Sentenza di Cassazione: il genitore non può cambiare il credo religioso ai figli

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

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Amalia
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Sentenza di Cassazione: il genitore non può cambiare il credo religioso ai figli

Messaggio da Amalia »

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... 12112/?rss

Credo che questa notizia, riguardante nello specifico il caso in cui uno dei genitori si è convertito al credo dei TdG, possa interessare chi si trova, purtroppo, in una situazione analoga...

"Anche nel caso di affido condiviso, scatta il divieto - per il genitore che dopo la separazione abbraccia una nuova fede - di portare i figli minorenni alle celebrazioni religiose dove si pratica un culto diverso da quello nel quale sono stati allevati i minori nel corso della loro vita familiare, indipendentemente dal fatto che i genitori fossero sposati o conviventi"
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Mauro1971
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Messaggio da Mauro1971 »

Triste quando per un po' di buon senso ci vuole corte di cassazione... effetti del fanatismo.

P.S. E' sempre bello leggerti Amà :ok: :abbr:
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Ray
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facciamo alcuni esempi per capirci...

Messaggio da Ray »

Ma ho inteso bene ? Questo della cassazione fa da apripista come una legge per le future cause per motivi religiosi-familiari...

Quindi vale anche per le famiglie mussulmane,induiste ,buddiste ecc... se il padre vuole abbracciare la religione cattolica o protestante non lo può fare ? Può portare il figlio con se ?

Lo stesso un tdg allevato da bimbo a questa fede e il genitore una volta che si rendesse conto ... lui può cambiare ma il figlio no ?

E allora se uno dei tanti bimbi italiani e non, figlio di una delle tante sette deleterie, disseminate sul nostro territorio allorché il genitore capisse o si rendesse conto dello sbaglio non potrebbe salvare .... il figlio ...allora scusate ..."ma a me me pare nà st...." :cer:

:spieg:
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Amalia
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Messaggio da Amalia »

L'ho pensato anch'io Ray, sembra valere anche il viceversa; in ogni caso è una sentenza che credo sia interessante per coloro che spesso, qui nel forum, cercano informazioni su come orientarsi in situazioni famigliari complicate dal passaggio da un credo religioso ad un altro di uno dei due genitori con relative conseguenze per i figli.
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Bisogna leggere tutta la sentenza, perchè credo che ogni caso sia a sè.
Gabriella
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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

E' interessante quanto riportato da Amalia, e per ampliare l'argomento avevamo trattato la questione dell'INDOTTRINAMENTO (cosa che credo sia il perno di tutta la questione) in questo tread qui.

Ve lo riporto..... :ok:

https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... ticolo+147
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Nunzio
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Messaggio da Nunzio »

Gabriella Prosperi ha scritto:Bisogna leggere tutta la sentenza, perchè credo che ogni caso sia a sè.
Gabriella
Effettivamente la sentenza ha prima sentito il parere degli assistentio sociali, e quindi potrebbero anche dare un parere favorevole se ritengono che non possa ledere i minori, ma dubito fortemente (a meno che gli assistenti sociali siano di parte "religiosa"), che accada.
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Neca
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Messaggio da Neca »

Riporto uno stralcio di questa sentenza! La Corte di Cassazione ha scritto :" Lungi dal negare e comprimere il diritto di professare la propria fede religiosa, ha piuttosto adottato le prescrizioni ritenute più idonee per assicurare la corretta formazione psicologica ed affettiva delle minori", la Cassazione ha confermato l'obbligo di far trascorrere alle minori i giorni più significativi delle festività natalizie e pasquali, e cioè il 24 e il 25 dicembre, il 1° e il 6 gennaio, il giorno di Pasqua nonchè il giorno del loro compleanno con la madre! In sostanza il padre non può imporre alle figlie di andare alle adunanze dei tdg, se queste ultime non hanno manifestato un grado di maturità sufficiente da far ritenere che esse abbiano preso una decisione personale senza essere influenzate da altri! Questa sentenza costituisce un precedente per il nostro Paese perchè stabilisce che nessun cittadino può imporre il proprio credo ai suoi familiari, vedasi i figli! Mi sembra giusto perchè un figlio deve essere maturo per fare tale scelta!
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Nunzio
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Messaggio da Nunzio »

:quoto100:
ora sta a chi viene obbligato a farlo a denunciarlo
Neca ha scritto:Riporto uno stralcio di questa sentenza! La Corte di Cassazione ha scritto :" Lungi dal negare e comprimere il diritto di professare la propria fede religiosa, ha piuttosto adottato le prescrizioni ritenute più idonee per assicurare la corretta formazione psicologica ed affettiva delle minori", la Cassazione ha confermato l'obbligo di far trascorrere alle minori i giorni più significativi delle festività natalizie e pasquali, e cioè il 24 e il 25 dicembre, il 1° e il 6 gennaio, il giorno di Pasqua nonchè il giorno del loro compleanno con la madre! In sostanza il padre non può imporre alle figlie di andare alle adunanze dei tdg, se queste ultime non hanno manifestato un grado di maturità sufficiente da far ritenere che esse abbiano preso una decisione personale senza essere influenzate da altri! Questa sentenza costituisce un precedente per il nostro Paese perchè stabilisce che nessun cittadino può imporre il proprio credo ai suoi familiari, vedasi i figli! Mi sembra giusto perchè un figlio deve essere maturo per fare tale scelta!
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Ray ha scritto:Quindi vale anche per le famiglie mussulmane,induiste ,buddiste ecc... se il padre vuole abbracciare la religione cattolica o protestante non lo può fare ? Può portare il figlio con se ?

Lo stesso un tdg allevato da bimbo a questa fede e il genitore una volta che si rendesse conto ... lui può cambiare ma il figlio no ?

E allora se uno dei tanti bimbi italiani e non, figlio di una delle tante sette deleterie, disseminate sul nostro territorio allorché il genitore capisse o si rendesse conto dello sbaglio non potrebbe salvare .... il figlio ...
No Ray, la legge non impedisce di cambiare religione e non impedisce di uscire da una setta. Impedisce invece a un genitore di imporre la sua religione e i suoi metodi educativi se l'altro genitore non vuole. Per questo coppie di diversa fede che vogliono sposarsi pattuiscono prima del matrimonio (di solito) quale educazione religiosa dare ai figli che verranno.
Secondo le leggi italiane i genitori devono essere d'accordo su come educare i figli, se l'accordo manca si ricorre al giudice perchè decida cosa è meglio per i minori. Nel caso in questione un padre che è diventato TdG voleva far fare alle figlie una vita da TdG, e la moglie si è opposta. I giudici hanno deciso che per le figlie, che erano state educate nella religione cattolica, era meglio non cambiare, e la cassazione conferma.
Se entrambi i genitori fossero diventati TdG, o semplicemente la madre non si fosse opposta, le figlie avrebbero avuto un'educazione da TdG.
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Sentenza non nuova

Messaggio da vitale »

Solo precedentemente a questa sentenza:

http://www.agoravox.it/Cassazione-Si-affido-ma-non.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Cassazione: “Sì affido, ma non convertire i figli se già educati al cattolicesimo”

La recente sentenza 9546 della Cassazione riapre la questione spinosa degli affidi, ribadendo che vengono favoriti i genitori cattolici. Stavolta il caso riguarda l’affidamento di un minore, battezzato e cresciuto con una educazione cattolica, ad una madre che dopo la separazione è diventata testimone di Geova.
Secondo la corte, la donna può ottenere l’affido solo se non coinvolge il minore nelle sue scelte religiose. In sostanza, viene ribadito il diritto dei genitori di crescere i figli sulla base di principi confessionali, ma ciò non deve turbarne la serenità e le abitudini, specie nel caso vi siano dissidi sul tipo di educazione da dargli. In questo caso il bambino, indottrinato dalla madre, avrebbe vissuto con “angoscia” l’eventualità di “arrivare al Giudizio senza peccato per poter rinascere nel nuovo Regno e di pensare il padre escluso da questa possibilità di salvezza”.
<a href='http://adsy.publy.it/www/delivery/ck.ph ... =397415030' target='_blank'><img src='http://adsy.publy.it/www/delivery/avw.p ... n=a3776831' border='0' alt='' /></a>
Il tribunale ha respinto il ricorso della madre, cui dalla corte d’appello era stato affidato il figlio a patto però che non lo coinvolgesse nel suo credo. E obbligandola a darlo al padre, cattolico, per festività come Pasqua e Natale e per il compleanno, un evento che i testimoni di Geova non festeggiano.
Da un lato la Cassazione respinge giustamente forme di indottrinamento marcate sui bambini, poiché per un corretto sviluppo sostiene ad esempio che non si debba presentare la “figura divina in termini solo persecutori e punitivi” in quanto “fonte di ansia e angoscia anziché di rassicurazione”. Ma dall’altra è proprio la Corte a privilegiare l’educazione cattolica per i figli, sulla base di una giurisprudenza fin troppo orientata, ritenendola non integralista e a prescindere migliore di altre forme, magari laiche.
Un vero e proprio favor religionis accordato al cattolicesimo in nome della sua predominanza sociale. Che diventa, come già riscontrato per genitori atei e stando anche alle segnalazioni che ci arrivano, di fatto discriminazione. E così non si fa altro che creare, con un circolo vizioso sancito proprio dai tribunali, ulteriore discriminazione e favorire apertamente il condizionamento di stampo cattolico sui bambini.
___________________

TGCOM24 Numero 140 pag. 31 del 13/6/2012
La mamma non può spingere i figli verso la religione che ha abbracciato

DIRITTO E FISCO Di Debora Alberici

La mamma non può coinvolgere il figlio nella religione alla quale si è convertita. La Cassazione, con sentenza 9546 del 12/6/2012, ha respinto il ricorso di una mamma diventata testimone di Geova, alla quale la Corte d'appello, in sede di decisione sull'affidamento, aveva vietato il coinvolgimento del piccolo nel nuovo credo religioso. Il minore era stato battezzato e per i primi anni della sua vita aveva seguito il credo religioso cattolico. I giudici avevano intimato alla donna di evitare qualunque coinvolgimento. Decisione confermata dalla Corte d'appello di Firenze che, però, aveva deciso per l'affido condiviso. Contro questa decisione la donna ha presentato ricorso alla Suprema corte. Ma la prima sezione civile lo ha respinto chiarendo che «l'art. 155 cod. civ. consente al giudice di fissare le modalità della loro presenza presso ciascun genitore e di adottare ogni altro provvedimento ad essi relativo, attenendosi al criterio fondamentale rappresentato dal superiore interesse della prole, che assume rilievo sistematico centrale nell'ordinamento dei rapporti di filiazione, fondato sull'art. 30 della Costituzione. L'esercizio in concreto di tale potere, dunque, deve costituire espressione di conveniente protezione del preminente diritto dei figli alla salute e a una crescita serena ed equilibrata». Quindi la contestata limitazione di non coinvolgere il bambino nel credo della madre appare, dicono i giudici, «ineccepibilmente aderente al dettato normativo, avendo la Corte d'appello assunto a parametro di riferimento l'interesse preminente del minore, interesse che, all'esito dell'insindacabile valutazione discrezionale delle risultanze istruttorie, sorretta da puntuale e adeguato riscontro argomentativo, hanno ritenuto pregiudicato non già per loro soggettivi pregiudizi religiosi o per i connotati propri del movimento dei testimoni di Geova, ma per gli effetti, specificamente evidenziati, dannosi per l'equilibrio e la salute psichica del figlio delle parti, ancora in tenera età, indotti dai contegni materni conseguenti e correlati all'adesione a tale confessione religiosa e inseritisi in un contesto di vita del minore già reso particolarmente delicato dalla separazione dei genitori».


Il Sole 24 Ore
Affido del figlio senza conversioni
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e- ... d=Ab8KlVrF" onclick="window.open(this.href);return false;

ROMA - Se la madre del minore, allevato con un'educazione cattolica, diventa testimone di Geova dopo la separazione, può ottenere l'affidamento del figlio solo se non lo coinvolge nella sua scelta religiosa.
La Corte di cassazione (sentenza 9546) pur ribadendo il diritto dei genitori a indirizzare i figli verso il proprio credo finché non abbiano una propria capacità di discernimento, indica un limite invalicabile a questa facoltà nell'obbligo di garantire la serenità del minore soprattutto in caso di dissidio sul modello da adottare.
Per questo la Corte di cassazione ha respinto il ricorso di una madre separata a cui i giudici di secondo grado avevano affidato il figlio imponendole però di tenerlo lontano dalla "sala del Regno" e di consegnarlo al padre, di religione cattolica, a Natale a Pasqua e in occasione del compleanno.
La Cassazione sottoscrive la decisione dei giudici di seconda istanza, che avevano dato un peso al diritto del bambino, battezzato, di condividere con i compagni modalità di vita comuni fino al momento della separazione dei suoi genitori. Una fase in cui la donna aveva cercato conforto nella nuova fede, restandone conquistata al punto da coinvolgere il figlio che, secondo i periti del Tribunale, viveva «l'angoscia di arrivare al Giudizio senza peccato per poter rinascere nel nuovo regno e di pensare il padre escluso da questa possibilità di salvezza».
Inutile il tentivo della seguace di Geova di far valere una presunta discriminazione ai suoi danni, a causa della religione, rispetto all'ex marito.
In realtà i giudici escludono che il Natale assuma un significato religioso per un bimbo di quattro o cinque anni: si tratta piuttosto di un momento «di intima comunione familiare». Il 25 dicembre va dunque celebrato perchè nel segno della continuità con il passato e allo stesso modo va festeggiato il compleanno, anche se questo non è previsto dai testimoni di Geova.
La Cassazione si schiera in ogni caso contro tutte le forme di indottrinamento precoce e intransigente, riferite a qualunque fede religiosa, che comportano il rischio di compromettere un'evoluzione equilibrata come di sviluppare l'idea di una «figura divina in termini solo persecutori e punitivi, fonte di ansia e angoscia anziché di rassicurazione».
documenti


Corte di cassazione, sentenza 9546 - 2012
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Sole ... d9e45d7f02" onclick="window.open(this.href);return false;


Diritto.it
Il genitore non può coinvolgere il figlio nella religione alla quale si è convertito
http://www.diritto.it/docs/5088550-il-g ... &tipo=news#" onclick="window.open(this.href);return false;

Pubblicato in Sentenze Data di pubblicazione: 13/06/2012

Anna Costagliola
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9546 del 12 giugno 2012, ha sancito il principio per cui un genitore non può coinvolgere il figlio nella religione alla quale si è convertito, respingendo il ricorso di una mamma divenuta testimone di Geova, alla quale la Corte d’Appello, in sede di decisione sull’affidamento del bambino, aveva categoricamente fatto divieto di coinvolgimento del figlio nella propria scelta religiosa.
Invero, il minore in questione era stato battezzato secondo il rito cattolico e aveva successivamente vissuto nell’ambito di un contesto sociale che presupponeva un’educazione cattolica, per poi trovarsi improvvisamente nella impossibilità di condividere con i compagni modalità di vita fino a quel momento comuni e di celebrare ricorrenze importanti (compleanni, feste natalizie ecc.). E’ per questo motivo che, anche sulla base della constatazione per cui la madre non si era mostrata sufficientemente protettiva nei confronti del figlio, non avendo compreso il danno a lui arrecato da un cambiamento così radicale proprio in un momento in cui si trovava ad affrontare un evento doloroso quale la separazione dei genitori, il giudice di primo grado aveva disposto l’affidamento esclusivo in favore del padre, intimando alla donna il divieto di far frequentare il piccolo la comunità dei Testimoni di Geova.
In parziale riforma della sentenza di primo grado, la Corte d’appello, cui era ricorsa la madre del minore, aveva deciso per l’affidamento condiviso perché, seppure emergevano rilevanti carenze di idoneità educativa da parte di entrambi i genitori, tuttavia neppure sussistevano elementi che facessero ritenere uno dei due più capace o maggiormente in grado di esercitare in modo esclusivo la funzione educativa. Avverso la pronuncia della Corte d’appello ha proposto ricorso la madre lamentando, relativamente allo statuito regime di affidamento condiviso del figlio, solo l’obbligo impostole di astenersi da qualsiasi condotta di coinvolgimento del minore nella propria scelta religiosa. Osservava la donna come il giudice non potesse imporre precisi limiti al contenuto del suo rapporto con il figlio ed alle forme della loro comunicazione ed interazione, così comprimendo le prerogative materne in punto di istruzione ed educazione della prole, discriminando la propria posizione rispetto al padre in ragione della sua adesione a diversa confessione religiosa.
Nel rigettare il ricorso, la Corte ha osservato preliminarmente che l’art. 155 c.c., in tema di provvedimenti riguardo ai figli nella separazione personale dei coniugi, consente al giudice di fissare le modalità della loro presenza presso ciascun genitore e di adottare ogni altro provvedimento ad essi relativo, attenendosi al criterio fondamentale rappresentato dal superiore interesse della prole. L’esercizio in concreto di tale potere, dunque, deve costituire espressione di una conveniente protezione (art. 31, co. 2, Cost.) del preminente diritto dei figli alla salute e ad una crescita serena ed equilibrata e può assumere anche profili contenitivi dei rubricati diritti e libertà fondamentali individuali, ove le relative esteriorizzazioni determinino conseguenze pregiudizievoli per la prole, compromettendone la salute psico-fisica e lo sviluppo.
Nel caso di specie, la contestata limitazione di non coinvolgere il bambino nel credo della madre appare, secondo i Supremi giudici, «ineccepibilmente aderente al dettato normativo, avendo la Corte d’Appello assunto a parametro di riferimento l’interesse preminente del minore, interesse che, all’esito dell’insindacabile valutazione discrezionale delle risultanze istruttorie, sorretta da puntuale ed adeguato riscontro argomentativo, hanno ritenuto pregiudicato non già per loro soggettivi pregiudizi religiosi o per i connotati propri del movimento dei Testimoni di Geova, ma per gli effetti, specificamente evidenziati, dannosi per l’equilibrio e la salute psichica del figlio delle parti, ancora in tenera età, indotti dai contegni materni conseguenti e correlati all’adesione a tale confessione religiosa ed inseritisi in un contesto di vita del minore già reso particolarmente delicato dalla separazione dei genitori».
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Cogitabonda ha scritto:..la legge non impedisce di cambiare religione e non impedisce di uscire da una setta. Impedisce invece a un genitore di imporre la sua religione e i suoi metodi educativi se l'altro genitore non vuole.
Purtroppo solo da alcuni anni i magistrati s'impegnano abbastanza coscientemente nella professione (!?).
Potrei riportare che, quello che asserisci purtroppo non è la realtà precedente, ed io, tra quei genitori ne ho fatte le cosiddette, spese.
I servizi sociali... meglio dimenticarli.

L'erba voglio non cresce da nessuna parte :ciao:
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Messaggio da Cogitabonda »

vitale ha scritto:
Cogitabonda ha scritto:..la legge non impedisce di cambiare religione e non impedisce di uscire da una setta. Impedisce invece a un genitore di imporre la sua religione e i suoi metodi educativi se l'altro genitore non vuole.
Purtroppo solo da alcuni anni i magistrati s'impegnano abbastanza coscientemente nella professione (!?).
Potrei riportare che, quello che asserisci purtroppo non è la realtà precedente, ed io, tra quei genitori ne ho fatte le cosiddette, spese.
I servizi sociali... meglio dimenticarli.

L'erba voglio non cresce da nessuna parte :ciao:
Caro Vitale, io ho solo riferito cosa dice la legge. Non ho asserito che tutti i giudici la applicano come dovrebbero. Putroppo so (anche per esperienze dirette) che a volte non lo fanno.

Gli articoli che hai postato riguardano tutti una sentenza in cui il caso era un po' diverso da quella postata da Amalia. Ne avevamo parlato in questo thread: https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... &t=11457&p
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Messaggio da Ray »

Per questo coppie di diversa fede che vogliono sposarsi pattuiscono prima del matrimonio (di solito) quale educazione religiosa dare ai figli che verranno.
Secondo le leggi italiane i genitori devono essere d'accordo su come educare i figli, se l'accordo manca si ricorre al giudice perchè decida cosa è meglio per i minori.
E questo che non conoscevo,in pratica per chi non si sposa in chiesa ( prendiamo come esempio quella cattolica ,perché sarebbe automatico crescere i figli nella religione che si è scelti per sposarsi ) diciamo viene sposata dal sindaco in comune,allora si devono fare questi accordi prematrimoniali,quale religione educare i figli ,ho compreso bene ?
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Cogitabonda »

Ray ha scritto:
Per questo coppie di diversa fede che vogliono sposarsi pattuiscono prima del matrimonio (di solito) quale educazione religiosa dare ai figli che verranno.
Secondo le leggi italiane i genitori devono essere d'accordo su come educare i figli, se l'accordo manca si ricorre al giudice perchè decida cosa è meglio per i minori.
E questo che non conoscevo,in pratica per chi non si sposa in chiesa ( prendiamo come esempio quella cattolica ,perché sarebbe automatico crescere i figli nella religione che si è scelti per sposarsi ) diciamo viene sposata dal sindaco in comune,allora si devono fare questi accordi prematrimoniali,quale religione educare i figli ,ho compreso bene ?
No, non esiste nessun obbligo a fare dei patti prematrimoniali. Inoltre non esiste nessuna norma che obblighi chi si sposa in chiesa ad educare i figli alla religione cattolica. Per esempio conosco una coppia che si era sposata in chiesa per far contenti i genitori dello sposo, ma poi non ha battezzato i figli. L'educazione religiosa fa parte dell'intero quadro dell'educazione dei figli, e questa è una responsabilità di entrambi i genitori, se i genitori sono in disaccordo su una questione che riguarda l'educazione e nessuno dei due cede, si può ricorrere al giudice.
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Cogitabonda ha scritto:Caro Vitale, io ho solo riferito cosa dice la legge. Non ho asserito che tutti i giudici la applicano come dovrebbero. Putroppo so (anche per esperienze dirette) che a volte non lo fanno.
Gli articoli che hai postato riguardano tutti una sentenza in cui il caso era un po' diverso da quella postata da Amalia. Ne avevamo parlato in questo thread: https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... &t=11457&p
Lo so che se ne è discusso addietro nel forum e non sono andato a ritroso per il link. Tranquilla, lo so che hai riferito "cosa" la legge (propone) come i giudici non sono effettivamente in sintonia con la Giustizia.
Si gli articoli riferiscono ... .. ma quello che so/sappiamo, fa rabbrividire. :fiori e bacio: :ciao:
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Ray ha scritto:
Per questo coppie di diversa fede che vogliono sposarsi pattuiscono prima del matrimonio (di solito) quale educazione religiosa dare ai figli che verranno.
Secondo le leggi italiane i genitori devono essere d'accordo su come educare i figli, se l'accordo manca si ricorre al giudice perchè decida cosa è meglio per i minori.
E questo che non conoscevo,in pratica per chi non si sposa in chiesa ( prendiamo come esempio quella cattolica ,perché sarebbe automatico crescere i figli nella religione che si è scelti per sposarsi ) diciamo viene sposata dal sindaco in comune,allora si devono fare questi accordi prematrimoniali,quale religione educare i figli ,ho compreso bene ?
Permettetemi il paradosso ai quote in cui non m'addentro, altrimenti... :fiori e bacio: :saggio:
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vitale ha scritto:
Cogitabonda ha scritto:..la legge non impedisce di cambiare religione e non impedisce di uscire da una setta. Impedisce invece a un genitore di imporre la sua religione e i suoi metodi educativi se l'altro genitore non vuole.
Purtroppo solo da alcuni anni i magistrati s'impegnano abbastanza coscientemente nella professione (!?).
Potrei riportare che, quello che asserisci purtroppo non è la realtà precedente, ed io, tra quei genitori ne ho fatte le cosiddette, spese.
I servizi sociali... meglio dimenticarli.

L'erba voglio non cresce da nessuna parte :ciao:
Tante situazioni si sono trovate nelle stesse condizioni.

Inoltre c'è da dire che nel geovismo, e proprio a causa del geovismo ci sono state numerosissime separazione, e se la donna diventa tdg dopo il matrimonio causando quasi sempre la separazione e a lei sono stati affidati i figli, sarà capace di sfidare anche la legge e dietro le istigazioni dei capi Anziani quei figli volenti o nolenti saranno costretti ad andare in Sala.
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Cogitabonda ha scritto:
Ray ha scritto:Quindi vale anche per le famiglie mussulmane,induiste ,buddiste ecc... se il padre vuole abbracciare la religione cattolica o protestante non lo può fare ? Può portare il figlio con se ?

Lo stesso un tdg allevato da bimbo a questa fede e il genitore una volta che si rendesse conto ... lui può cambiare ma il figlio no ?

E allora se uno dei tanti bimbi italiani e non, figlio di una delle tante sette deleterie, disseminate sul nostro territorio allorché il genitore capisse o si rendesse conto dello sbaglio non potrebbe salvare .... il figlio ...
No Ray, la legge non impedisce di cambiare religione e non impedisce di uscire da una setta. Impedisce invece a un genitore di imporre la sua religione e i suoi metodi educativi se l'altro genitore non vuole. Per questo coppie di diversa fede che vogliono sposarsi pattuiscono prima del matrimonio (di solito) quale educazione religiosa dare ai figli che verranno.
Secondo le leggi italiane i genitori devono essere d'accordo su come educare i figli, se l'accordo manca si ricorre al giudice perchè decida cosa è meglio per i minori. Nel caso in questione un padre che è diventato TdG voleva far fare alle figlie una vita da TdG, e la moglie si è opposta. I giudici hanno deciso che per le figlie, che erano state educate nella religione cattolica, era meglio non cambiare, e la cassazione conferma.
Se entrambi i genitori fossero diventati TdG, o semplicemente la madre non si fosse opposta, le figlie avrebbero avuto un'educazione da TdG.
Perfettamente d'accordo con te Cogi! La Costituzione Italiana prevede la libertà di culto, di pensiero e di parola! I giudici hanno riferito che le minori non sono sufficientemente mature per poter prendere certe decisioni, dunque, il fatto che il padre imponga loro una educazione diversa da quella cattolica, ed avendo pure la moglie in opposizione a tale educazione, significa costringere le figlie ad accettare le sue direttive! Questo è ciò che condanna la Cassazione e cioè, il fatto che il padre cerca di imporre l'educazione geovista alle figlie senza il consenso della moglie!
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daniela47
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Messaggio da daniela47 »

Questo post avrebbe bisogno di essere discusso con l'interesse che merita.

Spero che anche per gli altri foristi possa essere fonte di profonde riflessioni.
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daniela47
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Messaggio da daniela47 »

Neca ha scritto:
Cogitabonda ha scritto:
Ray ha scritto:Quindi vale anche per le famiglie mussulmane,induiste ,buddiste ecc... se il padre vuole abbracciare la religione cattolica o protestante non lo può fare ? Può portare il figlio con se ?

Lo stesso un tdg allevato da bimbo a questa fede e il genitore una volta che si rendesse conto ... lui può cambiare ma il figlio no ?

E allora se uno dei tanti bimbi italiani e non, figlio di una delle tante sette deleterie, disseminate sul nostro territorio allorché il genitore capisse o si rendesse conto dello sbaglio non potrebbe salvare .... il figlio ...
No Ray, la legge non impedisce di cambiare religione e non impedisce di uscire da una setta. Impedisce invece a un genitore di imporre la sua religione e i suoi metodi educativi se l'altro genitore non vuole. Per questo coppie di diversa fede che vogliono sposarsi pattuiscono prima del matrimonio (di solito) quale educazione religiosa dare ai figli che verranno.
Secondo le leggi italiane i genitori devono essere d'accordo su come educare i figli, se l'accordo manca si ricorre al giudice perchè decida cosa è meglio per i minori. Nel caso in questione un padre che è diventato TdG voleva far fare alle figlie una vita da TdG, e la moglie si è opposta. I giudici hanno deciso che per le figlie, che erano state educate nella religione cattolica, era meglio non cambiare, e la cassazione conferma.
Se entrambi i genitori fossero diventati TdG, o semplicemente la madre non si fosse opposta, le figlie avrebbero avuto un'educazione da TdG.
Perfettamente d'accordo con te Cogi! La Costituzione Italiana prevede la libertà di culto, di pensiero e di parola! I giudici hanno riferito che le minori non sono sufficientemente mature per poter prendere certe decisioni, dunque, il fatto che il padre imponga loro una educazione diversa da quella cattolica, ed avendo pure la moglie in opposizione a tale educazione, significa costringere le figlie ad accettare le sue direttive! Questo è ciò che condanna la Cassazione e cioè, il fatto che il padre cerca di imporre l'educazione geovista alle figlie senza il consenso della moglie!
Soprattutto se poi l'educazione geovista alle figlie, viene imposta con la durezza e la rigidità INDICATE dalla Congregazione, allora si che sono dolori di pancia.
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Sentenza 04 novembre 2013, n. 24683

Messaggio da vitale »

Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza 30 settembre – 4 novembre 2013, n. 24683: "Diversa appartenza confessionale dei genitori ed affidamento condiviso".
http://www.olir.it/documenti/index.php? ... mento=6186" onclick="window.open(this.href);return false;
La famiglia, i figli, la religione, la politica, non hanno più spina dorsale
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Francesca Galvani
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Messaggio da Francesca Galvani »

Cogitabonda ha scritto:
Ray ha scritto:
Per questo coppie di diversa fede che vogliono sposarsi pattuiscono prima del matrimonio (di solito) quale educazione religiosa dare ai figli che verranno.
Secondo le leggi italiane i genitori devono essere d'accordo su come educare i figli, se l'accordo manca si ricorre al giudice perchè decida cosa è meglio per i minori.
E questo che non conoscevo,in pratica per chi non si sposa in chiesa ( prendiamo come esempio quella cattolica ,perché sarebbe automatico crescere i figli nella religione che si è scelti per sposarsi ) diciamo viene sposata dal sindaco in comune,allora si devono fare questi accordi prematrimoniali,quale religione educare i figli ,ho compreso bene ?
No, non esiste nessun obbligo a fare dei patti prematrimoniali. Inoltre non esiste nessuna norma che obblighi chi si sposa in chiesa ad educare i figli alla religione cattolica. Per esempio conosco una coppia che si era sposata in chiesa per far contenti i genitori dello sposo, ma poi non ha battezzato i figli. L'educazione religiosa fa parte dell'intero quadro dell'educazione dei figli, e questa è una responsabilità di entrambi i genitori, se i genitori sono in disaccordo su una questione che riguarda l'educazione e nessuno dei due cede, si può ricorrere al giudice.
Cara Cogi,
non esiste nessuna norma del codice civile che imponga a chi si sposa in Chiesa ad educare i figli alla religione cattolica, ma esiste un obbligo morale, dal momento che tra le altre viene posta questa domanda "Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa"? Poi se la coppia che conosci tu si sposa in Chiesa per far contenti i genitori in realtà ha contratto un matrimonio nullo e quindi non fa testo.
Buona giornata,
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Messaggio da Achille »

Articolo critico:

http://www.agoravox.it/I-tribunali-dell ... a-e-l.html" onclick="window.open(this.href);return false;

Interessante la conclusione:
Sarà, noi pen­sia­mo in­ve­ce che per un bam­bi­no sia mol­to me­glio es­se­re mes­so a con­tat­to con di­ver­se idee e sti­mo­li, per­ché sarà più fa­ci­le per lui svi­lup­pa­re una co­scien­za cri­ti­ca e di­ven­ta­re un cit­ta­di­no aper­to e tol­le­ran­te, per­ché la so­cie­tà non è af­fat­to da ri­dur­si alla co­mu­ni­tà e men che meno a quel­la di fede.
Il redattore di questo articolo dovrebbe chiedersi cosa ne sarebbe di questi bambini una volta coinvolti ed entrati nel culto. Contatti e stimoli esterni, confronto critico, apertura mentale e tolleranza vengono soffocati o spariscono del tutto. La Cassazione ha preso una decisione che difende questi minori dal cadere in una struttura illiberale e totalitaria come quella esistente fra i TdG.

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Messaggio da Mauro1971 »

Achille Lorenzi ha scritto: Immagine
Piccoli automi, vittime della WTS.
Mamma mia che orrore!!!

I ricordi da bambino che tornano a galla... quanto ho odiato la cravatta, e quanto la odio ancora!

Comunque, credo che per questa sentenza più che la religione si sia cercato di salvaguardare i bambini evitando che gli venissero negate quelle abitudini felici che già erano divenute consuetudine.
Negandogliele di forza si causa un trauma, ed una sofferenza prolungata, che un genitore non dovrebbe imporre.
Di difficile attuazione questa sentenza, ma a mio avviso molto giusta.
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Messaggio da 607Evolved »

Mauro1971 ha scritto:
Achille Lorenzi ha scritto: Immagine
Piccoli automi, vittime della WTS.
Mamma mia che orrore!!!

I ricordi da bambino che tornano a galla... quanto ho odiato la cravatta, e quanto la odio ancora!
...
Non sapete quanta ansia è saltata fuori guardando quella foto... :triste:
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Messaggio da daniela47 »

607Evolved ha scritto:
Mauro1971 ha scritto:
Achille Lorenzi ha scritto: Immagine
Piccoli automi, vittime della WTS.
Mamma mia che orrore!!!

I ricordi da bambino che tornano a galla... quanto ho odiato la cravatta, e quanto la odio ancora!
...
Non sapete quanta ansia è saltata fuori guardando quella foto... :triste:
Quell'immagine è già talmente triste..... e poi sentire i commenti di chi ha vissuto l'infanzia così......

Mi rendo conto quanta infelicità nell'infanzia geovista.
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Messaggio da Cogitabonda »

Francesca Galvani ha scritto:Cara Cogi,
non esiste nessuna norma del codice civile che imponga a chi si sposa in Chiesa ad educare i figli alla religione cattolica, ma esiste un obbligo morale, dal momento che tra le altre viene posta questa domanda "Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa"? Poi se la coppia che conosci tu si sposa in Chiesa per far contenti i genitori in realtà ha contratto un matrimonio nullo e quindi non fa testo.
Buona giornata,
Francesca
Cara Francesca, quello che scrivi lo so bene anch'io, ma in questo thread è di leggi che si parla, anzi, delle leggi dello stato italiano.
Ti mando i miei saluti.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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