Ritornando sulle scritture che incoraggiano a predicare di casa in casa.
Inviato: 08/10/2018, 21:02
Immagino siano state trattate diverse volte le famose frasi in cui nella bibbia si legge che i cristiani predicavano di casa in casa, quindi non credo che i più anziani nel Forum siano a digiuno dell' argomento.
Io mi ci sono addentrato giusto da alcuni giorni, e pur avendo trovato un sacco di esempi nel Nuovo Testamento che la predicazione doveva essere per lo più qualcosa di pubblico e non porta a porta come incoraggia la WT a questa spiegazione che trovo in alcune Torre di Guiardia non saprei come rispondere, riporto un esempio tra i più significativi:
TG. 15-1-1991 p.11
Il metodo apostolico
3 Gesù Cristo affidò ai suoi seguaci questo significativo incarico: “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. (Matteo 28:19, 20) Il modo principale in cui quest’opera sarebbe stata compiuta divenne evidente immediatamente dopo il giorno di Pentecoste del 33 E.V. “Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. (Atti 5:42) Circa 20 anni dopo, l’apostolo Paolo partecipava al ministero di casa in casa, poiché ricordò agli anziani cristiani della città di Efeso: “Non mi sono trattenuto dal dirvi nessuna delle cose che erano profittevoli né dall’insegnarvi pubblicamente e di casa in casa”. — Atti 20:20.
4 In Atti 5:42 l’espressione “di casa in casa” traduce il greco kat’ òikon. Qui katà è usato in senso “distributivo”. Pertanto, la predicazione dei discepoli era ‘distribuita’ da una casa all’altra. Commentando Atti 20:20, Randolph O. Yeager ha scritto che Paolo insegnava “tanto in assemblee pubbliche [demosìa] che di casa in casa ([katà] distributivo con l’accusativo). Paolo aveva trascorso tre anni a Efeso. Aveva fatto visita a ogni casa, o per lo meno predicato a tutte le persone (versetto 26). Ecco un’autorizzazione scritturale per evangelizzare di casa in casa nonché in adunanze pubbliche”.
5 Un analogo uso di katà si ha in Luca 8:1, dove leggiamo che Gesù predicava “di città in città e di villaggio in villaggio”. In Atti 20:20 Paolo usò la forma plurale kat’ òikous. Qui alcune versioni bibliche traducono “nelle vostre case”. Ma l’apostolo non si riferiva semplicemente a visite di cortesia fatte ad anziani o a visite pastorali nelle case dei compagni di fede. Le sue parole successive mostrano che parlava del ministero di casa in casa condotto fra non credenti, poiché disse: “Ma ho completamente reso testimonianza a giudei e greci intorno al pentimento verso Dio e alla fede nel nostro Signore Gesù”. (Atti 20:21) Gli altri cristiani si erano già pentiti e avevano già esercitato fede in Gesù. Perciò, tanto Atti 5:42 quanto Atti 20:20 hanno a che fare con il predicare a persone non credenti “di casa in casa”, o di porta in porta.
Come si può ribattere a questi ragionamenti?
Io mi ci sono addentrato giusto da alcuni giorni, e pur avendo trovato un sacco di esempi nel Nuovo Testamento che la predicazione doveva essere per lo più qualcosa di pubblico e non porta a porta come incoraggia la WT a questa spiegazione che trovo in alcune Torre di Guiardia non saprei come rispondere, riporto un esempio tra i più significativi:
TG. 15-1-1991 p.11
Il metodo apostolico
3 Gesù Cristo affidò ai suoi seguaci questo significativo incarico: “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. (Matteo 28:19, 20) Il modo principale in cui quest’opera sarebbe stata compiuta divenne evidente immediatamente dopo il giorno di Pentecoste del 33 E.V. “Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. (Atti 5:42) Circa 20 anni dopo, l’apostolo Paolo partecipava al ministero di casa in casa, poiché ricordò agli anziani cristiani della città di Efeso: “Non mi sono trattenuto dal dirvi nessuna delle cose che erano profittevoli né dall’insegnarvi pubblicamente e di casa in casa”. — Atti 20:20.
4 In Atti 5:42 l’espressione “di casa in casa” traduce il greco kat’ òikon. Qui katà è usato in senso “distributivo”. Pertanto, la predicazione dei discepoli era ‘distribuita’ da una casa all’altra. Commentando Atti 20:20, Randolph O. Yeager ha scritto che Paolo insegnava “tanto in assemblee pubbliche [demosìa] che di casa in casa ([katà] distributivo con l’accusativo). Paolo aveva trascorso tre anni a Efeso. Aveva fatto visita a ogni casa, o per lo meno predicato a tutte le persone (versetto 26). Ecco un’autorizzazione scritturale per evangelizzare di casa in casa nonché in adunanze pubbliche”.
5 Un analogo uso di katà si ha in Luca 8:1, dove leggiamo che Gesù predicava “di città in città e di villaggio in villaggio”. In Atti 20:20 Paolo usò la forma plurale kat’ òikous. Qui alcune versioni bibliche traducono “nelle vostre case”. Ma l’apostolo non si riferiva semplicemente a visite di cortesia fatte ad anziani o a visite pastorali nelle case dei compagni di fede. Le sue parole successive mostrano che parlava del ministero di casa in casa condotto fra non credenti, poiché disse: “Ma ho completamente reso testimonianza a giudei e greci intorno al pentimento verso Dio e alla fede nel nostro Signore Gesù”. (Atti 20:21) Gli altri cristiani si erano già pentiti e avevano già esercitato fede in Gesù. Perciò, tanto Atti 5:42 quanto Atti 20:20 hanno a che fare con il predicare a persone non credenti “di casa in casa”, o di porta in porta.
Come si può ribattere a questi ragionamenti?