L'inerranza biblica secondo i TdG

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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polymetis
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L'inerranza biblica secondo i TdG

Messaggio da polymetis »

Mi chiedo se secondo la dottrina della WTS la Bibbia possa o non possa contenere errori, o profezie non adempiute. Che io sappia, ciò è incompatibile col loro concetto di ispirazione:


*** bh cap. 2 pp. 19-20 par. 5 La Bibbia: il libro di Dio ***
Facciamo un esempio: Un uomo d’affari può incaricare la segretaria di scrivere una lettera che spieghi il suo punto di vista e dia istruzioni. Ma la lettera è sua, non della segretaria. Similmente nella Bibbia troviamo il messaggio di Dio, non quello degli uomini che la scrissero. Quindi l’intera Bibbia è veramente “la parola di Dio”

Non mi pare dunque che la Bibbia possa contenere il punto di vista di qualcuno che non sia Dio. Certo, nella Bibbia vi sono dei personaggi, e non tutti questi personaggi hanno una caratterizzazione positiva. Se leggo i Promessi Sposi non troverò le idee di Manzoni sulla bocca di Don Rodrigo, che è un personaggio negativo, le troverò però nelle parti dove parla il narratore. Similmente nella Bibbia parla anche Satana, ma questo non è certo il punto di vista di Dio, e ciò è ovvio. Non parlo neanche del caso di uomini di Dio come Samuele. Un libro che dica "Samuele pensava che" non necessariamente esprime, riferendo il pensiero di Samuele, il punto di vista di Dio, semmai Dio ci informa di cosa pensasse Samuele, e la vox Dei è come sempre quella del narratore.
Ma il caso di epistole, o libri profetici, in cui la voce narrante coincide con quella del profeta, è del tutto diverso. Se il portavoce di Dio, Paolo ad esempio, parla e fa profezie, possono queste profezie per i TdG essere false speranze? Perché il questo caso sorge il problema del criterio. Quali sono nella Bibbia i brani che esprimono aspettative personali, e quali invece promesse di Dio? Perché le profezie di Daniele sarebbero di Dio e non di Daniele, mentre quelle di Paolo solo di Paolo? La WTS pone qualche discrimine tra le profezie rinvenibili nella Bibbia?
E' lo stesso problema che si pone con la cosiddetta guida che Dio eserciterebbe sullo schiavo. Descritta come abbastanza distante per giustificare eventuali granchi presi, eppure così ferrea nell'esigere obbedienza. Ma a prescindere da questa contraddizione pratica tra il grado di infallibilità rivendicato e il grado di obbedienza richiesto, è proprio la dottrina ad essere confusa. Non si capisce in che cosa consista questa guida, o che confini e contorni abbia. Sembra qualcosa che si può restringere o allargare a piacere per giustificare errori e al contempo esigere obbedienza. Come ho già detto, la Chiesa semplicemente divide tra affermazioni fallibili e non infallibili. Tra i TdG pare che tutto invece sia fallibile, ma tutto richiede assenso. Ma che se ne fanno i TdG di una guida zoppa, e che può sbagliare, senza che si sappia quando può farlo e quando no? Qualsiasi strumento di rilevazione è inutile, se non si conosce qual è il suo margine di errore, il suo grado di approssimazione. Se avessi una bussola che anziché a nord può puntare a volte a nord-ovest o nord-est, potrei regolare il mio cammino tenendo conto di questo possibile scarto. Che me ne farei invece di una bussola che anziché a nord può puntare a sud, e sopratutto non ho nessun criterio per sapere quando lo faccia? La dottrina dei TdG manca di criterio, di strumenti di misura e di discernimento. E' un bordeggiamento continuo (il che non sarebbe di per sé negativo), ma è un bordeggiamento senza criterio.

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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Messaggio da play »

Non è possibile che gli scrittori dell’ antichita’ avessero un alta opinione di se al punto di proclamare l’ ispirazione divina nelle loro visioni? Gli scrittori piu’ vicini alla nostra epoca stabiliscono collegamenti con l’ inconscio individuale o collettivo, a parte qualche caso assai raro di vocazione profetica.
Ad ogni modo credo che lo stesso Manzoni metta comunque sulla bocca di qualunque personaggio i suoi pensieri, pur prendendo nel discorso indiretto quella distanza tipica del suo stile narrativo, perché positivo e negativo sono le due facce della stessa medaglia: come poteva questo grande scrittore diluire la sua ombra nella parte razionale se non avesse fantasticato su un personaggio come Don Rodrigo? Quest’ ultima ipotesi potrebbe tuttavia essere gratuita. Per non far slittare il tema in altre direzioni mi chiedo, dato che il problema è interessante, attraverso quale criterio si puo’ stabilire qual' è la parola di Dio e qual’ è la parola dell’ uomo?
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Quello che dici è molto vero, e molto adatto all'uomo. Molti hanno scritto che se Platone nel I libro della Repubblica traccia un ritratto così affascinante del cattivo Trasimaco, colui che sostiene che "giustizia è la legge del più forte", è perché Platone era segretamente tentato da questa scelta. Mi chiedo se per Dio si possa fare la stessa considerazione. Un metafisico, che descriva Dio come luce, ragione, Sommo Bene, tenderebbe a sterilizzare Dio, ad escludere da esso ogni ambiguità. Per un mistico invece Dio è notte e giorno. "Il dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame, e muta come il fuoco, quando si mescola ai profumi e prende nome dall'aroma di ognuno di essi", dice Eraclito, alludendo a tutt'altro. Per il seguace di Senofane, Feuerbach e Marx Dio sarà ambiguo, luce e tenebra, perché così sono gli uomini che l'hanno creato. Come disse qualcuno: ogni teologia è un'antropologia.
Ma il Dio dei TdG è alieno dall'essere il misto di luci e tenebre che scorgiamo negli scritti della mistica renana. E' perfettamente comprensibile, i TdG si vantano come Gesù con la samaritana di sapere che cosa adorano. Ma non è comprensibile nel senso del Dio perfettamente razionale dei metafisici scolastici, è comprensibile nel senso che è un piccolo uomo vendicativo con un senso della giustizia che io attribuirei al massimo agli uomini del '600 europeo, anzi, forse un pochettino inferiore.

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nello80
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Messaggio da nello80 »

polymetis ha scritto:Mi chiedo se secondo la dottrina della WTS la Bibbia possa o non possa contenere errori, o profezie non adempiute. Che io sappia, ciò è incompatibile col loro concetto di ispirazione:


*** bh cap. 2 pp. 19-20 par. 5 La Bibbia: il libro di Dio ***
Facciamo un esempio: Un uomo d’affari può incaricare la segretaria di scrivere una lettera che spieghi il suo punto di vista e dia istruzioni. Ma la lettera è sua, non della segretaria. Similmente nella Bibbia troviamo il messaggio di Dio, non quello degli uomini che la scrissero. Quindi l’intera Bibbia è veramente “la parola di Dio”

Non mi pare dunque che la Bibbia possa contenere il punto di vista di qualcuno che non sia Dio. Certo, nella Bibbia vi sono dei personaggi, e non tutti questi personaggi hanno una caratterizzazione positiva. Se leggo i Promessi Sposi non troverò le idee di Manzoni sulla bocca di Don Rodrigo, che è un personaggio negativo, le troverò però nelle parti dove parla il narratore. Similmente nella Bibbia parla anche Satana, ma questo non è certo il punto di vista di Dio, e ciò è ovvio. Non parlo neanche del caso di uomini di Dio come Samuele. Un libro che dica "Samuele pensava che" non necessariamente esprime, riferendo il pensiero di Samuele, il punto di vista di Dio, semmai Dio ci informa di cosa pensasse Samuele, e la vox Dei è come sempre quella del narratore.
Ma il caso di epistole, o libri profetici, in cui la voce narrante coincide con quella del profeta, è del tutto diverso. Se il portavoce di Dio, Paolo ad esempio, parla e fa profezie, possono queste profezie per i TdG essere false speranze? Perché il questo caso sorge il problema del criterio. Quali sono nella Bibbia i brani che esprimono aspettative personali, e quali invece promesse di Dio? Perché le profezie di Daniele sarebbero di Dio e non di Daniele, mentre quelle di Paolo solo di Paolo? La WTS pone qualche discrimine tra le profezie rinvenibili nella Bibbia?
E' lo stesso problema che si pone con la cosiddetta guida che Dio eserciterebbe sullo schiavo. Descritta come abbastanza distante per giustificare eventuali granchi presi, eppure così ferrea nell'esigere obbedienza. Ma a prescindere da questa contraddizione pratica tra il grado di infallibilità rivendicato e il grado di obbedienza richiesto, è proprio la dottrina ad essere confusa. Non si capisce in che cosa consista questa guida, o che confini e contorni abbia. Sembra qualcosa che si può restringere o allargare a piacere per giustificare errori e al contempo esigere obbedienza. Come ho già detto, la Chiesa semplicemente divide tra affermazioni fallibili e non infallibili. Tra i TdG pare che tutto invece sia fallibile, ma tutto richiede assenso. Ma che se ne fanno i TdG di una guida zoppa, e che può sbagliare, senza che si sappia quando può farlo e quando no? Qualsiasi strumento di rilevazione è inutile, se non si conosce qual è il suo margine di errore, il suo grado di approssimazione. Se avessi una bussola che anziché a nord può puntare a volte a nord-ovest o nord-est, potrei regolare il mio cammino tenendo conto di questo possibile scarto. Che me ne farei invece di una bussola che anziché a nord può puntare a sud, e sopratutto non ho nessun criterio per sapere quando lo faccia? La dottrina dei TdG manca di criterio, di strumenti di misura e di discernimento. E' un bordeggiamento continuo (il che non sarebbe di per sé negativo), ma è un bordeggiamento senza criterio.

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I tdg dicono che nella loro dottrina non esiste alcun "dogma", ma paradossalmente tutto deve essere accettato come se lo fosse!
Almeno la CC ti da la garanzia che un dogma non cambierà mai, invece, in teoria qualsiasi dottrina dei tdg nel tempo potrebbe cambiare, ma comunque finché è in vigore si richiede la sua accettazione!
Ritornando all'inerranza biblica, per i tdg tutto ciò che è scritto in essa proviene da Dio, perfino quando Paolo raccomandò a Timoteo di "bere un po' di vino per il suo mal di stomaco!
L'inerranza non esiste, e se dalla cronologia biblica si evince che Adamo fu creato nel 4026 a.C., e che Babilonia fu distrutta nel 607 a.C. piuttosto che nel 587 a.C., a dispetto delle evidenti prove scientifiche si darà credito a ciò che è scritto nella bibbia, perchè la bibbia è parola di Dio, mentre la scienza può cambiare....!
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...

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Ray
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Messaggio da Ray »

polymetis ha scritto:Ma il Dio dei TdG è alieno dall'essere il misto di luci e tenebre che scorgiamo negli scritti della mistica renana. E' perfettamente comprensibile, i TdG si vantano come Gesù con la samaritana di sapere che cosa adorano. Ma non è comprensibile nel senso del Dio perfettamente razionale dei metafisici scolastici, è comprensibile nel senso che è un piccolo uomo vendicativo con un senso della giustizia che io attribuirei al massimo agli uomini del '600 europeo, anzi, forse un pochettino inferiore.
I samaritani adoravano il loro D-o,e i tdg adorano il D-o di Russell con opportune modifiche fatte da Rutherford.


Il D-o dei tdg è un'esempio di Tomismo ,o meglio un "Rutherformismo " .

Se Il tomismo ,pensiero filosofico di san Tommaso d'Aquino, da molti considerato il più significativo dell'età medievale. Secondo Tommaso: «sebbene la verità della fede cristiana superi la capacità della ragione, tuttavia i princìpi naturali della ragione non possono essere in contrasto con codesta verità.» Wiki

Sebbene la VERITA' del C:D per gli adepti tdg superi la capacità di comprensione e di ragione ,tuttavia le
dottrine del Corpo Direttivo rivedute non possono e non sono in contrasto con gli scritti della bibbia perché
provengono dal canale di D-o sulla terra.
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Panacca
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Messaggio da Panacca »

Nell'Apocalisse è scritto che chi aggiunge o toglie sarà punito

Ergo è permesso fare modifiche sia al libro di Apocalisse e tanto più al resto delle Scritture

Senza offesa per il CD :santo:
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Ci sono due tipi di sciocchi:
chi vede complotti dappertutto
e chi non li vede da nessuna parte
entrambi sono dispensati dal Pensare.

Le persone Intelligenti sono piene di Dubbi
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Testimone di Cristo
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Messaggio da Testimone di Cristo »

Ray ha scritto:
polymetis ha scritto:Ma il Dio dei TdG è alieno dall'essere il misto di luci e tenebre che scorgiamo negli scritti della mistica renana. E' perfettamente comprensibile, i TdG si vantano come Gesù con la samaritana di sapere che cosa adorano. Ma non è comprensibile nel senso del Dio perfettamente razionale dei metafisici scolastici, è comprensibile nel senso che è un piccolo uomo vendicativo con un senso della giustizia che io attribuirei al massimo agli uomini del '600 europeo, anzi, forse un pochettino inferiore.
I samaritani adoravano il loro D-o,e i tdg adorano il D-o di Russell con opportune modifiche fatte da Rutherford.


Il D-o dei tdg è un'esempio di Tomismo ,o meglio un "Rutherformismo " .

Se Il tomismo ,pensiero filosofico di san Tommaso d'Aquino, da molti considerato il più significativo dell'età medievale. Secondo Tommaso: «sebbene la verità della fede cristiana superi la capacità della ragione, tuttavia i princìpi naturali della ragione non possono essere in contrasto con codesta verità.» Wiki

Sebbene la VERITA' del C:D per gli adepti tdg superi la capacità di comprensione e di ragione ,tuttavia le
dottrine del Corpo Direttivo rivedute non possono e non sono in contrasto con gli scritti della bibbia perché
provengono dal canale di D-o sulla terra.

Caro Ray
Questa si che la sparano grossa.
Dicono che :non sono ispirati, non sono guidati , non ricevono nulla da Dio ,ma sono il solo canale tra Dio e l'uomo....
Molto ma Molto non torna....
:boh: :boh:
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Panacca
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Testimone di Cristo ha scritto:
Ray ha scritto:
polymetis ha scritto:Ma il Dio dei TdG è alieno dall'essere il misto di luci e tenebre che scorgiamo negli scritti della mistica renana. E' perfettamente comprensibile, i TdG si vantano come Gesù con la samaritana di sapere che cosa adorano. Ma non è comprensibile nel senso del Dio perfettamente razionale dei metafisici scolastici, è comprensibile nel senso che è un piccolo uomo vendicativo con un senso della giustizia che io attribuirei al massimo agli uomini del '600 europeo, anzi, forse un pochettino inferiore.
I samaritani adoravano il loro D-o,e i tdg adorano il D-o di Russell con opportune modifiche fatte da Rutherford.


Il D-o dei tdg è un'esempio di Tomismo ,o meglio un "Rutherformismo " .

Se Il tomismo ,pensiero filosofico di san Tommaso d'Aquino, da molti considerato il più significativo dell'età medievale. Secondo Tommaso: «sebbene la verità della fede cristiana superi la capacità della ragione, tuttavia i princìpi naturali della ragione non possono essere in contrasto con codesta verità.» Wiki

Sebbene la VERITA' del C:D per gli adepti tdg superi la capacità di comprensione e di ragione ,tuttavia le
dottrine del Corpo Direttivo rivedute non possono e non sono in contrasto con gli scritti della bibbia perché
provengono dal canale di D-o sulla terra.

Caro Ray
Questa si che la sparano grossa.
Dicono che :non sono ispirati, non sono guidati , non ricevono nulla da Dio ,ma sono il solo canale tra Dio e l'uomo....
Molto ma Molto non torna....
:boh: :boh:
Ogni Religione ha i Suoi Misteri!

-Chi la Trinità

-chi la totale sottomissione al CD benchè NON Ispirato, non guidato
inoltre ultimamente durante una visita Pastorale alle mie rimostranze contro il CD mi è stato detto che :

Anziani: il CD Non è l'unico canale tra DIO e gli uomini!!!
IO: dunque ce ne sono altri
Anziani: NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
IO: Appunto vuol dire che ne ne sono altri!
Anziani:NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
:test: :test: :test:

Poi dopo uno dice che si incazza!!!! :help:
non è una barzelletta ma un fatto REALMENTE accadutomi!!! :help:
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Messaggio da Julian »

polymetis ha scritto:Mi chiedo se secondo la dottrina della WTS la Bibbia possa o non possa contenere errori, o profezie non adempiute. Che io sappia, ciò è incompatibile col loro concetto di ispirazione:
Il libro Perspicacia, alla voce "Ispirazione", spiega meglio di qualunque altro testo edito dalla WTS il pensiero del CD sull'argomento.
Riporto sotto le parti più interessanti.
Guidati dalla “mano di Geova”. La “mano” di Geova, cioè il suo potere di guidare e dirigere, era dunque sugli scrittori biblici. (2Re 3:15, 16; Ez 3:14, 22) E come la “mano” di Geova poteva indurre i suoi servitori a parlare o a tacere in determinate occasioni (Ez 3:4, 26, 27; 33:22), così poteva stimolarli a scrivere o imporre loro certi limiti; poteva spingere lo scrittore a trattare certi argomenti oppure impedirgli di includere altro materiale. Il risultato sarebbe stato in ogni caso quello che Geova desiderava.
Come Dio diresse la stesura della Bibbia. Come dichiara l’apostolo, Dio aveva parlato “in molti modi” ai suoi servitori precristiani. (Eb 1:1, 2) Almeno in un caso, quello dei Dieci Comandamenti o Decalogo, le informazioni vennero date da Dio per iscritto, e dovettero essere semplicemente copiate nei rotoli o su altro materiale usato da Mosè. (Eso 31:18; De 10:1-5) In altri casi le informazioni furono trasmesse parola per parola, dettate oralmente. Nel presentare l’insieme di leggi e statuti facenti parte del patto di Dio con Israele, Geova ordinò a Mosè: “Scriviti queste parole”. (Eso 34:27) Anche i profeti spesso ricevettero specifici messaggi da pronunciare che furono poi messi per iscritto, entrando così a far parte delle Scritture. — 1Re 22:14; Ger 1:7; 2:1; 11:1-5; Ez 3:4; 11:5.
Un altro modo ancora per trasmettere informazioni agli scrittori biblici fu attraverso sogni e visioni. Sogni, o visioni della notte, com’erano a volte chiamati, imprimevano nella mente del dormiente un quadro del messaggio o proposito di Dio. (Da 2:19; 7:1) Visioni date alla persona mentre era cosciente furono un mezzo usato ancora più spesso per comunicare alla mente dello scrittore i pensieri di Dio, ed esse imprimevano vividamente la rivelazione nella mente cosciente. (Ez 1:1; Da 8:1; Ri 9:17) Alcune visioni vennero percepite dall’individuo mentre era in estasi. In questo caso, benché cosciente, egli era così assorto nella visione da ignorare tutto ciò che lo circondava. — At 10:9-17; 11:5-10; 22:17-21; vedi VISIONE.
Per trasmettere i messaggi divini furono impiegati in molte occasioni messaggeri angelici. (Eb 2:2) Nella trasmissione delle informazioni questi messaggeri ebbero un ruolo più importante di quanto a volte non sembri. Infatti, anche se la Legge data a Mosè è presentata come se fosse stata pronunciata da Dio, sia Stefano che Paolo spiegano che Dio si servì di angeli per trasmettere quel codice di leggi. (At 7:53; Gal 3:19) Poiché gli angeli parlarono nel nome di Geova, il loro messaggio poteva giustamente essere definito “la parola di Geova”. — Ge 22:11, 12, 15-18; Zac 1:7, 9.
Qualunque fosse il particolare mezzo impiegato per trasmettere i messaggi, ogni parte della Scrittura avrebbe avuto lo stesso valore, essendo tutta “ispirata da Dio”.
L’individualità espressiva dei singoli scrittori biblici è conciliabile con l’ispirazione divina della Bibbia?
È comunque evidente che gli uomini impiegati da Dio per redigere le Scritture non furono semplici automi che si limitassero a scrivere sotto dettatura. A proposito dell’apostolo Giovanni leggiamo che la Rivelazione “ispirata da Dio” gli fu presentata “in segni” per mezzo di un angelo di Dio e che poi Giovanni ‘rese testimonianza alla parola data da Dio e alla testimonianza data da Gesù Cristo, sì, a tutte le cose che aveva visto’. (Ri 1:1, 2) “Mediante ispirazione [lett. “in spirito”]” Giovanni si trovò “nel giorno del Signore” e gli fu detto: “Ciò che vedi, scrivilo in un rotolo”. (Ri 1:10, 11) Geova Dio concesse dunque agli scrittori biblici di usare le proprie facoltà mentali nella scelta delle parole e delle espressioni atte a descrivere le visioni ricevute (Aba 2:2), pur esercitando sempre su di loro sufficiente controllo e guida affinché il risultato finale fosse non solo accurato e veritiero, ma anche conforme al Suo proposito. (Pr 30:5, 6) Che occorresse uno sforzo personale da parte dello scrittore è dimostrato dalle parole di Ecclesiaste 12:9, 10, dove si parla della necessità di ponderare, fare ricerche e disporre in ordine il materiale al fine di presentare dovutamente “parole dilettevoli e la scrittura di corrette parole di verità”. — Cfr. Lu 1:1-4.
Questo senza dubbio spiega la presenza di stili diversi e anche di espressioni che sembrano rispecchiare l’ambiente da cui proveniva il singolo scrittore. Le doti naturali degli scrittori possono essere state uno dei fattori che ne determinarono la scelta da parte di Dio per un particolare incarico; egli può anche averli preparati in anticipo per impiegarli secondo il suo proposito.
Un esempio di individualità espressiva è quello di Matteo, che, essendo stato esattore di tasse, è specifico nei suoi numerosi riferimenti a cifre e denaro. (Mt 17:27; 26:15; 27:3) Da parte sua Luca, “il diletto medico” (Col 4:14), usa espressioni particolari che ne evidenziano la precedente professione di medico. — Lu 4:38; 5:12; 16:20.
Anche quando lo scrittore dice di aver ricevuto la “parola di Geova” o una certa “dichiarazione”, è possibile che questa non gli sia stata trasmessa parola per parola, ma piuttosto presentandogli un quadro mentale del proposito di Dio, che poi lo scrittore ha espresso a parole. Forse per questa ragione alcuni scrittori dicono a volte di aver ‘visto’ (anziché ‘udito’) la “dichiarazione solenne” o “la parola di Geova”. — Isa 13:1; Mic 1:1; Aba 1:1; 2:1, 2.
Gli uomini impiegati per redigere le Scritture collaborarono dunque con l’operato dello spirito santo di Geova. Erano volenterosi e docili alla guida di Dio (Isa 50:4, 5), desiderosi di conoscere la sua volontà e la sua direttiva. (Isa 26:9) In molti casi si prefiggevano certi obiettivi (Lu 1:1-4) o rispondevano a un’evidente necessità (1Co 1:10, 11; 5:1; 7:1), e Dio li guidava in modo che scrivessero ciò che rispecchiava e adempiva il suo proposito. (Pr 16:9) Essendo uomini spirituali, il loro cuore e la loro mente erano in sintonia con la volontà di Dio: essi ‘avevano la mente di Cristo’ e quindi non mettevano per iscritto semplice sapienza umana né una “visione del loro proprio cuore”, come invece facevano i falsi profeti. — 1Co 2:13-16; Ger 23:16; Ez 13:2, 3, 17.
È chiaro che lo spirito santo doveva necessariamente avere una “varietà di operazioni”, cioè agire in modo diverso sui vari scrittori biblici o nei loro confronti. (1Co 12:6) Buona parte delle informazioni erano loro accessibili a livello umano e a volte già in forma scritta, come nel caso di genealogie e di certi documenti storici. (Lu 1:3; 3:23-38; Nu 21:14, 15; 1Re 14:19, 29; 2Re 15:31; 24:5; vedi LIBRO). In questo caso lo spirito di Dio avrebbe agito per impedire l’infiltrarsi di inesattezze o errori e anche per guidare la scelta del materiale da includere. Ovviamente non tutto ciò che altri avevano detto e che fu poi incluso nella Bibbia era ispirato da Dio, ma la scelta delle informazioni da includere nelle Sacre Scritture e la loro accurata stesura ebbero luogo sotto la guida dello spirito santo. (Vedi Ge 3:4, 5; Gb 42:3; Mt 16:21-23). In questo modo Dio ha preservato nella sua Parola ispirata un resoconto sia di ciò che avviene quando gli si dà ascolto e si opera in armonia col suo proposito, sia di ciò che accade quando si pensa, si parla e si agisce in modi che rivelano mancanza di riguardo per Dio o ignoranza delle sue giuste vie. Viceversa le informazioni relative alla storia preumana della terra (Ge 1:1-26), o ad attività e avvenimenti celesti (Gb 1:6-12 e simili), e profezie, rivelazioni dei propositi di Dio e di dottrine, tutte cose che non era umanamente possibile sapere, dovettero essere rivelate in modo soprannaturale dallo spirito di Dio. In quanto a detti e consigli saggi, anche se lo scrittore poteva aver imparato molto dall’esperienza personale di vita e ancor più dallo studio e dall’applicazione di quelle parti delle Scritture già esistenti, l’intervento dello spirito di Dio sarebbe stato ugualmente necessario per assicurare che le informazioni meritassero di far parte della Parola di Dio che è “vivente ed esercita potenza . . . e può discernere i pensieri e le intenzioni del cuore”. — Eb 4:12.
Questo è indicato dalle parole dell’apostolo Paolo nella sua prima lettera ai Corinti. Nel dare consigli sul matrimonio e sul celibato, a un certo punto egli dice: “Ma agli altri dico, sì, io, non il Signore . . .” E di nuovo: “Riguardo ai vergini non ho nessun comando dal Signore, ma esprimo la mia opinione”. Infine, a proposito di una vedova, dichiara: “È più felice se rimane com’è, secondo la mia opinione. Certamente penso di avere anch’io lo spirito di Dio”. (1Co 7:12, 25, 40) Ovviamente le parole di Paolo vogliono dire che su determinati argomenti non poteva citare un esplicito insegnamento del Signore Gesù. Perciò esprimeva la sua opinione personale di apostolo pieno di spirito. I suoi consigli erano tuttavia ‘ispirati da Dio’ e quindi entrarono a far parte delle Sacre Scritture, con la stessa autorità di tutto il resto delle Scritture.
C’è una netta differenza fra gli scritti ispirati della Bibbia e altri scritti che, pur manifestando in una certa misura la direttiva e la guida dello spirito, non sono propriamente classificati con le Sacre Scritture. Come si è detto, oltre ai libri canonici delle Scritture Ebraiche esistevano altri scritti, come i documenti ufficiali relativi ai re di Giuda e di Israele, e questi in molti casi possono essere stati consultati da uomini devoti a Dio. Servirono anche a coloro che furono ispirati a scrivere parte delle Sacre Scritture per le loro ricerche. E questo avveniva anche nei tempi apostolici. Oltre alle lettere incluse nel canone biblico, senza dubbio nel corso degli anni molte altre lettere furono scritte dagli apostoli e dagli anziani alle numerose congregazioni. Benché gli scrittori fossero uomini guidati dallo spirito, Dio non appose a questi altri scritti il sigillo che ne avrebbe garantito l’appartenenza all’infallibile Parola di Dio. Gli scritti ebraici non canonici potevano contenere errori, e gli scritti non canonici degli apostoli potevano riflettere in qualche modo l’intendimento incompleto esistente nei primi anni della congregazione cristiana. (Cfr. At 15:1-32; Gal 2:11-14; Ef 4:11-16). Tuttavia Dio, come mediante il suo spirito o forza attiva diede a certi cristiani il “discernimento di espressioni ispirate”, così poté anche guidare il corpo direttivo della congregazione cristiana nel discernere quali scritti ispirati si dovevano includere nel canone delle Sacre Scritture. — 1Co 12:10; vedi CANONE.
Riconosciuta l’ispirazione delle Scritture. Ci sono chiare prove che i servitori di Dio, inclusi Gesù e gli apostoli, furono concordi nel riconoscere l’ispirazione di tutte le Sacre Scritture man mano che venivano aggiunte al canone biblico. Per “ispirazione” non s’intende semplicemente una maggiore sensibilità intellettiva ed emotiva (come spesso si dice di artisti o poeti), ma la produzione di scritti che hanno la stessa autorità e inerranza che avrebbero se fossero stati scritti da Dio stesso. Per questa ragione i profeti che contribuirono alla stesura delle Scritture Ebraiche attribuirono sempre i loro messaggi a Dio, dichiarando, per più di 300 volte: “Questo è ciò che Geova ha detto”. (Isa 37:33; Ger 2:2; Na 1:12) Gesù e gli apostoli citavano con fiducia le Scritture Ebraiche come la parola stessa di Dio dichiarata tramite scrittori designati, quindi di sicuro adempimento e della massima autorità in qualunque controversia. (Mt 4:4-10; 19:3-6; Lu 24:44-48; Gv 13:18; At 13:33-35; 1Co 15:3, 4; 1Pt 1:16; 2:6-9) Le Scritture Ebraiche contenevano “i sacri oracoli di Dio”. (Ro 3:1, 2; Eb 5:12) Dopo aver spiegato in Ebrei 1:1 che Dio aveva parlato a Israele per mezzo dei profeti, Paolo prosegue citando diversi libri delle Scritture Ebraiche, e presenta i brani come se fossero stati pronunciati da Geova Dio stesso. (Eb 1:5-13) Confronta simili riferimenti allo spirito santo in Atti 1:16; 28:25; Ebrei 3:7; 10:15-17.
Manifestando piena fede nell’inerranza degli Scritti Sacri, Gesù disse che “la Scrittura non può essere annullata” (Gv 10:34, 35), e che “il cielo e la terra passeranno piuttosto che una minima lettera o una particella di lettera passi in alcun modo dalla Legge senza che tutte le cose siano avvenute”. (Mt 5:18) Ai sadducei disse che erano in errore riguardo alla risurrezione perché non conoscevano “né le Scritture né la potenza di Dio”. (Mt 22:29-32; Mr 12:24) Si sottomise volontariamente all’arresto e alla morte stessa perché sapeva che ciò avveniva in adempimento della scritta Parola di Dio, le Sacre Scritture. — Mt 26:54; Mr 14:27, 49.
Queste dichiarazioni si riferivano ovviamente alle Scritture precristiane, le Scritture Ebraiche. Ma è chiaro che anche le Scritture Greche Cristiane furono presentate e accettate come ispirate (1Co 14:37; Gal 1:8, 11, 12; 1Ts 2:13); l’apostolo Pietro, ad esempio, include le lettere di Paolo col resto delle Scritture. (2Pt 3:15, 16) L’insieme delle Scritture costituisce dunque la completa e armoniosa Parola scritta di Dio. — Ef 6:17.
Autorità delle copie e delle traduzioni. Assoluta inerranza va dunque attribuita alla scritta Parola di Dio. Questo può dirsi degli scritti originali, di nessuno dei quali si conosce oggi l’esistenza. Le copie di quegli scritti originali e le traduzioni in molte lingue non possono vantare un’accuratezza assoluta. Tuttavia ci sono solide prove e valide ragioni per ritenere che i manoscritti delle Sacre Scritture pervenutici contengano copie quasi perfette della scritta Parola di Dio, dal momento che i punti dubbi hanno scarso peso sul significato del messaggio. Il proposito stesso di Dio nel produrre le Sacre Scritture, e la dichiarazione ispirata che “la parola di Geova dura per sempre”, ci assicurano che Geova Dio ha preservato attraverso i secoli l’intrinseca integrità delle Scritture. — 1Pt 1:25.
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Socrate69
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Messaggio da Socrate69 »

Panacca:
Anziani: il CD Non è l'unico canale tra DIO e gli uomini!!!
IO: dunque ce ne sono altri
Anziani: NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
IO: Appunto vuol dire che ne ne sono altri!
Anziani:NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
A questo punto ci vuole veramente uno psichiatra...
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nello80
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Messaggio da nello80 »

Socrate69 ha scritto:Panacca:
Anziani: il CD Non è l'unico canale tra DIO e gli uomini!!!
IO: dunque ce ne sono altri
Anziani: NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
IO: Appunto vuol dire che ne ne sono altri!
Anziani:NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
A questo punto ci vuole veramente uno psichiatra...

Direi più un T.S.O. :ironico: :ironico: :ironico:
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...

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Messaggio da Testimone di Cristo »


-chi la totale sottomissione al CD benchè NON Ispirato, non guidato
inoltre ultimamente durante una visita Pastorale alle mie rimostranze contro il CD mi è stato detto che :

Anziani: il CD Non è l'unico canale tra DIO e gli uomini!!!
IO: dunque ce ne sono altri
Anziani: NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
IO: Appunto vuol dire che ne ne sono altri!
Anziani:NO, Il CD è il canale tra DIO e gli uomini, ma non l'unico!
:test: :test: :test:

Poi dopo uno dice che si incazza!!!! :help:
non è una barzelletta ma un fatto REALMENTE accadutomi
!!! :help:
ahahahahahaha
Caro Panacca
Mentre leggevo quanto hai scritto, non ho resistito ad una risata.
E' come dire : 2 più 2 fa 4 , ma fa anche 5 :boh:
Quì veramente è preoccupante il condizionamento psicologico...
Ciao
:strettamano:
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Mi pare evidente, alla luce di Perspicacia, che secondo i TdG la Bibbia non possa affatto contenere false aspettative umane.

“Qualunque fosse il particolare mezzo impiegato per trasmettere i messaggi, ogni parte della Scrittura avrebbe avuto lo stesso valore, essendo tutta “ispirata da Dio”. […]
Geova Dio concesse dunque agli scrittori biblici di usare le proprie facoltà mentali nella scelta delle parole e delle espressioni atte a descrivere le visioni ricevute (Aba 2:2), pur esercitando sempre su di loro sufficiente controllo e guida affinché il risultato finale fosse non solo accurato e veritiero, ma anche conforme al Suo proposito. (Pr 30:5, 6) […]
Essendo uomini spirituali, il loro cuore e la loro mente erano in sintonia con la volontà di Dio: essi ‘avevano la mente di Cristo’ e quindi non mettevano per iscritto semplice sapienza umana né una “visione del loro proprio cuore”, come invece facevano i falsi profeti. — 1Co 2:13-16; Ger 23:16; Ez 13:2, 3, 17.


Persino le parti in cui Paolo dice che non stava comandando il Signore, ma dando lui un parere personale, per il solo fatto che stanno nella Scrittura acquistano ipso facto la stessa autorità normativa del resto della Bibbia:

“Nel dare consigli sul matrimonio e sul celibato, a un certo punto egli dice: “Ma agli altri dico, sì, io, non il Signore . . .” E di nuovo: “Riguardo ai vergini non ho nessun comando dal Signore, ma esprimo la mia opinione”. Infine, a proposito di una vedova, dichiara: “È più felice se rimane com’è, secondo la mia opinione. Certamente penso di avere anch’io lo spirito di Dio”. (1Co 7:12, 25, 40) Ovviamente le parole di Paolo vogliono dire che su determinati argomenti non poteva citare un esplicito insegnamento del Signore Gesù. Perciò esprimeva la sua opinione personale di apostolo pieno di spirito. I suoi consigli erano tuttavia ‘ispirati da Dio’ e quindi entrarono a far parte delle Sacre Scritture, con la stessa autorità di tutto il resto delle Scritture.”

Nulla di più chiaro di questo riassunto:

“ Per “ispirazione” non s’intende semplicemente una maggiore sensibilità intellettiva ed emotiva (come spesso si dice di artisti o poeti), ma la produzione di scritti che hanno la stessa autorità e inerranza che avrebbero se fossero stati scritti da Dio stesso.”


Dunque l’idea che Paolo in passi come 1 Ts 4,15, nel quale esprime l’idea, affermando che viene da Dio, possa esprimere sue opinioni o speranze private, è del tutto incompatibile con la teoria dell’inerranza biblica propria dei TdG.

“Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore.” (1 Ts 4, 15-17)

Purtroppo molti TdG non sanno cosa insegni la propria confessione, o si illudono di saperlo. Il problema è che leggono troppo materia extra-geovista, un po’ qua e un po’ là, e dunque lo spirito indipendente si insinua nella loro mente, giacché troppo angusta è la banalità cerebrolesa delle riviste della WTS. Sicché alcuni debbono inventarsi sfumature, e una teologia dell’ispirazione che sembra quella della Dei Verbum e della Pontificia Commissione Biblica, quando invece non esiste alcunché di simile nelle fonti torreguardiane.

Inoltre, come ripeto: se a volte i profeti dicono "le loro speranze" e a volte invece la Parola di Dio, come diavolo si fa a distinguere? Il problema del criterio torna prepotente. I cattolici hanno il magistero infallibile che precede ed interpreta la Scrittura, dicendo qual è il suo filo rosso. Ma i TdG, che attribuiscono il proprio magistero ad uno Schiavo "guidato da Dio", ma che non si sa bene quando possa sbagliare, non hanno più alcuna guida sicura. Se dunque, come dicono alcuni tdG, non solo lo Schiavo può sbagliare, ma pure Paolo a volte può farsi false illusioni in quanto uomo, ne avremmo come risultato che è sia fallibile lo Schiavo che interpreta la Bibbia, sia il contenuto della Bibbia stessa. Giacché lo Schiavo fa tanta fatica ad interpretare Paolo, ma poi, povero, lui era un uomo e dunque, chissà quando, poteva sbagliarsi. Sicché questa interpretazione del magistero dei TdG ha ben due buchi: lo schiavo zoppo e la Bibbia zoppa.
Invece la versione vera del magistero dei TdG, non quella che leggete presso alcuni TdG confusi ma su Perspicacia, è che lo schiavo a volte è zoppo, ma almeno la Bibbia è sicura, e non contiene pareri umani. Ma allora sorge grande il problema di sapere come interpretare la falsa profezia di Paolo in 1 Ts 4, 15-17.


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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Messaggio da Julian »

Non mi è chiaro perché ritieni che l’idea per cui
“Dio consente a Paolo, a Pietro, a Giovanni di esprimere delle loro aspettative non realizzate al loro tempo ma che divengono le nostre a motivo del Testamento che Dio ci ha fatto tramite loro pervenire”
sia incompatibile con il concetto di inerranza esposto dal Perspicacia.
Forse tutto gira intorno al significato del termine Inerranza, e prima di continuare a discutere si dovrebbe dare definizione chiara di questo termine. Wikipedia per esempio alla voce “Infallibilità delle scritture” dice:
Chi sostiene l'inerranza biblica pure insegna che certo Dio si è avvalso delle particolari personalità e stili letterari degli scrittori della Bibbia, ma che l'ispirazione di Dio li abbia guidati, attraverso il loro linguaggio e personalità, a proiettare il Suo messaggio in modo del tutto accurato.
Se partiamo da questa definizione che parla di “Suo messaggio accurato” non credo che il pensiero prima esposto sia scorretto.
Ovviamente visto che stiamo parlando del pensiero del CD sull'inerranza, bisogna appurare se quanto dice il Perspicacia e le altre pubblicazioni sull'argomento sono equivalenti a quanto dice Wikipedia.

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polymetis
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Messaggio da polymetis »

L'inerranza biblica, proprio come la descrive Perspicacia, implica che il punto di vista degli autori sacri coincida col punto di vista di Dio. Quindi false aspettative, che sono false perché fa parte di un'aspettativa anche il tempo in cui dovrebbe realizzarsi (cosicché la gente possa fare i propri calcoli), non dovrebbero poter trovar spazio nella Scrittura. Perspicacia dice che Dio esercitò "su di loro sufficiente controllo e guida affinché il risultato finale fosse non solo accurato e veritiero, ma anche conforme al Suo proposito", e si aggiunge "e quindi non mettevano per iscritto semplice sapienza umana né una “visione del loro proprio cuore”, come invece facevano i falsi profeti".
Viene da chiedersi come possa dirsi accurata una scrittura che predica il ritorno del Signore nell'arco della vita di una persona, e poi sbaglia. Questo è il genere di pensiero non accurato, condito di "visioni del proprio cuore", che l'inerranza biblica descritta da Perspicacia vorrebbe escludere.

Altrimenti questo gioco di dire "era solo la speranza dell'agiografo" si potrebbe fare con qualsiasi profezia, con conseguenze disastrose per l'impianto dei TdG.
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Infatti, secondo i tdG tutta la Bibbia è ispirata. Non credo che abbiano mai scritto nelle loro riviste che gli autori della Bibbia nutrissero aspettative personali. Il giochetto consiste tutto nell’ affermare che chi li guida non è ispirato, quindi secondo loro le aspettative di questi ultimi sono fallibili, mentre quelle degli scrittori biblici no. D’ altra parte non si capisce neppure tanto bene, ad esempio, cosa possa significare essere “sospinti dallo spirito santo”. A ben vedere questa giustificazione che utilizzano servirebbe per mettere una toppa alle cavolate che scrivono, per poi ritrattare certe questioni dottrinali modificandole. Gli esempi in tal senso sono innumerevoli, la generazione sovrapposta, etc….
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