I TESTIMONI DI GEOVA E I TITOLI ONORIFICI

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ilnonnosa
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I TESTIMONI DI GEOVA E I TITOLI ONORIFICI

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I TESTIMONI DI GEOVA E I TITOLI ONORIFICI

Insinua malignamente il geovismo: “La parola del clero era più potente della Parola scritta da Dio. Il clero collocò le tradizioni e i comandi degli uomini sopra le leggi di Dio, rendendole senza valore. Assumendo i titoli di “reverendo” “reverendissimo”, “monsignore”, “eminenza”, “sua santità” e perfino vicario di Dio” per il papa, costoro s’innalzarono nei loro templi, cattedrali e chiese come oggetto di venerazione, impadronendosi della venerazione e del timore dovuti a Geova Dio e al suo Figlio Gesù Cristo. Si vantarono di essere figlioli di Dio, ma si fecero loro stessi dei o spiritualmente potenti per i loro parrocchiani e greggi”.
(Che cosa ha fatto la religione per il genere umano? – 1951, p. 321)

“Molti sacerdoti della Chiesa Cattolica nutrono lo stesso pensiero in quanto a farsi chiamare “padre”. Senza dubbio i titoli onorifici sollecitano le loro orecchie, hanno un piacevole suono per gli uomini che cercano lode. Il prestigio prodotto da titoli immaginari come “padre”, “reverendo dottore”, “Vescovo”, “diacono” e simili soddisfa il desiderio di onore, fa che l’individuo si senta importante, diverso, separato dagli altri uomini”. … Come dev’essere ripugnante per il Creatore vedere uomini vanagloriosi che si esaltano reciprocamente con l’adulatore titolo di “reverendo”. – Mt.23:12, e Lc. 16:15. Ma a molti ecclesiastici “reverendo” non sembra abbastanza distinto, quindi lo abbelliscono e si chiamano “reverendissimo”. … Non soltanto non c’è alcun motivo scritturale per usare il titolo di “reverendo”, ma l’unica volta che il termine si trova nelle versioni protestanti King James e American Standard della Bibbia esso si riferisce al nome di Dio Onnipotente: “Geova è benigno e misericordioso. Egli ha inviato la redenzione al suo popolo; ha comandato il suo patto per sempre: santo e reverendo è il suo nome”. Oggi gli ecclesiastici si arrogano un termine che la Bibbia attribuisce solo a Dio”. … Ricevere, usare o conferire titoli onorifici come “reverendo”, “padre” “dottore in teologia”, “Arcivescovo”, “Santissimo Padre”, ecc., come oggi si usa nel mondo, è detestabile agli occhi di Dio. – Salmo 111:4, 9. (Svegliatevi! 22/2/1957 pp. 25, 26)

“Solo Dio è “Reverendo”, “Santo Padre” (Accertatevi di ogni cosa, 1974 p. 470)

Uno dei tanti testi del Vangelo che viene distorto, travisato e snobbato dai TdG è: Mt. 23:9:

“E non chiamate nessuno padre sulla terra, perché uno solo è il padre vostro, quello del cielo”.

Non è necessaria una grande cultura per capire questi titoli tra il clero: “Rabbino o Maestro”, “Padre”, ecc.
Nel caso di Matteo 23,9 Gesù voleva solo correggere l’abuso che i membri della sinagoga facevano del titolo di “padre”, ma non intendeva affatto abolire il giusto uso di quel titolo.

Il discepolo di Cristo deve fuggire la vana gloria, la superbia, l’arroganza, il mettersi in mostra (Cf. Lc. 14:7-13). Nel cristiano deve regnare l’umiltà (Cf. Mt. 23:11; 1Tess. 5:12; Eb. 13:17).
Gesù non intendeva affatto escludere che le guide della comunità ecclesiale nutrissero il nobile sentimento della paternità spirituale verso coloro che devono essere istruiti.
San Paolo esorta i cristiani ad essere suoi imitatori (Cf. 1Cor.11:1).
Noi dunque vogliamo imitarlo.

1) 1 Cor. 4:14-17:
“Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori! Per questo appunto vi ho mandato Timoteo, mio figlio diletto, e fedele nel Signore”.

San paolo quindi si considera e si fa chiamare padre da coloro che egli ha generato spiritualmente in Cristo. Forse l’Apostolo paolo non conosceva le parole di Gesù in Matteo 23:9?
2) Filemone 1:10-11:
“Ti prego dunque per mio figlio, che ho generato in catene, Onesimo”
Se San Paolo chiama figli coloro che ha generato spiritualmente, è chiaro che i figli chiamano padre colui che spiritualmente li ha generati.

3) 2Cor. 6:13:
“Io parlo come ai figli: rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore!”

Qual’era il contraccambio se non quello di nutrire verso di lui un sincero sentimento di figliolanza spirituale e di chiamarlo padre?
Lo schiavo fedele nel vano tentativo di negare questo insegnamento biblico dicono:

“Paolo si paragonò a un genitore, ma non fu mai chiamato “padre Paolo”
(Accertatevi di ogni cosa, 1974 p. 469; Cf. TdG 15/6/56 p. 382).

L’obiezione non regge. Esibiscono un documento dove è scritto che l’apostolo non fu mai chiamato “Padre Paolo” e lo ho dimostrato.

4) Giudici 17:9-10:
“Mica gli domandò: “Da dove vieni?” Gli rispose: “Sono un levita di Betlemme di Giudea e vado a cercare una dimora dove la troverò”. Mica gli disse: “Rimani con me e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d’argento all’anno, un corredo e vitto…”

5) Giudici 18:19:
“Il sacerdote disse loro: “Che fate?” Quegli gli risposero: Taci, mettiti la mano sulla bocca, vieni con noi e sarai per noi padre e sacerdote”.

Quindi gli Israeliti danno al sacerdote il titolo di padre.

6) Davide chiama padre Saul:
1 Samuele 24:11-12:
“Guarda, padre mio, il lembo del tuo mantello nella mia mano…”

7) Anche i re di Israele chiamano padri i profeti che sono guide spirituali:
2 Re 13:14:
“Quando Eliseo si ammalò della malattia di cui morì, Ioas re d’Israele, sceso a visitarlo, scoppiò in pianto davanti a lui, dicendo: “Padre mio, padre mio…”.

8) La parabola del ricco e Lazzaro:
Luca 16:19-31:
“… allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me… Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati… E quegli replicò: Allora, padre ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché… E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dei morti andrà da loro, si ravvederanno…”

9) S. Ireneo, vescovo e martire del 177, dice: “Quando uno riceve l’insegnamento da un altro è chiamato padre”. (Contro le eresie, libro 4 C., n°2).

Gli insegnamenti di S. Ireneo sono gli stessi degli Apostoli. Ireneo è stato discepolo di Policarpo (+155). Questi a sua volta era stato discepolo diretto di S. Giovanni Apostolo. I signori tdG citano i Padri apostolici solo per convenienza. Il titolo di “padre” dunque è in armonia con la S. Scrittura.

Nella Torre di Guardia del 15/6/1956 pp. 380-383, la Società fa una disdicevole critica per quanto concerne i titoli.

A pagina 383 secondo il Corpo Direttivo, il titolo “Vescovo” è una traduzione errata della parola greca “episcopos”, mentre “sorvegliante” è più giusta. “Diacono” è la traduzione erronea della parola greca “diacono”, che significa realmente “servitore di ministero”… Questo non è un titolo adulatorio. “Presbitero” è errato, perché la parola greca “presbyteros” tradotta nella Bibbia è “anziano”. Quindi non è realmente un titolo, ma privilegio.
Se si chiama però il re come “Re” o un giudice come a “Vostro onore” o “Vostra Signoria”, si rivolgono a loro come funzionari pubblici e non per adorarli o come capi spirituali.

Agli analfabeti tdG rispondo che il vocabolario di L. Rocci greco-italiano, dà i seguenti significati:

PRESBITEROS = anziani, anziani del popolo, essi sono anziani di età, (seniori, vecchi anziani).
Ma: Presbiteri, sacerdoti o Vescovi N.T.
DIACONOS = servo, ministro del tempio; Diacono, diaconessa N.T.
EPISCOPOS = Ispettore, sorvegliante, soprintendente; ecclesiasticamente:
Capo ecclesiastico; Vescovo N.T.

I geovisti prendono i primi significati di questi termini che non hanno nulla a che vedere con la Bibbia. Ma sappiamo che per distinguersi da altri gruppi, devono cambiare anche i titoli.

Vediamo ora quanti titoli usano i testimoni di Geova che la Bibbia non li conosce neppure:

Unto e santo presidente; unto e santo vice-presidente; corpo direttivo; sorvegliante; anziano; servitore di ministero; pionieri; uscieri, gli unti 14.000; servitore di circoscrizione; società; comitato; agenti pubblicitari; sottopastori.
(Torre di Guardia 1/1/93 p. 20 § 10; Cfr. La Conoscenza, 1995 p. 137 § 21)

“Non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo” (Mt. 23:10)

I TdG però insegnano, quindi fanno da maestri, “ammaestramento”.

Nel loro “Manuale per la scuola di ministero teocratico”, 1971 pp. 10, 13, così è scritto:

“Un servitore della Scuola di Ministero Teocratico è nominato in ciascuna congregazione. Egli dovrebbe essere un insegnante qualificato. … Il primo scopo della Scuola di Ministero Teocratico è l’ammaestramento per l’opera di ministero.” (Cf. La Conoscenza, 1995 p. 179)

“Per giunta, questa organizzazione è la sola provveduta di “doni negli uomini”, come evangelizzatori, pastori e maestri, che promuovano il proposito di Dio in relazione col progresso e col benessere spirituale del suo popolo”.
(La Torre di Guardia, 15/12/1973 p. 754; Annuario , 1975 20 agosto)

“Per questo motivo Dio provvide apostoli, profeti, missionari, pastori e maestri”.
(La Torre di Guardia, 1/11/1958 p. 670)

Si conclude dunque che i geovisti usano per se stessi titoli onorifici. I capi geovisti sono gelosi di questi titoli. Basta pensare a tanti giovani e meno giovani tdG che lottano per avere i sopra citati titoli. I capi li chiamano “privilegio”. Pensate a l’invidia che si crea tra di loro per conquistare il titolo di “servitori di ministero”, “anziano”, Sorvegliante” ecc., Sono legati perfino al titolo di “Uscieri”.

Ed ora , la chicca finale.

C. T. Russell si faceva chiamare con il titolo di “reverendo” (Annuario 1976, p. 73) e “Pastore” tanto è vero che il titolo di Pastore, i suoi seguaci lo scrissero persino sulla sua tomba. (Proclamatori, 1993 p. 64)

“C. T. Russell, che poi divenne meglio conosciuto come il Pastore Russell, fu il più grande predicatore dei tempi moderni. Egli fu eletto pastore da più di 1200 congregazioni ad un tempo”.
(L’Arpa di Dio, 1921 ed. italiana p. 241)

“La carriera di un Pastore non è certamente seconda a nessuna”
(Lettera circolare del 20/1/1948 p. 1)

Usando lo stesso loro metro, posso io contestare questo? Certamente! Come si permettono di darsi questo titolo?
Nella Bibbia Dio è il vero Pastore: Gen. 48:15; Sal. 23:1 e 80:2 ecc.

Gesù è il buon Pastore: Gv. 10:11; 1 Pt. 2:25 Riv. 7:17; ecc.

Rutherford usa per se stesso il titolo onorifico di “Giudice”, e ne è geloso infatti, si trova sempre preceduto dal suo cognome in tutte le sue pubblicazioni. Si faceva chiamare anche “Reverendo”, forse perché un appellativo minore degradava la dignità del suo lavoro.
(The Golden Age, 24 maggio 1922 p. 519).

Ciao. Ilnonnosa
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“Non c’è nulla di male se una persona cerca di confutare gli insegnamenti e le pratiche di un gruppo religioso che ritiene in errore”. (Svegliatevi! 8 settembre 1997, pagina 6)
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Messaggio da goodvin60 »

Forse la stupidità degli uomini non avrà mai fine. E bisogna quindi rassegnarsi. Cosa importa infatti come un uomo si fa chiamare? Importa solo come si comporta. Se un uomo esemplare per condotta, moralità,giustizia ,bontà : si fa chiamare Reverendo o Pastore che importanza ha? Vale di più molto di più quello che fa. La Chiesa Cattolica ha sbagliato per molti secoli su queste questioni. Molti " reverendi " si sono macchiati dei feroci delitti. Ma accanto ad essi ci sono stati il fior fiore di esponenti di una umanità senza pari. Ad esempio la figura di Don Bosco è illuminante. Quell'uomo ha fatto cose grandiose per dare aiuto agli ultimi, ai poveri, ai derelitti. Meritava il titolo di reverendo e magari quello di Papa! Signori ! Ancora una volta dico. Se un uomo o una donna agiscono bene e producono beneficio, si possono chiamare come vogliono! Anche se sono Testimoni di Geova. Chi fa bene non ha religione. Ciao a tutti.
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Messaggio da Cogitabonda »

E' un vizio molto comune e non certo circoscritto ai TdG quello di aggrapparsi alle parole invece di guardare ai fatti. Però i TdG ne fanno forse un uso superiore alla media, per trovare ulteriori pretesti per puntare su altri il dito accusatore.

Se per esempio un sorvegliante si atteggia come se stesse su un piano più alto rispetto ai suoi fratelli, se si aspetta di essere riverito, se cerca in vari modi di ispirare soggezione, che importanza ha il fatto che non venga chiamato "Reverendo", "Eccellenza" o "Eminenza"?
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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daniela47
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Messaggio da daniela47 »

goodvin60 ha scritto:Forse la stupidità degli uomini non avrà mai fine. E bisogna quindi rassegnarsi. Cosa importa infatti come un uomo si fa chiamare? Importa solo come si comporta. Se un uomo esemplare per condotta, moralità,giustizia ,bontà : si fa chiamare Reverendo o Pastore che importanza ha? Vale di più molto di più quello che fa. La Chiesa Cattolica ha sbagliato per molti secoli su queste questioni. Molti " reverendi " si sono macchiati dei feroci delitti. Ma accanto ad essi ci sono stati il fior fiore di esponenti di una umanità senza pari. Ad esempio la figura di Don Bosco è illuminante. Quell'uomo ha fatto cose grandiose per dare aiuto agli ultimi, ai poveri, ai derelitti. Meritava il titolo di reverendo e magari quello di Papa! Signori ! Ancora una volta dico. Se un uomo o una donna agiscono bene e producono beneficio, si possono chiamare come vogliono! Anche se sono Testimoni di Geova. Chi fa bene non ha religione. Ciao a tutti.
Mi piace il tuo intervento, lo quoto in pieno.
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