Interessante che quelli che per te sono dettagli per me sono cose fondamentali, ma il mondo è bello perché è vario, sarà che sono cresciuto credendo in queste cose che per te sono "nuove".Valentino ha scritto:Da quello che scrivi traspare ancora una volta un certo letteralismo in relazione ad un evento di cui non abbiamo nessuna cognizione precisa in quanto attinente alla sfera del divino.Mario70 ha scritto:Il termine greco usato per risurrezione se ricordo bene significa rialzarsi in piedi cosa si rialzerà mai se non esiste più nulla da resuscitare? Come per il discorso trinitario anche per quanto riguarda questo concetto di annientamento e resurrezione ci ho sbattuto molto la testa, la mia conclusione è che se esiste una resurrezione deve esistere qualcosa da resuscitare altrimenti avremo una ricreazione o clonazione, non se ne esce.
L'etimologia della parola risurrezione non ha chissà quale rilevanza in quanto è sempre il tentativo linguistico di trasporre un evento che non è alla nostra portata.
La Bibbia molto spesso fa ricorso ad immagini per comunicare un messaggio. Mi viene in mente la profezia delle "ossa secche" di Ezechiele: una serie di vivide e suggestive immagini che rimandano ad una sorta di "inversione temporale"....le ossa sono secche, senza carne e disgiunte le une dalle altre, poi si accostano per formare lo scheletro, poi si ricoprono di carne ed infine di pelle, poi un vento infonde in loro il respiro. Si tratta di immagini che intendono comunicarci dei concetti. Il concetto base è che la resurrezione è qualcosa di inversamente proporzionale alla morte ed è esattamente il suo contrario. Il resto sono speculazioni che risentono di un estremo letteralismo. Non sono dogmatico in tal senso! Voglio dire: è possibile pure che dobbiamo intendere la resurrezione proprio come viene descritta in Ezechiele, per cui quel "qualcosa" che dici che "deve esistere" da resuscitare sembrano essere le ossa! Ma non faccio affermazioni dogmatiche in tal senso. Ripeto: io bado più al concetto che le immagini bibliche vogliono comunicarci più che alle possibili speculazioni che si possono fare. La vita e la vita e la morte e la morte: il processo che consente di "tornare in vita" è ovviamente un mistero per me data la sua natura. Potrei divertirmi a "speculare" ma fare questo, almeno per me, non è di capitale importanza. A me interessa essenzialmente il concetto che comunicano certe immagini. Vita e morte sono in perfetta antitesi: la morte è la cessazione della vita mentre la resurrezione è un ritorno alla vita. Come avviene esattamente non saprei dire, considerando anche che la descrizione paolina della resurrezione rimanda addirittura ad un cambiamento di "natura" rispetto al corpo quando afferma: (1 Corinti 15:42-44) ...Così è anche la risurrezione dei morti. È seminato nella corruzione, è destato nell’incorruzione. 43 È seminato nel disonore, è destato nella gloria. È seminato nella debolezza, è destato nella potenza. 44 È seminato corpo fisico, è destato corpo spirituale. Se c’è un corpo fisico, ce n’è anche uno spirituale.
Difficile dire, giusto per fare un esempio, cosa sia esattamente questo "corpo spirituale".
In ogni caso tornando alla tua osservazione: "se esiste una resurrezione deve esistere qualcosa da resuscitare" il libro di Ezechiele sembra "suggerire" che quel "qualcosa" siano le ossa e quindi non necessariamente una ipotetica "anima immortale".
Non credo che sia possibile immaginare che le ossa possano significare qualcosa dal momento che con il tempo queste cessano di esistere e diventano cacca di vermi e quindi parte di piante ecc...
Che dire poi di coloro che si fanno cremare o nell'antichità morirono carbonizzati?
Non ci siamo, nulla di materiale può avere alcun legame con la resurrezione, ci deve essere qualcosa che trascende il fisico come appunto l'anima intesa come sede della coscienza o dell'io, se non esistesse qualcosa che continui ad esistere tra il morto e il risorto, non saremmo noi, ma copie, magari perfette copie, ma sempre copie, non noi.
Tornando a noi, la metafora del sonno non avrebbe senso se la morte causasse la fine totale dell'esistenza della persona, quando dormiamo non siamo coscienti, viviamo per così dire in una realtà parallela, ma viviamo, qualcosa del genere deve capitare a chi muore, esattamente come la sofferenza e il dolore dell'inferno non possono essere spiegati con l'inesistenza.