alte bibbie traducono in quest'altro modo:(Atti 20:7) 7 Il primo giorno della settimana, quando eravamo radunati per prendere un pasto, Paolo discorreva con loro, poiché sarebbe partito il giorno seguente; e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte.
Nuova Riveduta:
Atti 20:7
Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte.
C.E.I.:
Atti 20:7
Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte
Nuova Diodati:
Atti 20:7
Il primo giorno della settimana, essendosi i discepoli radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, conversava con loro, e protrasse il discorso fino a mezzanotte.
Riveduta:
Atti 20:7
E nel primo giorno della settimana, mentre eravamo radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, si mise a ragionar con loro, e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte
il commentario del sito laparola.net dice:Diodati:
Atti 20:7
E nel primo giorno della settimana, essendo i discepoli raunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, fece loro un sermone, e distese il ragionamento sino a mezzanotte
"Per rompere il pane."
Facendo delle ricerche personali in merito all'eucarestia (comunione) e al modo in cui i tdg celebrano la commemorazione (annuale), mi sono reso conto, che questa è una scrittura usata per dimostrare che era abitudine dei primi cristiani celebrare il cosiddetto "pasto serale del Signore" il primo giorno della settimana (che corrisponde alla nostra domenica, perché l'ultimo giorno per gli ebrei era il sabato)il modo più antico di designare la commemorazione della morte del Signore.
Ora la TNM traduce in modo da dare l'impressione che si fossero radunati per consumare un pranzo di routine, mentre tutte le altre bibbie, cattoliche e protestanti, traducono in modo da lasciar intendere che non si trattava di un semplice pasto ma del rito di "commemorare il pasto serale del signore".
E anche sicuro che l'episodio descritto in Atti 20:7, non avvenne durante la settimana di Pasqua, infatti riporto un estratto dall'opuscolo di P. Tornese:
Quindi, riepilogando, se si riesce a dimostrare ( e sembra plausibile) che i cristiani del primo secolo avessero l'abitudine di commemorare "il pasto serale" più volte l'anno,in automatico verrebbe meno il punto di vista dei tdg che come tutti sappiamo festeggiano tale pasto una volta l'anno.Osservazioni:
a) Qui si tratta indubbiamente della Cena del Signore, ossia di una celebrazione eucaristica, accompagnata forse o inserita in una refezione ordinaria come probabilmente usavano fare i primi cristiani a Gerusalemme (cf. Atti 2,46). In effetti, l'espressione “spezzare il pane” (greco klasai arton) era divenuta per i cristiani la formula per indicare la Santa Cena. Così si esprimono i sinottici nel racconto della istituzione (cf. Matteo 26,26; Marco 14,22; Luca 22, 19). In questo modo si esprime san Paolo in 1 Corinzi 10,16 dove parla certamente della Cena del Signore: “Il pane che noi spezziamo non è forse comunione con il Corpo di Cristo?” (Vedere anche Luca 24,30).
b) La struttura della celebrazione corrisponde sostanzialmente a quella della Santa Messa, che perpetua nel tempo il sacro rito in conformità al comando del Signore (cf. 1 Corinzi 11,26). Vi era la liturgia della Parola indicata chiaramente dalla lunga conversazione di Paolo, che senza
Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.
dubbio parlava del Signore e delle proprie esperienze missionarie, cose tutte che contribuiranno alla formazione del Nuovo Testamento. E vi era la liturgia eucaristica, i cui momenti essenziali sono indicati dallo spezzare il pane e dal mangiarne, ossia fare la Santa Comunione.
c) Possiamo anche precisare il tempo dell'anno e il giorno della settimana, in cui ebbe luogo quella celebrazione. Non si era nei giorni della Pasqua perché poco prima, al verso 6 dello stesso capitolo, lo storico Luca nota accuratamente che Paolo e i suoi compagni (tra cui lo stesso Luca) erano partiti da Filippi dopo i giorni degli Azzimi, ossia dopo la Pasqua, e raggiunsero Troade, dove avvennero i fatti che stiamo narrando, cinque giorni dopo. A Troade si trattennero una settimana. La Pasqua dunque era passata da parecchi giorni.
In quanto al giorno della settimana ci è detto esplicitamente che quel rito di “spezzare il pane” avvenne “nel primo dei sabati”, ossia il primo giorno dopo il sabato, che è il primo giorno della settimana ebraica. Quel giorno, per i cristiani, era divenuto “giorno di assemblea” (cf. 1 Corinzi 16,2), in ricordo della risurrezione del Signore (cf. Matteo 28,1). Fin dai tempi antichissimi veniva chiamato “il giorno del Signore”, dies dominicus, ossia Domenica (Cf. infra, pp. 59-63).
Paolo dunque celebrò a Troade la Santa Messa la domenica dopo il suo arrivo, molti giorni dopo la Pasqua.
d) Dalla stessa testimonianza di Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi possiamo ricavare un'altro importante particolare, vale a dire che la Cena del Signore non era celebrata una sola volta all'anno, ma molte volte.
Scrive l'apostolo:
“Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è affatto un consumare la cena del Signore!” (1 Corinzi 11,20, Garofalo).
L'espressione greca, che corrisponde al quando, è “ogni volta che vi radunate”. E' chiaro che i primi cristiani non si radunavano “una sola volta” all'anno, (cf. Atti 2,44-47), ma più volte anche alla settimana. Dal modo dunque come si esprime l'Apostolo è fuor di dubbio che la celebrazione eucaristica non avveniva una sola volta all'anno, ma ogni volta che i veri discepoli di Cristo si riunivano in assemblea piccola o grande.