Maccabei Giuditta Ester Tobia

Sezione dove porre domande sulla Bibbia e sulla sua interpretazione

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Leo
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Maccabei Giuditta Ester Tobia

Messaggio da Leo »

Mi viene detto che alcuni libri vengono usati dalla CC per giustificare il purgatorio, questi infatti racconterebbero delle falsità:
la prima è : Giuda Maccabeo dopo essere morto scrive una lettera agli Ebrei in Egitto
la seconda : il re Antioco muore in tre modi diversi
la terza : i Giudei quando tornano dalla cattività Nabucodonosor è già morto
quarta: le aggiunte a Ester contrastano con il libro autentico
in fine:
in 2 Maccabei 15: 11-16 un sacerdote morto prega per i vivi

Cosa ne pensate ?
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Penso che l'argomentazione sia priva di senso perché tutti i libri della Bibbia sono colmi di errori storici, dunque l'eventuale presenza di errori in questi non li fa differire dagli altri. Il concetto di ispirazione non coincide con quello di storicità.
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Leo
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Messaggio da Leo »

polymetis ha scritto:Penso che l'argomentazione sia priva di senso perché tutti i libri della Bibbia sono colmi di errori storici, dunque l'eventuale presenza di errori in questi non li fa differire dagli altri. Il concetto di ispirazione non coincide con quello di storicità.
Grazie Polymetis, anche io ho risposto in questo modo, proprio ricordando quanto tu e altri avevate esposto altrove, ma al momento non ho saputo fornire esempi di errori storici.

Hai dei riferimenti in particolare ?
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

Leo ha scritto:
Grazie Polymetis, anche io ho risposto in questo modo, proprio ricordando quanto tu e altri avevate esposto altrove, ma al momento non ho saputo fornire esempi di errori storici.

Hai dei riferimenti in particolare ?
Eccoti un esempio, tra tanti tratto da Da A. A. Valdés, Cosa sappiamo della Bibbia?, vol. 6, pp. 36-46

FU DAVIDE A VINCERE SUL GIGANTE GOLIA?

Quaranta giorni di terrore

Quando una persona insignificante e debole ne fronteggia un'altra forte e potente si parla di uno scontro tra "Davide e Golia" per antonomasia. Questi nomi propri alludono ad una vicenda biblica, in cui si racconta come un giovane pastore, aiutato dalla sua piccola fionda, riuscì a vincere il corazzato campione dell'esercito filisteo (1 Sam 17,1-18,5).
La Bibbia racconta che i Filistei, i più temibili nemici che ebbero gli Israeliti, un giorno si riunirono in Efes Dammim, in pieno territorio giudeo, per provocare e sfidare questi ultimi, al combattimento. Il re Saul, che governava Israele in quel tempo, riunì allora il suo esercito, lo radunò su una piccola collina di fronte ai Filistei, si accampò nella famosa valle del Terebinto, e si preparò allo scontro.
All'improvviso, tra le truppe filistee apparve un gigante chiamato Golia, che, secondo il racconto biblico, misurava 3,25 metri di statura. Aveva in testa un elmo di bronzo, era rivestito di una corazza a piastre che pesava 84 kg. Portava un enorme giavellotto di bronzo e una lancia la cui punta di ferro pesava 14 kg. Sempre secondo il racconto dell'autore sacro, davanti a lui marciava uno scudiero al suo servizio.
Golia si fermò in mezzo alla valle di fronte alle schiere israelite e gridò: "Perché siete usciti e vi schierate a battaglia? (...) Scegliete un uomo tra voi che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterà, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi".
Sentendo le parole del filisteo tutto l'esercito di Israele tremò di paura e nessuno osò accettare la sua sfida. E per quaranta giorni, al mattino e al pomeriggio, Golia si fermò in mezzo alla valle e rinnovò la sfida all'esercito avversario.


Una figlia come premio

A 20 km da quel luogo, nel paese di Betlemme, viveva un anziano chiamato Iesse: costui aveva otto figli. I tre più grandi erano arruolati nell'esercito del re Saul, mentre il più piccolo, Davide, era rimasto in casa di suo padre per occuparsi delle pecore.
Un giorno, Iesse inviò il piccolo Davide per recare alcune provviste ai suoi tre figli arruolati. Il giovane si mise in cammino e giunse all'accampamento israelita proprio nel momento in cui il gigante Golia, come tutti i giorni, lanciava la sua arrogante sfida ai soldati di Israele. Il giovinetto chiese chi fosse quel filisteo che insultava con fare talmente arrogante l'esercito del Dio di Israele; i soldati gli risposero: "E il campione delle truppe filistee, un esperto lottatore. Chiunque lo abbatterà il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame".


Come il leone e l'orso

Mentre accadevano quei fatti, il re Saul venne a sapere dell'arrivo di Davide presso l'accampamento, e delle sue domande riguardo a Golia, e fu così che lo mandò a chiamare. Davide allora disse al re: "Il tuo servo andrà a combattere con questo filisteo". Saul esclamò: "Tu non puoi andare contro questo filisteo: tu sei un ragazzo". Ma Davide replicò: "Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto filisteo farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente. Il Signore, che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo filisteo".
Ammirando tanto coraggio, Saul ordinò ai suoi uomini che vestissero Davide con la sua armatura e gli mettessero le sue armi. Ma quando il giovane cercò di camminare cosi vestito non riuscì a muoversi. Allora gliela tolsero e Davide prese con sé soltanto il suo bastone da pastore, raccolse da terra cinque pietre, e con la sua fionda in mano si diresse contro il filisteo, che nel frattempo restava ostinatamente fermo in mezzo alla valle ad insultare gli Ebrei.
Golia, vedendo sopraggiungere il ragazzo presso di lui, lo derise con disprezzo e gli disse: "Sono forse io un cane, perché tu venga a me con un bastone?". Ma Davide gli rispose: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere di Israele, che tu hai insultato. Ti abbatterò, e così tutta la terra saprà che vi é un Dio in Israele che non salva per mezzo della spada o della lancia".


La testa come ricordo

Il filisteo, indignato per quelle parole, si lanciò su Davide. Davide prese immediatamente la fionda e scagliò una pietra che si conficcò nella fronte di Golia. Vedendolo crollare al suolo, Davide gli si avvicinò, prese la sua spada e gli recise di netto la testa. Allora i Filistei, vedendo quel che accadeva, fuggirono spaventati, mentre gli Israeliti li inseguirono per sferrare il colpo definitivo della vittoria.
Davide, da parte sua, prese la testa del gigante morto e la portò come trofeo nella città di Gerusalemme, mentre sistemò le armi di Golia nella propria tenda.
Saul, vedendo quel che era successo, chiese ad Abner, capo dell'esercito: "Abner, di chi é figlio questo giovane?". Costui gli rispose: "Per la tua vita, o re, non lo so". Abner si mise allora in cerca di Davide e lo portò dinanzi al re; costui gli chiese: "Di chi sei figlio, giovane?". Davide rispose: "Di Iesse, il betlemmita". E da quel giorno il re Saul prese Davide al suo servizio, e non gli permise più di fare ritorno a casa sua, presso l'accampamento del padre lesse.


Musica contro la depressione

Questo racconto, senza dubbio interessante ma evidentemente enfatizzato, dello scontro tra Davide e Golia e adatto per offrire un resoconto, più o meno dettagliato, di come Davide, giovane e sconosciuto pastore dell'insignificante paese di Betlemme, riuscì a conoscere il re Saul, e di come rimase a vivere con il re presso la sua corte. Presso i palazzi del re, Davide crebbe e scalò presto tutta la gerarchia regale, arrivando a diventare nientemeno che il successore di Saul sul trono di Israele, riuscendo ad essere il più grande sovrano che quel Paese abbia mai conosciuto nella sua millenaria e travagliata storia.
In realtà, dobbiamo affrontare un problema di non poco conto: il fatto é che, prima di raccontare l'epico scontro tra il fanciullo e il gigante, la Bibbia ci offre un'altra spiegazione, ovviamente diversa, su come Davide conobbe il re Saul e giunse a palazzo.
Quest'altra versione (che si trova nel Primo Libro di Samuele 16,14-23), racconta che il re Saul soffriva di costanti depressioni, perché pare che fosse tormentato da uno spirito maligno. Un giorno, i suoi servitori gli dissero: "Permettici, signore, che cerchiamo un uomo abile a suonare la cetra. Quando lo spirito cattivo ti investirà, quegli metterà piano alla cetra e ti sentirai meglio". Il re accettò la proposta, e i sudditi si dettero da fare per recare sollievo alla malattia del sovrano. I funzionari inviarono alcuni messaggeri a Betlemme, e chiesero all'anziano Iesse di inviare il figlio suo minore, un giovinetto apparentemente insignificante ma abile con il canto e gli strumenti, a palazzo perché suonasse al cospetto del re. Iesse, pieno di gioia e di orgoglio per essere oggetto di un simile onore, non solo inviò il giovane al re, ma fece numerosi regali al monarca in segno di deferenza e di gratitudine. Fu cosi che Davide giunse, per la prima volta nella sua vita, alla corte del re Saul. Costui si affezionò talmente al ragazzo da nominarlo in breve tempo suo scudiero, finché chiese a suo padre Iesse che permettesse al giovinetto di rimanere a vivere alla corte regale.


Come poteva essere sconosciuto?

Evidentemente questi due racconti, che si trovano uno di seguito all'altro, non sono coerenti tra loro.
Se dapprima la Bibbia racconta che Davide giunse al palazzo del re come musico personale di Saul, come si spiega che più tardi, durante la narrazione dello scontro con Golia, il re non sembra che conosca Davide? Saul forse si è dimenticato del suo fido scudiero, nonché suo personale musico? Il re Saul non ricorda più Iesse, il padre di Davide, e i regali che quello gli ha inviato? Come può Saul reagire ora come se avesse visto Davide per la prima volta?
E il generale Abner, che dovrebbe ben conoscere Davide, suo coinquilino presso il palazzo regale, come può dire al re che non conosce affatto il ragazzo?
Ci troviamo evidentemente a leggere due racconti composti da autori diversi, che cercano di esporre, ognuno alla propria maniera, in quali circostanze Davide giunse alla corte reale di Saul. Poiché tali racconti sono contraddittori in modo più che palese e abbiamo difficoltà a rintracciare in essi un'attendibilità storica. Dunque, quale dei due ha maggiore probabilità di essere storico? Facendo ricorso a numerosi indizi, gli studiosi della Bibbia rispondono che il primo, cioè quello del suonatore di cetra, ha maggiori probabilità d'essere un racconto capace di recare tracce di attendibile storicità.


Il vero vincitore

Perché? in primo luogo, perché è il racconto più breve. Sappiamo infatti che nella Bibbia le tradizioni più antiche erano brevi, concise, sobrie, più adatte per essere trasmesse oralmente. In un'epoca posteriore apparvero racconti più lunghi e ornati da dettagli e precisazioni. Pertanto il racconto di Davide e Golia, così esteso e ricco di dettagli, dev'essere una narrazione più recente di quella di Davide nelle funzioni di musico di corte.
In secondo luogo, non possiamo prescindere dalle caratteristiche piuttosto fantasiose del racconto di Golia. È difficile credere a un gigante di 3,25 metri d'altezza, capace di portare un'armatura del peso di 84 kg, e di maneggiare con destrezza una lancia la cui punta pesa 14 kg.
In terzo luogo, perché il racconto del campo di battaglia reca talune inesattezze storiche. Al termine della narrazione, quando Davide uccide Golia, si legge che il ragazzo "prese la testa del filisteo e la portò a Gerusalemme" (l Sam 17,54). Come avrebbe potuto Davide entrare a Gerusalemme, se al tempo in cui vengono narrati i fatti la città apparteneva ancora ai Cananei, e perciò non era ancora stata conquistata dagli Israeliti? Il racconto riferisce anche che Davide "pose le armi di Golia nella sua tenda"; ma quale tenda avrebbe mai avuto Davide se egli - sempre come riferisce il racconto - era appena giunto presso l'accampamento?
Pare ovvio che all'autore di questo racconto siano sfuggiti alcuni errori, e taluni di una certa gravità, altri che evidenziano senza ombra di dubbio una forma di ingenuità che è sinonimo di inattendibilità storica.
Per concludere, la Bibbia stessa, in un altro contesto (2Sam 21,19), ci dice che: "in un'altra battaglia contro i Filistei (un certo personaggio di nome, n d.r) Elcanan, di Betlemme, uccise Golia che aveva un'enorme lancia"; ma vi è di più al riguardo di questo personaggio di nome Elcanan: in un altro testo biblico (l Cr 11, 26), si legge che era "figlio di Dodo, di Betlemme".


Per la storia ufficiale

Quali sono le conclusioni cui giungiamo? Possiamo ritenere a buon partito che le cose andarono più o meno cosi: il giovane Davide, figlio di Iesse, oriundo di Betlemme, giunse un giorno al palazzo reale per suonare la cetra e aiutare il re Saul nei suoi momenti di depressione. Ma Dio gli aveva riservato un ruolo molto più importante nella storia di Israele anziché quello di semplice arpista. Col tempo, il giovane divenne un abile guerriero e un esperto comandante al fronte dell'esercito, un sagace monarca delle tribù del Sud, e infine il re di tutto il paese e il governante più grande e famoso che abbia mai avuto Israele.
Alcuni anni dopo la morte di Davide (sec. X a.C.), qualcuno si assunse il gravoso impegno di scrivere la sua biografia. Per far questo, quell'autore raccolse le tradizioni e i racconti che circolavano sul monarca, e s'imbatté fortuitamente nell'umile (e scornoda) vicenda del suo arrivo al palazzo regale in qualità di suonatore di cetra di Saul. L'autore pensò allora che un prologo così modesto non fosse consono alla fama e al prestigio di chi era stato re in maniera talmente brillante, di colui che era stato il massimo rappresentante in terra di Dio; tutto ciò doveva infatti preservare il pregiudizio nazionale e popolare, nonché il buon senso della mentalità biblica, secondo il quale quando Dio sceglie un individuo per compiere grandi cose, deve garantire sin dall'inizio della vicenda umana i segni della grandezza di quel personaggio.
Fu così che l'autore sacro compose il racconto del combattimento tra Davide e Golia, ma esso non fu totalmente frutto della sua fantasia di scrittore. Egli s'ispirò a1 racconto di un duello avvenuto tra Elcanan, un eroe di Betlemme, ed un altro guerriero piuttosto famoso, di nome Golia, un filisteo passato indenne attraverso la tradizione a causa della sua enorme lancia. Con un po' d'immaginazione, il filisteo dall'enorme lancia divenne un gigante di enorme taglia, di enorme forza e dall'enorme armatura, ed Elcanan lasciò il posto a Davide, cosicché costui diventasse il coraggioso pastore che ebbe la folle ma felice idea di combattere contro il gigante, allorquando tutti i soldati israeliti erano invece preda della paura. Il nuovo racconto servì per annunciare ciò che più tardi sarebbe effettivamente stato Davide: il re che attraverso numerose campagne annientò il potere dei Filistei. Fu casi che questa storia divenne di dominio pubblico e la si raccontava ufficialmente a palazzo, perché fossero enfatizzate le origini del nuovo grande re di tutto Israele.


La morte del fratello

In realtà, la prima versione del racconto, quella in cui Davide giunge a corte come semplice musico del re, non scomparve del tutto. Fu conservata tra le molte altre tradizioni che si raccontavano a proposito di Davide. Fu questo il motivo per il quale, quando quattrocento anni più tardi, e cioè nel VII secolo a.C., un altro anonimo redattore ebreo volle raccogliere materiale per comporre non più una storia su Davide, ma una grande storia di
Israele - da Mosè fino agli ultimi re -, trovò le due versioni riguardo alle origini di Davide. Sebbene quell'anonimo scrittore si sia reso conto che i due racconti erano piuttosto differenti, e persino contraddittori, non volle omettere alcuna versione: perciò le incluse entrambe nel testo sacro. E’ questo il motivo per cui oggi noi troviamo nella Bibbia due versioni contraddittorie l'una verso l'altra, narrate in successione in modo da lasciare perplesso anche il più sprovveduto lettore.
Non soltanto costui conservò i due racconti (quello di Davide musico e quello di Davide con Golia), ma dette anche prova di conoscere (e perciò di utilizzare in un certo qual modo) anche la notizia che "in un'altra battaglia contro i filistei Elcanan, di Betlemme, uccise Golia che aveva un'enorme lancia", quantunque della morte del "gigante" avesse già attribuito i meriti a Davide. Come se tutto questo intreccio di avvenimenti non fosse sufficiente, due secoli più tardi, un altro autore ispirato scrisse i Libri delle Cronache, nei quali voile raccontare un'altra volta la storia d'Israele. Costui accertò la presenza delle due narrazioni riguardo a Golia: la prima, nella quale il filisteo era stato ucciso da Davide, la seconda nella quale il gigante era stato ucciso da Elcanan. Di fronte a tale contraddizione, non volendo togliere a Davide il merito dell'esito di una simile impari lotta, quest'ultimo autore risolse "salomonicamente" la faccenda in questo modo; leggiamo: "In un'altra guerra con i filistei, Elcanan uccise Lacmi, fratello di Golia, che aveva un'enorme lancia" (1 Cr 20,5). Con buona pace di tutti... ma ad onta dell'irrimediabilmente perduta autenticità storica. In ogni caso, Davide poteva finalmente trovare pace, giacché Elcanan non gli avrebbe più conteso la gloria dell'esito di quel combattimento.


La farsa di Dio

Il re Davide ebbe una gioventù umile e modesta, ma la Bibbia gli attribuisce una gioventù di successo e ricca di trionfi. Si tratta di un modo piuttosto allegorico per sottolineare che Davide era stato scelto da Dio da sempre per realizzare grandi cose, e che lo stesso Davide era consapevole della sua grandezza sin dall'inizio, non solo quando divenne re su tutto Israele.
Ogni persona è stata scelta da Dio per qualcosa, gode di qualche privilegio divino in questo mondo. Purtroppo, molte persone se ne rendono conto tardi, oppure ne prendono coscienza dopo essersi dibattute in mezzo ad angosciose incognite e a grandi incertezze. Altre, invece, hanno sufficiente sensibilità ed intuito per capire d'essere portavoci di un progetto importante di vita. A tale proposito, la Sacra. Scrittura c'insegna che per quanto umile possa sembrare la nostra vita, essa cela sempre nel suo più nascosto nucleo l'impronta della scelta divina: una condizione d'impareggiabile valore che ci ha chiamato a portare a termine un progetto, e che perciò ci rende unici ed importanti. É di somma importanza che le persone prendano coscienza di questa realtà, e che lo facciano con sufficiente tempestività senza perciò vanificare la loro esistenza.
Questa vicenda biblica ha un'importanza di tutto rispetto ai nostri occhi: essa ha una forte componente educativa dacché si propone d'insegnarci che la forza, la violenza, l'uso delle armi non garantiscono sempre il successo ai prepotenti e ai furbi; anche il piccolo e il debole, anche il fragile e l'indifeso, anche l'umile e il povero possono imporsi sulla tracotanza dei potenti, purché questa battaglia sia combattuta con la forza e con le armi che solo Dio mette a disposizione.
Chiunque desideri fare fronte ai problemi della vita con il successo che soltanto Dio può garantire deve fare proprie le parole di Davide: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti"
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Messaggio da Mario70 »

Leo ha scritto:
polymetis ha scritto:Penso che l'argomentazione sia priva di senso perché tutti i libri della Bibbia sono colmi di errori storici, dunque l'eventuale presenza di errori in questi non li fa differire dagli altri. Il concetto di ispirazione non coincide con quello di storicità.
Grazie Polymetis, anche io ho risposto in questo modo, proprio ricordando quanto tu e altri avevate esposto altrove, ma al momento non ho saputo fornire esempi di errori storici.

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http://freeforumzone.leonardo.it/d/1008 ... sione.aspx
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Messaggio da Occhiodifalco »

Trianello ha scritto:
Leo ha scritto:
Grazie Polymetis, anche io ho risposto in questo modo, proprio ricordando quanto tu e altri avevate esposto altrove, ma al momento non ho saputo fornire esempi di errori storici.

Hai dei riferimenti in particolare ?
Eccoti un esempio, tra tanti tratto da Da A. A. Valdés, Cosa sappiamo della Bibbia?, vol. 6, pp. 36-46

FU DAVIDE A VINCERE SUL GIGANTE GOLIA?

Quaranta giorni di terrore

Quando una persona insignificante e debole ne fronteggia un'altra forte e potente si parla di uno scontro tra "Davide e Golia" per antonomasia. Questi nomi propri alludono ad una vicenda biblica, in cui si racconta come un giovane pastore, aiutato dalla sua piccola fionda, riuscì a vincere il corazzato campione dell'esercito filisteo (1 Sam 17,1-18,5).
La Bibbia racconta che i Filistei, i più temibili nemici che ebbero gli Israeliti, un giorno si riunirono in Efes Dammim, in pieno territorio giudeo, per provocare e sfidare questi ultimi, al combattimento. Il re Saul, che governava Israele in quel tempo, riunì allora il suo esercito, lo radunò su una piccola collina di fronte ai Filistei, si accampò nella famosa valle del Terebinto, e si preparò allo scontro.
All'improvviso, tra le truppe filistee apparve un gigante chiamato Golia, che, secondo il racconto biblico, misurava 3,25 metri di statura. Aveva in testa un elmo di bronzo, era rivestito di una corazza a piastre che pesava 84 kg. Portava un enorme giavellotto di bronzo e una lancia la cui punta di ferro pesava 14 kg. Sempre secondo il racconto dell'autore sacro, davanti a lui marciava uno scudiero al suo servizio.
Golia si fermò in mezzo alla valle di fronte alle schiere israelite e gridò: "Perché siete usciti e vi schierate a battaglia? (...) Scegliete un uomo tra voi che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterà, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi".
Sentendo le parole del filisteo tutto l'esercito di Israele tremò di paura e nessuno osò accettare la sua sfida. E per quaranta giorni, al mattino e al pomeriggio, Golia si fermò in mezzo alla valle e rinnovò la sfida all'esercito avversario.


Una figlia come premio

A 20 km da quel luogo, nel paese di Betlemme, viveva un anziano chiamato Iesse: costui aveva otto figli. I tre più grandi erano arruolati nell'esercito del re Saul, mentre il più piccolo, Davide, era rimasto in casa di suo padre per occuparsi delle pecore.
Un giorno, Iesse inviò il piccolo Davide per recare alcune provviste ai suoi tre figli arruolati. Il giovane si mise in cammino e giunse all'accampamento israelita proprio nel momento in cui il gigante Golia, come tutti i giorni, lanciava la sua arrogante sfida ai soldati di Israele. Il giovinetto chiese chi fosse quel filisteo che insultava con fare talmente arrogante l'esercito del Dio di Israele; i soldati gli risposero: "E il campione delle truppe filistee, un esperto lottatore. Chiunque lo abbatterà il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame".


Come il leone e l'orso

Mentre accadevano quei fatti, il re Saul venne a sapere dell'arrivo di Davide presso l'accampamento, e delle sue domande riguardo a Golia, e fu così che lo mandò a chiamare. Davide allora disse al re: "Il tuo servo andrà a combattere con questo filisteo". Saul esclamò: "Tu non puoi andare contro questo filisteo: tu sei un ragazzo". Ma Davide replicò: "Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto filisteo farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente. Il Signore, che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo filisteo".
Ammirando tanto coraggio, Saul ordinò ai suoi uomini che vestissero Davide con la sua armatura e gli mettessero le sue armi. Ma quando il giovane cercò di camminare cosi vestito non riuscì a muoversi. Allora gliela tolsero e Davide prese con sé soltanto il suo bastone da pastore, raccolse da terra cinque pietre, e con la sua fionda in mano si diresse contro il filisteo, che nel frattempo restava ostinatamente fermo in mezzo alla valle ad insultare gli Ebrei.
Golia, vedendo sopraggiungere il ragazzo presso di lui, lo derise con disprezzo e gli disse: "Sono forse io un cane, perché tu venga a me con un bastone?". Ma Davide gli rispose: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere di Israele, che tu hai insultato. Ti abbatterò, e così tutta la terra saprà che vi é un Dio in Israele che non salva per mezzo della spada o della lancia".


La testa come ricordo

Il filisteo, indignato per quelle parole, si lanciò su Davide. Davide prese immediatamente la fionda e scagliò una pietra che si conficcò nella fronte di Golia. Vedendolo crollare al suolo, Davide gli si avvicinò, prese la sua spada e gli recise di netto la testa. Allora i Filistei, vedendo quel che accadeva, fuggirono spaventati, mentre gli Israeliti li inseguirono per sferrare il colpo definitivo della vittoria.
Davide, da parte sua, prese la testa del gigante morto e la portò come trofeo nella città di Gerusalemme, mentre sistemò le armi di Golia nella propria tenda.
Saul, vedendo quel che era successo, chiese ad Abner, capo dell'esercito: "Abner, di chi é figlio questo giovane?". Costui gli rispose: "Per la tua vita, o re, non lo so". Abner si mise allora in cerca di Davide e lo portò dinanzi al re; costui gli chiese: "Di chi sei figlio, giovane?". Davide rispose: "Di Iesse, il betlemmita". E da quel giorno il re Saul prese Davide al suo servizio, e non gli permise più di fare ritorno a casa sua, presso l'accampamento del padre lesse.


Musica contro la depressione

Questo racconto, senza dubbio interessante ma evidentemente enfatizzato, dello scontro tra Davide e Golia e adatto per offrire un resoconto, più o meno dettagliato, di come Davide, giovane e sconosciuto pastore dell'insignificante paese di Betlemme, riuscì a conoscere il re Saul, e di come rimase a vivere con il re presso la sua corte. Presso i palazzi del re, Davide crebbe e scalò presto tutta la gerarchia regale, arrivando a diventare nientemeno che il successore di Saul sul trono di Israele, riuscendo ad essere il più grande sovrano che quel Paese abbia mai conosciuto nella sua millenaria e travagliata storia.
In realtà, dobbiamo affrontare un problema di non poco conto: il fatto é che, prima di raccontare l'epico scontro tra il fanciullo e il gigante, la Bibbia ci offre un'altra spiegazione, ovviamente diversa, su come Davide conobbe il re Saul e giunse a palazzo.
Quest'altra versione (che si trova nel Primo Libro di Samuele 16,14-23), racconta che il re Saul soffriva di costanti depressioni, perché pare che fosse tormentato da uno spirito maligno. Un giorno, i suoi servitori gli dissero: "Permettici, signore, che cerchiamo un uomo abile a suonare la cetra. Quando lo spirito cattivo ti investirà, quegli metterà piano alla cetra e ti sentirai meglio". Il re accettò la proposta, e i sudditi si dettero da fare per recare sollievo alla malattia del sovrano. I funzionari inviarono alcuni messaggeri a Betlemme, e chiesero all'anziano Iesse di inviare il figlio suo minore, un giovinetto apparentemente insignificante ma abile con il canto e gli strumenti, a palazzo perché suonasse al cospetto del re. Iesse, pieno di gioia e di orgoglio per essere oggetto di un simile onore, non solo inviò il giovane al re, ma fece numerosi regali al monarca in segno di deferenza e di gratitudine. Fu cosi che Davide giunse, per la prima volta nella sua vita, alla corte del re Saul. Costui si affezionò talmente al ragazzo da nominarlo in breve tempo suo scudiero, finché chiese a suo padre Iesse che permettesse al giovinetto di rimanere a vivere alla corte regale.


Come poteva essere sconosciuto?

Evidentemente questi due racconti, che si trovano uno di seguito all'altro, non sono coerenti tra loro.
Se dapprima la Bibbia racconta che Davide giunse al palazzo del re come musico personale di Saul, come si spiega che più tardi, durante la narrazione dello scontro con Golia, il re non sembra che conosca Davide? Saul forse si è dimenticato del suo fido scudiero, nonché suo personale musico? Il re Saul non ricorda più Iesse, il padre di Davide, e i regali che quello gli ha inviato? Come può Saul reagire ora come se avesse visto Davide per la prima volta?
E il generale Abner, che dovrebbe ben conoscere Davide, suo coinquilino presso il palazzo regale, come può dire al re che non conosce affatto il ragazzo?
Ci troviamo evidentemente a leggere due racconti composti da autori diversi, che cercano di esporre, ognuno alla propria maniera, in quali circostanze Davide giunse alla corte reale di Saul. Poiché tali racconti sono contraddittori in modo più che palese e abbiamo difficoltà a rintracciare in essi un'attendibilità storica. Dunque, quale dei due ha maggiore probabilità di essere storico? Facendo ricorso a numerosi indizi, gli studiosi della Bibbia rispondono che il primo, cioè quello del suonatore di cetra, ha maggiori probabilità d'essere un racconto capace di recare tracce di attendibile storicità.


Il vero vincitore

Perché? in primo luogo, perché è il racconto più breve. Sappiamo infatti che nella Bibbia le tradizioni più antiche erano brevi, concise, sobrie, più adatte per essere trasmesse oralmente. In un'epoca posteriore apparvero racconti più lunghi e ornati da dettagli e precisazioni. Pertanto il racconto di Davide e Golia, così esteso e ricco di dettagli, dev'essere una narrazione più recente di quella di Davide nelle funzioni di musico di corte.
In secondo luogo, non possiamo prescindere dalle caratteristiche piuttosto fantasiose del racconto di Golia. È difficile credere a un gigante di 3,25 metri d'altezza, capace di portare un'armatura del peso di 84 kg, e di maneggiare con destrezza una lancia la cui punta pesa 14 kg.
In terzo luogo, perché il racconto del campo di battaglia reca talune inesattezze storiche. Al termine della narrazione, quando Davide uccide Golia, si legge che il ragazzo "prese la testa del filisteo e la portò a Gerusalemme" (l Sam 17,54). Come avrebbe potuto Davide entrare a Gerusalemme, se al tempo in cui vengono narrati i fatti la città apparteneva ancora ai Cananei, e perciò non era ancora stata conquistata dagli Israeliti? Il racconto riferisce anche che Davide "pose le armi di Golia nella sua tenda"; ma quale tenda avrebbe mai avuto Davide se egli - sempre come riferisce il racconto - era appena giunto presso l'accampamento?
Pare ovvio che all'autore di questo racconto siano sfuggiti alcuni errori, e taluni di una certa gravità, altri che evidenziano senza ombra di dubbio una forma di ingenuità che è sinonimo di inattendibilità storica.
Per concludere, la Bibbia stessa, in un altro contesto (2Sam 21,19), ci dice che: "in un'altra battaglia contro i Filistei (un certo personaggio di nome, n d.r) Elcanan, di Betlemme, uccise Golia che aveva un'enorme lancia"; ma vi è di più al riguardo di questo personaggio di nome Elcanan: in un altro testo biblico (l Cr 11, 26), si legge che era "figlio di Dodo, di Betlemme".


Per la storia ufficiale

Quali sono le conclusioni cui giungiamo? Possiamo ritenere a buon partito che le cose andarono più o meno cosi: il giovane Davide, figlio di Iesse, oriundo di Betlemme, giunse un giorno al palazzo reale per suonare la cetra e aiutare il re Saul nei suoi momenti di depressione. Ma Dio gli aveva riservato un ruolo molto più importante nella storia di Israele anziché quello di semplice arpista. Col tempo, il giovane divenne un abile guerriero e un esperto comandante al fronte dell'esercito, un sagace monarca delle tribù del Sud, e infine il re di tutto il paese e il governante più grande e famoso che abbia mai avuto Israele.
Alcuni anni dopo la morte di Davide (sec. X a.C.), qualcuno si assunse il gravoso impegno di scrivere la sua biografia. Per far questo, quell'autore raccolse le tradizioni e i racconti che circolavano sul monarca, e s'imbatté fortuitamente nell'umile (e scornoda) vicenda del suo arrivo al palazzo regale in qualità di suonatore di cetra di Saul. L'autore pensò allora che un prologo così modesto non fosse consono alla fama e al prestigio di chi era stato re in maniera talmente brillante, di colui che era stato il massimo rappresentante in terra di Dio; tutto ciò doveva infatti preservare il pregiudizio nazionale e popolare, nonché il buon senso della mentalità biblica, secondo il quale quando Dio sceglie un individuo per compiere grandi cose, deve garantire sin dall'inizio della vicenda umana i segni della grandezza di quel personaggio.
Fu così che l'autore sacro compose il racconto del combattimento tra Davide e Golia, ma esso non fu totalmente frutto della sua fantasia di scrittore. Egli s'ispirò a1 racconto di un duello avvenuto tra Elcanan, un eroe di Betlemme, ed un altro guerriero piuttosto famoso, di nome Golia, un filisteo passato indenne attraverso la tradizione a causa della sua enorme lancia. Con un po' d'immaginazione, il filisteo dall'enorme lancia divenne un gigante di enorme taglia, di enorme forza e dall'enorme armatura, ed Elcanan lasciò il posto a Davide, cosicché costui diventasse il coraggioso pastore che ebbe la folle ma felice idea di combattere contro il gigante, allorquando tutti i soldati israeliti erano invece preda della paura. Il nuovo racconto servì per annunciare ciò che più tardi sarebbe effettivamente stato Davide: il re che attraverso numerose campagne annientò il potere dei Filistei. Fu casi che questa storia divenne di dominio pubblico e la si raccontava ufficialmente a palazzo, perché fossero enfatizzate le origini del nuovo grande re di tutto Israele.


La morte del fratello

In realtà, la prima versione del racconto, quella in cui Davide giunge a corte come semplice musico del re, non scomparve del tutto. Fu conservata tra le molte altre tradizioni che si raccontavano a proposito di Davide. Fu questo il motivo per il quale, quando quattrocento anni più tardi, e cioè nel VII secolo a.C., un altro anonimo redattore ebreo volle raccogliere materiale per comporre non più una storia su Davide, ma una grande storia di
Israele - da Mosè fino agli ultimi re -, trovò le due versioni riguardo alle origini di Davide. Sebbene quell'anonimo scrittore si sia reso conto che i due racconti erano piuttosto differenti, e persino contraddittori, non volle omettere alcuna versione: perciò le incluse entrambe nel testo sacro. E’ questo il motivo per cui oggi noi troviamo nella Bibbia due versioni contraddittorie l'una verso l'altra, narrate in successione in modo da lasciare perplesso anche il più sprovveduto lettore.
Non soltanto costui conservò i due racconti (quello di Davide musico e quello di Davide con Golia), ma dette anche prova di conoscere (e perciò di utilizzare in un certo qual modo) anche la notizia che "in un'altra battaglia contro i filistei Elcanan, di Betlemme, uccise Golia che aveva un'enorme lancia", quantunque della morte del "gigante" avesse già attribuito i meriti a Davide. Come se tutto questo intreccio di avvenimenti non fosse sufficiente, due secoli più tardi, un altro autore ispirato scrisse i Libri delle Cronache, nei quali voile raccontare un'altra volta la storia d'Israele. Costui accertò la presenza delle due narrazioni riguardo a Golia: la prima, nella quale il filisteo era stato ucciso da Davide, la seconda nella quale il gigante era stato ucciso da Elcanan. Di fronte a tale contraddizione, non volendo togliere a Davide il merito dell'esito di una simile impari lotta, quest'ultimo autore risolse "salomonicamente" la faccenda in questo modo; leggiamo: "In un'altra guerra con i filistei, Elcanan uccise Lacmi, fratello di Golia, che aveva un'enorme lancia" (1 Cr 20,5). Con buona pace di tutti... ma ad onta dell'irrimediabilmente perduta autenticità storica. In ogni caso, Davide poteva finalmente trovare pace, giacché Elcanan non gli avrebbe più conteso la gloria dell'esito di quel combattimento.


La farsa di Dio

Il re Davide ebbe una gioventù umile e modesta, ma la Bibbia gli attribuisce una gioventù di successo e ricca di trionfi. Si tratta di un modo piuttosto allegorico per sottolineare che Davide era stato scelto da Dio da sempre per realizzare grandi cose, e che lo stesso Davide era consapevole della sua grandezza sin dall'inizio, non solo quando divenne re su tutto Israele.
Ogni persona è stata scelta da Dio per qualcosa, gode di qualche privilegio divino in questo mondo. Purtroppo, molte persone se ne rendono conto tardi, oppure ne prendono coscienza dopo essersi dibattute in mezzo ad angosciose incognite e a grandi incertezze. Altre, invece, hanno sufficiente sensibilità ed intuito per capire d'essere portavoci di un progetto importante di vita. A tale proposito, la Sacra. Scrittura c'insegna che per quanto umile possa sembrare la nostra vita, essa cela sempre nel suo più nascosto nucleo l'impronta della scelta divina: una condizione d'impareggiabile valore che ci ha chiamato a portare a termine un progetto, e che perciò ci rende unici ed importanti. É di somma importanza che le persone prendano coscienza di questa realtà, e che lo facciano con sufficiente tempestività senza perciò vanificare la loro esistenza.
Questa vicenda biblica ha un'importanza di tutto rispetto ai nostri occhi: essa ha una forte componente educativa dacché si propone d'insegnarci che la forza, la violenza, l'uso delle armi non garantiscono sempre il successo ai prepotenti e ai furbi; anche il piccolo e il debole, anche il fragile e l'indifeso, anche l'umile e il povero possono imporsi sulla tracotanza dei potenti, purché questa battaglia sia combattuta con la forza e con le armi che solo Dio mette a disposizione.
Chiunque desideri fare fronte ai problemi della vita con il successo che soltanto Dio può garantire deve fare proprie le parole di Davide: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti"
:risatina: :s.parole: :risatina:
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Grazie a Trianello e a Mario70.
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Trianello ha scritto: ....
....
....
Chiunque desideri fare fronte ai problemi della vita con il successo che soltanto Dio può garantire deve fare proprie le parole di Davide: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti"
come conclusione mi ricorda lo stile degli studi torre di guardia.....

a me di Davide e Golia lasciando da parte storicità etc è rimasto l'emozione del racconto cioè dal nulla è sbucato un ragazzo sveglio che ha messo k.o. un armadio lasciando tutti a bocca aperta, è una cosa che farebbe effetto a chiunque la vedesse dal vivo o la sentisse raccontare. secondo me la bibbia semplicemente questo vuole dire, raccontare la vita, l'essere umano, la società...
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Occhiodifalco
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Occhiodifalco ha scritto:
Trianello ha scritto:
Leo ha scritto:
Grazie Polymetis, anche io ho risposto in questo modo, proprio ricordando quanto tu e altri avevate esposto altrove, ma al momento non ho saputo fornire esempi di errori storici.

Hai dei riferimenti in particolare ?
Eccoti un esempio, tra tanti tratto da Da A. A. Valdés, Cosa sappiamo della Bibbia?, vol. 6, pp. 36-46

FU DAVIDE A VINCERE SUL GIGANTE GOLIA?

Quaranta giorni di terrore

Quando una persona insignificante e debole ne fronteggia un'altra forte e potente si parla di uno scontro tra "Davide e Golia" per antonomasia. Questi nomi propri alludono ad una vicenda biblica, in cui si racconta come un giovane pastore, aiutato dalla sua piccola fionda, riuscì a vincere il corazzato campione dell'esercito filisteo (1 Sam 17,1-18,5).
La Bibbia racconta che i Filistei, i più temibili nemici che ebbero gli Israeliti, un giorno si riunirono in Efes Dammim, in pieno territorio giudeo, per provocare e sfidare questi ultimi, al combattimento. Il re Saul, che governava Israele in quel tempo, riunì allora il suo esercito, lo radunò su una piccola collina di fronte ai Filistei, si accampò nella famosa valle del Terebinto, e si preparò allo scontro.
All'improvviso, tra le truppe filistee apparve un gigante chiamato Golia, che, secondo il racconto biblico, misurava 3,25 metri di statura. Aveva in testa un elmo di bronzo, era rivestito di una corazza a piastre che pesava 84 kg. Portava un enorme giavellotto di bronzo e una lancia la cui punta di ferro pesava 14 kg. Sempre secondo il racconto dell'autore sacro, davanti a lui marciava uno scudiero al suo servizio.
Golia si fermò in mezzo alla valle di fronte alle schiere israelite e gridò: "Perché siete usciti e vi schierate a battaglia? (...) Scegliete un uomo tra voi che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterà, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi".
Sentendo le parole del filisteo tutto l'esercito di Israele tremò di paura e nessuno osò accettare la sua sfida. E per quaranta giorni, al mattino e al pomeriggio, Golia si fermò in mezzo alla valle e rinnovò la sfida all'esercito avversario.


Una figlia come premio

A 20 km da quel luogo, nel paese di Betlemme, viveva un anziano chiamato Iesse: costui aveva otto figli. I tre più grandi erano arruolati nell'esercito del re Saul, mentre il più piccolo, Davide, era rimasto in casa di suo padre per occuparsi delle pecore.
Un giorno, Iesse inviò il piccolo Davide per recare alcune provviste ai suoi tre figli arruolati. Il giovane si mise in cammino e giunse all'accampamento israelita proprio nel momento in cui il gigante Golia, come tutti i giorni, lanciava la sua arrogante sfida ai soldati di Israele. Il giovinetto chiese chi fosse quel filisteo che insultava con fare talmente arrogante l'esercito del Dio di Israele; i soldati gli risposero: "E il campione delle truppe filistee, un esperto lottatore. Chiunque lo abbatterà il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame".


Come il leone e l'orso

Mentre accadevano quei fatti, il re Saul venne a sapere dell'arrivo di Davide presso l'accampamento, e delle sue domande riguardo a Golia, e fu così che lo mandò a chiamare. Davide allora disse al re: "Il tuo servo andrà a combattere con questo filisteo". Saul esclamò: "Tu non puoi andare contro questo filisteo: tu sei un ragazzo". Ma Davide replicò: "Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto filisteo farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente. Il Signore, che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo filisteo".
Ammirando tanto coraggio, Saul ordinò ai suoi uomini che vestissero Davide con la sua armatura e gli mettessero le sue armi. Ma quando il giovane cercò di camminare cosi vestito non riuscì a muoversi. Allora gliela tolsero e Davide prese con sé soltanto il suo bastone da pastore, raccolse da terra cinque pietre, e con la sua fionda in mano si diresse contro il filisteo, che nel frattempo restava ostinatamente fermo in mezzo alla valle ad insultare gli Ebrei.
Golia, vedendo sopraggiungere il ragazzo presso di lui, lo derise con disprezzo e gli disse: "Sono forse io un cane, perché tu venga a me con un bastone?". Ma Davide gli rispose: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere di Israele, che tu hai insultato. Ti abbatterò, e così tutta la terra saprà che vi é un Dio in Israele che non salva per mezzo della spada o della lancia".


La testa come ricordo

Il filisteo, indignato per quelle parole, si lanciò su Davide. Davide prese immediatamente la fionda e scagliò una pietra che si conficcò nella fronte di Golia. Vedendolo crollare al suolo, Davide gli si avvicinò, prese la sua spada e gli recise di netto la testa. Allora i Filistei, vedendo quel che accadeva, fuggirono spaventati, mentre gli Israeliti li inseguirono per sferrare il colpo definitivo della vittoria.
Davide, da parte sua, prese la testa del gigante morto e la portò come trofeo nella città di Gerusalemme, mentre sistemò le armi di Golia nella propria tenda.
Saul, vedendo quel che era successo, chiese ad Abner, capo dell'esercito: "Abner, di chi é figlio questo giovane?". Costui gli rispose: "Per la tua vita, o re, non lo so". Abner si mise allora in cerca di Davide e lo portò dinanzi al re; costui gli chiese: "Di chi sei figlio, giovane?". Davide rispose: "Di Iesse, il betlemmita". E da quel giorno il re Saul prese Davide al suo servizio, e non gli permise più di fare ritorno a casa sua, presso l'accampamento del padre lesse.


Musica contro la depressione

Questo racconto, senza dubbio interessante ma evidentemente enfatizzato, dello scontro tra Davide e Golia e adatto per offrire un resoconto, più o meno dettagliato, di come Davide, giovane e sconosciuto pastore dell'insignificante paese di Betlemme, riuscì a conoscere il re Saul, e di come rimase a vivere con il re presso la sua corte. Presso i palazzi del re, Davide crebbe e scalò presto tutta la gerarchia regale, arrivando a diventare nientemeno che il successore di Saul sul trono di Israele, riuscendo ad essere il più grande sovrano che quel Paese abbia mai conosciuto nella sua millenaria e travagliata storia.
In realtà, dobbiamo affrontare un problema di non poco conto: il fatto é che, prima di raccontare l'epico scontro tra il fanciullo e il gigante, la Bibbia ci offre un'altra spiegazione, ovviamente diversa, su come Davide conobbe il re Saul e giunse a palazzo.
Quest'altra versione (che si trova nel Primo Libro di Samuele 16,14-23), racconta che il re Saul soffriva di costanti depressioni, perché pare che fosse tormentato da uno spirito maligno. Un giorno, i suoi servitori gli dissero: "Permettici, signore, che cerchiamo un uomo abile a suonare la cetra. Quando lo spirito cattivo ti investirà, quegli metterà piano alla cetra e ti sentirai meglio". Il re accettò la proposta, e i sudditi si dettero da fare per recare sollievo alla malattia del sovrano. I funzionari inviarono alcuni messaggeri a Betlemme, e chiesero all'anziano Iesse di inviare il figlio suo minore, un giovinetto apparentemente insignificante ma abile con il canto e gli strumenti, a palazzo perché suonasse al cospetto del re. Iesse, pieno di gioia e di orgoglio per essere oggetto di un simile onore, non solo inviò il giovane al re, ma fece numerosi regali al monarca in segno di deferenza e di gratitudine. Fu cosi che Davide giunse, per la prima volta nella sua vita, alla corte del re Saul. Costui si affezionò talmente al ragazzo da nominarlo in breve tempo suo scudiero, finché chiese a suo padre Iesse che permettesse al giovinetto di rimanere a vivere alla corte regale.


Come poteva essere sconosciuto?

Evidentemente questi due racconti, che si trovano uno di seguito all'altro, non sono coerenti tra loro.
Se dapprima la Bibbia racconta che Davide giunse al palazzo del re come musico personale di Saul, come si spiega che più tardi, durante la narrazione dello scontro con Golia, il re non sembra che conosca Davide? Saul forse si è dimenticato del suo fido scudiero, nonché suo personale musico? Il re Saul non ricorda più Iesse, il padre di Davide, e i regali che quello gli ha inviato? Come può Saul reagire ora come se avesse visto Davide per la prima volta?
E il generale Abner, che dovrebbe ben conoscere Davide, suo coinquilino presso il palazzo regale, come può dire al re che non conosce affatto il ragazzo?
Ci troviamo evidentemente a leggere due racconti composti da autori diversi, che cercano di esporre, ognuno alla propria maniera, in quali circostanze Davide giunse alla corte reale di Saul. Poiché tali racconti sono contraddittori in modo più che palese e abbiamo difficoltà a rintracciare in essi un'attendibilità storica. Dunque, quale dei due ha maggiore probabilità di essere storico? Facendo ricorso a numerosi indizi, gli studiosi della Bibbia rispondono che il primo, cioè quello del suonatore di cetra, ha maggiori probabilità d'essere un racconto capace di recare tracce di attendibile storicità.


Il vero vincitore

Perché? in primo luogo, perché è il racconto più breve. Sappiamo infatti che nella Bibbia le tradizioni più antiche erano brevi, concise, sobrie, più adatte per essere trasmesse oralmente. In un'epoca posteriore apparvero racconti più lunghi e ornati da dettagli e precisazioni. Pertanto il racconto di Davide e Golia, così esteso e ricco di dettagli, dev'essere una narrazione più recente di quella di Davide nelle funzioni di musico di corte.
In secondo luogo, non possiamo prescindere dalle caratteristiche piuttosto fantasiose del racconto di Golia. È difficile credere a un gigante di 3,25 metri d'altezza, capace di portare un'armatura del peso di 84 kg, e di maneggiare con destrezza una lancia la cui punta pesa 14 kg.
In terzo luogo, perché il racconto del campo di battaglia reca talune inesattezze storiche. Al termine della narrazione, quando Davide uccide Golia, si legge che il ragazzo "prese la testa del filisteo e la portò a Gerusalemme" (l Sam 17,54). Come avrebbe potuto Davide entrare a Gerusalemme, se al tempo in cui vengono narrati i fatti la città apparteneva ancora ai Cananei, e perciò non era ancora stata conquistata dagli Israeliti? Il racconto riferisce anche che Davide "pose le armi di Golia nella sua tenda"; ma quale tenda avrebbe mai avuto Davide se egli - sempre come riferisce il racconto - era appena giunto presso l'accampamento?
Pare ovvio che all'autore di questo racconto siano sfuggiti alcuni errori, e taluni di una certa gravità, altri che evidenziano senza ombra di dubbio una forma di ingenuità che è sinonimo di inattendibilità storica.
Per concludere, la Bibbia stessa, in un altro contesto (2Sam 21,19), ci dice che: "in un'altra battaglia contro i Filistei (un certo personaggio di nome, n d.r) Elcanan, di Betlemme, uccise Golia che aveva un'enorme lancia"; ma vi è di più al riguardo di questo personaggio di nome Elcanan: in un altro testo biblico (l Cr 11, 26), si legge che era "figlio di Dodo, di Betlemme".


Per la storia ufficiale

Quali sono le conclusioni cui giungiamo? Possiamo ritenere a buon partito che le cose andarono più o meno cosi: il giovane Davide, figlio di Iesse, oriundo di Betlemme, giunse un giorno al palazzo reale per suonare la cetra e aiutare il re Saul nei suoi momenti di depressione. Ma Dio gli aveva riservato un ruolo molto più importante nella storia di Israele anziché quello di semplice arpista. Col tempo, il giovane divenne un abile guerriero e un esperto comandante al fronte dell'esercito, un sagace monarca delle tribù del Sud, e infine il re di tutto il paese e il governante più grande e famoso che abbia mai avuto Israele.
Alcuni anni dopo la morte di Davide (sec. X a.C.), qualcuno si assunse il gravoso impegno di scrivere la sua biografia. Per far questo, quell'autore raccolse le tradizioni e i racconti che circolavano sul monarca, e s'imbatté fortuitamente nell'umile (e scornoda) vicenda del suo arrivo al palazzo regale in qualità di suonatore di cetra di Saul. L'autore pensò allora che un prologo così modesto non fosse consono alla fama e al prestigio di chi era stato re in maniera talmente brillante, di colui che era stato il massimo rappresentante in terra di Dio; tutto ciò doveva infatti preservare il pregiudizio nazionale e popolare, nonché il buon senso della mentalità biblica, secondo il quale quando Dio sceglie un individuo per compiere grandi cose, deve garantire sin dall'inizio della vicenda umana i segni della grandezza di quel personaggio.
Fu così che l'autore sacro compose il racconto del combattimento tra Davide e Golia, ma esso non fu totalmente frutto della sua fantasia di scrittore. Egli s'ispirò a1 racconto di un duello avvenuto tra Elcanan, un eroe di Betlemme, ed un altro guerriero piuttosto famoso, di nome Golia, un filisteo passato indenne attraverso la tradizione a causa della sua enorme lancia. Con un po' d'immaginazione, il filisteo dall'enorme lancia divenne un gigante di enorme taglia, di enorme forza e dall'enorme armatura, ed Elcanan lasciò il posto a Davide, cosicché costui diventasse il coraggioso pastore che ebbe la folle ma felice idea di combattere contro il gigante, allorquando tutti i soldati israeliti erano invece preda della paura. Il nuovo racconto servì per annunciare ciò che più tardi sarebbe effettivamente stato Davide: il re che attraverso numerose campagne annientò il potere dei Filistei. Fu casi che questa storia divenne di dominio pubblico e la si raccontava ufficialmente a palazzo, perché fossero enfatizzate le origini del nuovo grande re di tutto Israele.


La morte del fratello

In realtà, la prima versione del racconto, quella in cui Davide giunge a corte come semplice musico del re, non scomparve del tutto. Fu conservata tra le molte altre tradizioni che si raccontavano a proposito di Davide. Fu questo il motivo per il quale, quando quattrocento anni più tardi, e cioè nel VII secolo a.C., un altro anonimo redattore ebreo volle raccogliere materiale per comporre non più una storia su Davide, ma una grande storia di
Israele - da Mosè fino agli ultimi re -, trovò le due versioni riguardo alle origini di Davide. Sebbene quell'anonimo scrittore si sia reso conto che i due racconti erano piuttosto differenti, e persino contraddittori, non volle omettere alcuna versione: perciò le incluse entrambe nel testo sacro. E’ questo il motivo per cui oggi noi troviamo nella Bibbia due versioni contraddittorie l'una verso l'altra, narrate in successione in modo da lasciare perplesso anche il più sprovveduto lettore.
Non soltanto costui conservò i due racconti (quello di Davide musico e quello di Davide con Golia), ma dette anche prova di conoscere (e perciò di utilizzare in un certo qual modo) anche la notizia che "in un'altra battaglia contro i filistei Elcanan, di Betlemme, uccise Golia che aveva un'enorme lancia", quantunque della morte del "gigante" avesse già attribuito i meriti a Davide. Come se tutto questo intreccio di avvenimenti non fosse sufficiente, due secoli più tardi, un altro autore ispirato scrisse i Libri delle Cronache, nei quali voile raccontare un'altra volta la storia d'Israele. Costui accertò la presenza delle due narrazioni riguardo a Golia: la prima, nella quale il filisteo era stato ucciso da Davide, la seconda nella quale il gigante era stato ucciso da Elcanan. Di fronte a tale contraddizione, non volendo togliere a Davide il merito dell'esito di una simile impari lotta, quest'ultimo autore risolse "salomonicamente" la faccenda in questo modo; leggiamo: "In un'altra guerra con i filistei, Elcanan uccise Lacmi, fratello di Golia, che aveva un'enorme lancia" (1 Cr 20,5). Con buona pace di tutti... ma ad onta dell'irrimediabilmente perduta autenticità storica. In ogni caso, Davide poteva finalmente trovare pace, giacché Elcanan non gli avrebbe più conteso la gloria dell'esito di quel combattimento.


La farsa di Dio

Il re Davide ebbe una gioventù umile e modesta, ma la Bibbia gli attribuisce una gioventù di successo e ricca di trionfi. Si tratta di un modo piuttosto allegorico per sottolineare che Davide era stato scelto da Dio da sempre per realizzare grandi cose, e che lo stesso Davide era consapevole della sua grandezza sin dall'inizio, non solo quando divenne re su tutto Israele.
Ogni persona è stata scelta da Dio per qualcosa, gode di qualche privilegio divino in questo mondo. Purtroppo, molte persone se ne rendono conto tardi, oppure ne prendono coscienza dopo essersi dibattute in mezzo ad angosciose incognite e a grandi incertezze. Altre, invece, hanno sufficiente sensibilità ed intuito per capire d'essere portavoci di un progetto importante di vita. A tale proposito, la Sacra. Scrittura c'insegna che per quanto umile possa sembrare la nostra vita, essa cela sempre nel suo più nascosto nucleo l'impronta della scelta divina: una condizione d'impareggiabile valore che ci ha chiamato a portare a termine un progetto, e che perciò ci rende unici ed importanti. É di somma importanza che le persone prendano coscienza di questa realtà, e che lo facciano con sufficiente tempestività senza perciò vanificare la loro esistenza.
Questa vicenda biblica ha un'importanza di tutto rispetto ai nostri occhi: essa ha una forte componente educativa dacché si propone d'insegnarci che la forza, la violenza, l'uso delle armi non garantiscono sempre il successo ai prepotenti e ai furbi; anche il piccolo e il debole, anche il fragile e l'indifeso, anche l'umile e il povero possono imporsi sulla tracotanza dei potenti, purché questa battaglia sia combattuta con la forza e con le armi che solo Dio mette a disposizione.
Chiunque desideri fare fronte ai problemi della vita con il successo che soltanto Dio può garantire deve fare proprie le parole di Davide: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti"
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Di idiozie ne ho sentite molte ma questa supera tutte :risatina:
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Messaggio da Achille »

Anche l'identità di "Dario il Medo" è piuttosto problematica.
Non si trova traccia di questo re nella storia.
C'è chi parla di un errore commesso da uno scriba: https://books.google.it/books?id=uhumk9 ... re&f=false" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da Achille »

Occhiodifalco ha scritto:Di idiozie ne ho sentite molte ma questa supera tutte :risatina:
Che senso ha un commento come questo? Potresti, per favore, argomentare? Bollare come idiozie le tesi altrui, senza dire nulla per dimostrare che si tratta appunto di idiozie, non è né logico né rispettoso del punto di vista di altri.
Per esempio, tu come spieghi il fatto che Saul dice di non sapere chi fosse Davide, e di non conoscere suo padre, quando nel racconto, poco prima, si legge che Davide viveva alla corte del re da diverso tempo? (1 Sam. 18).
Ah, so qual è la "spiegazione" della WTS e non la trovo affatto convincente.
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Messaggio da Trianello »

Occhiodifalco ha scritto: Di idiozie ne ho sentite molte ma questa supera tutte :risatina:
Quello che ho citato è un testo divulgativo, ma riprende quella che è l'opinione più diffusa tra gli studiosi. Ci sono un'infinità di altri esempi che si potrebbero citare, ma questo è particolarmente evidente senza bisogno di ricorrere a minuziose analisi di tipo narratologico e stilometrico.
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domingo7
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questione di punti di vista ...

Messaggio da domingo7 »

Giuditta e Nabucodonosor
Le incongruenze storiche e geografiche contenute nel libro di Giuditta sono tanto numerose e paradossali da fare pensare che non siano affatto casuali: Nabucodonosor (famoso re babilonese vissuto tra il 604 ed il 562) viene detto re degli assiri e ha la sua capitale in Ninive (città ormai distrutta dal padre Napobolassar nel 612), il popolo dei giudei sembra essere appena tornato dall'esilio (evento iniziato solo dopo l'editto di Ciro del 539) e aver ricostruito il tempio (evento realizzatosi nel 515), mentre il re dei medi Arpacsad, nemico di Nabucodonosor, è totalmente sconosciuto alle cronache storiche ufficiali. In piena persecuzione ellenistica, è possibile che il racconto utilizzi re e città del passato per descrivere un evento recente e drammatico. L'autore del libro di Giuditta potrebbe aver volutamente evitato di nominare i Seleucidi ancora potenti e minacciosi, facendo vagamente riferimento a Ninive e a Nabucodonosor, una città e un re tradizionalmente ostili al popolo di Dio. Del resto lo stesso espediente fu prudentemente seguito anche dagli autori del Nuovo Testamento che, per evitare di nominare Roma e gli imperatori romani, fecero ampio riferimento a Cesare (Matteo 22,21 e Atti 25,11) e a Babilonia (1 Pietro 5,13 e Apocalisse 17), benché Cesare fosse morto da decenni e Babilonia fosse stata distrutta da quasi due secoli. Ninive potrebbe pertanto celare il nome di Seleucia (capiatale del regno dei seleucidi), Nabucodonosor potrebbe essere Antioco III il grande o Antioco IV epifane, mentre la guerra con i medi potrebbe nascondere gli interventi militari contro la nascente potenza dei parti. Le incongruenze storiche e geografiche contenute nel libro di Giuditta sono tanto numerose e paradossali da fare pensare che non siano affatto casuali: Nabucodonosor (famoso re babilonese vissuto tra il 604 ed il 562) viene detto re degli assiri e ha la sua capitale in Ninive (città ormai distrutta dal padre Napobolassar nel 612), il popolo dei giudei sembra essere appena tornato dall'esilio (evento iniziato solo dopo l'editto di Ciro del 539) e aver ricostruito il tempio (evento realizzatosi nel 515), mentre il re dei medi Arpacsad, nemico di Nabucodonosor, è totalmente sconosciuto alle cronache storiche ufficiali. In piena persecuzione ellenistica, è possibile che il racconto utilizzi re e città del passato per descrivere un evento recente e drammatico. L'autore del libro di Giuditta potrebbe aver volutamente evitato di nominare i Seleucidi ancora potenti e minacciosi, facendo vagamente riferimento a Ninive e a Nabucodonosor, una città e un re tradizionalmente ostili al popolo di Dio. Del resto lo stesso espediente fu prudentemente seguito anche dagli autori del Nuovo Testamento che, per evitare di nominare Roma e gli imperatori romani, fecero ampio riferimento a Cesare (Matteo 22,21 e Atti 25,11) e a Babilonia (1 Pietro 5,13 e Apocalisse 17), benché Cesare fosse morto da decenni e Babilonia fosse stata distrutta da quasi due secoli. Ninive potrebbe pertanto celare il nome di Seleucia (capiatale del regno dei seleucidi), Nabucodonosor potrebbe essere Antioco III il grande o Antioco IV epifane, mentre la guerra con i medi potrebbe nascondere gli interventi militari contro la nascente potenza dei parti.

I libri dei Maccabei e la morte di Antioco IV
Altra contraddizione a cui fanno spesso riferimento coloro che negano l'ispirazione dei libri deuterocanonici è la descrizione della morte di Antioco Epifane che è riportata in tre modi completamente diversi. In un passo è infatti scritto: "Al sentire tali notizie, il re restò abbattuto e, preso da profonda agitazione, si gettò sul letto, e s’ammalò per la gran tristezza, perché le cose non erano andate secondo i suoi desideri. Egli rimase così per molti giorni, e siccome la sua tristezza andava crescendo, si sentì vicino a morire" (1 Maccabei 6:8,9). In un altro passo si dice che lo stesso re morì lapidato in Persia nel tempio della dea Nanea: troviamo infatti scritto che i sacerdoti di Nanea "massacrarono il condottiero e i suoi compagni a sassate, tagliarono loro le membra e la testa" (2 Maccabei 1:16). In un altro passo infine troviamo scritto che Antioco Epifane "morì roso dai vermi ad Ecbatana perché Dio lo colpì con una piaga" (2 Maccabei 9:1-28). Evidentemente le informazioni in possesso ed in circolazione erano molte ed è probabile che alla stesura dei libri dei Maccabei abbiano contribuito più autori. Non ci sembra però così grave che essi non abbiano controllato meticolosamente gli avvenimenti legati alla morte di Antioco IV. Del resto anche nel Nuovo Testamento non furono talora citate fonti non ispirate (Libro di Enoch ed Assunzione di Mosé) in perfetta buona fede (Lettera di Giuda)? A ben guardare (e a rigor di logica) la malattia e l'omicidio di Antioco IV Epifanie non sono poi totalmente incompatibili, né un castigo esclude per forza l'altro. Nel Nuovo Testamento non viene forse detto che Giuda morì per impiccagione (Matteo 27,5) ma anche che egli si precipitò in avanti, si squarciò in mezzo e le sue viscere si sparsero tutto intorno (Atti 1,18)? Agli scettici, ai critici ed agli agnostici le due descrizioni possono sembrare antistoriche e contraddittorie. Si può però legittimamente pensare che la corda non abbia retto il peso dell'impiccato e che il corpo di Giuda sia veramente precipitato, squarciandosi in modo orribile.

Dario il Medo e la caduta di Babilonia
In Daniele 5,31 si ha un'altra apparente incongruenza storica quando si dice che Babilonia fu conquistata, invece che da Ciro, da un certo Dario il Medo. Poiché nessun re dei Medi fu mai chiamato Dario, è stata avanzata l'ipotesi che questo Dario altro non che un satrapo medo, costituito governatore di Babilonia (cioè re sopra il regno dei caldei) dall'imperatore persiano Ciro (Daniele 9,31). Alcuni pensano che si tratti di Gubaru (di solito identificato col Gobria o Ugharu della Ciropedia di Senofonte), che diventò governatore di Babilonia dopo che Ciro il Grande, che guidava i Medi e i Persiani, conquistò la città. Secondo altri, Dario il Medo potrebbe essere il titolo assunto da Ciassarre II, figlio di Astiage e nipote di Ciassarre I, fondatore della potenza dei medi. Secondo Flavio Giuseppe "Dario, che col suo congiunto Ciro mise fine all'impero babilonese, aveva l'età di sessantuno anni quando prese Babilonia. Era figlio di Astiage, ma dai Greci era chiamato con un altro nome" [Antichità Giudaiche, X, 248], nome che secondo alcuni era Ciassarre [Teodoreto di Ciro, Commento a Daniele, VI, 31]. Dario il Medo viene poi detto (Daniele 9,1) “figlio di Assuero” non perché fosse persiano ma perché in lingua persiana "Assuero" voleva probabilmente dire “Re dei Re” e tale titolo veniva attribuito ad ogni sovrano. L’ipotesi che Ciassarre II sia Dario il Medo è stata sostenuta dal Kiel e dal Gesenius, mentre secondo Albright, Babelon e Whitcomb, Dario il Medo sarebbe stato Gubaru governatore di Babilonia. Raska e Shea hanno, infine, identificato Dario il Medo con Ciro, osservando come la Bibbia profetizzi più volte la caduta di Babilonia per opera dei medi (Isaia 13,17 e Geremia 51,11-28), popolo strettamente legato ai persiani. Secondo il famoso archeologo Albright, Darius potrebbe essere stato un titolo regale largamente diffuso presso i persiani. (W.F. Albright, The date and personality of the cronicler, Journal of biblical literature, 1921, vol 40, pp. 104-124).

Nei libri dei Maccabei si prega per i morti ed i morti pregano per i vivi
Qui c’è davvero da domandarsi se non siano gli acattolici a volersi disfare di queste imbarazzanti testimonianze per avvalorare, con un primo protestantesimo, l’inutilità delle preghiere dei e per i defunti e per spezzare così la fede nella comunione dei santi (cioè in una chiesa militante, una chiesa purgante ed una chiesa trionfante) e nell’unità della chiesa dei vivi e dei morti…...e con un secondo (o terzo protestantesimo) pure la fede nell’immortalità dell’anima e dell’inferno perpetuo ...
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Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto, rendimento di grazie [Efesini 5,3-4]
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Messaggio da Ray »

Troppi ma ,troppi se e troppi potrebbe...

Allora potrei credere pure a Biglino che dice che nella bibbia ci sono le Enterprise e Vulcaniani
anche se non sarebbe un male se esistessero queste vulcaniane... :ironico:

http://thestartrekworld.altervista.org/ ... eprima.jpg" onclick="window.open(this.href);return false;

http://pensierinutili.blog.tiscali.it/f ... 821236.jpg" onclick="window.open(this.href);return false;

è per i fan di Biglino guardatevi pure l'ultimo video ... :ciao:


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Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Achille »

Trianello ha scritto:Quello che ho citato è un testo divulgativo, ma riprende quella che è l'opinione più diffusa tra gli studiosi.
Un altro esempio di studioso che afferma le stesse cose: https://books.google.it/books?id=VERPZN ... XX&f=false" onclick="window.open(this.href);return false;
"Tantum religio potuit suadere malorum".
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Messaggio da Romagnolo »

Interessante quel libro!! :occhiol:
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Messaggio da Mauro1971 »

OT

"Maccabei Giuditta Ester Tobia"
Ogni volta che leggo il titolo della discussione mi viene in mente "Servelloni Mazzanti Vien Dal Mare" :ciuccio: :ciuccio: :ciuccio:
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"Sradica le tue domande dal loro terreno, e ne vedrai penzolare le radici. Altre domande!" (F. Herbert)
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