Domanda sulla parabola dei talenti

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Neca
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Domanda sulla parabola dei talenti

Messaggio da Neca »

In Mt 25:15 Tnm di legge quanto segue:"E a uno diede 5 talenti, a un altro 2, a un altro ancora 1, a ciascuno secondo la sua capacità! La domanda che vi faccio è la seguente:"Siamo davvero tutti uguali?" No,in questo Vangelo lo stesso Gesù riconosce che ci sono esseri umani più dotati e altri meno dotati, infatti non tutti abbiamo lo stesso quoziente intellettivo,alcuni diventano laureati,altri imparano semplicemente un mestiere altri ancora nemmeno quello! Questo passo del Vangelo mi fornisce la certezza che per Dio non siamo tutti uguali,alcuni sono dei privilegiati ma altri no!
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Jeff
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Messaggio da Jeff »

È naturale Neca,non siamo tutti uguali.C'è chi ha un certo talento,chi ne molti,chi ne ha meno. Chi nasce fortunato,chi nasce sfortunato.Chi nasce con gravi handicap e la sua vita sarà uno schifo.
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Vieri
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Qui non si tratta di ingiustizie nel nascere sfigati o meno....

Messaggio da Vieri »

Jeff ha scritto:È naturale Neca,non siamo tutti uguali.C'è chi ha un certo talento,chi ne molti,chi ne ha meno. Chi nasce fortunato,chi nasce sfortunato.Chi nasce con gravi handicap e la sua vita sarà uno schifo.
Per prima cosa la realtà dimostra che pur essendo tutti indistintamente "figli di Dio" siamo ovviamente tutti completamente diversi uno dall'altro e pertanto non siamo dei cloni.
Ne deriva pertanto che dal punto si vista intellettivo oltre ad altre capacità umane siamo ovviamente tutti diversi, ma quali possono risultare i parametri di valutazione?
- intelligenza
- volontà
- intuito
- contesto nel quale si vive
- determinazione.
- coraggio
. disponibilità verso il prossimo
- ..........

In breve la valutazione oggettiva rimane pertanto particolarmente difficile e dove ad esempio persone particolarmente intelligenti ma incapaci di prendere decisioni, possono essere scavalcate da persone meno dotate ma con maggiore intuito e determinazione.

Questa parabola pertanto non è riferita però a chi fa più carriera o meno nella vita ma chi invece, in relazione alle proprie possibilità, sia capace di amare o non amare Dio.
Interessante pertanto questa spiegazione:
https://www.qumran2.net/parolenuove/com ... ra_id=5573" onclick="window.open(this.href);return false;
Matteo 25,24-25: Rendiconto del terzo impiegato

Il terzo impiegato arriva e dice: "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo!" In questa frase appare un'idea sbagliata di Dio che è criticata da Gesù. L'impiegato vede in Dio un padrone severo. Davanti a un Dio così, l'essere umano ha paura e si nasconde dietro l'osservanza esatta e meschina della legge. Pensa che agendo in questo modo eviterà il giudizio e che la severità del legislatore non lo castigherà. Così pensavano alcuni farisei. In realtà, una persona così non ha fiducia in Dio, bensì ha fiducia in se stessa e nella sua osservanza della legge. E' una persona rinchiusa in se stessa, lontana da Dio e non riesce a preoccuparsi degli altri. Diventa incapace di crescere come una persona libera. Questa immagine falsa di Dio isola l'essere umano, uccide la comunità, non fa vivere la gioia ed impoverisce la vita.

Matteo 25,26-27: Risposta del padrone al terzo impiegato

La risposta del padrone è ironica. Lui dice: "Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse!" Il terzo impiegato non è stato coerente con l'immagine severa che aveva di Dio. Se avesse immaginato Dio così severo, avrebbe dovuto per lo meno depositare il denaro in banca. Per questo è stato condannato non da Dio, ma dall'idea sbagliata che aveva di Dio e che lo lascia più spaventato ed immaturo di quanto era. Non era possibile per lui essere coerente con l'immagine che aveva di Dio, poiché la paura paralizza la vita.

Matteo 25,28-30: La parola finale del padrone che chiarisce la parabola

Il padrone chiede di togliergli il talento e darlo a chi già ne ha: "Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha." Ecco la chiave che chiarisce tutto. In realtà i talenti, "il denaro del padrone", i beni del Regno, sono l'amore, il servizio, la condivisione, il dono gratuito. Talento è tutto ciò che fa crescere la comunità e che rivela la presenza di Dio. Quando ci si chiude in se stessi per paura di perdere il poco che si ha si perde perfino quel poco che si ha, perché l'amore muore, la giustizia si indebolisce, la condivisione sparisce. Invece la persona che non pensa a sé e si dona agli altri, cresce e riceve sorprendentemente tutto ciò che ha dato e molto di più. "Perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" (Mt 10,39).
Brevi considerazioni finali..
Jeff scrive:
Chi nasce con gravi handicap e la sua vita sarà uno schifo.
Dal punto di vista fisico, sicuramente avrai ragione ma hai mai rilevato che possono esserci anche persone con gravi handicap ma con grande serenità interiore e coraggio nell'affrontare la vita rispetto, per esempio, ad alcuni "figli di papà", intelligenti con tutto dalla vita che si drogano o peggio si suicidano ?

Buone feste...
:cand:
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Neca
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Messaggio da Neca »

Vieri,la Chiesa ci ha sempre insegnato che siamo tutti uguali al cospetto di Dio, questo dimostra che non è così poiché a uno ha dato 5 talenti,a un altro 2 e a un altro 1, questo dimostra che la Chiesa è in errore, non siamo tutti uguali, siamo diversi l'uno dall'altro, uguali come esseri umani ma interiormente diversi l'uno dall'altro, mentre per la Chiesa siamo tutti uguali,sia nel fisico che nello spirito
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Vieri
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Ma Neca.....

Messaggio da Vieri »

Neca ha scritto:Vieri,la Chiesa ci ha sempre insegnato che siamo tutti uguali al cospetto di Dio, questo dimostra che non è così poiché a uno ha dato 5 talenti,a un altro 2 e a un altro 1, questo dimostra che la Chiesa è in errore, non siamo tutti uguali, siamo diversi l'uno dall'altro, uguali come esseri umani ma interiormente diversi l'uno dall'altro, mentre per la Chiesa siamo tutti uguali,sia nel fisico che nello spirito
E certo che siamo tutti uguali al cospetto di Dio ma nel giudizio che fa tiene ovviamente conto delle diverse caratteristiche delle persone e non per niente la parabola parla anche degli altri due impiegati, che pur avendo ricevuto di più, riescono a raddoppiare quanto ricevuto.

Non per dilungarci ma poteva anche dire che quello che aveva ricevuto di più aveva fatto molto di meno o "sotterrato" i talenti...rispetto a chi avesse ricevuto un solo talento e raddoppiato questo......

Ma perchè alla fine per polemica sterile, non riuscite a capire o non volete capire il vero senso della parabola?
.....questo dimostra che la Chiesa è in errore,
:test:
In breve al cospetto di Dio il "tutti uguali" significa giustamente giudicarci con lo stesso metro in relazione a quanto ricevuto...ma ovviamente NON IN BENI MATERIALI ....
:cand:
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Tranqui
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Messaggio da Tranqui »

per me invece per Dio siamo tutti uguali anche se siamo diversi :saggio:
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

Non credo che quella parabola avesse lo scopo di dire che Dio abbia il suo cocco preferito è via via a scalare tutti gli altri siano amati meno, ma anzi che Egli tiene conto delle nostre capacità, sia organizzative che intellettuali che imprenditoriali ecc, ECC...a chi fornisce un solo talento lo fa perché conscio che ha le capacità di poterlo far fruttare,....magari pure raddoppiare; ma non gli affida più di quanto ritenga sia in grado di gestire.
Se il tuo scopo era quello di dimostrare che Dio non ama in egual misura le sue creature penso che questo brano dei Vangeli non sia idoneo alla tua causa,...anzi caso mai porta acqua al mulino opposto.
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Vieri
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Neca ma dove trovi queste cose?.....

Messaggio da Vieri »

Neca ha scritto:Vieri,la Chiesa ci ha sempre insegnato che siamo tutti uguali al cospetto di Dio, questo dimostra che non è così poiché a uno ha dato 5 talenti,a un altro 2 e a un altro 1, questo dimostra che la Chiesa è in errore, non siamo tutti uguali, siamo diversi l'uno dall'altro, uguali come esseri umani ma interiormente diversi l'uno dall'altro, mentre per la Chiesa siamo tutti uguali,sia nel fisico che nello spirito
Scusa Neca ma dove hai letto queste fesserie quando:.....
....papa Francesco aveva detto....
La folla in Piazza San Pietro esplode in un grido di gioia quando Francesco si ferma a spiegare: “se qualcuno dicesse «senta, Signor Papa, lei non è uguale a noi!» Sì, sono come ognuno di voi, tutti siamo uguali!” Perché “nessuno è secondario”, “tutti siamo uguali agli occhi di Dio, tutti, tutti!”
e poi un commento sulla parabola dei talenti:
https://www.amicidilazzaro.it/index.php ... ria-bruti/" onclick="window.open(this.href);return false;
......Tali differenze rientrano nel piano di Dio, il quale vuole che ciascuno riceva dagli altri ciò di cui ha bisogno, e che coloro che hanno ” talenti ” particolari ne comunichino i benefici a coloro che ne hanno bisogno (…)- ( Catechismo della Chiesa Cattolica n.1936 e 1937 ).
La dottrina sociale della Chiesa insegna che Dio ha voluto gli uomini uguali in certe cose e disuguali in altre.
Gli uomini sono tutti uguali fra di loro per i diritti fondamentali che nascono dall’appartenenza alla natura umana ( uguaglianza specifica ): diritto alla vita, all’onore, al lavoro, alla proprietà, alla costituzione di una famiglia, diritto alla libertà religiosa ( in materia di religione gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte del potere umano, non devono essere forzati ad agire contro le proprie coscienze e non devono essere limitati o impediti fino a quando, nell’esercizio della loro libertà, non vengono a ledere i diritti naturali degli altri uomini ).
https://www.avvenire.it/papa/pagine/udi ... ra-varieta" onclick="window.open(this.href);return false;
UDIENZA GENERALE. «La Chiesa è come una grande orchestra in cui c'è varietà»
mercoledì 9 ottobre 2013
​«Non siamo tutti uguali e non dobbiamo essere tutti uguali. Tutti siamo diversi, differenti, ognuno con le proprie qualità. E questo è il bello della Chiesa: ognuno porta il suo, quello che Dio gli ha dato, per arricchire gli altri. E tra i componenti c'è questa diversità, ma è una diversità che non entra in conflitto».
Lettera ai Galati (3, 28)
“Non c’è giudeo né greco, non c’è schiavo né libero, non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”: passo nel quale vengono emblematicamente indicate, e superate, le tre grandi “disugualianze” di allora, e purtroppo sotto molti aspetti ancora di oggi, quelle legate all’appartenenza etnica, al ruolo sociale, alla differenza sessuale.
... e come vedi non si parla mai di caratteristiche fisiche..... :ironico:
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