A proposito di questa scrittura e del modo corretto di tradurre, mi sono soffermato su quanto dice Henry Alford nel "The Greek Testament" :
“Direi che [una versione che distingua chiaramente fra Dio e Cristo in Tito 2:13] soddisfi tutte le esigenze grammaticali della frase: cioè che, sia dal punto di vista strutturale che contestuale, sia più probabile e più consona al modo di scrivere dell’Apostolo”
Quindi mi chiedo quale sia il modo corretto di tradurre considerando che tale versetto è segnalato anche come un possibile sostegno all'uguaglianza di Cristo e Dio
Tito 2:13
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Un'interessante considerazione di questo passo fatta da Domingo:
http://digilander.libero.it/domingo7/Tito%202,13.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
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