Che dire miei cari. Sono andato all’assemblea di ieri su invito di un mio amico che tenta di convertirmi da un decennio ormai, ma più sento i loro discorsi e più mi pare che ascoltarli sia una totale perdita di tempo. Un giorno della mia vita se n’è andato in fumo, dunque mi perdonerete se non riservo al commento del meeting un post strutturato ma solo dei pensieri sparsi, perché organizzare un messaggio ordinato significherebbe regalare ai TdG altro tempo della mia vita, ed ieri ho percepito tutta l’inutilità di questa setta, dei suoi discorsi, del suo ruolo nel mondo.
Dunque, il congresso è iniziato con la richiesta, qualora si registri il congresso per qualche fratello malato che non è potuto venire, di non distribuire i filmati “indiscriminatamente”. Gesù invece com’è noto diceva di urlare le cose sui tetti. In realtà tutto il congresso ha ripetuto la solita solfa, e mi stavo chiedendo cosa ci fosse da tenere riservato, poi sono arrivate le testimonianze personali ed ho capito. Per chiunque non sia della sette si tratterebbe di pure fanatismo, e dunque fanno bene a non farle vedere in giro. Ma ne parlerò dopo.
L’oratore ha iniziato dicendo che Gesù andava imitato perché era stato con Dio “molto tempo”, e io dentro di me pensavo a qual picciola idea hanno della vita nei Cieli, come un insieme di anni che scorre, sicché Gesù “prima” sta col padre, poi si incarna, poi vi ritorna. L’idea che Dio sia eterno, che si possa realizzare l’incarnazione senza lasciare il seno del Padre, e tornarvi senza averlo mai lasciato, recuperare una gloria che non era mai stata perduta, e come tutto ciò sia reso possibile da un ragionamento multidimensionale, non tangeva le loro menti nell’interpretazione di Fil 2,6, su cui invece tanto il pensiero teologico occidentale s’è speso.
L’oratore poi ha detto una cosa che non m’è piaciuta, cioè che non occorre solo che noi amiamo Dio, ma anche che Dio ami noi, sicché hanno insinuato che Dio possa smettere di amarci per le nostre manchevolezze. Poi a fine giornata un altro oratore ha citato una serie di brani in cui si dice il contrario, e dunque i TdG devono decidersi per una buona volta a demitizzare i brani in cui si dice che Dio odia il peccatore e a leggerli filosoficamente, dicendo che Dio odia il peccato del peccatore.
Ho notato poi che l’oratore continuava a dire che il congresso avrebbe dato “preziose informazioni”. Che parla bislacca! Mi sembrava di sentire un receptionist di Dio, che ci dà “informazioni”. Non penso di aver mai sentito in tutta la mia vita cattolica questa parola. I miei parroci mi hanno detto che Dio dava insegnamenti. “Informazioni”… proprio sembrava una deformazione mentale americana, di chi abbia un gruppo di lavoro e abbia bisogno di informazioni per svolgere un compito.
Gv 14, 7-10, brano famigerato per l’aggiunta di un “anche”, è stato interpretato dicendo “Gesù desiderava a tal punto essere come sua padre da divenire simile a lui”. Dunque la omoiosis theo, l’assimilazione a Dio, sarebbe progressiva, e dettata da desiderio di imitazione.
In altri interventi sono iniziate le solite filippiche contro il “pensiero indipendente”, il “pensiero mondano”, e tutti gli stratagemmi contro il ragionamento che si trovano nelle sette, vale a dire che se parlano male di te, vuol dire che sei nella verità. E invece no: può darsi che parlino male di te perché sei nella verità, c’è un 1% di probabilità, ma può darsi che parlino male di te perché sei un coglione. Dunque bisogna tenere la mente aperta. A questo proposito l’oratore invece diceva che l’invito del mondo a tenere “la mente aperta” in realtà era un invito ad avere una “mente bucata”. Ovviamente, come tutti i pensieri settari fatti per auto-avverarsi, l’oratore ha insistito che se qualcuno parla male della verità che hai raggiunto, è opera di Satana, quindi, quando ciò avviene, il TdG sente avverarsi la profezia che Satana tenti di distoglierlo dalla verità. Può essere utile, per far ragionare il tdG così condizionato, fargli notare che tutte le sette, comprese quelle islamiche, dicono esattamente la stessa cosa, e dunque lui potrebbe essere solo uno dei tanti polli.
Sono poi iniziati i video, e io non capivo a che cosa mai applaudissero dopo gli filmato, visto che non erano esattamente dei capolavori della cinematografia. Uno solo mi è piaciuto, su un tizio che chiede una pagnotta di pane insistentemente, ispirato ad un brano del Vangelo. Ma anche questo non era esattamente un capolavoro.
Un simposio tenuto la mattina si intitolava “impariamo dal linguaggio figurato di Gesù”, ed io, ingenuamente, pensavo fosse un work shop di teoria semiotica in cui si sarebbe studiato l’uso delle metafore nel discorso della montagna. In realtà era un sermone moralistico su quanto sono belli i gigli del campo, e come Gesù ci dica che neppure Salomone è stato vestito così bene. L’argomentazione dopo Kant e Darwin è obsoleta perché pretende di dimostrare l’esistenza di Dio partendo dalla bellezza e da un fine interno presente agli enti creati, ma ciò lascia il palato filosofico insoddisfatto, perché i nostri modelli biologici possono spiegare sia la percezione della bellezza in termini di utilità evolutiva sia il suo sorgere in base ai meccanismi del caso e della selezione naturale. Dunque, chi avesse voluto sostenere l’esistenza di una teleologia in natura, non avrebbe dovuto dedicarsi ad argomentazioni così obsolete, che andavano bene solo prima dell’Ottocento, e si sarebbe invece dovuto dare una versione filosoficamente consistente del senso in cui possiamo dire che Dio abbia creato quel fiore anche all’interno di un quadro neodarwiniano. Lo so, i TdG non credono all’evoluzionismo, e poi quello non era un simposio di teoreti: vere entrambe le considerazioni. Ma, per l’appunto, io sto spiegando perché quell’orazione non l’ho sentita come “mia”, come scritta per uno come me, e dunque sentissi i miei minuti che scivolavano via vanamente. Non pretendo di questionare se fosse o meno adatta all’uditorio.
Cosa più importante: erano tutti vecchi e brutti. Almeno mi fossi deliziato con la vista di qualche giovane aitante! Ma una cosa non mi spiegavo: le donne invece erano giovani e belle. Com’era possibile questa sperequazione? La fede ha effetti diversi sui due sessi, ingentilendo l’uno e abbrutendo [con una sola “t”] l’altro? O forse la predicazione dei TdG attrae le donne giovani, ma non gli uomini giovani? E la mia rilevazione visiva fatta su 4000 persone, era statisticamente sufficiente? Poi ho pensato che siccome era una religione fondata sulla differenza di genere, ed era venerdì, i giovani non fossero potuti venire all’assemblea perché andavano al lavoro, mentre le donne, casalinghe ed angeli del focolare, fossero tutte lì all’assemblea, sicché tra gli uomini io vedevo solo una massa di pensionati. Mi sono ripromesso di verificare queste supposizioni con dati sociologici, ma poi altri dati difformi hanno colpito la mia mente. In un piccolo teatrino un ragazzo 18 ed uno 20enne sul palco si dicevano l’un l’altro che avevano il grande compito di pulire la sala, sicché i TdG li stavano pubblicizzando, almeno per la congregazione, una divisione del lavoro gender-neutral. Ma forse riguardava solo la congregazione: nel tempio di Geova anche gli uomini possono spazzare.
Poi, commentando un video che parlava di musica, dell’orchestra della WT, l’oratore ha spiegato come nel video si vedesse “il capo famiglia che prendeva la direttiva”, radunato i suoi figli e la moglie per il canto. Se gli è stato detto nella sua scaletta di dire quelle cose, allora vuol dire che la WTS presenta i maschi in maniera egemone nei propri filmati, per trasmettere l’idea che sono i signori del maniero. Disgustoso.
Sentimenti contrastanti sono sorti in me per il filmato sulla biografia di Gesù, raccontato da uno dei pastori cui gli angeli apparvero nel giorno in cui Gesù nacque. Il filmato immagina che il pastore seguì Gesù, e divenne cristiano, anzi “sorvegliante della congregazione di Gerusalemme”. La tecnica di persuasione subdola qui era chiara, usando una terminologia geovista si vuole dare ad intendere surrettiziamente che le comunità dei TdG di oggi siano come quelle di Gerusalemme nel primo secolo. Sappiamo bene che ekkelesia, cioè chiesa, nel senso di assemblea, in geovese si dice “congregazione”, ed episkopos, da cui deriva etimologicamente il nostro “vescovo”, diventa “sorvegliante”. Quest’idea bislacca di tradurre in maniera diversa le parole dal resto della cristianità crea un senso di alienazione tra i fedeli e il resto del mondo, si pensi alla “charis”, la “grazia”, tradotta “immeditata benignità”, e stauros, lo stecco del Liuk. E’ per me un mistero perché non abbiano tradotto theos (Dio) come Nume od Essere Supremo per distanziarsi dal resto della pagana cristianità.
Ma torniamo al filmato: è un feroce invito a non ragionare DOPO che tu sia entrato nella setta. Il ragionamento è questo: dubbi se ne possono avere su qualsiasi cosa, quindi, dopo che sei entrato, ormai avevi già considerato tutto attentamente, non occorre tormentarti con pensieri molesti ogni giorno, anzi, se hai dubbi, ripercorri le prove che ti hanno condotto alla fede. Il tutto veniva illustrato col fatto che il vecchio pastore, dopo aver avuto una prova tangibilissima, gli angeli, s’era lasciato prendere dallo scetticismo, divenendo freddo nella fede. Eppure, dicono, aveva avuto tante prove, quindi occorre mantenersi nella fede e fare orecchie da mercante ad ulteriori obiezioni scettiche che potrebbero sopraggiungere dopo. Tutto ciò ovviamente è inascoltabile: in primis nessun tdG ha visto angeli apparirgli, e poi, se anche fosse stato, avrebbe fatto bene ad andare da un neurologo per escludere che l’apparizione sia dovuta a qualche patologia mentale. Nel caso poi avesse voluto ritenere, pur dinnanzi ad una patologia, che Dio si sia servito di una patologia per parlargli, almeno avrebbe fatto questa scelta in maniera consapevole. In ogni caso, nessun TdG ha visto un angelo, e quanto alle loro presunte prove, al loro “aver già accertato tutto”, è noto che invece sono dei bambini che non sanno alcunché di scienze bibliche e che hanno appreso la loro cosiddetta sapienza su degli omogeneizzati. Cibo premasticato, scritto per persone senza una formazione scientifica, e dunque ogni momento è eccellente per acquisire una preparazione vera in filologia biblica, e dissipare le tenebre della superstizione letteralista in cui sono stati cresciuti, tra una bufala e l’altra, dall’idea che nella Bibbia si dica che la terra sia sferica a profezie di Daniele per l’interpretazione delle quali gli esegeti watchetaweriani hanno intitolo lo stilo nella fonte del delirio. Cari TdG, voi non vi siete accertati di un emerito nulla, e i vostri sforzi sono stati condotti sotto la guida di ciechi ignoranti quanto lo eravate voi nelle discipline storico-critiche. Una religione che vi dica che concentrarvi su quello che avete appreso, ed ignorare le prove esterne del contrario, rinunziando a vagliarle, è una setta che incita alla dissonanza cognitiva, e a mettere sotto il tappeto le cose strane che doveste vedere.
Il video su Gesù presenta la comprensione progressiva di Cristo del proprio mistero personale, ma stranamente attribuisce a Gesù una memoria eidetica, asserendo che poteva ricordare tutto ciò che aveva letto. Non so dove abbiano ricavato questa teoria, che forse non è così folle. Il video commette poi l’errore, di proposito, di far usare ripetutamente la parola Geova a Gesù, anche durante la lettura sinagogale di Isaia, dove invece egli certamente, se l’episodio è storico, l’avrà sostituito con Adonay o altro. Poi la lama s’è conficcata ulteriormente a fondo nel mio orecchio perché oltre alla verità è stata sacrificata la bellezza, e così il brano che nella CEI suona “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione […] predicare un anno di grazia del Signore”, diventa nella TNM: “Lo spirito di Geova è su di me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai poveri, […] per predicare l’anno accettevole di Geova”.
Non sentivo quest’orrenda traduzione da quando era andato alla Chiesa evangelica di Brescia ad un congresso creazionista, anche la Nuova Riveduta traduce l’espressione “l’anno accettevole” di Geova. Ebbene amici noi dobbiamo urlare no a questa resa, perché è un abominio, e le cose brutte sono peggio di quelle scorrette, Wilde docet. Altra traduzione orrenda citata nel discorso: “Perciò chiunque ode queste mie parole e le mette in pratica sarà assomigliato a un uomo discreto, che edificò la sua casa sul masso di roccia”. La Diodati nel ‘600 traduceva con quest’arcaismo folle, “sarà assomigliato”, che nella TNM è solo un tentativo di fare un calco dell’inglese “Therefore everyone that hears these sayings of mine and does them will be likened to a dicreet man”. Leggo che la nuova traduzione dei Geova rende “Therefore, everyone who hears these sayings of mine and does them will be like a discreet man who built his house on the rock”. Sparisce il “will be likened”, e dunque, siccome il comitato italiano non sa e non ha mai saputo il greco, e si tratta di gente senza alcuna autonomia intellettuale che curi le specificità dell’italiano, e che copia solo pedissequamente l’inglese, anche il bruttissimo “sarà assomigliato” della versione italiana sparirà.
Sul palco gli oratori sono poi lanciati in due considerazioni sul greco. Il primo a proposito di Lc 11,9 “continuate a bussare, e vi sarà aperto”, dove l’oratore ha detto che sbagliano le traduzioni che rendono con “bussate e vi sarà aperto”. Sono andato a vedere il testo greco sul cellulare, e c’era un banale imperativo presente del verbo bussare. Suppongo che l’idea dell’erroneità delle altre traduzioni sia venuta a chi ha preparato la scaletta di quell’intervento dal fatto che in greco l’ «aspetto» del verbo può venire espresso, e dunque il presente ha valore “durativo”, mentre il valore puntuale è dato dall’aoristo. Un’azione puntuale nella mente dell’oratore sarebbe stata perciò espressa dall’imperativo aoristo. Questa almeno è stata la mia ricostruzione di quale possa essere stata l’idea dietro a quell’affermazione. In realtà tutte queste considerazioni non hanno molto senso per sostenere che le altre traduzioni siano errate: l’aspetto durativo è spesso implicito anche nel presente italiano, e dunque nessuno insegna a scuola a tradurre i presenti rimarcando l’aspetto durativo con l’aggiunta di parole a casaccio che appesantiscono la sintassi. Bussare in italiano è già di per se durativo, perché non è abituale che si bussi dando un solo colpo.
Altra perla sulla scorrettezza delle altre traduzioni è stata quella attribuita alla resa di Col 2,2, che la TNM così riporta “in vista dell’accurata conoscenza del sacro segreto di Dio, cioè Cristo.” Secondo l’oratore la traduzione “nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, cioè Cristo”, con “mistero” al posto di “segreto” sarebbe stata errata. In greco c’è un banalissimo mysterion, dunque l’oratore stava vaneggiando. Anche qui ho cercato di ricostruire in base a cosa il creatore di questo discorso ritenesse “mistero” una resa strana, e la radice sta nel Nulla, cioè nel mitico ed immancabile dizionario VINE. Alla voce “sacro segreto” su Perspicacia si citano delle righe del Vine che pare scettico su questa resa, e dunque, a chi ha redatto questo discorso, questo parere tratto dall’obsoleto e ridicolo, nonché ignoto a tutti nella contemporaneità, lessico Vine è bastato per dire che la resa della CEI fosse errata.
Ma veniamo al momento clou del settarismo: un tale Gianfranco da Castalcovati (BS), anziano, che raccontava al palco con la voce rotta dal pianto di come suo figlio fosse stato disassociato, e lui da un anno non lo vedesse più. Nonostante dentro di lui avesse la voglia di avere una seppur piccola relazione col figlio pregava Geova di dargli la forza di resistere. E’ stata una scena terrificante e pietosa: non riusciva a leggere il foglio che aveva in mano, ogni 10 secondi si interrompeva per singhiozzare mentre leggeva queste atrocità, ricevendone un applauso dal pubblico. Il poveretto era convinto che il suo gesto fosse per il bene del figlio, per spingerlo a tornare in congregazione, e che se gli avesse parlato, dando al figlio quello che voleva, avrebbe compromesso la possibilità, sia quella propria che quella del ragazzo, di ottenere la vita eterna.
Dunque diceva che sia per sé, che voleva continuare ad avere una relazione con Geova, sia per il bene si suo figlio, doveva rompere ogni rapporto con lui. Dunque guardate con che atrocità la setta ha usato l’amore di un padre per il figlio contro questo stesso rapporto, giacché non è per odio del figlio che il padre non lo saluta più neppure, ma per amore, in quanto crede che se lo facesse il figlio sarebbe meno spinto a tornare in sala, e dunque lo perderebbe forse per sempre nel nuovo mondo. Il modo in cui quel padre era dilaniato, e per una menzogna che gli infestava la vita, è stato veramente duro da guardare. Ciò mi ha fatto riflettere che per fermare l’ascesa delle sette non basta il catechismo, occorre la scienza, occorre che, anche in materia di religioni, e per ciascuno dei libri sacri, i ragazzi apprendano durante un insegnamento curriculare un approccio scientifico a questi testi. Un paio d’anni al liceo di scienze religiose forse? Già ma con che soldi? E lo stato non ha altre priorità che insegnare ai giovani la genesi del Corano e del Pentateuco? E dunque la speranza restano i professori di storia e di filosofia, che dicano qualcosa…
Ultima notula in questi pensieri sparsi: ho notato sul tablet del mio vicino di sedia che la TNM su app non scrive mai l’imperativo di “andare” in maniera corretta. “Va’ via Satana” è scritto “Va via Satana”, e ciò ovunque, senza distinguere l’imperativo dall’indicativo presente. Qualcuno corregga questa sgrammaticatura.
http://www.treccani.it/enciclopedia/va- ... italiana)/
In sintesi: è stata una perdita di tempo, come del resto è stata una perdita di tempo questo messaggio, tanto chi è già fuori dai Geova, sa ormai tutto, quelli ancora dentro invece, non saranno certo convinti da questi miei pensieri composti in maniera rapsodica e di getto. Per di più so già che se qualche TdG leggesse questo messaggio ne trarrebbe ulteriori ed illogiche conseguenze circa il "vuoto inganno" della filosofia, come se si potesse dedurre da quello che scrivo io l'effetto della filosofia su una persona, e io fosse la Filosofia, che parla a Boezio in carcere.
Inoltre, come avrete notato, non ci sono grandi critiche teologiche in questo mio messaggio, perché il primo giorno di congresso non aveva quasi nulla di “teologico” (nel senso di quello che in casa cattolica si studia sotto il capitolo della dogmatica). Si chiamava “imitiamo Gesù”, e dunque è stata tutta una serie di discorsi di stampo moraleggiante, di paternali, per dirla in una parola. Niente che potesse interessare il mio palato teoretico. Anzi, i TdG si vantano di non impostare la predicazione in questa maniera, il che, se va bene a loro, me li rende comunque ostici da ascoltare. Almeno qui nei forum quando discuto con un testimone posso scegliermi su quale argomento intervenire, e scegliere i discorsi che siano schematizzabili in sillogismi. Non mi interessa se uccidere è sbagliato, datemi la cronologia assira, quella sì che è divertente.
Ad maiora