Spiacente deluderti, ma quando scrivevo che tu di Aristotele non sai un tubo, mi riferivo anche a questa tua affermazione, che immagino ricavata dal web, e che nemmeno definisco propriamente errata, ma parecchio aprossimata, e decontestualizzata, sicché, cosí ritagliata, apparentemente scritta da gente che non sa quel che si dica.Vieri ha scritto:…
Questa tua affermazione, che condivido, rappresentano poi la prova reale e vissuta che Aristotele aveva ragione:
A conferma di ciò, Aristotele era solito distinguere la semplice ragione (da lui chiamata diànoia), dall'intelletto (o noùs): tale distinzione è dovuta al fatto che la razionalità deduttiva, pur essendo capace di trarre conclusioni coerenti con le premesse, cioè di effettuare dimostrazioni corrette da un punto di vista formale, non può in alcun modo garantire la verità dei contenuti; per cui se il ragionamento parte da premesse false, anche il risultato finale sarà falso.
…
In effetti, per quel che ne rammento, questa è almeno la terza volta, e probabilmente la quarta, che ci vieni a parlare di Aristotele, diànoia, nous, intelletto.
Giusto per precisare, la distinzione è già platonica (ma poi figurati, ne parlano anche i presocratici) che la risolveva con la dialettica, che non è la stessa cosa dell’intelletto aristotelico (in potenza? in atto? separato? passivo?) di cui ancora deve forse comprendersi quel che lui intendeva veramente. In ogni caso diànoia non è la ragione (ovviamente ratio, logos, e chi ha letto Giovanni 1,1 dovrebbe rifletterci sopra) ma “il ragionamento”, o anche “il modo di ragionare”, e da questa prospettiva è ovvio e banale che se il modo di ragionare è incoerente, incoerente sarà la soluzione.
Problema ancor piú serio è quello della effettiva possibilità di una soluzione soddisfacente: perché quegli universali che già Aristotele poneva come punti solidi della sua filosofia, forme e concetti primi cui sostenersi e fondarsi, la nostra filosofia, dopo Cartesio, altro non ha fatto che negarne l’universalità. Ora io non ho né tempo né capacità di tenere un corso accelerato di filosofia antica e moderna, ma di fatto, quello che hai scritto non ha ne capo nè coda, non significa nulla; peggio, detto alla Wittgenstein, è pura tautologia: che significa «se il ragionamento parte da premesse false, anche il risultato finale sarà falso»? Logicamente concordo, ma se non mi presenti né un ragionamento fondato, secondo te, da premesse false; né un ragionamento fondato, secondo te, da premesse vere; perdonami la costatazione, ma hai aperto bocca solo per ossigenarla. E non prendertela a male, perchè mi sto trattenendo da ironie piú pesanti.