Isaia 7, 14-17

Sezione dove porre domande sulla Bibbia e sulla sua interpretazione

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Isaia 7, 14-17

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polymetis
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Ho aperto il video. Ho letto nel titolo Mauro Biglino. Ho chiuso il video.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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E hai fatto male.
virtesto
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Niente di nuovo.

Messaggio da virtesto »

Nel libro -intitolato: " Così non sia" della teologa tedesca protestante Uta Ranke-Heinemann veniva trattato questo argomento io l'ho letto lì. Eravamo nel 1994. Pag.54/55.Ma non è stata nemmeno questa teologa a parlarne per prima. Comunque , pur con enfasi, Biglino dice le stesse cose.

Polymetis, quando ha visto il titolo del tuo Post, cioè Isaia 7, 14-17. si è incuriosito in quanto conosce a menadito cosa dicono quei versetti. Quindi lo ha aperto.Poi, quando ha visto Biglino giustamente ha chiuso in quanto sapeva già dove andava a parare . Inutile , per lui,sentire ancora per l'ennesima volta che Isaia non si riferiva alla Vergine Maria ma ad una ragazza del 700 a.C.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Inutile , per lui,sentire ancora per l'ennesima volta che Isaia non si riferiva alla Vergine Maria ma ad una ragazza del 700 a.C.
Ah,dice questo? Beh, ma allora è una banalità che sta scritta in qualsiasi nota a piè pagina, persino della Bibbia di Gerusalemme.
Comunque bisogna distinguere tra l'intenzione dell'autore umano e l'intenzione dell'autore divino. E' cioè abbastanza scontato che Isaia, scrivendo questo testo, avesse in mente la nascita di un figlio di Acaz, ad es. Ezechia, ma nulla vieta che l'autore divino, cioè Dio, allorché ispirò il profeta, avesse invece in mente sia Ezechia che Gesù. Nulla infatti obbliga a credere che quando un autore parla sotto ispirazione colga appieno l'intera portata di quello che sta scrivendo. Parte del senso di ciò che Isaia stava scrivendo poteva cioè essere parzialmente ignoto ad Isaia stesso.
quanto sapeva già dove andava a parare
Io veramente pensavo sarebbe andato a parare sugli alieni.

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Se si mettesse...

Messaggio da virtesto »

...la parola 'Geova' invece di 'Dio' il tuo post diventa come scritto dal Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova.
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polymetis ha scritto:
Inutile , per lui,sentire ancora per l'ennesima volta che Isaia non si riferiva alla Vergine Maria ma ad una ragazza del 700 a.C.
Ah,dice questo? Beh, ma allora è una banalità che sta scritta in qualsiasi nota a piè pagina, persino della Bibbia di Gerusalemme.
Comunque bisogna distinguere tra l'intenzione dell'autore umano e l'intenzione dell'autore divino. E' cioè abbastanza scontato che Isaia, scrivendo questo testo, avesse in mente la nascita di un figlio di Acaz, ad es. Ezechia, ma nulla vieta che l'autore divino, cioè Dio, allorché ispirò il profeta, avesse invece in mente sia Ezechia che Gesù. Nulla infatti obbliga a credere che quando un autore parla sotto ispirazione colga appieno l'intera portata di quello che sta scrivendo. Parte del senso di ciò che Isaia stava scrivendo poteva cioè essere parzialmente ignoto ad Isaia stesso.


Ad maiora
Ciao Poly :sorriso:
Non sono d'accordo, poichè l'autore umano "Isaia", scrive sotto ispirazione ,quindi deducibile che non esprime nulla di suo essendo servo dell'Autore Divino, viceversa la scrittura non fosse tutta ispirata .

Poi il testo biblico "verso 14" recita che la vergine concepira e partorirà l'Emmanuele "Dio con noi", e certo è riferito al Cristo ,il Figlio di Dio, poichè tranne LUI, non vi sono altri che sono stati ,concepiti e partoriti da una vergine ,come lo era Maria .
Buona serata
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Achille
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Messaggio da Achille »

Il passo si riferisce innanzitutto al tempo di Isaia. La "fanciulla" era la moglie del profeta. Nel cap. 8 si parla dell'"Emmanuele" che nacque in quel tempo.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
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Testimone di Cristo
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Achille ha scritto:Il passo si riferisce innanzitutto al tempo di Isaia. La "fanciulla" era la moglie del profeta. Nel cap. 8 si parla dell'"Emmanuele" che nacque in quel tempo.
Ciao Achille
Il capitolo 7,verso 14, non si coniuga col capitolo 8, verso 3, poiche in questo, il figlio nasce dall'unione di Isaia e la profetessa "cap.8, verso 3",
diversamente dal figlio "l'Emmanuele" concepito e partorito dalla vergine" al capitolo 7 verso14", senza unione con uomo ,quindi è profezia della futura nascita del Messia, dove "Il capitolo 7,verso 14"si può ben collegare al capitolo 9,
5 Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il segno della sovranità
ed è chiamato:
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace;
6 grande sarà il suo dominio
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul regno,

fine citazione
E questo, questo passo, non lo si può applicare ne ad Ezechia, e nemmeno al figlio di Isaia.
:ciao:
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Testimone di Cristo ha scritto:
Achille ha scritto:Il passo si riferisce innanzitutto al tempo di Isaia. La "fanciulla" era la moglie del profeta. Nel cap. 8 si parla dell'"Emmanuele" che nacque in quel tempo.
Ciao Achille
Il capitolo 7,verso 14, non si coniuga col capitolo 8, verso 3, poiche in questo, il figlio nasce dall'unione di Isaia e la profetessa "cap.8, verso 3",
diversamente dal figlio "l'Emmanuele" concepito e partorito dalla vergine" al capitolo 7 verso14", senza unione con uomo ,quindi è profezia della futura nascita del Messia, dove "Il capitolo 7,verso 14"si può ben collegare al capitolo 9,
5 Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il segno della sovranità
ed è chiamato:
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace;
6 grande sarà il suo dominio
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul regno,

fine citazione
E questo, questo passo, non lo si può applicare ne ad Ezechia, e nemmeno al figlio di Isaia.
:ciao:
Leggiamo il testo completo dell’oracolo (Is 7,13-16), secondo una traduzione più letterale possibile dall’ebraico: “(13) Ascoltate, Casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? (14) Pertanto il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane (è) concepente e generante un figlio e chiamerà (?) il suo nome «`Immanu-El». (15) Panna e miele mangerà fino ad imparare a rigettare il male e scegliere il bene. (16) Perché, prima che il ragazzo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sarà abbandonata la terra di cui temi i due re. (17) Il Signore manderà su di te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando Efraim si staccò da Giuda”.
...Se non si isola il v.14, ma si considera tutto l’insieme, appare chiaro che il segno consiste nella nascita di un bambino (per la mentalità biblica evento positivo per eccellenza) e nella rapida e felice risoluzione della presente difficoltà dinastica: per la Casa di Davide è promesso un benessere come non c’era più stato dai tempi di Salomone e per “i due avanzi di tizzoni fumanti” (Is 7,4) il fallimento e la rovina. Tali eventi, proclama il profeta come prova della sua fede, si realizzeranno prima che questo bambino abbia raggiunto l’età di ragione.

L’oracolo, nel suo insieme, è rivolto al re Acaz, ma nel testo compaiono altri personaggi non ben identificati: una donna e un bambino. Del bambino, termine di confronto per le parole di speranza rivolte dal profeta al pauroso re, si dice che mangerà panna e miele finché non giunga all’età di ragione, mentre la donna è presentata in quanto madre di questo bambino; un unico elemento verbale è incerto, perché la tradizione testuale non è sicura.

Si tratta del verbo “chiamare” nel v.14b. Il testo consonantico ebraico (qr’t) è stato vocalizzato dai masoreti come una forma verbale Qal qatal alla 2a persona femminile singolare (qara’t), mentre è senza dubbio preferibile, mantenendo inalterate le consonanti, vocalizzare come 2a persona maschile (qara’ta), giacché il “tu” destinatario non è la donna, ma il re; oppure leggere un participio femminile (qore’t) perfettamente corrispondente alle due precedenti forme verbali: nel primo caso avremmo l’invito al re di porre il nome “Emmanuele” al bambino che sta per nascere, mentre nel secondo si descriverebbe un’ulteriore azione della donna che “concepisce, partorisce e dà il nome” al bambino...


2.2.3 La questione della «vergine» madre

Il punto centrale dell’oracolo è, in ogni caso, la figura della donna che il profeta indica come la madre di questo significativo fanciullo: eppure tale figura femminile non è assolutamente descritta né presentata; viene solo evocata con il termine `almah. Il punto di partenza dev’essere dunque la ricerca del significato preciso di questo termine che, abitualmente, nel presente contesto viene tradotto vergine. Lo stesso termine ricorre altrove nella Bibbia ebraica solo otto volte: passiamo quindi in rassegna queste ricorrenze per aver chiarimenti sul valore di tale importante vocabolo.

Nel Salmo 46(45),1 compare nel titolo con la formula `al `alamot, indicando verosimilmente un modo musicale o una melodia di riferimento a noi ignoti.

La stessa formula ritorna in 1Cr 15,20 e sembra indicare un modo musicale adoperato per suonare l’arpa da alcuni leviti: è tradotto in sordina, ma il senso preciso dell’espressione ci sfugge.

In Es 2,8 è chiamata `almah la giovane sorella di Mosè, quando si dice: “la fanciulla andò a chiamare la madre…”.

Nel Sal 68(67),26 il termine ricorre nella descrizione di una solenne processione liturgica: “Precedono i cantori, seguono ultimi i citaredi, in mezzo le fanciulle che battono i cembali”.

Nel Cantico dei Cantici la parola in questione ritorna due volte. All’inizio, nella presentazione-elogio dello sposo si dice di lui: “Profumo olezzante è il tuo nome, per questo le giovinette ti amano” (Ct 1,3). Nel corpo del poema, poi, volendo lo sposo sottolineare l’unicità della sua colomba, enumera per contrasto le donne dell’harem salomonico: “Sessanta sono le regine, ottanta le altre spose, le fanciulle senza numero” (Ct 6,8).

2.2.3 La questione della «vergine» madre

Il punto centrale dell’oracolo è, in ogni caso, la figura della donna che il profeta indica come la madre di questo significativo fanciullo: eppure tale figura femminile non è assolutamente descritta né presentata; viene solo evocata con il termine `almah. Il punto di partenza dev’essere dunque la ricerca del significato preciso di questo termine che, abitualmente, nel presente contesto viene tradotto vergine. Lo stesso termine ricorre altrove nella Bibbia ebraica solo otto volte: passiamo quindi in rassegna queste ricorrenze per aver chiarimenti sul valore di tale importante vocabolo.

Nel Salmo 46(45),1 compare nel titolo con la formula `al `alamot, indicando verosimilmente un modo musicale o una melodia di riferimento a noi ignoti.

La stessa formula ritorna in 1Cr 15,20 e sembra indicare un modo musicale adoperato per suonare l’arpa da alcuni leviti: è tradotto in sordina, ma il senso preciso dell’espressione ci sfugge.

In Es 2,8 è chiamata `almah la giovane sorella di Mosè, quando si dice: “la fanciulla andò a chiamare la madre…”.

Nel Sal 68(67),26 il termine ricorre nella descrizione di una solenne processione liturgica: “Precedono i cantori, seguono ultimi i citaredi, in mezzo le fanciulle che battono i cembali”.

Nel Cantico dei Cantici la parola in questione ritorna due volte. All’inizio, nella presentazione-elogio dello sposo si dice di lui: “Profumo olezzante è il tuo nome, per questo le giovinette ti amano” (Ct 1,3). Nel corpo del poema, poi, volendo lo sposo sottolineare l’unicità della sua colomba, enumera per contrasto le donne dell’harem salomonico: “Sessanta sono le regine, ottanta le altre spose, le fanciulle senza numero” (Ct 6,8)...

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Achille ha scritto:Il passo si riferisce innanzitutto al tempo di Isaia. La "fanciulla" era la moglie del profeta. Nel cap. 8 si parla dell'"Emmanuele" che nacque in quel tempo.
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È un commentario evangelico.
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Isaia 7:10-17, un problema interpretativo

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polymetis ha scritto:
Inutile , per lui,sentire ancora per l'ennesima volta che Isaia non si riferiva alla Vergine Maria ma ad una ragazza del 700 a.C.
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E ti dicevo che hai fatto male, quello che a me interessava ė se Biglino ha detto la verità, se la Deutsche Einheitsübersetzung von 2017 davvero riporta il passo cambiato ciò non più vergine ma giovane donna.

Purtroppo l' edizione d3l 2017 non è ancora disponibile online solo come app per iPhone o ipad , ma io non ce l'ho.
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Messaggio da Testimone di Cristo »

Achille ha scritto:
Achille ha scritto:Il passo si riferisce innanzitutto al tempo di Isaia. La "fanciulla" era la moglie del profeta. Nel cap. 8 si parla dell'"Emmanuele" che nacque in quel tempo.
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È un commentario evangelico.
Ciao Achille
Non sono comunque d'accordo col commentario...
La vergine ,concepisce e partorisce il Messia come ho scritto, e il passo ci riporta a Matteo 1, 22; partorisce il Figlio che ci è dato "Isaia 9,5 che viene come :

Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace

",L'Emmanuele "Dio con noi "profetizzato per la Sua venuta al tempo del Battista, dove il Figlio ,viene come Emmanuele, per salvare il Suo popolo "Matteo 1, 22", e certo non può essere il figlio di Isaia.
Matteo 1,22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio
che sarà chiamato Emmanuele,
che significa Dio con noi.


Quindi non si può applicare ad Isaia ed il figlio nato dalla profetessa..,per ovvi motivi, già esposti.

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Messaggio da Romagnolo »

Peccato che come dice Biglino (traduttore di ebraico) il verbo non è al futuro ma un aggettivo che indica la donna come già in cinta e partoriente al tempo di isaia.
Il testo ebraico non pone quell' evento al futuro.
Se non ricordo male dovrebbe essere la LXX greca a trarre in inganno e i primi Cristiani erano fortemente dipendenti dalla LXX greca per cui Matteo traendo spunto da quella versione tradotta ne è rimasto ingannato additando ciò che non era profezia come se lo fosse.
Io la storia l' ho saputa così.
Poi quanto sia valida ...non essendo ne un ebraista ne un grecista, non posso dirlo.
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Messaggio da Achille »

Al di là di quello che dice Biglino, basta leggere per capire che quelle parole si realizzarono (anche) al tempo di Isaia. La fede cristiana ha poi applicato queste parole alla nascita di Gesù. Ma ciò non toglie che in origine si riferivano ad un'altra nascita.
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Achille ha scritto:Al di là di quello che dice Biglino, basta leggere per capire che quelle parole si realizzarono (anche) al tempo di Isaia. La fede cristiana ha poi applicato queste parole alla nascita di Gesù. Ma ciò non toglie che in origine si riferivano ad un'altra nascita.
Con molta fantasia però perché il Verbo concepire pure al passata c'è.
Una giovane donna ha concepito un figlio.
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