"Chi stabilì il canone?"

Un'analisi delle pubblicazioni passate e presenti dei TdG

Moderatore: Achille

Rispondi
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16467
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

"Chi stabilì il canone?"

Messaggio da Achille »

*** w10 1/4 pp. 27-28 La Bibbia dice davvero tutto di Gesù? ***
Chi stabilì il canone?
Alcuni studiosi hanno asserito che il canone delle Scritture Greche Cristiane fu formato centinaia di anni dopo i fatti accaduti, opera di una chiesa che aveva già un potere consolidato e che era guidata dall’imperatore Costantino. Ma le cose stanno diversamente.
Per esempio Oskar Skarsaune, docente di storia ecclesiastica, si è espresso in questi termini: “Quali scritti andassero inseriti nel Nuovo Testamento e quali no non fu mai deciso da qualche concilio ecclesiastico e tanto meno da un singolo individuo . . . I criteri seguiti sono molto palesi e ragionevoli: gli scritti del I secolo che erano considerati opera degli apostoli o dei loro collaboratori vennero reputati attendibili. Altri scritti, lettere o ‘vangeli’ prodotti successivamente non furono inclusi . . . Questo processo si era già praticamente concluso molto prima di Costantino e molto prima che fosse stabilita la sua chiesa del potere. È stata la chiesa dei martiri, non la chiesa del potere, a darci il Nuovo Testamento”.


Notate i vari puntini di sospensione?
L'autore di questa citazione ha detto che con queste omissioni la WTS gli fa dire cose diverse da quelle da lui realmente espresse:

http://www.jwstudies.com/Does_The_Watch ... _Story.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
Avatar utente
renato-c
Veterano del Forum
Messaggi: 1386
Iscritto il: 17/07/2009, 21:28
Contatta:

Messaggio da renato-c »

Achille Lorenzi ha scritto:*** w10 1/4 pp. 27-28 La Bibbia dice davvero tutto di Gesù? ***
Chi stabilì il canone?
Alcuni studiosi hanno asserito che il canone delle Scritture Greche Cristiane fu formato centinaia di anni dopo i fatti accaduti, opera di una chiesa che aveva già un potere consolidato e che era guidata dall’imperatore Costantino. Ma le cose stanno diversamente.
Per esempio Oskar Skarsaune, docente di storia ecclesiastica, si è espresso in questi termini: “Quali scritti andassero inseriti nel Nuovo Testamento e quali no non fu mai deciso da qualche concilio ecclesiastico e tanto meno da un singolo individuo . . . I criteri seguiti sono molto palesi e ragionevoli: gli scritti del I secolo che erano considerati opera degli apostoli o dei loro collaboratori vennero reputati attendibili. Altri scritti, lettere o ‘vangeli’ prodotti successivamente non furono inclusi . . . Questo processo si era già praticamente concluso molto prima di Costantino e molto prima che fosse stabilita la sua chiesa del potere. È stata la chiesa dei martiri, non la chiesa del potere, a darci il Nuovo Testamento”.


Notate i vari puntini di sospensione?
L'autore di questa citazione ha detto che con queste omissioni la WTS gli fa dire cose diverse da quelle da lui realmente espresse:

http://www.jwstudies.com/Does_The_Watch ... _Story.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
Buon giorno
Costantino venne nel 325 DC con il concilio di Nicea ,il canone biblico cristiano venne circa 200 anni dopo Cristo
comunque i primi cristiani erano ebrei come lo era Gesù ,ma poi il gruppo si è ingrandito e questo ha portato a istituzionalizzare il gruppo e il riformatore più celebre è stato Paolo di Tarso che organizzò il gruppo con gerarchie ecclesiastiche come diaconi,vescovi ecc...nuove regole come sul mangiare qualsiasi animale prima considerato impuro ecc..Tutti questi nuovi insegnamenti dovevano essere predicati per convertire altre genti e insegnati ,per cui chi comandava avrà pensato bene di fare una scelta dei numerosi scritti sulla vita di Gesù e su questi nuovi insegnamenti .Costantino non centra lui presiedette il concilio di Nicea
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Indipendentemente dalle cose omesse, quello che dice quest'autore è falso, e per di più la WTS lo usa per attaccare una versione caricaturale delle argomentazioni della Chiesa Cattolica, infatti scrive che secondo alcuni il canone sarebbe "opera di una chiesa che aveva già un potere consolidato e che era guidata dall’imperatore Costantino." Beh, probabilmente questa può essere una confutazione di Dan Brown, ma non certo dei cattolici, che non si sognano di dire che la Chiesa sia mai stata guidata da Costantino (l'aver convocato il Concilio di Nicea non ne fa certo la guida della Chiesa)
Comunque sia quello che dice l'autore è falso. Innanzitutto non è vero che il canone era concluso prima di Costantino, visto che la prima attestazione dell'attuale canone completo di tutti e soli i 27 libri che attualmente lo compongono è del 367, quando Costantino era morto da 30 anni, nella lettera festale di Atanasio. Sfido chiunque a trovarmi l'attuale canone prima di questa data. Si tratta poi di un'attestazione del canone secondo Atanasio, non di una decisione ecclesiastica che da allora in poi si sarebbe fatto così, ed infatti il canone anche dopo Atanasio continuava ad essere diverso dal nostro per altri autori.
Però l'autore fa un po' il gioco delle tre carte perché scrive "Questo processo si era già praticamente concluso molto prima di Costantino", ove quel "praticamente" vorrebbe dire "quasi". Ma questa argomentazione non ha nessuna rilevanza per i seguaci del papa di carta, del Sola Scriptura. Chi crede ad una Bibbia perfetta non può perdersi un solo libro, non fa differenza che i libri mancanti rispetto al canone attuale fossero 10, 2 od 1. Che sarebbe ad esempio la teologia dei Testimoni di Geova senza la sola Apocalisse, senza la rivelazione dei 144.000 mila? Ebbene, proprio l'Apocalisse. Proprio l'Apocalisse, mentre in Occidente fu accettata molto presto, in Oriente ebbe vita difficile, e si stabilizzò nell'accettazione ecclesiastica solo nel VI-VII secolo, quindi molto tardi.

Emblematico della confusione è un passo di Eusebio, autore di epoca costantiniana, che mette l'Apocalisse sia tra i libri universalmente accettati, sia tra quelli spuri, in questa maniera:

"Arrivati a questo punto, ci sembra ragionevole ricapitolare (la lista) degli scritti del Nuovo Testamento di cui abbiamo parlato. E, senza alcun dubbio, si deve collocare prima di tutto la santa tetrade (= quaterna) dei Vangeli, cui segue il libro degli Atti degli Apostoli. Dopo questo, si debbono citare le lettere di Paolo, a seguito delle quali si deve collocare la prima attribuita a Giovanni e similmente la prima lettera di Pietro. A seguito di queste opere si sistemerà, se si vorrà, l’Apocalisse di Giovanni, su cui esporremo a suo tempo ciò che si pensa. E questo per i libri universalmente accettati.
Tra gli scritti contestati, ma tuttavia riconosciuti dalla maggior parte, c’è la lettera attribuita a Giacomo, quella di Giuda, la seconda lettera di Pietro e le lettere dette seconda e terza di Giovanni, che sono dell’evangelista o di un altro che porta lo stesso nome.

Tra gli apocrifi, vengono anche collocati il libro degli Atti di Paolo, l’opera intitolata Il Pastore, l’Apocalisse di Pietro e dopo questi la lettera attribuita a Barnaba, i cosiddetti Insegnamenti degli Apostoli (Didaché), poi, come s’è già detto, l’Apocalisse di Giovanni, se si vuole. Qualcuno, come ho già detto, la rifiuta, ma altri la uniscono ai libri universalmente accettati. Tra questi stessi libri alcuni hanno ancora collocato il Vangelo secondo gli Ebrei, che piace soprattutto a quegli Ebrei che hanno creduto a Cristo." (Historia Ecclesiastica III, 25, 1-3)


Se si deve fare un bilancio complessivo, dobbiamo dire che furono l'Apocalisse e la lettera agli Ebrei quelle che più tardi entrarono nel canone. Insomma, se la prima attestazione (e non decisione per tutti) del canone attuale è del 367 d.C. con Atanasio, allora le dottrine del Concilio di Nicea sono più antiche del Nuovo Testamento su cui alcuni vorrebbero giudicarle. Infatti la Chiesa non si basa sul Nuovo Testamento, ma il Nuovo Testamento è un'emanazione della Chiesa, che ha riconosciuto nei suoi attuali libri le proprie dottrine, e dunque li cita come fonti della rivelazione che lei, la Chiesa, ha ricevuto.

Che dire poi dell'affermazione secondo cui "Quali scritti andassero inseriti nel Nuovo Testamento e quali no non fu mai deciso da qualche concilio ecclesiastico"? E' palesemente falsa, visto che ad esempio stilano liste di libri canonici il Concilio di Ippona, quello di Cartagine, o, per venire ad anni più recenti, Firenze e Trento.
Forse l'autore intendeva semplicemente dire che i concili non creano liste di libri, ma le ratificano. Su questo stiamo perfettamente d'accordo, i Concili non creano dottrine, ma le pubblicano e le impongono. Il problema è che nel caso del canone i Concili di Ippona e Cartagine non avevano imposto dottrine antiche, ma di recente formulazione, quindi per i seguaci del Papa di Carta non cambia nulla. L'attuale canone non è una dottrina della Chiesa Antica dell'epoca pre-costantiniana, ed anzi, gran parte delle dottrine cattoliche che oggi essi contestano sono più antiche del canone del NT, cioè della dottrina che questo insieme di 27 libri fosse un punto di riferimento per i cristiani.

Inoltre, c'è un serio problema per chi rifiuti l'autorità dei Concili, e cioè: il Nuovo Testamento è chiuso? Su che base si può dire che il canone sia chiuso? Abbiamo visto con quanta fatica e discussioni i cristiani, gli autori ecclesiastici, siano arrivati a mettersi d'accordo tra II e IV secolo su quali fossero i libri autentici, ma visto che si rifiuta l'idea che i Concili siano infallibile, su che base possiamo dire che il processo di selezione si sia arrestato, e non sia ancora in corso? Perché mai dovremmo accettare e considerare infallibilmente corrette le decisioni cui pervenne la cristianità nel IV secolo e( e per giunta non universalmente, ad es. l'Apocalisse in Oriente subì un ostracismo più lungo)? Essendo costoro uomini fallibili, nulla vieta che le loro decisioni siano riviste, così come avveniva continuamente tra II e IV secolo. Infatti Lutero, che all'infallibilità della Chiesa non credeva, capì che non aveva nessun motivo per ritenere che il canone che aveva davanti fosse corretto, e per questo motivo espulse dal Nuovo Testamento Giacomo e l'Apocalisse, dicendo che erano "libri di paglia", apocrifi infiltratisi. Ma Lutero mostra bene il problema del Sola Scriptura e la sua contraddittorietà. Se l'unica fonte è la Scrittura, e tu non hai nessuno che ti garantisca e ti dica qual è questa scrittura, perché rifiuti come fallibile la Tradizione della Chiesa, allora non hai nessuna garanzia che il canone di epoca post-costantiniana che hai davanti sia corretto. Dunque la Scrittura, da tuo metro di misura, cessa di essere tale, e diventi tu il metro di misura della Scrittura. Lutero espunse Giacomo dal canone perché a suo avviso non si accordava con Romani circa la giustificazione per sola fede.
Un'ultima nota: l'autore sostiene che i criteri con cui furono scelti i testi del Nuovo Testamento furono ragionevoli, e indipendenti dalla Chiesa. Ma questa frase vuol dire poco. Scrive: "I criteri seguiti sono molto palesi e ragionevoli: gli scritti del I secolo che erano considerati opera degli apostoli o dei loro collaboratori vennero reputati attendibili".
Questa argomentazione è vera, ma non sposta di una virgola il problema. Infatti semplicemente gli autori ecclesiastici dei vari secoli della formazione del canone, al pari di Lutero, ritennero apostolici oppure falsi gli scritti a seconda che concordassero o meno con le proprie convinzioni previe. Quindi, da capo, è la Chiesa il metro di misura della Bibbia, e non viceversa. In una situazione fluida come quella descritta da Origene od Eusebio, in cui c'era una distinzione tra scritti "accettati da tutti" e scritti "discussi" o ancora "apocrifi", finivano nelle ultime due categorie quegli scritti in cui una comunità ecclesiastica non vedesse se stessa e le proprie dottrine. E' abbastanza evidente che se sono un padre della Chiesa e l'Apocalisse mi piace, difenderò la sua apostolicità contro coloro cui invece l'Apocalisse non piace, e dunque la dichiarano non apostolica.

Questi comunque erano i criteri antichi, che oggi sono del tutto insoddisfacenti, perché sono falsi. Non è vero infatti che i libri che attualmente stanno nel canone sono tutti opera degli apostoli o di quelli ai quali vengono attribuiti. Un cattolico può anche pensare che ciò che conta è quanto uscito da un Concilio, e non le motivazioni di chi ha votato un testo, ma questo vale solo per chi creda all'infallibilità della Chiesa, e che dunque Dio scriva dritto anche sulle righe storte.
La verità è che l'antichità e l'apostolicità non sono criteri di ispirazione: non si vede perché tutto quello scritto nel I secolo debba essere ispirato, o perché debba essere ispirato tutto ciò che ha scritto un apostolo (Dio non è libero di ispirare un autore un giorno sì e uno no?). Anche gli apostoli potevano sbagliare, si vede l'episodio di Pietro rimproverano da Paolo per non essersi seduto al tavolo coi Gentili. L'apostolicità non è dunque un criterio di ispirazione, e ne abbiamo la controprova nel fatto che la prima lettera ai Corinti ci dice di non essere la prima lettera ai Corinti, Paolo ne scrisse una prima che andò perduta( 1Cor 5, 9-11). Paolo fa pure riferimento Colossesi 4,16 di una lettera ai Laodicesi che non c'è pervenuta. Dunque l'apostolicità non implica l'ispirazione, a meno di non postulare che esista una lettera canonica andata perduta, e dunque il canone sia monco. O che dire del criterio dell'antichità? Luca all'inizio del suo Vangelo ci dice che c'erano altri vangeli, per noi persi. Esistono poi scritti cristiani del I secolo che noi non consideriamo affatto canonici, ad es. il fr. Rainer contenuto nell'Ascensio Isaiae.
Sicché il criterio dell'apostolicità è insufficiente: oltre al fatto che è falso che gli scritti attuale del NT siano opera degli apostoli, se anche fossero opera degli apostoli ciò non permetterebbe di concludere per questo solo fatto che siano ispirati. In conclusione: o si ammette che esista una Chiesa che infallibilmente può stilare il canone, oppure questo canone è: tardo, viziato da presupposti storici falsi, viziato da presupposti logici, e sopratutto non chiuso.
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Costantino venne nel 325 DC con il concilio di Nicea ,il canone biblico cristiano venne circa 200 anni dopo Cristo
No, a quell'anno data il frammento muratoriano, e conta solo 22 dei 27 libri attuali.
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
Achille
Amministratore
Messaggi: 16467
Iscritto il: 10/06/2009, 17:22
Skype: pelide55
Facebook: https://www.facebook.com/#!/achille.lorenzi
Contatta:

Messaggio da Achille »

Il commento alla citazione fatta dalla WTS:

Professor Oskar Skarsaune
When it quotes Professor Oskar Skarsaune’s article, the Watchtower omits those words from the original that contradict the conclusion it wants to arrive at. Professor Skarsaune writes:

The first omission is significant. The WT author claims that not only was the NT writings written in the first century AD (I agree), but the canon was also selected already in that century, in the “early decades” of the Christian community (i.e. ca. 30–50/60 AD?). The words omitted from my text show that I do not think the canon as we now know it was established in the first century, rather during the second, and that we speak of an extended process rather than a first-generation decision during a few years. By the first omission, my disagreement with the WT author is made to disappear.

In the passage from Professor Skarsaune that is cited by The Watchtower, he makes the point that no single church council (“Governing Body”?) decided on the canon but that it took “the combined effort of several congregations in all areas of the church”. There is no sense of a select group of Christians with superhuman abilities.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
Presentazione - Twitter - Facebook
goodvin60
Utente Senior
Messaggi: 530
Iscritto il: 10/02/2012, 11:48
Facebook: goodvin60@yahoo.it
Contatta:

Messaggio da goodvin60 »

Su questo argomento Corrado Augias ha scritto un ottimo libro. Inchiesta sul Cristianesimo. In collaborazione con il Professor Cacitti. Il Canone del NT si è creato , per così dire , da solo. Per tradizione via via accumulatesi nel tempo.
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

È stato il vortice, di lucreziana memoria, i libri si sono scontrati da soli in aria e si sono uniti. Niente si crea da solo, abbiamo sempre gli uomini dietro, anche perché abbiamo i dibatitti dietro a questo processo, quindi possiamo dire tranquillamente che non s'è creato da solo ma è stato il dibattito intraecclesiale a farlo, in base a cosa questi autori ritenessero ortodosso per le loro convinzioni, e, dunque, apostolico.
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
Giovanni64
Utente Master
Messaggi: 3298
Iscritto il: 09/01/2010, 8:59
Contatta:

Provo a fare un esempio per dire come la penso...

Messaggio da Giovanni64 »

goodvin60 ha scritto:Su questo argomento Corrado Augias ha scritto un ottimo libro. Inchiesta sul Cristianesimo. In collaborazione con il Professor Cacitti. Il Canone del NT si è creato , per così dire , da solo. Per tradizione via via accumulatesi nel tempo.
Supponiamo che l'America (nel senso di USA) sia a 13 (specifici) Stati. Supponiamo che ci siano stati anche vari pronunciamenti da parte di una forte autorità che ad un certo punto, qualche secolo fa, abbiano affermato, cercando di porre fine a dispute e ad ambiguità, esplicitamente quali e quanti Stati dovessero far parte dell'America. Supponiamo che questi pronunciamenti non siano mai stati cambiati. Ora, visto che, supponiamo, già prima dei "pronunciamenti ufficiali" c'era già un nucleo, supponiamo sempre, di 8 colonie di lingua e cultura inglese in qualche modo unite, qualcuno potrebbe dedurre che l'attuale America a 13 si sia "fatta da sé", a prescindere dall'autorità e dalla sua forza. Il fatto è, invece, che in mancanza di autorità e vincoli da rispettare, o meglio, in presenza di altro tipo di autorità e altri vincoli, la composizione dell'America avrebbe potuto includere anche molti più Stati, persino, Stati di lingua e cultura diversa. La Florida o la California, ad esempio, sarebbero potuti benissimo essere inclusi negli USA, e a noi oggi apparirebbe normale e tradizionale un'America a 50 Stati.

Insomma, certo, poi tutto diventa "tradizione", e col passare dei secoli la tradizione diventa diffcile da cambiare, ma la tradizione, una specifica tradizione, si afferma non a caso.

Nel caso del canone a me appare chiarissimo che "la Traditio" abbia determinato in misura decisiva la...tradizione.
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Ma queste cose non succedono "da sole", e non sto parlando di pronunciamenti d'autorità.
Innanzitutto quando diciamo che c'era un nucleo di libri, stiamo sempre e solo parlando del nucleo di libri esistente all'interno della grande Chiesa. Questo è un fatto di capitale importanza. Quando scrivo "a fine secondo secolo s'era giunti ad un canone di circa 22 dei 27 libri attuali" è perché mi sto programmaticamente limitando, nella lettura delle fonti, alle fonti della Grande Chiesa, la Chiesa dei vescovi, la Chiesa di Ireneo (anche lui fonte di un canone), cioè la Chiesa che diceva di sé che ad identificarla era la successione dei vescovi. Fuori da questo alveo di fiume, a fine II secolo non c'era affatto un canone a 22. E questo è il primo punto: perché si citano fonti ecclesiastiche, se si considera quella Chiesa come eretica, e non si citano come parimenti significativi canone di fine II secolo le fonti ebionite o gnostiche, che avevano tutt'altro "nucleo" di libri? Questo è il primo punto: non c'è alcun nucleo a fine II secolo, se non ci si limita a guardare solo ad un gruppo di fonti. Il problema è su che base ci si limiti a guardare quelle fonti, e non, ad esempio, le fonti valentiniane, se si rigetta quella Chiesa e sopratutto il criterio che quella stessa chiesa dava per distinguersi dagli eretici, cioè la successione apostolica.
In secondo luogo, all'interno di questa Chiesa, non sono le decisioni d'autorità a fare il canone, semmai quelle lo chiedono, e l'ho già scritto. Senza accettare l'autorità infallibile della Chiesa viene da chiedersi in base a cosa il canone non potrebbe essere ancora aperto.
Ma, il fatto che non non siano le decisioni ecclesiastiche a creare il canone, bensì solo a ratificarlo, non vuol dire che si sia fatto "da solo". E' sorto dal dibattito tra questi scrittori ecclesiastici che si riconoscevano in una determinata chiesa, e che attribuivano la patente di apostolico o non apostolico in base al fatto che un determinato libro concordasse con le loro idee o no. Non c'è nessun automatismo, c'è il dibattito intraecclesiale che ha creato le liste poi finite nei Concili, e, come ripeto, la dottrina che il canone sia quello attuale è una dottrina ecclesiastica piuttosto tarda. più tarda di altre dottrine cattoliche che i TdG negano, come il credo niceno.
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Vorrei poi dire che quello di Cacitti e Augias non è affatto "un ottimo libro", io lo lessi, e non me ne ricordo assolutamente nulla, perché era un testo divulgativo, e dunque ad uso dei lettori inesperti. Il genere di libro che le persone competenti non leggono, e che non troverebbe collocamento nelle biblioteche universitarie ma piuttosto nei cestoni del supermercato. Non che questo voglia dire che il libro contiene informazioni errate: ne conterrà di errate e corrette come qualsiasi libro, ma semplicemente non è un libro di approfondimento o di ricerca scientifica. E' il genere di libro che quelli che davvero si occupano di religione leggono solamente perché tutti i loro amici intellettuali non specialisti lo leggono, e dunque esso monopolizza il dibattito tra non specialisti per una settimana su Repubblica e iI Sole 24 ore, motivo per cui pure la persona che non ne avrebbe bisogno è costretta a leggerlo, perché tutti i suoi amici intellettuali nei salotti ne parlano, e chiedono a te, che sei quello del campo, un parere, al che ti devi sorbire cotanta pizzosità. Il libro di Augias e Cacitti è l'esatto equivalente dei libri di fisica divulgativi che mi leggo io per esplorare il meraviglioso mondo dei quanti, per poi rompere i coglioni al mio compagno che fa il chimico-fisico e si occupa di modellismo molecolare e chiedergli che cosa ne pensi dell'alocalità dell'elettrone, vendendo che mi guarda stralunato commiserandomi per la assoluta mancanza di basi matematiche che non mi fa neppure capire quello che sto domandando.
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 20 ospiti