In fondo al tunnel di Geova, la primavera di Marta …

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Mimmo73
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In fondo al tunnel di Geova, la primavera di Marta …

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In fondo al tunnel di Geova, la primavera di Marta …
… ovvero “Geova mi ha delusa, non Dio”, il libro della pseudo Marta De Rossi …
… se qualcuno mi chiedesse impressioni e dieci buoni motivi per leggerlo, direi che:

1) un nome apparentemente casuale, Marta, rivela nella sua radice greca (martus) autentica testimonianza di vita vissuta;
2) certamente l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Dio (San Girolamo), ma la fede senza le opere è vuota (1Co 13,1): esperienze reali, in cui le Scritture sono analizzate con la lente d’ingrandimento delle opere di amore, sono sinonimo di una vita vissuta cristianamente a trecentosessanta gradi. Questa interazione significa anche consapevolezza che la scelta di un tdg di abbandonare non dipende soltanto dal riscontrare contraddizioni nell’impianto dottrinale ma anche dalla mancanza di vero amore nelle congregazioni;
3) nella narrazione di esperienze drammatiche perché delicate, nella tenacia di non mollare mai, c’è l’apoteosi della dignità umana;
4) determinate esperienza di vita, dinanzi a cui lo sgomento sarebbe la prima risposta, fanno comprendere che come figli di Dio siamo “chiamati a completare nella carne le sofferenze di Cristo” (Col 1,24);
5) c’è la prova del nove che non ci sono muri invalicabili: ogni tdg è un universo a sé, con le proprie emozioni e il proprio modo di essere. Anche se per ovvie ragioni nessun tdg in predicazione dirà all'oppositore di turno che certi rilievi sono fondati, l’importante è parlare col cuore e seminare con onestà intellettuale la sana riflessione;
6) queste pagine sono un’ode all’essere umano, da accettare e amare per i suoi limiti, un po’ come quando il vero amore sboccia quando ci si accetta per i difetti e i limiti;
7) il vissuto di “Marta” è quello di chi affronta il Getsemani della vita consapevole dei raggi di sole della domenica di Pasqua; del film “Il corvo” ricordo la celebre frase: “Non può piovere per sempre!” C’è gioia primaverile anche quando si respira gratitudine: chi, guarito da Gesù, si volta a ringraziare, così lei:
“Io non so da dove sono venuta e non so se ho percorso la strada migliore. Forse era l’unica per me e avevi certo i tuoi buoni motivi per avermela <<regalata>>, ma la sai una cosa? Se tutto quello che ho vissuto è servito per farmi essere qui oggi, allora grazie. E qualsiasi sia la strada che hai in mente per me, da ora in avanti … sono pronta.”;
8) è un monito a rafforzare l’impegno a ricondurre chi è sviato dalla Verità (Gc 5, 19-20);
9) come in un’opera d’arte, i dettagli non sono lasciati al caso: lo stile normale di un passato remoto statico che raffigura l’inverno spirituale si interseca temporalmente con il corsivo di un passato prossimo che irradia primavera: ogni tassello si colloca nel suo spazio, completando il mosaico della vita;
10) merita quantomeno di essere aperto qualche istante sulle pagine della svolta:
“Se quello era davvero il <<popolo eletto di Dio>>, tutti avrebbero dovuto mostrare l’amore di cui Gesù era stato maestro, tranne alcune eccezioni.
Quando (Marta) aveva fatto questa obiezione, durante una delle interminabili conversazioni con gli anziani, le era stato risposto che lei non teneva conto dell’imperfezione umana.
Questa risposta l’aveva soddisfatta solo per un po’, poi aveva di nuovo riflettuto. L’amore, come lo intendeva lei, non aveva niente a che vedere con la perfezione. Gesù aveva detto: <<Da questo riconosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore tra di voi.>>.
Chi meglio di lui poteva tener conto dell’imperfezione umana?
EPPURE aveva stabilito lui stesso la chiave per capire se qualcuno era suo discepolo o meno: l’amore.
Se quell’amore mancava … beh, la risposta era ovvia.”


Cara “Marta”… semplicemente GRAZIE!
"Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo?" (Rm 14,4)
"La vera ignoranza non è l'assenza di conoscenza, ma il rifiuto di conoscere" (Karl Popper)


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