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Moderatore: Quixote
Beh... qualora la morte fosse l'annichilimento dell'io non potresti saperlo. Diceva Epicuro: lì dove c'è l'uomo non c'è la morte, lì dove c'è la morte non c'è l'uomo. Peccato che l'uomo sappia di dover morire, faceva notare il compianto Giovanni Reale.deliverance1979 ha scritto:
Bisogna morire per sapere cosa c'è dall'altra parte, sperando che il trapasso lasci la capacità di sapere e non resetti tutto...
Apri un giornale, accendi la tv, guardati intorno: il mondo fa schifo, la vita fa schifo, meglio morire.deliverance1979 ha scritto:Penso che in realtá, quello che spaventa della morte, é la paura della sofferenza che si deve patire prima del trapasso, che per ironia della sorte, la si subisce quando si é ancora vivi.
Sono le malattie debilitanti e le lunghe sofferenze a creare sconcerto e paura, poiché immagino che se con un semplice modulo si potesse scegliere di morire addormentandosi semplicemente, tutti firmerebbero, anche senza sapere quando.
Basta che poi non ti raggiungano a loro volta.Paxuxu ha scritto:La morte non è nient'altro che una porta che si apre e ti fa passare in un'altra dimensione lasciando i creditori su questo piano.
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Paxuxu
E permettimi la domanda che a questo punto sorge spontanea : Questa cosa non ti deprime un poco?nello80 ha scritto: Poi ragionando da essere umano e non da "cristiano", credo che la morte sia di fatto la fine di tutto e si ritornerà semplicemente in uno stato di inesistenza, e di noi rimarrà solo il ricordo nei nostri discendenti o delle azioni (negative o positive) che abbiamo compiuto in vita.
Ma spero che sia vera la prima ipotesi..........
Mario Romano ha scritto:E permettimi la domanda che a questo punto sorge spontanea : Questa cosa non ti deprime un poco?nello80 ha scritto: Poi ragionando da essere umano e non da "cristiano", credo che la morte sia di fatto la fine di tutto e si ritornerà semplicemente in uno stato di inesistenza, e di noi rimarrà solo il ricordo nei nostri discendenti o delle azioni (negative o positive) che abbiamo compiuto in vita.
Ma spero che sia vera la prima ipotesi..........
Pensare di lasciare nulla se non ricordi... A me crea tanta ansia pensare di non esistere più, anche perché avendo avuto esperienze "paranormali", qualcosa di immateriale e vivente c'è, alla fine noi temiamo ciò che non conosciamo, siamo solo carne ed ossa in fondo...
Trianello ha scritto: Per rispondere all'interrogativo posto all'inizio: io sono tendenzialmente un tomista, di conseguenza credo che ci siano abbastanza argomenti filosofici per dimostrare che l'io possa sopravvivere e di fatto sopravviva alla morte. Poi, sono un cristiano, per cui penso che un giorno il buon Dio ci risusciterà tutti.
nelly24 ha scritto:Cosa ne penso della morte? La morte di una persona é un grandissimo trauma per chi rimane e un sollievo per chi se ne va.
Ha ragione DeliveranceApri un giornale, accendi la tv, guardati intorno: il mondo fa schifo, la vita fa schifo, meglio morire.deliverance1979 ha scritto:Penso che in realtá, quello che spaventa della morte, é la paura della sofferenza che si deve patire prima del trapasso, che per ironia della sorte, la si subisce quando si é ancora vivi.
Sono le malattie debilitanti e le lunghe sofferenze a creare sconcerto e paura, poiché immagino che se con un semplice modulo si potesse scegliere di morire addormentandosi semplicemente, tutti firmerebbero, anche senza sapere quando.
Credo che dopo la morte fisica si torni a casa. Dunque, sono pronta a morire anche oggi - se qualcuno mi garantisce di prendersi cura di mia madre e ogni tanto dare un'occhiata a mio figlio (ed aiutarlo). Per il resto non ho problemi, a questa vita non mi lega nulla.
Certamente! Da piccolino vivevamo in una villa in campagna a due piani, io, mia mamma (TdG) e mio padre (agnostico), al piano di sopra i miei zii(cattolici?),dopo un paio di mesi che vivevamo lì tutte le notti entrambe le famiglie sentivano una specie di macina che macinava (pardon per il gioco di parole), al che i miei genitori allarmati contattarono la proprietaria convinta che fosse lei a macinare l'uva/grano di notte;la sua risposta spiazzo tutti, lei rispose che il posto dove c'era questa macina non esisteva più proprio perché ci vivevamo noi... fatto sta che quel rumore non smise mai fino ad una notte che poi non ricomparve più. Questa è la prima delle cose che accadderò li.nello ha scritto: Certo che mi deprime, e non poco!
Ma purtroppo non posso farci nulla !
Tu piuttosto perché non ci racconti in cosa consistono queste esperienze "paranormali" che hai vissuto?
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