Il significato del termine Barabba e l'ennesimo mistero biblico

Sezione dove porre domande sulla Bibbia e sulla sua interpretazione

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MatrixRevolution
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Il significato del termine Barabba e l'ennesimo mistero biblico

Messaggio da MatrixRevolution »

Mi è venuto in mente che il nome "Barabba" significa "Figlio del Padre" e, guarda che coincidenza, si tratta di un appellativo che Gesù stesso usava per sé.
Inoltre, guarda tu la coincidenza, in Matteo viene riportato che esso era chiamato esattamente Gesù Barabba (vedi qui: http://www.biblegateway.com/passage/?se ... ersion=MSG" onclick="window.open(this.href);return false;).
Il fatto inoltre che Pilato (ricordato storicamente per la sua inflessibilità verso i giudei) liberasse uno che il Vangelo di Luca riporta come uno che aveva partecipato ad una sommossa e aveva ucciso una persona in tale frangente, mi lascia perplesso.

Cosa accadde realmente quel giorno? Perché i due personaggi (Cristo e Barabba) sembrano fondersi insieme? :boh:

Mistero Mistero!!
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Achille
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Messaggio da Achille »

http://infotdgeova.freeforumzone.leonar ... sione.aspx" onclick="window.open(this.href);return false;
"Tantum religio potuit suadere malorum".
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MatrixRevolution
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Messaggio da MatrixRevolution »

mmmh... non c'è molto nella discussione...
mr-shadow

Messaggio da mr-shadow »

MatrixRevolution ha scritto: Perché i due personaggi (Cristo e Barabba) sembrano fondersi insieme?
Esiste anche una versione alternativa della figura storica di Gesù. Il sito oggi non esiste più, comunque lo studioso che ne aveva firmato i contenuti è James Young.
Gesù Cristo è una figura idealizzata, formatasi in base a secoli di devozione verso una figura descritta in un testo noto come Nuovo Testamento, che è formato dai Vangeli di alcuni seguaci di un uomo chiamato Gesù Cristo, il quale è realmente esistito e fu uno dei tanti profeti messianici e fondatori di religioni dell'antichità. Tuttavia, il Nuovo Testamento alla luce di prove oggettive risulta alquanto inattendibile, visto che contiene eventi storicamente e scientificamente impossibili, nonché è un vistoso adattamento riveduto e corretto della vera storia di Gesù, al fine di rendere la figura di Gesù quanto più mistica e "positiva" possibile.
In breve, la realtà dimostra come Gesù Cristo sia stato un capo politico-religioso nel contesto della resistenza antiromana e delle rivolte capeggiate dagli Zeloti, in cui Gesù si propone come il messia nel senso ebraico, che vuole liberare Israele dagli oppressori ed istaurare il regno di Dio (cioè di Israele). Ma Gesù non ha successo nella sua lotta contro gli invasori romani, e per questa sua lotta finisce per essere condannato alla crocifissione. Ovviamente la diffusione del vero messaggio di Cristo avrebbe portato sicuramente a repressioni violente, visto il pericolosissimo messaggio antiromano di Gesù.
L'apostolo Paolo per evitare una prevedibile repressione modifica radicalmente i Vangeli che parlano del Messia, creando una nuova figura di Gesù del tutto diversa da quella reale. Infatti Gesù da Messia rivoluzionario che si è opposto senza successo alla dominazione romana diventa un mistico apolitico pacifista degiudaizzato, cioè l'esatto opposto di quello che era. A questo punto l'apostolo Paolo fa in modo di diffondere questa versione del Vangelo nel mondo antico, creando la Chiesa sulle basi di questa figura mistica da lui inventata, senza dimenticare di aggiungere elementi che incitano a fare proselitismo tramite la predicazione del Vangelo a tutte le persone del mondo. Più precisamente, si crea una vera e propria religione paolina che nel secondo secolo decide definitivamente che il Nuovo Testamento dovesse essere formato da quattro Vangeli, scritti comunque molti anni dopo gli eventi di cui narrano, già opportunamente corretti già in precedenza.
Le autorità romane ovviamente iniziarono a perseguitare i cristiani, perché sapevano che Gesù in realtà era stato un uomo che incitava alle rivolte contro i Roma ed era molto pericoloso.
Tra le tante cose inventate che sono scritte nei Vangeli, spicca anche la vicenda di Barabba. Si legge che "Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta", che però è qualcosa di storicamente falso ed impossibile. Viene a questo punto menzionato un prigioniero di nome Barabba, la cui traduzione corretta ed originaria era qualcosa che indicava Gesù stesso, cioè "Figlio del Padre" (Bar Abba). Segue un altro evento storicamente impossibile e che va contro il diritto romano: quello in cui Pilato si lava le mani e lascia il giudizio agli ebrei. Ma l'interpretazione corretta della storia è che Barabba in realtà è Gesù il rivoltoso, che viene messo a morte dai romani per i suoi crimini rivoltosi contro Roma.
Questa intera inverosimile vicenda è stata creata ad arte al fine di discolpare i romani della morte di Gesù ed incolpare gli ebrei, mostrando in modo velato da una parte il Gesù Barabba che predicava la rivolta contro Roma (il Gesù reale) e dall'altra il Gesù pacifista che predicava pace e amore (quest'ultimo esistente solo nei Vangeli e non nella realtà). Tutta questa vicenda nel Vangelo raggiunge l'apice di assurdità quando la folla di ebrei vuole a tutti i costi la morte di Gesù e subito dopo averla ottenuta si automaledice dicendo: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli".
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Mi è venuto in mente che il nome "Barabba" significa "Figlio del Padre" e, guarda che coincidenza, si tratta di un appellativo che Gesù stesso usava per sé.
Beh, in primis dire che Gesù sia il Figlio del Padre, non implica che Gesù abbia mai usato per sé l'appellativo "Figlio del Padre", o che qualcuno l'abbia mai chiamato così all'interno di un titolo. Inoltre, non è neppure sicuro che Barabba significhi "Figlio del Padre". La forma sarebbe infatti grammaticalmente scorretta, se volesse significare questo. Questa però non è una difficoltà insuperabile, a volte la crasi di due nomi per formarne un terzo crea un ibrido che non rispetta le regole.

Qui un articolo serio da leggere sulla questione:

http://digilander.libero.it/Hard_Rain/Barabba.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
Inoltre, guarda tu la coincidenza, in Matteo viene riportato che esso era chiamato esattamente Gesù Barabba (vedi qui: http://www.biblegateway.com/passage/?se" onclick="window.open(this.href);return false; ... ersion=MSG).
Il nome Gesù compare affiancato a Barabba in alcuni testimoni minori. O non c'è mai stato negli originali, o c'era. In nessuno dei due casi sarebbe una stranezza, visto che Gesù era un nome assai comune.
Il fatto inoltre che Pilato (ricordato storicamente per la sua inflessibilità verso i giudei) liberasse uno che il Vangelo di Luca riporta come uno che aveva partecipato ad una sommossa e aveva ucciso una persona in tale frangente, mi lascia perplesso.
Sarebbe assai più semplice sostenere che l'usanza di liberare qualcuno per la Pasqua sia stata inventata, e Barabba con essa, piuttosto che dedurre che Gesù e Barabba fossero la stessa persona, cioè rivoluzionari. Comunque il dibattito sull'esistenza di questa usanza è da sempre acceso. Ne sono state trovate di simili nell'Egitto romano, ma non in Palestina.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
virtesto
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Un "Barabin"...

Messaggio da virtesto »

Nel mio dialetto padano si dice a qualcuno che è un 'barabin" quando commette qualcosa di disonesto, scorretto. Nel mio dizionario di italiano viene riportata la parola 'Barabba' per dire a uno che è un furfante o brigante ma, in verità, io non l'ho mai sentita pronunciare.

Nella Bibbia tradotta dal Luzzi Barabba viene definito un "Carcerato famigerato"; anche una Bibbia protestante della " Casa della Bibbia" riporta la stessa definizione. Il fatto che Barabba dovrebbe chiamarsi Gesù-Barabba non è scritto nelle Bibbie ad uso popolare a larga diffusione.

Quando facevo catechismo il mio sacerdote descriveva il personaggio ed il contesto soprattutto dicendoci a noi piccoli discepoli che, data l'età, assorbivamo tutto: " Ecco , vedete , gli ebrei invece di salvare Gesù che aveva risuscitato morti, ridato la vista ai ciechi, Salvatore del mondo ecc. hanno preferito salvare un brigante....."

Quando dico che i Vangeli sono marcatamente antisemiti, causa prima di tutti i mali occorsi al popolo ebraico nei secoli, dico cose documentate. Quello sopra è solo un piccolo esempio.

"...Venne fra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto" Dal Vangelo di Giovanni cap.1 v.11. Altro fulgido esempio di Scrittura ispirata da Dio. Nel commento a questo versetto la Bibbia di Gerusalemme spiega così:"

i suoi: probabilmente il popolo giudaico"
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Nella Bibbia tradotta dal Luzzi Barabba viene definito un "Carcerato famigerato"; anche una Bibbia protestante della " Casa della Bibbia" riporta la stessa definizione. Il fatto che Barabba dovrebbe chiamarsi Gesù-Barabba non è scritto nelle Bibbie ad uso popolare a larga diffusione.
Questo perché le Bibbie sono solitamente tradotte dalle più recenti edizioni critiche, e dunque, siccome il nome Barabba non sta in tutti i manoscritti né nei migliori di essi, è compito del filologo ipotizzare se in origine vi fosse o meno. Se l'edizione critica da cui queste Bibbie traducono non presenta Barabba nel testo greco ricostruito, allora neppure i traduttori che le seguono lo riporteranno nelle loro versioni in lingua corrente.
Quando facevo catechismo il mio sacerdote descriveva il personaggio ed il contesto soprattutto dicendoci a noi piccoli discepoli che, data l'età, assorbivamo tutto: " Ecco , vedete , gli ebrei invece di salvare Gesù che aveva risuscitato morti, ridato la vista ai ciechi, Salvatore del mondo ecc. hanno preferito salvare un brigante....."
Quando dico che i Vangeli sono marcatamente antisemiti, causa prima di tutti i mali occorsi al popolo ebraico nei secoli, dico cose documentate.
Io non so se il personaggio di Barabba sia veramente esistito, nel caso sia esistito, e la scena si sia svolta come gli evangelisti narrano, allora non li si può tacciare di anti-semitismo, solo di cronachismo. Infatti, non ci sarebbe nulla di strano che il popolo radunato nel cortile di Pilato preferisse un loro eroe rivoluzionario a Gesù, e la cosa diventa doppiamente comprensibile se ci ricordiamo che nel cortile non c'era l'intera Gerusalemme, ma solo coloro che riuscirono ad entrare in quell'angusto spazio. E' cioè possibile che, sebbene la maggioranza degli Ebrei gerosolimitani avrebbe per ipotesi scelto Gesù, tuttavia la folla nel cortile fosse stata portata lì dai sinedriti che avevano accusato Gesù. Vale a dire che la folla che gli preferì Barabba potrebbe essere stata sobillata e adunata dai sinedriti.
Da ultimo, non è una prova di anti-semitismo degli evangelisti neppure il fatto che essi riportino la frase "il suo sangue ricada su di lui e sopra i nostri figli". Questa frase infatti è perfettamente plausibile: si tratta di un tipo di auto-maledizione, i greci le chiamano arai, con le quali si era soliti asseverare le proprie affermazioni. Un po' come noi diciamo "te lo giuro sulla testa dei miei figli", come a dire che se abbiamo giurato il falso i nostri figli dovrebbero essere decapitati. Similmente è plausibile che un gruppo di quegli Ebrei confermasse le proprie parole di condanna dicendo che, se avessero sbagliato, se ne sarebbero presi loro la responsabilità. Orbene, il fatto che il NT riporti questa auto-maledizione perché fu effettivamente pronunciata, non implica ovviamente che l'evangelista credesse che essa fosse efficace. Vale a dire che l'agiografo potrebbe semplicemente aver registrato che gli Ebrei maledissero i propri figli, senza che ciò implichi che per l'evangelista Dio avrebbe davvero ascoltato quella loro auto-maledizione. Se io faccio il giornalista, e racconto che un predicatore predice le sette piaghe d'Egitto per i Paesi che hanno aperto alle nozze gay, ciò non implica che io sia d'accordo col predicatore di cui riporto il discorso, o che io pensi che Dio davvero manderà le cavallette sulla Spagna gay-friendly. Similmente, dire che Matteo riporta una frase degli ebrei là radunati, non implica che egli credesse che Dio avrebbe esaudito quella loro auto-maledizione.
Il fatto poi che parte del clero cattolico abbia interpretato in maniera antisemita i Vangeli, non implica che gli evangelisti fossero antisemiti, ma solo che i lettori nel corso dei secoli ne hanno dato questa lettura. Se io fossi un cronista, e raccontassi degli stupri dei soldati americani in Iraq, ciò non vorrebbe dire che io sono anti-americano in generale, ma solo che racconto un fatto riprovevole compiuto da alcuni americani. Ma se a leggere il mio racconto fosse una femminista, che per tutta la vita ha combattuto gli stupri, questo singolo episodio, che per me era il racconto di una singola malefatta, potrebbe essere sufficiente per farle odiare tutti gli americani. Allo stesso modo gli evangelisti raccontano un episodio di ingiustizia compiuto da alcuni Ebrei, ma per i cristiani la vita di Gesù era così importante che bastò loro meditare su questo singolo evento per odiare tutti gli Ebrei. Ciò però non implica che gli evangelisti fossero antisemiti, al pari del fatto che, le letture dell' ipotetico articolo sulla guerra in Iraq date dalle femministe del mio esempio, non implicano che il cronista che racconta uno stupro americano in Iraq sia anti-americano.
"...Venne fra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto" Dal Vangelo di Giovanni cap.1 v.11. Altro fulgido esempio di Scrittura ispirata da Dio. Nel commento a questo versetto la Bibbia di Gerusalemme spiega così: i suoi: probabilmente il popolo giudaico"
A me sembra che questo versetto, nel caso lo interpretassimo come fa la Bibbia di Gerusalemme, dica una cosa ovvia. Non occorre essere ispirati da Dio per dire delle cose ovvie.
CI sono cose che sono vere perché le dice la Bibbia, e ci sono cose che la Bibbia dice perché sono vere. La maggioranza degli Ebrei non aderì al cristianesimo, quindi è vero che non hanno accolto Cristo. E' una frase antisemita? Allora è antisemita la verità.
Il problema è che la frase non è antisemita, bensì l'uso che ne è stato fatto lo è.
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E' un vero peccato...

Messaggio da virtesto »

..che tutte queste argomentazioni non hai potuto spiegarle a tutti quei Papi e sottomessi che hanno perseguitato gli ebrei nei secoli.

Anche questa volta se stavi zitto era meglio.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

"..che tutte queste argomentazioni non hai potuto spiegarle a tutti quei Papi e sottomessi che hanno perseguitato gli ebrei nei secoli.

Anche questa volta se stavi zitto era meglio."
Come avevo già anticipato nella chiusura del mio precedente post, eventuali persecuzioni clericali a danno di ebrei non possono in alcun modo convalidare la tua precedente affermazione secondo cui: "Quando dico che i Vangeli sono marcatamente antisemiti, causa prima di tutti i mali occorsi al popolo ebraico nei secoli, dico cose documentate. "
Infatti, lo ripetiamo, la lettura dei testi data da qualcuno non implica che quella lettura fosse corretta, per i motivi già addotti, e sui quali non mi pare tu abbia detto alcunché. Dunque il problema se gli evangelisti fossero antisemiti è del tutto diverso dal problema se siano stati interpretati come antisemiti. In ambito filologico è un problema che ritorna spesso: Nietzsche era nazista perché è stato interpretato in maniera nazista dai nazisti? Solo per fare un esempio di querelle famosa.
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buio completo.Ancora su barabba non se ne può più...

Messaggio da Ray »

[youtube][/youtube]


Svelata l'identità di Gesù, dei genitori e degli apostoli-fratelli dopo 2000 anni?

http://www.altrogiornale.org/news.php?item.8856.5" onclick="window.open(this.href);return false;

:boh:

..che casino....azzarola.

Qualche utente che ha letto il libro,recensioni ? Che ne pensate ?
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Trianello »

Ecco il mio giudizio critico sull'opera dei De Angelis, padre e figlio, nel suo complesso:

[youtube][/youtube]
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Deus non deserit si non deseratur

Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)
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Non è affatto una cazzata...

Messaggio da virtesto »

...semplicemente questo De Angelis non ha detto niente di nuovo. Ha fatto un copia-incolla di informazioni prese, probabilmente dai cosìdetti 'Arpiolidi' . Niente di nuovo. Dice che Luca scriveva il falso. Ma questo è noto. Io ho letto velocemente quel pezzo sopra; per esempio si cita un pezzo di Atti degli Apostoli nel quale si cita il Portico di Salomone al Tempio. Quel Portico non esisteva al tempo di quei fatti descritti.
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Messaggio da polymetis »

per esempio si cita un pezzo di Atti degli Apostoli nel quale si cita il Portico di Salomone al Tempio. Quel Portico non esisteva al tempo di quei fatti descritti.
Avevo demolito questa bizzarra teoria qui:


http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=58005640" onclick="window.open(this.href);return false;
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Il portico...

Messaggio da virtesto »

...Poly ho letto la tua "demolizione" del Portico; mi sono rimaste impresse questi passaggi:

...potrebbe darsi che...

..può darsi che...

...fanno pensare che...

Poly cerca di dormire stanotte e non perdere tempo a rispondermi.
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Messaggio da polymetis »

virtesto ha scritto:...Poly ho letto la tua "demolizione" del Portico; mi sono rimaste impresse questi passaggi:

...potrebbe darsi che...

..può darsi che...

...fanno pensare che...

Poly cerca di dormire stanotte e non perdere tempo a rispondermi.
Non ti preoccupare per le mie ore di sonno. Sono andato a letto alle 2 di notte, come al solito, preso da un romanzo della Nemirovsky.
Comunque sia, frasi simili a quelle che hai riportato, si ritroveranno in qualsiasi opera storiografica seria, visto che le scienze antichistiche sono probabilistiche. Bisogna semmai diffidare dalle opere in cui ogni passaggio è dato per certo, il che è indice di assenza di consapevolezza storica.
Ad ogni modo, se qualcuno vuole dire che un episodio è fasullo, perché sarebbe fasulla la sua collocazione, ci si aspetta che abbia prove solide. Qualora invece quelle cosiddette prove, si spieghino altrimenti, magari facendo delle ipotesi, ecco che non si può più avere la certezza che qualcosa sia effettivamente falso. Se si possono contrapporre ipotesi alternative alle affermazioni dell'accusa, allora, siccome l'onere della prova spetta all'accusa e non alla difesa, l'imputato viene assolto.

Vedo però che hai tralasciato le parti più decisamente affermative del mio post, quelle dove si mostrava che le traduzioni utilizzate per sostenere che quel portico fosse stato interamente distrutto erano imprecise, e che dunque le evidenze a favore di una sua rimozione totale si sgretolano.

Ad maiora
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Per concludere..(Da parte mia solamente però)

Messaggio da virtesto »

In quella discussione che hai citato ho visto che hai fatto 'tandem' con Teodoro Studita il quale, nel tentativo di aiutarti, ha scritto che Giuseppe Flavio scrisse le Antichità Giudaiche nel 93, a Roma addirittura, per cui, secondo Teodoro, a quell'epoca tutto il Tempio a Gerusalemme era stato distrutto e quindi Giuseppe non era in grado di sapere se quel portico di Salomone fosse stato ricostruito a meno.

Quindi, anche Teodoro Studita pensa che tutti i lettori dei Forum siano dei cretini. Giuseppe Flavio in Antichità scrisse a proposito di quel Portico nel cap. XV/416 - XVII/261-262 - XX/219-220-221 e 222. Scrisse poche righe a proposito del salvatore del mondo Gesù Cristo (In quel discusso Testimonium) e invece vedi quanto si è prodigato a scrivere per un semplice porticato di Tempio.
E' vero che scrisse le Antichità a Roma nel 93 ma lui nacque e visse a Gerusalemme!!!! Nacque nel 37, quindi aveva davanti a sé molti anni per vedere quel Tempio senza portico, nipote del Sommo Sacerdote Caifa, aveva altri cinque Sommi Sacerdoti suoi zii, cioè faceva parte dell'alta nobiltà sacerdotale; da parte materna discendeva dalla famiglia reale Asmonea. In simile ambiente famigliare possiamo ben dire che a pranzo si mangiava pane e Tempio , naturalmente nel metaforico senso che l'argomento Tempio senza dubbio ricorreva sempre. Ecco spiegato perché della vicenda di quel Portico Giuseppe era ben al corrente e si è dilungato; poi a Roma aveva a disposizione gli Archivi imperiali da utilizzare per inserire i dettagli nella storia. Viveva a Gerusalemme vicino al Tempio ovviamente questa nobile famiglia per cui in questa questione dobbiamo considerare Giuseppe non semplicemente come storico ma, soprattutto come:

TESTIMONE OCULARE

A questa testimonianza tu cosa opponi? Un Luca, nome fasullo naturalmente, che nel Vangelo ci ha raccontato la fiaba della Natività , quella del censimento "In tutta la terra abitata" (??????) e le baggianate attorno al discorso di Gamaliele in Atti, Theudas ecc.ecc. Due autori ,Luca e Giovanni dei quali non si sa quando sono nati o morti e soprattutto non si sa dove e quando hanno scritto le loro "0pere" Roma? Antiochia?
Ti lascio l'ultima risposta naturalmente altrimenti penso che non riusciresti a dormire ma soprattutto perché mi tireresti dentro in un ping-pong patetico senza fine; e anche perché tutti i Foristi stanno zitti come sempre e quindi non c'è gusto continuare.
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Se il silenzio degli altri ti annoia mi faccio sentire, giusto per far vedere che qualcuno legge quello che scrivi. Ecco un brevissimo riassunto di quanto ho visto io:
A) Tu sostieni che le notizie sulla distruzione del portico del tempio sono una prova sufficiente per scartare come falsi quei passi di Luca in cui si parla di cose avvenute "nel portico" (come abbiamo visto non si parla mai di "sotto il portico").
B) Polymetis ha riproposto cinque spiegazioni possibili per cui quei passi potrebbero comunque essere accettati come veri. Il grado di probabilità di queste spiegazioni mi sembra disuguale, ma tutte appaiono possibili.
C) A causa di B non posso considerare certa e definitiva la tua tesi. Non vedo elementi per dire che quello che sostieni sia sbagliato, potrebbe davvero darsi che quei passi non siano autentici, ma la prova che hai fornito è insufficiente.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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Messaggio da polymetis »

A questa testimonianza tu cosa opponi? Un Luca, nome fasullo naturalmente, che nel Vangelo ci ha raccontato la fiaba della Natività , quella del censimento "In tutta la terra abitata" (??????) e le baggianate attorno al discorso di Gamaliele in Atti, Theudas ecc.ecc. Due autori ,Luca e Giovanni dei quali non si sa quando sono nati o morti e soprattutto non si sa dove e quando hanno scritto le loro "0pere" Roma? Antiochia?
Ti lascio l'ultima risposta naturalmente altrimenti penso che non riusciresti a dormire ma soprattutto perché mi tireresti dentro in un ping-pong patetico senza fine; e anche perché tutti i Foristi stanno zitti come sempre e quindi non c'è gusto continuare.
Quello che segue è quanto scrissi, e che forse non hai scorto, non essendoti letto la discussione per intero. Le tue rimostranze in queste righe da me quotate hanno qualcosa da dire solamente riguardo al punto 1. Ma a ben vedere anche il mio solo punto 5 da solo, che denuncia un errore di traduzione, fa crollare tutto il tuo impianto accusatorio.
Ecco il mio testo:

1)Trai le tue affermazioni contro il Nuovo Testamento dal solo Giuseppe Flavio, ma non spieghi perché, nel caso di una discordanza, dovremmo fidarci più di Giuseppe Flavio che degli agiografi neotestamentari. Hai riferito che si parla di questo portico in Giovanni ed Atti, due testi della seconda metà del I secolo esattamente come le Antichità Giudaiche, eppure scarti due testi concordi nell’affermare che qualcosa esisteva per privilegiare un solo testo che dice che qualcosa non esisteva. Perché non potrebbe essersi sbagliato Flavio visto che è in minoranza? L’autore del Vangelo di Giovanni mostra di conoscere infatti assai bene la geografia gerosolimitana precedente la distruzione del tempio, e in passato gli studiosi che hanno dubitato delle sue conoscenze geografiche sono sempre stati smentiti dall’archeologia. Il fatto che ad esempio Giovanni nomini la piscina di Betesda e il Litostroto, su cui alcuni mitologi del cristianesimo s’erano accaniti per trovare chissà quale significato simbolico, dimostra che egli conosceva bene la geografia della di Gerusalemme prima della distruzione, e infatti gli studiosi che negavano l’esistenza di questi luoghi sono stati smentiti.
2)Non c’è bisogno di vedere alcuna contraddizione tra Giuseppe Flavio e gli agiografi del Nuovo Testamento. Se viene detto che Gesù predica nel portico di Salomone, ciò si può spiegare in mille altri modi. Ammettendo che l’edificio fosse stato distrutto, potrebbe darsi che, per comodità, il luogo avesse conservato quel nome, proprio in ricordo di cosa vi sorgeva. Ancora oggi ad Atene puoi sentir dire i cittadini “andiamo all’areopago”, ma invano potresti aspettarti di trovare edifici in quel luogo, visto che ciò che rimane è una spoglia collina brulla che assomiglia ad un masso erratico caduto dal cielo. Ancora oggi le nostre fermate della metro, a Milano o a Roma, hanno dei nomi in ricordo di edifici che sorgevano in quei dintorni, e che invano cercheresti in superficie, così come a Venezia, dove a lungo ho abitato, il luogo dove sorge la stazione dei treni si chiama “Santa Lucia” perché lì c’era una chiesa con quel nome, che ovviamente sarebbe inutile cercare visto che è stata rasa al suolo.
Sicché, può darsi benissimo che al tempo di Gesù si indicasse con quel nome il luogo ove sorgeva la costruzione che portava quel nome, senza dunque implicare alcuna contraddizione tra Flavio e il Nuovo Testamento.
3)Non costituisce una obiezione seria il fatto che in alcune traduzioni si dice che Gesù predicava “sotto il portico”, come se l’edificio fosse ancora in piedi. Se vai a vedere il testo greco ci sono dei banali en+dativo, stati in luogo, ergo al massimo è un problema dei traduttori moderni.
4)Nei testi di Flavio che citi, non c’è alcuna prova che il Portico fosse andato del tutto distrutto. Se rimanevano delle macerie, a maggior ragione si può capire perché si continuasse a chiamarlo Portico di Salmone, venendo là le vestigia di quell’edificio. Una simile lettura, che presuppone una qualche persistenza del Portico, si ha ad esempio nell’edizione dei Meridiani curata da Simonetti delle Antichità Giudaiche, dove la nota a XX, 222 dice “Il portico era un avanzo del tempio precedente alla ricostruzione erodiana, e per questo ora se ne proponeva la sua sostituzione con un altro”.
Le parole “avanzo” e “sostituzione” fanno pensare che secondo Simonetti fosse rimasto qualche rudere.
5)Non può essere considerata una prova che il Portico andò del tutto distrutto il passo di Flavio da te citato che dice: “Questo conteneva legname saturo di pece, di cera, e macchiato d’oro e subito si arrese (alle fiamme); e quell’opera grandiosa e magnifica fu completamente distrutta.
La sezione dove si dice “completamente distrutta” infatti è inventata, e non ha appigli nel testo greco. Il problema è che hai citato la notoriamente inaffidabile traduzione curata da Luigi Moraldi, che, com’è noto nell’ambiente accademico, non ha tradotto dal testo greco ma ha scopiazzato la traduzione inglese della Loeb, o lui direttamente oppure qualcuno dei suoi collaboratori ai quali ha appaltato diverse parti della traduzione. Il testo greco dice semplicemente “ὁ δὲ ξύλωσιν παρέχων πίσσης τε καὶ κηροῦ πλέον ἔτι δὲ χρυσὸν ἐπαληλιμμένονεὐθέως ήκειν, ἔργα τε μεγάλα ἐκεῖνα καὶ ἀξιολογώτατα ἠφανίζετο”, che, come traduce Simonetti, va reso: “Questo aveva un’armatura di legno imbottita di pece e cera e anche l’ora era stato spalmato di cera, per cui cedette subito, e così andarono distrutte opere d’arte grandi e di gran pregio”.

---

Sicché riassumendo: il testo di Flavio non dice che il Portico andò completamente distrutto. Se anche per ipotesi l'avesse detto, può darsi che la zona avesse continuato a chiamarsi così anche senza il Portico. Se anche fosse falsa questa terza ipotesi, nulla obbliga che Flavio debba valere di più di Giovanni.

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Trianello
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polymetis ha scritto: Sicché riassumendo: il testo di Flavio non dice che il Portico andò completamente distrutto. Se anche per ipotesi l'avesse detto, può darsi che la zona avesse continuato a chiamarsi così anche senza il Portico. Se anche fosse falsa questa terza ipotesi, nulla obbliga che Flavio debba valere di più di Giovanni.
Da una traduzione più accurata di Giuseppe Flavio (come quella che ho sott'occhio io ora, che è quella inglese curata da William Whiston) l'impressione che si ha è che più che andare completamente distrutto, il portico in oggetto fosse stato gravemente danneggiato dall'incendio. E' anche plausibile, in effetti, che, pur non essendo più il portico esistente, la zona in cui questo un tempo sorgeva, per quanto trasformata, continuasse recarne il nome, un po' come a Roma la zona del Circo Massimo viene ancora chiamata così anche se il Circo vero e proprio non esiste più da secoli.
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Per Trianello...

Messaggio da virtesto »

...usando un vocabolo che tu hai usato in questa discussione, cioè affinché si possa smettere di dire cazzate, non solo da parte tua naturalmente , leggi il seguente:

http://www.vangeliestoria.eu/approfondimento.asp?ID=19" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da polymetis »

Ma non avevi concluso, caro Virtesto? ancora a rifilarci questa spazzatura ascientifica fatta da dilettanti?
L'autore del link cade nel medesimo errore da me già evidenziato. Si basa sulla traduzione di Moraldi, che è errata (ma per saperlo occorrerebbe conoscere il greco!), e con una sublime ingenuità che m'ha strappato un sorriso s'è pure messo ad evidenziare col grassetto la parola "completamente", all'intero del sintagma "completamente distrutta", che in greco non c'è proprio.
Abbiamo già detto quanto segue:
1)Che un'opera vada distrutta, non toglie che possano esservi dei ruderi, che conservano il medesimo nome. a Brescia noi diciamo "andiamo al Foro", quando del foro romano si sono conservate due colonne in croce.
2)Se anche per ipotesi non vi fossero ruderi, una zona può conservare il medesimo nome. Come diceva giustamente Trianello, a Roma si può dire "andiamo al Circo massimo", anche se del circo massimo non è rimasto quasi nulla.

Su queste considerazioni il tuo link scritto in un italiano pencolante e con evidenti manchevolezze quanto all'epistemologia storiografica non dice alcunché. E' tutta una sbrodolata, condita con affermazioni di metodo storico discutibilissime, volta a dimostrare che il Portico non fosse stato ancora ricostruito all'epoca riferita dagli Atti. Ma siccome perché il mio discorso funzioni non serve affatto che quel Portico fosse stato ricostruito, essendo sufficiente che ne fossero rimasti dei ruderi, bastanti a giustificarne la memoria toponomastica, l'intera trattazione di quel dilettante è inutile.
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Ma perchè non stai zitto qualche volta Polymetis?

Messaggio da virtesto »

Io ho visto che Cogitabonda e Trianello mi hanno risposto e quindi mi sono un po' ringalluzzito.. D'accordo che Trianello è della tua stessa sponda, nel senso di credenze religiose naturalmente, ma mi ha fatto piacere lo stesso.

Per quanto riguarda il sito suggerito , Vangeliestoria di Salsi, invece di scrivere che è un dilettante e finire lì il discorso, dovresti dirci dove sbaglia senza la tua solita arroganza e supponenza. In altre parole, senza farci il solito discorso fumoso sulla Epistemologia o la Maieutica o sul metodo scientifico ecc. tanto per confondere, guarda quindi quella pagina di Salsi che ti ho indicato; lì ci sono date storiche, fatti accaduti, situazioni, citazioni a supporto ecco, ci devi dire se qualche fatto citato è inventato o meno. Fatti, sintesi,e non parole, parole. Senza menare il can per l'aia con le tue solite lenzuolate.

Per quanto riguarda ancora il Portico di Salomone vedo che ora ti accontenti di ammettere che ti andrebbe bene anche se ci fossero rimasti solo dei ruderi. Tieni presente che dei ruderi di legno bruciato giammai gli ebrei avrebbero permesso che restassero appena fuori dal loro luogo più sacro, cioè il Tempio. Ma come si fa a scrivere certe cazzate! (Vocabolo sdoganato da Trianello). Certe cose sarebbero possibili solamente nella zona fra Napoli e Caserta non ai tempi dei Borboni però ma nel XXI° secolo.

Come scrive Giuseppe quell'incendio arrivò al tetto, distrusse tutto anche le colonne portanti (Era tutto in legno). Le colonne precipitarono giù nello strapiombo della valle del Cedron. E' scritto da Giuseppe anche questo. Quel Portico era appunto su uno strapiombo quindi , una volta distrutto, non c'era una spianata ove Gesù poteva stare con la folla. Gesù si recò al Tempio per la festa della Purificazione che cade in inverno, altro elemento che gioca a sfavore di un meeting all'aperto.

Rimane da spiegare perché ritieni importante smentire il fatto che Gesù non sia stato 'Sotto il Portico di Salomone'. E' noto che molti studiosi sostengono che i Vangeli furono scritti fuori dalla Palestina da gente che non conosceva geograficamente la Palestina e Gerusalemme e questa del Portico è un'altra conferma.
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Messaggio da polymetis »

Per quanto riguarda il sito suggerito , Vangeliestoria di Salsi, invece di scrivere che è un dilettante e finire lì il discorso, dovresti dirci dove sbaglia senza la tua solita arroganza e supponenza.
Io posso anche dirtelo, ma ciò non implica che tu sia in grado di comprenderlo. Come già detto infatti per capire la storia antica, occorre sapere come si procede in questo campo.
In altre parole, senza farci il solito discorso fumoso sulla Epistemologia o la Maieutic a o sul metodo scientifico ecc. tanto
Invece queste faccende sono la base di tutto. Avere dei fatti, se mai i fatti esistessero (e questo è un problema di epistemologia storiografica per nulla banale), non implica il saperli relazionare fra loro, e il sapere che cosa implichino.
per confondere, guarda quindi quella pagina di Salsi che ti ho indicato; lì ci sono date storiche, fatti accaduti, situazioni, citazioni a supporto ecco, ci devi dire se qualche fatto citato è inventato o meno. Fatti, sintesi,e non parole, parole. Senza menare il can per l'aia con le tue solite lenzuolate.
Ma te l'ho già detto. La citazione su cui si basa per dire che il Portico è andato completamente distrutto è sbagliata, perché ha sbagliato il Moraldi (o per meglio dire quelli a cui ha rifilato la traduzione di quella pagina) nella resa del testo.
E quanto al resto del discorso, si limita a cercare di dimostrare che il Portico non fu più ricostruito fino all'epoca dei fatti narrati negli Atti. Orbene, siccome a me non serve confutare questo assunto, cioè che il Portico non fosse stato ricostruito, non ho nulla da dire sul pezzo in questione. Infatti come già detto perché un luogo conservi un nome non serve che l'edificio che vi si trovava sia integro. Possono esserci dei ruderi, che consentono la memoria topomomastica, o non esservene affatto. Infatti come già detto un luogo può aver conservato per antonomasia il nome di quello che vi era, anche se quella cosa non vi è più. Dunque persino l'esistenza di ruderi è irrilevante. Faccio un esempio: a Parigi c'è una zona, una piazza, che si chiama Bastille (Bastiglia), cioè il nome della celebre prigione presa il 14 luglio dai rivoluzionari francesi e rasa al suolo, in quanto odiato simbolo della tirannia. DI tale prigione non resta neppure una pietra.
Tu e il tuo compare Salsi saresti simili a degli ipotetici storici del 4000 d.C. che, trovando un diario scritto da un francese del 2013 con la frase "demain, je vais à Bastille", dichiarassero che tale diario deve essere per forza un falso, in quanto da altre fonti sappiamo con certezza che tale prigione fu demolita nel diciottesimo secolo durante la Rivoluzione. Questi storici, ovviamente, sarebbero dei cretini. Il diario infatti è autentico, e quella zona si chiama Bastiglia anche se la Bastiglia non esiste più da un pezzo.
Per quanto riguarda ancora il Portico di Salomone vedo che ora ti accontenti di ammettere che ti andrebbe bene anche se ci fossero rimasti solo dei ruderi. Tieni presente che dei ruderi di legno bruciato giammai gli ebrei avrebbero permesso che restassero appena fuori dal loro luogo più sacro, cioè il Tempio. Ma come si fa a scrivere certe cazzate!
Mi sfugge sapere come tu pensi di poter sapere che cosa gli Ebrei avrebbero o meno permesso. Sempre che quello che gli Ebrei avessero voluto fosse in qualche modo rilevante. Forse i cari romani vollero conservare i ruderi come memorandum per gli Ebrei, perché sapessero che potevano bruciare anche il resto se volevano. O forse banalmente gli Ebrei li tenevano come una cara e nostalgica memoria, in attesa della ricostruzione.
Come scrive Giuseppe quell'incendio arrivò al tetto, distrusse tutto anche le colonne portanti (Era tutto in legno). Le colonne precipitarono giù nello strapiombo della valle del Cedron. E' scritto da Giuseppe anche questo.
Che il soffitto fosse in legno, non implica che tutto il Porticato fosse in legno. DOve hai letto che le colonne erano in legno e non in pietra? Lo chiedo sinceramente, non conosco a memoria tutto Giuseppe Flavio.
Ma soprattutto, come puoi prevedere dal caotico comportamento di un tetto che cade che tutte le colonne precipitino nello strapiombo? Dov'è scritto in Flavio che tutte le colonne caddero nel precipizio?
Quel Portico era appunto su uno strapiombo quindi , una volta distrutto, non c'era una spianata ove Gesù poteva stare con la folla.
Guarda che stare su uno strapiombo non vuol dire che si sta sospesi in aria, come un balcone aggettante verso l'esterno sospeso nel vuoto, vuol solo dire che si viene costruiti sul ciglio di un precipizio. Motivo per cui Gesù andrò esattamente dove c'era prima il pavimento (magari era rimasto proprio quello).
Gesù si recò al Tempio per la festa della Purificazione che cade in inverno, altro elemento che gioca a sfavore di un meeting all'aperto.
Cose che sappiamo sia tu che io, ma del tutto irrilevanti. Anche gli evangelisti sapevano che in inverno fa freddo, durante la festa della Dedicazione, ma oltre al fatto che non vedo perché non si possa organizzare un incontro all'aperto col freddo, neppure so perché mai presumiamo che in inverno faccia sempre freddo, e non ci siano invece a volte giornate con del placido sole in cui è un piacere uscire.
Rimane da spiegare perché ritieni importante smentire il fatto che Gesù non sia stato 'Sotto il Portico di Salomon

Non lo ritengo importante. Anche perché, come faceva notare Teo nell'altra discussione, la storicità di un dialogo è del tutto indipendente dalla storicità di un'ambientazione. Succede così spesso nella storiografia antica che sono dei dilettanti potrebbero strapparsi i capelli per questo.
Sebbene ritenga di nessun conto questa discussione, sono intervenuto perché banalmente tu fai deduzioni erronee. E quale che sia la natura di un errore, grande o piccolo che sia, mi sembra utile far conoscere che di errore si tratta.
E' noto che molti studiosi sostengono che i Vangeli furono scritti fuori dalla Palestina da gente che non conosceva geograficamente la Palestina e Gerusalemme e questa del Portico è un'altra conferma.
Altri studiosi, e proprio per Giovanni, sosterebbero l'esatto contrario. Infatti molti di coloro che mormoravano contro Giovanni per le sue ambientazioni, tra cui la piscina dei 5 Portici e il Litostroto, sono stati smentiti proprio dall'archeologia.
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