione, un nuovo intendimento, a differenza di quanto si ostinano a sostenere alcuni che danno letture faziose di quegli anni. Si dice addirittura che il fatto che non ci sia nulla da obiettare al servizio civile se non sta sotto l'amministrazione militare è un nuovo intendimento, segno evidentemente che prima il fatto che il servizio civile fosse gestito dai civili era irrilevante. Ma del resto era già scritto a chiare lettere nelle pubblicazioni:

“I Testimoni spiegarono che non è che essi siano contrari al servizio civile come tale, ma, piuttosto, è una questione di stretta neutralità. Perciò, qualsiasi lavoro che sia una semplice sostituzione del servizio militare non sarebbe accettevole ai testimoni di Geova. Altre domande limitarono ancora di più la controversia: “Quando qualcuno fa obiezione al servizio militare”, dichiararono i rappresentanti del governo, “passa dalla giurisdizione militare alla giurisdizione civile e da quel momento non ha nulla a che fare con i militari. Perché, dunque, si fa ancora obiezione all’accettazione di tale servizio civile?” Il cristiano è contrario ad accettare volontariamente tale lavoro a motivo di ciò che dice la legge di Dio al riguardo: “Foste comprati a prezzo; smettete di divenire schiavi degli uomini”. (1 Cor. 7:23) La servitù civile in sostituzione del servizio militare sarebbe altrettanto biasimevole per il cristiano. In effetti, egli diverrebbe con ciò parte del mondo invece di mantenersene separato come comandò Gesù. — Giov. 15:19; 17:14-16.” (Svegliatevi! (08/06/1975 pag.12)

Questa è la prova provata che i sociologi quando lavorano non dovrebbero limitarsi a chiedere ai membri dei culti che studiano quale sia la loro versione della storia. Si può dire con tutta certezza che la lettura data da Introvigne e altri dell'evoluzione del servizio civile presso i TdG sia frutto di un inganno revisionista operato dai tdG stessi.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Messaggio da Achille »

polymetis ha scritto:Questa è la prova provata che i sociologi quando lavorano non dovrebbero limitarsi a chiedere ai membri dei culti che studiano quale sia la loro versione della storia. Si può dire con tutta certezza che la lettura data da Introvigne e altri dell'evoluzione del servizio civile presso i TdG sia frutto di un inganno revisionista operato dai tdG stessi.
I TdG sono molto abili nello "sviare" i loro interlocutori, facendo credere una cosa al posto di un'altra.

Per fare un altro esempio, Introvigne, nel suo più recente libro sui TdG (I Testimoni di Geova: chi sono, come cambiano, Cantagalli, Siena, 2015), cita le parole di alcuni studiosi secondo i quali «i Testimoni tendono a considerarsi parte della struttura del potere, piuttosto che soggetti a essa. È questo aspetto, e non un fanatismo cieco, così spesso invocato dai critici e dagli ex membri, che rappresenta la base reale dell’autorità presso i Testimoni di Geova» (sottolineatura mia).

Queste persone in realtà non hanno capito nulla di come funzioni l'esercizio del potere nell'organizzazione geovista. I comuni TdG non hanno alcuna voce in capitolo nell'esercizio dell'autorità e del potere nell'Organizzazione. Essi devono solo essere ubbidienti e sottomessi, senza esprimere obiezioni o riserve, a tutto quello che viene deciso dal loro corpo direttivo.

Ecco come Pollina, alle pp. 807, 808 del suo libro, commenta la citazione di Introvigne:

«È evidente, e lo abbiamo ripetuto più volte, che è molto difficile comprendere ciò che accade fra i Testimoni di Geova da parte di chi conosce tutto, ma non la loro “anima”; e questo vale per qualsiasi altro gruppo o aggregazione “chiusa”. Dire che “I Testimoni tendono a considerarsi parte della struttura del potere, piuttosto che soggetti a essa”, è un’affermazione che non trova il minimo riscontro nella realtà del movimento, né ai tempi di Rutherford, né oggi. Anzi, mai come oggi i comuni Testimoni si sentono totalmente tagliati fuori, esclusi dalla “struttura del potere”, che non lascia loro nemmeno un minimo margine di decisionismo nelle cose che riguardano la vita e le scelte delle comunità che sono chiamate solo a eseguire e mai a partecipare. Se gli autorevoli studiosi citati da Introvigne, e Introvigne stesso, avessero qualche volta partecipato a un congresso o a un’adunanza di congregazione nella quale si chiede ai presenti di “adottare” le risoluzioni del Corpo Direttivo, si renderebbero conto che le cose non stanno proprio come essi vorrebbero far credere e credono essi stessi».

La "strategia teocratica" colpisce molto spesso.
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domingo7
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Il servizio civile, l'obiezione di coscienza e i cambi di intendimento

Messaggio da domingo7 »

Credo di essere stato e di essere da sempre un cattolico non troppo conformista

Ho sempre condiviso i valori della non violenza
(intesa come filosofia di vita che vorrebbe minimizzare ma non vietare l'uso della violenza)
e negli anni della guerra fredda ho sempre difeso l'obiezione di coscienza come opzione cristiana sicuramente accettabile

Non ho comunque mai negato il diritto di autodifesa dei popoli e ciò mi ha portato e mi porta
da un lato ad ammirare i tdG in Germania e in Italia per la loro opposizione alle violenze guerrafondaie del nazifascismo
ma dall'altro a criticare i tdG della Francia, dell'Inghilterra e degli Stati uniti per il loro rifiuto ostinato di combattere le dittature

Sono pertanto critico verso chi condanna la violenza, sempre e da qualunque parte venga,
ma, per amor del vero, non posso negare il diritto ad obiettare per reali ed onesti motivi di coscienza

Purtroppo questa posizione, oggi considerata equilibrata ma un tempo giudicata se non schizofrenica, almeno schizoide,
non è stata condivisa neppure dalla Chiesa Cattolica, chiesa alla quale sono stato e sono comunque felice di appartenere

segno evidente che molte organizzazioni religiose hanno avuto ed hanno il "vizietto" di cambiare bandiera al cambiare dei venti
(e allora forse .... ben venga il concetto di illuminazione progressiva e graduale)

Nel Radiomessaggio natalizio del 1956, Papa Pio XII, tra le altre cose,
negò in modo chiaro ed esplicito il diritto all'obiezione di coscienza
mentre il Concilio Vaticano II, appena pochi anni dopo, lo riconobbe moralmente tollerabile

Sua Santità, tra le altre cose, parlando della guerra, pur condannandola severamente, diceva:

E' manifesto che nelle presenti circostanze può verificarsi in una Nazione il caso, in cui, risultato vano ogni sforzo per scongiurarla, la guerra, per difendersi efficacemente e con speranza di favorevole successo da ingiusti attacchi, non potrebbe essere considerata illecita. Se dunque una rappresentanza popolare e un Governo eletti con libero suffragio, in estremo bisogno, coi legittimi mezzi di politica estera ed interna, stabiliscono provvedimenti di difesa ed eseguiscono le disposizioni a loro giudizio necessarie, essi si comportano egualmente in maniera non immorale, di guisa che un cittadino cattolico non può appellarsi alla propria coscienza per rifiutar di prestare i servizi e adempiere i doveri fissati per legge. In ciò Ci sentiamo pienamente in armonia coi Nostri Predecessori Leone XIII e Benedetto XV, i quali mai non negarono quell'obbligo, ma profondamente lamentarono la sfrenata corsa agli armamenti e i pericoli morali della vita nelle caserme, e additarono quale efficace rimedio, come anche noi facciamo, il disarmo generale

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Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
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Achille ha scritto:Aggiungerò anche questa lettera alla mia pagina sul servizio civile: https://www.infotdgeova.it/modifiche/servizio.php" onclick="window.open(this.href);return false;
Fatto. Da questa pagina si può scaricare anche la scansione della lettera in formato pdf.
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Messaggio da Achille »

Mi sono riletto l'inizio di questa discussione: sono passati quasi nove anni dal mio primo messaggio! Il tempo sembra essere volato.

MI ha anche commosso leggere gli interventi di Gabriella Prosperi, una persona davvero speciale, scomparsa purtroppo qualche tempo fa.ù.

E ho riletto anche i messaggi di un certo Felio, un utente piuttosto "inquietante" che venne poi bannato.

Riflessioni un po' OT ma che mi fanno pensare a quanto tempo è passato; e anche a quanti utenti sono passati (e spariti).
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

Il cristiano è contrario ad accettare volontariamente tale lavoro a motivo di ciò che dice la legge di Dio al riguardo: “Foste comprati a prezzo; smettete di divenire schiavi degli uomini
Si sì....il Cristiano è contrario di accettare volontariamente,...eccetera eccetera....qui passatemi il termine...anzi no...non saprei proprio neppure quale terminologia gli si possa affibbiare,...parlano a nome di tutti i fratelli tdg, quando invece erano solo loro ai piani alti a decidere per tutti ....quando chissà quanti cristiani avrebbero tranquillamente accettato in coscienza di fare servizio civile senza dover aspettare per forza una condanna a tale servizio da parte di un tribunale!
Ricordo quando vi fu' il cambiamento...io fui uno degli ultimi a farmi il carcere , pochi anni dopo tutti i fratelli più giovani della mia Sala fecero senza alcun problema di coscienza ....il servizio civile....segno che invece che essere una idea maturata interiormente si era invece presa la palla al balzo di non dover più fare necessariamente il carcere.
Perché prima di quella Torre di guardia del 1996. Tutti in carcere...e subito dopo...più nessuno?
I carceri militari in Italia entrarono subito in crisi perché restavano aperti per tenere dentro 4 gatti tra militari di leva che avevano combinato malestri....e poliziotti e caramba corrotti.
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Per Achille

Caro Achille, se vedo bene (ma non ho guardato con grande attenzione, lo confesso), hai semplicemente messo le pagine scansionate. Mi pare tuttavia siano troppo importanti per limitarsi a riportare semplicemente la scansione, forse vale la pena di mettere alcune righe di commento, che potrei anche scrivere io se ti va. Infatti mi pare una conferma meravigliosa, in una lettera riservata a membri interni e dunque non inquinata dalla strategia teocratica, del fatto che gli avvocati della WTS dissimulassero ogni volta che in tribunale cercavano di dare una giustificazione del rifiuto dei loro assistiti di fare il servizio civile. Infatti mi pare del tutto evidente che,dovendo cercare di difendere i loro assistiti, e dovendo dare a dei giudici laici, che nulla se ne facevano della Bibbia, delle motivazioni giuridicamente comprensibili benché volutamente cavillose, essi andassero raccontando in giro che il rifiuto del servizio civile fosse motivato dal fatto che il servizio civile dipendeva dal ministero della difesa. Noi sappiamo che stavano solo tentando di svicolare perché abbiamo la controprova dalle pubblicazioni della WTS che anche in Paesi come l'Olanda in cui il servizio civile era giuridicamente sganciato dall'amministrazione militare questo fatto non faceva alcuna differenza. Ora abbiamo una testimonianza ad uso interno in cui si dice non solo che la WTS accetta ora il servizio civile se sganciato dall'amministrazione militare, ma che questo è un cambiamento. Si parla infatti di "una rivalutazione profonda" da parte del CD e addirittura che "dopo uno studio profondo si è giunti ad una conclusione diversa da quella difesa sino ad ora". Si parla dunque di un intendimento nuovo, e nuovo nel senso che ne contraddice uno precedente. Se la dottrina dei TdG fosse sempre stata quella che il servizio civile va bene purché svincolato dall'amministrazione militare, non si capirebbe perché la Betel svizzera parli di un radicale cambiamento dottrinale circa il servizio civile operato dal CD.
Sarebbe perciò interessante affiancare, nel commento sul sito, questa testimonianza ad uso interno della Betel Svizzera con quello che invece gli avvocati dei TdG raccontavano allo stato italiano negli anni precedenti il 1996, e ciò costituirebbe un'eccellente esemplificazione di cosa sia la strategia teocratica geovista. Ad esempio ho trovato su internet questa dichiarazione dell'avv. Roberto Lorenzini che era un legale della Betel negli anni '80, il quale scrisse:

"Se è vero, come si legge nella sentenza n. 164/1985, che il dovere di difesa della Patria è “ben suscettibile di adempimento attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non armato”, si può ben ipotizzare la possibilità, in armonia con i principi inderogabili della Costituzione, di una normativa di legge che preveda l’istituzione di un servizio civile non dipendente e non collegato, né alternativo a quello militare, bensì, per così dire, con dignità sociale pari a questo, e per il quale pure possano essere previsti l’obbligatorietà e le modalità e i limiti del suo espletamento in modo completamente autonomo. - (Il pluralismo confessionale nella attuazione della Costituzione, AA.VV., Jovene editore, Napoli 1986, pag. 156).

Questa testimonianza che ho trovato in rete mi pare esemplare della strategia teocratica per due punti. In primis perché, benché dica che sarebbe creabile un servizio civile obbligatorio non dipendente né collegato a quello militare, si guarda bene dal dire che qualora fosse creato i TdG vi parteciperebbero (o almeno in questo righe non lo afferma). Ma a volte il non detto, l'omesso, è la cosa più importante di tutte. Ho l'impressione che i TdG dell'epoca si lamentassero nei tribunali italiani che il servizio civile non era del tutto scollegato da quello militare, senza che questo nella mente degli azzeccagarbugli della WTS implicasse che, nel caso fosse stato così, i TdG vi avrebbero partecipato. Ma del resto è ovvio: non siamo negli Stati Uniti, dove quei matti giurano sulla Bibbia e la citano in aula trovando magari pure una giuria che apprezza. In Italia le cose sono diverse, ed è molto più probabile trovare un giudice laico, a cui devi dare delle motivazioni che possa intendere perché costruite all'interno del discorso giuridico.

Per Romagnolo
"Ricordo quando vi fu' il cambiamento...io fui uno degli ultimi a farmi il carcere , pochi anni dopo tutti i fratelli più giovani della mia Sala fecero senza alcun problema di coscienza ....il servizio civile....segno che invece che essere una idea maturata interiormente si era invece presa la palla al balzo di non dover più fare necessariamente il carcere.
Perché prima di quella Torre di guardia del 1996. Tutti in carcere...e subito dopo...più nessuno"
Alcuni sostengono che il servizio civile in Italia sia stato possibile solo dal 1998 e non dal 1996. Infatti se il 1996 è l'anno della riforma che mondialmente rendeva il servizio civile praticabile purché svincolato dalle strutture militari, l'anno 1998 è quello in cui in Italia sarebbe avvenuto che il Servizio Civile è diventato indipendente da quello militare. Quindi per due anni i TdG avrebbero continuato ad andare in carcere in quanto, a quel che posso ricostruire, prima l'intendimento era "no al servizio civile a prescindere" e poi "sì servizio civile, purché sia svincolato dall'amministrazione militare", ma questa condizione divenne effettiva in Italia solo nel 1998. Tu quando hai scontato la prigione? E conosci TdG finiti in prigione tra il 1996 e il 1998? Sarebbe utile per ricostruire meglio avere questi dati.

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Messaggio da Achille »

Polymetis ha scritto:
Caro Achille, se vedo bene (ma non ho guardato con grande attenzione, lo confesso), hai semplicemente messo le pagine scansionate. Mi pare tuttavia siano troppo importanti per limitarsi a riportare semplicemente la scansione, forse vale la pena di mettere alcune righe di commento, che potrei anche scrivere io se ti va.
Va bene, mandami pure il tuo commento, lo aggiungerò alla pagina.
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Messaggio da Romagnolo »

Ciao Poly, se non ricordo male il mio periodo di carcere fu nel 1993 forse 94 ma propendo più per la prima data.
L' anno dopo toccò ad un altro fratello della mia Sala.
I successivi ...candidati dribblarono il carcere perché potevano fare comodamente gli obiettori,..solo vi era uno stacco di qualche anno tra loro e l' ultimo della mia congregazione che si fece il carcere...comunque va ricordato che nel 93 il reato da militare passò a essere considerato un reato civile...infatti da metà anno in poi i fratelli venivano mandati nel carcere civile di Sulmona,...e li gli operatori sociali facevano di tutto per farti uscire in affidamento in prova dopo un solo mese di carcere,....della serie...cavatevi da qui e lasciateci le celle libere che c'è servono per i criminali veri.
Quindi può essere che questo periodo di passaggio da carcere militare a carcere civile faccia da ponte di collegamento tra quanto scritto nel 96 dalla Wt e quanto poi operato nel 98 dallo stato italiano. :blu:
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Messaggio da Achille »

Romagnolo ha scritto:Ciao Poly, se non ricordo male il mio periodo di carcere fu nel 1993 forse 94 ma propendo più per la prima data.
L' anno dopo toccò ad un altro fratello della mia Sala.
I successivi ...candidati dribblarono il carcere perché potevano fare comodamente gli obiettori,..solo vi era uno stacco di qualche anno tra loro e l' ultimo della mia congregazione che si fece il carcere...comunque va ricordato che nel 93 il reato da militare passò a essere considerato un reato civile...infatti da metà anno in poi i fratelli venivano mandati nel carcere civile di Sulmona,...e li gli operatori sociali facevano di tutto per farti uscire in affidamento in prova dopo un solo mese di carcere,....della serie...cavatevi da qui e lasciateci le celle libere che c'è servono per i criminali veri.
Quindi può essere che questo periodo di passaggio da carcere militare a carcere civile faccia da ponte di collegamento tra quanto scritto nel 96 dalla Wt e quanto poi operato nel 98 dallo stato italiano. :blu:
Traggiai, nella sua testimonianza, dice che prima del "nuovo intendimento" il servizio civile poteva essere svolto solo dopo essere stati condannati al carcere. Copio/incollo dal sito ( http://www.infotdgeova.it/modifiche/servizio.php" onclick="window.open(this.href);return false; ):

Nel 1990, anzichè andare in carcere, volevo intraprendere il servizio civile ed ebbi parecchie discussioni con gli anziani e il Sorvegliante di Circoscrizione. Infatti non capivo perchè sarei dovuto andare in carcere preventivamente e poi da quel luogo chiedere di svolgere il servizio civile che veniva chiamato in questo caso "affidamento in prova". Non riuscivo proprio a capire quale fosse la differenza. Il Sorvegliante mi disse: "Devi andare in carcere per dar prova della tua neutralità a Geova e dimostrarti fedele, dopo questa prova puoi chiedere l'affidamento in prova in una struttura civile".

Così, a malincuore andai in carcere (Peschiera) e da lì feci domanda per il servizio civile. La mia domanda venne esaminata da alcuni assistenti sociali che dopo quattro mesi mi concessero di prestare servizio civile nella provincia di BG. C'era una differenza però, ovvero ero considerato come un individuo sotto libertà vigilata. Non potevo lasciare il comune dove ero stato affidato se non per le mansioni lavorative, dovevo rientrare nel mio alloggio entro le 22 ed ero sotto la custodia di un tutore.

La cosa assurda è che svolgevo una mansione del tutto uguale (mi occupavo dei giardini dell'ospedale di Cassano d'Adda e aiutavo degli aducatori in un centro per ragazzi disabili) a quella che avrei avuto facendo domanda per il servizio civile. Se non avessi seguito tale iter procedurale sarei stato disassociato.

Poter fare liberamente il servizio civile mi avrebbe risparmiato quasi tre anni di processi e controprocessi (a Roma), soldi versati all'avvocato della Società (circa 7.500.000 di lire) e un grande disagio in campo lavorativo. Infatti senza aver svolto gli oneri militari nessuno ti assumeva in forma definitiva. Ah, dimenticavo, in carcere, dove eravamo circa 140 detenuti testimoni di Geova, quasi nessuno faceva domanda per il servizio di affidamento in prova. Chi faceva tale domanda veniva considerato "poco spirituale" e come un individuo che si voleva sottrarre alla "prova cristiana". Quando poi, in tempi sucessivi lessi il libro di Franz che raccontava le medesime situazioni mi ci rispecchiai perfettamente.

In quegli anni quindi era obbligatorio per tutti quei TdG che avessero voluto compiere un servizio civile:

1- Rifiutare il servizio militare al CAR
2- Subire il processo
3- Andare in carcere
4- Fare domanda per l'affidamento in prova

Dopo aver fatto domanda, quest'ultima veniva esaminata da una commissione che valutava la tua richiesta e solitamente si sosteneva un colloquio con un'assistente sociale e con uno psicologo.

La cosa divertente era che in quel periodo più di un individuo si era spacciato per testimone di Geova per evitare la galera dopo aver rifiutato il servizio militare per ottenere la libertà. In pratica eri un detenuto a cui veniva concessa una specie di libertà vigilata dove in realtà svolgevi un servizio civile a tutti gli effetti. Eri sotto la responsabilità di un tutore che aveva il dovere di controllare i tuoi movimenti (di fatto non lo faceva mai).

Nessun Sorvegliante si chiedeva dove eri stato affidato, se eri in una struttura cattolica ect. Quello che contava era essere passato dal carcere. Per il primo mese, ogni tanto, i carabinieri passavano dopo le 22 a controllare se ero nel mio alloggio. Io andai persino all'assemblea di Distretto di Brescia, trasgredendo di fatto l'ordinananza di non lasciare il comune di assegnazione. Gli anziani mi dissero che l'assemblea era più importante di un comando di uomini...

Gabriele Traggiai


Come si può notare era necessario seguire un iter alquanto macchinoso. Se fosse dipeso solo dalla sua coscienza individuale, Traggiai avrebbe agito diversamente, ma, anche se non riusciva a capirne le ragioni, doveva agire in questo modo per evitare di ritrovarsi al di fuori ("dissociato") dal gruppo.
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