E' impressionante come il parallelismo tra pseudoscienze, superstizioni e religioni sia così affine.
OK, SCIENZA! - Ep. 10 - La scienza rende felici?
Moderatore: Francesco Franco Coladarci
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OK, SCIENZA! - Ep. 10 - La scienza rende felici?
Di nuovo, se si trasla il tutto parlando di religioni...
E' impressionante come il parallelismo tra pseudoscienze, superstizioni e religioni sia così affine.
E' impressionante come il parallelismo tra pseudoscienze, superstizioni e religioni sia così affine.
Il BBCode [youtube2] viene disattivato in quanto non più necessario per incorporare i filmati di YouTube. URL del filmato: https://youtu.be/6W4NUaaZ9sU
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"Sradica le tue domande dal loro terreno, e ne vedrai penzolare le radici. Altre domande!" (F. Herbert)
"Io riconosco di essere un dilettante nella misura in cui io cerco ricavare diletto da tutto ciò che faccio" (Philo Vance)
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La scienza....
La scienza può renderci sicuramente più istruiti ma non sicuramente più felici...la vera felicità caro mio, la si raggiunge in altre maniere e tutte riconducibili alla parola "amore".
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
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Dovresti almeno impaare a vederli i video prima di commentarli Vieri.Vieri ha scritto:La scienza può renderci sicuramente più istruiti ma non sicuramente più felici...la vera felicità caro mio, la si raggiunge in altre maniere e tutte riconducibili alla parola "amore".
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Ma guarda caro Mauro, basta rimanere nel campo dei TDG, senza scomodare altre religioni.
Loro, nonostante siano passati 150 anni (1870 da che Russell fondò gli studenti biblici), di costanti previsioni errate, delusioni, rimandi e via dicendo, eppure continuano a credere in tutto questo.
Io ho una mia spiegazione.
Come ti ha fatto notare Polidoro, anche se Aristotele 300 anni prima di Cristo disse che in realtà tutta l'impalcatura creazionista che si immaginava allora, il fatto di buttare alle ortiche la credenza per cui la terra si trovava al centro di tutto l'universoe la volta celeste e gli astri creati dagli dei per l'uomo, era un balzo troppo forte.
All'uomo piace illudersi, piace credere alle fandonie, piace sognare.
Altrimenti non si scriverebbero libri o produrrebbero film su storie fantastiche, ideali, drammatiche.
Se tutto fosse legato alla praticità ed alla logica, moltissima parte di ciò che l'uomo fa risulterebbe superfluo ed inutile
Quindi, le religioni solleticano questo fascino e questo mistero.
E per molti, è meglio non farsi troppe domande, tutto questo da loro tranquillità, è una sorta di droga naturale basata sulla propria fantasia ed auto convincimento (visto che di reale e di tangibile non c'è nulla).
Contenti loro, contenti tutti.
Il problema nasce quando delle fanta vaccate astratte, iniziano a partorire regole e regolette, spacciate come volontà divine, che però, interagiscono nel quotidiano con le questioni reali e tangibili.
Li non ci siamo proprio....
Loro, nonostante siano passati 150 anni (1870 da che Russell fondò gli studenti biblici), di costanti previsioni errate, delusioni, rimandi e via dicendo, eppure continuano a credere in tutto questo.
Io ho una mia spiegazione.
Come ti ha fatto notare Polidoro, anche se Aristotele 300 anni prima di Cristo disse che in realtà tutta l'impalcatura creazionista che si immaginava allora, il fatto di buttare alle ortiche la credenza per cui la terra si trovava al centro di tutto l'universoe la volta celeste e gli astri creati dagli dei per l'uomo, era un balzo troppo forte.
All'uomo piace illudersi, piace credere alle fandonie, piace sognare.
Altrimenti non si scriverebbero libri o produrrebbero film su storie fantastiche, ideali, drammatiche.
Se tutto fosse legato alla praticità ed alla logica, moltissima parte di ciò che l'uomo fa risulterebbe superfluo ed inutile
Quindi, le religioni solleticano questo fascino e questo mistero.
E per molti, è meglio non farsi troppe domande, tutto questo da loro tranquillità, è una sorta di droga naturale basata sulla propria fantasia ed auto convincimento (visto che di reale e di tangibile non c'è nulla).
Contenti loro, contenti tutti.
Il problema nasce quando delle fanta vaccate astratte, iniziano a partorire regole e regolette, spacciate come volontà divine, che però, interagiscono nel quotidiano con le questioni reali e tangibili.
Li non ci siamo proprio....
« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
Johann Wolfgang von Goethe
Presentazione
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Concordo con l'autore del video
Confermando quanto scritto prima la scienza non toglie i sogni ma ci dà una maggiore consapevolezza di noi stessi...Mauro1971 ha scritto:Dovresti almeno impaare a vederli i video prima di commentarli Vieri.Vieri ha scritto:La scienza può renderci sicuramente più istruiti ma non sicuramente più felici...la vera felicità caro mio, la si raggiunge in altre maniere e tutte riconducibili alla parola "amore".
L'importante e sempre però non affidare tutte le nostre risposte alla scienza.
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
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La scienza rende felici?
Certamente quando scopre nuovi ritrovati per guarire dalle malattie o prevenirle meglio, certamente ci si ritrova con genitori felici di vedere i propri figli sani e in forma, e figli felici di aver evitato una prematura scomparsa dei propri genitori.
La scienza ha creato un sacco di nuovi posti di lavoro inesistenti 100 o 200 anni fa, rendendo un sacco di persone felici del proprio lavoro e sottraendole ad una economia che sarebbe stata di sussistenza.
Ha permesso ad alcuni la felicità di realizzare sogni un tempo irrealizzabili come l' andare nello spazio.
Ci ha dato la possibilità di andare in vacanza a centinaiaia di km e rincasare magari in giornata, la felicità di ascoltarsi la propria musica preferita in ogni dove, e tante tante altre cose,....ci ha dato una maggiore comprensione del mondo che ci circonda e ce ne darà ancora di più.
A differenza degli antichi naviganti che avevano paura di avventurarsi oltre le colonne d' ercole oggi siamo felici se ci propongono una crociera tutto spesato a Tenerife.
Insomma chi ci metterebbe la firma a tornare a vivere nell' antico passato dove se osavi contraddire che gli astri non sono divinità rischiavi il linciaggio?
Certamente quando scopre nuovi ritrovati per guarire dalle malattie o prevenirle meglio, certamente ci si ritrova con genitori felici di vedere i propri figli sani e in forma, e figli felici di aver evitato una prematura scomparsa dei propri genitori.
La scienza ha creato un sacco di nuovi posti di lavoro inesistenti 100 o 200 anni fa, rendendo un sacco di persone felici del proprio lavoro e sottraendole ad una economia che sarebbe stata di sussistenza.
Ha permesso ad alcuni la felicità di realizzare sogni un tempo irrealizzabili come l' andare nello spazio.
Ci ha dato la possibilità di andare in vacanza a centinaiaia di km e rincasare magari in giornata, la felicità di ascoltarsi la propria musica preferita in ogni dove, e tante tante altre cose,....ci ha dato una maggiore comprensione del mondo che ci circonda e ce ne darà ancora di più.
A differenza degli antichi naviganti che avevano paura di avventurarsi oltre le colonne d' ercole oggi siamo felici se ci propongono una crociera tutto spesato a Tenerife.
Insomma chi ci metterebbe la firma a tornare a vivere nell' antico passato dove se osavi contraddire che gli astri non sono divinità rischiavi il linciaggio?
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
Presentazione
Presentazione
La scienza non procura felicità, ma conoscenza. È teorica, non è pratica, anche se a volte è terribiilmente estetica, ma questo è errore del ricercatore, che crede che l’estetica sia assoluta e non relativa: è bello guardare alle stelle e scoprirne qualche mistero; Kant diceva che due cose lo stupivano per la loro meraviglia, il cielo stellato sopra di noi e la legge morale che è in noi: sebbene io non ammetta alcun valore assoluto alla seconda, confesso, pur con la sua relatività, che mi emoziona assai piú della prima. La mia non è fede, che subordino alla ratio: ma per per il mio essere uomo, la razionalità, vale a dire il sapere scientifico, non aggiunge un sol pregio alla vita, e come Sterne, Foscolo e Leopardi, credo che solo un sorriso aggiunga qualcosa alla trama esilissima della vita. Chi la pensi diversamente, gli lascio di buon grado tutti i cell e smart che lo appaghino.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo post — Presentazione — Staurós: palo o croce? (link esterno)
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo post — Presentazione — Staurós: palo o croce? (link esterno)
Quix, inviti la lepre a correre....
Cominciamo da questa frase:Quixote ha scritto:La scienza non procura felicità, ma conoscenza. È teorica, non è pratica, anche se a volte è terribiilmente estetica, ma questo è errore del ricercatore, che crede che l’estetica sia assoluta e non relativa: è bello guardare alle stelle e scoprirne qualche mistero; Kant diceva che due cose lo stupivano per la loro meraviglia, il cielo stellato sopra di noi e la legge morale che è in noi: sebbene io non ammetta alcun valore assoluto alla seconda, confesso, pur con la sua relatività, che mi emoziona assai piú della prima. La mia non è fede, che subordino alla ratio: ma per per il mio essere uomo, la razionalità, vale a dire il sapere scientifico, non aggiunge un sol pregio alla vita, e come Sterne, Foscolo e Leopardi, credo che solo un sorriso aggiunga qualcosa alla trama esilissima della vita. Chi la pensi diversamente, gli lascio di buon grado tutti i cell e smart che lo appaghino.
concordo perfettamente e ribadisci quanto avevo detto prima.La scienza non procura felicità, ma conoscenza.
Mi scrivi poi....e non ti capisco più:
Ma non è una contraddizione dire prima che la fede è subordinata alla ratio ma che questa razionalità scientifica non aggiunge niente alla vita mentre un "sorriso" che è una espressione di sentimento aggiunge qualche cosa ed un valore alla vita stessa?La mia non è fede, che subordino alla ratio: ma per per il mio essere uomo, la razionalità, vale a dire il sapere scientifico, non aggiunge un sol pregio alla vita, e come Sterne, Foscolo e Leopardi, credo che solo un sorriso aggiunga qualcosa alla trama esilissima della vita .
In breve cos'è la "fede" per te: solo razionalità o anche notare certi valori umani e di sentimenti (anche di amore) che ci legano ? I sogni sono anche speranza e vita e senza i quali la vita stessa diventa tetra ed invivibile
Buona giornata
Presentazione
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
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@ Vieri
Ci sono molti modi di risponderti, incluso quello di obiettarti che la contraddizione è nelle cose, ma ammetto che ho saltato diversi passaggi e quello che ho scritto non è chiaro: volevo essere allusivo, non scientifico, cioè volevo rilevare la natura sentimentale e poco razionale della felicità, che si ridurrebbe a ben poco (Romagnolo mi perdoni) se consistesse in una crociera a Tenarife. La fede poi come l’ho immessa è un po’ sbilenca, ma certo è un modo, per la sua natura emozionale – propriamente la avverto come una convinzione a-razionale – di affrontare direttamente il problema della felicità, che è poi quella cosa cui tutti miriamo, credenti e non.
Ma questo mi interessa relativamente, il topic era “la scienza rende felici”, la mia risposta paradossale è: al contrario la scienza è ciò che ci rende infelici. E tu dovresti essere d’accordo, perché è proprio la tua Genesi ad affermarlo: l’uomo pre-razionale non è infelice, lo diventa dopo aver gustato il frutto, amaro, della conoscenza. Razionalizzando il mito, la scienza è ciò che ci rivela la coscienza della nostra infelicità, e a questo punto schematizzo, per non essere prolisso, hai davanti due strade: quella di tornare indietro, ma è solo un’illusione, perché non puoi piú perdere questa coscienza, o andare avanti, diventando sempre piú infelice, perché ogni acquisto di conoscenza acuisce, invece di mitigare, la nostra percezione dell’infelicità.
Con questo, non voglio certo affermare che io disapprovi il progresso scientifico, o che anch’io non sia rallegrato se mi posso permettere un PC piú potente o una casa piú bella e confortevole di quella che ho, o anche un sano turismo, se non a Tenarife, a Londra o ad Atene (ognuno ha le sue preferenze). Per non parlare di piaceri piú “sensoriali”. Ma la felicità, in senso proprio, è altra cosa: un’aspirazione, che come la dea fortuna, appena l’hai raggiunta, è già passata.
PS – Quanto alla tua ultima domanda , ho in parte già risposto: la fede per me, intesa nella sua natura sentimentale di “convinzione”, non ha nulla di razionale né di irrazionale; per me è arazionale o prerazionale, scegli tu. Per tutto il resto sono d’accordo con te: affetti e buoni sentimenti rendono tollerabile, se non felice, la vita. La scienza è comoda e utile, ma, anche per questo, ci inganna, perché ci rimanda al nostro peggior Nemico: la razionalità, e ho scritto volutamente con maiuscola, perché pensavo a Lucifero. Senonché è in lui che ho fede (ovviamente in senso metaforico: è il portatore di luce, colui che ci libera dalle tenebre), non nel tuo Dio.
Ma questo mi interessa relativamente, il topic era “la scienza rende felici”, la mia risposta paradossale è: al contrario la scienza è ciò che ci rende infelici. E tu dovresti essere d’accordo, perché è proprio la tua Genesi ad affermarlo: l’uomo pre-razionale non è infelice, lo diventa dopo aver gustato il frutto, amaro, della conoscenza. Razionalizzando il mito, la scienza è ciò che ci rivela la coscienza della nostra infelicità, e a questo punto schematizzo, per non essere prolisso, hai davanti due strade: quella di tornare indietro, ma è solo un’illusione, perché non puoi piú perdere questa coscienza, o andare avanti, diventando sempre piú infelice, perché ogni acquisto di conoscenza acuisce, invece di mitigare, la nostra percezione dell’infelicità.
Con questo, non voglio certo affermare che io disapprovi il progresso scientifico, o che anch’io non sia rallegrato se mi posso permettere un PC piú potente o una casa piú bella e confortevole di quella che ho, o anche un sano turismo, se non a Tenarife, a Londra o ad Atene (ognuno ha le sue preferenze). Per non parlare di piaceri piú “sensoriali”. Ma la felicità, in senso proprio, è altra cosa: un’aspirazione, che come la dea fortuna, appena l’hai raggiunta, è già passata.
PS – Quanto alla tua ultima domanda , ho in parte già risposto: la fede per me, intesa nella sua natura sentimentale di “convinzione”, non ha nulla di razionale né di irrazionale; per me è arazionale o prerazionale, scegli tu. Per tutto il resto sono d’accordo con te: affetti e buoni sentimenti rendono tollerabile, se non felice, la vita. La scienza è comoda e utile, ma, anche per questo, ci inganna, perché ci rimanda al nostro peggior Nemico: la razionalità, e ho scritto volutamente con maiuscola, perché pensavo a Lucifero. Senonché è in lui che ho fede (ovviamente in senso metaforico: è il portatore di luce, colui che ci libera dalle tenebre), non nel tuo Dio.
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E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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- Mauro1971
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Qual'è la definizione oggettiva di "Felicità"?
Devo ancora pagare la lezione di Italiano dataci da Quixote per l'uso delle virgolette e del corsivo.
Ecco la scienza può darmi strumenti per raffinare qualsivoglia definizione, che non può più esimersi dal non tener conto di ciò che conosciamo sul funzionamento del nostro cervello, diventerebbe mero fantasticare diversamente.
Al di la dei ruoli di serotonina e dopamina, prima ancora è necessario avere un cervello funzionale capace sistematicamente di poter generare questa "felicità", comunque la si voglia descrivere. Determinate patologie neurologiche possono rendere il cervello incapace all'aver di base quell'equilibrio chimico che è necessario anche solo per sentire emozioni e sentimenti.
Parafrando ancora l'amico Quixote: è la materia che è felice o infelice.
Questo è un dato oggettivo.
Devo ancora pagare la lezione di Italiano dataci da Quixote per l'uso delle virgolette e del corsivo.
Ecco la scienza può darmi strumenti per raffinare qualsivoglia definizione, che non può più esimersi dal non tener conto di ciò che conosciamo sul funzionamento del nostro cervello, diventerebbe mero fantasticare diversamente.
Al di la dei ruoli di serotonina e dopamina, prima ancora è necessario avere un cervello funzionale capace sistematicamente di poter generare questa "felicità", comunque la si voglia descrivere. Determinate patologie neurologiche possono rendere il cervello incapace all'aver di base quell'equilibrio chimico che è necessario anche solo per sentire emozioni e sentimenti.
Parafrando ancora l'amico Quixote: è la materia che è felice o infelice.
Questo è un dato oggettivo.
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