Daniel P. Mannix
Moderatore: Achille
Daniel P. Mannix
Su Ragioniamo pagg. 248-249 leggiamo:
Riguardo alle cerimonie patriottiche, cosa dice la storia secolare circa l’atteggiamento dei primi cristiani?
“I cristiani si rifiutavano di . . . sacrificare al genio dell’imperatore [romano], cosa che oggi equivarrebbe all’incirca al rifiuto di salutare la bandiera o di ripetere il giuramento di fedeltà. . . . Pochissimi cristiani abiurarono, sebbene generalmente nell’arena si tenesse per agevolarli un altare su cui ardeva un fuoco. Tutto quello che un prigioniero doveva fare era spargere sulle fiamme un pizzico di incenso, al che gli veniva dato un Certificato di Sacrificio ed era messo in libertà. Gli si spiegava inoltre con cura che egli non adorava l’imperatore; semplicemente riconosceva il carattere divino dell’imperatore come capo dello stato romano. Tuttavia, quasi nessun cristiano si valse dell’opportunità di sfuggire”. — Those About to Die, di D. P. Mannix, New York, 1958, pp. 135, 137.
Per chi non lo avesse ancora fatto, invito ad andare a vedere su Wikipedia il profilo, le opere, ecc. di Daniel P. Mannix
Riguardo alle cerimonie patriottiche, cosa dice la storia secolare circa l’atteggiamento dei primi cristiani?
“I cristiani si rifiutavano di . . . sacrificare al genio dell’imperatore [romano], cosa che oggi equivarrebbe all’incirca al rifiuto di salutare la bandiera o di ripetere il giuramento di fedeltà. . . . Pochissimi cristiani abiurarono, sebbene generalmente nell’arena si tenesse per agevolarli un altare su cui ardeva un fuoco. Tutto quello che un prigioniero doveva fare era spargere sulle fiamme un pizzico di incenso, al che gli veniva dato un Certificato di Sacrificio ed era messo in libertà. Gli si spiegava inoltre con cura che egli non adorava l’imperatore; semplicemente riconosceva il carattere divino dell’imperatore come capo dello stato romano. Tuttavia, quasi nessun cristiano si valse dell’opportunità di sfuggire”. — Those About to Die, di D. P. Mannix, New York, 1958, pp. 135, 137.
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- Gabriella Prosperi
- Utente Platinium
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- Iscritto il: 11/06/2009, 6:16
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Questo mi pare un bizantinismo alla WTS,Vittorino da Feltre ha scritto: Gli si spiegava inoltre con cura che egli non adorava l’imperatore; semplicemente riconosceva il carattere divino dell’imperatore come capo dello stato romano.
"L'imperatore non è un dio, ma ne ha le prerogative"
suona come
"Il CD non è infallibile, ma Dio parla solo con lui"
Vero che S.Paolo dice che i governanti hanno il potere perchè Dio lo consente, ma direi che è, se da questo è tratta l'ispirazione, una interpretazione a dir poco inesatta.
Ora, non so se ai primi cristiani veniva spiegata così la prassi di sacrificare all'imperatore, ma mi sembrerebbe molto strano.
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
Presentazione
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No, la citazione manca totalmente il fulcro della questione. Come hanno messo in luce gli studi più recenti, le persecuzioni di Decio e Valeriano, per esempio, non furono delle vere e proprie persecuzioni anti-cristiane. In realtà, gli imperatori si erano convinti che la crisi che l'impero stava attraversando fosse dovuta al declino della religione di Stato come istituzione politica e, pertanto, della fedeltà verso l'imperatore (quale vertice di tutte le istituzioni su cui Roma aveva costruito la sua grandezza). Si sono trovati dei libelli recanti nomi che sappiamo essere di cittadini romani pagani (alcuni anche sacerdoti di qualche tempio locale). Pertanto l'obbligo di offrire sacrifici all'imperatore non fu escogitato in funzione anti-cristiana, ma, appunto, con l'intento di ristabilire un ordine costituito che stava scricchiolando. Ovviamente, molti cristiani rimasero vittime di questa politica in quanto, con il loro rifiuto del culto dell'imperatore, rifiutavano un cardine dell'ordinamento politico così come si era affermato nel tardo Impero Romano.
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