Pseudoepigrafi e II lettera di Pietro

Sezione dove porre domande sulla Bibbia e sulla sua interpretazione

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domingo7
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Pseudoepigrafi e II lettera di Pietro

Messaggio da domingo7 »

Il protestantesimo mise in dubbio la presenza di Pietro a Roma, mentre la critica razionalista e liberale considerò non autentica la II lettera di Pietro. Oggi anche molti studiosi cattolici sono convinti del fatto che si tratti di un’epistola “pseudoepigrafa”, cioè scritta da qualche autore anonimo del II-III secolo dopo Cristo.

Molti argomenti sono stati portati a favore di tale tesi, enfatizzando soprattutto le differenze di stile con la prima lettera di Pietro ed i dubbi avanzati da alcuni Padri della Chiesa.

L’autore della lettera si definisce Simon Pietro (2 Pietro 1,1), sostiene d’essere stato testimone oculare della trasfigurazione (2 Pietro 1,16-1,18), si rivolge ai lettori come se stesse per prender congedo dal mondo (2 Pietro 1,12-1,15) e dichiara d’aver già scritto un’epistola (2 Pietro 3,1).

Sebbene oggi molti studiosi trovino normale ed accettabile il fenomeno della pseudoepigrafia, la chiesa dei primi secoli ha sempre rigettato con forza libri ed epistole di autori sconosciuti, considerando contrario alla verità ogni artificio letterario tendende ad attribuire un testo ad un personaggio famoso, spesso solo nel tentativo di conferire all’opera fama, approvazione ed attendibilità. Nella storia del giudaismo (prima) e del cristianesimo (dopo), molti sconosciuti tentarono d’introdurre insegnamenti fantasiosi, eretici o devianti, scrivendo opere in nome dei santi, dei profeti e degli apostoli. È questo il caso di opere famose messe fuori dal canone dei libri sacri, come il libro di Enoch, il IV libro di Esdra, l’Assunzione di Mosé, il Testamento dei 12 Patriarchi, la lettera di Aristea, il Protovangelo di Giacomo, il Vangelo di Tommaso, la lettera di Barnaba, il vangelo di Pietro, gli Atti di Pietro e l'Apocalisse di Pietro.

Tale pratica fu chiaramente denunciata e condannata da Paolo già nei primi decenni dell’Era Volgare nella seconda lettera ai Tessalonicesi (2 Tessalonicesi 2,2 e 3,17), soprattutto quando l’Apostolo invitò i lettori a non prestar fede ad alcuni documenti fatti passare come sua opera per confondere le comunità primitive sull’imminenza della fine del mondo.

Per quanto riguarda l’autenticità della seconda lettera di Pietro dubbi furono effettivamente sollevati da Origene e da Eusebio ma la paternità di Pietro fu chiaramente difesa da Gerolamo, Agostino, Atanasio, Gregorio Nazianzeno, Epifanio e Rufino. Dagli antichi Concilii di Ippona (393) e Cartagine (397-419), la II lettera di Pietro entrò poi definitivamente nel canone ufficiale del Nuovo Testamento.

Riferimenti molto antichi alla II lettera di Pietro si trovano in Ireneo (vissuto tra il 130 ed il 200 d.C.), in Giustino Martire (vissuto tra il 100 d.C.-ed il 165 d.C.) ed in Clemente Romano (autore di un’epistola ai Corinzi verso il 96 d. C.).

Ireneo (Contro le Eresie, V, 23,2) cita in lingua greca il Salmo 90,4 secondo 2 Pietro 3,8 e non secondo la Bibbia dei Settanta.

Giustino Martire (Dialogo con Trifone, 82,1) riporta poi quasi letteralmente un versetto sui falsi profeti ebraici e cristiani contenuto solo in 2 Pietro 2,1.

La I lettera ai Corinzi di Clemente Romano contiene quindi riferimenti precisi alla II lettera di Pietro. Basti pensare all’espressione “magnifica gloria” (της μεγαλοπρεπους δοξης) contenuta in 1Clemente 9,2 e in 2 Pietro 1,17, alla definizione del vangelo come “via della verità” (Οδω της αληθειας) presente sia in 1Clemente 35,5 che in 2 Pietro 2,2. Non mancano poi riferimenti precisi ad alcune espressioni beffarde dei falsi maestri sull’eternità dell’universo, sull’immutabilità del creato e sulla mancanza di fede nelle promesse divine, come risulta chiaramente confrontando 1Clemente 23,3 e 2 Pietro 3,4.

La II lettera di Pietro è quindi presente nel papiro P72 Bodmer (III secolo), nelle Versioni Bohairica e Sahidica (III secolo) e nei Codici Sinaitico (IV secolo), Vaticano (IV secolo) ed Alessandrino (V secolo).

Le differenze di stile della II lettera di Pietro rispetto alla I lettera di Pietro risultano poi facilmente spiegabili ipotizzando la collaborazione alla stesura di scribi o collaboratori diversi, ai differenti argomenti trattati ed ai probabili progressi nella conoscenza del greco da parte dell’autore (popolano, scarsamente istruito e di lingua madre aramaica).
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

Perdonami, ma molti degli argomenti che adduci non sono affatto stringenti al fine di dimostrare l'autenticità dell'epistola in oggetto, la quale, per essere di Pietro dovrebbe essere stata scritta al massimo entro la seconda metà degli anni Sessanta del I secolo. Al limite, questi argomenti ci aiutano a sostenere la plausibilità di una datazione di questo testo non posteriore ai primi decenni del II secolo. Infatti, oggi come oggi, gli studiosi propendono per una datazione del medesimo che oscilla tra il 100 ed il 125 d. C. (se non ricordo male).
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

sono d'accordo con trianello, se dovessimo considerare la critica letteraria allora gran parte del nuovo testamento è pseudoepigrafo.
Dobbiamo esaminare la scrittura da due angolazioni diverse, quella con gli occhi della fede, dove allora tutta la scrittura è ispirata da Dio e quella con gli occhi della razionalità, dove ben poche cose sono esattamente quello che gli scrittori dicevano e la gran parte era semplicemente quello che gli scrittori volevano che i lettori capissero.
Sconvolge questo modus operandi?
A me non più di tanto, le cose importanti sono veramente poche, il resto... è relativo.

ciao caro
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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domingo7
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Carissimi

Messaggio da domingo7 »

Perdonami, ma molti degli argomenti che adduci non sono affatto stringenti al fine di dimostrare l'autenticità dell'epistola in oggetto, la quale, per essere di Pietro dovrebbe essere stata scritta al massimo entro la seconda metà degli anni Sessanta del I secolo. Al limite, questi argomenti ci aiutano a sostenere la plausibilità di una datazione di questo testo non posteriore ai primi decenni del II secolo. Infatti, oggi come oggi, gli studiosi propendono per una datazione del medesimo che oscilla tra il 100 ed il 125 d. C. (se non ricordo male).
Quanto dici è vero

Però lo stesso discorso potrebbe
per assurdo essere applicato a
tutti i 4 vangeli ed alle varie epistole....
Dobbiamo esaminare la scrittura da due angolazioni diverse, quella con gli occhi della fede, dove allora tutta la scrittura è ispirata da Dio e quella con gli occhi della razionalità, dove ben poche cose sono esattamente quello che gli scrittori dicevano e la gran parte era semplicemente quello che gli scrittori volevano che i lettori capissero.
Però fede e ragione non dovrebbero contraddirsi
così come apostolicità ed autenticità, verità e testimonianza

Chi dice di essere stato testimone di un evento o autore di una lettera
se non è sincero mi pare poco affidabile sia per la fede che per la ragione



enrico
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Chi dice di essere stato testimone di un evento o autore di una lettera
se non è sincero mi pare poco affidabile sia per la fede che per la ragione
Nel mondo antico ci sono altre categorie di pensiero, e non esisteva il copyright. Era normale, e senza che qualcuno per questo si sentisse disonesto, che la scuola radunatasi attorno ad un pensatore scrivesse opere in suo nome. In perfetta buonafede si voleva raccontare qualcosa del maestro, e il carattere finzionale era largamente collaudato. Anche Platone stesso infila Socrate in diecimila situazione in cui quest'ultimo non è mai stato, ed è perché ci si vuole riferire ad una figura veneranda che si stima.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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domingo7
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Carissimo Polymeteis

Messaggio da domingo7 »

tu dici:
Nel mondo antico ci sono altre categorie di pensiero, e non esisteva il copyright. Era normale, e senza che qualcuno per questo si sentisse disonesto, che la scuola radunatasi attorno ad un pensatore scrivesse opere in suo nome. In perfetta buonafede si voleva raccontare qualcosa del maestro, e il carattere finzionale era largamente collaudato. Anche Platone stesso infila Socrate in diecimila situazione in cui quest'ultimo non è mai stato, ed è perché ci si vuole riferire ad una figura veneranda che si stima.
Alcuni valori erano sicuramente condivisi nel mondo greco e su questo hai pienamente ragione.....

Nel caso però della II lettera di Pietro ci troviamo di fronte ad una realtà giudaico-cristiana con convinzioni e principi totalmente diversi.......

L'importante non era aderire a dei valori, ad una scuola di pensiero o ad un'organizzazione ma alla verità che era Cristo....

Ciò porta a dire Pietro e Paolo:

Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio. [2 Pietro 1,21]

Questo saluto è di mia mano, di Paolo; ciò serve come segno di autenticazione per ogni lettera; io scrivo così [2 Tessalonicesi 3,17]

Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente [2 Tessalonicesi 2,1-2,2]


Purtroppo in molte comunità religiose l'importante sono i valori e l'organizzazione, mentre la verità diventa non solo relativa ma strumentale rispetto al contesto religioso e culturale in cui si opera.....Questo non capita solo per i tdG ma anche in molte chiese cattoliche e protestanti.....

Un parroco a cui chiesi cosa ne pensasse di Medjugorie mi disse che per lui era del tutto indifferente che le apparizioni fossero vere o false: importante è che la gente preghi, faccia pellegrinaggi, percorra un cammino di fede e creda a dei valori (veri o falsi che siano)

E' un'opinione come tante altre......


enrico



Nella chiesa cattolica c'è posto per tutti, anche per chi non è troppo santo o troppo peccatore, anzi molti restano cattolici proprio perché ci sono persone semplici, buone, oneste, umili ed equilibrate che godono inevitabilmente del rispetto di tutti
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

Però lo stesso discorso potrebbe
per assurdo essere applicato a
tutti i 4 vangeli ed alle varie epistole....
Fino ad un certo punto. Ci sono, ad esempio, degli ottimi motivi che spingono gli studiosi a considerare talune lettere tramandate come di Paolo come effettivamente paoline, così come ci sono ottimi motivi per datare tutti e quattro i Vangeli canonici entro il I secolo e per attribuirne in toto o in parte la partenità agli autori tradizionali.
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domingo7
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Carissimo Traianello

Messaggio da domingo7 »

Fino ad un certo punto. Ci sono, ad esempio, degli ottimi motivi che spingono gli studiosi a considerare talune lettere tramandate come di Paolo come effettivamente paoline, così come ci sono ottimi motivi per datare tutti e quattro i Vangeli canonici entro il I secolo e per attribuirne in toto o in parte la partenità agli autori tradizionali.
La certezza che un autore abbia scritto di proprio pugno un'opera, dopo 2000 anni di storia, non può mai essere assoluta, specialmente se si applicano alla letteratura cristiana gli strumenti critici offerti dall'analisi testuale dei testi classici greci e latini....

Quello che intendevo però notare è che i riferimenti a 2 Pietro ci sono e sono evidenti già nel I secolo.....e mi sono limitato a segnalarne solo alcuni.....

Il problema è che molti critici spesso si rifiutano di vederli in nome di improbabili coincidenze.....

Se riconoscessero che 2 Pietro è antichissima, le probabilità di infiltrazioni creative e pseudo-epigrafe si ridurrebbero drasticamente......

Un bel lavoro sul web, critico e dettagliato, risale al 1999 e merita di essere letto per la ricchezza di riferimenti e la lucidità di argomentazioni (fu pubblicato sul Journal of the Evangelical Theological Society): mi riferisco ad uno studio di Michael Kruger dell'Università di Edimburgo sull'autenticità di 2 Pietro:

http://www.biblicalstudies.org.uk/pdf/2peter_kruger.pdf" target="_blank" target="_blank

http://www.div.ed.ac.uk/" target="_blank" target="_blank

Interessante è anche la consultazione del sito e-catena, dove si può verificare l'attendibilità di affermazioni -spesso non prive di sicumera- rilasciate da scrittori e scrittorelli (talora dottorati e cattedrati) del tipo: "Questa lettera o quel libro non sono mai citati da quel Padre della Chiesa"....

Spesso stupiti si scopre che il Padre della Chiesa tirato in ballo non solo citava una certa fonte più volte ma la considerava pure autorevole....

http://www.earlychristianwritings.com/e-catena/" target="_blank" target="_blank

Chi poi leggesse i Padri della Chiesa sui testi originali, non potrebbe fare a meno di trovare sorprese e novità, taciute talora per ignoranza e talvolta forse solo per non urtare il pensiero accademico dominante....


enrico


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Tiziano
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Messaggio da Tiziano »

Mario70 ha scritto:sono d'accordo con trianello, se dovessimo considerare la critica letteraria allora gran parte del nuovo testamento è pseudoepigrafo.
Dobbiamo esaminare la scrittura da due angolazioni diverse, quella con gli occhi della fede, dove allora tutta la scrittura è ispirata da Dio e quella con gli occhi della razionalità, dove ben poche cose sono esattamente quello che gli scrittori dicevano e la gran parte era semplicemente quello che gli scrittori volevano che i lettori capissero.
Sconvolge questo modus operandi?
A me non più di tanto, le cose importanti sono veramente poche, il resto... è relativo.

ciao caro
Sei diventato cattolico
ciao :mrgreen:
Signore dammi la pazienza...perchè se mi dai la forza...faccio una strage

Voglio ancora una carezza dalla mia mamma .............. Roma 1°dicembre 2010

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Messaggio da Mario70 »

opepo ha scritto:
Mario70 ha scritto:sono d'accordo con trianello, se dovessimo considerare la critica letteraria allora gran parte del nuovo testamento è pseudoepigrafo.
Dobbiamo esaminare la scrittura da due angolazioni diverse, quella con gli occhi della fede, dove allora tutta la scrittura è ispirata da Dio e quella con gli occhi della razionalità, dove ben poche cose sono esattamente quello che gli scrittori dicevano e la gran parte era semplicemente quello che gli scrittori volevano che i lettori capissero.
Sconvolge questo modus operandi?
A me non più di tanto, le cose importanti sono veramente poche, il resto... è relativo.

ciao caro
Sei diventato cattolico
ciao :mrgreen:
Diciamo che sono diventato molto meno credulone, cattolico proprio no!

ciao bello
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

Mario70 ha scritto:
Diciamo che sono diventato molto meno credulone, cattolico proprio no!

ciao bello
Quello lo diventerai quando smetterai di essere "credulone" in modo definitivo.... :mrgreen:

Scusa la battuta, ma me la hai tirata fuori con le pinze. :bacio:
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Messaggio da ClintEastwood »

Stando ad una critica biblica severa anche le lettere di Paolo quali a Tito, a Timoteo, Tessalonicesi, Colossesi ed Ebrei dovrebbero essere pseudoepigrafi, ma ci sono ancora delle note discordanti e la critica biblica non risponde a tutto; se è vero che la letetra agli Ebrei differisce con evidenza dallo stile di Paolo ed è quindi giusto presupporre che non sia lui l'autore, occorre cmq cautela con le altre lettere, perchè anche se non scritte di suo pungo ci sono molte teorie in merito quali quella della redazione a cura di suoi allievi e varie altre ipotesi.
Idem per la I e II lettera di Giovanni, già discusse fino al IV secolo, per non parlare della lettera di Giacomo, e per ultima anche l'apocalisse, ultima entrata nel NT a fatica e contestata persino da Eusebio di Cesarea come un falso dello gnostico Cerinto, ipotesi ancora discussa.
Insomma non traccerei giudizi affrettati su ogni libro del NT, perchè molte supposizioni sono dimostrate, altre restano ancora nei dibattiti.


Stay tuned on the future.
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