Qui si può solo perdere
(tralascio la parte introduttiva, tanto siamo tra "addetti ai lavori")
...se si presta particolare attenzione agli insegnamenti teologici analizzati può capitare, non di rado, di riscontrare ambiguità ed affermazioni che ad una più rigorosa indagine risulterebbero quanto meno fallaci. Un esempio di quanto ho appena descritto è possibile riscontrarlo nel libro Adoriamo Dio, edito dai Testimoni di Geova. Nel capitolo 6 intitolato La contesa che tutti dobbiamo affrontare al paragrafo 15 si legge:
Dopo una veloce e superficiale lettura potremmo riassumere il paragrafo dicendo che dopo Adamo, solo Gesù possedeva le caratteristiche per rimanere integro nella prova ed il fatto che vi riuscì implica per implicita conseguenza che anche Adamo avrebbe potuto resistere, qualora lo avesse voluto. Dietro queste poche e semplici righe si nasconde un decisivo errore di analisi. Il paragrafo dà infatti per scontato che Adamo e Gesù, in quanto perfetti nella mente e nel corpo, fossero posti nella stessa condizione di fronte alla prova. Entrambi avevano quindi le stesse armi per affrontare la tentazione ed il maligno. Sembra anzi che Adamo partisse avvantaggiato in quanto le condizioni ambientali lo avrebbero dovuto favorire. Se così fosse, l’affermazione “Ciò che Gesù compì dimostrò che Adamo, se avesse voluto, avrebbe potuto mantenere una perfetta integrità” risulterebbe certamente vera.Ma non potrebbe darsi che agli esseri umani sia impossibile mostrare perfetta ubbidienza alla sovranità di Geova? Per circa 4.000 anni la risposta a questa domanda rimase un “sacro segreto”. (1 Timoteo3:16) Adamo, pur essendo stato creato perfetto, non diede un perfetto esempio di santa devozione. Chi avrebbe dunque potuto darlo? Sicuramente nessuno dei suoi discendenti, visto che erano peccatori. L’unico uomo che vi riuscì fu Gesù Cristo. (Ebrei 4:15) Ciò che Gesù compì dimostrò che Adamo, che si era trovato in circostanze molto più favorevoli, se avesse voluto avrebbe potuto mantenere una perfetta integrità. La colpa non era dell’opera creativa di Dio. Gesù Cristo è quindi l’esempio che dobbiamo sforzarci di imitare per dimostrare non solo ubbidienza alla legge divina, ma anche devozione personale a Geova, il Sovrano dell’universo. — Deuteronomio 32:4, 5.
Errore di analisi
Quello che il paragrafo omette di approfondire, sono le reali condizioni di partenza dei due personaggi ed il loro grado di preparazione. E’ questo grado di preparazione ad essere vincolante nella scelta che i due matureranno una volta posti in tentazione e non il semplice stato di perfezione che li accomunava. Per meglio comprendere l’argomento potremmo paragonare il resistere alla tentazione come ad una corsa. I due personaggi, Adamo e Gesù, sono i due atleti. Il paragrafo assume che essendo i due atleti perfetti ed identici per caratteristiche fisiche, avrebbero avuto le stesse possibilità di vittoria. Descritta in questi termini emerge la banalità intrinseca in questo ragionamento. Non sono infatti le caratteristiche fisiche a determinare la probabilità del successo quanto invece il grado di allenamento svolto precedentemente la gara. Assodato che entrambi avevano le stesse potenzialità di base, è evidente che le possibilità di resistere alla tentazione (e quindi di vincere la corsa) sarebbero aumentate
in modo proporzionale all’intensità dell’allenamento svolto.
Dopo queste riflessioni, possiamo dire con assoluta certezza che Adamo si trovasse in “circostanze molto più favorevoli“?
Ulteriori spunti di riflessione
Il volume 1 Perspicacia, sempre edito dai Testimoni di Geova, alla voce Gesù Cristo, parla della sua esistenza preumana:
Secondo quanto affermato dal libro, Gesù fu creato “miliardi di anni prima della creazione del primo essere umano“. Gesù fu inoltre il co-creatore di “milioni di altri figli spirituali“, più comunemente noti con il nome di Angeli.Se l’età dell’universo fisico secondo i calcoli degli scienziati moderni è almeno in parte esatta, l’esistenza di Gesù quale creatura spirituale ebbe inizio miliardi di anni prima della creazione del primo essere umano. (Cfr. Mic 5:2). Questo primogenito Figlio spirituale fu impiegato dal Padre nella creazione di tutte le altre cose. (Gv 1:3; Col 1:16, 17) Ciò includerebbe i milioni di altri figli spirituali della celeste famiglia di Geova Dio (Da 7:9, 10; Ri 5:11), come pure l’universo fisico e le creature che lo popolavano in origine. Logicamente fu a questo Figlio primogenito che Geova disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”. (Ge 1:26) Tutte le altre cose create non furono semplicemente create “per mezzo di lui”, ma anche “per lui”, il Primogenito di Dio ed “erede di tutte le cose”. — Col 1:16; Eb 1:2.
Il volume 2, sempre di Perspicacia, definisce così l’origine di Satana:
Il libro spiega con chiarezza che Satana è stato “creato” come “persona spirituale“. Per deduzione comprendiamo che Satana in origine era membro di quella famiglia celeste composta da “milioni di altri figli spirituali“. A fronte di questa analisi risulta verosimile (se non logico ed evidente) che Gesù conoscesse intimamente quel figlio spirituale che divenne Satana, in quanto suo co-creatore. Lo vide prendere le sembianze di un serpente per trarre in inganno i suoi due figli terreni Adamo ed Eva. Vide il successo del suo imbroglio e le nefande conseguenze che da esso derivarono. Morte e distruzione per Adamo e tutta la sua progenie.Le Scritture indicano che la creatura chiamata Satana non ha avuto sempre questo nome. Esso gli fu dato perché intraprese una condotta di opposizione e resistenza a Dio. Non è indicato che nome avesse prima. Dio solo è il Creatore, e “la sua attività è perfetta”, assolutamente priva di ingiustizia o malvagità. (De 32:4) Perciò, quando fu creato, colui che poi divenne Satana era una creatura di Dio giusta e perfetta. Si tratta di una persona spirituale, poiché compariva in cielo alla presenza di Dio.
A fronte di un disegno Divino, secoli dopo quel tragico episodio avvenuto nel giardino di Eden, Gesù si prestò a sacrificarsi come uomo per offrire una speranza di riscatto a tutti coloro che avessero esercitato fede in lui. Nacque così come uomo perfetto nel grembo di Maria ed iniziò quel percorso che lo avrebbe portato prima al battesimo ed infine alla morte. Il testo biblico espone in più punti la formazione che a Gesù venne impartita dai genitori terreni e dalla comunità in cui viveva circa il suo essere Figlio di Dio. Di questa realtà, Gesù avrà preso ancor più coscienza constatando il non verificarsi delle connotazioni tipiche dell’imperfezione adamica. Arrivato a 29 anni Gesù arriva quindi alla tappa del battesimo, momento in cui lo Spirito Santo scende su di lui nelle vesti di una colomba.
Il volume Perspicacia commenta così quel momento:
Il libro spiega in modo esaustivo che Gesù ebbe sicuramente piena coscienza di se stesso e della sua esistenza preumana come persona spirituale in un tempo precedente la sua morte, probabilmente proprio nella fase del battesimo e quindi prima di affrontare Satana e le sue prove.Lo spirito di Dio versato su Gesù senza dubbio illuminò la sua mente su molti punti. Alcune frasi che pronunciò in seguito, specie l’intima preghiera rivolta al Padre la sera di Pasqua del 33 E.V., indicano che Gesù ricordava la sua esistenza preumana, le cose che aveva udito dal Padre e le cose che aveva visto fare dal Padre, come pure la gloria che egli stesso aveva avuto nei cieli. (Gv 6:46; 7:28, 29; 8:26, 28, 38; 14:2; 17:5) Può anche darsi che queste cose gli siano tornate alla mente al momento del battesimo e dell’unzione.
Conclusioni
Secondo quanto sopra accuratamente documentato, Gesù si trovò dinanzi la prova con uno scibile senza eguali.
Era pienamente consapevole di:
- ■ chi era Satana;
■ quali azioni Satana aveva compiuto dalla sua origine a quel momento;
■ quali effetti avevano avuto le azioni di Satana sul genere umano;
■ essere superiore in forza e potenza una volta risorto e tornato alla sua natura spirituale;
■ ottenere un premio di gran lunga superiore resistendo alla prova;
- ■ conosceva Dio e un fazzoletto di terra in cui Dio lo aveva posto;
■ Dio non gli aveva mai fatto mancare nulla;
■ Dio non gli aveva mai mentito;
■ Non si erano mai verificati casi in cui Adamo avesse la necessità di dubitare di quello che Dio affermava;
■ Non aveva mai visto animali parlare (questo potrebbe aver dato ancor più valore alle parole del
serpente);
■ Provava affetto ed Amore per Eva, sapeva che se fosse rimasto fedele a Dio avrebbe dovuto rinunciare ad Eva, ormai già peccatrice (Gesù invece non dovette morire lasciando una moglie);
■ Non conosceva Satana, e non sapeva nemmeno dell’esistenza di persone spirituali che non fossero Dio;
■ Non aveva secoli di esperienza alle spalle con cui misurarsi e su cui riflettere prima della scelta (secoli in cui Gesù ha invece visto la morte di miliardi di esseri umani, morte dovuta lo sapeva, all’aver ubbidito a Satana).
Quindi...
Abbiamo visto che Adamo e Gesù avevano una conoscenza completamente diversa di tutto ciò che li circondava. Sappiamo che le scelte si basano per lo più su esperienze pregresse e sono queste stesse esperienze a predeterminare in modo massiccio le nostre decisioni. Gesù aveva miliardi di anni di esperienza come persona spirituale, co-creatore degli Angeli e dell’Uomo, Figlio di Dio……e Adamo? A fronte dell’analisi sopra esposta, posso affermare con decisione che “Ciò che Gesù compì NON dimostrò che Adamo avrebbe potuto mantenere una perfetta integrità“, piuttosto pone le basi per domandarsi: “Adamo aveva forse reali alternative”?