Per non dimenticare gli orrori della Shoah, il 27 gennaio :-(

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Moderatore: Francesco Franco Coladarci

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Amalia
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Cogitabonda ha scritto:
Mauro1971 ha scritto:Sarò strano io, ma non capisco il motivo del contendere.
:quoto100: Evidentemente sono strana quanto te.
:quoto100: siamo già in tre... :ironico:
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

virtesto ha scritto: ...mi pare che è in corso una ricerca per appurare se le frasi che io ho riportato sono vere. Ma stiamo scherzando???

David I. Kertzer , autore del libro in questione,"I Papi contro gli ebrei" Sottotitolo: "Il ruolo del Vaticano nell'ascesa dell'antisemitismo moderno" E' uno storico,spercialista di storia italiana e professore di antropologia e storia presso la Brown University di Providence.

Per le sue ricerche si è avvalso degli archivi del Vaticano. E' venuto a Roma, ha chiesto e gli è stato concesso di accedere agli archivi. Lì, oltre al resto, ha scartabellato le annate di "Osservatore Romano" "Civiltà Cattolica" e tanto altro. Il libro è di 353 pagine. Io ho estrapolato solamente da una ventina di pagine. Vi conviene acquistarlo.

Ma cosa pretendete? Che uno storico dopo aver consultato riporti il falso? E dopo,la sua reputazione, la sua carriera , dove andrebbe a finire? Quando mai , in USA specialmente, uno storico che usa false fonti , possa fare carriera.O che io abbia distorto quanto lui ha scritto??? Fra l'altro dopo l'uscita del libro, nel 2002, non c'è stata nessuna azione legale da parte del Vaticano per casi affermazione del falso. Da parte del Vaticano c'è stato solamente, penso io, il rammarico di aver aperto gli archivi a uno che poi ha scritto contro.

Dite cose assurde. Incredibili. Totò direbbe: " Ma fatemi un piacere!!!"
Primo e imprescindibile dovere di uno storico e di un filologo, se veramente egli è tale, è proprio quello di controllare l’esattezza delle citazioni, che più spesso di quel che si può presumere, anche quando riportate da studiosi blasonati, riportano inesattezze, che non di rado falsano il senso: credere che ciò sia prerogativa della WT è l’illusione di un modo irreale. Detto questo, però, io non ho contestato le citazioni, anzi, avendo letto spesso e (mal)volentieri astruserie varie della «Civiltà cattolica», a prima vista quelle riportate da Virtesto mi paiono fededegne. Solo che non mi prendo — perché proprio non mi interessa — la briga di controllarle, perché le considero irrilevanti, secondo il mio opinabile punto di vista: il fenomeno dell’antisemitismo, bimillenario, è irriducibile all’ottica di una rivista discutibile e discussa dell’Ottocento. In ogni caso, quello che monterebbe, non è la correttezza di coteste citazioni, ma l’interpretazione delle stesse in ambito storico e in relazione a quello che poi sarebbe accaduto durante la seconda guerra mondiale. Dato il periodo, dato il dibattito interno, molto acceso, della Chiesa in quel momento storico (es. il padre gesuita Carlo Maria Curci, antagonista del Gioberti — che conosco bene perché sul Leopardi scrisse delle balle inenarrabili — fondatore della rivista, e poi sospeso a divinis, per poi rientrare, stanco e vecchio, nell’ordine) tutto quello che vi si trova scritto va letto con beneficio d’inventario, collocato nel suo tempo, e non caricato di valori che gli sono allotri.

Ma in effetti, per quel che ne so, la posizione della «Civiltà cattolica» di fine Ottocento è effettivamente quella descritta da Virtesto; però mi risulta anche che, vicino agli eventi, la rivista aggiustò il tiro, e mutò il suo punto di vista, e si oppose perfino alle leggi razziali. Mi viene alla mente un documentario, visto dopo la prima visione televisiva di Schindler’s list: parlava di una donna che scrisse infami pamphlet contro gli Ebrei; poi, in piena guerra, un giorno Ebrei bussarono alla sua porta: ella li accolse e li protesse. Fu torturata per questo. Finita la guerra ricominciò a scrivere contro gli Ebrei…

Misteri dell’animo umano, ma che fanno riflettere: un conto sono le idee, giuste o sbagliate. Un conto certi comportamenti abominevoli. E resta il fatto che, al contrario, la palinodia della «Civiltà cattolica» dell’immediato ante guerra non è stata rinnegata, ma è diventata idea forza e posizione ufficiale della Chiesa. Ora, mi sta bene una testimonianza anti-cattolica di fine Ottocento; ma perché poi tacere che le sue linee guida erano, sessant’anni dopo, profondamente mutate? Ciò non ricorda le citazioni WTS artatamente tagliate? Questa non è serietà, è ipocrisia, se consapevole; questo è solo anticattolicesimo di bassa lega.

Infine: che la «Civiltà cattolica» possa aver dato un suo contributo all’antisemitismo, ci sta; ma che questo abbia a che fare con l’olocausto, dimenticando i popoli antichi, i Romani, i Musulmani, gli anglicani, i protestanti, gli stessi atei e tutto quello che nella storia ha cospirato contro gli Ebrei, inclusi gli Ebrei stessi con la loro mentalità elitaria, è semplicemente — credo sia la terza volta che uso questo aggettivo — risibile.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
======================================
Primo postPresentazioneStaurós: palo o croce? (link esterno)
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Topsy
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Quixote ha scritto:
Solo che non mi prendo — perché proprio non mi interessa — la briga di controllarle, perché le considero irrilevanti, secondo il mio opinabile punto di vista: il fenomeno dell’antisemitismo, bimillenario, è irriducibile all’ottica di una rivista discutibile e discussa dell’Ottocento. In ogni caso, quello che monterebbe, non è la correttezza di coteste citazioni, ma l’interpretazione delle stesse in ambito storico e in relazione a quello che poi sarebbe accaduto durante la seconda guerra mondiale.
Ma in effetti, per quel che ne so, la posizione della «Civiltà cattolica» di fine Ottocento è effettivamente quella descritta da Virtesto; però mi risulta anche che, vicino agli eventi, la rivista aggiustò il tiro, e mutò il suo punto di vista, e si oppose perfino alle leggi razziali.

...
L'antisemitismo si è presentanto, e si presenta nella storia, come una piovra dai molti tentacoli. E questo ingenera confusione e perplessità tra coloro che non hanno avuto modo di studiare un tale variegato fenomeno. Un errore che si commette di frequente è quello di confondere l'antisemitismo razziale o a base biologica (es. quello nazista per intenderci, antisemitismo pagano e annientatore) con l'antigiudaismo, una forma di antisemitismo a base religiosa e teologica (es. la visione del popolo ebraico come ‘popolo deicida’, ‘popolo maledetto,carnale, e testimone’, la cui condizione storica di dispersione sarebbe prova della verità del cristianesimo;la teologia della sostituzione; la credenza in una diabolica congiura giudaica contro i cristiani, la ghettizzazione, ect...) portata avanti per due milleni dal cristianesimo a partire già dai Padri della Chiesa.

Accanto a questi ritroviamo un antisemitismo sociologigo (pensiamo ai pogrom), un antisemitismo economico ( la famosa accusa di usura), un 'antisemitismo politico che giocava e gioca su due contraddizioni: gli ebrei sono di volta in volta accusati di cosmopolitismo o di nazionalismo, di capitalismo o di bolscevismo, secondo i luoghi.

La rivista gesuita "Civiltà Cattolica" e il clero cattolico condannavano il razzismo biologico, ma non una discriminazione "giusta" a base religiosa-culturale (vedi il volume dello storico R.Taradel, "La segregazione amichevole. «La Civiltà Cattolica» e la questione ebraica 1850-1945" - Editori Riuniti - 2000, ma anche gli studi di Micoli e Sarfatti) che implicasse una segregazione denominata "amichevole". Sulla base di questa amichevole segregazione, accolta con entusiamo dagli ambienti cattolici dell'epoca (perseguita già in Ungheria) gli ebrei sarebbero stati messi ai margini della società, e non avrebbero affatto goduto degli stessi diritti civili dei cittadini di fede cristiana.

La discriminazione razziale invece non faceva parte del patrimonio storico della Chiesa; accordarla significava mettere in pericolo tutti gli ebrei convertiti al cristianesimo,ed anche il matrimonio "misto", quello di un cattolico con un ex ebreo che si fosse convertito al cattolicesimo.

Noi sappiamo in realtà come il razzismo antiebraico ebbe facile gioco nel riallacciarsi all'antigiudaismo cattolico e alle sue tradizioni argomentazioni circa l'ebreo pericoloso (massone, usuraio, deicida,ect...) che rendevano necessario per il bene comune (quello della civiltà cristiana) una politica segregazionista e discriminatoria, volta a contenerne il pericolo.

Ciò che oggi consideriamo senso comune (riguardo le discriminazioni) non è che il frutto di una conquista recentissima.
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Cogitabonda
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Topsy ha scritto:La discriminazione razziale invece non faceva parte del patrimonio storico della Chiesa
Però i motivi per cui i nazisti volevano eliminare gli ebrei dalla faccia della terra era razziale. Perciò questa frase conferma che il primo post di Virtesto era fuori luogo.
Topsy ha scritto:Noi sappiamo in realtà come il razzismo antiebraico ebbe facile gioco nel riallacciarsi all'antigiudaismo cattolico e alle sue tradizioni argomentazioni circa l'ebreo pericoloso (massone, usuraio, deicida,ect...) che rendevano necessario per il bene comune (quello della civiltà cristiana) una politica segregazionista e discriminatoria, volta a contenerne il pericolo.
In realtà sappiamo che la maggior parte di quei cattolici che consideravano gli ebrei dei peccatori che caparbiamente rifiutavano di accettare Gesù come Messia, la storia che gli ebrei fossero un'altra razza non se la sono mai bevuta.
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Topsy
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Messaggio da Topsy »

Quanti cattolici avessero bevuto o meno la storia della discriminazione a base razziale non ci è dato saperlo, perchè anche qualora l'avessero fatto, non necessariamente ciò implicava la volontà di annientare gli ebrei dal punto di vista fisico. Ma non dobbiamo neppure ritenere che gli italiani fossero totalmente estranei a quanto accadeva. Se il mito del buon italiano resiste è anche un problema di autocoscienza. Non scordiamo che gli ebrei italiani furono arrestati da altri italiani, portati in campi di transito italiani e consegnati ai tedeschi. Ci furono responsabilità condivise da tutti gli stati europei.
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Topsy ha scritto:Ci furono responsabilità condivise da tutti gli stati europei.
Verissimo! Persino la Svizzera ad un certo punto rifiutò di accogliere profughi ebrei, ma non solo, decise anche di espellere quelli che erano entrati nel paese dopo una certa data.
Mi pare che nessuno qui abbia cercato di dimenticare o minimizzare le responsabilità degli italiani. Ci fu anche gente che denunciò vicini e conoscenti per ricevere le 5000 lire di premio che venivano date a chi aiutava a catturare un ebreo. Però la statistica che avevo citato, cioè 7000 ebrei uccisi o deportati, a fronte di 51.000 che riuscirono a salvarsi (in un paese cattolico e fascista) mi sembra significativa.
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Messaggio da Topsy »

STATISTICA GENERALE DEGLI EBREI VITTIME DELLA SHOAH IN ITALIA (1943-1945)
http://www.pacioli.net/ftp/shoah/statis ... _ebrei.htm" onclick="window.open(this.href);return false;

Esse concernono le vittime della Shoah in Italia che è stato possibile identificare e menzionare una ad una nel libro, non concernono le almeno altre 900-1000 vittime della Shoah che non è stato possibile identificare. Nel 1938 erano presenti in tutto il territorio italiano 46.656 persone professanti la religione ebraica, nel 1945 erano presenti sul medesimo territorio 26.938 ebrei. La politica antiebraica provocò dunque tra emigrazione, fughe, uccisioni, deportazioni, un calo della popolazione ebraica del 48% (dati considerati: 46.656 ebrei, meno 12.304 emigrati, meno 9.000 fuggiti oltre confine, più 4.219 entrati nuovamente in Italia, meno 6.806 deportati, meno 322 morti in Italia).

Non sò quanto possa aver influito la cattolicità dell'Italia in tutto questo, ma è necessario ricordare che la deportazione in Italia fu tardiva. Quando il primo ebreo italiano giunse ad Auschwitz, dopo la razzia del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, l’ottanta per cento degli ebrei polacchi era già stato ucciso.
Se esisteva o meno una tacita volontà dello Stato italiano di salvaguardare in qualche modo gli ebrei italiani, almeno fin dove era possibile, è difficile dirlo.
Gli storici non sono concordi su questo punto. Limitandoci ai fatti, possiamo solo osservare che fin quando ci fu un governo stabile e Mussolini fu al potere, non è presente una logica di deportazione. La situazione cambia radicalmente con la Repubblica di Salò, cioè quando viene stravolto il quadro politico e istituzionale dell’intero paese.
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C'è un interessante articolo di Michele Sarfatti pubblicato dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, circa l'atteggiamento della maggioranza degli italiani a riguardo.

QUANDO GLI ITALIANI SI SCOPRIRONO ARIANI
In pochi dissero no alle leggi razziali

Gli italiani che il fascismo nel 1938 definì «di razza ariana» contestarono le idee razziste e la persecuzione dei concittadini «di razza ebraica»? Questa domanda viene posta di frequente, specie da studenti, desiderosi di comprendere di quali comportamenti si trovino a essere di fatto eredi. Quando viene posta a me, rispondo che vi furono contestazioni, ma pochissime, e sottolineo che mancano ricerche scientifiche sul tema.

Alcuni vennero sospesi dal partito per atteggiamenti «pietisti», la maggior parte si pentì dopo.
1.L'alto dirigente del ministero degli Esteri Luca Pietromarchi annotò sul suo diario: «Le idee fasciste sul razzismo ... un ammasso di sciocchezze » (14 luglio 1938).
2.Benedetto Croce manifestò la sua netta ripulsa in una lettera del 21 settembre all'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, impegnato a censire razza e religione di soci e famigliari.
3.Del tutto pubblica fu la contestazione del periodico L'igiene e la vita, diretto da Giulio Casalini. Nel fascicolo di agosto 1938 il giornale riaffermò l'origine ebraica di Cristo e dei suoi primi discepoli; in quelli successivi si impegnò nella critica scientifica del Manifesto fascista della razza.


In questo elenco non possono trovare spazio i membri del Gran Consiglio del Fascismo che, nella seduta del 6 ottobre che approvò la Dichiarazione sulla razza, chiesero di ampliare le categorie di «benemeriti» (combattenti, ecc.) da esentare parzialmente dalla normativa antiebraica. Essi infatti non contestarono la persecuzione nel suo complesso (salvo affermarlo nelle memorie scritte dopo la sconfitta del fascismo). Vanno invece aggiunti gli espulsi dal partito fascista per atteggiamenti definiti «pietisti»: Ilaria Pavan ha rintracciato la menzione di quattro casi, non sempre lineari; altri potrebbero esservene stati.

Sono note alcune altre contestazioni. Ma Annalisa Capristo ricorda che, per gli accademici, la lettera di Croce fronteggia solitaria una moltitudine di dichiarazioni di arianità noncuranti del suo «proprio quando». Ecco, la cifra media del comportamento degli italiani «bianchi ariani cattolici» sembra sia stata di noncuranza, adesione passiva o adesione attiva. Quelli perbene furono una ridotta minoranza. E forse non è un caso se proprio su questo tema la storiografia è rimasta così indietro.
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Che nel 1938 gli ebrei censiti fossero 58.412 (contando come ebrei tutti coloro che fossero nati da almeno un genitore ebreo), l'ho preso da La conta degli ebrei, dalle anagrafi comunitarie al problematico censimento del 1938 di Eugenio Sonnino, Università la Sapienza di Roma.
Reperibile online: http://sis-statistica.it/files/pdf/2009 ... 0ebrei.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;

Il fatto che il governo italiano fascista, prima del 1943, non favorisse le deportazioni mi sembra dimostrato non solo dalla mancata deportazione di ebrei italiani ma anche dal tipo di politica attuata dagli italiani nella Francia occupata. Il libro di Robert Paxton Vichy descrive come nella zona a est del Rodano, occupata dagli italiani, le autorità d’occupazione impedirono gli arresti e deportazioni di ebrei che le autorità di Vichy avrebbero voluto eseguire.
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Scusa Topsy se nel mio ultimo intervento non avevo tenuto conto del tuo sulle leggi razziali in Italia. E' stato solo perchè avevo postato il mio prima di leggere il tuo.
Le leggi del 1938 furono indiscutibilmente una cosa gravissima e vergognosa, che andrebbe fatta conoscere di più.
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Mamy

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Non voglio fare la parte della solita cattolica e condivido che le cose mostruose fatte non si debbano dimenticare MAI .

Però vi voglio raccontare questo episodio raccontatomi dalla mia mamma .
Il sacerdote della mia chiesa a quell'epoca nascondeva un nutrito gruppo di persone di ogni religione e ceto sociale ,in chiesa,
di giorno li teneva nascosti dietro l'altare che,a quei tempi era un falso muro che divideva la sacrestia con la chiesa,era molto ampia da farci entrare tutti
un giorno ebbe l'intuizione (o sesto senso)di non farli entrare nel nascondiglio e li mise in soffitta
quel giorno passarono i tedeschi e (forse per una spiata)mitragliarono l'altare da capo a piedi,poi ispezionarono l'interno ma,delusi non trovarono nessuno
così quel sacerdote salvò la vita a parecchie persone ,partigiani ebrei ed altro


Anche questa è storia,non la troverete sugli annali ma nella memoria dei miei paesani


Mamy :timido2:
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Brambilla Bruna
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Messaggio da Brambilla Bruna »

di queste storie ne trovi tantissime Mamy.. :timido2:
ma la storia non la puoi cambiare ..non è il singolo parroco ..o il singolo Tedesco o il singolo soldato che salvando vite umane cambia la storia..
è e rimarrà scritta a riflettere ..come l'uomo è sanguinario .. :timido2: :fiori e bacio: :ok:
virtesto
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Cogitabonda, Cogitabonda...

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...estrapoli una frase da quanto scrive Topsy e mi dici che il mio post era fuori luogo, ma se tu poiaggiungi la frase successiva di Topsy ti rendi conto che il mio post non era più fuori luogo. Io non ho mai scritto che il Vaticano contrtibuì all'Olocausto nella stessa misura e valore dei nazisti, ma, semplicemente, ho scritto che hanno dato un loro immodesto contributo. Anzi Topsy ha spiegato la furbizia dell'atteggiamento del Vaticano per salvaguardare gli ebrei convertiti. Come si dice : la pezza è...
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Messaggio da Cogitabonda »

virtesto ha scritto:...estrapoli una frase da quanto scrive Topsy e mi dici che il mio post era fuori luogo, ma se tu poiaggiungi la frase successiva di Topsy ti rendi conto che il mio post non era più fuori luogo. Io non ho mai scritto che il Vaticano contrtibuì all'Olocausto nella stessa misura e valore dei nazisti, ma, semplicemente, ho scritto che hanno dato un loro immodesto contributo. Anzi Topsy ha spiegato la furbizia dell'atteggiamento del Vaticano per salvaguardare gli ebrei convertiti. Come si dice : la pezza è...
Eh no! Non provare nemmeno a fare certi giochetti!
Il motivo per cui il tuo post era fuori luogo l'ho detto molto chiaramente ben prima che intervenisse Topsy!

Non ho utilizzato lo scritto di Topsy per avvalorare la mia opinione, ma solo per evidenziare come un intervento che per certi versi poteva sembrare concorde con il tuo conteneva in realtà un importante elemento che avvalorava le obiezioni mie e di altri.

E per prevenire un tuo prossimo tentativo di travisare quello che ho appena scritto, sintetizzo i fatti:

Fase 1 - Tu hai introdotto nel thread il tema dell'antisemitismo, citando esclusivamente gli scritti antisemiti di provenienza cattolica.

Fase 2 - Alcuni di noi hanno ritenuto antistorico quello che hai scritto, non tanto per quello che conteneva quanto per quello che tralasciava.

Fase 3 - Topsy è intervenuto con discorsi molto più completi e corretti dei tuoi, facendo un distinguo molto importante fra ostilità religiosa e ostilità di tipo razziale. Ho fatto notare che questo suo intervento poteva apparire un sostegno al tuo, in quanto rincarava la dose sulle responabilità della chiesa, ma che in realtà quella distinzione fondamentale contraddiceva la tua posizione.

Il fatto che Topsy ed io abbiamo opinioni diverse sul fatto che l'odio razziale per gli ebrei allignasse o no con più facilità in menti assuefatte a vederli come deicidi è una semplice differenza di opinioni, che non ci impedisce di guardare i fatti, cercare di capirli e trarne qualche insegnamento.
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Cogitabonda ha scritto: Il fatto che Topsy ed io abbiamo opinioni diverse sul fatto che l'odio razziale per gli ebrei allignasse o no con più facilità in menti assuefatte a vederli come deicidi è una semplice differenza di opinioni, che non ci impedisce di guardare i fatti, cercare di capirli e trarne qualche insegnamento.

Io me ne faccio una mia certamente, che è sempre in evolversi, tenendo presente quanto più possibile gli studi sull'argomento.
Che l'antigiudaismo religioso/teologio abbia reso deboli la coscienza e le menti della maggioranza degli europei è cosa ormai pacificamente ammessa da storici e dalla stessa Chiesa. E questo va tutto a suo onore.

Come scriveva Piero Sefani (vedi anche Paolo de Benedetti, Le radici dell'antisemitismo AEC TORINO), la Shoah si è fatta in nome di una ideologia che non si autodefiniva cristiana, però è sorta all'interno dell'Europa formata da una cultura che si definiva cristiana e ha coinvolto popoli che si dichiaravano cristiani.
Da questo punto di vista la questione è fondamentale perchè fa porre delle domande, come ad esempio questa: la civiltà cristiana(sia cattolica che protestante) ha prodotto specifici motivi di avversione nei confronti degli gli ebrei ?

Il cosidetto "'insegnamento del disprezzo" non ha avuto davvero nessun gioco in tutto ciò?
O ha prodotto terreno fertile nella quale hanno attecchito le moderne teorie antisemite di stampo biologico/razzista?

Le pubblicazioni della Civiltà Cattolica dei padri Gesuiti andavano registrando tutte le questioni attinenti alla situazione degli ebrei, intervenendo con prontezza nel dibattito italiano, censurando e criticando, spesso con toni severi, sia le difese provenienti dal mondo ebraico e le istanze più progredite dell’esegesi biblica in Italia. E' considerato attualmente un vero e proprio laboratorio di antisemitismo cattolico, sintetizzabile nelle ricorrenti demonizzazioni del Talmud,e nell’accusa di omicidio rituale. Accanto a questi anche forme di discorso “razzizzanti” tendenti a rappresentare gli ebrei come portatori di elementi culturali ed etnici fissi, immutabili, tra i quali non sembra avere alcuna rilevanza nemmeno la possibilità di una conversione al cristianesimo, o di una trasformazione di tipo individuale.

Questo specifico intreccio tra antigiudaismo tradizionale ed accenni a forme di discorso a base razzista, dimostra come possa essere stato sottile la linea di confine nella coscienza dei singoli. La Chiesa dall'altra parte, ribadiva in maniera inequivocabile la sua simpatia verso la pratica della segregazione, in perfetta armonia con le dichiarazioni e gli scritti degli anni precedenti*.

Una tale politica religiosa, perseguita per secoli, ha reso gli europei, italiani inclusi, per la maggioranza passivi o indifferenti verso le leggi razziali, perchè l'antigiudiasmo aveva tracciato un solco, una assenza di empatia e di identificazione tra "noi" e "loro".





*Il gesuita Tacchi Venturi nella sua lettera accompagnatoria alle richieste formulate al Ministro Ricci scrisse al Cardinale Maglione: ” Ho ricevuto la venerata sua del 27 c..m. e con essa l’esposto del sig.X sulla situazione dei cittadini considerati di razza ebraica in generale e le famiglie miste in particolare. La ringrazio per avermelo comunicato, poiché il conoscerlo, se ha potuto essermi utile per l’ufficio che fui autorizzato a compiere, torna bene a proposito per conoscere ciò che si desidera e si vorrebbe vedere attuato dagli israeliti d’Italia; vale a dire il perfetto ritorno alla legislazione introdotta dai regimi liberali e rimasta in vigore sino al novembre 1938. Nel trattare la cosa con S.E. il Ministro per l’Interno mi limitai, come dovevo, ai soli tre punti precisati nel venerato foglio di Vostra Eminenza del 18 agosto guardandomi bene dal pure accennare alla totale abrogazione di una legge la quale, secondo i principi e la tradizione della Chiesa Cattolica, ha bensì disposizioni che vanno abrogate, ma ne contiene altre meritevoli di conferma.[…]”.
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Io non sono in accordo su come si svolga oggi la Giornata della Memoria.
Troppa celebrazioni e ritualità.
Troppo accenno al sentimentalismo, all'emotività.
Ed anche necessità di autoassoluzione, allorchè identifichiamo i responsabili esclusivamente negli altri, nei nazisti brutti sporchi e cattivi.

Invece è più impegnativo, a livello anche emotivo, una dolorosa presa di coscienza su stessi, sul come eravamo, e sul perchè eravamo proprio così.
Occorre più studio che celebrazione.

In una Europa accecata da forme più o meno aggressive di antisemitismo (religioso, politico, biologcio, economico, sociologico che sia), tuttavia capitva anche questo, quello che io chiamo uno dei tanti fiori nel bel mezzo del deserto:

[youtube][/youtube]

Da "Sorgente di vita": Un gruppo di ebrei romani è tornato a Rocca di Cave, paesino arroccato sui monti Prenestini, che durante l'occupazione nazista fu il rifugio di alcuni di loro. I ragazzi di allora, ormai nonni, raccontano ai nipoti una storia di salvezza personale, ma anche di coraggio e solidarieta da parte della popolazione locale.
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Topsy ha scritto:Io non sono in accordo su come si svolga oggi la Giornata della Memoria.
Troppa celebrazioni e ritualità.
Troppo accenno al sentimentalismo, all'emotività.
Ed anche autoassoluzione, allorchè di identifichiano i responsabili esclusivamente negli altri, nei nazisti brutti sporchi e cattivi.

Invece è più impegnativo, a livello anche emotivo, una dolorosa presa di coscienza su stessi, sul come eravamo, e sul perchè eravamo proprio così.
Occorre più studio che celebrazione.

In una Europa accecata da forme più o meno aggressive di antisemitismo (religioso, politico, biologcio, economico, sociologico che sia), tuttavia capitva anche questo, quello che io chiamo uno dei tanti fiori nel bel mezzo del deserto:

[youtube][/youtube]

Da "Sorgente di vita": Un gruppo di ebrei romani è tornato a Rocca di Cave, paesino arroccato sui monti Prenestini, che durante l'occupazione nazista fu il rifugio di alcuni di loro. I ragazzi di allora, ormai nonni, raccontano ai nipoti una storia di salvezza personale, ma anche di coraggio e solidarieta da parte della popolazione locale.


Sai una cosa ci vorebbero ancora i Nonni ha raccontare..o i Papà ha raccontare..ciò che era e ciò che hanno vissuto ..ricordo ancora i loro racconti fatti a me piccola bambina e per me erano favole.. :sorriso:
fin che si diventa grandi e guardi e ricordi questi racconti con una nuova prospettiva ..non erano favole... :triste: ciao Topsy...felice che rimani con noi .. :appl: :appl: :fiori e bacio:
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