"come mai le intelligenze fragili e manipolabili finiscono spesso in gruppi settari?"

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Vieri
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"come mai le intelligenze fragili e manipolabili finiscono spesso in gruppi settari?"

Messaggio da Vieri »

Dovete scusarmi se ritorno sull'argomento dei neocatecumenali, a richiesta di uno dei forumisti dubbiosi su alcuni movimenti cattolici e in effetti il titolo è suo.

Per fare una precisazione alcuni definiscono questo movimento una “setta” e sull'argomento mi sembra strano che più papi in epoche diverse avessero approvato e promosso questa comunità e che il fondatore Kiko Arguello sia stato insignito del dottorato honoris causa in Teologia del Matrimonio e della Famiglia dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II e nel2013 della laurea honoris causa,  in Sacra Teologia dall'Università Cattolica "Giovanni Paolo II" diLublino.
.
Gli Statuti del Cammino Neocatecumenale sono stati approvati dalla Santa Sede ad experimentum nel giugno 2002 e, in via definitiva, nel maggio 2008. L'impianto catechetico e la struttura dell'itinerario neocatecumenale sono anch'esse state definitivamente approvate nel dicembre 2010. Il 10 gennaio 2009 Benedetto XVI ha presieduto una solenne celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro in occasione dei 40 anni dalla nascita del Cammino.
Attualmente il Cammino è presente in 124 nazioni dei 5 continenti, in 1.479 diocesi di 6.272 parrocchie con 20.432 comunità.
Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale sarebbero circa 900.000 in tutto il mondo, di cui circa 250.000 in Italia. Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi sono i responsabili a livello mondiale del Cammino neocatecumenale.

Bene. Fornite queste informazioni riprese da Wikipedia parliamo di fatti personali.

"Come mai intelligenze fragili e manipolabili...."
Capisco e comprendo che alcune persone sia per motivi familiari, sia perché “prese” o meglio dire “catturate” in momenti particolari di smarrimento della loro vita siano state portate ad abbracciare un movimento di persone disponibili, direi “protettive” trovando in esse in quel momento della vita quelle sicurezze che mancavano, ma onestamente “non si può fare di tutta l'erba un fascio” e mischiare le rape con le mele.....

Nel caso specifico del sottoscritto, sono entrato a far parte di questo movimento solo da 4 anni ed è stata una decisione assolutamente volontaria senza che nessuno mi avesse invitato o costretto "psicologicamente" a entrare.

Le mie motivazioni?
Da sempre frequentando la chiesa ho sempre ricevuto un messaggio unidirezionale con la lettura e l'interpretazione del Vangelo da parte del sacerdote di turno senza possibilità di dialogo.
Questo mi è sempre mancato ed anche quando ho partecipato in altri gruppi parrocchiali a delle lezioni sul Vangelo, non ho mai potuto avere l'occasione di porre domande o discutere su certi argomenti liturgici.

Nell'ambito invece delle comunità neocatecumenali ho avuto invece questa opportunità in modo di dialogare ed esporre certe mie interpretazioni, oltre ad ascoltare quelle degli altri, avvicinandomi molto di più agli altri di quanto avessi potuto fare in passato.
Dato che non mi reputo un cristiano DOC, la mia cattiveria si spinge a pensare se anche i TDG possono avere anche loro simile libertà di pensiero discutendo o anche magari contraddicendo gli "insegnamenti" degli anziani senza il rischio di essere processati e cacciati .......

Rispettare delle "regole" o obbedire a dei "Principi" ?

Solo il dialogo è importante per avvicinare le persone e non l'obbedienza cieca, spesso a regole assurde, che fa crescere la fede e le persone.
A differenza di alcuni "maldicenti", nel Cammino Neocatecumenale non esistono regole da rispettare ma solo un "cammino di fede da percorrere insieme" senza costrizioni, sorveglianti, processi ed obblighi di frequenza....
Chi vuole resta e chi desidera scegliere altre strade è liberissimo di farlo.

La chiesa Cattolica in particolare ha molte associazioni e movimenti: da Comunione e Liberazione ai “Focolarini”, i Neocatecumenali, ecc. composti da laici fino alle numerose e note congregazioni religiose vere e proprie come i Gesuiti alle quali appartiene anche Papa Francesco.
Non comprendo allora come mai per certe persone, verso il movimento Neocatecumenale, ci possano essere simili diffidenze paragonandoli addirittura ai TDG......

Con tutto il rispetto per le (discutibili) ideologie altrui ( leggi TDG) mi sembra che il confronto sia frutto di ignoranza e completa disinformazione con differenze talmente abissali che sarebbe lunghissimo elencare come dalle note indicate prima.
Perchè allora questi paragoni e diffidenze ?
Forse perché fanno un gruppo a sé ma oserei dire senza la presunzione di essere gli eletti o i migliori....( chi ha orecchi per intendere intenda..), celebrano la S. messa il sabato sera con il pane azimo ed il vino ? Forse perché promuovono l'incontro con il mondo ebraico, presente in prossimità del Monte delle Beatitudini con la Domus Galileae, luogo di meditazione e di incontro con la realtà ebraica del paese ?
Forse perché il movimento attrae moltissimi giovani di ogni paese che non sono dei “rimbecilliti” ma ragazzi normalissimi come io ne conosco con i loro problemi ed i loro perché?
Forse perché in ogni “convention” fatta da Kiko periodicamente in città e paesi diversi si avvicinano al sacerdozio ed alla monachesi decine se non centinaia di giovani ?
Forse perché decine di famiglie con i loro bambini decidono di punto in bianco (come io conosco personalmente) di trasferirsi in paesi lontani a portare la loro testimonianza di fede?

A questo punto faccio solo una osservazione vecchia come la storia: “ quello che non si conosce e non si riesce a comprendere ci è nemico”...e questo alla fine spiega molte cose.
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Messaggio da Tranqui »

pero' i neocatecumenali non sono un gruppo staccatosi dalla chiesa cattolica ? :boh:
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Liala, scusami se sono insistente, ma non cattivo....

Messaggio da Vieri »

Scusami se insisto ma mi scrivi: "pero' i neocatecumenali non sono un gruppo staccatosi dalla chiesa cattolica ?"

Ma hai letto bene quello che ho scritto ?
Ti riprendo allora quello che c'è scritto su Wikipedia:

il Cammino neocatecumenale è riconosciuto nel 1990 da papa Giovanni Paolo II come un "itinerario di formazione cattolica valido per la società e per i tempi odierni". L'iter di certificazione dell'ortodossia del carisma neocatecumenale si è protratto per diversi anni ed è giunto ultimamente a conclusione. Gli Statuti del Cammino Neocatecumenale vengono infatti approvati dalla Santa Sede ad experimentum nel giugno 2002 e, in via definitiva, nel maggio 2008. L'impianto catechetico e la struttura dell'itinerario neocatecumenale sono anch'esse definitivamente approvate nel dicembre 2010. Il 10 gennaio 2009 Benedetto XVI ha presieduto una solenne celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro in occasione dei 40 anni dalla nascita del Cammino.

Attualmente il Cammino è presente in 124 nazioni dei 5 continenti, in 1.479 diocesi di 6.272 parrocchie con 20.432 comunità.[7] Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale sarebbero circa 900.000 in tutto il mondo, di cui circa 250.000 in Italia. Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi sono i responsabili a livello mondiale del Cammino neocatecumenale.

Su espresso invito di papa Giovanni Paolo II, Kiko Argüello ha partecipato come uditore ai Sinodi sulla Penitenza, sui Laici, al Sinodo straordinario sull'Europa, al Sinodo sull'Eucarestia e, su invito di Benedetto XVI, ha partecipato all'ultimo Sinodo sulla Parola. Nel 1992 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato consultore del Pontificio Consiglio per i Laici, nomina riconfermata da papa Benedetto XVI. Il 19 maggio 2012 lo stesso Benedetto XVI lo nomina consultore del nuovo Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. ..........

e secondo te questi che sono stati accolti e riconosciuti da ben tre papi sono "fuori dalla chiesa?
Serena giornata........
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Messaggio da Massimo D. »

Una tua opinione sull Opus Dei?
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Opus Dei, IOR, ........?

Messaggio da Vieri »

Ragazzi, state calmi, non sono un arcivescovo ma un comune mortale e quindi non ne so un cacchio di organizzazioni ecclesiastice. Chi vuole mettere zizzania critica (anche spesso giustamente) le organizzazioni e quindi le opere delle persone tralasciando i Principi . Poi se qulcuno, prelato o meno li applica, sono fatti che riguardano gli umani e non Cristo.
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Messaggio da Tranqui »

Vieri Ranfagni ha scritto:Scusami se insisto ma mi scrivi: "pero' i neocatecumenali non sono un gruppo staccatosi dalla chiesa cattolica ?"

Ma hai letto bene quello che ho scritto ?
Ti riprendo allora quello che c'è scritto su Wikipedia:

il Cammino neocatecumenale è riconosciuto nel 1990 da papa Giovanni Paolo II come un "itinerario di formazione cattolica valido per la società e per i tempi odierni". L'iter di certificazione dell'ortodossia del carisma neocatecumenale si è protratto per diversi anni ed è giunto ultimamente a conclusione. Gli Statuti del Cammino Neocatecumenale vengono infatti approvati dalla Santa Sede ad experimentum nel giugno 2002 e, in via definitiva, nel maggio 2008. L'impianto catechetico e la struttura dell'itinerario neocatecumenale sono anch'esse definitivamente approvate nel dicembre 2010. Il 10 gennaio 2009 Benedetto XVI ha presieduto una solenne celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro in occasione dei 40 anni dalla nascita del Cammino.

Attualmente il Cammino è presente in 124 nazioni dei 5 continenti, in 1.479 diocesi di 6.272 parrocchie con 20.432 comunità.[7] Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale sarebbero circa 900.000 in tutto il mondo, di cui circa 250.000 in Italia. Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi sono i responsabili a livello mondiale del Cammino neocatecumenale.

Su espresso invito di papa Giovanni Paolo II, Kiko Argüello ha partecipato come uditore ai Sinodi sulla Penitenza, sui Laici, al Sinodo straordinario sull'Europa, al Sinodo sull'Eucarestia e, su invito di Benedetto XVI, ha partecipato all'ultimo Sinodo sulla Parola. Nel 1992 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato consultore del Pontificio Consiglio per i Laici, nomina riconfermata da papa Benedetto XVI. Il 19 maggio 2012 lo stesso Benedetto XVI lo nomina consultore del nuovo Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. ..........

e secondo te questi che sono stati accolti e riconosciuti da ben tre papi sono "fuori dalla chiesa?
Serena giornata........
la mia e' una domanda per chiarirmi le idee visto che non so niente di cio' :spieg:
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Liala scusami...

Messaggio da Vieri »

Liala, scusami ma non volevo fare la figura "dell'erudito" e del professorone e certe volte posso essere anche un po' brusco nei mie commenti...sono un "maledetto toscano"..... :bacino:
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Messaggio da Quixote »

Vieri Ranfagni ha scritto: Con tutto il rispetto per le (discutibili) ideologie altrui ( leggi TDG)
Io ho sempre trovato «discutibili»: Comunione e Liberazione, Focolarini, Neocatecumenali ecc.

Con tutto il rispetto, i tuoi post sanno di apologia e di proselitismo, che, per inciso, è vietato dal regolamento.

Beninteso scrivo da utente, che non nota differenze sostanziali dal tuo approccio, a fronte di quello dei TdG, e che in questo caso mi sento, se non di difendere, di non stimmatizzare rispetto a incongruenze e semplicismi che non appaiono esclusivi.

Hai scritto:
Non comprendo allora come mai per certe persone, verso il movimento Neocatecumenale, ci possano essere simili diffidenze paragonandoli addirittura ai TDG......
Sono propenso a credere che questo paragone non sia né inverosimile, né improponibile.
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Rispetto le idee altrui ma non esageriamo nei paragoni......

Messaggio da Vieri »

Scusatemi, capisco benissimo che ognuno sia fatto a modo suo e che la pensi come vuole ( ci mancherebbe) ma se qualcuno secondo il suo punto di vista critica un movimento a cui appartiene con paragoni inverosimili, mi sembra anche giusto che si possa controbattere ( senza fare pubblicità ma esponendo dei fatti) ed avere il diritto di replica.
Poi alla fine non c'è problema se ognuno rimane della sua opinione......
buona domenica. :strettamano:
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Messaggio da play »

Con questa espressione “fragili” o vulnerabili identita’ nichiliste intendevo riferirmi alla costruzione negativa della stessa: in certi casi avviene gia’ nell’ ambiente culturale nel quale si allevano i figli, la famiglia. Ma il nucleo, il fondamento stesso della societa’ è solo un ‘ equipaggio d’ alto bordo oramai…. Vieri, da dove vogliamo partire? Da Heidegger e Jaspers, o dalle bandiere di altri filosofi come Friedrich Schelling l’ inventore del Das Unbewusste?Ma no, figuriamoci, finirei per concludere che abbiamo sprecato il tempo in otium! E se invece poi ai morti gia’ citati aggiungessimo un pizzico di Sartre e di insana angoscia d’ esistere? Ti precedo. Diresti: parole, parole, parole. Ebbene, si, questo forum è una palestra della molteplicita’e della differenza, qui ci sono atei agnostici tdg ex tdg cattolici e NC. Il geovismo è un ideologia molto invasiva perché divide scinde separa le famiglie. Qualunque altra ideologia che si arroghi il diritto di sostituirsi ad un padre ed un una madre generativa e affettiva è abusante, perché di madre ce n’ è una sola e di padre pure. Il settarismo è paragonabile ad un virus pernicioso e insidioso che infetta il nucleo portante della societa’ civile, percio’, dato che ti sei definito appartenente al MNC sarebbe opportuno che argomentassi le differenze che esistono tra i tdG e il MNC.XChe ne dici? Se vuoi e se puoi. Sempre con rispetto e senza disturbare!
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Grazie ply, ma non voglio insistere sull'argomento....

Messaggio da Vieri »

Mi hanno fatto molto picere le tue osservazioni che personalmente condivido.
Ho gia' parlato diffusamente dei nct e non voglio essere accusato di fare del "proselitismo" come malignamente mi sono sentito dire.
Ti posso dare una risposta "telegrafica" sulle differenze dai tdg che poi alla fine la dice tutta ?

Il movimento nct e" un movimento CATTOLICO riconosciuto ed approvvato dalla Chiesa con il fine di fare apostolato cattolico in ogni parte del mondo tramite singoli gruppi, sacerdoti o famiglie in missione.
Se andare a rendere testimonianza viva del Vangelo e' essere come i tdg , io sono maomettano,.........
PS. Grazie per le tue non citazioni filosofiche, cosi' hai trovato un amico...... :strettamano:
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Messaggio da Quixote »

Vieri Ranfagni ha scritto: Ho gia' parlato diffusamente dei nct e non voglio essere accusato di fare del "proselitismo" come malignamente mi sono sentito dire.
T
Punto uno: ora spieghi agli utenti dove sarei stato maligno, adoperando un linguaggio oltremodo chiaro, corretto, e non maleducato.

Punto due: alla prossima, ove non ti piacesse il mio modo educato di rapportarmi, troverai il mod, invece che l’utente.
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Messaggio da Vieri »

Scusate se uso un linguaggio colloquiale non dando magari del lei a qualcuno, ma pensavo che anche trattando argomenti seri si potesse avere anche un po' di humor e la mia espressione "malignamente" fosse intesa non nel senso letterale, di : "generata dal maligno (Satana?) "ma piu' semplicemente " con un pizzico di cattiveria"....... Non mi sono infatti ricordato che spesso parlando di tdg ci si abitua a prendere tutto alla lettera.....
:scuse:
Ultima modifica di Vieri il 08/11/2015, 18:40, modificato 1 volta in totale.
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Azz..ma a volte mi confondi.

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Vieri Ranfagni ha scritto:Scusate se uso un linguaggio colloquiale non dando magari del lei a qualcuno, ma pensavo che anche trattando argomenti seri si potesse avere anche un po' di humor e la mia espressione "malignamente" fosse intesa non nel senso letterale, di : "generata dal maligno (Satana?) "ma piu' semplicemente " con un pizzico di cattiveria"....... Non mi sono infatti ricordato che spesso parlando di tdg ci si abitua a prendere tutto alla lettera.....
:scuse:

Scusa ma un pizzico di cattiveria ... no!

Tutto alla lettera ? Dipende da cosa scrivi ?
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Vieri »

Ma con chi credete di parlare ? Con Padre Mariano ? E certo che sono solo un "cristianuccio" e per lo piu' maledetto toscano e le cattiverie sataniche mi vengono come il pane.....
Buona domenica! :pace:
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Vieri Ranfagni ha scritto:Liala, scusami ma non volevo fare la figura "dell'erudito" e del professorone e certe volte posso essere anche un po' brusco nei mie commenti...sono un "maledetto toscano"..... :bacino:
:grazie: sei un toscanaccio e si legge . sei anche su fb ? :timido2:
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No Liala, non mi pice raccontare a tutto il mondo i miei pensieri, spesso privati ma solo a quelli che considero amici e qui mi e' sembrato di essere nel posto giusto...... :bacino:
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Messaggio da Ray »

Vieri Ranfagni ha scritto:No Liala, non mi pice raccontare a tutto il mondo i miei pensieri, spesso privati ma solo a quelli che considero amici e qui mi e' sembrato di essere nel posto giusto...... :bacino:
Vieri non scambiare la critica come astio verso di te ,se cerchi il love bombing falso
stile tdg ,dovevi andare nelle sale del ragno,prima ti lodano e poi una volta diventato tdg
se non sei nelle loro grazie ti mostrano indifferenza.


Personalmente non ho niente contro i Neocat- e meno su di te.

:ciao:
Ray

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Questo forum ha come tematica la dottrina dei Testimoni di Geova, il loro modus vivendi et operandi, ciò non vuol dire che non si possa parlare della religione cattolica, in quanto è pietra di paragone per il confronto con i TdG.

Quanto affermo "Religione Cattolica" intendo dire ciò che il Magistero ha affermato essere dottrina cattolica, dunque citare altre comunità non ha alcun senso e non hanno valore per tale confronto, inoltre, a scanso di equivoci, anche nella chiesa cattolica esistono comunità le quali sono al limite dell'eresia, con prassi eterodosse e settarie, e ciò vale anche per le altre frange di altre religioni.

Visto ciò, consiglio di rimanere nella tematica del forum, poiché a volte si è andato fuori dal seminato.
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger )

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Vieri Ranfagni ha scritto:Scusate se uso un linguaggio colloquiale non dando magari del lei a qualcuno, ma pensavo che anche trattando argomenti seri si potesse avere anche un po' di humor e la mia espressione "malignamente" fosse intesa non nel senso letterale, di : "generata dal maligno (Satana?) "ma piu' semplicemente " con un pizzico di cattiveria"....... Non mi sono infatti ricordato che spesso parlando di tdg ci si abitua a prendere tutto alla lettera.....
:scuse:
Ma no, che hai capito: da te o da altri non voglio né il Voi né il Lei, voglio il Sie, il Loro, alla “tetesca”. :ironico:

Puoi ben ironizzare sul «maligno»: perché maligno è citare Leopardi: e le tenebre contro la luce in chiave illuministica. Altro che «pizzico di cattiveria», come la chiami: è la negazione del Cristianesimo. Solo il tuo finale non regge: non sono io a prendere il mondo alla lettera: non è nel gusto di Mefistofele…
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Quixote ha scritto:
Vieri Ranfagni ha scritto:Scusate se uso un linguaggio colloquiale non dando magari del lei a qualcuno, ma pensavo che anche trattando argomenti seri si potesse avere anche un po' di humor e la mia espressione "malignamente" fosse intesa non nel senso letterale, di : "generata dal maligno (Satana?) "ma piu' semplicemente " con un pizzico di cattiveria"....... Non mi sono infatti ricordato che spesso parlando di tdg ci si abitua a prendere tutto alla lettera.....
:scuse:
Ma no, che hai capito: da te o da altri non voglio né il Voi né il Lei, voglio il Sie, il Loro, alla “tetesca”. :ironico:

Puoi ben ironizzare sul «maligno»: perché maligno è citare Leopardi: e le tenebre contro la luce in chiave illuministica. Altro che «pizzico di cattiveria», come la chiami: è la negazione del Cristianesimo. Solo il tuo finale non regge: non sono io a prendere il mondo alla lettera: non è nel gusto di Mefistofele…
Mi rispondi:
"Altro che «pizzico di cattiveria», come la chiami: è la negazione del Cristianesimo".!!!!

Onestamente pensavo di essere appena un po' più buono......e non diventare un "cugino di Lucifero"....
Ma per favore.....

se vai su diversi dizionari in italiano viene anche riportato : "parola detta con malevolenza, insinuazione, in tono pungente e ironico, "che ha la tendenza a pensare e a parlare male del prossimo o a vedere il male dove non c’è"........
:risata: :risata: :risata: :risata: :risata:
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Vieri Ranfagni ha scritto: Mi rispondi:
"Altro che «pizzico di cattiveria», come la chiami: è la negazione del Cristianesimo".!!!!

Onestamente pensavo di essere appena un po' più buono......e non diventare un "cugino di Lucifero"....
Ma per favore.....

se vai su diversi dizionari in italiano viene anche riportato : "parola detta con malevolenza, insinuazione, in tono pungente e ironico, "che ha la tendenza a pensare e a parlare male del prossimo o a vedere il male dove non c’è"........
:risata: :risata: :risata: :risata: :risata:
«Per favore» dovrei dirlo io, che sto a discutere con chi pontifica di dizionari, e nemmeno è in grado di saper leggere quanto basta per distinguere che il «cugino di Lucifero» in oggetto ero io, e non lui.

A che serve leggere dizionari, quando non si possiedono strumenti e metodologia per farlo?
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Quixote ha scritto:
Vieri Ranfagni ha scritto: Mi rispondi:
"Altro che «pizzico di cattiveria», come la chiami: è la negazione del Cristianesimo".!!!!

Onestamente pensavo di essere appena un po' più buono......e non diventare un "cugino di Lucifero"....
Ma per favore.....

se vai su diversi dizionari in italiano viene anche riportato : "parola detta con malevolenza, insinuazione, in tono pungente e ironico, "che ha la tendenza a pensare e a parlare male del prossimo o a vedere il male dove non c’è"........
:risata: :risata: :risata: :risata: :risata:
«Per favore» dovrei dirlo io, che sto a discutere con chi pontifica di dizionari, e nemmeno è in grado di saper leggere quanto basta per distinguere che il «cugino di Lucifero» in oggetto ero io, e non lui.

A che serve leggere dizionari, quando non si possiedono strumenti e metodologia per farlo?
E' vero ho studiato poco.......sono solo un tecnologo......e non un "pontefice che pontifica di dizionari",........

.......ma per favore vogliamo, se possibile iniziare a volerci bene ? Questa volta comincio io per primo: ....ma prima mi dici dove hai trovato questa definizione ?
"Altro che «pizzico di cattiveria», come la chiami: è la negazione del Cristianesimo",
A me è sembrata talmente esagerata da avermi fatto sorridere ( ed anche qualche cosa di più...) ma non devi prendertela a male per la mia sincerità....
:abbr:
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
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Messaggio da Ray »

E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19.



19 hoc est autem iudicium quia lux venit in mundum et dilexerunt homines magis tenebras quam lucem erant enim eorum mala opera
20 omnis enim qui mala agit odit lucem et non venit ad lucem ut non arguantur opera eius
21 qui autem facit veritatem venit ad lucem ut manifestentur eius opera quia in Deo sunt facta

19 E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché
le loro opere erano malvage.
20 Poiché chiunque fa cose malvage odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano riprovate;
21 ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le opere sue siano manifestate, perché son fatte in Dio.

A proposito della poesia La ginestra o il fiore del deserto di Giacomo Leopardi

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Canzone composta nel 1836 presso la Villa Ferrigni (ora rinominata Villa della Ginestra, e situata lungo il cosiddetto “miglio d’oro”, un tratto di strada celebre per le bellezze storico-paesaggistiche e per le splendide ville d’età settecentesca) di Torre del Greco, La ginestra o il fiore del deserto viene pubblicata per la prima volta nell’edizione napoletana dei Canti curata da Antonio Ranieri (1845). Il componimento, che si apre con una citazione dal Vangelo di Giovanni, è considerato il testamento poetico di Leopardi, che, osservando una ginestra sulle pendici del Vesuvio, riflette sulla condizione umana e sulla Natura.
Metro: Canzone di strofe libere, con presenza di rime al mezzo.

Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι µᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
(Giovanni, III, 19)
Qui su l’arida schiena
del formidabil monte 1
sterminator Vesevo 2,
la qual null’altro allegra arbor né fiore,
tuoi cespi solitari intorno spargi,
odorata ginestra,
contenta dei deserti 3. Anco ti vidi
de’ tuoi steli abbellir l’erme contrade
che cingon la cittade
la qual fu donna de’ mortali un tempo 4,
e del perduto impero
par che col grave e taciturno aspetto
faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
lochi e dal mondo abbandonati amante
e d’afflitte fortune 5 ognor compagna.
Questi campi cosparsi
di ceneri infeconde, e ricoperti
dell’impietrata lava,
che sotto i passi al peregrin risona;
dove s’annida e si contorce al sole
la serpe, e dove al noto
cavernoso covil torna il coniglio;
fur liete ville e cólti 6,
e biondeggiar di spiche, e risonaro
di muggito d’armenti;
fur giardini e palagi,
agli ozi de’ potenti
gradito ospizio; e fur città famose 7,
che coi torrenti suoi l’altero monte
dall’ignea bocca fulminando oppresse
con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
una ruina involve,
ove tu siedi, o fior gentile, e quasi
i danni altrui commiserando, al cielo
di dolcissimo odor mandi un profumo,
che il deserto consola. A queste piagge
venga colui che d’esaltar con lode
il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
è il gener nostro in cura
all’amante natura. E la possanza
qui con giusta misura
anco estimar potrá dell’uman seme,
cui la dura nutrice 8, ov’ei men teme,
con lieve moto in un momento annulla
in parte, e può con moti
poco men lievi ancor subitamente
annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
son dell’umana gente
le magnifiche sorti e progressive 9.
Qui mira e qui ti specchia,
secol superbo e sciocco 10,
che il calle insino allora
dal risorto pensier segnato innanti
abbandonasti, e vòlti addietro i passi,
del ritornar ti vanti,
e procedere il chiami.
Al tuo pargoleggiar gl’ingegni tutti,
di cui lor sorte rea padre ti fece,
vanno adulando, ancora
ch’a ludibrio talora
t’abbian fra sé 11. Non io
con tal vergogna scenderò sotterra;
ma il disprezzo piuttosto che si serra
di te nel petto mio,
mostrato avrò quanto si possa aperto;
bench’io sappia che obblio
preme chi troppo all’etá propria increbbe.
Di questo mal, che teco
mi fia comune, assai finor mi rido.
Libertá vai sognando, e servo a un tempo
vuoi di novo il pensiero 12,
sol per cui risorgemmo
della barbarie in parte, e per cui solo
si cresce in civiltá, che sola in meglio
guida i pubblici fati.
Cosí ti spiacque il vero
dell’aspra sorte e del depresso loco
che natura ci die’. Per queste il tergo
vigliaccamente rivolgesti al lume
che il fe’ palese; e, fuggitivo, appelli
vil chi lui segue, e solo
magnanimo colui
che sé schernendo o gli altri, astuto o folle,
fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Uom di povero stato e membra inferme
che sia dell’alma generoso ed alto,
non chiama sé né stima
ricco d’or né gagliardo,
e di splendida vita o di valente
persona infra la gente
non fa risibil mostra;
ma sé di forza e di tesor mendíco
lascia parer senza vergogna, e noma
parlando, apertamente, e di sue cose
fa stima al vero uguale.
Magnanimo animale
non credo io giá, ma stolto,
quel che nato a perir, nutrito in pene,
dice: - A goder son fatto 13, -
e di fetido orgoglio 14
empie le carte, eccelsi fati e nove
felicità, quali il ciel tutto ignora,
non pur quest’orbe, promettendo in terra
a popoli che un’onda
di mar commosso, un fiato
d’aura maligna, un sotterraneo crollo
distrugge sí, ch'avanza
a gran pena di lor la rimembranza 15.
Nobil natura è quella
ch’a sollevar s’ardisce
gli occhi mortali incontra
al comun fato 16, e che con franca lingua,
nulla al ver detraendo,
confessa il mal che ci fu dato in sorte,
e il basso stato e frale;
quella che grande e forte
mostra sé nel soffrir, né gli odii e l’ire
fraterne, ancor piú gravi
d’ogni altro danno, accresce
alle miserie sue, l’uomo incolpando
del suo dolor, ma dà la colpa a quella
che veramente è rea, che de’ mortali
madre è di parto e di voler matrigna 17.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
congiunta esser pensando,
siccom’è il vero, ed ordinata in pria
l’umana compagnia,
tutti fra sé confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con vero amor, porgendo
valida e pronta ed aspettando aita
negli alterni perigli e nelle angosce
della guerra comune. Ed alle offese
dell’uomo armar la destra, e laccio porre
al vicino ed inciampo,
stolto crede cosí, qual fora in campo
cinto d’oste contraria, in sul piú vivo
incalzar degli assalti,
gl’inimici obbliando, acerbe gare
imprender con gli amici,
e sparger fuga e fulminar col brando
infra i propri guerrieri.
Cosí fatti pensieri
quando fien, come fur, palesi al volgo;
e quell’orror che primo
contra l’empia natura
strinse i mortali in social catena,
fia ricondotto in parte
da verace saper 18, l’onesto e il retto
conversar cittadino,
e giustizia e pietade altra radice
avranno allor che non superbe fole 19,
ove fondata probità del volgo
cosí star suole in piede
quale star può quel c’ha in error la sede.
Sovente in queste rive,
che, desolate, a bruno
veste il flutto indurato, e par che ondeggi,
seggo la notte; e su la mesta landa,
in purissimo azzurro
veggo dall’alto fiammeggiar le stelle,
cui di lontan fa specchio
il mare, e tutto di scintille in giro
per lo vòto seren brillare il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
ch’a lor sembrano un punto,
e sono immense, in guisa
che un punto a petto a lor son terra e mare
veracemente; a cui
l’uomo non pur, ma questo
globo, ove l’uomo è nulla,
sconosciuto è del tutto; e quando miro
quegli ancor piú senz’alcun fin remoti
nodi quasi di stelle,
ch’a noi paion qual nebbia, a cui non l’uomo
e non la terra sol, ma tutte in uno,
del numero infinite e della mole,
con l’aureo sole insiem, le nostre stelle
o sono ignote, o cosí paion come
essi alla terra, un punto
di luce nebulosa; al pensier mio
che sembri allora, o prole
dell’uomo? E rimembrando
il tuo stato quaggiú, di cui fa segno
il suol ch’io premo; e poi dall’altra parte,
che te signora e fine
credi tu data al Tutto; e quante volte
favoleggiar ti piacque 20, in questo oscuro
granel di sabbia, il qual di terra ha nome,
per tua cagion, dell’universe cose
scender gli autori, e conversar sovente
co’ tuoi piacevolmente; e che, i derisi
sogni rinnovellando 21, ai saggi insulta
fin la presente età, che in conoscenza
ed in civil costume
sembra tutte avanzar; qual moto allora,
mortal prole infelice, o qual pensiero
verso te finalmente il cor m’assale?
Non so se il riso o la pietá prevale.
Come d’arbor cadendo un picciol pomo,
cui là nel tardo autunno
maturità senz’altra forza atterra,
d’un popol di formiche i dolci alberghi
cavati in molle gleba
con gran lavoro, e l’opre,
e le ricchezze ch’adunate a prova
con lungo affaticar l’assidua gente
avea provvidamente al tempo estivo,
schiaccia, diserta e copre
in un punto; cosí d’alto piombando,
dall’utero tonante
scagliata al ciel profondo,
di ceneri e di pomici e di sassi
notte e ruina 22, infusa
di bollenti ruscelli,
o pel montano fianco
furiosa tra l’erba
di liquefatti massi
e di metalli e d’infocata arena
scendendo immensa piena,
le cittadi che il mar là su l’estremo
lido aspergea, confuse
e infranse e ricoperse
in pochi istanti: onde su quelle or pasce
la capra, e città nove
sorgon dall’altra banda, a cui sgabello
son le sepolte, e le prostrate mura
l’arduo monte al suo piè quasi calpesta.
Non ha natura al seme
dell’uom piú stima o cura
ch’alla formica: e se piú rara in quello
che nell’altra è la strage,
non avvien ciò d’altronde
fuor che l’uom sue prosapie ha men feconde.
Ben mille ed ottocento
anni varcar poi che spariro, oppressi
dall’ignea forza, i popolati seggi 23,
e il villanello intento
ai vigneti, che a stento in questi campi
nutre la morta zolla e incenerita,
ancor leva lo sguardo
sospettoso alla vetta
fatal, che nulla mai fatta più mite
ancor siede tremenda, ancor minaccia
a lui strage ed ai figli ed agli averi
lor poverelli. E spesso
il meschino in sul tetto
dell’ostel villereccio, alla vagante
aura giacendo tutta notte insonne,
e balzando piú volte, esplora il corso
del temuto bollor, che si riversa
dall’inesausto grembo
sull’arenoso dorso, a cui riluce
di Capri la marina
e di Napoli il porto e Mergellina 24.
E se appressar lo vede, o se nel cupo
del domestico pozzo ode mai l’acqua
fervendo gorgogliar, desta i figliuoli,
desta la moglie in fretta, e via, con quanto
di lor cose rapir posson, fuggendo,
vede lontan l’usato
suo nido, e il picciol campo,
che gli fu dalla fame unico schermo,
preda al flutto rovente,
che crepitando giunge, e inesorato
durabilmente sovra quei si spiega.
Torna al celeste raggio
dopo l’antica obblivion 25, l’estinta
Pompei, come sepolto
scheletro, cui di terra
avarizia o pietà rende all’aperto;
e dal deserto foro
diritto infra le file
de’ mozzi colonnati il peregrino
lunge contempla il bipartito giogo 26
e la cresta fumante,
ch’alla sparsa ruina ancor minaccia 27.
E nell’orror della secreta notte
per li vacui teatri,
per li templi deformi e per le rotte
case, ove i parti il pipistrello asconde,
come sinistra face
che per voti palagi atra s’aggiri,
corre il baglior della funerea lava,
che di lontan per l’ombre
rosseggia e i lochi intorno intorno tinge 28.
Cosí, dell’uomo ignara e dell’etadi
ch’ei chiama antiche, e del seguir che fanno
dopo gli avi i nepoti,
sta natura ognor verde, anzi procede
per sí lungo cammino
che sembra star. Caggiono i regni intanto,
passan genti e linguaggi: ella nol vede:
e l’uom d’eternità s’arroga il vanto.
E tu, lenta ginestra,
che di selve odorate
queste campagne dispogliate adorni,
anche tu presto alla crudel possanza
soccomberai del sotterraneo foco,
che ritornando al loco
giá noto, stenderà l’avaro lembo
su tue molli foreste. E piegherai
sotto il fascio mortal non renitente
il tuo capo innocente:
ma non piegato insino allora indarno
codardamente supplicando innanzi
al futuro oppressor; ma non eretto
con forsennato orgoglio inver le stelle,
né sul deserto, dove
e la sede e i natali
non per voler ma per fortuna avesti;
ma piú saggia, ma tanto
meno inferma dell’uom, quanto le frali
tue stirpi non credesti
o dal fato o da te 29 fatte immortali.


Qui sulle brulle pendici
del terribile vulcano
Vesuvio, distruttore di genti,
che non sono rallegrate da nessun altro albero
né fiore, o profumata ginestra, spargi i tuoi rami
solitari, felice di trovarti
nei deserti. Ti ho già visto
abbellire con i tuoi steli le campagne disabitate
che circondano Roma
che fu sovrana dei mortali nell’antichità,
e sembra che questi luoghi col loro aspetto
severo e silenzioso facciano da ricordo
e testimonianza del perduto potere a chi passa.
Ti rivedo ora su questo suolo, amante
di luoghi tristi e abbandonati da tutti e sempre
compagna di sorti sventurate.
Questi terreni, cosparsi
di ceneri non produttive, e ricoperti
di lava fattasi pietra,
che risuona sotto il passi del viandante;
dove il serpente si annida e si contorce
sotto il sole, e dove il coniglio torna
all’abituale tana tra le caverne;
furono pieni di città ricche e campi coltivati,
biondeggiarono per i campi di grano e
risuonarono per i muggiti delle mandrie;
giardini e reggie furono
un gradito rifugio
per gli ozi dei potenti; e ci furono città famose
che il vulcano superbo
con i suoi torrenti di lava distrusse, insieme ai suoi abitanti,
eruttando dalla bocca di fuoco. Ora qui intorno
la rovina ricopre tutto, là dove tu hai radici,
o fiore gentile, e come per commiserare
i danni prodotti da altri, spandi verso il cielo
un profumo assai dolce, che allieta
il paesaggio desertico. A questi luoghi deserti
si rechi chi è solito lodare in maniera esaltata
la condizione umana, e si renda conto
di quanto la natura affettuosa si preoccupa
dell’uomo. E in maniera opportuna
potrà anche aver cognizione
della potenza del genere umano,
che la natura crudele, quando l’uomo meno se l’aspetta,
annulla in parte e in un solo momento
con un moto impercettibile, e può
con una scossa un po’ più netta
cancellare del tutto in un istante.
Qui rappresentate
sono le “sorti magnifiche e progressive”
delle stirpi umane.
Guarda qui e qui specchiati,
secolo stupido e arrogante,
che hai abbandonato la strada segnata
sin qui dal pensiero rinascimentale
e materialistico, e torni sui tuoi passi,
ti vanti della tua svolta all’indietro,
la addirittura la chiami progresso.
Tutti gli ingegni, di cui una sorte sciagurata
ti ha fatto padre, sono intenti ad adulare
il tuo atteggiamento bamboccesco, benché
a volte, tra di loro, si facciano
beffe di te. Io non andrò sotto terra
con tal vergogna;
ma piuttosto il disprezzo nei tuoi confronti
che ho rinchiuso nel cuore,
l’avrò mostrato il più apertamente possibile;
anche se so che la cancellazione dalla
memoria schiaccia chi troppo biasima il proprio tempo.
Di questo male, che sarà in comune
tra me e te, finora me ne rido molto.
Vai sognando la libertà, e tuttavia vuoi
che il pensiero sia di nuovo servo, quel pensiero
per cui, solo, risorgemmo dalla barbarie,
e per cui solo si può crescere in civilizzazione,
che unica tra tutte guida
il destino comune al meglio.
Perciò ti ha dato fastidio la verità
sulla sorte amara e sul mondo infelice
che la natura ci ha assegnato. Per questo motivo,
da vigliacco, hai voltato le spalle alla luce
che ci ha mostrato queste cose; e, mentre fuggi,
chiami vile chi segue quella via,
e definisci magnanimo solo chi,
astuto o stolto, illudendo gli altri o se stesso,
eleva il genere umano fin sopra le stelle.
Un uomo di condizioni modeste e salute
cagionevole, nobile ed elevato d’animo,
non definisce né reputa se stesso
ricco di beni o di vigore fisico,
e non si mette ridicolmente in mostra
tra la gente per la vita lussuosa
o per il suo bell’aspetto;
ma senza vergogna si mostra privo
di forza fisica e di beni materiali, e chiama
apertamente le cose col loro nome, e stima
le sue cose in modo aderente alla verità.
Non penso che sia un essere
magnanimo ma sciocco chi,
destinato a morire, educato attraverso le sofferenze,
afferma: “Sono nato per essere felice”
e riempie con il suo nauseante orgoglio
fogli su fogli, promettendo in terra,
a genti che un’onda di tempesta,
una pestilenza, un terremoto
possono distruggere in modo che
ne sopravviva a stento il ricordo,
un destino sublime
e straordinarie felicità,
che il cielo stesso ignora.
Uno spirito nobile è quello
che ha il coraggio di sollevare
i propri occhi mortali contro
il destino comune, e che con parole oneste
e sincere e senza nulla togliere alla verità,
e confessa il male che ci è stato assegnato,
e la nostra condizione meschina e fragile;
una natura nobile è quella che mostra sé
coraggiosa e forte nella sofferenza, e che non
aggiunge alle sue sciagure né gli odi
né le violenze tra simili, che sono ancora
più gravi del resto, dando la responsabilità
all’uomo del suo dolore, ma dà la colpa
alla natura che è davvero colpevole, e che
per gli uomini è madre per il parto e matrigna
per come ci tratta. L’umanità definisce
questa come nemica;
e pensando di essere, com’è vero, unita
e schierata contro di lei,
ritiene tutti gli uomini confederati tra loro
e tutti li stringe in un abbraccio
con vera partecipazione, offrendo
ed aspettando un valido e rapido aiuto
nelle alterne difficoltà e nelle sofferenze
della comune lotta. E crede che sia stolto
armare la propria mano per le offese dell’uomo,
e gettare un tranello e tramare un danno contro
il proprio vicino, così come sarebbe stupido,
in un campo di battaglia circondato dai nemici,
nel momento più feroce dell’assalto,
dimenticando i nemici, intraprendere
con i commilitoni duri battibecchi
e disseminare la fuga o tirare colpi di spada
tra i propri guerrieri.
Quando considerazioni di questo tipo
saranno, come lo sono state in passato,
evidenti a tutti; e quando il terrore che per primo
unì gli uomini contro la natura malvagia
in una catena di solidarietà,
quando il discorso pubblico
onesto e retto sarà
in parte recuperato dal vero sapere,
allora la giustizia e il senso di pietà avranno
un’altra radice che non l’ottusa fede,
sulle cui fondamenta la mentalità del popolo
è solita star in equlibrio come può stare
chi ha il proprio appiglio nell’errore.
Sovente siedo nottetempo in queste lande,
che, deserte, il flutto solidificatosi della lava
- e sembra muoversi ancora - ricopre di colore
marrone cupo; e sul paesaggio tristissimo,
sotto un cielo terso e pulitissimo
vedo risplendere le stelle nel cielo, alle quali
il mare, da lontano, fa da specchio,
e tutto il mondo brilla di scintille
per l’universo sereno.
E quando fisso lo sguardo a quegli astri,
che ai miei occhi paiono solo dei puntini,
e invece sono immensa, così che in realtà
terra e mare sono un punto al loro
cospetto; e per queste stelle
non solo l’uomo ma la stessa Terra,
dove l’uomo vale nulla,
è completamente ignota; e quando contemplo
quelle costellazioni di stelle
lontanissime e senza fine,
che ci sembrano come una nebbia, alle quali
non l’uomo, non la terra soltanto,
ma tutte insieme le nostre stelle,
insieme con il sole dorato,
infinite per numero e per mole, o sono ignote
o appaiono come loro sembrano a noi, e cioè
un punto di luce fioca; allora che puoi
sembrare al mio pensiero,
o stirpe umana? E ricordando
il tuo stato sulla terra, di cui è testimonianza
il suolo vulcanico che io calpesto; e d’altra parte
considerando che ti reputi padrona
e fine dell’universo; e pensando a quante volte
ti è piaciuto fantasticare su come i creatori
del mondo siano scesi su questo dimentico
granello di sabbia, che ha nome di Terra,
e su come abbiano spesso conversato
piacevolmente con i tuoi simili; e ricordando
che, raccontando nuovamente illusioni
già derise a suo tempo, il nostro secolo,
che pretende di superare le ere precedenti
in sapere e in civiltà, si burla dei saggi;
che sentimento d’animo, o umanità infelice,
che pensiero nei tuoi confronti mi prende il cuore?
Non so so prevale il riso o la pietà.
Come un piccolo frutto cadendo dall’albero,
che nell’autunno inoltrato la maturazione
fa precipitare a terra senza altra forza,
e schiaccia, annienta e cancella
in un attimo gli accoglienti nidi
di un popolo di formiche, scavati nella terra molle
con gran fatica, e le gallerie
e le riserve di cibo che con fatica indefessa
le infaticabili formiche in gara tra loro hanno
raccolto con previdenza
nella stagione estiva; così, piombando dall’alto,
dalla bocca del vulcano e dopo essere stata
scagliata in alto verso il cielo,
un turbine che copre il sole
fatto di cenere, pomice e sasso,
mescolata di ruscelli
di colate laviche,
o un’immensa piena
che scende furiosa tra l’erba,
fatta di massi liquefatti e di metalli fusi
e di terra infuocata,
sconvolse e distrusse e ricoprì
in pochi attimi
le città che il mare bagnava
sull’ultima spiaggia; così ora su quelle città
pascola una capra, e nuove città
sorgono all’esterno della colata, a cui fanno
da sgabello le città sepolte, e l’erto monte
quasi calpesta col suo piede le mura crollate.
La natura non ha per il genere umano
più stima o cura
che per le formiche: e se la strage
è più rara tra quelli che tra queste,
ciò avviene d’altra parte solo perché
le sue generazioni sono meno feconde.
Sono passati ben mille e ottocento
anni da quando scomparirono, schiacciati
dalla forza della lava, le affollate città
e il contadino al lavoro
nei vigneti, che la zolla morta ed incenerita,
nutre a fatica in questi campi,
leva tuttora lo sguardo
sospettoso al vulcano
portatore di morte, che per nulla resa più mite,
ancor si siede orrendo, ancora minaccia
una strage al contadino, ai suoi figli
e ai loro miseri averi. E spesso
il poverello sul tetto
della sua rustica casa, restando sveglio
insonne tutta la notte all’aperto,
e sobbalzando molte volte, osserva ansioso
il procedere del temuto ribollire, che cola
dall’inesausta fornace
sul crinale di roccia, a cui splende
la marina di Capri
e il porto di Napoli e il quartiere Mergellina.
E se lo vede avvicinarsi, o se sente
per caso sente gorgogliar in fermento
nel profondo del pozzo di casa, sveglia i figli
e la moglie in frettta, e subito via,
con quanto delle loro cose possono raccattare,
e, in fuga, vede da lontano la cara
e quotidiana abitazione, e il modesto campo,
che fu per lui unica difesa alla fame,
preda della colata incandescente
che giunge con mille crepitii, e inesorabile
si stende per sempre sopra quelli.
Ai raggi del sole torna
dopo un oblio secolare, l’estinta
Pompei, come uno scheletro
sepolto, che dalla terra viene all’aperto
per desiderio di ricchezza o pietà umana;
e dalla piazza deserta
dritto in mezzo alle fila
dei colonnati diroccati il pellegrino
contempla da lontano il Vesuvio
e il monte Somma, e la cresta che fuma,
che ancora minaccia la città distrutta.
E nello scenario orrorifico della notte più
oscura, per teatri abbandonati
e templi crollati e le case devastate,
dove è solito partorire il pipistrello,
come una fiaccola misteriosa
che vaghi cupa per palazzi vuoti,
corre la colata della lava assassina,
che da lontano in mezzo all’ombra
manda rossi bagliori, e si riflette all’intorno.
Così, la natura, del tutto indifferente dell’uomo
e delle ere che questo chiama antiche,
e del corso delle generazioni umane,
rimane sempre giovane e vitale, ed anzi scorre
per un cammino così lungo da parer
immobile. Nel frattempo, crollano i governi,
passano le genti e le culture: ella non se ne
accorge: e l’uomo pretende il diritto all’eternità.
E tu, docile ginestra,
che adorni con cespugli odorosi
queste campagne desertificate,
anche tu presto soccomberai alla potenza
crudele della lava in eruzione,
che ritornando ai luoghi
già colpiti, stenderà sui tuoi molli rami
il suo duro e acre lembo di rocce. E piegherai
sotto la colata mortale il tuo fusto innocente
senza opporre resistenza:
ma il tuo capo non è stato piegato
fino a quel momento, con suppliche inutili
e codarde al futuro oppressore; e il tuo capo
non si è eretto con orgoglio folle contro
le stelle, né sul deserto, dove hai avuto
il luogo di nascita e di residenza
non per scelta ma per gioco del caso;
ma più saggia, e tanto meno debole ed insensata
dell’uomo, poiché non hai mai creduto
che la tua specie fosse stata resa immortale
o dal destino o da te stessa.

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Chiuso OT
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Quixote
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Vieri Ranfagni ha scritto: E' vero ho studiato poco.......sono solo un tecnologo......e non un "pontefice che pontifica di dizionari",........

.......ma per favore vogliamo, se possibile iniziare a volerci bene ? Questa volta comincio io per primo: ....ma prima mi dici dove hai trovato questa definizione ?
"Altro che «pizzico di cattiveria», come la chiami: è la negazione del Cristianesimo",
A me è sembrata talmente esagerata da avermi fatto sorridere ( ed anche qualche cosa di più...) ma non devi prendertela a male per la mia sincerità....
:abbr:
Le definizioni non le cerco dall’internet, meno che mai dai dizionari: non per vano orgoglio, ma perché ne ho, ne ho consultati, ne ho studiati tanti, e ho l’arroganza di pensare che spesso non servano.

Non sono stato io a introdurre l’avverbio «malignamente», che, stando all’etimo, connoterebbe la mia mente “maligna”. Sono stato al gioco, e mi sono baloccato dei miei attributi mefistofelici: in primis quello del faustiano «Spirito che sempre nega». Da cui il volo pindarico alla negazione del Cristianesimo.

Vederlo prendere «tutto alla lettera» fa sorridere me, e rimane che stai cercando di contrabbandare la tua “sincerità”, a fronte di miei presunti permali. Transeat, non necessito di mostrare a nessuno se hai ragione o torto.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
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Non vorrei inimicarmi nessuno ma i "saccenti" non li ho mai capiti...

Messaggio da Vieri »

Non ho nessuna intenzione, anche questa volta, iniziare con la parola: "scusatemi..." ma arrivare diritto ad una mia considerazione da "ignorante tecnologo" (solo in letteratura però).

Mi scrivi:

"Le definizioni non le cerco dall’internet, meno che mai dai dizionari: non per vano orgoglio, ma perché ne ho, ne ho consultati, ne ho studiati tanti, e ho l’arroganza di pensare che spesso non servano.

Non sono stato io a introdurre l’avverbio «malignamente», che, stando all’etimo, connoterebbe la mia mente “maligna”. Sono stato al gioco, e mi sono baloccato dei miei attributi mefistofelici: in primis quello del faustiano «Spirito che sempre nega». Da cui il volo pindarico alla negazione del Cristianesimo.

Vederlo prendere «tutto alla lettera» fa sorridere me, e rimane che stai cercando di contrabbandare la tua “sincerità”, a fronte di miei presunti permali. Transeat, non necessito di mostrare a nessuno se hai ragione o torto."


Ho notato in queste righe un linguaggio esageratamente evoluto, direi da "saccente" e onestamente quasi incomprensibile ai "comuni mortali".
L'unica cosa che ho capito alla fine è stata per me che il significato di "volo pindarico", tradotto per il popolo voleva dire : "me lo sono inventato" poichè sfido chiunque ad interpretare questo avverbio in maniera diversa da: " insinuazione, in tono pungente e ironico,.....

PS. I toscani, non solo sono "sinceri" ma spesso anche malignamente maligni.....(leggasi Belzebu....)
PS. Non desidero almeno da parte mia continuare questa sterile polemica....
:non posto:
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Messaggio da Quixote »

Vieri Ranfagni ha scritto: Ho notato in queste righe un linguaggio esageratamente evoluto, direi da "saccente" e onestamente quasi incomprensibile ai "comuni mortali".
L'unica cosa che ho capito alla fine è stata per me che il significato di "volo pindarico", tradotto per il popolo voleva dire : "me lo sono inventato" poichè sfido chiunque ad interpretare questo avverbio in maniera diversa da: " insinuazione, in tono pungente e ironico,.....

PS. I toscani, non solo sono "sinceri" ma spesso anche malignamente maligni.....(leggasi Belzebu....)
PS. Non desidero almeno da parte mia continuare questa sterile polemica....
:non posto:
Se la tua conoscenza della lingua italiana fosse convenevole e adeguata alla tua presunta toscanità, avresti avuto il gusto di scrivere esageratamente involuto, invece che evoluto. Poiché cosí non è me ne sbatto se la mia presunta saccenza ti infastidisce: qui hai diritto di scrivere come io ho diritto di replicare; se non sai che significa ‘volo pindarico’ non è mio problema. Se poi non sai che volo pindarico non è avverbio, non mi curo di maramaldeggiare sulle ignoranze altrui. E se infine non posti ultra, non hai idea di quanto me ne rammarichi.
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Niente da fare avevo messo pure l'intermezzo musicale--- :-)

Messaggio da Ray »

Vieri Ranfagni ha scritto:Ho notato in queste righe un linguaggio esageratamente evoluto, direi da "saccente" e onestamente quasi incomprensibile ai "comuni mortali".
L'unica cosa che ho capito alla fine è stata per me che il significato di "volo pindarico", tradotto per il popolo voleva dire : "me lo sono inventato" poichè sfido chiunque ad interpretare questo avverbio in maniera diversa da: " insinuazione, in tono pungente e ironico,.....

PS. I toscani, non solo sono "sinceri" ma spesso anche malignamente maligni.....(leggasi Belzebu....)
PS. Non desidero almeno da parte mia continuare questa sterile polemica....
Niente di tutto questo Vieri ,Quix scrive ed se leggi i post vecchi ,ha scritto sempre in questo modo.
dici evoluto ,cosa significa evoluto- involuto per te ?
Forse intendi grammaticalmente corretti con una vena filosofica ,esegetica , filologica e metodologica ?

Certo non scrive con gli errori grammaticali che normalmente faccio io. :ironico:

Saccente non lo è di sicuro,lo ha dimostrato anche in questo post definendosi "cugino di Lucifero".
semplicemente esprime quello che è la sua personalità.

In parole terra terra per capirci,se un'individuo è pieno d'amore le sue parole
saranno condite d'amore,se sono un'individuo pieno di rabbia mi esprimo con livore.

Quixote si esprime in questo modo perché è il suo modo di esprimersi.

Se vai ad un congresso di luminari in medicina è normale che non capisci un tubo .

Ma qui è diverso,se non ti è chiaro un termine vai sul web è colmi la lacuna .

Quello che ti voglio dire che con lo scambio di idee su questo forum è un continuo input di termini
che arricchiscono il tuo bagaglio culturale,sfrutta questa nuova opportunità che ti viene data.

A proposito di Faust ...
« [La] lotta tra Dio e il demonio è la battaglia dei vizi e delle virtudi [...]. Questa [...] è la base della leggenda del Dottore Fausto che vendé l'anima al diavolo, leggenda così popolare al medio evo, e resa immortale da Goethe. »
(Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana [1870], Morano, Napoli 1890, p. 85.)
Faust è un poema drammatico del 1808 scritto da Johann Wolfgang von Goethe. È l'opera più famosa scritta da Goethe e una delle più importanti opere della letteratura europea e mondiale.
L'opera si ispira alla tradizionale figura del Faust della tradizione letteraria europea. Nel suo poema, Goethe racconta il patto tra Faust e Mefistofele, il loro viaggio alla scoperta dei piaceri e delle bellezze del mondo, e si conclude con la redenzione di Faust.
:ciao:
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Grazie.....

Messaggio da Vieri »

Ray ha scritto:
Vieri Ranfagni ha scritto:Ho notato in queste righe un linguaggio esageratamente evoluto, direi da "saccente" e onestamente quasi incomprensibile ai "comuni mortali".
L'unica cosa che ho capito alla fine è stata per me che il significato di "volo pindarico", tradotto per il popolo voleva dire : "me lo sono inventato" poichè sfido chiunque ad interpretare questo avverbio in maniera diversa da: " insinuazione, in tono pungente e ironico,.....

PS. I toscani, non solo sono "sinceri" ma spesso anche malignamente maligni.....(leggasi Belzebu....)
PS. Non desidero almeno da parte mia continuare questa sterile polemica....
Niente di tutto questo Vieri ,Quix scrive ed se leggi i post vecchi ,ha scritto sempre in questo modo.
dici evoluto ,cosa significa evoluto- involuto per te ?
Forse intendi grammaticalmente corretti con una vena filosofica ,esegetica , filologica e metodologica ?

Certo non scrive con gli errori grammaticali che normalmente faccio io. :ironico:

Saccente non lo è di sicuro,lo ha dimostrato anche in questo post definendosi "cugino di Lucifero".
semplicemente esprime quello che è la sua personalità.

In parole terra terra per capirci,se un'individuo è pieno d'amore le sue parole
saranno condite d'amore,se sono un'individuo pieno di rabbia mi esprimo con livore.

Quixote si esprime in questo modo perché è il suo modo di esprimersi.

Se vai ad un congresso di luminari in medicina è normale che non capisci un tubo .

Ma qui è diverso,se non ti è chiaro un termine vai sul web è colmi la lacuna .

Quello che ti voglio dire che con lo scambio di idee su questo forum è un continuo input di termini
che arricchiscono il tuo bagaglio culturale,sfrutta questa nuova opportunità che ti viene data.

A proposito di Faust ...
« [La] lotta tra Dio e il demonio è la battaglia dei vizi e delle virtudi [...]. Questa [...] è la base della leggenda del Dottore Fausto che vendé l'anima al diavolo, leggenda così popolare al medio evo, e resa immortale da Goethe. »
(Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana [1870], Morano, Napoli 1890, p. 85.)
Faust è un poema drammatico del 1808 scritto da Johann Wolfgang von Goethe. È l'opera più famosa scritta da Goethe e una delle più importanti opere della letteratura europea e mondiale.
L'opera si ispira alla tradizionale figura del Faust della tradizione letteraria europea. Nel suo poema, Goethe racconta il patto tra Faust e Mefistofele, il loro viaggio alla scoperta dei piaceri e delle bellezze del mondo, e si conclude con la redenzione di Faust.
:ciao:
Evito pertanto ulteriori commenti ma sono sempre stato molto scettico o addirittura contrario alle" dotte citazioni letterarie" sia perchè ho sempre fatto un altro mestiere (tecnologia delle macchine utensili e informatica) e non ritengo che altri possano ritenersi "acculturati" solo per conoscere filosofia e poesia. Comprendo che occorra sempre trovare un punto di congiunzione tra "il sacro ed il profano". Io ovviamente faccio parte del profano.....

Ps. ho tutt'ora un amico che scriveva e scrive qualche volta anche ora ma più raramente con un linguaggio "involuto" ma spesso talmente incomprensibile che alcuni hanno definito di "filosofia ermetica". Sapete come è andata dopo alcuni anni?
Ora mi chiama U'fra', ed e vero quando dietro questa parvenza di tante incomprensibili "concetti" si è dimostrato un "umano come me"......
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