Ma voi lo sapete che I TdG del 1933 erano "i più accesi sostenitori" degli ideali del nazismo?

Segnalazioni di pagine web che abbiano attinenza con i TdG e con le scienze bibliche.

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Ma voi lo sapete che I TdG del 1933 erano "i più accesi sostenitori" degli ideali del nazismo?

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Tra Geova e il Reich

Un articolo di Vittorio Messori pubblicato dal mensile Jesus nel maggio 2003

È successo, nei giorni scorsi, anche nella cittadina lacustre in cui abito, a Desenzano del Garda. Una conferenza, cioè, organizzata dai membri della locale "Sala del regno" dal titolo: La persecuzione nazista dei Testimoni di Geova. Non è una novità. C'è un importante studio, su cui ci baseremo, scritto da James Penton, il cui padre fu importante dirigente della Congregazione geovista, della quale fece parte James stesso che, uscitone, è ora docente all'università di Toronto e autore di fondamentali opere sulla storia del movimento. Scrive Penton: «Sin dalla fine della seconda guerra mondiale, una caratteristica costante della Società Torre di Guardia è stata l'accusa rivolta alle Chiese cristiane tedesche di essersi compromesse con il nazismo, mentre i Testimoni di Geova germanici, che a quel tempo erano conosciuti come "Zelanti Studenti Biblici", avrebbero mantenuto una ferma determinazione nella dottrina e nel comportamento». Le cose, in realtà, non stanno affatto così.

Noi, comunque, ci imporremo di esercitare la giustizia, dando a ciascuno del suo: nel 1933 i Geovisti tedeschi erano circa 25 mila. Di essi, circa la metà continuò a predicare la sua fede nella clandestinità, cosa che costò l'internamento nel campi (con un triangolo viola) ad alcune migliaia di fedeli. Si calcola che duemila di loro non abbiano fatto più ritorno. Ci fu, dunque, un martirio che una parte notevole della base seppe affrontare con un coraggio che merita ogni rispetto. Scrive, però, Penton: «Ciò che è generalmente ignorato - sia dalla stragrande maggioranza degli stessi Testimoni che da molti storici indipendenti - è che, mentre molti Geovisti tedeschi mantennero l'impegno verso i loro princìpi, non agirono nella stessa maniera i loro capi. E, cioè, il presidente della Società Torre di Guardia, il giudice Joseph F. Rutherford e il suo successore dal 1942, Nathan H. Knorr, oltre ai dirigenti della filiale tedesca. Anzi, Rutherford e i suoi sottoposti usarono gli ebrei come capro espiatorio e attaccarono duramente Stati Uniti, Gran Bretagna, Società delle Nazioni».

Non viene dunque da un pulpito immacolato la continua predicazione contro «Babilonia la Grande», come i Geovisti chiamano le Chiese cristiane, in particolare quella cattolica. Se stiamo ai fatti, il fondatore della Congregazione o movimento che sia, Charles T. Russell, morto nel 1916, era stato un entusiasta sostenitore della causa sionista. Ancora oggi sono numerose le sètte americane di derivazione cristiana che condividono questo sostegno: e, ciò, non per amore degli ebrei, ma perché (in base alla loro ossessione profetica) sono convinte che il ritorno degli ebrei in Terrasanta sia un segno escatologico, necessario per preparare la seconda venuta di Cristo nella gloria. Il successore di Russell, Rutherford, si trovò a guidare l'organizzazione dopo la grande delusione del 1914 - data per la quale si attendeva «la fine del presente e malvagio ordine di cose» - e, in pratica, rifondò la dottrina, procedendo ad innovazioni cui il fondatore, probabilmente, non avrebbe mai pensato. Restò fermo, tuttavia, nel guardare con favore all'emigrazione ebraica in Palestina. A partire, però, dall'inizio degli anni Trenta, Rutherford impose ai suoi un cambiamento radicale: ordinò di credere che solo i Testimoni costituivano il nuovo «Israele di Dioi», con la costituzione, per i tempi finali, di una élite composta da quei 144.000 di cui parla l'Apocalisse. Furono ritirati dalla circolazione gli opuscoli filo-sionisti e ne apparve un altro, di Rutherford stesso, dal titolo Vindication, dove si diceva fra l'altro: «Gli ebrei furono cacciati e la loro casa rimase desolata perché essi avevano rigettato Gesù. Fino ad oggi, non si sono pentiti di questo atto criminale dei loro antenati. Quelli che sono tornati in Palestina lo fanno per egoismo o per ragioni sentimentali». Seguivano le accuse, tipiche di ogni razzismo, sul legame tra ebrei e alta finanza.


In questa svolta agiva anche lo spirito dei tempi: in tutto l'Occidente, America compresa, dilagava l'antisemitismo. Nel 1933, poi, i nazisti conquistarono il potere in Germania e già in aprile cominciavano ad agire contro i Testimoni di Geova: questi, in effetti, erano da tempo nel mirino tedesco, perché sino a tempi molto recenti erano stati filo-sionisti e, soprattutto, perché rifiutavano di salutare la bandiera, di partecipare alle manifestazioni politiche, di prestare il servizio militare. Inoltre venivano da quella detestata America. Da New York, lo stesso capo della Congregazione raggiungeva subito la Germania per vedere il da farsi. Ne seguì una serie di iniziative sulle quali la dirigenza geovista ha mantenuto poi, dopo la guerra, un silenzio rigoroso o ha addirittura manipolato i fatti, come ha documentato in modo inoppugnabile quel Penton al quale attingiamo e che è stato insultato e perseguitato come "apostata", ma che non è stato citato in giudizio perché avrebbe di certo vinto la causa. Il suo studio è stato pubblicato in italiano (dalle Dehoniane di Roma) con le fotografie autenticate dei documenti più imbarazzanti.

Successe, dunque, che il 25 giugno 1933, la Torre di Guardia riunì 5 mila fedeli al Palazzo della Sport di Berlino. La riunione era stata convocata per leggere ai Testimoni una Dichiarazione e per chiedere loro di diffonderla per tutta la Germania. La Dichiarazione (ne esistono ancora originali stampati nel caratteristico alfabeto gotico) iniziava respingendo la «calunnia» secondo la quale la Congregazione sarebbe stata amica e beneficiata dagli ebrei: «Noi siamo fedeli seguaci di Cristo mentre gli ebrei lo rigettano del tutto e negano ostinatamente che egli sia il Salvatore del mondo».

Seguivano poi frasi come questa: «L'impero più grande ed oppressivo del mondo è l'impero anglo-americano. Sono stati gli affaristi ebrei di questo impero britannico-americano che hanno realizzato e utilizzato l'alta finanza come mezzo per sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni. E tale situazione è così chiara in America che, fra noi, si dice di New York: "Gli ebrei la possiedono, i cattolici irlandesi la governano e gli americani pagano i conti". Si proclamava poi: «Invece di schierarci contro i princìpi sostenuti dal governo tedesco, noi prendiamo decisamente parte a loro favore e sottolineiamo che Geova Dio mediante Gesù Cristo farà sì che tali princìpi giungano a completa realizzazione». Durissimi attacchi erano poi sferrati contro la Società delle Nazioni (invisa, come si sa, a tutti i fascismi dell'epoca) e contro quelle ingiustizie imposte alla Germania dai vincitori della guerra e per rimediare alle quali Hitler diceva di battersi. Insomma, si concludeva che «solo l'influenza subdolamente esercitata dal grande nemico Satana» poteva aver indotto i nazisti a credere che i Testimoni fossero lontani dai loro «alti e nobili ideali». Dunque: «Noi facciamo rispettoso appello all'elevato senso di giustizia del Governo e chiediamo con il massimo rispetto che venga revocato l'ordine di proibizione».


Ancor più sconcertante la lettera all'«Onorevolissimo Signor Cancelliere del Reich, Adolf Hitler», stampata su carta intestata ufficiale della Watch Tower e firmata dai dirigenti della filiale tedesca, che aveva sede a Magdeburgo. Si ricordava al Führer che la Torre di Guardia, durante la guerra, «non solo si è rifiutata di prendere parte alla propaganda terroristica contro la Germania, ma si è schierata fermamente contro di essa. Coloro che promossero tale propaganda gli affaristi ebrei e cattolici) sono anche i più accaniti persecutori della nostra opera». Si ricordava a Hitler che, come affermava la Dichiarazione di Berlino, «gli Studenti biblici si stanno battendo per gli stessi elevati principi e ideali etici per i quali lotta il Governo nazionale della Germania».

Si terminava dichiarando, addirittura, che «i princìpi a cui i Testimoni di Geova fanno riferimento sono quelli stessi contenuti nella sezione 24 del Programma del Partito Nazionalsocialista». Articolo che la lettera al Cancelliere riporta e che afferma tra l'altro: «Il Partito rappresenta il punto di vista del vero cristianesimo... Esso si oppone allo spirito materialistico ebraico». Lo zelo dei dirigenti dei Testimoni di Geova non fu però premiato. Malgrado la Dichiarazione e la lettera al Führer, gli aderenti alla Congregazione entrarono nella lista dei proscritti, soprattutto perché «internazionalisti e antimilitaristi». Cominciava così un martirio che. lo dicevamo, doveva portare alla morte di almeno duemila persone. Non si dimentichi però che, nello stesso periodo, la Torre di Guardia era proibita nella Franca governata dalla sinistra, in quanto giudicata "asociale". Dunque, l'ostilità nazista era particolarmente feroce ma era condivisa da vari Governi di diversa ispirazione.

Come documenta ancora una volta l'informatissimo Penton (la sua vicenda personale gli ha dato accesso a tutti gli archivi), dopo la guerra si stese una pesante cortina di silenzio su quei documenti, malgrado fossero stati pubblicati anche dagli Annuari ufficiali della Torre di Guardia. Del resto, anche altre sètte presenti in Germania (la "Christian Science", i "Santi degli Ultimi Giorni", gli "Avventisti del Settimo Giorno", la "Nuova Chiesa apostolica") si esibirono in analoghi servilismi e dichiarazioni di fedeltà al regine nazista. Nessuno è perfetto. Ma non sembra accettabile che (per fare un solo esempio tra gli innumerevoli altri) Svegliatevi!, la rivista diffusa porta a porta dai Testimoni, dell'8 giugno 1985 condanni le Chiese "storiche" per essersi piegate al nazismo e proclami: «Comunque, vi fu un gruppo che in Germania sostenne coraggiosamente i princìpi cristiani. Quel gruppo era quello dei Testimoni di Geova. Diversamente dal clero e dai suoi seguaci, i Testimoni si rifiutarono di compromettersi con Hitler e con il nazismo. Essi si rifiutarono di violare i comandamenti di Dio. E non infransero la loro neutralità cristiana nelle questioni politiche. Essi non attribuirono la salvezza a Hitler, come fece la stragrande maggioranza del clero e del suo gregge».

Penton cita molte altre pubblicazioni geoviste che denunciano «Babilonia la Grande» (o Grande Meretrice) incarnata dalle confessioni cristiane che «avevano commesso fornicazione con i Re della Terra», soprattutto con i capi del nazismo e del fascismo. «Ma», aggiunge il docente di storia che fu dirigente della Torre di Guardia, «nemmeno una volta in tali articoli il loro autore anonimo ammette che - dal punto di vista dei loro stessi insegnamenti - i responsabili dei Testimoni di Geova si sarebbero resi responsabili di "fornicazione" con i governanti del Terzo Reich, se soltanto questi ultimi fossero stati disponibili ad accoglierli nel loro letto». E non vale, sia detto con chiarezza, il confronto con il concordato tra Chiesa cattolica e Stato nazista. Quel documento, in effetti, alla pari di ogni altro concordato, non era che un documento pragmatico che regolava la vita concreta dell'organizzazione ecclesiale. Non comportava, ovviamente, nessun cedimento dottrinale, Non si sognava certo di proclamare che l'insegnamento della Chiesa corrispondeva agli «alti e nobili princìpi» del Partito di Hitler.

Vittorio Messori

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C'è da dire che sia TdG sia cattolici si sono fatti ben presto un'idea su Hitler. I TdG un po' da prima, perché nonostante la leccata di culo paurosa, Hitler non se l'è bevuta e sapeva bene che erano dichiarazioni false quelle che venivano da New York. Vorrei dunque specificare che non credo affatto che nel 1933 i TdG avessero ideali nazisti, dicono solo che lo hanno dichiarato per tentare di salvarsi la pellaccia. Io penso che avrei scritto di peggio, anzi avrei baciato pure i piedi al Führer, ma non è questo il punto: visto che i TdG si sono comportati esattamente come tutti gli altri, e come io stesso avrei fatto, devono smetterla di proclamare la loro inesistente diversità. Gli unici motivi per cui non hanno un concordato col nazismo è che erano troppo insignificanti perché a Hitler potesse importare qualcosa di loro, ma nella Dichiarazione dei fatti essi dicono che i loro ideali sono in sintonia con quelli del Reich, quindi l'indisponibilità a collaborare va attribuita ad Hitler, e non ai loro capi. Evidentemente Hitler, siccome oggi come allora i TdG non contavano nulla, li ha ignorati e perseguitati, ma lo stesso non poteva fare con la Chiesa Cattolica che era la confessione religiosa di una grossa fetta del popolo tedesco, specie in Baviera. Comunque Pio XI fece un'enciclica contro il nazismo nel 1937, 4 anni dopo, a causa delle ripetute violazioni della libertà educativa dei cattolici operate dal governo tedesco.
In conclusione la dirigenza geovista di allora non ha nulla da rimproverarsi, se non l'essersi comportata nel leccare il culo ad Hitler come chiunque avrebbe fatto, e comunque molto peggio della Chiesa Cattolica col proprio Concordato che non fa sviolinate agli ideali del Reich, e sempre i TdG non hanno da rimproverarsi collusioni col regime perché, essendo il Nulla, non hanno mai avuto alcun potere che da gestire o qualcuno che potesse tentarli con offerte di amicizia.

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Messaggio da Achille »

Avevo pubblicato a suo tempo questo articolo nel sito: http://www.infotdgeova.it/storia/messori.php" onclick="window.open(this.href);return false;

Sulla questione "tdg e nazismo" ci sono molte pagine nel sito: http://www.infotdgeova.it/storia/nazi.php" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da Romagnolo »

Ciao Poly, sei in grado di postare cosa dice per intero l'articolo 24 del partito nazional socialista?
Sono curioso di vederlo nella sua interezza.
Grazie. :sorriso:
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Messaggio da Wyclif »

I Tdg su questi fatti pur di non far uscire fuori i compromessi della loro organizzazione nascondono i FATTI storici, in qualche forum gestito da TdG viene data una spiegazione apologetica d tali compromessi ma essi non conoscono nemmeno le loro stesse pubblicazioni che li accusano di tali misfatti, con argomenti manipolati e distorti vogliono far credere che la dichiarazione dei fatti non era un compromesso, non so chi gestisce i loro forum ma sono inesatti senza conoscenza dei Fatti e stanno solo a calunniare noi che come Gesù li smascheriamo.
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Messaggio da Achille »

L'articolo 24 del partito nazista:
24.Chiediamo la libertà di tutte le confessioni dello stato, in quanto non ne pregiudichino l' esistenza o non urtino contro il sentimento dell' etica e della morale della razza germanica. Il partito come tale dà la sua adesione ad un cristianesimo positivo senza legami con una confessione determinata. Esso lotta contro lo spirito giudaico-materialisticodentro e fuori di noi ed è convinto che una duratura salute morale del nostro popolo possa realizzarsi soltanto dall' interno, sulla base del principio:L' INTERESSE COLLETTIVO PRIMA DELL 'INTERESSE PRIVATO.
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Messaggio da Romagnolo »

Achille ha scritto:L'articolo 24 del partito nazista:
24.Chiediamo la libertà di tutte le confessioni dello stato, in quanto non ne pregiudichino l' esistenza o non urtino contro il sentimento dell' etica e della morale della razza germanica. Il partito come tale dà la sua adesione ad un cristianesimo positivo senza legami con una confessione determinata. Esso lotta contro lo spirito giudaico-materialisticodentro e fuori di noi ed è convinto che una duratura salute morale del nostro popolo possa realizzarsi soltanto dall' interno, sulla base del principio:L' INTERESSE COLLETTIVO PRIMA DELL 'INTERESSE PRIVATO.
Questo è il pezzo citato da Poly: «Il Partito rappresenta il punto di vista del vero cristianesimo... Esso si oppone allo spirito materialistico ebraico».
Lo trovò un tantino diverso.
Quale l'originale? :boh: :boh:
Scusami dimenticavo.... :lingua: grazie Achille. :strettamano:
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Messaggio da Achille »

Romagnolo ha scritto:
Achille ha scritto:L'articolo 24 del partito nazista:
24.Chiediamo la libertà di tutte le confessioni dello stato, in quanto non ne pregiudichino l' esistenza o non urtino contro il sentimento dell' etica e della morale della razza germanica. Il partito come tale dà la sua adesione ad un cristianesimo positivo senza legami con una confessione determinata. Esso lotta contro lo spirito giudaico-materialisticodentro e fuori di noi ed è convinto che una duratura salute morale del nostro popolo possa realizzarsi soltanto dall' interno, sulla base del principio:L' INTERESSE COLLETTIVO PRIMA DELL 'INTERESSE PRIVATO.
Questo è il pezzo citato da Poly: «Il Partito rappresenta il punto di vista del vero cristianesimo... Esso si oppone allo spirito materialistico ebraico».
Lo trovò un tantino diverso.
Quale l'originale? :boh: :boh:
Scusami dimenticavo.... :lingua: grazie Achille. :strettamano:
Vedi questa nota: http://www.infotdgeova.it/storia/compromesso.php#_ftn1" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da polymetis »

Caro Romagnolo, mi dispiace di non averti potuto rispondere prima sull’art. 24 del Partito Nazionalsocialista ma ero a Londra, vedo però che Achille l’ha cercato al posto mio. È un articolo antisemita come si vede, in quanto con la solita accusa di materialismo e di lottare contro lo Spirito germanico si dà addosso agli ebrei: “lo spirito giudaico-materialistico “. Per di più quest’articolo limita la libertà di culto a quelle confessioni che non siano contro il Volksgeist (lo spirito del popolo) tedesco, dunque la filiale di Magdeburgo dei TdG ha citato un articolo non solo antisemita ma anche contro la libertà di culto, articolo che ironicamente sarà usato contro di loro.
Ora vorrei precisare un paio di cose, dinanzi a patetici tentativo di diversione. Nessuno in questa discussione ha nominato traduzioni in tedesco della Dichiarazione dei Fatti presuntamente annacquate da falsi apostati. Le frasi leccaculo verso il regime ed i suoi principi sono state citate in italiano, il quale è tradotto dall’originale inglese. Comunque tanto per citare le frasi originali di Rutherford, al fine di non lasciar spazio all’idea che siano state inventate da qualche traduttore:

"The greatest and most oppressive empire on earth is the Anglo-American empire. By that is meant the British Empire, of which the United States of America forms a part. It has been the commercial Jews of the British-American empire that have built up and carried on Big Business as a means of exploiting and oppressing the peoples of many nations. This fact particularly applies to the cities of London and New York, the stronghold of Big Business. This fact is so manifest in America that there is a proverb concerning the city of New York which says: 'The Jews own it, the Irish Catholics rule it, and the Americans pay the bills.'

“Instead of being against the principles advocated by the government of Germany, we stand squarely for such principles

“A careful examination of our books and literature will disclose the fact that the very high ideals held and promulgated by the present national government are set forth in and endorsed and strongly emphasized in our publications, and show that Jehovah God will see to it that these high ideals in due time will be attained by all persons who love righteousness and who obey the Most High. Instead, therefore, of our literature and our work's being a menace to the principles of the present government we are the strongest supporters of such high ideals. For this reason Satan, the enemy of all men who desire righteousness, has sought to misrepresent our work and prevent us from carrying it on in this land.”

Chi ha scritto che anziché essere gli oppositori del nazismo “we are the strongest supporters of such high ideals”?
I tentativi di diversione stanno letteralmente a zero. La verità è banalmente una: i TdG erano spaventati per la persecuzione, e si sono regolati di conseguenza, agendo come chiunque altro avrebbe fatto. Hanno usato frasi per apparire sostenitori del nazismo (e non lo erano), e antisemiti, al fine di tentare di compiacere Hitlet. Non lo rimproveriamo certo per aver tentato di salvarsi la vita in questo modo, li rimproveriamo per tentare di negare d’averlo fatto, preservando solo per se stessi una verginità ideologica che non hanno.

L’Annuario del 1975, in un patetico tentativo di ricostruzione dell’imene, scrive a proposito della dichiarazione dei Fatti:

“Tutti gli alti funzionari governativi, dal presidente del Reich in giù, dovevano ricevere una copia della dichiarazione possibilmente per posta raccomandata. Parecchi giorni prima dell’inizio del congresso il fratello Rutherford tornò in America.Molti presenti furono delusi alla "dichiarazione", poiché in molti punti non era così vigorosa come i fratelli avevano sperato. Il fratello Mütze di Dresda, che fino a quel tempo aveva lavorato strettamente col fratello Balzereit, l’accusò in seguito di aver svigorito il testo originale. Non era la prima volta che il fratello Balzereit annacquava il chiaro e inconfondibile linguaggio delle pubblicazioni della Società per evitare difficoltà con il potere governativo. Un gran numero di fratelli si rifiutò di adottarla proprio per questa ragione. Infatti, un ex fratello pellegrino di nome Kipper si rifiutò di proporne l'adozione e dovette sostituirlo un altro fratello. Non poteva giustamente dirsi che la dichiarazione fosse stata adottata all'unanimità, sebbene in seguito il fratello Balzereit comunicasse al fratello Rutherford che lo era stata. I congressisti tornarono a casa stanchi e molti erano delusi"”

Qui ci sono un mucchio di dati irrilevanti. L’articolista dell’Annuario del ’75, nel tentativo di scaricare la colpa su qualcuno, dice che molti fratelli erano delusi dalla Dichiarazione dei Fatti perché non usava un linguaggio abbastanza incisivo contro il Regime in quanto era stata tradotta in tedesco in maniera annacquata. Se questo brano venisse usato per tentare di discolpare la WTS di allora dalle mie osservazioni, sarebbe un “uomo di paglia” completamente fuorviante. Io infatti non ho basato l’idea che la WTS abbia leccato il culo ad Hitler argomentando che pure i TdG tedeschi di allora erano delusi dall’atteggiamento della Società, l’ho fatto basandomi sulla Dichiarazione dei fatti in lingua inglese, che dunque scavalca del tutto il problema della presunta difformità del testo tedesco. Difformità che tra l’altro non c’è: i TdG tedeschi andarono via da quel congresso perché quella fedele traduzione in tedesco era un’opera di anilingus verso il regime, e non certo perché era stato smorzato lo spirito dell’invettiva (non c’era infatti alcuna invettiva da smorzare, Ruherford non solo dice di supportare il regime ma anzi “we stand squarely for such principles”. Tra l’altro il pezzo dell’articolista del ’75 scrive che erano delusi e che la dichiarazione non fu approvata all’unanimità, ma così facendo si lascia sfuggire che fu approvata. Dunque se anche fosse vero che il testo era annacquato a favore del regime (il che per inciso è falso), cionondimeno fu approvato a maggioranza, sicché un’assemblea rappresentativa dei TdG tedeschi, e non solo Rutherford, ha approvato quelle minchiate sulla finanza ebraica e sul fatto che le pubblicazioni dei TdG caldeggiano gli alti ideali nazisti (we are the strongest supporters of such high ideals)
Che non ci sia alcuna volontà di protesta del resto è reso chiaro dalla lettera di accompagnamento della Filiale di Magdeburgo in cui si legge la già citata frase sull’art. 24 del PNL.
Comunque ci sono delle contraddizioni tra l’Annuario del ’75 e la lettere della filiale di Magdeburgo. Nella fonte del ’75 si legge: “Non poteva giustamente dirsi che la dichiarazione fosse stata adottata all'unanimità, sebbene in seguito il fratello Balzereit comunicasse al fratello Rutherford che lo era stata.” Nella lettera della filiale di Magdeburgo si legge: “Essa è stata letta pubblicamente dal segretario dei cinquemila delegati presenti all’assemblea degli Studenti Biblici, è stata approvata all’unanimità”. Dunque uno dei due mente. O mente la filiale, che per leccare il culo ad Hitler dice che è stata approvata all’unanimità, o mente l’Annuario del ’75.
Tra l’altro vorrei chiedere all’Annuarista del ’75, e a chi incautamente ha ripreso le sue tesi su internet, dove diavolo starebbero le differenze ideologicamente significative tra il testo inglese e la versione tedesca annacquata?
L’idea che la Dichiarazione dei Fatti fosse stata annacquata nella sua versione tedesca, un particolare completamente irrilevante visto che le frasi incriminate stanno nell’inglese, è spesso riprodotta anche dai tdG internettiani, e io stesso l’ho vista citare nel 2008. Peccato che costoro non siano aggiornati. Una Svegliatevi del 1998! Ha smentito l’Annuario del ’75 dicendo che:
« Secondo l’Annuario dei testimoni di Geova del 1975, alcuni Testimoni tedeschi rimasero delusi che il linguaggio della "Dichiarazione" non fosse più esplicito. Il responsabile della filiale, Paul Balzereit, aveva mitigato il testo del documento? No, perché confrontando il testo inglese e quello tedesco risulta che ciò non avvenne. Evidentemente un’impressione diversa era basata sulle osservazioni soggettive di alcuni non direttamente implicati nella preparazione della "Dichiarazione". Forse le loro conclusioni sono state pure influenzate dal fatto che solo due anni più tardi Balzereit rinnegò la sua fede» (Svegliatevi, 8 luglio 1998, p.12)
Dunque lo ribadiamo, questa storia della Dichiarazione tedesca annacquata, oltre che irrilevanti, sono false. Per di più qui si mostra la preclusione ideologica dei Geovi internettiani che, sapendo che il traduttore dall'inglese al tedesco era divenuto apostata, subito hanno pensato che non meritasse fiducia. Visto come sono miseri i pregiudizi sugli ex?

Ricapitolando: i TdG hanno espresso con un loro documento ufficiale una strumentale e certamente mendace adesione all’ideologia nazista per tentare di salvare la vita ai propri fratelli perseguitati in Germania, cosa altamente raccomandabile. Da parte sua la Santa Sede ha stipulato un concordato con la Germania, dove però non c’era nessun elogio degli ideali nazisti, semplicemente si regolavano i rapporti tra due stati, ad esempio il diritto all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. E’ fuorviante dire non ci sono elogi del nazismo “ex cathedra”, infatti anche se ci fossero stati elogi del nazismo nel Concordato non sarebbero stati comunque ex cathedra, questa formula si riferisce al magistero papale infallibile e non a concordati.
Vorrei aggiungere ancora un paio di cose. La prima sull’articolo di Vittorio Messori che ho citato, il quale riporta la tesi di un ex-TdG, Penton, pur avendo detto in altre sedi che non è bene fidarsi delle tesi degli “ex-qualcosa”. Non ho mai capito con che faccia tosta i TdG internettiani riportino così sovente questa dichiarazione di Messori, visto che essi hanno come hobby maggiore di sparlare della Chiesa Cattolica, e sono per la maggioranza ex cattolici. E’ la stessa ipocrisia con cui applicano le loro ridicole letture bibliche sull’ostracismo, non rendendosi conto che se i cattolici applicassero verso di loro quello che essi fanno agli ex-TdG quasi il 90% degli italiani non li saluterebbe più, in quanto sono ex- cattolici. La prima domanda da farsi è se Messori sapesse che Penton è un ex TdG, e la risposta è s’, c’è scritto chiaramente: “ C'è un importante studio, su cui ci baseremo, da James Penton, il cui padre fu importante dirigente della Congregazione geovista, della quale fece parte James stesso che, uscitone, è ora docente all'università di Toronto e autore di fondamentali opere sulla storia del movimento.”
Dunque Messori sapeva che Penton è un TdG, eppure lo cita, pur avendo manifestato poca confidenza cogli ex in generale. Perché? Ma perché Messori in realtà non ci nessuna tesi di Penton. Non c’è nulla di specifico di Penton nell’articolo di Messori, l’autore s’è limitato ad attingere da Penton i documenti originali dell’epoca, che pure noi abbiamo citato, e sono quelli a parlare chiaro. La Dichiarazione dei fatti in cui si dice che i TdG approvano i nobili ideali del nazismo non è mica un’invenzione di Penton, dunque la credibilità di questo studioso è del tutto irrilevante visto che questi documenti esistono indipendentemente da lui, e Messori s’è accertato di questo, che bastava. Io non sono un ex TdG, conoscevo questi documenti da prima di conoscere Penton, ed ero giunto indipendentemente alle medesime conclusioni, perché sono le carte a parlare. Disinteressato come sono al dibattito Penton, che infatti finora non avevo nominato in questo post.
Vorrei un episodio che illustra bene quanto poco ci sia da smentire, o da fare revisionismo, proprio perché le parole parlano da sole. Si tratta di un episodio che riguarda un testimone imparziale, né TdG né ex TdG, ossia il mensile di cultura ebraica Shalom, al quale scrisse l’ex TdG Maurizio Pederzini per informarli che i TdG tedeschi degli anni ’30 cavalcarono le idee antisemite per potersi ingraziare il regime hitleriano. I petulanti redattori del sito Triangoli Viola scrissero una lettera al mensile Shalom per dire che quell’epistola li calunniava. Il ragionamento che presentano invero non è granché senato, semplicemente si dice che siccome i TdG sono stati perseguitati, allora evidentemente non erano pro-nazisti. Il che è verissimo, ma il fatto che non fossero pro-nazisti non implica che non abbiamo invece provato a sembrarlo inviando un’adesione agli alti ideali del regime al Führer in persona. In conclusione se i TdG non hanno avuto un concordato con la Germania hitleriana non è perché Rutherford fosse indisposto, ma perché era Hitler ad essere loro avverso. I fatti sono molto semplici: le pubblicazioni dei TdG hanno parlato male di Hitler sia prima che dopo la Dichiarazione dei Fatti, prova lampante che sapevano benissimo chi era, eppure nel mezzo, cioè con la Dichiarazione medesima, hanno parlato bene del nazismo, proprio nel tentativo di ingraziarselo e dichiarare l’adesione ad ideali che proprio non erano i loro per ammansire Hitler. Tutto ciò, ossia l’aver parlato male di Hitler prima e dopo la Dichiarazione, non si vede come possa confutare il fatto che hanno parlato bene del nazismo nella Dichiarazione inviata ad Hitler stesso: dimostra solo che Rutherford era un leccaculo ed un bugiardo perché nel ‘ 29 e nel’33 parlava già malissimo del nazionalsocialismo. La Svegliatevi! del 22 agosto 1995, a pagina 6 , cita alcune riviste dell’epoca:
“Le riviste L’Età d’Oro e Consolazione spesso richiamavano l’attenzione sugli sviluppi militaristici che avvenivano in Germania. Nel 1929, più di tre anni prima che Hitler salisse al potere, l'edizione tedesca dell'Età d'Oro del 15 ottobre affermava coraggiosamente: "Il nazionalsocialismo è … un movimento che sta agendo … direttamente al servizio del nemico dell’uomo, il diavolo". Alla vigilia dell’ascesa al potere di Hitler, L’Età d’Oro del 4 gennaio 1933 diceva: "Incombe la minacciosa ombra del movimento nazionalsocialista. Sembra incredibile che un partito politico dalle origini così insignificanti e dalla politica così poco ortodossa possa nel giro di pochi anni assumere proporzioni tali da eclissare la struttura di un governo nazionale. Eppure Adolf Hitler e il suo partito nazionalsocialista (i nazisti) hanno compiuto questa rara impresa".
Dunque nel ’29 era al servizio del diavolo e nel ’33 era un’ombrosa minaccia, poco dopo con la Dichiarazione dei fatti Rutherford invece scriveva: “Instead of being against the principles advocated by the government of Germany, we stand squarely for such principles”, nonché “A careful examination of our books and literature will disclose the fact that the very high ideals held and promulgated by the present national government are set forth in and endorsed and strongly emphasized in our publications”, e ancora “we are the strongest supporters of such high ideals”.
Dunque come si vede il bugiardo sapeva qual era il culo che leccava (e chi lo ignorava del resto? Il Mein Kampf era uscito nel 1925).
Ma dicevo, i petulanti del sito Triangoli Viola, col loro irresistibile bisogno di essere più realisti del re e di “smentire”, si sono beccati questa risposta della rivista Shalom:
“Gentili colleghi,

in questo giornale non vi è alcun bisogno di invocare la Legge sulla stampa perché le precisazioni sono sempre benvenute. Purtroppo c'è poco da smentire quando basta leggere quanto scritto nella "Dichiarazione dei fatti", pubblicata anche nel vostro sito al capitolo "Ebrei" per farsi un'opinione.
Cito testualmente:”
Seguono brani antisemiti della Dichiarazione dei fatti (potete leggere tutta la lettera qui, a me interessava solo l’incipit: http://www.infotdgeova.it/storia/shalom.php" onclick="window.open(this.href);return false; )

Già, con la rivista Shalom anche noi diciamo “c’è ben poco da smentire”.
Un ultimo punto: perché i TdG, anche se insignificanti, furono perseguitati? La persecuzione implica forse che non fossero insignificanti? Nient’affatto.
Perché allora i regimi perseguitano addirittura i singoli, sebbene i singoli siano insignificanti? Perché il nazismo come dice Hannah Arendt era un regime “totalitario”, e il totalitarismo, proprio perché totale, esige la totalità. Non è possibile, neppure per un singolo, esprimere idee contrarie al regime senza essere inquisito, figurarsi dunque un gruppo, per quanto piccolo. La differenza tra Chiesa Cattolica e TdG è che quest’ultimo, oggi come allora, non contavano nulla, motivo per cui Hitler li ha potuti perseguitare senza problemi. Lo studio delle monarchie assolute del ‘600 come quella di Luigi XIV ha portato la storiografia più recente ha rimettere in discussione la categoria “assolutismo”, proprio perché anche all’epoca di Luigi XIV c’erano vari corpi intermedi tra Re e popolo, i Parlamenti delle varie regioni della Francia, termine che all’epoca indicava le alte corti di giustizia che dovevano registrare gli atti del sovrano. I Parlamenti, che rappresentavano gli interessi della nobiltà di toga, svolsero in virtù dei loro radicamento secolare un freno alle ambizioni assolutistiche del Re, poiché difendevano i loro privilegi. Lo stesso meccanismo va applicato alla Chiesa Cattolica: non era possibile per Hitler dire che una cosa radicata da millenni in Germania come la Chiesa Cattolica, e che aveva milioni di fedeli, fosse cancellata, sebbene questo fosse il suo sogno. Ecco perché con la Chiesa Cattolica Hitler volle un concordato mentre coi TdG no, sebbene quest’ultimi l’avessero adulato molto di più della Chiesa Cattolica nella Dichiarazione dei Fatti. Molto semplicemente la Chiesa Cattolica aveva un potere, i TdG no. Questo fatto è moralmente neutro: essere insignificanti non è indice né di grandezza né di bassezza. Erano pochi anche i primi cristiani, ma lo sono anche i mazdei dell’Iran: di per sé la piccolezza come dicevo è un fatto neutro, ma è qualcosa di politicamente pericoloso se sei davanti ad un potere con pretese assolutistiche come quello di Hitler.

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Messaggio da Ray »

polymetis ha scritto: La verità è banalmente una: i TdG erano spaventati per la persecuzione, e si sono regolati di conseguenza, agendo come chiunque altro avrebbe fatto. Hanno usato frasi per apparire sostenitori del nazismo (e non lo erano), e antisemiti, al fine di tentare di compiacere Hitlet. Non lo rimproveriamo certo per aver tentato di salvarsi la vita in questo modo, li rimproveriamo per tentare di negare d’averlo fatto, preservando solo per se stessi una verginità ideologica che non hanno.
:ok:

Infatti quando si fanno notare queste contraddizioni smentiscono categoricamente dicendo che
sono falsi documenti fatti dai soliti apostati.

Non c'è niente da fare negano e negheranno sempre l'evidenza.
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da polymetis »

Continuo il mio post precedente. Ci sono altri due fatti che corroborano l'idea che si volesse tentare un compromesso col Regime nella Dichiarazione dei Fatti del 1933. Secondo un testimone oculare TdG nella sala erano esposte delle bandiera naziste, e fu cantato un inno che aveva la stessa musica dell'Inno Nazionale tedesco. Anche qui la WTS ha tentato di inquinare la storia. Invito alla lettura dell'articolo di Pollina che smonta una Svegliatevi del 1998 in cui si tentano di sminuire questi fatti:

http://www.infotdgeova.it/storia/risposta.php" onclick="window.open(this.href);return false;

Ci sono due punti su cui vorrei soffermarmi dopo la lettura di questo lungo articolo. Il problema delle bandiere nella sala è controverso, visto che abbiamo sia testimoni oculari TdG che ci dicono che quelle bandiere c'erano, sia testimoni oculari che ci dicono che non c'erano affatto. Ci sono delle foto, ma ciò non significa nulla, perché non è detto che sia inquadrato un punto in cui c'erano le svastiche. Se dovessi ragionare da filologo dinnanzi a delle testimonianze contraddittorie sceglierei di agire in base al criterio dell'imbarazzo. Gli storici odierni ritengono plausibili gli episodi dei Vangeli in cui si rivelano particolari imbarazzanti su Gesù o gli apostoli, ad es. il tradimento di Pietro, perché nessun devoto cristiani, quali gli autori dei Vangeli erano, avrebbe avuto motivo per inventare. Quindi tra due testimonianze di devoti TdG, di cui una dica che le bandiere c'erano, e l'altra che dica che non c'erano, occorre preferire quella che dica che c'erano, non si spiega infatti per qualche motivo avrebbe dovuto dire una cosa simile. Le testimonianze che invece dicono che non c'erano bandiere si spiegano come testimonianze di parte, e dunque interessate ad occultare una verità scomoda. Magari non mentivano neppure consapevolmente, semplicemente la loro memoria ha censurato dei particolari scomodi. Chi ha testimoniato che le bandiere non c'erano poteva avere un movente, chi invece ha detto che c'erano non ne ha nessuno.

la testimonianza è di Konrad Franke. Scrive Pollina: "La fonte è tra le più fidate, si tratta infatti di Konrad Franke, già servitore (o sorvegliante) della filiale tedesca della Torre di Guardia dalla fine degli anni quaranta (La Torre di Guardia del 1° maggio 1984, pag. 31; vedi anche La Torre di Guardia del 1° febbraio 1964, pagine 73-76). Nel 1976 questo importante personaggio pronunciò una serie di discorsi in due parti della durata di circa tre ore in tutto, in varie località della Germania Occidentale. Tali discorsi furono registrati su nastro e intitolati «Storia dei testimoni di Geova in Germania». Le informazioni pubblicate sull’episodio "incriminato" derivano quindi dalla fonte più fidata e veritiera che i testimoni di Geova possano desiderare. Non sono state attinte dalla testimonianza di un oppositore, ma di uno che, come scrive la stessa Torre di Guardia, fino alla morte «fu attivo nel combattere l’eccellente combattimento in qualità di soldato del Regno»."

Ed ecco cosa disse:
"Quando arrivammo alla Tennis Halle il mattino successivo ciò che vedemmo ci sconvolse, né trovammo quell’atmosfera che solitamente caratterizzava le assemblee dei testimoni di Geova. Non appena entrati, ci colpì vedere la sala addobbata con le bandiere con la svastica!"

L'articolo della Svegliatevi del 1998 gli contrappone altri ignoti testimoni oculari, ma, come ripeto, una bugia di FranKe non ha nessun movente, mentre una bugia dei TdG negazionisti ne avrebbe.

C'è poi la storia secondo cui i TdG avrebbero suonato l'Inno nazionale tedesco. In realtà hanno solo suonato un loro inno che aveva le stesse note ma un'altro testo. Il punto però è che, sempre da Francke, sappiamo che i TdG avevano smesso da qualche anno di cantare quel cantico, proprio perché la musica era diventata nel frattempo l'inno nazionale tedesco. Non è dunque una coincidenza un po' bislacca che, proprio nel giorno in cui si doveva riunirsi per approvare una Dichiarazione leccaculo nei confronti del nazismo, si sia cantato un inno con le stesse note dell'Inno nazionale tedesco che ormai era considerato fuori moda perché nel frattempo aveva assunto un significato politico allusivo? Questo è un chiaro tentativo di distensione verso il regime. Sempre Francke scrive:
Non appena entrati, ci colpì vedere la sala addobbata con le bandiere con la svastica! E non solo quello: l’adunanza ebbe inizio con un cantico che non cantavamo da anni, specialmente in Germania a motivo della melodia. Sebbene le parole fossero eccellenti, i musicisti presenti in sala riconobbero che le note della melodia erano state tratte dalla musica di «Deutschland, Deutschland, über alles»! Potete immaginare come ci sentimmo? Molti di noi non riuscirono a cantare assieme agli altri; era proprio come se le nostre gole non riuscissero ad emettere alcun suono. Ci chiedevamo come fosse possibile che i responsabili dell’opera non si rendessero conto di cacciarci in gravissime difficoltà, con il pericolo che in quelle difficili circostanze, tutto ciò invece di rafforzarci avrebbe potuto farci cedere non aiutandoci certamente ad assumere una ferma posizione [contro il nazismo]. Possano tutti gli anziani che sono fra noi imparare qualcosa da questi esempi, possano riconoscere la loro responsabilità al riguardo nel prossimo futuro.

Anche questo però è qualcosa di ipotetico. Mettiamola così: cantare un vecchio inno con la stessa musica dell'Inno nazionale tedesco proprio mentre si fa un assemblea in cui si approva un documento leccaculo verso il nazismo è una strana coincidenza, nella quale i maliziosi possono vedere un ulteriore indizio del tentativo di ingraziarsi il regime. Si tratta però di indizi superflui, la prova provata dell'anilingus sta nelle parole della Dichiarazione dei fatti.
Possiamo poi trarre, dall'Annuario del '75 già citato nel precedente post, l'informazione che molti TdG presenti all'assemblea del 1933 percepirono chiaramente la Dichiarazione dei fatti come un tentativo di compromesso verso il regime preparata dal giudice autocrate Rutherford, al punto che lo speaker si rifiutò di proporla all'assemblea per l'approvazione e fu sostituito.

"Molti presenti furono delusi alla "dichiarazione", poiché in molti punti non era così vigorosa come i fratelli avevano sperato. Il fratello Mütze di Dresda, che fino a quel tempo aveva lavorato strettamente col fratello Balzereit, l'accusò in seguito di aver svigorito il testo originale. Non era la prima volta che il fratello Balzereit annacquava il chiaro e inconfondibile linguaggio delle pubblicazioni della Società per evitare difficoltà con il potere governativo. Un gran numero di fratelli si rifiutò di adottarla proprio per questa ragione. Infatti, un ex fratello pellegrino di nome Kipper si rifiutò di proporne l'adozione e dovette sostituirlo un altro fratello. Non poteva giustamente dirsi che la dichiarazione fosse stata adottata all'unanimità, sebbene in seguito il fratello Balzereit comunicasse al fratello Rutherford che lo era stata. I congressisti tornarono a casa stanchi e molti erano delusi"


L'Annuario del 1975 ci dice queste chicche perché sostiene la balla secondo cui quella Dichiarazione fosse stata inquinata da un futuro apostata, tale Balzerait, e dunque la pubblicazione si compiace di tratteggiare il teatrino dei fratelli riluttanti ad approvare la dichiarazione adulterata dall'apostata. Il problema è che come abbiamo visto tutta questa storia della manipolazione è falsa, come può verificare chiunque confrontando l'inglese originale ed il tedesco, e Balzereit è stato assolto da una Svegliatevi successiva. Dunque che cosa dobbiamo tratte dall'Annuario del '75 ora che possiamo espungere il fattore Balzereit dall'equazione? Che i TdG tedeschi del 1933 erano delusi dalla Dichiarazione dei Fatti scritta da Rutherford, e che furono essi stessi a percepirla come un tentativo di compromesso. Lo speaker che si rifiutò di far approvare quel testo ce l'aveva con la Dichiarazione di Rutherford, non con qualche fantomatica manipolazione apostata.
Dunque la testimonianza di Francke è indirettamente corroborata dall'Annuario del 1975. Non siamo noi a dire che nel 1933 la WTS tentò un compromesso col regime, è il comportamento stesso dell'assemblea del 1933, riluttante ad approvare quel testo, che lo attesta. Questo si chiama scendere a compromessi.

Ad maiora
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virtesto
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Buona lettura

Messaggio da virtesto »

I NAZISTI e IL VATICANO
Una strana alleanza

VEDI ANCHE:
NAZISTI E VATICANO:STORIA FOTOGRAFICA DELLE CONNIVENZE FRA CLERO CATTOLICO E CRIMINALI NAZISTI


Hitler, fervente cattolico (a sinistra lo vediamo mentre si fa fotografare all'uscita di una chiesa, devotamente col cappello in mano e, sotto, mentre intrattiene premurosamente una suora in serafico atteggiamento) ha addirittura considerato "profetica" la sua "missione" rifacendosi al un motto dei re prussiani "Gott mit uns!" (Dio è con noi!).

Evidentemente tanto affetto per la Chiesa Cattolica è stato in qualche modo ricambiato, dato che il Vaticano, come è noto e come racconteremo in questa pagina, si è attivamente adoperato per FAR FUGGIRE IN SUDAMERICA il maggior numero possibile di CRIMINALI NAZISTI, salvandoli dai processi per crimini di guerra e concedendo loro, ivi compreso MENGELE, il medico torturatore di bambini, il PASSAPORTO DIPLOMATICO DELLA SANTA SEDE con tanto di falso nome.

Il riverente ossequio dello Stato italiano nei confronti del Vaticano ha sempre ostacolato una completa ricostruzione storica di ciò che si celava dietro un simile costante ed appassionato interessamento.

Recentemente però, allo scadere dei 50 anni di segretezza, gli USA hanno aperto gli archivi di guerra, (ovvero nel 1995), evidenziando ancora di più le complicità della "santa sede" nelle operazioni di "salvataggio" dei criminali nazisti.

Sorge spontanea la domanda: PERCHE' tanta reciproca amicizia fra Nazisti e Vaticano?
Perché la chiesa cattolica si è sentita in qualche modo "debitrice" e riconoscente nei confronti dei NAZISTI?

Certamente i nazisti e il Vaticano condividevano gli stessi "nemici storici": gli EBREI e i COMUNISTI. ma questo non basta a spiegare i motivi di un affiatamento così coordinato.

La fuga di molti criminali nazisti in sudamerica, la perfetta organizzazione che ha consentito loro di disporre di passaporti della santa sede con falso nome e con incredibile tempestività, il loro inserimento sociale nella nuova patria, prevalentemente l'Argentina, scrupolosamente curato e finanziato dalla chiesa cattolica.... tutto lascia supporre che il Vaticano avesse stabilito già da tempo degli accordi segreti con i nazisti che prevedevano una tale forma di assistenza in caso di disfatta.

Chissà cosa prevedevano questi misteriosi accordi nel caso in cui la guerra fosse stata sciaguratamente vinta dai tedeschi! Nessuno lo saprà mai, sia per la difficoltà di simili ricerche storiche, sia perché i diretti interessati hanno ovviamente i loro motivi per mantenere la più totale ed impenetrabile omertà.

Sotto: Foto di vescovi che partecipano sorridenti a manifestazioni naziste


Spettacolare immagine di vescovi col braccio alzato nel saluto nazista "Heil Hitler!



































Joseph Mengele
Medico nazista appassionato di "esperimenti"
su cavie umane, compresi i bambini
Sfuggito alla giustizia grazie ad un passaporto del vaticano
che gli ha consentito di fuggire in sudamerica

mengeleFu il dottor-morte, l’angelo nero di Auschwitz, la "primula rossa" del nazional-socialismo, colui che sterminò migliaia di ebrei, utilizzandoli come cavie umane, in esperimenti indicibili, volti a ricercare il gene per la creazione di una pura e sacra razza ariana.

Nato a Gunzburg, il 16 marzo 1911, figlio di una facoltosa famiglia di imprenditori tedeschi, si iscrisse alla facoltà di medicina, conseguendo la laurea nel 1935, con una tesi, di cui fu relatore il professor Mollison, convinto sostenitore della disparità delle razze, che gli procurò un posto da ricercatore presso l’università di Francoforte, ove Mengele fece l’incontro fatale con il professor Ottmar von Verschuer, genetista del reich e teorico della manipolazione genetica, convinto che la chiave per la creazione di una pura razza ariana, fosse da ricercare nel sistema biologico dei gemelli.

Arruolatosi nelle SS, ed autorizzato alle nozze con Irene Schoenbein, allo scoppio della guerra Mengele fu inviato all’ufficio di Poznan per la razza e gli insediamenti umani fino al 1942, quando venne assegnato al corpo sanitario della divisione Waffen SS Wiking, stanziata sul fronte russo; poco più tardi venne ferito, rimpatriato a Berlino e decorato al valore con la croce di ferro di prima classe; ritornato nella capitale, si ricongiunse con il professor Verschuer, divenuto, nel frattempo, direttore del dipartimento di antropologia e genetica del prestigioso "Kaiser Wilhelm Institut"; i due proseguirono i loro studi sulla teoria dei gemelli, rendendosi ben presto conto che la guerra stava offrendo la possibilità di sfruttare direttamente, per le loro ricerche, cavie umane, attingendo alle decine di migliaia di ebrei, deportati nei campi di concentramento.

Il 30 maggio 1943 fu il giorno della svolta: Josef Mengele venne inviato in Polonia, presso il campo di sterminio destinato a diventare l’emblema dell’olocausto, Auschwitz, ove sarebbe, tristemente, divenuto noto come "l’angelo sterminatore", in quanto non solo si occupò delle selezioni dei nuovi arrivati, con assoluto potere di vita o di morte, ma, in via principale, si dedicò alla continuazione dei suoi studi, facendo ricorso allo sterminato serbatoio umano a sua disposizione.

Nel suo laboratorio, presso il blocco numero 10 del campo, si lasciò andare ad esperimenti indicibili, agghiaccianti, aventi ad oggetto, soprattutto, le coppie di gemelli rastrellate nel campo: operazioni senza anestesia, mutilazioni, iniezioni di virus come la lebbra o il tifo. Mengele praticò trasfusioni incrociate tra gemelli, tentò di creare in laboratorio dei fratelli siamesi, cucendoli insieme, iniettò liquido nei loro occhi al fine di mutarne il colore, procedette a castrazioni, sterilizzazioni, congelamenti ed ad altri orrori indicibili.

Il suo laboratorio era un raccapricciante coacervo di ossa feti, organi sottovuoto, cervelli, tutto materiale che veniva inviato a Berlino, al maestro professor Verschuer.

Con l’avvicinarsi della sconfitta l’angelo nero pianificò, meticolosamente, la sua fuga, che lo condusse in Sudamerica, sotto falso nome ("Gregor Helmut") GRAZIE AL PASSAPORTO GENTILMENTE FORNITO DAL VATICANO.

Nonostante la spietata caccia mossagli dal servizio segreto israeliano, riuscì a farla franca e ad evitare la resa dei conti per i suoi spaventosi crimini.

Nessuno è tuttora a conoscenza del vero destino di Mengele; si dice che sia morto il 24 gennaio 1979, per annegamento, a Bertioga, in Brasile, ma in realtà, quelle che sono state le vicende dell’angelo sterminatore di Auschwitz, rimarranno, per sempre, avvolte nel mistero.





RISULTATI DI UNA INDAGINE CONDOTTA
DAL QUOTIDIANO SECOLO XIX





Le lunghe indagini di Goni, volte a dimostrare che l'immigrazione in Argentina di criminali della Seconda Guerra Mondiale non fu subita passivamente bensì pianificata e organizzata dal governo di Juan Domingo Peron con la collaborazione di ex ufficiale delle SS e con la complicità della Chiesa, accendevano di riflesso i riflettori su Genova.

La città veniva indicata quale luogo di passaggio, soggiorno e imbarco di alcuni fra i più noti e sanguinari ufficiali delle SS e di collaborazionisti francesi e ustascia. La rete di protezione e aiuto dei gerarchi in fuga aveva visto la luce a Genova nel 1947 con l'apertura in via Albaro 38 degli uffici della Daie - Delegaciòn Argentina de Inmigraciòn en Europa - ad opera di Carlos Fuldner, ex ufficiale delle SS di nazionalità tedesco-argentina, inviato speciale del presidente Peron.



Ad occuparsi dell'accoglienza e delle formalità di imbarco verso il Sudamerica erano dei sacerdoti: in particolare il francescano ungherese della parrocchia di Sant'Antonio di Pegli, Edoardo Dömoter, e l'ex ustascia padre Carlo Petranovic e, in almeno un'occasione, del segretario della Confraternita di San Girolamo, a Roma, padre Krunuslav Draganovic.

Sulla scorta di questi elementi, l'inchiesta del Secolo XIX è andata ricostruendo le tappe della presenza in città e dell'imbarco verso il Sudamerica di criminali nazisti come Adolf Eichmann, Klaus Barbie, Eric Preibke, Joseph Mengele, Gerhard Bohne, del capo ustascia Ante Pavelic e dei suoi stretti collaboratori. Il tutto attraverso l'esame e la pubblicazione di documenti - i passaporti della Croce Rossa rilasciati ai fuggitivi, i cartellini di sbarco in Argentina ritrovati negli archivi desecretati del Centro di Immigrazione di Buenos Aires, i rapporti del Foreign Office e dell'intellingence americana, l'esame della corrispondenza di alti prelati vaticani quali monsignor Alois Hudal e il cardinal Eugene Tisserant... - interviste a personaggi coinvolti nella vicenda, interventi di storici e reportage da Buenos Aires, Washington e dal Canada.

Partirono da Genova, con coperture del clero, Mengele, Eichmann, Priebke: "Il Secolo XIX - scrive Le Monde - fornisce date, indirizzi dei nascondigli, nomi e stabilisce connessioni fra tutto ciò, ricordando il ruolo dell'organizzazione Odessa, e pubblicando documenti compromettenti".





Ferenc Vajta

Ferenc Vajta era un criminale di guerra ungherese autore di spietati eccidi di massa.

È stato protagonista attivo della politica clandestina degli emigrati politici sin dal 1932, quando cominciò a impegnarsi in questi campi per ordine del Ministero degli Affari Esteri ungherese.

Fu uno dei principali propagandisti nazisti nei quotidiani patrocinati dalla Germania, aveva lavorato per i servizi segreti ungheresi prima della guerra. Il 10 aprile 1947, Vajta fu arrestato a Roma dalle autorità italiane, ma il 26 aprile venne rilasciato, malgrado si trovasse sulla lista ufficiale dei criminali di guerra e lItalia dovesse consegnarlo come tale alle autorità straniere.

Il rilascio di Vajta era stato congegnato da Pecorari, segretario generale della Democrazia Cristiana [e vicepresidente dellAssemblea costituente] e da Insabato, capo del Partito Agrario Italiano.

Aveva eccellenti contatti in Vaticano, in Inghilterra, in Francia e in Spagna. Inoltre conosceva personalmente il generale Franco, il ministro degli esteri spagnolo Artajo e il cardinale primate di Spagna. Nel 1947, Vajta intraprese un viaggio segreto con Casimir Papee, uno straordinario diplomatico polacco presso la Santa Sede dal 1939, un autorevole membro dellIntermarium [che aveva] collegamenti con i servizi segreti occidentali. Nel corso del loro viaggio i due sincontrano con funzionari dei servizi segreti inglesi e francesi.

A seguito di pressioni da parte del governo ungherese, la polizia italiana emise un mandato d'arresto nei confronti di Vajta. Il 3 settembre, al ritorno dal suo viaggio con Papee, lungherese fu avvisato del suo imminente arresto. Vajta si recò immediatamente a Castelgandolfo, la residenza estiva del Pontefice. La mattina del giorno successivo poté tornare impunemente a Roma, grazie alle sue potenti amicizie: Alcide De Gasperi, che era anche primo ministro, aveva personalmente garantito per la [sua] salvezza. Inoltre egli aveva ottenuto dei documenti falsi, rilasciati dai francesi. A Roma ottenne una breve ospitalità presso un padre gesuita ungherese nell'Università Gregoriana Gesuita, e scappò poi per Livorno con la gente del CIC Gowen, per poi scappare in Spagna. Da quell'anno, si mise a lavorare per gli americani al progetto dell'Unione Continentale.

Il 16 dicembre 1947 arriva a New York con un visto emesso dal consolato americano a Madrid e contrassegnato dalla dicitura "Diplomatico". Negli USA, Vajta incontrò il cardinale Spellmann, il leader gesuita padre La Farge e un gran numero di capi politici emigrati allo scopo di procurarsi appoggi per lUnione Continentale. La visita di Vajta non passò inosservata, e grazie all'intervento dei due noti giornalisti Drew Pearson e Walter Winchell il governo fu sommerso dalla pubblicità negativa.

Vajta fu immediatamente arrestato, e il 3 febbraio 1948 gli ungheresi chiesero la sua estradizione. Gli americani non volevano restituirlo all'Ungheria e finalmente fu cacciato dagli Stati Uniti nel febbraio del 1950 e dopo il rifiuto da parte di Italia e Spagna di raccoglierlo, andò in Colombia. Il Vaticano intervenne e fece in modo che la Colombia lo accettasse e che un piccolo collegio cattolico situato laggiù lo impiegasse. Trascorse il resto della sua vita a Bogotà come professore di economia.

Gustav Wagner

Comandante del campo di concentramento di Sobibor durante la guerra. Arrestato, fuggì dalle prigioni alleate e percorse insieme a Franz Stangl la strada per Roma.
Fuggì infine in Brasile grazie all'opera caritatevole del vescovo Hudal.



Alois Brunner

Uno degli ufficiali più spietati che portarono a compimento il programma di deportazione degli ebrei, riuscì a fuggire attraverso la rete ordita dal Vaticano per permettere la fuga dei nazisti. Fuggì a Damasco, in Siria, dove vive ancora sotto il nome di dottor George Fischer, impunito per le centinaia di migliaia di vittime che inviò a Stangl e Wagner affinché le processassero.



Walter Rauff

Criminale di guerra, capo della Gestapo nella Repubblica di Salò e terminale milanese della rete di fuga del vescovo Hudal nel dopoguerra. Partecipò direttamente allo sterminio degli Ebrei, mettendo a punto una innovativa tecnica di morte: A seguito dellangoscia provata da Himmler [ministro degli interni] nell'assistere a una fucilazione di massa di ebrei a Minsk nel 1941, Rauff aveva diretto lo svolgimento del programma per la messa a punto di furgoni a gas mobili nei quali morirono circa centomila persone, per la maggior parte donne e bambini dell'Europa orientale. In seguito alla caduta del regime di Mussolini, nel settembre del 1943 Rauff fu inviato in Italia settentrionale, dove prestò servizio presso le SS nella zona intorno a Genova, Torino e Milano. Ancora una volta il suo incarico era quello di sterminare la popolazione ebrea.

Nella primavera del 1943, il vescovo Hudal entrò in contatto con questo famigerato autore di stragi, incontrandolo a Roma, dove Rauff era stato mandato dal suo superiore Martin Borrmann per sei mesi. In quei mesi furono stabiliti i primi contatti col Vaticano, che avrebbero portato, infine, all'istituzione da parte di Hudal di una rete per l'espatrio clandestino dei criminali nazisti. Con l'aiuto di Rauff, i più alti funzionari della Wehrmacht nell'Italia settentrionale [ed in particolare l'Obergruppenführer Karl Wolff] intrapresero una serie di negoziati segreti per la resa. Allen Dulles, il capo del servizio segreto americano in Svizzera, concluse la resa con le forze tedesche con l'aiuto di intermediari del Vaticano. A questi negoziati venne dato il nome in codice di "operazione Sunrise" e, anche se non abbreviarono la guerra, gli ufficiali nazisti che vi parteciparono sfuggirono ad una dura pena. Sull'operazione Sunrise, Il Secolo Corto ci fornisce ulteriori particolari.

L'operazione era condotta ufficialmente per risparmiare inutili morti, ma il suo scopo reale era invece di evitare che fossero i partigiani democratici italiani a conseguire la vittoria sull'esercito tedesco, poiché ciò avrebbe rafforzato il loro potere. I contatti fra Dulles e Rauff erano cominciati già all'inizio del gennaio 1945. Nel marzo dello stesso anno, le trattative fra OSS e SS erano giunte a un punto talmente avanzato da giustificare una prova concreta di buona fede da parte tedesca. Il 3 marzo Walter Rauff ebbe un incontro a Lugano con Dulles. Lincontro servì per organizzare il rilascio dei prigionieri americani e inglesi che si trovavano nelle mani della Gestapo in Italia. Le trattative proseguirono poi a ritmo serrato. A metà aprile Wolff si recò in Svizzera contando sulla sua reputazione personale presso gli anglo-americani per ottenere garanzie da parte di Dulles che "gli elementi idealisti e rispettabili dellesercito, del partito, e delle SS avrebbero potuto svolgere una parte attiva nella ricostruzione della Germania". Non si trattava quindi soltanto della resa delle truppe tedesche nell'Italia settentrionale, ma di qualcosa che implicava una connivenza futura con i quadri qualificati del nazismo.

Dulles concesse in pratica un'amnistia ufficiosa alle SS. Quasi una pace separata, comprendente non solo la salvaguardia della vita, ma anche la libertà personale e la protezione dell'espatrio verso luoghi lontani e sicuri. Quando, il 29 aprile del 1945, l'esercito tedesco si arrese, Rauff ottenne un falso passaporto a nome di Carlo Comte e affittò un appartamento a Milano. Poi prese la sua copia dei documenti della polizia segreta di Mussolini, che comprendevano le liste degli iscritti al partito fascista, e la seppellì di nascosto fuori città. Sapeva che quei documenti si sarebbero rivelati molto utili nei mesi a venire e la sua previsione si dimostrò corretta. Il giorno seguente, tuttavia, Rauff venne arrestato dagli americani e rinchiuso nella prigione di San Vittore a Milano. Nel giro di alcune ore, arrivò un sacerdote e fece in modo che l'ufficiale tedesco venisse trasferito in un ospedale dell'esercito americano. Rauff venne rilasciato per essere affidato alla custodia della "S Force Verona", un'unità dell'OSS che operava con la squadra di controspionaggio speciale anglo-americana in Italia, comandata da James Jesus Angleton. Tra le altre cose, la S Force era l'equivalente occidentale della sezione anticomunista di Rauff durante la guerra.

NOTA: Angleton e Dulles divennero in seguito, rispettivamente, capo del controspionaggio e direttore della CIA, e mantennero per tutta la durata della loro carriera il controllo esclusivo sui collegamenti tra i servizi segreti americani ed il Vaticano. Rauff fu rilasciato dopo un lungo interrogatorio sulle attività anticomuniste della Gestapo. Monsignor Giuseppe Bicchierai, segretario del cardinale di Milano Schuster, organizzò le cose in modo tale che questi potesse starsene nascosto nei conventi della Santa Sede.

Rauff prese contatto con l'arcivescovo di Genova Siri e andò immediatamente a Milano a lavorare per il Vaticano alla creazione di un sistema per far fuggire clandestinamente i nazisti.

Secondo Il Secolo Corto, dal 1945 al 1949 Rauff, agendo per conto dei servizi segreti americani sotto la copertura di un'organizzazione di aiuto ai rifugiati gestita dal Vaticano, avrebbe fatto partire clandestinamente verso asili sicuri più di 5.000 fra agenti della Gestapo e SS.

Nel 1949 Rauff lascia l'Italia per il Sud America, senza neanche prendere la precauzione di usare documenti falsi: il nome sul passaporto era infatti proprio il suo. Visse tranquillamente in Cile, paese che ne negò l'estradizione anche dopo che fu eletto il socialista Salvador Allende.



Adolf Eichmann

Principale artefice dell'olocausto nella veste di capo del Dipartimento per gli affari ebrei. Nel 1950, Hudal gli fornì una nuova identità, quella del profugo croato Richard Klement e lo mandò a Genova. Lì Eichmann fu nascosto in un monastero, sotto il controllo caritatevole dell'arcivescovo Siri, prima di essere fatto fuggire clandestinamente in Sudamerica.
virtesto
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Da parte mia...

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...volevo aggiungere che, in fin dei conti, molti TdG sono finiti nelle camere a gas dei nazisti. Ma mentre gli ebrei ci finivano in quanto tali, i TdG avrebbero potuto abiurare della loro fede e salvarsi.

Quindi ci vuole rispetto per queste persone. Massimo rispetto.
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polymetis
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Caro Virtesto, ho letto il tuo articolo due volte, perché ad una prima lettura non ho trovato alcunché di rilevante per questa discussione e dunque mi sono chiesto perché mai l'avessi postato. La seconda lettura mi ha confermato che non c'era nessuna attinenza. Cosa c'entra la Chiesa Cattolica in questa discussione? Eventuali collusioni di esponenti delle gerarchie vaticane col nazismo rendono forse meno falsa la pretesa dei TdG di essere immacolati e mai ideologicamente compromessi col regime? E sono forse cattolici Achille e gli altri ex-TdG intervenuti in questa discussione?

In realtà, anche dal punto di vista ideologico, non si vede proprio che cosa c'entri quello che hai postato. L'articolo che citi fa un po' di pastolotto tra "Chiesa Cattolica", "Vaticano", e singoli alti prelati. Innanzitutto Mengele non è scappato con un passaporto Vaticano ma della Croce Rossa, che, come molti altri, gli è stato attribuito perché una rete di altri prelati filo-nazisti ha indicato alla Croce Rossa questi criminali come gente che per motivi umanitari aveva bisogno di lasciare il paese. Non vedo però cosa ciò c'entri con un cedimento ideologico della Chiesa Cattolica o anche solo dello Stato del Vaticano, che sono due cose diverse. Non sarebbe stato un cedimento ideologico della Chiesa Cattolica neppure concedere un passaporto vaticano a qualcuno di costoro, infatti non c'è nessun motivo di immaginare che il papa controlli gli addetti dell'ufficio passaporti, e che se un cardinale chiede di far una pratica per un suo devoto amico, quel povero impiegato pensi male. Men che meno dunque un passaporto che come ripeto non è Vaticano ma della Croce Rossa e dato sulla base di dichiarazione alla Croce Rossa stessa di diversi prelati filo-nazisti.
Non è certo un mistero che all'interno del clero c'erano prelati simpatizzanti col regime, esattamente come ce n'erano di tendenza opposta, ad es. in Germania il cardinal von Galen che predicava incessantemente contro il regime. Com'è noto agli storici nei conventi dell'Italia durante il fascismo hanno trovato rifugio tanto i fascisti che gli antifascisti (es. il comunista Togliatti) o molti ebrei romani. Tutto stava nel sapere a che monastero bussare per sapere se il suo abate fosse fascista o antifascista. Trovo dunque tutto ciò straordinariamente irrilevante al fine di sapere quale fosse la posizione del magistero della Chiesa, che non ha mai appoggiato il nazismo, anzi, l'ha esplicitamente condannato nella Mit brennender sorge. E' proprio questo il punto, la dirigenza dei TdG che col giudice Rutherford ha avuto un tentativo di compromesso ideologico e di elogio del regime nazista, che invece non c'è stata in alcun documento del magistero cattolico. Dunque scusa ma mi interessano poco le miserie o gli eroismi di questo o quell'ecclesiastico, a me interessa l'insegnamento della Chiesa. A dire il vero come cattolici non ci importa neppure di quello che fa il papa, a meno che non lo faccia in un documento magisteriale, visto che Dio gli ha garantito l'infallibilità dottrinale e non l'assenza di peccati, e che, poiché validitas sacromentorum ex opere operato, un papa nazista e pedofilo che gettasse una bomba atomica su una città potrebbe celebrare validamente un'eucaristia, senza che ciò per la dottrina cattolica presenti un qualche problema.
CIò detto alcuni punti: Hitler non era un fervente cattolico, e non si vede che cosa c'entri l'uscire da una Chiesa togliendosi il cappello. Sarebbe come dire che se, come ho effettivamente fatto visitando una moschea a Parigi, io entro togliendomi le scarpe, allora sono musulmano. E' ben noto che Hitler sognava l'eradicazione dell'intero cristianesimo dalla Germania, e palesa la sua avversione per il cristianesimo sin dai tempi del Mein Kampf. QUi una serie di citazioni di Hitler sulla Chiesa Cattolica:

http://www.libertaepersona.org/wordpres ... onosciuto/" onclick="window.open(this.href);return false;
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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virtesto ha scritto:...volevo aggiungere che, in fin dei conti, molti TdG sono finiti nelle camere a gas dei nazisti. Ma mentre gli ebrei ci finivano in quanto tali, i TdG avrebbero potuto abiurare della loro fede e salvarsi.

Quindi ci vuole rispetto per queste persone. Massimo rispetto.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la valutazione del tentativo di compromesso ideologico di Rutherford, che ci fu. Essere stati perseguitati prima e dopo la Dichiarazione dei Fatti non implica alcunché sul problema se questa sia stata o meno un tentativo (fallito) di ingraziarsi il regime. Mentre Pio XI diceva in un noto discorso "l'antisemitismo è inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti", il giudice Rutherford si baloccava con frasi sulla plutocrazia materialistica giudaica che sembrano uscite dai film Luce fatti durante il Ventennio.

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Penso che ora possa bastare.

Messaggio da virtesto »

Se l’Argentina di Perón era la «terra promessa», il cuore e il cervello dell’intera operazione Odessa era a Roma (dove Perón soggiornò dal 1939 al 1941), nel cuore del Vaticano. Nazisti e fascisti avevano perso la guerra; ma ai vinti non mancò mai il soccorso dei vincitori; il sostegno di quelle istituzioni che, formalmente antifasciste e democratiche, erano invece in rigorosa continuità con i vecchi apparati del regime fascista. Fu l’anticomunismo, furono le prime avvisaglie della «guerra fredda» a spingere i vincitori a salvare i vinti. Il Vaticano fu il motore di questa scelta. Il Mons.Montini fu il protagonista di questo intervento che garantì l’incolumità a criminali come Erich Priebke, Josef Mengele, Adolf Eichmann ecc.. Vaticano fu il crocevia di tutta una serie di iniziative che puntavano a rimettere in piedi il movimento ustascia di Ante Pavelic per organizzare una guerriglia anticomunista contro la Jugoslavia di Tito. Già nel 1947 i servizi segreti USA avevano stabilito che «i registri di Ginevra inerenti tutti i passaporti concessi dalla Croce Rossa interna- zionale avrebbe rivelato fatti sorprendenti e incredibili». Oggi la disamina di quei registri è possibile e Goñi l’ha fatta. E le sue conclusioni sono nette: la Chiesa cattolica non fu solo un complice dell’«operazione Odessa» ma la sua protagonista indiscussa. Oltre a Mons. Montini i suoi vertici furono i cardinali Eugène Tisserant e Antonio Caggiano (argentino). La dimensione operativa fu curata da una pattuglia di alti prelati: il futuro cardinale genovese Siri, il vescovo austriaco Alois Hudal (parroco della chiesa di Santa Maria dell’Anima a Roma e guida spirituale della comunità tedesca in Italia), il sacerdote croato Krunoslav Draganovic, il vescovo argentino Augustín Barrère.

I documenti citati da Goñi sono molti e convincenti, come una lettera del 31 agosto 1946 del vescovo Hudal a Perón che chiedeva di consentire l’ingresso in Argentina a «5 .000 combattenti anticomunisti». Un progetto più ambizioso puntava a unire, con la leadership del Vaticano, i paesi dell’Europa cattolica, Ungheria, Romania, Slovenia, Italia, Spagna, Portogallo e Francia di Vichy per integrarli nel «nuovo ordine europeo» voluto dai nazisti. In quel periodo (1942-1943), in Sud America governi filonazisti esistevano già in Argentina, Cile, Bolivia e Paraguay.

La centrale italiana operò soprattutto per il salvataggio degli ustascia di Ante Pavelic. Alla fine
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Ancora con il vaticano ?

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polymetis ha scritto:
virtesto ha scritto:...volevo aggiungere che, in fin dei conti, molti TdG sono finiti nelle camere a gas dei nazisti. Ma mentre gli ebrei ci finivano in quanto tali, i TdG avrebbero potuto abiurare della loro fede e salvarsi.

Quindi ci vuole rispetto per queste persone. Massimo rispetto.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la valutazione del tentativo di compromesso ideologico di Rutherford, che ci fu. Essere stati perseguitati prima e dopo la Dichiarazione dei Fatti non implica alcunché sul problema se questa sia stata o meno un tentativo (fallito) di ingraziarsi il regime. Mentre Pio XI diceva in un noto discorso "l'antisemitismo è inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti", il giudice Rutherford si baloccava con frasi sulla plutocrazia materialistica giudaica che sembrano uscite dai film Luce fatti durante il Ventennio.

Ad maiora
:ok:

Questa è la solita propaganda dei capoccia "americani",ricordo queste frasi quando incominciai a studiare con loro.

Il rispetto è dovuto, perché sono persone che sono morte per delle idee religiose
chi muore per un ideale senza ledere la libertà altrui ha comunque il mio rispetto.

Anche se non condivido il motivo ,perché diciamo la verità sono morte per le idee di un folle,idee e dottrine
più volte "aggiustate nel corso degli anni.

E questo che mi fa un po rabbia,sono morte per restare fedele a Rutherford e di certo non a D-o.
Chi lo dice che D-o vuole sacrifici ?

Se Rutherford voleva salvare davvero quelle persone poteva farlo ,come la società l'ha fatto con i idg del Messico
infatti in Messico le cose si svolsero in modo diverso ,come scriveva R.Franz nel suo libro.

https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... co#p143246" onclick="window.open(this.href);return false;
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Il nonnosa poco fa... ;-)

Messaggio da Ray »

Penso che ora possa bastare per far capire che chi ci rimette in fin dei conti, chi ne fa le spese
è sempre il "malcapitato" di turno o i malcapitati,fra contese e guerre ,tutto questo sempre in nome di D-o.

rissa fra tdg e cattolici.jpg
rissa fra tdg e cattolici.jpg (98.26 KiB) Visto 2632 volte
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da polymetis »

virtesto ha scritto:Se l’Argentina di Perón era la «terra promessa», il cuore e il cervello dell’intera operazione Odessa era a Roma (dove Perón soggiornò dal 1939 al 1941), nel cuore del Vaticano. Nazisti e fascisti avevano perso la guerra; ma ai vinti non mancò mai il soccorso dei vincitori; il sostegno di quelle istituzioni che, formalmente antifasciste e democratiche, erano invece in rigorosa continuità con i vecchi apparati del regime fascista. Fu l’anticomunismo, furono le prime avvisaglie della «guerra fredda» a spingere i vincitori a salvare i vinti. Il Vaticano fu il motore di questa scelta. Il Mons.Montini fu il protagonista di questo intervento che garantì l’incolumità a criminali come Erich Priebke, Josef Mengele, Adolf Eichmann ecc.. Vaticano fu il crocevia di tutta una serie di iniziative che puntavano a rimettere in piedi il movimento ustascia di Ante Pavelic per organizzare una guerriglia anticomunista contro la Jugoslavia di Tito. Già nel 1947 i servizi segreti USA avevano stabilito che «i registri di Ginevra inerenti tutti i passaporti concessi dalla Croce Rossa interna- zionale avrebbe rivelato fatti sorprendenti e incredibili». Oggi la disamina di quei registri è possibile e Goñi l’ha fatta. E le sue conclusioni sono nette: la Chiesa cattolica non fu solo un complice dell’«operazione Odessa» ma la sua protagonista indiscussa. Oltre a Mons. Montini i suoi vertici furono i cardinali Eugène Tisserant e Antonio Caggiano (argentino). La dimensione operativa fu curata da una pattuglia di alti prelati: il futuro cardinale genovese Siri, il vescovo austriaco Alois Hudal (parroco della chiesa di Santa Maria dell’Anima a Roma e guida spirituale della comunità tedesca in Italia), il sacerdote croato Krunoslav Draganovic, il vescovo argentino Augustín Barrère.

I documenti citati da Goñi sono molti e convincenti, come una lettera del 31 agosto 1946 del vescovo Hudal a Perón che chiedeva di consentire l’ingresso in Argentina a «5 .000 combattenti anticomunisti». Un progetto più ambizioso puntava a unire, con la leadership del Vaticano, i paesi dell’Europa cattolica, Ungheria, Romania, Slovenia, Italia, Spagna, Portogallo e Francia di Vichy per integrarli nel «nuovo ordine europeo» voluto dai nazisti. In quel periodo (1942-1943), in Sud America governi filonazisti esistevano già in Argentina, Cile, Bolivia e Paraguay.

La centrale italiana operò soprattutto per il salvataggio degli ustascia di Ante Pavelic. Alla fine
Il regolamento impone di citare le fonti dei copia&incolla di questo ulteriore articolo completamente irrilevante tanto per l'argomento della discussione quanto per stabilire il problema della dottrina cattolica circa il nazionalsocialismo:

http://www.pickline.it/2013/05/31/vatic ... zisti/6168" onclick="window.open(this.href);return false;

L'articolista confonde ancora una volta la Chiesa Cattolica, il Vaticano (che non si sa bene cosa sia), e i cardinali cattolici. Pare che per l'articolista basti essere una delle decine di cardinali che risiedono a Roma e collaborare con qualcosa perché magicamente "il Vaticano" collabori con qualcosa.

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Messaggio da Cogitabonda »

Virtesto, i religiosi cattolici che aiutarono i criminali nazisti a fuggire dall'Europa hanno nomi e cognomi che sono noti da tempo, Hudal, Tisserant, Draganovic ecc. Non ci stai insegnando nulla di nuovo. Però ignori, oppure sai ma ometti, i nomi di quei religiosi, sempre cattolici, che in Israele hanno i loro nomi iscritti nell'elenco dei Giusti tra le nazioni, cioè coloro che a rischio della propria vita salvarono vite di ebrei. Non è difficile trovare questo elenco sul web, leggendo il solo elenco degli italiani ho contato una quarantina di nomi precedeti da un "don", "suor" o " mons."
In conclusione, ci sono stati fra i cattolici coloro che hanno rischiato e talvolta perso la vita per salvare ebrei, altri che hanno aiutato i nazisti. E nessuno di questi fatti, per quanto importante in sè, ha il minimo rilievo nelle considerazioni sull'antisemitismo manifestato da Mr. Rutherford.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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Chiedo scusa...

Messaggio da virtesto »

..avete perfettamente ragione. La fonte, sopratutto, è il libro "Operazione Odessa" di Goni Uki, un giornalista argentino che scrisse il libro dopo che furono disponibili gli archivi di Stato argentini. I nomi dei "gerarchi" cattolici li prese da lì. Non sono fanfaronate.

Pensate che i gerarchi nazisti di religione Luterana venivano prima convertiti di corsa al cattolicesimo da un vescovo ALTOATESINO, poi fornivano loro passaporto vaticano e partenza da Genova.

Per quanto riguarda Pio XII ed il suo atteggiamento di aiuto verso gli ebrei perseguitati, come scrive Polymetis, tenete presente che quel papa applicò semplicemente la 'pietas', cristiana, cioè se gli presentavano un caso lui cercava di aiutare e risolverlo. Ma non ci furono mai sue iniziative per contrastare l'olocausto ebraico.

C'è tanto materiale sul Web riguardo a questo argomento, penso sia inutile ricominciare a fare come gli stambecchi fra noi. Ognuno legga e se ne faccia un'idea.
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Messaggio da polymetis »

..avete perfettamente ragione. La fonte, sopratutto, è il libro "Operazione Odessa" di Goni Uki, un giornalista argentino che scrisse il libro dopo che furono disponibili gli archivi di Stato argentini. I nomi dei "gerarchi" cattolici li prese da lì. Non sono fanfaronate
E' tutto terribilmente vero quanto terribilmente irrilevante. Cosa c'entra l'atteggiamento di qualche cardinale cattolico col parere della Chiesa?
"Per quanto riguarda Pio XII ed il suo atteggiamento di aiuto verso gli ebrei perseguitati, come scrive Polymetis, tenete presente che quel papa applicò semplicemente la 'pietas', cristiana, cioè se gli presentavano un caso lui cercava di aiutare e risolverlo. Ma non ci furono mai sue iniziative per contrastare l'olocausto ebraico."
Scusa ma cosa avrebbe dovuto fare? Pio XII ha aiutato gli Ebrei come poteva: ha ordinato di nasconderli nei conventi romani e, allorché il rabbino capo di Roma venne a chiedergli dell'oro perché i nazisti avevano minacciato gli ebrei del ghetto di rastrellarli se non avessero pagato un riscatto, il papa glielo concesse.
L'unica cosa parzialmente vera che si può dire è che Pio XII, a differenza del suo predecessore, non prese posizione in documenti dottrinali contro il nazismo. Questo si deve al suo temperamento e ad una scelta che possiamo condividere o meno ma del tutto calcolata: temeva che una condanna aperta del nazismo avrebbe causato una persecuzione dei cattolici tedeschi e dunque, in quanto padre di questi perseguitati, tacque per evitare maggiori mali. L'unico caso a me noto di intervento scoperto contro il nazismo è il radiomessaggio natalizio del 1942.

In compenso Pio XII decise di combattere Hitler in altra maniera, ossia appoggiando la rete di chi voleva la sua caduta. Una rete spionistica di informatori del Vaticano venne messa al servizio degli alleati come ben ha documentato Mark Riebling nel libro "Le spie del Vaticano".
Il papa odiava Hitler, al punto da crederlo posseduto e da fare un esorcismo a distanza per liberarlo dall'influenza del demonio, in compenso pare che l'antipatia fosse reciproca perché Hitler meditava di rapirlo e portarlo via da Roma durante l'occupazione (l che mostra bene quanto lo considerasse un nemico). http://www.corriere.it/cronache/16_lugl ... 7368.shtml" onclick="window.open(this.href);return false;

L’idea che Pio XII non abbia scomunicato il nazismo perché temeva persecuzioni per i cattolici tedeschi non è una teoria ma qualcosa confermato dalle stesse parole del pontefice: “Più volte avevo pensato a fulminare di scomunica il nazismo, a denunciare al mondo civile la bestialità dello sterminio degli ebrei! Abbiamo udito minacce gravissime di ritorsione, non sulla nostra persona, ma sui poveri figli che si trovano sotto il dominio nazista; ci sono giunte vivissime raccomandazioni, per diversi tramiti, perché la Santa Sede non assumesse un atteggiamento drastico. Dopo molte lacrime e molte preghiere, ho giudicato che una mia protesta, non solo non avrebbe giovato a nessuno, ma avrebbe suscitato le ire più feroci contro gli ebrei... Forse la mia protesta solenne avrebbe procurato a me una lode nel mondo civile, ma avrebbe procurato ai poveri ebrei una persecuzione anche più implacabile di quella che soffrono"(citazione tratta da G.Angelozzi Gariboldi, Pio XII, Hitler e Mussolini. Il Vaticano fra le dittature, Mursia, Milano 1988, p.152)

Quando sei responsabile solo per te stesso puoi giocare a fare il martire, quando da te dipendono le sorti di milioni di cattolici in Germania decisamente meno. Ad ogni modo pur non potendo scomunicare apertamente Hitler il papa parò in modo da farsi capire, si ricorderà certo il radiomessaggio di Natale del 1942, in cui tutti avevano capito di cosa stesse parlando: “centinaia di migliaia di individui che, senza colpa, qualche volta solamente per ragioni della loro nazionalità o razza, sono stati designati per la morte o per l'estinzione progressiva".
A questo punto mi pare che, senza essere lì al posto di Pio XII, mettersi a fare lezioncine su cosa il papa doveva o non doveva fare sia una colossale mancanza di umiltà storica.

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Alcune considerazioni ancora sull'anilingus rutherfordiano.
Non sta scritto da nessuna parte nella Dichiarazione dei Fatti che gli alti e nobili ideali del governo nazista che i tdG dicono di approvare siano quelli della libertà religiosa (che, tra l'altro, non era un ideale nazista, ed era negata, non affermata dall'art. 24 del programma del NSDAP)
Il contesto delle leccate di culo di Rutherford non lascia intuire alcun restringimento dell'approvazione verso il nazismo ai soli ideali di tolleranza religiosa. Si leggano le righe precedenti, e non si troverà alcun accenno a questi temi

" La nostra organizzazione non va alla ricerca né di denaro, né di membri; siamo piuttosto un gruppo o corpo organizzato di Cristiani impegnati esclusivamente nell'opera benefica di insegnare la Parola di Dio alle persone al minor costo possibile per loro. La nostra organizzazione fu eretta in ente giuridico originariamente negli Stati Uniti d'America [137] nel 1884 con il nome di WATCHTOWER BIBLE & TRACT SOCIETY, e nel 1914 fu eretta in ente giuridico secondo le leggi della Gran Bretagna con il nome di INTERNATIONAL BIBLE STUDENTS ASSOCIATION. Questi sono semplicemente i nomi giuridici della nostra organizzazione perché possa svolgere la sua opera in modo legale. Il nome scritturale con il quale siamo conosciuti è 'testimoni di Geova. Noi siamo impegnati esclusivamente in un' opera benefica. L'obiettivo della nostra organizzazione è aiutare la gente a comprendere la Bibbia, che rivela l'unico modo possibile per dare pieno conforto e benedizione al genere umano. La nostra organizzazione opera in tutto il mondo. L'istruzione, la cultura e l'edificazione delle persone devono realizzarsi e si realizzeranno grazie all'operato del regno di Dio, intorno al quale noi predichiamo come dichiarato nella Bibbia. La salvezza delle persone dipende dalla vera conoscenza di Geova Dio e dall'ubbidienza a lui e alle sue giuste vie.


"La gente si dibatte in gravi difficoltà ed ha bisogno di conoscere il perché della propria condizione infelice e il modo per uscirne. Quando si comprendono le Scritture, tutto ciò diviene chiaro. Invece di raccogliere denaro dalla gente e impiegarlo per costruire grandi edifici e far vivere gli uomini nel lusso, {usiamo i mezzi materiali} per pubblicare il messaggio evangelico del regno di Dio e lo portiamo nelle case delle persone affinché esse possano, con una minima spesa, conoscere i propositi che Dio ha per loro."
Un attento esame dei nostri libri e delle nostre pubblicazioni dimostrerà chiaramente che queste espongono, difendono ed evidenziano con vigore gli stessi elevati ideali sostenuti e promulgati dall'attuale governo nazionale sostiene e proclama, e mostrerà che sarà Geova Dio a far sì che al tempo opportuno [138] questi siano conseguiti da tutti coloro che amano la giustizia e che obbediscono all' Altissimo. Perciò lungi dal minare con le nostre pubblicazioni e la nostra opera i principi dell'attuale governo, noi siamo i più grandi sostenitori di tali nobili ideali. Per questa ragione Satana, il nemico di tutti gli amanti della giustizia, ha cercato di mettere in cattiva luce la nostra opera ed impedirci di compierla in questo paese."


Di condivisione cogli ideali religiosi del nazismo si parla nell'altro documento, non la Dichiarazione di Rutherford ma la lettera di accompagnamento della filiale di Magdeburgo, nella quale si legge: "Inoltre, è stato detto nel corso di quest'assemblea con cinquemila presenti come si evince dalla Dichiarazione che gli Studenti Biblici tedeschi si stanno battendo per gli stessi elevati principi ed ideali etici proclamati dal governo della Germania, circa la relazione che deve esservi fra l'uomo e Dio, cioè la lealtà delle creature verso il Creatore!"

Il punto è che gli ideali religiosi del nazismo non erano affatto la tolleranza religiosa, ma erano fautori di una sorta di cristianesimo pagano germanizzato, che troverà la propria espressione nei Deutsche Christen. Secondo l'ideologia nazista il cristianesimo andava purificato dai suoi aspetti ebraici, e dunque se ne doveva avere una versione ripulita, nazionalista, in linea col volksgeist tedesco. L'articolo 24 del programma del NSDAP che la lettera di accompagnamento cita, e che dunque stando alla Dichiarazione dei fatti Rutherford finse di approvare, è un condensato di intolleranza religiosa ed antisemitismo. La libertà di culto si limitava a quelle confessioni che non mettessero in pericolo lo "spirito tedesco", e si rigettava esplicitamente la libertà per l'ebraismo, in quanto era considerato materialistico:


‘Noi chiediamo la libertà di tutte le confessioni religiose nello Stato qualora non mettano in pericolo la sua esistenza e non urtino i sentimenti di moralità della nazione germanica. Il partito, come tale, sostiene l'idea di un cristianesimo positivo, senza essere vincolato confessionalmente ad una particolare confessione religiosa. Esso combatte lo spirito giudeo-materialistico dentro e fuori di noi ed è convinto che un risanamento durevole del nostro popolo può realizzarsi soltanto all'interno...".


Dire dunque che la Dichiarazione dei Fatti si limiti ad approvare l'ideologia religiosa nazista non cambia di un minimo la questione, visto che tale ideologia in materia di religione era intollerante ed antisemita. Infatti Rutherford lancia un endorsement alla propaganda antisemita espressa in questo art. 24 riprendendo i pregiudizi anti-ebraici del complotto giudaico-plutocratico: "L'impero più grande e oppressivo del mondo è quello anglo-americano. Vale a dire l'impero britannico, del quale gli Stati Uniti d'America fanno parte. Sono stati gli affaristi ebrei dell'impero britannico-americano che hanno creato e sostenuto il mondo dell'alta finanza per sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni. Questo è vero in modo particolare per le città di Londra e di New York, roccaforti dell' alta finanza. Questo fatto è così noto che c'è un proverbio in America sulla città di New York che dice: 'Gli Ebrei la possiedono, i Cattolici Irlandesi la governano, e gli Americani pagano i conti." Non abbiamo niente contro le persone che abbiamo menzionato, ma, quali testimoni di Geova e in ubbidienza al Suo comandamento contenuto nelle Scritture, siamo costretti a richiamare l'attenzione sulla verità relativa a ciò, affinché le persone possano essere illuminate intorno a Dio e al suo proposito."

Quale perfetta consonanza con l'articolo 24 del programma del partito nazista contro il materialismo plutocratico dei nichilisti ebrei!
A tutti questi fatti la petulante pagina del Sito Triangoli Viola che parla della lettera di accompagnamento alla Dichiarazione non pare rispondere alunché di pertinente o sensato:
Dal 1920, il punto 24 del programma del partito nazista non denotava uno spirito antisemita nell'affermazione: "Il partito si oppone allo spirito giudaico-materialistico al nostro interno e all'esterno..."? Sì, ma i testimoni di Geova, o Studenti Biblici, erano noti per il loro punto di vista religioso che tutte le nazioni sono uguali davanti a Dio. Perciò i Testimoni non promuovevano tendenze antisemite o razziste, e gli storici lo hanno confermato oggi. La rivista tedesca dei Testimoni Trost (Consolazione) del 15 novembre 1938 a pag. 12 afferma: "La demenza razziale ha gettato centinaia di migliaia di Ebrei in un'anonima sofferenza". E l'edizione del 15 gennaio 1940 a pag. 10 fa questo commento: "Gli Ebrei stanno subendo persecuzioni in molte nazioni. É una ragione sufficiente perseguitare qualcuno solo perché è ebreo?... Tale comportamento, che include la persecuzione degli Ebrei, è inescusabile".
http://www.triangoloviola.it/let33com.html" onclick="window.open(this.href);return false;

Questa risposta non ha alcuna rilevanza, perché nessuno crede che i TdG siano stati antisemiti, quello di cui si parla è se abbiano finto di esserlo per tentare di compiacere il regime con la Dichiarazione dei Fatti del '33. Non si vede dunque che cosa c'entri il fatto che in pubblicazioni del 1938, del 1940 o di qualsiasi altro anno i tdG abbiano condannato l'antisemitismo. Il punto da stabilire è solo se qui, nel 1933, abbiano tentato di ingraziarsi il Führer, anche magari dicendo cose che non pensavano. E siccome in questa dichirazione, e come pure nella lettera di accompagnamento, dicono di approvare la politica religiosa del nazismo come contenuta nell'art. 24, e quell'articolo è antisemita, allora i TdG in questo particolare contesto hanno dato la loro approvazione ad una politica religiosa antisemita. Anzi, hanno pure detto che nelle loro pubblicazioni sulla si troverebbe contro di essa, e che essi ne sono i caldi sostenitori.

Sulla questione della bandiere e dell'inno ho già detto cosa penso. Le fotografie non sono conclusive, perché basta che non sia inquadrata la parte della sala con la bandiera, ma ciò non implica che non vi fosse altrove, a meno che non si producano foto a 360 gradi dell'aula. E, tra testimoni tutti favorevoli ai tdG che dicono che le bandiere c'erano e quelli che dicono che le bandiere non c'erano è più sensato dar retta a quelli che dicono che c'erano, perché non avrebbero motivo per mentire (criterio dell'imbarazzo). Quanto all'inno, come già detto un testimone oculare dell'epoca ci dice che era poco usato da quando la sua musica era diventata quella dell'inno nazionale tedesco, dunque la scelta di cantarlo proprio in un congresso dove si doveva decidere come ammansire il regime è quanto mano singolare e sospetta. Infatti quella scelta sconvolse Francke e gli altri fratelli. Lo ripetiamo che non siamo noi a ritenere che sia la Dichiarazione che il contegno dell'assemblea fossero ambigui, sono i TdG stessi dell'epoca, e non solo Francke, ma pure l'Annuario del '75 che ci dice che i presenti erano delusi, e che lo speaker si rifiutò addirittura di proporre l'approvazione della Dichiarazione all'assemblea e dovette essere sostituito. Evidentemente per lui non era così candida ed immacolata come per i TdG negazionisti odierni dovrebbe essere.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Anche se la chiesa avrebbe avuto simpatia per Hitler questo non salva i Testimoni di Geova per i compromessi fatti con la "Dichiarazione dei Fatti " scritta da Rutherford colui che ha scatenato imprigionamento di migliaia di Tdg mente lui si godeva la vita da ricco in California,...

..... e questo criminale di Rutherford lo chiamano il canale di Dio sulla terra ?

I Testimoni di Geova hanno delle pagine della loro storia macchiate a tal punto che il sacrificio di Cristo non basta per pulire, tanto sangue innocente è stato versato provocato dal megalomane di Rutherford che a distanza di decenni ci dispiace che tante vittime TdG siano cadute a causa della politica ingerente del loro capo Americano verso altri partiti politici.
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Ovviamente cari amici il motivo per cui le gesta dell'esaltato Rutherford ci interessano ancora oggi è banalmente perché i TdG credono e proclamano una verginità ideologica che non hanno. Nessuno ha qualcosa contro i TdG morti nei campi di concentramento, qui si sta solo parlando delle leccate di culo del loro capo, ed, eventualmente, dei presenti all'assemblea che le hanno votate. Ma si badi, non per criticarle, giacché come ripeto io avrei scritto frasi ben più ossequiose per salvarmi la pelle, ma solo per ribadire che questo atteggiamento col tentativo di ingraziarsi il regime c'è stato, e dunque i TdG da questo punto di vista non vantano alcuna verginità ideologica. Anzi, dal mero punto di vista gerarchico l'adesione dei capi delle rispettive chiese al nazismo è stato maggiore con questo documento del 1933 di Rutherford che in qualsiasi documento di Pio XI/o Pio XII, del quale il primo ha condannato il nazismo, il II almeno ha taciuto senza darsi ai panegirici.
Non è affatto vero che qualsiasi TdG leggendo quel testo capirebbe che i TdG non cercassero alcun compromesso ideologico con Hitler o il governo, e cercassero solo di ribadire la propria neutralità religiosa, e lo sappiamo proprio dall'Annuario del '75. In esso si legge che addirittura lo speaker rifiutò di proporre la dichiarazione all'approvazione dell'assemblea (e si dovette sostituirlo), e che i TdG andarono a casa stanchi e delusi (e l'annuarista del '75 s'è lasciato sfuggire questi preziosi dati perché inseguiva la fantasia di una traduzione manipolata in tedesco, che poi la Svegliatevi ha smentito). Dunque inutile fare il gioco delle tre carte, i TdG di allora erano scandalizzati esattamente come Francke e capivano benissimo, i negazionisti sono solo i tdG odierni.
Quei documenti dicono chiaramente che approvano l'ideologia del partito nazista, i suoi alti e nobili ideali, dicendo che nelle pubblicazioni li si supporta: non c'è scritto nella Dichiarazione che ci si limiti agli ideali religiosi, è pura fantasia. E, se anche così fosse, come avviene nella Lettera di accompagnamento, questi ideali non avevano nulla di cristiano. Si sapeva già benissimo qual era l'agenda religiosa di Hitler nel 1933, cioè una tolleranza solo delle religioni che rispettassero il volkgeist tedesco. In quell'articolo si dice esplicitamente che alcune religioni in contrasto con esso non sono tollerate, dunque chi approva quell'art. approva l'intolleranza religiosa. L'art. 24 dice che i nazisti condannano il materialismo, il che detta così non sarebbe difficile da approvare per un cristiano, il problema è che non dice che condannano il materialismo, ma che condannano il materialismo giudaico. Dunque i TdG approvando quell'articolo hanno sottoscritto che parteggiano per una articolo antisemita, e infatti, come ha notato anche la rivista Shalom, la Dichiarazione dei fatti contiene delle frasi scioccanti antisemite sulla falsarica della teoria del complotto guidaicoplutocratico, descrivendo gli ebrei come affaristi agenti dell'impero mondiale angloamericano. Ribadisco dunque che la persecuzione prima e dopo la Dichiarazione dei TdG non ha nulla a che vedere, dal punto di vista della ricerca storiografica, col problema se per tentare di evitare questa persecuzione il capo dei TdG abbia tentato di ingraziarsi il regime in un particolare momento storico, cosa che appare palese. Dunque la dirigenza dei tdG non ha la verginità ideologica che vantano, e la prossima volta che parleranno male delle presunte collusioni ideologiche della Chiesa Cattolica col regime nazista, si ricordino che nessun nostro papa ha mai sottoscritto articoli contro il "materialismo giudaico" (Pio XI anzi ha scritto "spiritualmente siamo tutti semiti), e nessun nostro papa ha mai scritto che approva gli alti e nobili ideali dell'attuale governo tedesco. Il motivo per cui questa storia della Dichiarazione dei fatti viene fuori è perché i TdG hanno il vizio di fare la predica al prossimo, non rendendosi conto che non sono nella posizione ideologica per permettersi di farla. Dopo anni passati a sparlare di qualsiasi religione nelle proprie riviste descrivendola come un sistema satanico, abbiano la decenza di tacere e di beccarsi i giusti rimproveri di chi ricorda loro che non hanno alcuna verginità e che il loro capo era un esaltato ed uno che ha provato ad ingraziarsi in un'occasione il regime (poi ha fallito, ma ciò si deve al fatto che Hitler ha capito che dissimulava, e non alla buona volontà di Rutherford).
Facendo un discorso teologico più vasto possiamo chiederci: perché ai TdG dovrebbe importare cosa è successo negli anni '30? In primis perché sono le loro stesse pubblicazioni che ne parlano mentendo, inventandosi una verginità inesistente, ma anche per motivi più seri, ossia che se essi riconoscono di essere gli stessi di allora, allora sono suscettibili degli stessi errori. E' molto istruttivo vedere ad esempio un papa che sbaglia nel '300 pronunciando una dottrina eretica mentre predica in una cattedrale, perché ciò porta il teologo odierno a riflettere che, se un papa del '300 poteva sbagliare, allora può farlo anche uno del XXI secolo. Infatti la definizione dell'infallibilità papale del 1870 ha ridotto gli spazi dell'infallibilità pontificia a precisi spazi, che non includono prediche a braccio, ma solo definizioni solenni. Allo stesso modo un TdG vedendo le assurdità profetiche di Russel e Rutherford, e quanto i tdG oggi siano anni luce da allora, dovrebbe farsi la domanda: ma allora la mia dirigenza ancora oggi potrebbe insegnarmi un mucchio di sciocchezze che diverranno obsolete, e tra 80 anni la gente guarderà alle Svegliatevi del 2016 rifiutandosi di commentarle come oggi noi ci rifiutiamo di commentare le Svegliatevi degli anni '30? Perché è proprio questo il punto: se le riviste degli anni '30 sono spazzatura, allora anche quelle del 2016 potrebbero esserlo, e tra 80 anni un TdG si rifiuterà di discuterle. Ciò porta ad interrogarsi con maggior precisione su quali siano i paletti di un'affermazione magisterialmente certa, e non riformabile. In casa cattolica questi indicatori vi sono, tra i TdG no.
Ribadisco poi che per parlare di bandiere con svastica nella sala assemblee, o del canto di un inno con la musica dell'inno nazionale tedesco, non ci serviamo di Pollina, ma è Pollina semmai che si serve della testimonianza di un devoto TdG dell'epoca (che non aveva motivi di mentire).

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polymetis ha scritto:Ovviamente cari amici il motivo per cui le gesta dell'esaltato Rutherford ci interessano ancora oggi è banalmente perché i TdG credono e proclamano una verginità ideologica che non hanno. Nessuno ha qualcosa contro i TdG morti nei campi di concentramento, qui si sta solo parlando delle leccate di culo del loro capo, ed, eventualmente, dei presenti all'assemblea che le hanno votate. Ma si badi, non per criticarle, giacché come ripeto io avrei scritto frasi ben più ossequiose per salvarmi la pelle, ma solo per ribadire che questo atteggiamento col tentativo di ingraziarsi il regime c'è stato, e dunque i TdG da questo punto di vista non vantano alcuna verginità ideologica. Anzi, dal mero punto di vista gerarchico l'adesione dei capi delle rispettive chiese al nazismo è stato maggiore con questo documento del 1933 di Rutherford che in qualsiasi documento di Pio XI/o Pio XII, del quale il primo ha condannato il nazismo, il II almeno ha taciuto senza darsi ai panegirici.
Non è affatto vero che qualsiasi TdG leggendo quel testo capirebbe che i TdG non cercasse alcun compromesso ideologico con Hitler o il governo e cercassero solo di ribadire la propria neutralità religiosa, e lo sappiamo proprio dall'Annuario del '75. In esso si legge che addirittura lo speaker rifiutò di proporre la dichiarazione all'approvazione dell'assemblea, e che i TdG andarono a casa stanchi e delusi (e l'annuarista del '75 s'è lasciato sfuggire questi preziosi dati perché inseguiva la fantasia di una traduzione manipolata in tedesco, che poi la Svegliatevi ha smentito). Dunque inutile fare il gioco delle tre carte, i TdG di allora erano scandalizzati esattamente come Francke e capivano benissimo, i negazionisti sono solo i tdG odierni.
Quei documenti dicono chiaramente che approvano l'ideologia del partito nazista, i suoi alti e nobili ideali, dicendo che nelle pubblicazioni li si supporta: non c'è scritto nella Dichiarazione che ci si limiti agli ideali religiosi, è pura fantasia. E, se anche così fosse, come avviene nella Lettera di accompagnamento, questi ideali non avevano nulla di cristiano. Si sapeva già benissimo qual era l'agenda religiosa di Hitler nel 1933, cioè una tolleranza solo delle religioni che rispettassero il volkgeist tedesco. In quell'articolo si dice esplicitamente che alcune religioni in contrasto con esso non sono tollerate, dunque chi approva quell'art. approva l'intolleranza religiosa. L'art. 24 dice che i nazisti condannano il materialismo, il che detta così non sarebbe difficile da approvare per un cristiano, il problema è che non dice che condannano il materialismo, ma che condannano il materialismo giudaico. Dunque i TdG approvando quell'articolo hanno sottoscritto che parteggiano per una articolo antisemita, e infatti, come ha notato anche la rivista Shalom, la Dichiarazione dei fatti contiene delle frasi scioccanti antisemite sulla falsarica della teoria del complotto guidaicoplutocratico, descrivendo gli ebrei come affaristi agenti dell'impero mondiale angloamericano. Ribadisco dunque che la persecuzione prima e dopo la Dichiarazione dei TdG non ha nulla a che vedere, dal punto di vista della ricerca storiografica, col problema se per tentare di evitare questa persecuzione il capo dei TdG abbia tentato di ingraziarsi il regime in un particolare momento storico, cosa che appare palese. Dunque la dirigenza dei tdG non ha la verginità ideologica che vantano, e la prossima volta che parleranno male delle presunte collusioni ideologiche della Chiesa Cattolica col regime nazista, si ricordino che nessun nostro papa ha mai sottoscritto articoli contro il "materialismo giudaico" (Pio XI anzi ha scritto "spiritualmente siamo tutti semiti), e nessun nostro papa ha mai scritto che approva gli alti e nobili ideali dell'attuale governo tedesco. Il motivo per cui questa storia della Dichiarazione dei fatti viene fuori è perché i TdG hanno il vizio di fare la predica al prossimo, non rendendosi conto che non sono nella posizione ideologica per permettersi di farla. Dopo anni passati a sparlare di qualsiasi religione nelle proprie riviste descrivendola come un sistema satanico, abbiano la decenza di tacere e di beccarsi i giusti rimproveri di chi ricorda loro che non hanno alcuna verginità e che il loro capo era un esaltato ed uno che ha provato ad ingraziarsi in un'occasione il regime (poi ha fallito, ma ciò si deve al fatto che Hitler ha capito che dissimulava, e non alla buona volontà di Rutherford).
Facendo un discorso teologico più vasto possiamo chiederci: perché ai TdG dovrebbe importare cosa è successo negli anni '30? In primis perché sono le loro stesse pubblicazioni che ne parlano mentendo, inventandosi una verginità inesistente, ma anche per motivi più seri, ossia che se essi riconoscono di essere gli stessi di allora, allora sono suscettibili degli stessi errori. E' molto istruttivo vedere ad esempio un papa che sbaglia nel '300 pronunciando una dottrina eretica mentre predica in una cattedrale, perché ciò porta il teologo odierno a riflettere che, se un papa del '300 poteva sbagliare, allora può farlo anche uno del XXI secolo. Infatti la definizione dell'infallibilità papale del 1870 ha ridotto gli spazi dell'infallibilità pontificia a precisi spazi, che non includono prediche a braccio, ma solo definizioni solenni. Allo stesso modo un TdG vedendo le assurdità profetiche di Russel e Rutherford, e quanto i tdG oggi siano anni luce da allora, dovrebbe farsi la domanda: ma allora la mia dirigenza ancora oggi potrebbe insegnarmi un mucchio di sciocchezze che diverranno obsolete, e tra 80 anni la gente guarderà alle Svegliatevi del 2016 rifiutandosi di commentarle come oggi noi ci rifiutiamo di commentare le Svegliatevi degli anni '30? Perché è proprio questo il punto: se le riviste degli anni '30 sono spazzatura, allora anche quelle del 2016 potrebbero esserlo, e tra 80 anni un TdG si rifiuterà di discuterle. Ciò porta ad interrogarsi con maggior precisione su quali siano i paletti di un'affermazione magisterialmente certa, e non riformabile. In casa cattolica questi indicatori vi sono, tra i TdG no.
Ribadisco poi che per parlare di bandiere con svastica nella sala assemblee, o del canto di un inno con la musica dell'inno nazionale tedesco, non ci serviamo di Pollina, ma è Pollina semmai che si serve della testimonianza di un devoto TdG dell'epoca (che non aveva motivi di mentire).

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:quoto100:


Condivido pienamente, i nostri detrattori TdG potranno negare ma la storia dei Fatti non si può cambiare, la loro Organizzazione e marchiata indelebilmente come parte di Babilonia la grande
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Wyclif ha scritto:
:quoto100:


Condivido pienamente, i nostri detrattori TdG potranno negare ma la storia dei Fatti non si può cambiare, la loro Organizzazione e marchiata indelebilmente come parte di Babilonia la grande

Già, lasciamo ai TdG odierni la pia illusione ed autoaccecamento che frasi come questa non rappresentino della piaggeria verso il regime:

Un attento esame dei nostri libri e delle nostre pubblicazioni dimostrerà chiaramente che queste espongono, difendono ed evidenziano con vigore gli stessi elevati ideali sostenuti e promulgati dall'attuale governo nazionale sostiene e proclama, e mostrerà che sarà Geova Dio a far sì che al tempo opportuno questi siano conseguiti da tutti coloro che amano la giustizia e che obbediscono all' Altissimo. Perciò lungi dal minare con le nostre pubblicazioni e la nostra opera i principi dell'attuale governo, noi siamo i più grandi sostenitori di tali nobili ideali. Per questa ragione Satana, il nemico di tutti gli amanti della giustizia, ha cercato di mettere in cattiva luce la nostra opera ed impedirci di compierla in questo paese."

A noi, più che la loro odierna dissonanza cognitiva, immaginando restrizioni di senso non dichiarate, interessa come testimonianza la reazione dei TdG di allora (che erano assai più di quelli attuali nella situazione di poter capire cosa significassero quelle parole), una reazione emotiva egregiamente descritta nell'Annuario del '75 come un misto di ostruzionismo e delusione. Del resto si sono resi pure loro conto che queste frasi erano inqualificabili, ma fino ad ieri davano la colpa ad un povero traduttore apostata, poi, scoperto che la cosa non reggeva, improvvisamente la dichiarazione non era più brutta perché tradotta male, ma immacolata come Venere nata nuda e candida dalla spuma del mar greco.

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