La crocifissione: in quale modo Gesù è stato appeso alla croce?
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La crocifissione: in quale modo Gesù è stato appeso alla croce?
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Abbiamo discusso molte volte di questo argomento.
Nel sito Infotdgeova ci sono varie pagine in cui si dimostra che Gesù venne messo a morte su una croce a due bracci.
Molto interessante e completo, per esempio, è questo studio: https://www.infotdgeova.it/downloads/croce.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
Ne copio/incollo una parte:
«Anche questi passi stabiliscono senza alcuna ombra di dubbio che al tempo di Gesù le due travi incrociate esistevano già, e che per indicarle veniva usata la parola crux. Nella citazione (6) viene chiaramente descritto che la crux era composta da due parti principali: lo stipes, o palo verticale, e il patibulum ad esso attaccato. Inoltre, fatto molto interessante, nella citazione (7) le braccia vengono descritte come allargate sulla crux, e nella (11) sul patibulum, mostrando che entrambe le parole si riferiscono alla stessa azione. L’esempio (8) è importante in quanto dimostra che la parola crux comprendeva un’ampia gamma di significati. Poteva essere usata in riferimento a croci a cui le persone venivano appese a testa in giù, poteva riferirsi a pali su cui le persone venivano impalate attraverso le loro parti intime, e poteva riferirsi alla crux sulla quale le braccia della vittima venivano allungate sul patibulum. Il secondo tipo di crux consisteva nel metodo dell’impalamento menzionato precedentemente, nel quale la vittima veniva attraversata da un palo (il significato base di σκόλοψ in greco). Questo stesso tipo di esecuzione è menzionato nella citazione (10) ma, fatto interessante, viene qui ben distinta dalla crux. Infine, al punto (9) vi è un ulteriore riferimento alla crux a cui è unito il patibulum. Le testimonianze di Plauto e di Seneca provano in modo schiacciante che le travi incrociate a formare una croce erano già in uso al tempo di Gesù, ma anche in questo caso la Società non fa menzione alcuna delle testimonianze di Seneca».
Nel sito Infotdgeova ci sono varie pagine in cui si dimostra che Gesù venne messo a morte su una croce a due bracci.
Molto interessante e completo, per esempio, è questo studio: https://www.infotdgeova.it/downloads/croce.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
Ne copio/incollo una parte:
«Anche questi passi stabiliscono senza alcuna ombra di dubbio che al tempo di Gesù le due travi incrociate esistevano già, e che per indicarle veniva usata la parola crux. Nella citazione (6) viene chiaramente descritto che la crux era composta da due parti principali: lo stipes, o palo verticale, e il patibulum ad esso attaccato. Inoltre, fatto molto interessante, nella citazione (7) le braccia vengono descritte come allargate sulla crux, e nella (11) sul patibulum, mostrando che entrambe le parole si riferiscono alla stessa azione. L’esempio (8) è importante in quanto dimostra che la parola crux comprendeva un’ampia gamma di significati. Poteva essere usata in riferimento a croci a cui le persone venivano appese a testa in giù, poteva riferirsi a pali su cui le persone venivano impalate attraverso le loro parti intime, e poteva riferirsi alla crux sulla quale le braccia della vittima venivano allungate sul patibulum. Il secondo tipo di crux consisteva nel metodo dell’impalamento menzionato precedentemente, nel quale la vittima veniva attraversata da un palo (il significato base di σκόλοψ in greco). Questo stesso tipo di esecuzione è menzionato nella citazione (10) ma, fatto interessante, viene qui ben distinta dalla crux. Infine, al punto (9) vi è un ulteriore riferimento alla crux a cui è unito il patibulum. Le testimonianze di Plauto e di Seneca provano in modo schiacciante che le travi incrociate a formare una croce erano già in uso al tempo di Gesù, ma anche in questo caso la Società non fa menzione alcuna delle testimonianze di Seneca».
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