Rigopiano: la morte in sci, Charlie Hebdo ironizza

Per discutere di temi ed argomenti di vario genere.

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Socrate69
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Gocciazzurra ha scritto:Stavo riflettendo che a seguito della morte di 12 persone della redazione di Charlie Hebdo per il loro continuo "punzecchiamento" a Maometto, il mondo intero ha mostrato la massima solidarietà... e nessuno si è sognato di fare della satira del tipo "hai voluto la bicicletta? E adesso pedala..."

Se lo avessero fatto come avrebbero reagito i superstiti e i famigliari dei defunti? Visto che la loro essenza editoriale era, tra le altre cose, l'irriverenza, si sarebbero fatti una sghignazzata?
Goccia (bentornata!), mi trovi interamente d'accordo. Se qualcuno l'avesse fatto gli avrebbero scagliato l'anatema.
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Cinzia
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Messaggio da Cinzia »

Gocciaazzura, hai affermato nel tuo precedente commento:

- Quote -
Sono del parere che la vera satira debba avere un’etica: non si può minimamente scherzare sulla drammaticità di certi avvenimenti. Punto.
- unquote -

Però poi scrivi:
Gocciazzurra ha scritto:Stavo riflettendo che a seguito della morte di 12 persone della redazione di Charlie Hebdo per il loro continuo "punzecchiamento" a Maometto, il mondo intero ha mostrato la massima solidarietà... e nessuno si è sognato di fare della satira del tipo "hai voluto la bicicletta? E adesso pedala..."

Se lo avessero fatto come avrebbero reagito i superstiti e i famigliari dei defunti? Visto che la loro essenza editoriale era, tra le altre cose, l'irriverenza, si sarebbero fatti una sghignazzata?
1) alcuni componenti di spicco della redazione di Charlie Hebdo non sono morti "per il continuo punzecchiamento a Maometto" ma perchè degli assassini hanno deciso che dovevano pagare con la morte la libertà che non fa parte della loro cultura (dimostrazione il seguito degli attenti dove non c'era nessun "punzecchiatore" da punire per questo).

2) se come tu stessa affermi: "il mondo ha mostrato massima solidarietà", una ragione ci sarà.

3) affermare: "hai voluto la bicicletta, pedala", in questo contesto, non sarebbe stato fare della satira: non avrebbe rappresentato nessuna denuncia, nè alcuna rappresentazione del ridicolo, ma solo una miope meschinità gratuita che avrebbe tenuto il "moccolo" ai terroristi e alle loro "ragioni".

4) se qualcuno avesse fatto della satira, in occasione di questo attentato, denunciando la causa della loro morte, anche a costo del ridicolo, sono convinta che i familiari di questi redattori trucidati, non si sarebbero sentiti "violentati", perchè avrebbero conservato l'apertura culturale, che non è incompatibile con le emozioni e l' "etica".

5) riflettere, grazie alla satira, non vuol dire "sghignazzare".

Per concludere, ciò che mi rattrista moltissimo, non è L'irriverenza delle vignette satiriche, ma il fatto che ci siano ancora persone dell'idea che ciò che è accaduto alla redazione di Charlie Hebdo se lo siano meritato...
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Massimo D.
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Messaggio da Massimo D. »

Si vabbè, diciamo pure che siccome la loro satira non fa ridere nessuno e nemmeno riflettere, vanno sull'offensivo tentando di scandalizzare e quindi di vendere. Il discorso è semplice: La satira di quel giornale è capace a farla anche un bambino di due anni.
Ma persino le vignette del cucciolone fan più ridere, dai...
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Giovanni64
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Messaggio da Giovanni64 »

La valutazione del rischio è una cosa molto soggettiva e molto dipendente dal contesto specifico. Una comunità fissa, di solito, dei tetti massimi al rischio che una persona può far correre a se stessa e agli altri. Anche se tali tetti sono o meglio, dovrebbero essere assunti, per via democratica sono in ogni caso conseguenza della "morale", della "religione", della "ideologia guida" corrente. Sia chiaro, niente in contario a fissare dei tetti al rischio, ma a me sembra esagerato farne ogni volta, a margine di qualsiasi tragedia, una feroce questione morale.
Quando ero bambino mia madre mi mandava con la fiat 124 di mio padre, che era in Germania, a comprare la pasta ad un paio km di distanza: mi ricordo che, addirittura, siccome non potevo guardare nello specchietto, per girare a sinistra prima mi fermavo a guardare indietro, per vedere se qualche macchina stava arrivando e mi poteva superare e poi giravo. I vecchietti davanti al bar intanto si sganasciavano dalle risate. Poi ho fatto tante altre cose rischiose che, con la ideologia corrente, ma forse anche con quella di allora, erano sicuramente "da arresto". Per fare un solo esempio, io e mia sorella andavamo all'asilo percorrendo da soli una strada comunale e poi alla fine dovevamo attraversare anche una strada provinciale.

Ora non mi sognerei nemmeno lontanamente di far correre a mia figlia i rischi che ho corso io, e tuttavia, però, quando accadono le tragedie non mi va, di solito, di mettermi a fare la morale a questo o a quello.

Quell'auto andava a 100 ed il limite era ad 70: certo, da un punto di vista ideologico (spesso anche ipocrita) corrente, quella è stata la causa dell'incidente e se una comunità ha fissato dei limiti al rischio bisognerebbe anche rispettarli ma, ripeto, da qui a farne una questione "religiosa" di valore assoluto planetario e indipendente dai tempi mi sembra veramente stucchevole.


Quella moto non doveva essere lì a quella velocità e non doveva avevere quella potenza: certo, ma prima di tutto c'è l'empatia per chi aveva ragioni di vita diverse dalle nostre, obiettivi e priorità diverse dalle nostre, ma pur sempre umanissimi.

Io non sono mai andato a sciare, mia sorella sì. Mi ricordo che mio padre, (lo stesso padre che mi aveva fatto correre i rischi di cui ho parlato prima), facendo arrabbiare moltissimo mia sorella, diceva che gli sciatori un po' "se l'andavano a cercare".

Vero è che, per esempio, anche per quanto riguarda l'aspetto ambientale ho scelto istintivamente uno stile di vita che forse è più ecosostenibile di altri: basti pensare che non ho mai preso un aereo in vita mia e non sono mai andato in vacanza, tanto meno in luoghi esotici. Forse è più ecostonibile e forse è anche meno rischioso, ma come tutti sanno, l'imprevisto si nasconde ovunque e dopo è facile per tutti fare la predica conforme all'ideologia corrente.

Allora non si dovrebbe discutere del rischio che siamo disposti a correre o della prevenzione che siamo disposti a pagare? Certamente si deve discutere ma secondo me, bisognerebbe farlo in maniera "laica", senza impastare la tragedia di stucchevoli litanie morali.


Vorrei incrociare queste mie considerazioni sparse anche con la questione "Hebdo": anch'io non capisco quale sia, se esiste, il fine "etico" della satira di Hebdo, ma è anche normale perché ho solo visto qualche vignetta.
Tuttavia mi pare indiscutibile che Hebdo almeno ha avuto l'ardire di toccare talvolta anche l'ideologia "in carica" e le ideologie, come quella islamica, tatticamente alleata di quella in carica, e non solo le ideologie occidentali ormai subalterne, e questa è, secondo me, una scelta coraggiosa, per un verso, e discutibile per altri. Tanto per fare un esempio e per tornare alla questione precedente: poteva quella satira essere "costruita" in quel palazzo mettendo a repentaglio anche la vita di bambini, passanti, poliziotti e via dicendo? Se ci fosse stato un minimo di prevenzione l'ufficio di chi fa una satira così coraggiosa non avrebbe dovuto essere ubicato in una zona a così alta densità abitativa.

Anche dal punto di vista dell'audience la scelta di Hebdo è sicuramente e alla lunga suicida (questo li accomuna per paradosso ai kamikaze islamici) perché la satira ha come potenziali fruitori quelli più istruiti e quindi coloro che più hanno i pregiudizi nell'ideologia guida e se Hebdo non fa la solita satira che va per la maggiore, non può durare a lungo. Forse proprio per questo bestemmia di più anche verso le ideologie religiose perdenti occidentali? Non lo so, può essere, ma non credo visto che, volendo potrebbe facilmente fare la satira che si vende di più e che sarebbe anche molto meno rischiosa.
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Gocciazzurra
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Messaggio da Gocciazzurra »

"Cinzia"
1) alcuni componenti di spicco della redazione di Charlie Hebdo non sono morti "per il continuo punzecchiamento a Maometto" ma perchè degli assassini hanno deciso che dovevano pagare con la morte la libertà che non fa parte della loro cultura (dimostrazione il seguito degli attenti dove non c'era nessun "punzecchiatore" da punire per questo).
L’argomentazione la si può rigirare a piacere, ma resta il fatto che erano consapevoli di rischiare grosso proprio a motivo dell’altrui pazzia, e anche a seguito di diversi pesanti avvertimenti da questi ultimi, come ben scrive Giovanni 64, avrebbero anche dovuto valutare il prevedibile danno che avrebbe coinvolto non solo loro in primis, ma anche tante altre persone che nulla c’entravano con la loro ideologia. Se questo si chiama coraggio…
2) se come tu stessa affermi: "il mondo ha mostrato massima solidarietà", una ragione ci sarà.
E' stato usato ciò che la redazione non conosce: buon senso, e in aggiunta anche spirito di umanità.
3) affermare: "hai voluto la bicicletta, pedala", in questo contesto, non sarebbe stato fare della satira: non avrebbe rappresentato nessuna denuncia, nè alcuna rappresentazione del ridicolo, ma solo una miope meschinità gratuita che avrebbe tenuto il "moccolo" ai terroristi e alle loro "ragioni".
Avrebbe fatto riflettere che anche se sei un pompiere non puoi comunque scherzare con il fuoco. La meschinità gratuita è di coloro che si ostinano a mettere a repentaglio vite altrui pur di portare avanti la propria ideologia: nel caso specifico non la chiamerei libertà di espressione ma egocentrismo. E tale riflessione non significherebbe tenere il moccolo ai terroristi e lo ripeto sino alla nausea, tutto il mondo sà che sono dei folli quindi non puoi comportarti non tenendone dovutamente conto.
4) se qualcuno avesse fatto della satira, in occasione di questo attentato, denunciando la causa della loro morte, anche a costo del ridicolo, sono convinta che i familiari di questi redattori trucidati, non si sarebbero sentiti "violentati", perchè avrebbero conservato l'apertura culturale, che non è incompatibile con le emozioni e l' "etica".
Patetica utopia
5) riflettere, grazie alla satira, non vuol dire "sghignazzare".
La satira
« È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. »
(Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006)
https://it.wikipedia.org/wiki/Satira" onclick="window.open(this.href);return false;
Per concludere, ciò che mi rattrista moltissimo, non è L'irriverenza delle vignette satiriche, ma il fatto che ci siano ancora persone dell'idea che ciò che è accaduto alla redazione di Charlie Hebdo se lo siano meritato...
La tua conclusione è inadeguata: non mettermi sulla tastiera cose mai scritte: la mia rabbia è che in quella specifica occasione hanno perso la vita degli innocenti.
E se anche in altre occasioni la satira di Hebdo non ha mietuto vittime rimane il fatto che personalmente aborro quel tipo di satira e sono in moltissimi a pensarla come me e, usando una tua espressione, una ragione ci sarà...
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Socrate69 ha scritto: Goccia (bentornata!)
Grazie! :strettamano:
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Gocciazzurra ha scritto:
Socrate69 ha scritto: Goccia (bentornata!)
Grazie! :strettamano:
:ft: Ciaooooo stella sei tornata !!!! :appl: :appl: :appl: bacioni :felice: :bacio: :bacio: scusa Achille ma lei è lei :ironico: ciaooo :ok: :fiori e bacio: :abbr:
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Brambilla Bruna ha scritto: :ft: Ciaooooo stella sei tornata !!!! :appl: :appl: :appl: bacioni :felice: :bacio: :bacio: scusa Achille ma lei è lei :ironico: ciaooo :ok: :fiori e bacio: :abbr:
Ciao Bruna! E sfoghiamoci con le emoticons! :abbr: :bacino: :bacio:
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:felice: :felice: :felice: :balla: :balla: :appl: :appl: :appl: :bacio: :bacio: :bacio: ciaoooo cara stella bacioneeee :bacio: :bacio: :bacio: :bacio:
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Cinzia
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Gocciazzurra ha scritto:
"Cinzia"
1) alcuni componenti di spicco della redazione di Charlie Hebdo non sono morti "per il continuo punzecchiamento a Maometto" ma perchè degli assassini hanno deciso che dovevano pagare con la morte la libertà che non fa parte della loro cultura (dimostrazione il seguito degli attenti dove non c'era nessun "punzecchiatore" da punire per questo).
L’argomentazione la si può rigirare a piacere, ma resta il fatto che erano consapevoli di rischiare grosso proprio a motivo dell’altrui pazzia, e anche a seguito di diversi pesanti avvertimenti da questi ultimi, come ben scrive Giovanni 64, avrebbero anche dovuto valutare il prevedibile danno che avrebbe coinvolto non solo loro in primis, ma anche tante altre persone che nulla c’entravano con la loro ideologia. Se questo si chiama coraggio…
2) se come tu stessa affermi: "il mondo ha mostrato massima solidarietà", una ragione ci sarà.
E' stato usato ciò che la redazione non conosce: buon senso, e in aggiunta anche spirito di umanità.
3) affermare: "hai voluto la bicicletta, pedala", in questo contesto, non sarebbe stato fare della satira: non avrebbe rappresentato nessuna denuncia, nè alcuna rappresentazione del ridicolo, ma solo una miope meschinità gratuita che avrebbe tenuto il "moccolo" ai terroristi e alle loro "ragioni".
Avrebbe fatto riflettere che anche se sei un pompiere non puoi comunque scherzare con il fuoco. La meschinità gratuita è di coloro che si ostinano a mettere a repentaglio vite altrui pur di portare avanti la propria ideologia: nel caso specifico non la chiamerei libertà di espressione ma egocentrismo. E tale riflessione non significherebbe tenere il moccolo ai terroristi e lo ripeto sino alla nausea, tutto il mondo sà che sono dei folli quindi non puoi comportarti non tenendone dovutamente conto.
4) se qualcuno avesse fatto della satira, in occasione di questo attentato, denunciando la causa della loro morte, anche a costo del ridicolo, sono convinta che i familiari di questi redattori trucidati, non si sarebbero sentiti "violentati", perchè avrebbero conservato l'apertura culturale, che non è incompatibile con le emozioni e l' "etica".
Patetica utopia
5) riflettere, grazie alla satira, non vuol dire "sghignazzare".
La satira
« È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. »
(Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006)
https://it.wikipedia.org/wiki/Satira" onclick="window.open(this.href);return false;
Per concludere, ciò che mi rattrista moltissimo, non è L'irriverenza delle vignette satiriche, ma il fatto che ci siano ancora persone dell'idea che ciò che è accaduto alla redazione di Charlie Hebdo se lo siano meritato...
La tua conclusione è inadeguata: non mettermi sulla tastiera cose mai scritte: la mia rabbia è che in quella specifica occasione hanno perso la vita degli innocenti.
E se anche in altre occasioni la satira di Hebdo non ha mietuto vittime rimane il fatto che personalmente aborro quel tipo di satira e sono in moltissimi a pensarla come me e, usando una tua espressione, una ragione ci sarà...

Quindi, secondo te, i giornalisti di Charlie Hebdo trucidati dai terroristi, non solo se la sono voluta ma sono responsabili della morte di altri "innocenti"...

NO COMMENT

Definisci: "Patetica utopia" il fatto che dei familiari di vittime del terrorismo potrebbero reagire diversamente da te ed altri alle vignette di Charlie Hebdo.

MA TU CHE NE SAI?

Ero davanti il Bataclan tre ore prima della strage, la sera del 13 novembre 2015, e a poche centinaia di metri alle 21...
Conosco personalmente i parenti di alcune vittime della strage di Nizza del 14 luglio 2016.

Il vostro è uno sguardo esterno. A cui comunque avete diritto.
Ma continuo a sentirmi terribilmente delusa da certe reazioni.
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Tu sei mia amica, e all’amica scrivo: non ti è permesso, nell‘etere intenettiano, comprendere le sensazioni degli altri. Non ti è permesso, in brevi e “leggiere” parole, lèggere e interpretare quello che gli altri dicono, o credono di dire. Oggi posso incensare Charlie Hebdo, domani irriderlo. Sentirti delusa per le reazioni dell’essere umano presenta un’inquietante bivalenza: da un lato la tua moralità, ricca di senso; dall’altro l’incomprensione della moralità altrui, degna quanto la tua.

Detto questo, chiunque osi dire che quelli di Charlie Hebdo, qual si sia la loro moralità o il loro interesse venale, con connesso ipotetico cospicuo conto in banca, se la siano cercata, dovrà parlare in nome di una civiltà non occidentale, e integralista, che ragioni in termini di violenza, e la giustifichi, perché questo è il senso delle cose, quando la moralità altro non fosse che un parametro pragmatico e politico.

Purtroppo, specie noi occidentali, continuiamo a leggere Machiavelli senza l’ausilio di pensatori di matrice cristiana quali Maritain. Triste che sia un agnostico a rilevare che quel fine che giustifica i mezzi sia solo segno della nostra incapacità di leggere la lunga durata della storia, per privilegiare il nostro effimero presente.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
======================================
Primo postPresentazioneStaurós: palo o croce? (link esterno)
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Messaggio da Cinzia »

Hai ragione.
Soprattutto a quest'ora, l'ideale è vuotare la mente e spegnere i sensi.
Inutile riformulare, confutare, scambiare, capire.
La cosa più costruttiva è riempirci di tutto ciò che ci fa del bene o al limite ci lascia indifferenti.
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Il fatto è che, in primis, i nostri sensi non possono percepire con la stessa intensita’ un evento che è accaduto a circa milleduecento km di distanza. E questo lo sanno bene coloro che abitano vicino alla zona dove c’ è stato il terremoto e la valanga di Rigopiano, cosi come lo sanno bene le persone che ora abitano nei bungalow, e soprattutto i familiari delle vittime innocenti del terremoto e della valanga. E non saranno di certo quattro matti fuori di testa con le loro trovate moralmente imbecilli a darci lezioni di satira, perché se non fosse per i Biancolelli, se non fosse per i Fiorilli o i Riccoboni, i francesi non avrebbero conosciuto la stagione d’ oro della Commedia, e dunque non avrebbero appreso l’ arte di far ridere riflettendo. E non è di sicuro per via di un naturale sentimento nazional popolare che scrivo queste poche righe, ma perché quella roba lì non è satira, non è una parodia, non fa ridere né riflettere, ma fa solo incazzare. E fa incazzare in particolar modo i marchigiani e gli abruzzesi. Ma che senso avrebbe mettersi a far la parodia sulla puzzetta al naso che da sempre caratterizza il popolo francese, sulla loro cucina che rivolta lo stomaco al solo pensiero, sul loro accento odioso e supponente, sull’amicizia tra Napoleone e Talmà, sulle preziose ridicole e tante altre cosette? Nessuno, benché questi siano espedienti per far ridere riflettendo. Purtroppo poche persone sono state sfiorate dal pensiero di una crisi dell’ umorismo, anzi, di un' umorismo della crisi dei valori che attraversa l’ occidente.
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Messaggio da Socrate69 »

Cara Cinzia, non credo che nessuno qui stia giustificando le barbarie che sono state commesse. Anzi.
Però la cosa è molto più complessa di quella che sembri, e i media molto spesso ometteno volutamente certe informazioni.
Cosa pensare ad esempio di notizie come queste ?

http://www.controinformazione.info/siri ... in-patria/" onclick="window.open(this.href);return false;
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Messaggio da Cinzia »

Gocciazzirra ha scritto:

-quote-
La satira
« È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. »
(Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006)
https://it.wikipedia.org/wiki/Satira" onclick="window.open(this.href);return false;
-un quote-



Ho letto integralmente la sentenza che tu citi Gocciazzurra, sperando di trova punti d appoggio utili per questo thread.

Riportare solo una frase non apporta molto. In una sentenza c'è di solito il riepilogo dei fatti, le decisioni dei gradi precedenti, che possono essere assolutorie o accusatorie. E queste possono alternarsi.

Una sentenza può contenere le affermazioni delle parti avversarie che non saranno necessariamente ritenute come corrette.

Essa può anche contenere, quello che definirei: "un trattato letterario" da parte del giudice, che spesso può rivelarsi appunto interessante da questo punto di vista, ma che non apporta nulla alla giurisprudenza.

Secondo la branca o ramo del diritto, la giurisprudenza può far legge (fonte primaria del diritto), ma resta meno frequente.
In generale la giurisprudenza resta una fonte secondaria del diritto.

In effetti la sentenza, che tu citi, ha, come la maggior parte della giurisprudenza, carattere "particolare". Si applica, cioè solo al caso specifica che giudica.

E Questa, nello specifico, è tra l'altro lungi dall'essere una sentenza "di principio".
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Messaggio da Cinzia »

Socrate69 ha scritto:Cara Cinzia, non credo che nessuno qui stia giustificando le barbarie che sono state commesse. Anzi.
Però la cosa è molto più complessa di quella che sembri, e i media molto spesso ometteno volutamente certe informazioni.
Cosa pensare ad esempio di notizie come queste ?

http://www.controinformazione.info/siri ... in-patria/" onclick="window.open(this.href);return false;
Socrate, non m'intendo di politica e non vorrei uscire fuori tema, anche se quello che posti è interessante (tra l'altro proprio ieri sera ho assistito a una conferenza degli "Econoclasti" sulla combutta di tutte le potenze con l'Arabia Saudita che sovvenziona e diffonde il djiadismo. MA nessun giornalista osa parlarne).

Non sono una paladina che difende a tutti i costi la Francia. È vero che dopo tredici anni circa di vita parigina comincio a conoscerne la mentalità e i funzionamenti (tra l'altro Parigi è una realtà a parte dal resto della Francia :occhiol: ).
Ma La mia cultura è prevalentemente italiana. Questa duplice cultura mi permette di trarre i vantaggi da entrambe grazie ai confronti che nascono spontanei (con l'accuratezza di selezionare e mettere da parte ciò che non voglio conservare tre i mei valori personali).

In ogni caso, se quello che vuoi dire è che le differenze culturali contano, sono d'accordo con te.

Infatti, sono convinta che l'interpretazione (eh sì caro Quixote capita a volte a noi comuni mortali di interpretare nel nostro quotidiano...) delle vignette di Charle Hebdo, oltre a restare soggettiva, dipende dalla cultura alla quelle si appartiene.
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Messaggio da Gocciazzurra »

Cinzia ha scritto:
Quindi, secondo te, i giornalisti di Charlie Hebdo trucidati dai terroristi, non solo se la sono voluta ma sono responsabili della morte di altri "innocenti"...

NO COMMENT
Ma per cortesia vuoi cessare di scrivere frasi a me attribuite che io NON ho MAI scritto??
Non ho mai detto che se la sono voluta, ma "cercata", nel senso che sapevano di correre un grande rischio!
Inoltre la responsabilità della morte di innocenti è semplicemente un dato di fatto. Punto
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MA TU CHE NE SAI?

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E tu che ne sai dei loro pensieri più profondi e intimi? Tu che ne sai se nel loro cuore è scaturito il doloroso pensiero che avevano osato troppo?
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Messaggio da Gocciazzurra »

Quixote ha scritto:Detto questo, chiunque osi dire che quelli di Charlie Hebdo, qual si sia la loro moralità o il loro interesse venale, con connesso ipotetico cospicuo conto in banca, se la siano cercata, dovrà parlare in nome di una civiltà non occidentale, e integralista, che ragioni in termini di violenza, e la giustifichi, perché questo è il senso delle cose, quando la moralità altro non fosse che un parametro pragmatico e politico.
E' inesatto, almeno per quanto riguarda il mio pensiero.
Personalmente, a prescindere da qualsiasi situazione, la mia elasticità mentale mi permette di "indossare" ANCHE la mentalità opposta alla mia e ciò NON significa che io l'approvi!!
Faccio un esempio: in una zona notoriamente malfamata, soprattutto di sera, io non mi sognerei mai di uscire tutta ingioiellata e vestita succintamente, perchè il BUON SENSO mi dice che correrei un grosso rischio che tradotto terra terra significa "andarmela a cercare"! Ma questo NON significa che io approvi la criminalità!! Semplicemente il BUON SENSO mi spinge alla prudenza.
Ed è proprio su questa base che non approvo che la moralità unità a interesse materiale della satira renda cieco l'autore circa le conseguenze drammatiche.
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Cinzia ha scritto:Gocciazzirra ha scritto:

-quote-
La satira
« È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. »
(Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006)
https://it.wikipedia.org/wiki/Satira" onclick="window.open(this.href);return false;
-un quote-



Ho letto integralmente la sentenza che tu citi Gocciazzurra, sperando di trova punti d appoggio utili per questo thread.

Riportare solo una frase non apporta molto.
Non ho citato solo la sentenza ma anche il relativo link dove vi sono altri elementi molto utili relativamente alla comicità legata alla satira. Di questo stavamo discutendo nello specifico post.
Immagine
Le parole troveranno credito quando i fatti daranno certezze. (Socrate)

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Socrate69
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Messaggio da Socrate69 »

Cinzia:
...alla quelle...
Questa è carina sorriso:, io l'ho capita...

Quello che intendevo è che qualcuno (chi?) ha usato Charlie Hebdo da capro espiatorio, anche se tale pubblicazione a giocato spesso con il fuoco essendo irriverente (a parer mio).
Ogni religione si fonda sulla paura dei molti e sull’astuzia dei pochi - Stendhal

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