Dona rene al marito

Segnalazioni di giornali, riviste, trasmissioni radio-televisive che riguardino i TdG

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Achille
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Dona rene al marito

Messaggio da Achille »

Una testimone di Geova ha così salvato la vita del coniuge:

http://www.stamfordmercury.co.uk/news/W ... 5966842.jp" target="_blank

Notate questa sua osservazione:
«Julia è un Testimone di Geova e non può donare o ricevere sangue. Dice che questo ha portato alla conclusione errata che i testimoni non possono donare gli organi. Ma lei ha detto che il rene è stato svuotato del sangue per il trapianto, così che è stato pulito per il ricevente.
Julia dice che è una scelta personale per testimoni e ha detto: "Con la donazione degli organi possiamo aiutarci l'un l'altro e si dà a qualcuno una possibilità di vita. Personalmente ritengo che sia una cosa che valga veramente la pena di fare. Ci sono così tante persone là fuori che hanno bisogno di un organo "».

Queste cose però questa donna non avrebbe potuto dirle e farle, senza subirne delle conseguenze disciplinari, prima del 1980, quando per il CD i trapianti erano considerati atti di cannibalisimo, una cosa assolutamente abominevole che "Geova non ha mai autorizzato".

Si veda http://www.infotdgeova.it/dottrine/trapianti.php" target="_blank

Achille
"Tantum religio potuit suadere malorum".
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agabo
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Messaggio da agabo »

Il fatto è che anche il sangue è un ORGANO, che appare come un liquido, ma è pur sempre un organo del corpo umano. Nessun tdG crede (almeno oggi) che col trapianto di un rene, per esempio, qualcuno intende CIBARSI del rene. Logica vorrebbe che con una trasusione di sangue, non si possa affermare che ci si CIBA di sangue.
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
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Anam
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Messaggio da Anam »

Achille Lorenzi ha scritto:Una testimone di Geova ha così salvato la vita del coniuge:

http://www.stamfordmercury.co.uk/news/W ... 5966842.jp" target="_blank" target="_blank

Notate questa sua osservazione:
«Julia è un Testimone di Geova e non può donare o ricevere sangue. Dice che questo ha portato alla conclusione errata che i testimoni non possono donare gli organi. Ma lei ha detto che il rene è stato svuotato del sangue per il trapianto, così che è stato pulito per il ricevente.
Julia dice che è una scelta personale per testimoni e ha detto: "Con la donazione degli organi possiamo aiutarci l'un l'altro e si dà a qualcuno una possibilità di vita. Personalmente ritengo che sia una cosa che valga veramente la pena di fare. Ci sono così tante persone là fuori che hanno bisogno di un organo "».

Queste cose però questa donna non avrebbe potuto dirle e farle, senza subirne delle conseguenze disciplinari, prima del 1980, quando per il CD i trapianti erano considerati atti di cannibalisimo, una cosa assolutamente abominevole che "Geova non ha mai autorizzato".

Si veda http://www.infotdgeova.it/dottrine/trapianti.php" target="_blank" target="_blank

Achille
E' pazzesco! quando leggo sulle questioni del sangue e degli organi inorridisco!!
Probabilmente quella persona prima del 1980 sarebbe stata lasciata morire....
Aquarivs

Messaggio da Aquarivs »

Tra l'altro, molti trapianti devono, per essere efficaci, essere immediati. Mi chiedo come non possa esserci sangue dentro quell'organo. Almeno microscopico..
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Aquarivs ha scritto:Tra l'altro, molti trapianti devono, per essere efficaci, essere immediati. Mi chiedo come non possa esserci sangue dentro quell'organo. Almeno microscopico..
Bha, nella mia ignoranza, penso che se la funzione d'un rene è la filtrazione e la depurazione del sangue, non si possa proprio dire che ne è privo.
Vorrebbe dire che è un organo "morto", almeno credo.

http://www.anagen.net/salute_reni.htm" target="_blank" target="_blank -
Gabriella
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Aquarivs

Messaggio da Aquarivs »

O il fegato, il cuore, il polmone..
giggio1951
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Messaggio da giggio1951 »

Tra l'altro, molti trapianti devono, per essere efficaci, essere immediati. Mi chiedo come non possa esserci sangue dentro quell'organo. Almeno microscopico..

Il principio è non prendere sangue e trasfuso equivalerebbe a mangiarlo.
L'organo come una bistecca al "sangue" non necessita di alcun lavaggio o strizzaggio.
Il concetto il del sangue trasfuso e come il sangue usato per alimento.
La stessa cosa, vista al contrario vale per l'organo trapiantato.
Non sò se sono riuscito a spiegarmi.
Scusate.
Gianni
Aquarivs

Messaggio da Aquarivs »

A me sembra, tra una marea di stoffe color oro, che si spulci dicendo questo è 24carati questo 36 questo.. mah
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Aquarivs ha scritto:A me sembra, tra una marea di stoffe color oro, che si spulci dicendo questo è 24carati questo 36 questo.. mah
Tutta la teoria della ccTdG riguardo il sangue è assurda.
Ma almeno per i trapianti è stata modificata.
Chissà se in futuro....
Gabriella
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tertium
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Messaggio da tertium »

il problema sta nell'interpretazione della bibbia.
bisognerebbe chiedere al cd, come si stabilisce quando interpretarla e quando seguirla alla lettera.
e soprattutto che desse una risposta logica e non dogmatica.
il passo di atti relativo al sangue e usato letteralmente, ed eseguito dagli adepti semplicemente perchè il cd si arroga il diritto di spiegare la verità.
vorrei vedere uno dei membri del cd, dinanzi ad una situazione del genere quale nuovo intendimento avrebbe?!
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MatrixRevolution
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Messaggio da MatrixRevolution »

agabo ha scritto:Il fatto è che anche il sangue è un ORGANO, che appare come un liquido, ma è pur sempre un organo del corpo umano. Nessun tdG crede (almeno oggi) che col trapianto di un rene, per esempio, qualcuno intende CIBARSI del rene. Logica vorrebbe che con una trasusione di sangue, non si possa affermare che ci si CIBA di sangue.
infatti persino gli Ebrei, che questa legge l'hanno partorita, affermano che il divieto riguarda solo L'USO ALIMENTARE del sangue...
giggio1951
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Messaggio da giggio1951 »

Martedì 7 gennaio 1986
CORRIERE DELLA SERA
CORRIERE
cronaca
Minuto per minuto la cronaca del primo trapianto cardiaco eseguito nel nostro Paese su una bambina
Per Moira la nuova vita è cominciata all'alba
La piccola «testimone di Geova» aveva H cuore malandato di un vecchio
Sono poche le luci ancora
accese in una notte di Epifa-
nia fredda e piovosa. In una
stanza di isolamento del re-
parto di Cardiochirurgia del
Policlinico Umberto I sono
probabilmente questi i primi
colori che Moira Caradonna,
la bambina di 8 anni che da
poche ore vive con il cuore di
una sua coetanea, ha veduto
dalla finestra.
Il primo trapianto cardiaco
pediatrico in Italia è perfetta-
mente riuscito, e da questo
momento può dissolversi il
black-out che isolava i croni-
sti dalla sala operatoria: fi-
nalmente si traccia un bilan-
cio dell'eccezionale interven-
to.
Telefonate
Sono le ore 20.30 di dome-
nica, da Treviso arriva la pri-
ma delle telefonate attese. È
il pro/essor Toscano all'appa-
recchio. «Abbiamo osservato
il cuore del ricevente, è tutto
perfettamente in ordine, pote-
te procedere», comunica. Di li
a pochi secondi la piccola
Moira fa il suo ingresso in
sala operatoria, accompagna-
ta dal dottor Menichetti; è
già in stato di preanestesia.
Da quel momento in poi tut-
te le operazioni verranno ese-
guite secondo uno schema
-prestabilito, legato alle diret-
tive dei medici romani e del
centro di Cardiochirurgia ve-
neto del professor Valfrè. Il
secondo messaggio un'ora do-
po: eli prelievo del cuore è
stato effettuato, stiamo par-
tendo». È il segnale per Meni-
chetti ed il suo gruppo: Moi-
ra viene addormentata e intu-
bata, e Menichetti poi raccon-
terà: «Abbiamo dovuto usare
degli accorgimenti particolari;
quella bambina aveva il cuo-
re di un vecchio, malandato e
ormai sfinito».
La terza delle comunicazio-
ni previste avviene mentre
l'aereo con l'équipe romana è
sulla via del ritomo: «Siamo
a 30 minuti di volo da Ciam-.
pino» riferisce Toscano via
radio.
A questo punto è l'équipe
chirurgica ad entrare in azio-
ne: il professor Papalia ed il
dottor Macchiarelli provvedo-
no all'apertura.del torace del-
la paziente, ed ispezionano il
cuore. «Aveva delle dimensio-
ni mostruose — ricorda il
professor Scibilia — l'endo-
cardio si era inspessito, il co-
lore era bianco; a mio avviso
era in condizioni disperate.
Alle 22.40 l'aereo con il
nuovo cuore a bordo atterra
a Ciampino e viene raggiun-
to da due volanti della poli-
zia, con le luci che lampeg-
giano sulla pista; il trasbordo
è velocissimo e c'è solo il
tempo di lanciare l'ultimo
messaggio: «Siamo tornati, a
presto». Ci vorranno 9 minu-
ti di corsa a sirene spiegate
per ricongiungere tutta l'équi-
pe del professor Marino, 9
minuti in cui, in sala opera-
toria, il cuore malato di Moi-
ra verrà asportato dalla cavi-
tà toracica e posto, ormai
inutile, in una bacinella.
Il senso della corsa contro il
tempo effettuata è tutto nei
gesti dell'arrivo: è il dottor
Mazzesi a prelevare il conteni-
tore termico e a correre verso
la camera operatoria.
Dentro, l'atmosfera è carica
di tensione. Il dottor Mac-
chiarelli si incarica di dissi-
gillare il contenitore, e con
prudenza estrae il cuore dai
tre sacchetti di plastica, libe-
randolo dal ghiaccio e dalle
soluzioni conservative.
Tensione
L'operazione di impianto è
quasi routine per le esperte
mani del professor Marino, e
puntualmente, a mezzanotte e
45 minuti, quel cuore donato
così generosamente a 600 chi-
lometri di distanza riprende
a battere in un corpo non
suo. Marino è il primo ad
uscire dalla sala operatoria, a
raggiungere i genitori della
piccola Moira. E commosso, li
abbraccia, e sussurra: «È co-
me se fosse mia figlia». Le
operazioni di sutura e di
chiusura del torace proseguo-
no, ma ormai la grande ten-
sione sta lasciando il posto
ad una soddisfazione mista a
stanchezza. Soddisfatti sono
anche i componenti del Cen-
tro di Assistenza Sanitaria
dei Testimoni di Geova, cor-
religionari di Moira, che han-
no vegliato tutta la notte: !
«Non sono state necessarie
trasfusioni, come Marino ci
aveva garantito».
(c’ero anche io)
Ê il professor Toscano l'ul-
timo a lasciare la sala opera-
toria: «Il momento di mag-
gior tensione? Quella corsa
con la macchina della poli-
zia», scherza.
È quasi l'alba. Moira apre I
gli occhi su ima nuova vita, j
(Fabio Bogo) \
i
Le prime reazioni della comunità romana
dei Testimoni di Geova al trapianto di cuo-
re della piccola Moira sono positive. «Ab-
biamo accolto favorevolmente l'operazione
— dichiara dalla sede nazionale di via del-
la Bufalotta, l'addetto alle pubbliche rela-
zioni Paolo Piccioli —, si è ridata una spe-
ranza di vita ad una bambina gravemente
malata. È inoltre un'ottima occasione per
offrire a tutti un'immagine diversa della
nostra comunità religiosa: dimostrare cioè
che non siamo contrari come molti sosten-
gono, alle cure mediche e in generale al pro-
gresso scientifico». L'équipe del Policlinico
Umberto I che fa capo al professor Marino
ha infatti assicurato ai genitori di Moira,
ambedue Testimoni di Geova, che il tra-
pianto è avvenuto senza trasfusione di san-
gue con l'aiuto di un liquido sintetico che
ha le stesse proprietà del plasma.
«Ciò dimostra — dice Piccioli — che tan-
te altre operazioni possono essere eseguite
senza dovere per forza ricorrere alle trasfu-
sioni. A noi invece capita normalmente di
scontrarci con le resistenze dei chirurghi
che si rifiutano di operare i nostri fedeli
anche per una banale appendicectomia».
Gli aderenti alle comunità dei Testimoni
di Geova, chiamate «congregazioni», sono a
Roma più di 10.000 e frequentano 74 luoghi
di culto aperti in case e garage soprattut-
to nei quartieri periferici. Ï loro nomi fini-
scono non di rado alla ribalta della crona-
ca per il rifiuto a prestare servizio milita-
re e ad essere sottoposti a trasfusioni di
sangue. Quest'ultimo divieto, spiega Piccio-
li, «viene dalla Bibbia» ed è anche il mo-
tivo per cui i Testimoni di Geova, come gli
ebrei, mangiano solo carne «cacher», cioè
purificata dal sangue: «Di fronte al tra-
pianto però non c'è alcuna prescrizione del-
le Scritture ed ognuno quindi è libero di
scegliere secondo coscienza. Certo, è inevi-
tabile che con il nuovo organo trapiantato
avvenga anche il passaggio da un corpo al-
l'altro di qualche globulo rosso, ma si trat-
ta comunque di quantità modeste che pos-
sono essere accettate».

L'operazione della piccola Moira è stata
quindi accolta da tutta la comunità come
un lieto evento e c'è stato anche un gruppo
di «anziani» (responsabili) che a turno non
ha mai lasciato soli i genitori dal momen-
to del ricovero della bambina: si è trattato
di una presenza discreta ma continua.
«Siamo stati contenti — spiega Piccioli —
non perché approviamo in massa questo ti-
po di operazioni. C'è anche fra noi come in
tutte le confessioni religiose chi si dichia-
ra contrario al trapianto di organi: è un
problema di coscienza. L'opposizione alle
trasfusioni rimane invece radicale: in quel
caso viene sparso il sangue e ciò è vietato
dalla Bibbia. Oltretutto c'è anche il ri-
schio, fattore che non può essere trascura-
to, che il sangue possa trasmettere da una
persona all'altra numerose malattie infet-
tive come l'AIDS e l'epatite virale».
R. Z.
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