Questo passo, a differenza dei precedenti, ove per lo piú la nuova TNM migliorava, a volte per maggior scorrevolezza, e a volte anche per il senso, la precedente traduzione, ma non solo, migliorava perfino la nuova TNM inglese del 2013, cui pure dipende per espressa dichiarazione della WTS, mi ha lasciato sconcertato, perché, per dirla alla buona, “srazza” dai passi precedentemente analizzati, e mi riesce difficile comprendere le ragioni della sua assurdità, e dovrei dire “balordità”, perché anche assodato che il traduttore non traduca dal greco, ma dalla NWT 2013, nemmeno la NWT anglosassone scende a tali livelli di balordaggine, ché anzi traduce il versetto in maniera direi decente, forse non elegante, ma senz’altro accettabile. Cercherò di dare un’interpretazione di questo anomalo comportamento a post inoltrato, ma per giudicare se io abbia interpreto bene o male, sarà opportuno, prima, riportare il testo, partendo ovviamente dal greco antico, e da una sua traduzione letterale. Chiedo scusa per la prolissità, ma è necessaria:
καὶ τὰ ἀνεῴχθησαν καὶ πολλὰ σώματα τῶν κεκοιμημένων ἁγίων ἠγέρθησαν·
ovvero:
“e i monumenti sepolcrali furono spalancati e molti dei santi corpi che erano addormentati, furono risvegliati.”
Note alla traduzione:
μνημεῖα – Ho tradotto con «monumenti sepolcrali» in quanto
mnēmeion è propr. il ricordo, la memoria, quindi il monumento in memoria, che può essere una tomba reale ed effettiva, oppure un cenotafio, considerato come tomba, ma che non contiene in realtà le ceneri dell’estinto. Per un esempio del primo tipo posso ricordare la tomba dell’Alfieri o di Carlotta Bonaparte in Santa Croce, a Firenze, che è tomba effettiva, oltre che monumentale (va ricordato che anche monumento, quanto all’etimologia, rimanda alla memoria). Per il secondo tipo, sempre in Santa Croce, basti ricordare quello di Ugo Foscolo, che è assai dubbio contenga le ceneri del poeta. Ovvio però che qui non si specifichi in automatico alcun particolare monumento di pregevolezza artistica: le tombe sacre, e da ricordare, sono quelle dei patriarchi, qualunque ne sia la fattura, piú o meno pregevole o rozza. Quindi non errate, se non forse un po’ grezze, le traduzioni varie delle vecchie TNM: NWT 1984
memorial tombs; TNM 1987 «tombe commemorative»; ora risolte in forma sintetica e piú sobria: NWT 2013
the tombs TNM 2013 «le tombe»; entrambe con asterisco che rimanda a piè di pagina alla traduzione alternativa (ma sarebbe meglio dire etimologica) "
memorial tombs, tombe commemorative”, come nelle precedd. traduzioni.
ἀνεῴχθησαν — Ho tradotto il verbo
anoigō con «furono spalancati», o “si aprirono”. Il verbo propr. e comunem. significa ‘aprire’, ad es. una porta, una cassa, un armadio, o anche un sepolcro. Qui è formalmente passivo, quindi non significa tanto ‘aprirsi’, ma ‘essere aperto’, nella fattispecie da qualcuno, che si presupporrebbe essere la divina potenza. Per altro, se anche vi si riconoscesse un significato mediale (che non c’è), e una corrispondente diatesi mediale (chi non conosce le lingue antiche legga “riflessiva”, anche se non è proprio la stessa cosa: lavarsi le mani è diverso dal farsele lavare da qualcun altro), è chiaro che non c’è alcuna partecipazione attiva da parte delle tombe, ad aprirsi, ma sono aperte da qualcosa o qualcuno:
ergo sarebbe comunque logicamente passivo; quindi il cosiddetto “si passivante”, ovvero “si apre si dice si mangia”, va comunque inteso, in questo caso, come “è aperto da, è detto da, è mangiato da qualcuno/qualcosa”. Non solo, qui il greco adopera un aoristo; nulla di astruso, semplicemente il costrutto dà evidenza, piuttosto che al tempo, e alla anteriorità, contemporaneità, posteriorità dell’azione; piuttosto alla sua modalità: indica azione
momentanea, ovvero esaurita nell’attimo; cioè significa “tutto ad un tratto”, non in maniera progressiva o durativa: ovvero le tombe si spalancarono in un attimo, non ci misero né ore, né giorni. Lo stesso vale, lo anticipo, per quel «si svegliarono» finale, altro aoristo passivo. Vale a dire risveglio
momentaneo, non, per dirla ironicamente alla moderna, un dormiveglia dell’ozioso, per procrastinare l’alzata dal letto. Al contrario il participio perfetto «erano addormentati», proprio per sottolineare l’antitesi, usa un durativo: erano addomentati, appunto, da secoli.
κεκοιμημένων participio perfetto medio passivo di
koimaō, propr. ‘mettere a letto, addormentare’; durativo, ovvero “coloro che dormono”, e per lungo tempo, nella fattispecie da tempo immemorabile; per traslato “coloro che dormono il sonno eterno della morte”. Del che si è già detto, e qui basterà ribadire che è in stretta, costretta e
costrittiva relazione con il “si svegliarono” che segue.
ἠγέρθησαν — Qui non ci sono santi, il verbo, come si è già detto usato all’aoristo, e quindi momentaneo e non durativo,
egeirō, significa “svegliare, risvegliare”, naturale e ovvio
pendant del precedente ‘dormire’. Come si è accennato
è un passivo, che non può essere inteso come medio. Quindi, propriamente,
non “si svegliarono”, che è ambiguo, ma “furono risvegliati”, da qualcuno. Ovviamente si può tradurre con un traslato, es. “si levarono” (non diciamo noi “stamane ho avuto una levataccia”, per dire mi son svegliato male?). O anche una metafora, quindi non solo “sono sorto” (dal letto, come piú o meno la NWT inglese, che rimane un traslato) ma con effettiva metafora, “sono risorto”. Ma in ciò rientrerebbero motivi teologici, che vorrei al momento evitare, fermo restando che entrambe le traduzioni sono accettabili, anche se non letterali.
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Premesso tutto questo, prolisso ma necessario, andiamo ora a esaminare le varie traduzioni della TNM:
NWT 1984
And the memorial tombs were opened and many bodies of the holy ones that had fallen asleep were raised up.
La trovo ragionevole: usa i passivi invece che i “riflessivi”, e
were raised up può indifferentemente significare "furono svegliati”, “si levarono”, o perfino “furono resuscitati”.
TNM 1987
E le tombe commemorative si aprirono e molti corpi dei santi che si erano addormentati furono levati.
Qui è ambiguo quel «si aprirono» quasi si aprissero da sole, e non aperte da qualcuno. Tuttavia non è errore, come non lo è quel «furono levati», parimenti ambiguo perché «levati» non significa “risvegliati" (men che mai “risorti”) ma la lettera non lo esclude, perchè non esclude il traslato. In ogni caso la forma passiva, e non riflessiva, rimane osservata: “furono levati”, da qualcuno o qualcosa.
NWT 2013
And the tombs were opened, and many bodies of the holy ones who had fallen asleep were raised up.
Non è sostanzialmente diverso dalla NWT 1984; elimina opportunamente il grezzo “
memorial/commemorative” (relegato in nota, e ciò rende il dettato piú scorrevole; per il resto vale quanto già detto).
TNM 2017
Le tombe si aprirono e molti corpi dei santi che si erano addormentati furono sbalzati fuori.
Questa invece è un’emerita castroneria, e poco conta che in nota si dica che lett. «sbalzati fuori» sia piuttosto "levati, sollevati” che e già un mezzo arbitrio, rispetto all’originale, che come si è detto vale ‘(ri)svegliati’. Se volessi ironizzare direi che “sbalzato fuori” era il cervello di chi ha prodotto questa infame e ingloriosa traduzione, non autorizzata dal testo inglese di riferimento (la NWT 2013), e men che mai dal testo greco, e su cui ogni altro commento sarebbe superfluo, senza contare che dire di un corpo morto che è sbalzato fuori dalla tomba (per es, per una catastrofe una bomba uno sconvolgimento tellurico ecc.) non accenna minimamente al fatto che quel corpo addormentato si sia “risvegliato”, come recitato dal greco, e quindi si sia “levato con le sue gambe”, ovvero sia “risorto”, cosa che forse confligge con la teologia TdG, sul che io sono l’ultimo che può parlare, non avendola mai studiata, ma di certo ho studiato il greco, e il greco dice tutt’altro.
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Vado ora a leggere il commento di Nicolotti al brano. Non l’ho volutamente fatto prima perché non mi volevo lasciare influenzare da quello che aveva scritto. Premesso che ho molta stima per lui, Nicolotti riporta le traduzioni di CEI, Nuova Riveduta, e Diodati, che mi convincono in quanto belle traduzioni, ma non altrettanto quanto a resa letterale e “greca”, cui preferisco la mia, pur malmessa stilisticamente, in quanto la la mia interpretazione, grezza quanto si vuole, ben distingue fra passivi e medi (o “riflessivi”), cui dette traduzioni, viceversa, indulgono. Nondimeno concordo con la sua lettura del «levati» della TNM, perché confermata da
Perspicacia, che commenta «scaraventati fuori dalle tombe» che se da un lato conferma la traduzione della nuova TNM, dall’altro è una “cazzata”, e qui il romagnolismo ci sta tutto, stratosferica. Inoltre, come si è ben annotato, il greco non ha “levati”, ma “risvegliati”. Il richiamo ai terremoti – che pur io ho vagamente richiamato per spiegare quello «sbalzati fuori» – è fuor di luogo, se non per altro perché quel “risvegliati” è in perfetto parallelismo con il precedente “addormentati”, e ignorarlo significa autocastrarsi dalla realtà, chiara distinta e risplendente come il sole a mezzogiorno di un giorno d’estate senza nuvolo.
In conclusione, stante la manifesta assurdità di questa balorda traduzione (se davvero tale potesse chiamarsi) riportata in auge dalla TNM 2017, non ho che da dire che in questo caso la nuova TNM offre di sé davvero infima (ma dovrei dire infame) prova, distaccandosi non solo dal testo greco – e questo è pacifico – ma persino dalla permissiva versione di riferimento, ovvero la NWT 2013. Altri, piú bravo e competente di me nella fluttuante e contorta, per non dir contorsionista, teologia geovista, potrà spiegare meglio quel che è alla base di questa sé dicente traduzione, che in realtà parrebbe pura fantasia indotta dall’etilico o dall’oppiaceo di un culto fumoso ottuso e abusante, sicché provo pena per i poveri diavoli che sottomettono la loro volontà a gente incompetente e colpevolmente indegna di far la parte del Maestro, del Rabbi, nella loro manifesta ignoranza e sfacciataggine di comprendere la parola divina, di cui, e vorrei adoperare un altro romagnolismo, non capiscono (ché anzi stravolgono il testo sacro) un emerito cavolo.