Atti 2:21

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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Viandante
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Atti 2:21

Messaggio da Viandante »

Considerando il contesto e la citazione di Gioele in questo caso il "Signore" a chi si riferisce? A Dio o a suo Figlio?
Saluti
Viandante



"L'unica rivoluzione possibile è quella interiore..."
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Viandante ha scritto:Considerando il contesto e la citazione di Gioele in questo caso il "Signore" a chi si riferisce? A Dio o a suo Figlio?
in questo caso non vedo problemi di sorta nel riferirlo al Padre, in romani 10:13 invece si riferisce al figlio.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
nico70
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Messaggio da nico70 »

Ciao Mario e Viandante,

Secondo me il " Signore " di Atti 2,21, è riferito al Figlio e vi dico perchè.

Atti 2,17-21, attualizza la profezia di Gioele, e cioè che determinati segni mostrano che l'era messianica è già iniziata ( gli ultimi tempi, che la chiesa cattolica vede dalla ascensione gloriosa di Gesù fino alla parusia ).

In Atti 2,36 è scritto :" Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!".

A conferma posso citare:

Fil 2,9:" Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al disopra di ogni altro nome; perchè nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra......"

o anche

1 Cor 1,2:"...tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo..."

Atti 4,11-12 :" Questo Gesù è la pietra....In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati."

Mario, penso che non me ne vorrai per i....... :sorriso: non sono quelli alla maniera di WTS.


Un caro saluto a tutti.
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

nico70 ha scritto:Ciao Mario e Viandante,

Secondo me il " Signore " di Atti 2,21, è riferito al Figlio e vi dico perchè.

Atti 2,17-21, attualizza la profezia di Gioele, e cioè che determinati segni mostrano che l'era messianica è già iniziata ( gli ultimi tempi, che la chiesa cattolica vede dalla ascensione gloriosa di Gesù fino alla parusia ).

In Atti 2,36 è scritto :" Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!".

A conferma posso citare:

Fil 2,9:" Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al disopra di ogni altro nome; perchè nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra......"

o anche

1 Cor 1,2:"...tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo..."

Atti 4,11-12 :" Questo Gesù è la pietra....In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati."

Mario, penso che non me ne vorrai per i....... :sorriso: non sono quelli alla maniera di WTS.


Un caro saluto a tutti.
Mah... In questo caso non sarei dogmatico, la citazione di Gioele è ampia, inoltre c'è ad esempio il verso 34 dove viene citato il famoso passo del Salmo dove parla Davide dicendo: "il Signore ha detto al mio Signore" dove in origine c'è "YHWH ha detto al mio Signore" dove evidentemente il primo Signore è il padre e il secondo il figlio...
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
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nico70
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Messaggio da nico70 »

"il Signore ha detto al mio Signore" dove in origine c'è "YHWH ha detto al mio Signore" dove evidentemente il primo Signore è il padre e il secondo il figlio...
Su questo versetto sono d'accordo con te.
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Non sono solito affidarmi ad argomenti teologici, ma in questo caso il secondo capitolo di Atti, nel suo assieme, è davvero fondamentale per l’ipotesi trinitaria, fra Pentecoste, miracolo delle lingue, discesa dello Spirito ecc.

Filologicamente parlando, non ho che da registrare che il nome Iehovah non ricorre nel testo greco, ma al suo posto c’è kyrios = «Signore», e fin qui va bene. Mario ci dice che non lo trova determinante, e puó essere, per chi non vive di ideologie precostituite. Ma poiché non è il caso dei TdG, il discorso che Rom. 10, 13 vada riferito al Figlio, provenendo sempre da Gioele, per forza di cose riverbera il suo significato anche su Atti, 2, 21: in altre parole, per chi legge in chiave di sola Scriptura, i due significati non possono che sovrapporsi e identificarsi. Ovvero se i TdG sbagliano a leggere Rom. 10, 13, sbagliano anche a leggere Atti 2, 21, perché la Scriptura non può contraddirsi.

Ma il senso lo dà di fatto il contesto, come dice correttamente Viandante: come potrebbe leggersi 2, 21 riferito al Padre, quando la sua spiegazione e delucidazione occorre nei segg. 14 versetti, ove non ci si riferisce quasi altro che al Figlio? E che dice la stessa TNM in 2, 20? «prima che arrivi il grande e illustre giorno di Geova». Ovviamente non Iehovah ma kyrios nel testo, ove kyrios è il Giudice, nel giorno del giudizio. Il «giorno del Signore» (hemera kyriou) lo ritroviamo in Thess 5, 2, indubitabile, ma non specificato. Specificato è però in 1 Cor. 1,8 hēmera tou kuriou ēmōn iēsou christou, come in 2 Cor. 1, 14 hēmera tou kuriou ēmōn iēsou, come in Phil. 1, 10 eis hēmeran Christou. In tutti e tre i casi si parla inequivocabilmente di giorno del Signore Gesú Cristo.

Non possono esistere dubbi al riguardo, tanto piú per chi è obbligato alla sola Scriptura: il «giorno del Signore» di Atti 2, 20 non può essere altro che il giorno di Cristo; non il giorno di Iehovah, come pretenderebbe la TNM. E a questo punto 2, 21 non può far altro che slittargli dietro, e quel «nome di Dio», onoma kuriou, non può che riferisi di nuovo al Figlio. Tanto piú che non era normalmente consentito nominare il nome di Dio, mentre invocare il (nome di) Cristo non presentava tale inconveniente.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo postPresentazioneStaurós: palo o croce? (link esterno)
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Quixote ha scritto:Non sono solito affidarmi ad argomenti teologici, ma in questo caso il secondo capitolo di Atti, nel suo assieme, è davvero fondamentale per l’ipotesi trinitaria, fra Pentecoste, miracolo delle lingue, discesa dello Spirito ecc.

Filologicamente parlando, non ho che da registrare che il nome Iehovah non ricorre nel testo greco, ma al suo posto c’è kyrios = «Signore», e fin qui va bene. Mario ci dice che non lo trova determinante, e puó essere, per chi non vive di ideologie precostituite. Ma poiché non è il caso dei TdG, il discorso che Rom. 10, 13 vada riferito al Figlio, provenendo sempre da Gioele, per forza di cose riverbera il suo significato anche su Atti, 2, 21: in altre parole, per chi legge in chiave di sola Scriptura, i due significati non possono che sovrapporsi e identificarsi. Ovvero se i TdG sbagliano a leggere Rom. 10, 13, sbagliano anche a leggere Atti 2, 21, perché la Scriptura non può contraddirsi.

Ma il senso lo dà di fatto il contesto, come dice correttamente Viandante: come potrebbe leggersi 2, 21 riferito al Padre, quando la sua spiegazione e delucidazione occorre nei segg. 14 versetti, ove non ci si riferisce quasi altro che al Figlio? E che dice la stessa TNM in 2, 20? «prima che arrivi il grande e illustre giorno di Geova». Ovviamente non Iehovah ma kyrios nel testo, ove kyrios è il Giudice, nel giorno del giudizio. Il «giorno del Signore» (hemera kyriou) lo ritroviamo in Thess 5, 2, indubitabile, ma non specificato. Specificato è però in 1 Cor. 1,8 hēmera tou kuriou ēmōn iēsou christou, come in 2 Cor. 1, 14 hēmera tou kuriou ēmōn iēsou, come in Phil. 1, 10 eis hēmeran Christou. In tutti e tre i casi si parla inequivocabilmente di giorno del Signore Gesú Cristo.

Non possono esistere dubbi al riguardo, tanto piú per chi è obbligato alla sola Scriptura: il «giorno del Signore» di Atti 2, 20 non può essere altro che il giorno di Cristo; non il giorno di Iehovah, come pretenderebbe la TNM. E a questo punto 2, 21 non può far altro che slittargli dietro, e quel «nome di Dio», onoma kuriou, non può che riferisi di nuovo al Figlio. Tanto piú che non era normalmente consentito nominare il nome di Dio, mentre invocare il (nome di) Cristo non presentava tale inconveniente.
Caro Quix mi piaci quando fai il teologo :ironico:
Ho lasciato da molto tempo il concetto di non contraddizione della scrittura, atti lo ha scritto qualcuno che la tradizione indica in Luca, Romani lo dovrebbe aver scritto Paolo o un suo vicino discepolo, non vedo perché i due testi debbano sovrapporsi quando parliamo di due autori diversi con background diversi; Luca o chi per lui che citava Pietro agli inizi della sua opera di predicazione, avrebbe potuto pensare al Padre in quel contesto dal momento che citava diversi versi di Gioele e trovo troppo precoce l'identificazione con il figlio già in questo periodo di tempo, ma per carità tutto può essere, però se pochi versi dopo cita il Salmo dove innegabilmente il primo Kyrios è il padre, non vedo perché il Kyrios poco prima debba necessariamente essere il figlio.
Paolo invece sicuramente pensava al figlio, tutto il contesto va in quella direzione, nessun appiglio: il Signore YHWH che salvava ai tempi di Gioele è ora il figlio risorto; si salvava chi invocava YHWH, ed ora si salva chi invoca il kyrios Jesus, senza per questo dover identificare le due persone, su una cosa comunque concordiamo inesorabilmente: in nessun caso si può tradurre con l'ibrido"Geova" ne con yhwh perché nel testo ovviamente SICURAMENTE non c'è, possiamo solo supporre chi potessero avere in mente gli autori quando scrissero quei Kyrios.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
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a volte ...

Messaggio da Viandante »

anzi no spesso critichiamo la NWT per aver reintrodotto il nome divino la dove non era dovuto. Questo è uno di quei casi dove "cambiando" il nome divino in "signore" si genera confusione.

https://www.blueletterbible.org/kjv/joe ... onc_878032" onclick="window.open(this.href);return false; (da notare il tetragramma)

Gioele 2:32 si riferisce al Padre pertanto è pure ovvio che la citazione di Gioele debba riferirsi al padre o sbaglio?
Saluti
Viandante



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Messaggio da Achille »

Viandante ha scritto:anzi no spesso critichiamo la NWT per aver reintrodotto il nome divino la dove non era dovuto. Questo è uno di quei casi dove "cambiando" il nome divino in "signore" si genera confusione.

https://www.blueletterbible.org/kjv/joe ... onc_878032" onclick="window.open(this.href);return false; (da notare il tetragramma)

Gioele 2:32 si riferisce al Padre pertanto è pure ovvio che la citazione di Gioele debba riferirsi al padre o sbaglio?
Non è sempre così ovvio. In Romani 10:13 "è ovvio" che si sta parlando di Gesù.
E il fatto che la citazione iniziale fosse riferita a YHWH, non esclude che lo stesso passo venga applicato al Figlio.
Per esempio, Ebrei 1:10 cita il Salmo 102, in cui si parla di YHWH, e applica il passo all'opera creatrice del Signore Gesù.
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Messaggio da Mario70 »

Viandante ha scritto:anzi no spesso critichiamo la NWT per aver reintrodotto il nome divino la dove non era dovuto. Questo è uno di quei casi dove "cambiando" il nome divino in "signore" si genera confusione.

https://www.blueletterbible.org/kjv/joe ... onc_878032" onclick="window.open(this.href);return false; (da notare il tetragramma)

Gioele 2:32 si riferisce al Padre pertanto è pure ovvio che la citazione di Gioele debba riferirsi al padre o sbaglio?
È esattamente il contrario proprio perché non si è sicuri di chi sia il soggetto, inserendo arbitrariamente il nome si escludono le altre interpretazioni nessuno può sapere cosa avesse in mente lo scrittore di atti, questi libri non sono Gioele e come gia detto nel testo greco il nome SICURAMENTE non c'è, é bello poter essere in disaccordo su atti ed esprimere le diverse opinioni, con la tnm questo non è possibile, è l'uniformità di pensiero obbligata ad essere deleteria caro viandante, non la libertà di pensiero.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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