Caro valentino, su quanto hai scritto esistono due problemi di comprensione.
Mi rispondi:
Nel senso che io non comprendo te o che tu non comprendi me?
Si in effetti, il problema è di comprensione poiché probabilmente partendo da due punti di vista diversi trovo una certa difficoltà a comprenderti poiché oltre alle tue negazioni non riesco a capire ancora quali siano esattamente i tuoi pensieri e dove desideri arrivare con i tuoi ragionamenti.
l primo è di fede e dove come cattolico non prendo ovviamente come oro colato tutto quanto mi viene scritto ma specie sul Vangelo lo ragiono e convintamente ritengo che per me quanto è presente in quei passi del Vangelo, come su altri è di una chiarezza estrema e non lascia adito a dubbi.
Mi rispondi:
Caro Vieri devo dire che coltivi una "pia illusione"! Tu leggi la traduzione italiana di un testo greco scritto nel primo secolo dell'era volgare le cui fonti sono tradizioni orali in una lingua verosimilmente semitica. Capisci con quale "gap" storico culturale ti stai misurando? Dire che un passo del vangelo è di "una chiarezza estrema" e che "non lascia adito a dubbi" è semplicemente un approccio ingenuo che non tiene conto dei fatti che ti ho appena citato. In pratica tu credi di comprendere correttamente qualcosa che è estraneo alla tua cultura.
Perdonami Valentino ma a parte la "pia illusione" che "stranamente" è condivisa da circa 2000 anni con un papa ed una chiesa diffusa in tutto il mondo con oltre un miliardo di cattolici, oltre alle migliaia che per questa "pia illusione" sia siano fatti ammazzare nei vari secoli sino ad oggi......mi sembra
una osservazione "particolarmente azzardata".
Il fatto che tu riporti
"le cui fonti sono tradizioni orali in una lingua verosimilmente semitica."
Ti confermo che da quanto puoi leggere dagli studi approfonditi è possibile che il Vangelo in greco derivi da lingue semitiche ma Jean Carmignac ( leggi sotto) ha fatto la traduzione inversa dal greco all'aramaico trovando una netta corrispondenza senza difficili e diverse interpretazioni.
Relativamente alle "tradizioni orali"è risaputo poi che in antichità queste erano sempre riprese fedelmente parola per parola come La Torah Orale che comprende le interpretazioni e ampliamenti che, secondo la tradizione rabbinica, sono stati trasmessi di generazione in generazione e sono ora codificati ed inclusi nel Talmud e nel Midrash.
Riprendo dal sito;
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/Linguaggio.htm" onclick="window.open(this.href);return false; queste considerazioni:
Jean Carmignac è stato uno dei massimi conoscitori mondiali della lingua ebraica ed aramaica antica, avendo maturato una grande esperienza sui testi di Qumran. Nel 1963 pensò di eseguire una traduzione del Vangelo di Marco dal greco all’ebraico e rimase profondamente colpito dalla relativa facilità di questa operazione. All’inizio del suo libro “La naissance des évangiles synoptiques” (119 pp.) uscito per la prima volta in Francia nel 1984 e pubblicato anche in Italia con il titolo “La nascita dei Vangeli sinottici” dalle Edizioni San Paolo nel 1986, Carmignac descrive così il suo tentativo:
“Immaginavo che questa traduzione sarebbe stata molto difficile a causa delle considerevoli differenze fra il modo di pensare semitico e quello greco, ma rimasi invece assolutamente meravigliato nello scoprire che questa traduzione si rivelò, al contrario, estremamente facile. Attorno alla metà di Aprile del 1963, dopo un solo giorno di lavoro, mi convinsi che il testo greco del Vangelo di Marco non poteva essere stato scritto direttamente in questa lingua ma era in realtà una traduzione in lingua greca di un testo scritto originariamente in ebraico. L’enorme difficoltà che avevo supposto di incontrare era già stata in realtà risolta dal traduttore dall’ebraico al greco, che aveva traslato parola per parola ed aveva persino conservato in greco l’ordine delle parole preferito dalla grammatica ebraica.”
Carmignac, sorpreso dalla sua scoperta, trovò che anche altri studiosi – in modo indipendente rispetto al suo lavoro e in epoche diverse – avevano compiuto nel passato una operazione del genere ed erano giunti alle stesse conclusioni: il testo greco derivava da un testo ebraico, tradotto molto fedelmente. Si posero subito alcuni problemi. Come giustificare questa forte dipendenza del testo greco dall’ebraico? Le possibili spiegazioni possono essere le seguenti:
1) Il testo greco è stato scritto in greco imitando ad arte lo stile della Bibbia greca dei LXX, ovvero si è cercato di dare un’impronta semitica al testo forse per renderlo più credibile ed autentico. Questa tesi venne subito scartata da Carmignac perché la natura delle connessioni con l’ebraico era troppo profonda, radicata e in alcuni casi “nascosta” per essere considerata una semplice imitazione del greco della Septuaginta. Nei Vangeli esistono semitismi, giochi di parole, allitterazioni che in greco non sono affatto evidenti, ma diventano chiari traducendo il testo in ebraico e quindi non avrebbe avuto senso introdurli perché un greco non li avrebbe mai capiti. Non si tratta quindi di un semplice tentativo di imitazione dello stile della Bibbia dei LXX.
2) Chi ha scritto il testo in greco era effettivamente un ebreo che non conosceva bene il greco e quindi il testo risultante era affetto da molti semitismi e costruito più sulla grammatica e il modo di scrivere e pensare ebraico che non quello greco un po’ come succede a un italiano che oggi non conosce bene l’inglese: leggendo un suo scritto si capiscono subito le sue lacune e il tipico costrutto della lingua italiana. Carmignac scartò anche questa seconda ipotesi perché il testo greco in realtà non sembra affatto provenire da uno scrittore avente scarse conoscenze di greco e inoltre nel Nuovo Testamento esistono anche frasi in ottimo greco. L’anomalia sta nel fatto che a volte queste frasi in un greco eccellente si affiancano a frasi che in greco non hanno alcun significato. Inoltre esistono giochi di parole e allitterazioni che hanno senso solo nella traslazione ebraica ma perdono significato nel testo greco.
3) Infine resta la spiegazione per la quale propende Carmignac: il testo greco è una traduzione letterale di un altro testo scritto in ebraico. Il traduttore è sì un buon conoscitore della lingua greca e ne dà anche prova nel testo, ma traduce parola per parola nella maniera più letterale possibile un testo originariamente scritto in ebraico, lingua che ha costrutti molto diversi dal greco. Ne risulta così una versione ibrida, che si discosta in molti tratti dal classico greco koinè in voga nel I secolo dopo Cristo.
Carmignac, dopo aver tradotto dal greco all’ebraico il Vangelo di Marco ed essere giunto alle conclusioni di cui sopra, studiò a fondo anche gli altri due sinottici - in particolare i passi paralleli – giungendo alle stesse conclusioni anche per quei testi: tutti i sinottici e non solo Marco hanno, secondo il parere di Carmignac, una forte affinità con l’ebraico antico e sembrano proprio essere traduzioni alquanto fedeli dal greco all’ebraico, almeno in molti passi, oppure derivare da documenti scritti in ebraico. ([24])
Posso anche comprendere che una persona si svegli la mattina, rilegga il Vangelo, si legga un po' di libri di contestatori atei o gnostici ed alla fine arrivi alla conclusione che
PER LUI quelle scritture non rappresentino la verità.
Però questa tua opinione personale, che rispetto, rimane sempre una opinione personale condivisa da una ristretta cerchia di "studiosi" a fronte di una realtà storica e numerica decisamente imponente.
Mi scrivi poi:
Gesù non ha mai insegnato la dottrina della trinità (sarebbe un anacronismo storico!),
Cosa vuol dire secondo te "insegnata"? Ma che senso ha, quando nel Vangelo è citato più volte lo Spirito Sanato tramite la sua presenza viva?
Non si parlerà esplicitamente nel Vangelo di "trinità ma si legge e si capisce chiaramente che esiste un "Dio padre", un Figlio ed uno Spirito Santo come dai Vangeli .....
La citazione nel Vangelo dello Spirito Santo è evidentissima in numerosi passi
Luca 1,31-38
31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Giovanni 14,16-17
16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà
un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, 17
lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.
Matteo 12,15-21
15 Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, 16 ordinando loro di non divulgarlo, 17 perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:
18 Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.
Porrò il mio spirito sopra di luie annunzierà la giustizia alle genti.19 Non contenderà, né griderà,né si udrà sulle piazze la sua voce.
20 La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante,finché abbia fatto trionfare la giustizia; 21 nel suo nome spereranno le genti.
Marco 3,27-30
27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. 28 In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; 29
ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». 30 Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito immondo».
Mi parli poi di "fonti storiche" ma la storia è fatta di avvenimenti e di persone e per persone intendo non solo quello che hanno fatto ma anche quello che hanno detto.....e come dicevo prima esisteva al tempo la "tradizione orale" che era allora sottoposta a regole rigidissime nel tramandare integralmente i testi, in pratica una specie di registratore...
Del resto conoscendo gli uomini se non avessero sempre scelto queste regole per la "teoria dei 10 piccoli indiani che dal primo che aveva detto che il capo si era fatto male ad un dito, l'ultimo della fila aveva capito che era morto..."
Con questo non voglio dire che non siano fonti storiche attendibili, ma non sono "libri di storia" intendendo per "storia" il risultato dell'indagine che soggiace all'applicazione di un metodo, il "metodo storico" appunto, la cui elaborazione e fissazione risale all'età moderna.
Su questo concordo sul fatto che i Vangeli non siano come dicono i mussulmani "una semplice biografia di Gesù" e pur basandosi su avvenimenti realmente accaduti non possono ovviamente essere considerati libri di storia ma il condensato di principi di vita.
Non è affatto detto che sia così, o comunque non lo si può dare metodologicamente per scontato. Lo storico moderno valuterà il livello di attendibilità degli storici antichi attraverso un "controllo incrociato" delle altre fonti coeve nonchè dal contributo multidisciplinare di altre scienze come l'archeologia, la papirologia e via discorrendo.
Qui tutto è discutibile sul fatto che esistono storici del tempo che hanno vissuto o ascoltato direttamente dalle fonti fatti, avvenimenti o persone ed altri che hanno "sentito dire in quel tempo"....E'' chiaro allora che in questo caso uno storico moderno possa avere a disposizione dei metodi di indagine più ampi ed accurati da validare o meno certi "sentito dire"
Gli storici "antichi" non sempre si sono mostrati "attendibili" perchè quando scrivevano potevano farlo anche per motivi apologetici o celebrativi. Talvolta delle sconfitte in battaglia di certi re venivano descritte addirittura come vittorie!!! Di qui la necessità di vagliare le fonti.
Anche su questo tema ti posso dare ragione ma alla fine questi che interpretavano ad arte certi avvenimenti non erano dei veri storici ma dei "servi del padrone di turno". Mi risulta infatti che una delle tante falsificazioni storiche che io mi ricordi è la battaglia di Quadesh "vinta" e osannata dal faraone.
Il testo egizio in cui si parla della vittoria del faraone Ramses II (1279 – 1213 a.C.), invece, conosciuto con il nome di Poema di Qadeš, più che un effettivo resoconto della battaglia, appare come un'opera altamente propagandistica delle gesta del loro sovrano; il poema ebbe un'enorme risonanza in tutto il Regno, tanto da essere scolpito in molti importanti templi dell'epoca. ma agli effetti pratici se la cavò per un pelo e non si sa con certezza chi vinse realmente, anche perché sono stati trovati documenti ittiti che attestavano la loro vittoria,
L'attendibilità di un testo deriva proprio dal numero diversi di fonti che citano gli stessi testi, detti o avvenimenti. Nel caso dei Vangeli esiste rispetto ad altri testi una quantità elevatissime di fonti diverse ma sempre concordanti.
Mi scrivi poi:
gli storici sono concordi nel ritenere che Gesù non abbia mai insegnato che fosse Dio, nè lui nè l'immediata cerchia dei suoi discepoli.
Su questo tema, per concludere non concordo con la tua affermazione poichè se ritieni i Vangeli veritieri vai allora al Vangelo:
Gv 20,19-31
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Sempre con il piacere di dilogare con te...
Un buon Natale...