SE DIO VEDE I CUORI ...
Moderatore: polymetis
SE DIO VEDE I CUORI ...
... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
FORSE E' UN ARGOMENTO GIA' TRATTATO MA NON LO TROVO ...
GRAZIE A CHI VORRA' DARMI LA SUA RISPOSTA
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NON ABBIATE PAURA!! CHI HA PAURA MUORE TUTTI I GIORNI, CHI NON HA PAURA UNA VOLTA SOLA Presentazione viewtopic.php?f=7&t=12908" onclick="window.open(this.href);return false;
SAREBBE BELLO....
La trasparenza migliore di cosi....esaminare il cuore di ognuno.... le prove servono nella vita..ma....
un giorno aprirai gli occhi, la tua mente si risvegliera' e capirai che sei stato chiuso dentro una setta..allora tornerai a essere solo MIO FRATELLO
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- Brambilla Bruna
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- eros&thanatos
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Come direbbe AXL Dio ha fatto uno "scherzetto" non da poco ad Abraamo chiedendogli di sacrificargli suo figlio e fermandolo proprio all'ultimo. Che bisogno aveva? Lo sapeva che Abramo gli avrebbe ubbidito. Quindi?
Mah!!
Mah!!
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- mara
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ciao caro ottimista ....
Dovremmo domandarlo ai Tdg ....SNORT!! ha scritto:... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
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1 --perché hanno una risposta a tutte le domande ....
2---perché visto che sono cosi " ipocriti " da preoccuparsi sempre di nascondere le loro mancanze ai "fratelli" ed al mondo...,
quando sanno benissimo che ,..Dio vede i cuori ...allora , o non ci credono ,...oppure sanno per certo .
che non ci vede più ,da lontano !
Personalmente penso ..... che Dio non ci metta alla prova ...... Mi piace pensare che sia ....buono , oppure che sia morto .....
forse perché non voglio dargli nessuna colpa ......delle nostre brutte azioni .. ciao mara
La verità? : Non esistono ,ne satana , ne altre influenze del male !!! Credere diversamente significa :
evitare la responsabilità personale , per azioni , pensieri e circostanze .!!! ( Non è mia , ma non mi ricordo l'autore )
- Gabriella Prosperi
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Ammesso che la parabola sia vero episodio, Dio sapeva ma Abramo forse no.SNORT!! ha scritto:Come direbbe AXL Dio ha fatto uno "scherzetto" non da poco ad Abraamo chiedendogli di sacrificargli suo figlio e fermandolo proprio all'ultimo. Che bisogno aveva? Lo sapeva che Abramo gli avrebbe ubbidito. Quindi?
Mah!!
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
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- mara
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buonasera Cimpripessa
Le uniche persone di cui hai bisogno nella tua vita ......sono quelle che ti vogliono nella loro ...!eros&thanatos ha scritto:E nessuno che li sappia leggere... almeno, i miei..
Tutti vorrebbero avere un amico vero , ma nessuno ........ si preoccupa di esserlo
L'amore è come la febbre ; Nasce e muore ,senza che la volontà, .... vi abbia nessuna parte
Queste non sono parole mie ..... sono aforismi , ma non mi ricordo gli autori ....... Mara ...sempre approssimativa !!!
Ammesso che la parabola sia vero episodio, Dio sapeva ma Abramo forse no.
Gabriella
Ammesso che la parabola sia vera, debbo quindi dedurre che, siccome Dio sa, è inutile fare sacrifici per compiacerlo?
Gabriella
Ammesso che la parabola sia vera, debbo quindi dedurre che, siccome Dio sa, è inutile fare sacrifici per compiacerlo?
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- Francesco Franco Coladarci
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Snort
Liala
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Dio non mette nessuno alla prova, così come "Non induce nessuno alla tentazione" (Padre Nostro)... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
Liala
Dio, in quanto "Causa Prima" trascende il creato con tutte le leggi che il creato ha, ciò vuol dire che per Dio non esiste il Tempo, il Passato, il Presente il Futuro, in Dio è "Tutto Compiuto", in Lui vi è un eterno presente, questo vuol dire che non dovrà "attendere" la conclusione di un avvenimento come credono i TdG e come invece dobbiamo fare noi, in Dio qualsiasi avvenimento è concluso.questo dimostrebbe la tesi che Dio sa tutto in anticipo
Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger )
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Quindi lo "scherzo" ad Abramo non è da ritenere vero; allora cosa deve insegnarci?Franco Coladarci ha scritto:SnortDio non mette nessuno alla prova, così come "Non induce nessuno alla tentazione" (Padre Nostro)... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
Franco
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Aggiungo in ritardo che mi sento molto ignorante su questa materia ma lo avevate capito immaginoSNORT!! ha scritto:Quindi lo "scherzo" ad Abramo non è da ritenere vero; allora cosa deve insegnarci?Franco Coladarci ha scritto:SnortDio non mette nessuno alla prova, così come "Non induce nessuno alla tentazione" (Padre Nostro)... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
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- landobranco
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SNORT!! ha scritto:... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
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Vogliate perdonarmi se, uscendo fuori dal coro, provo io a dare una risposta.
Dunque, Dio mette alla prova gli uomini perché: non è Dio.
Infatti come è scritto più volte nel VT, non solo uccideva il suo popolo a migliaia ma ordinava sistematicamente lo sterminio di ogni essere che respirava tra i popoli che incontrava nel suo cammino, parlo di bambini, bambini, vecchi, uomini(non combattenti), donne, storpi e come si suol dire oggi, incapaci di intendere e di volere.
Un'esempio principe è Giosuè capitolo 8, dal versetto 24 si evince chiaramente ciò che affermo.
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Dio mantiene le promesse?
Genesi 17:8 Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio".
Atti 7:5 ma non gli diede alcuna proprietà in esso, neppure quanto l'orma di un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli.
Dio mantiene le promesse?
Genesi 17:8 Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio".
Atti 7:5 ma non gli diede alcuna proprietà in esso, neppure quanto l'orma di un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli.
- Francesco Franco Coladarci
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Landobranco
Quello che tu "evinci" è un dio, "sanguinario, vendicativo, oppressivo ecc", possiamo dire "malvagio?" ma si, diciamo che il dio veterotestamentario è un malvagio, allora ti chiedo, chi sarebbe quel Dio che in Giovanni è scritto " Dio ha tanto Amato il mondo da dare il suo unigenito figlio?", non di certo quel dio "malvagio" dell'antica alleanza, ma allora noi avremmo due dei, non più un unico Dio, e come risolveresti quel comandamento "Non avrai altri dei" ecc?
Come vedi, una lettura fondamentalista ti mette in un vespaio che è difficile uscirne.
Franco
Dunque.Infatti come è scritto più volte nel VT, non solo uccideva il suo popolo a migliaia ma ordinava sistematicamente lo sterminio di ogni essere che respirava tra i popoli che incontrava nel suo cammino, parlo di bambini, bambini, vecchi, uomini(non combattenti), donne, storpi e come si suol dire oggi, incapaci di intendere e di volere.
Un'esempio principe è Giosuè capitolo 8, dal versetto 24 si evince chiaramente ciò che affermo.
Quello che tu "evinci" è un dio, "sanguinario, vendicativo, oppressivo ecc", possiamo dire "malvagio?" ma si, diciamo che il dio veterotestamentario è un malvagio, allora ti chiedo, chi sarebbe quel Dio che in Giovanni è scritto " Dio ha tanto Amato il mondo da dare il suo unigenito figlio?", non di certo quel dio "malvagio" dell'antica alleanza, ma allora noi avremmo due dei, non più un unico Dio, e come risolveresti quel comandamento "Non avrai altri dei" ecc?
Come vedi, una lettura fondamentalista ti mette in un vespaio che è difficile uscirne.
Franco
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Franco Coladarci ha scritto:LandobrancoDunque.Infatti come è scritto più volte nel VT, non solo uccideva il suo popolo a migliaia ma ordinava sistematicamente lo sterminio di ogni essere che respirava tra i popoli che incontrava nel suo cammino, parlo di bambini, bambini, vecchi, uomini(non combattenti), donne, storpi e come si suol dire oggi, incapaci di intendere e di volere.
Un'esempio principe è Giosuè capitolo 8, dal versetto 24 si evince chiaramente ciò che affermo.
Quello che tu "evinci" è un dio, "sanguinario, vendicativo, oppressivo ecc", possiamo dire "malvagio?" ma si, diciamo che il dio veterotestamentario è un malvagio, allora ti chiedo, chi sarebbe quel Dio che in Giovanni è scritto " Dio ha tanto Amato il mondo da dare il suo unigenito figlio?", non di certo quel dio "malvagio" dell'antica alleanza, ma allora noi avremmo due dei, non più un unico Dio, e come risolveresti quel comandamento "Non avrai altri dei" ecc?
Come vedi, una lettura fondamentalista ti mette in un vespaio che è difficile uscirne.
Franco
Si, ne deduco tutti gli attributi che hai usato ed anche di peggio e poi siamo sicuri che il Padre che invocava Gesù sia il Dio veterotestamentario?
Per come è narrata la Bibbia io non riesco a vederci nessun Dio.
Nonostante l'idea tenti di sbarazzarsi di me, credo/spero in cuor mio in un Dio vero che va al di là delle facoltà conoscitive dell’uomo.
Notte.
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Dio mantiene le promesse?
Genesi 17:8 Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio".
Atti 7:5 ma non gli diede alcuna proprietà in esso, neppure quanto l'orma di un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli.
Dio mantiene le promesse?
Genesi 17:8 Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio".
Atti 7:5 ma non gli diede alcuna proprietà in esso, neppure quanto l'orma di un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli.
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Franco caro , com'è bello leggerti .....
......tu sai , e bonariamente accetti i miei pensieri ,che non sono basati ,su uno studio ,approfondito come hai tu .....Franco Coladarci ha scritto:LandobrancoDunque.Infatti come è scritto più volte nel VT, non solo uccideva il suo popolo a migliaia ma ordinava sistematicamente lo sterminio di ogni essere che respirava tra i popoli che incontrava nel suo cammino, parlo di bambini, bambini, vecchi, uomini(non combattenti), donne, storpi e come si suol dire oggi, incapaci di intendere e di volere.
Un'esempio principe è Giosuè capitolo 8, dal versetto 24 si evince chiaramente ciò che affermo.
Quello che tu "evinci" è un dio, "sanguinario, vendicativo, oppressivo ecc", possiamo dire "malvagio?" ma si, diciamo che il dio veterotestamentario è un malvagio, allora ti chiedo, chi sarebbe quel Dio che in Giovanni è scritto " Dio ha tanto Amato il mondo da dare il suo unigenito figlio?", non di certo quel dio "malvagio" dell'antica alleanza, ma allora noi avremmo due dei, non più un unico Dio, e come risolveresti quel comandamento "Non avrai altri dei" ecc?
Come vedi, una lettura fondamentalista ti mette in un vespaio che è difficile uscirne.
Franco
LA mia sempliciotta spiegazione (che forse, "non mi ricordo " ho già espresso )che nel vecchio testamento sia descritto il percorso
della fede di Mosè ,......e che in tutto quello che viene detto , non venga descritto DIO , ma il pensiero di come avrebbe dovuto essere
un DIO ....secondo i valori di quei secoli ..... I Re più famosi , comandavano , punivano , uccidevano ,facevano lavorare come schiavi ,
decidevano vita e morte dei sudditi , se disubbidivano , erano potenti ,ricchi ,si facevano temere ..... anche con grandiosi eserciti ......
Ecco .... la mia convinzione è che ....... pensando ad un DIO (,un RE , più re di tutti i re della terra ) non lo potessero intendere che
cosi , : da temere !!!! ....... ed inoltre ho letto qualcosa che parlava delle derivazioni del nome Yavhè ,da altri dei veramente molto
cattivi ed intransigenti ,.....ORA il nuovo DIO aveva qualche sprazzo di bontà ....... ma sempre se eri assolutamente ubbidiente .......
DETTA DA ME .....sembra solo una novella ..... ma voi valutate il pensiero .......grazie a tutti per avermi letto .......E so che tu FRANCO
non mi giudicherai , perché ...... sei un vero signore ........ Anzi , mi piacerebbe molto se tu potessi esprimere le tue conoscenze
su questa mia convinzione ........ Buonanotte Mara
- Francesco Franco Coladarci
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Cara Mara, ci sei vicino.
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, ne ripensa a ciò che ha detto o ha fatto, la mutabilità di Dio altro non è che la mutabilità dell’uomo, il quale attribuendo a Dio la mutabilità soddisfa in pieno la propria mutabilità.
Dio, il cui amore si manifesta nella creazione, nella sua varietà, nel suo ordine, non può volere la sofferenza di coloro che sono creati a “Sua Immagine e Somiglianza”, quale padre prova piacere nella sofferenza del proprio figlio?, così come un padre umano non sottoporrebbe mai il proprio figlio alla sofferenza ugualmente Dio non sottopone la sua creatura la quale è “pupilla del suo occhio” a nessuna sofferenza.
Dio dunque lascia che l’uomo faccia esperienza del vivere, la quale deve infine condurre a Lui, poiché l’uomo è “desideroso di Dio”.
Il desiderio di Dio è desiderio della fede, quella fede la quale passa per le vicissitudini umane, a volte belle ma spesso cattive, dunque Dio non mette alla prova l’uomo per vedere se ha fede e quanta fede abbia, poiché non sarebbe una fede dettata dalla “Ratio” sarebbe una fede artificiale e falsa, L’uomo non cresce per le prove che Dio gli manda bensì, dalle prove che la vita stessa gli impone.
Cosa vuol dire allora “Dio prova l’uomo”, in quanto l’uomo viene provato da se stesso, Dio non è un artificio dell’uomo, non è uno dei tanti dei, i quali vengono ben rappresentati con idoli attribuendogli emozioni e desideri puramente umani, Dio trascende la creazione ed è totalmente diverso da ogni cosa che l’uomo possa rappresentare, “I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie” afferma la scrittura.
La relazione con Dio è una relazione riguardante la prova, nel senso che dobbiamo fidarci, di credere a ciò che non si vede ne si può rappresentare, San Paolo afferma in merito alla fede “ L’evidente dimostrazioni di ciò che non si vede”, ma ciò che non si vede con gli occhi fisici la si può vedere con gli “occhi della Ragione”, ecco dunque le ali di una farfalla, “ Fides et Ratio ”, ragione e fede, le quali fanno comprendere ciò che Dio ci rivela e non ciò che l’uomo dice di Dio.
La vita, la quale mette alla prova l’uomo sul quotidiano, e quindi in relazione al sensibile lo pone anche davanti al sovrasensibile, ma mentre non si ha nessuna difficoltà ad accettare le prove visibili risulta invece una prova ancora maggiore accettare il sovrasensibile, cioè, accettare Dio, la prova dunque non è da Dio bensì dall'uomo, e proprio perché dall'uomo l’uomo attribuisce a Dio l’essere messo alla prova.
Con Cristo comprendiamo ancora meglio, come Dio “mette alla prova”, in quanto colui che cammina alla sua sequela prima o poi la vita lo metterà alla prova, una prova di confronto tra creatura e Creatore, tra l’immutabile ed il mutabile, se questo era vero nel passato lo è ancora di più nel nostro tempo, Dio dell’antico testamento è lo stesso Dio del nuovo, ma, mentre in quello antico è stato rappresentato dalle parole dell’uomo, usando generi vari come apocalittici, profetici, poetici, ecc, nel nuovo testamento Dio si è fatto conoscere da “Dio” suo Figlio, il quale portando la legge alla perfezione, eliminando quelle scorie che fino al quel momento erano indispensabili, ci ha fatto conoscere un Dio d’Amore, “Dio a tanto Amato il mondo”, questa conoscenza dell’Amore ci permette di mantenere una Fede verso Dio a prescindere dalle prove che potremmo avere, poiché, “Dio non prova nessuno con il male”.
Come un bel quadro è incastonato nella cornice così la “Parola di Dio” è incastonata nella parola dell’uomo, l’uomo comunica all'uomo con espressioni umane, con ciò che può comprendere, anche perché non potrebbe comunicare in altro modo, ma nel annunciare una verità rivelata la incornicia nelle esperienze umane, spingendo tale esperienze ad una condizione che a volte diventa problematico accettarle, dunque, bisogna togliere ciò che è il contenitore (parole dell’uomo) per far emergere ciò che è il contenuto (parola di Dio).
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, ne ripensa a ciò che ha detto o ha fatto, la mutabilità di Dio altro non è che la mutabilità dell’uomo, il quale attribuendo a Dio la mutabilità soddisfa in pieno la propria mutabilità.
Dio, il cui amore si manifesta nella creazione, nella sua varietà, nel suo ordine, non può volere la sofferenza di coloro che sono creati a “Sua Immagine e Somiglianza”, quale padre prova piacere nella sofferenza del proprio figlio?, così come un padre umano non sottoporrebbe mai il proprio figlio alla sofferenza ugualmente Dio non sottopone la sua creatura la quale è “pupilla del suo occhio” a nessuna sofferenza.
Dio dunque lascia che l’uomo faccia esperienza del vivere, la quale deve infine condurre a Lui, poiché l’uomo è “desideroso di Dio”.
Il desiderio di Dio è desiderio della fede, quella fede la quale passa per le vicissitudini umane, a volte belle ma spesso cattive, dunque Dio non mette alla prova l’uomo per vedere se ha fede e quanta fede abbia, poiché non sarebbe una fede dettata dalla “Ratio” sarebbe una fede artificiale e falsa, L’uomo non cresce per le prove che Dio gli manda bensì, dalle prove che la vita stessa gli impone.
Cosa vuol dire allora “Dio prova l’uomo”, in quanto l’uomo viene provato da se stesso, Dio non è un artificio dell’uomo, non è uno dei tanti dei, i quali vengono ben rappresentati con idoli attribuendogli emozioni e desideri puramente umani, Dio trascende la creazione ed è totalmente diverso da ogni cosa che l’uomo possa rappresentare, “I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie” afferma la scrittura.
La relazione con Dio è una relazione riguardante la prova, nel senso che dobbiamo fidarci, di credere a ciò che non si vede ne si può rappresentare, San Paolo afferma in merito alla fede “ L’evidente dimostrazioni di ciò che non si vede”, ma ciò che non si vede con gli occhi fisici la si può vedere con gli “occhi della Ragione”, ecco dunque le ali di una farfalla, “ Fides et Ratio ”, ragione e fede, le quali fanno comprendere ciò che Dio ci rivela e non ciò che l’uomo dice di Dio.
La vita, la quale mette alla prova l’uomo sul quotidiano, e quindi in relazione al sensibile lo pone anche davanti al sovrasensibile, ma mentre non si ha nessuna difficoltà ad accettare le prove visibili risulta invece una prova ancora maggiore accettare il sovrasensibile, cioè, accettare Dio, la prova dunque non è da Dio bensì dall'uomo, e proprio perché dall'uomo l’uomo attribuisce a Dio l’essere messo alla prova.
Con Cristo comprendiamo ancora meglio, come Dio “mette alla prova”, in quanto colui che cammina alla sua sequela prima o poi la vita lo metterà alla prova, una prova di confronto tra creatura e Creatore, tra l’immutabile ed il mutabile, se questo era vero nel passato lo è ancora di più nel nostro tempo, Dio dell’antico testamento è lo stesso Dio del nuovo, ma, mentre in quello antico è stato rappresentato dalle parole dell’uomo, usando generi vari come apocalittici, profetici, poetici, ecc, nel nuovo testamento Dio si è fatto conoscere da “Dio” suo Figlio, il quale portando la legge alla perfezione, eliminando quelle scorie che fino al quel momento erano indispensabili, ci ha fatto conoscere un Dio d’Amore, “Dio a tanto Amato il mondo”, questa conoscenza dell’Amore ci permette di mantenere una Fede verso Dio a prescindere dalle prove che potremmo avere, poiché, “Dio non prova nessuno con il male”.
Come un bel quadro è incastonato nella cornice così la “Parola di Dio” è incastonata nella parola dell’uomo, l’uomo comunica all'uomo con espressioni umane, con ciò che può comprendere, anche perché non potrebbe comunicare in altro modo, ma nel annunciare una verità rivelata la incornicia nelle esperienze umane, spingendo tale esperienze ad una condizione che a volte diventa problematico accettarle, dunque, bisogna togliere ciò che è il contenitore (parole dell’uomo) per far emergere ciò che è il contenuto (parola di Dio).
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
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tu si che sei un signore .......
Franco Coladarci ha scritto:Cara Mara, ci sei vicino.
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, .
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
Carissimo ...... non puoi sapere quanto mi fa piacere che mi abbia risposto ...... Oltre che un piacere leggerti ,e sentire esprimere
con le parole e la competenza che hai , qualcosa che somiglia e definisce meglio i miei pensieri , pur privi di conferme teologiche ....
Insomma ,Franco ,per capire il mio modo di esprimermi ,(limitato ) ci vuole la volontà di riuscirci ,l'intenzione ,ed anche la pazienza e l'adeguamento del linguaggio , alle mie capacità ..... LO capisco sai , ed è di questo che ti ringrazio .......Non tutti lo farebbero ....
Quando ne hai voglia e tempo ..... ascolterò volentieri e non io sola ??..... saluti alla famiglia ....
- Mauro1971
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Caro Franco,Franco Coladarci ha scritto:Cara Mara, ci sei vicino.
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, ne ripensa a ciò che ha detto o ha fatto, la mutabilità di Dio altro non è che la mutabilità dell’uomo, il quale attribuendo a Dio la mutabilità soddisfa in pieno la propria mutabilità.
Dio, il cui amore si manifesta nella creazione, nella sua varietà, nel suo ordine, non può volere la sofferenza di coloro che sono creati a “Sua Immagine e Somiglianza”, quale padre prova piacere nella sofferenza del proprio figlio?, così come un padre umano non sottoporrebbe mai il proprio figlio alla sofferenza ugualmente Dio non sottopone la sua creatura la quale è “pupilla del suo occhio” a nessuna sofferenza.
Dio dunque lascia che l’uomo faccia esperienza del vivere, la quale deve infine condurre a Lui, poiché l’uomo è “desideroso di Dio”.
Il desiderio di Dio è desiderio della fede, quella fede la quale passa per le vicissitudini umane, a volte belle ma spesso cattive, dunque Dio non mette alla prova l’uomo per vedere se ha fede e quanta fede abbia, poiché non sarebbe una fede dettata dalla “Ratio” sarebbe una fede artificiale e falsa, L’uomo non cresce per le prove che Dio gli manda bensì, dalle prove che la vita stessa gli impone.
Cosa vuol dire allora “Dio prova l’uomo”, in quanto l’uomo viene provato da se stesso, Dio non è un artificio dell’uomo, non è uno dei tanti dei, i quali vengono ben rappresentati con idoli attribuendogli emozioni e desideri puramente umani, Dio trascende la creazione ed è totalmente diverso da ogni cosa che l’uomo possa rappresentare, “I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie” afferma la scrittura.
La relazione con Dio è una relazione riguardante la prova, nel senso che dobbiamo fidarci, di credere a ciò che non si vede ne si può rappresentare, San Paolo afferma in merito alla fede “ L’evidente dimostrazioni di ciò che non si vede”, ma ciò che non si vede con gli occhi fisici la si può vedere con gli “occhi della Ragione”, ecco dunque le ali di una farfalla, “ Fides et Ratio ”, ragione e fede, le quali fanno comprendere ciò che Dio ci rivela e non ciò che l’uomo dice di Dio.
La vita, la quale mette alla prova l’uomo sul quotidiano, e quindi in relazione al sensibile lo pone anche davanti al sovrasensibile, ma mentre non si ha nessuna difficoltà ad accettare le prove visibili risulta invece una prova ancora maggiore accettare il sovrasensibile, cioè, accettare Dio, la prova dunque non è da Dio bensì dall'uomo, e proprio perché dall'uomo l’uomo attribuisce a Dio l’essere messo alla prova.
Con Cristo comprendiamo ancora meglio, come Dio “mette alla prova”, in quanto colui che cammina alla sua sequela prima o poi la vita lo metterà alla prova, una prova di confronto tra creatura e Creatore, tra l’immutabile ed il mutabile, se questo era vero nel passato lo è ancora di più nel nostro tempo, Dio dell’antico testamento è lo stesso Dio del nuovo, ma, mentre in quello antico è stato rappresentato dalle parole dell’uomo, usando generi vari come apocalittici, profetici, poetici, ecc, nel nuovo testamento Dio si è fatto conoscere da “Dio” suo Figlio, il quale portando la legge alla perfezione, eliminando quelle scorie che fino al quel momento erano indispensabili, ci ha fatto conoscere un Dio d’Amore, “Dio a tanto Amato il mondo”, questa conoscenza dell’Amore ci permette di mantenere una Fede verso Dio a prescindere dalle prove che potremmo avere, poiché, “Dio non prova nessuno con il male”.
Come un bel quadro è incastonato nella cornice così la “Parola di Dio” è incastonata nella parola dell’uomo, l’uomo comunica all'uomo con espressioni umane, con ciò che può comprendere, anche perché non potrebbe comunicare in altro modo, ma nel annunciare una verità rivelata la incornicia nelle esperienze umane, spingendo tale esperienze ad una condizione che a volte diventa problematico accettarle, dunque, bisogna togliere ciò che è il contenitore (parole dell’uomo) per far emergere ciò che è il contenuto (parola di Dio).
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
come sempre su questi temi sono una voce fuori dal coro.
Vedi, tutto quello che hai detto è una giustificazione di assenza, non un'affermazione di presenza.
Sono tutte tesi atte proprio a spiegare perchè questo fantomatico Dio non c'è, non agisce, e la sofferenza dilaga libera nel nostro mondo e nelle nostre vite.
Altresì ci sono alcune affermazioni date come certe, che di certo non hanno invece nulla, come quella dell'uomo che per sua natura cercherebbe Dio, e sulla fede, che di comprovato non hanno proprio nulla, e che anzi mantengono ancora un deciso sapore medievale.
Levate queste affermazioni che andrebbero comprovate con rigore e praticità e non solo con arzigogoli logici, le tue parole non hanno alcun senso, se non quello appunto della necessità da parte dei fedeli di dover "giustificare Dio".
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Caro Mauro, su questo punto dissento fortemente: gli atei che conosco (io per prima) hanno cercato Dio e sono arrivati alla conclusione che un dio non abbia spazio, ruolo o giustificazione nella realtà che conoscono. Ma l'ateismo è stato il punto di approdo, il punto di partenza era stato, appunto, quella ricerca di un creatore e signore che è tanto naturale per l'umanità.Mauro1971 ha scritto:Altresì ci sono alcune affermazioni date come certe, che di certo non hanno invece nulla, come quella dell'uomo che per sua natura cercherebbe Dio.
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Mia carissima (e lo dico sul serio ) Cogy,Cogitabonda ha scritto:Caro Mauro, su questo punto dissento fortemente: gli atei che conosco (io per prima) hanno cercato Dio e sono arrivati alla conclusione che un dio non abbia spazio, ruolo o giustificazione nella realtà che conoscono. Ma l'ateismo è stato il punto di approdo, il punto di partenza era stato, appunto, quella ricerca di un creatore e signore che è tanto naturale per l'umanità.Mauro1971 ha scritto:Altresì ci sono alcune affermazioni date come certe, che di certo non hanno invece nulla, come quella dell'uomo che per sua natura cercherebbe Dio.
Direi che il concetto è piuttosto manipolato in questi termini.
Anhce il mio è stato un percorso ed un processo e non lo ritengo di certo finito, sarebbe una presunzione davvero notevole.
Ma "cercare Dio" è una terminologia che può usare solo chi ha trovato "Dio" come risposta.
Per essere più precisi ci sono alcune categorie che accomunano i "ricercatori".
Abbiamo quelli che cercano delle risposte alle domande: Chi sono? Cosa sono? Da dove vengo? Cosa è la realtà, il mondo, l'universo, ecc.? Da dove viene?
Questi in genere iniziano sin da giovani, e sono decisamente una minoranza.
Siamo quelli che non ci basata "vivere per vivere" ma abbiamo necessità di sapere, conoscere, comprendere, avere risposte a quelle domande.
Ci manca intimamente un senso compiuto alla vita, abbiamo la necessità di cercarlo.
Ma le risposte sono molteplici, non solo "Dio".
Non è quindi nella natura dell'uomo cercare Dio, ma è nella natura di alcuni uomini cercare risposte alla propria natura ed a quella della realtà che ci circonda. Non sono sottigliezze, la differenza è profonda.
Poi ci sono quelli che "dopo i 40 anni".
La piena consapevolezza della propria mortalità, la paura della morte, allora cercano risposte. Questi in effetti tendono a cercare tendenzialmente più un "Dio" che altro, per necessità.
Infine la massa, che non gliene frega poi molto. Vivere per vivere gli va bene, non hanno grandi altre necessità, e sinceramente li invidio un po' perchè tendono ad essere i più sereni e vivono senza farsi particolari problematiche.
Per cui analizzando un po' più a fondo la "ricerca" trovo molto poco obiettiva e molto poco corrispondente al vero l'affermazione "è nella natura dell'uomo cercare dio".
E' nella natura di alcuni (pochi) uomini il cercare delle risposte.
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Mai detto il contrarioeros&thanatos ha scritto:Caro Mauro... può darsi che alla fine della propria ricerca, una persona non trovi nessuna risposta.
Ma a mio parere, è il viaggio alla ricerca di risposte che val la pena di essere vissuto.
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Mauro1971 ha scritto:Caro Franco,Franco Coladarci ha scritto:Cara Mara, ci sei vicino.
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, ne ripensa a ciò che ha detto o ha fatto, la mutabilità di Dio altro non è che la mutabilità dell’uomo, il quale attribuendo a Dio la mutabilità soddisfa in pieno la propria mutabilità.
Dio, il cui amore si manifesta nella creazione, nella sua varietà, nel suo ordine, non può volere la sofferenza di coloro che sono creati a “Sua Immagine e Somiglianza”, quale padre prova piacere nella sofferenza del proprio figlio?, così come un padre umano non sottoporrebbe mai il proprio figlio alla sofferenza ugualmente Dio non sottopone la sua creatura la quale è “pupilla del suo occhio” a nessuna sofferenza.
Dio dunque lascia che l’uomo faccia esperienza del vivere, la quale deve infine condurre a Lui, poiché l’uomo è “desideroso di Dio”.
Il desiderio di Dio è desiderio della fede, quella fede la quale passa per le vicissitudini umane, a volte belle ma spesso cattive, dunque Dio non mette alla prova l’uomo per vedere se ha fede e quanta fede abbia, poiché non sarebbe una fede dettata dalla “Ratio” sarebbe una fede artificiale e falsa, L’uomo non cresce per le prove che Dio gli manda bensì, dalle prove che la vita stessa gli impone.
Cosa vuol dire allora “Dio prova l’uomo”, in quanto l’uomo viene provato da se stesso, Dio non è un artificio dell’uomo, non è uno dei tanti dei, i quali vengono ben rappresentati con idoli attribuendogli emozioni e desideri puramente umani, Dio trascende la creazione ed è totalmente diverso da ogni cosa che l’uomo possa rappresentare, “I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie” afferma la scrittura.
La relazione con Dio è una relazione riguardante la prova, nel senso che dobbiamo fidarci, di credere a ciò che non si vede ne si può rappresentare, San Paolo afferma in merito alla fede “ L’evidente dimostrazioni di ciò che non si vede”, ma ciò che non si vede con gli occhi fisici la si può vedere con gli “occhi della Ragione”, ecco dunque le ali di una farfalla, “ Fides et Ratio ”, ragione e fede, le quali fanno comprendere ciò che Dio ci rivela e non ciò che l’uomo dice di Dio.
La vita, la quale mette alla prova l’uomo sul quotidiano, e quindi in relazione al sensibile lo pone anche davanti al sovrasensibile, ma mentre non si ha nessuna difficoltà ad accettare le prove visibili risulta invece una prova ancora maggiore accettare il sovrasensibile, cioè, accettare Dio, la prova dunque non è da Dio bensì dall'uomo, e proprio perché dall'uomo l’uomo attribuisce a Dio l’essere messo alla prova.
Con Cristo comprendiamo ancora meglio, come Dio “mette alla prova”, in quanto colui che cammina alla sua sequela prima o poi la vita lo metterà alla prova, una prova di confronto tra creatura e Creatore, tra l’immutabile ed il mutabile, se questo era vero nel passato lo è ancora di più nel nostro tempo, Dio dell’antico testamento è lo stesso Dio del nuovo, ma, mentre in quello antico è stato rappresentato dalle parole dell’uomo, usando generi vari come apocalittici, profetici, poetici, ecc, nel nuovo testamento Dio si è fatto conoscere da “Dio” suo Figlio, il quale portando la legge alla perfezione, eliminando quelle scorie che fino al quel momento erano indispensabili, ci ha fatto conoscere un Dio d’Amore, “Dio a tanto Amato il mondo”, questa conoscenza dell’Amore ci permette di mantenere una Fede verso Dio a prescindere dalle prove che potremmo avere, poiché, “Dio non prova nessuno con il male”.
Come un bel quadro è incastonato nella cornice così la “Parola di Dio” è incastonata nella parola dell’uomo, l’uomo comunica all'uomo con espressioni umane, con ciò che può comprendere, anche perché non potrebbe comunicare in altro modo, ma nel annunciare una verità rivelata la incornicia nelle esperienze umane, spingendo tale esperienze ad una condizione che a volte diventa problematico accettarle, dunque, bisogna togliere ciò che è il contenitore (parole dell’uomo) per far emergere ciò che è il contenuto (parola di Dio).
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
come sempre su questi temi sono una voce fuori dal coro.
Vedi, tutto quello che hai detto è una giustificazione di assenza, non un'affermazione di presenza.
Sono tutte tesi atte proprio a spiegare perchè questo fantomatico Dio non c'è, non agisce, e la sofferenza dilaga libera nel nostro mondo e nelle nostre vite.
Altresì ci sono alcune affermazioni date come certe, che di certo non hanno invece nulla, come quella dell'uomo che per sua natura cercherebbe Dio, e sulla fede, che di comprovato non hanno proprio nulla, e che anzi mantengono ancora un deciso sapore medievale.
Levate queste affermazioni che andrebbero comprovate con rigore e praticità e non solo con arzigogoli logici, le tue parole non hanno alcun senso, se non quello appunto della necessità da parte dei fedeli di dover "giustificare Dio".
Io non me la sono sentita di interrompere l'incantesimo suscitato da Franco con le sue belle parole con relativi rinvii scritturali, d'altronde è quello che vuole leggere chi crede in Dio e chi "vuole" credere in Dio(cosa giusta e sacrosanta), ma con il tuo intervento l'incantesimo si è interrotto e allora.
Però Franco si è anche contraddetto cercando prima di descrivere, oltre a tutte le altre caratteristiche, il manifestarsi dell'amore di Dio con relativo esempio: "così come un padre umano non sottoporrebbe mai il proprio figlio alla sofferenza, ecc ecc", poi però aggiunge: "Dio trascende la creazione ed è totalmente diverso da ogni cosa che l’uomo possa rappresentare, “I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie” afferma la scrittura".
Ma va bene cosi,
io ho voluto dare una delle tante risposte al titolo del post senza voler per forza convincere nessuno, e ci mancherebbe, ho esposto il mio pensiero e per farlo capire ho usato un versetto della Bibbia del VT, ma dalle risposte, se non ho capito male, lii nel VT non si parla di come agiva il Dio trascendente qui sulla Terra ma è solo "il pensiero di come avrebbe dovuto essere un DIO ....secondo i valori di quei secoli ....." e se questa interpretazione si è avvicinata alla verità, chi sono io da dire che non è cosi?
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Dio mantiene le promesse?
Genesi 17:8 Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio".
Atti 7:5 ma non gli diede alcuna proprietà in esso, neppure quanto l'orma di un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli.
Dio mantiene le promesse?
Genesi 17:8 Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio".
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Caro Mauro, credo che fra noi ci sia solo bisogno di chiarire il significato che diamo a certe parole. Quella che Franco ha chiamato "ricerca di Dio" io la intendo come "ricerca del trascendente" o della "risposta ultima".
Ciò in cui davvero non sono d'accordo con te è sul numero delle persone che si pongono tali domande. Secondo me non sono così rare come credi tu. Però moltissimi, quando sentono affiorare dentro di loro certe domande, decidono di chiudere le porte della mente e di non volerci pensare. Si mettono a fare altro e aspettano che quei pensieri passino (come fossero un mal di pancia). Infatti di solito passano. Un atteggiamento che dopo tutto non è peggio di quello di coloro che invece se la cavano prendendo la risposta già ben confezionata che si trova più a portata di mano (la religione di famiglia) e l'adottano senza un minimo di riflessione personale.
Anche qui la distanza fra il tuo pensiero e il mio non è poi tanta: tu pensi che la maggioranza non si sia mai posta certe domande, io penso che la maggioranza le abbia sentite affiorare dentro di sé, ma le abbia soffocate sul nascere.
Ciò in cui davvero non sono d'accordo con te è sul numero delle persone che si pongono tali domande. Secondo me non sono così rare come credi tu. Però moltissimi, quando sentono affiorare dentro di loro certe domande, decidono di chiudere le porte della mente e di non volerci pensare. Si mettono a fare altro e aspettano che quei pensieri passino (come fossero un mal di pancia). Infatti di solito passano. Un atteggiamento che dopo tutto non è peggio di quello di coloro che invece se la cavano prendendo la risposta già ben confezionata che si trova più a portata di mano (la religione di famiglia) e l'adottano senza un minimo di riflessione personale.
Anche qui la distanza fra il tuo pensiero e il mio non è poi tanta: tu pensi che la maggioranza non si sia mai posta certe domande, io penso che la maggioranza le abbia sentite affiorare dentro di sé, ma le abbia soffocate sul nascere.
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