C'è una discussione esegetica molto accesa su Gesù e le leggi di purità, in quanto afferma Matteo:
"In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?
Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte.
Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione.
Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini».
Poi, riunita la folla, disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
12Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». 13Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. [...]
Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». 16Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo. 19Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».
(Mt 15,1-13)
Secondo alcuni la chiave per capire questa sequenza sta nell'inizio:
"infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!"
La discussione dunque non sarebbe sull'inesistenza dei cibi impuri, ma sul problema se lavarsi o meno le mani renda i cibi impuri. E tuttavia la motivazione data da Gesù "nulla che entra nella bocca rende l'uomo impuro" ha un'applicazione che va ben oltre, se ben guardiamo, il problema dell'aver preso o meno il cibo con le mani, infatti si dice che "NULLA che entri" dalla bocca può rendere l'uomo impuro. Quale che sia il cibo, infatti, va a finire nella fogna, dunque non solo i cibi presi senza lavarsi le mani, ma anche il maiale.
Marco invece non presenta un'esegesi dubbia, perché aggiunge una glossa:
"Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. 2 Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - 3 i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, 4 e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - 5 quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?». 6 Ed egli rispose loro: [...]
14 Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: 15 non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo». 16 .
17 Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. 18 E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, 19 perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. 20 Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. 21 Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, 22 adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23 Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo»."
La glossa "così dichiarava mondi tutti gli alimenti" specifica che secondo l'evangelista Marco Gesù aveva radicalmente abrogato ogni norma di purità sugli alimenti. Infatti pure qui la motivazione per cui gli alimenti non rendono impuro l'uomo, cioè che "vanno a finire nella fogna", si applica anche al maiale. Se il maiale entra dalla bocca e non esce, e se va a finire nella fogna, non può rendere impuro l'uomo.
Gli esegeti si chiedono dunque quale delle due ricostruzioni appartenga al Gesù storico. E' Matteo troppo timido, perché non vuole scandalizzare i giudei e vuole tenere buona la comunità giudaica cui era rivolto, o è troppo avanzato Marco, che forse voleva liberare i romani da un peso gravoso? Leggiamo comunque che i farisei erano scandalizzati.
E' già stato ricordato che negli Atti l'assemblea gerosolimitana prescrive di astenersi dal sangue, il che implica che ci fosse una discussione in merito, forse ad opera di personaggi che credevano al paolino
omnia munda mundis. Ritengo perciò che quella fosse una misura data dall'assemblea gerosolimitana per placare gli animi nelle comunità miste. Siccome nelle comunità cristiane dell'impero c'erano sia gentili che giudei, per mantenere la pace e non scandalizzare i giudei, occorreva astenersi dal sangue. Infatti per un giudeo di nascita mangiare carni col sangue, o maiale, era un assoluto tabù, qualcosa a cui si veniva allevati e che induceva un senso di disgusto. Per immaginare la questione, dobbiamo ipotizzare che qualcuno ci venga a dire oggi che possiamo tutti mangiare carne di topo, e gente attorno a noi ne mangia. Immagino che la cosa ci creerebbe problemi. I più aperti di mente direbbero che ognuno fa quello che vuole, ma, personalmente, loro continueranno a fare senza topi, altri invece, la gente che oggi voterebbe la Lega Nord, direbbero che quello che non piace a loro non deve piacere a nessuno, e dunque alzerebbero la bandiera dello scandalo. Per placare queste povere menti, l'assemblea di Gerusalemme impose ai cristiani di quelle comunità di astenersi dalle carni sacrificate agli idoli e dal sangue. Ma San Paolo ci ha ben spiegato qual è la verità che sta dietro alla faccenda, e che cosa occorra fare per carità fraterna, per non scandalizzare il prossimo, sebbene la ragione stia tutta altrove. in 1Cor 8, 1-10 e in 1Cor 10 dice chiaramente che è possibile mangiari carni immolate agli idoli, purché questo non sia di scandalo ad un fratello, perché la tua libertà non può mandare in rovina gente che ha un intelletto più debole del tuo ed è ancorato ad una mentalità superstiziosa. Dunque tu sai che gli idoli non esistono, e che la carne sacrificata agli idoli è sacrificata a nessuno, ma un tuo fratello vedendoti mangiare quella carne può prenderti come un idolatra, dunque tu, per questa ragione, non mangiare davanti a lui quella carne. Questa miei signori è tutta la ragione che sta dietro le decisioni dell'assemblea gerosolimitana, cioè non scandalizzare gli ebrei osservanti la legge mosaica. La cosa tragica è che oggi alcuni prendano ancora sul serio questi precetti, non sapendo da dove nascono, ed ignorando la vigorosa spiegazione di Paolo.
I cristiani comunque, come ben ha ricordato Quix, si nutrono del sangue di Cristo. Ma, oggi come allora, i farisei si scandalizzano, perché hanno nel loro cuore la schività mosaica, e si sono bevuti troppi tomi sul "Gesù il fariseo". Un'evidente catechesi post-pasquale delle comunità giovanee mette in bocca a Gesù queste frasi: “Perché la mia carne è
vero cibo e il mio sangue
vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.”(Gv 6, 55-56)
Anche voi siete scandalizzati dal senso alla lettera come quelli cui Gesù rivolse il discorso? Anch’essi lo interpretarono simbolicamente sapete? Ebbene, noi non ci scandalizziamo invece.
Ad maiora