"cos'è che dovrebbe impedire a un materialista ateo e godereccio di avere anche dei sentimenti?"
Sono andato a vedere allora sul vocabolario alla parola” sentimenti” .....:
- Sfera individuale degli affetti e delle emozioni: partecipazione diretta e intensa senza la mediazione della ragione:
- Moto affettivo, caratterizzato da specifiche disposizioni d'animo
- Dimensione etica individuale inclinazione, atteggiamento, opinione, parere regolato soprattutto dalla sfera affettiva.
Per documentarmi poi sull'argomento ho recentemente letto tutto l'articolo:
La violenza dell’amore
di Paolo Ferrarini
rilevato dal sito web:
“Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti”.
https://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/ ... nza-amore/" onclick="window.open(this.href);return false;
del quale cito a parte alcuni pezzi importanti:
In relazione allora al tema di questo thread mi sono fatto una domanda:
Una persona “Razionalista” non dovrebbe essere allora quella che usa in tutto, sempre la ragione ?
L'uomo è sempre e solo “ragione”, calcolo, valutazione o anche emotività e sentimenti ?Il razionalismo (dal termine latino ratio, «ragione») è una corrente filosofica basata sull'assunto che la ragione umana può in principio essere la fonte di ogni conoscenza.
Siamo solo macchine che elaborano sempre dando solamente soluzioni logiche e quindi razionali ?
In conclusione direi allora da queste parole che la risposta da 1 milione di dollari:
"se un ateo possa avere sentimenti,"
la risposta è implicita partendo proprio dal titolo del sito web e questa risposta è NO.
Se la ragione e la razionalità per principio prevalgono sempre, ovviamente non c'è spazio all'emotività ed ai sentimenti.
Mi sembra logico.
Del resto anche l'autore di questo articolo dice che non si può "amare a comando".....
Mi spiegate allora come una persona che si dichiara invece ateo convinto vantandosi poi di aver abbondantemente disobbedito ai comandamenti e condotto sempre una propria vita “alla grande” ….in tutto e per tutto, ..... debba poi avere dei sentimenti di compassione, di amore, di disponibilità verso degli handicappati portando loro il conforto di un sorriso e di una sua presenza?
Se dovesse ragionare "razionalmente" dovrebbe anche dire. "ma chi me lo fa fare a perdere il mio tempo con questa gente che poi non capisce nemmeno quasi niente "?
Se invece uno ci va contrariamente a questa "razionalità" probabilmente esiste allora qualche cosa di positivamente diverso ?
Non notate, allora, in tutto questo delle enormi contraddizioni ?
Io non desidero esprimere assolutamente critiche o giudizi ma solo evidenziare che un simile comportamento contrasta nettamente con il pensiero dell'autore di questo articolo, ateo veramente convinto.
“Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti”.
https://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/" onclick="window.open(this.href);return false; ... nza-amore/
La violenza dell’amore
di Paolo Ferrarini
Ama il prossimo tuo come te stesso! Il cristianesimo in a nutshell si risolve in un mantra così innocente e universalmente condivisibile da sedurre persino alcuni umanisti e intellettuali altrimenti disinclini a basare la propria morale su concezioni soprannaturali.
Il Nuovo Testamento straripa d’amore: cercando velocemente in Word quante volte questa parola ricorre in quel testo, si ottengono indicativamente 430 risultati .
In confronto, in tutto il Corano, “amore”, nelle sue varie inflessioni morfologiche, compare solo una novantina di volte, e quasi sempre per specificare che cosa Allah approvi o non approvi («Allah ama i giusti», «Allah non ama gli infedeli»). Nonostante il fatto che per “sazietà semantica” una parola così inflazionata rischi di perdere significato, è innegabile che l’amore sia un concetto fondamentale del cristianesimo.
Quale insensibile psicopatico si rifiuterebbe quindi di sottoscrivere un’ideologia che mette al centro di tutto l’amore, il volersi bene, il sentimento di fratellanza e di appartenenza a una grande famiglia?
E quale più bell’insegnamento si potrebbe dare a catechismo, a scuola, in famiglia? Messi all’angolo, molti moderni credenti in buona fede, in linea con l’equivalente narrazione nel vangelo, non esitano a spazzare sotto il tappetino qualsiasi altro elemento dell’oscuro credo che le loro bocche articolano tiepidamente ad ogni messa, per sbandierare questa regola d’oro come essenza e giustificazione ultima della loro fede.
Regola che, nel senso principale in cui la interpretano, farebbe tecnicamente di loro degli umanisti, più che dei cristiani. Qualcuno spieghi loro che l’ecumenismo, la solidarietà, il rispetto, la compassione non sono prerogative dei credenti, ma dell’umanità in generale, e in parte persino del resto del regno animale! Invece non è difficile immaginare che un cristiano provi un certo compiacimento, un senso di superiorità, nel ritenersi capace di amare di più e meglio, in quanto ispirato dalla religione dell’amore. Sennò dove sta la differenza nell’essere cristiani?La vera differenza sta nel fatto che, nonostante l’apparenza, non si tratta affatto di un principio umanistico. Innanzitutto c’è la questione di chi sia il “prossimo” a cui il comandamento fa riferimento. Se c’è un prossimo a cui voler bene, è sottointeso che c’è anche qualcuno di “lontano” che un cristiano non è tenuto a trattare con altrettanto trasporto emotivo.COMMENTO:
L'autore "forse" si dimentica che prima di Cristo l'umanità di allora si basava sull'omicidio, la guerra, la sopraffazione, lo schiavismo e sulla famosa "legge del taglione": "occhio per occhio dente per dente" contrapponendo "l'amore ai nemici.....Ma fingiamo che non si tratti di una delle tante basi bibliche per promuovere il settarismo, e interpretiamolo come fanno i più come un’esortazione ad amare tutte le persone del mondo. Il punto è che si tratta di un comandamento. Non è il consiglio di un amico. Non è una linea guida, una regola del pollice.COMMENTO:
L'autore ritengo sia decisamente in malafede poichè i primi due precetti del cattolicesmo sono riferiti chiaramente a:
"Io sono il tuo Dio non avrai altro Dio all'infuori di me" (lontano...) e: "ama il PROSSIMO tuo come te stesso...." (prossimo)....e non per niente la croce simboleggia con due legni uniti uno verso l'alto l'amore a Dio mentre quello orizzontale, l'amore verso il prossimo.
L'unione dei legni indica pertanto che questo "amore" deve essere unico..
È un imperativo. Ama! In alcuni vangeli è anzi minacciosamente tradotto al futuro. Amerai! Ora, se mi dicono onora il padre e la madre, volendo, lo posso anche fare. Se mi dicono santifica le feste, lo posso anche fare. È quello che succede anche nell’islam: per essere un buon musulmano basta obbedire a una serie di imperativi: «professa che non c’è dio al di fuori di Dio e che Maometto è il suo profeta», «prega cinque volte al giorno», «digiuna un mese all’anno», «va’ in pellegrinaggio una volta nella vita», «dona un tot dei tuoi averi ai poveri». Una buona dose di disciplina e forza di volontà mi permettono di eseguire tutti questi ordini e guadagnarmi il paradiso, se Allah vuole. Se non lo faccio, ne pago le conseguenze. Il vangelo però non mi dice che per essere un buon cristiano devo adempiere ad obblighi formali, esteriori: l’unica cosa che conta realmente è obbedire all’imperativo “Ama”. In altre parole, mi impone di controllare i miei sentimenti.Ora, è possibile che ai tempi in cui questa boutade è stata proferita, fosse generalmente compresa nel senso di “comportati con le persone come se tenessi a loro nel modo in cui tieni ai tuoi familiari”. All’orecchio moderno, però, l’idea di poter dare con la ragione e la forza di volontà una direzione al sentimento dell’amore non può che suonare come un equivoco.COMMENTO:
L'autore desidera ad arte confondere volutamente le “regole dai “principi” ed un conto è come nell'ISLAM obbedire ai 5 “pilastri” dei quali solo il primo è di orine morale mentre gli altri sono atti esteriori, ed un conto è l'imperativo: “ama”.
Senza amore (agape) cade poi tutto e non per niente Gesù criticava il comportamento dei farisei ....
Non occorre essere esperti di psicologia e scienze cognitive per sapere che i sentimenti hanno origine in strutture cerebrali profonde su cui la cosiddetta razionalità, espressa dalle funzioni più alte della mente, non ha granché potere di controllo.
Suggerire il contrario, ossia che l’amore funzioni “a comando”, significa avanzare una concezione della natura umana completamente errata e anacronistica, che deforma vertiginosamente il modo di approcciare la nostra vita emotiva.COMMENTO:
Qui per me questo “signore” si da la zappa sui piedi dove riconosce che l'emotività e pertanto i sentimenti, l'amore e soprattutto la fede superano sempre la ragione e la “razionalità del pensiero”..
La vera fede non si impone a comando e non per niente Gesù aveva detto: "non voi avete scelto me ma Io che ho scelto voi". .
Quindi tutta la sua razionalità e le sue conoscenze vanno sempre a farsi friggere superate dalla fede che è alla fine un sentimento.
Si pensi però a come questo equivoco si riflette quotidianamente sulla prospettiva cristiana in questioni molto concrete come il divorzio (si è cattive persone se si fallisce nello sforzo cristiano di amare il coniuge quando le cose vanno male, o se non si è abbastanza forti per prendere su di sé la “croce” e farsi martiri abbracciando un’esistenza di sofferenze psico-fisiche), l’omosessualità (si è cattive persone se si fallisce nello sforzo cristiano di amare qualcuno di sesso opposto), aborto (si è cattive persone se si fallisce nello sforzo cristiano di amare un figlio non previsto, rifiutando di portarlo alla luce).COMMENTO:
Anche qui è un insulto a tutti quei martiri cristiani di ogni epoca che si sono fatti piuttosto ammazzare che abiurare la propria fede . Erano tutti degli invasati ? Potrebbe magari riflettere un po' questo signore prima di parlare a vanvera?..
Sono tante le aree della vita personale dove l’amore, nella sua declinazione cristiana può diventare una forma di inquinamento mentale.COMMENTO:
Ma l'amore è un “inquinamento mentale” ..Non ho parole....
Ecco perché Christopher Hitchens, secondo il quale “la religione avvelena ogni cosa”, commenta questo aspetto del credo paolino dicendo che «[il cristianesimo] riesce persino a corrompere la questione centrale, la più importante di tutte, rendendo l’amore obbligatorio, dicendo che DEVI amare. Devi amare il tuo prossimo come te stesso, una cosa che non riuscirai mai a fare. Non sarai mai all’altezza di questo comandamento, e questo ti manterrà in uno stato permanente di colpevolezza» [3].COMMENTO:
"Amore obbligatorio che non riuscirai mai a fare”..? ma chi è Belzebù in persona che desidera vivere in un mondo di lupi?.....
Anche poi se lo fosse, dobbiamo allora adattarci e tirare fuori sempre i denti anche noi?
E' certo che se tu non sarai capace di amare ti sentirai colpevole...vorresti invece un Nobel?
Se l’idea di amare tutti è fortemente utopistica, e quella dell’amare tutti come noi stessi è semplicemente impossibile, che dire della prima parte dello stesso comandamento, quella che recita: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza»?
Alla luce delle moderne nozioni sulla cognizione umana, è un vero delirio.COMMENTO:
Ma amare veramente il tuo prossimo è un delirio ? ..
A questo punto, una distorsione dev’essere per forza in atto a livello semantico. In che senso si può provare amore per un’entità astratta come un dio, o per una persona morta, mai incontrata, che potrebbe anche non essere mai esistita, come Gesù?COMMENTO:
Essere atei convinti e negare l'esistenza di Dio può anche starci ma negare la presnza storica di Gesù è pura malafede poiché in tutto il contesto storico e scientifico internazionale non è stata mai messa in discussione la sua esistenza fisica..
Il cristianesimo mainstream non fornisce una definizione esatta di amore per Dio e Gesù (forse arrivano a concepirlo alcuni “professionisti” della spiritualità, come i mistici), e lascia intendere che si tratti dello stesso, unico tipo di amore che si può provare per persone in carne e ossa. Del resto ci sono sensi oscuri in cui dio sarebbe una persona, e un wafer carne umana.COMMENTO:
Un wafer di carne umana...ma non pensa di rendersi ridicolo a tutti credenti o meno ?.....
Non solo, la retorica cristiana alza ulteriormente la sbarra dell’assurdo, proclamando in continuazione l’amore per personaggi che esistono soltanto nella fantasia come il vero amore, l’amore più puro, promuovendolo quindi a prototipo di questo concetto.
Una persona sana di mente che riflette su queste farneticazioni dovrebbe mandare tutto il sistema a quel paese. Invece no. I credenti tacciono, prendono per buono e interiorizzano questo messaggio, il più delle volte solo perché è una distorsione con cui convivono fin da piccoli, fin da quando il linguaggio e i concetti che esso esprime si sono formati nei loro cervelli durante gli anni dell’infanzia.COMMENTO:
Poveraccio....
E la fumosità di certe idee è probabilmente un connotato assorbito e accettato passivamente insieme alle parole che le descrivono.
…............
Non si può mica innamorarsi di una parola. Si può amare un altro essere umano. Questa è perfezione» [4].
Quanta manipolazione, quanta coercizione psicologica, quanta disonestà intellettuale sono quindi racchiuse nell’immagine di anziane devote, o peggio di ragazzini in età scolare, che appoggiano le labbra sulla statua di un cadavere portata alla loro bocca da un prete in uno dei loro macabri riti d’amore? Che cosa pensano di baciare quelle persone in quel momento? Che cosa stanno amando? In che senso stanno amando? Ci vorrebbe forse uno studio qualitativo per comprenderlo.COMMENTO:
Ateismo allo stato puro dove l'offesa è regola....altri atei condividono?
…....................
Del resto, è difficile anche capire il senso in cui l’amore cristiano viene manifestato dalle stesse entità metafisiche che lo pretendono dall’umanità. In quale senso del termine ti ama un dio di fatto dittatore che ti ricatta fin dalla nascita con la prospettiva di un inferno? In che senso ti vuole bene un profeta che ti maledice se rifiuti i suoi insegnamenti? In che senso è amore un padre celeste che concretamente tortura, affama e uccide i suoi figli in mille modi sadici e crudeli, dall’alto della sua onnipotenza?
Completa il suo discorso Christopher Hitchens: «DEVI amare qualcuno di cui devi allo stesso tempo avere paura. Un essere supremo, un padre eterno, qualcuno che devi temere, ma anche amare. E se fallisci in questo comandamento, sei un disgraziato peccatore. Tutto ciò non è mentalmente, moralmente, o intellettualmente sano».COMMENTO:
Quelli “intellettualmente sani” ritengono e sono fermamente convinti che Dio è amore e perdono.
Un Dio da “amare” e non da “temere”.
Sicuramente questo signore non conosce bene il Vangelo fermandosi ai primi libri della Bibbia...
Ripeto non ho parole....
E la salute mentale è il vero inquietante dubbio che bisogna sollevare. Il comandamento, prescrivendo qualcosa di impossibile anche solo in principio, racchiude in sé quello che secondo alcuni è il vero fondamento del cristianesimo: il senso di colpa [6].
L’ineludibile senso di inadeguatezza promosso da irragionevoli aspettative interiorizzate. E non c’è redenzione. È un comandamento che si sottrae al costante gioco psicologico di tensione e rilascio creato dalla religione sotto forma di peccato e perdono. Nessuno confessa al prete di aver amato dio, Gesù o il prossimo un po’ meno di quanto prescritto.
È una cosa che si tiene dentro, senza saperlo, in modo psicologicamente non elaborato, a volte anche dopo aver scelto di abbandonare la religione e negato dio. E che dire delle dinamiche sociali dell’appartenenza a una comunità di credenti? All’impossibile amore incondizionato che viene richiesto ai credenti corrisponde un amore altamente condizionato da parte della comunità a cui si appartiene.
Finché si dice di credere, finché quelle labbra si muovono durante la professione di fede in chiesa, si è integrati, si è apprezzati, si è premiati dal gruppo. Secondo l’antropologia culturale, che distingue tra società fondate sul senso di colpa come quelle cristiane e le società fondate sulla vergogna, come quella giapponese [7], queste pastoie mentali fungono da collante sociale. Per il singolo individuo però questo amore è tossico, sottintende una minaccia, un ricatto, magari lieve, ma percettibile e sempre presente.COMMENTO:
Visto che parla di “amore tossico” sarebbe interessante questo signore così istruito cosa intenda lui per “amore”.....
…..........
Somministrare “amore cristiano” a chi soffre di depressione o di anoressia, per esempio, è potenzialmente una crudele forma di abuso psicologico, una violenza vera e propria, e sarebbe opportuno poterlo cominciare ad affermare con forza, perché la mentalità religiosa è vastamente diffusa, e anche se l’1% soltanto delle persone soffrisse seriamente a causa dei valori distorti delle dottrine fideistiche, si tratterebbe comunque di un danno incalcolabile, un enorme sottobosco di infelicità che per la sua natura ancora elusiva non viene sufficientemente esposto e affrontato.COMMENTO:
In breve per lui i "credenti sono tutti dei mentecatti.....
…..........
È importante cominciare a prendere sistematicamente in considerazione anche i danni psicologici più impercettibili, quelli che, magari nel silenzio e nell’apparente normalità della vita quotidiana, sono causati non dagli aspetti grottescamente violenti ed evidentemente immorali dei dogmi di fede – relativamente facili da individuare e possibili da abiurare – ma soprattutto e in modo estremamente diffuso, dagli effetti collaterali della concezione completamente sbagliata dell’essere umano che emerge dalle elaborazioni della religione dell’amore.
Conclusioni personali.
Io ritengo che “l'ateismo” sia un atteggiamento personale ed una ideologia che in una sola parola include tutta una variegata serie di pensieri diversi.
- Negazione di Dio come creatore dell'Universo con pura mentalità scientifica sull'evoluzionismo e sulla casualità.
- Negazione delle religioni e del loro Dio come strumento di potere per soggiogare l'uomo alla volontà di pochi.
- Negazione di Dio non solo non riconoscendolo apertamente ma bestemmiando ed irridendolo continuamente nelle sue dottrine ritenute utopistiche e contrarie alla “vera” natura dell'uomo.....
- Negazione di Dio sentendosi come uomini superiori a Lui e sempre padroni di noi stessi e del nostro destino.
- Negazione di Dio poiché non interviene nella nostra ed altrui esistenza lasciando che disastri, malttie, omicidi ecc. continuino sempre ad imperversare in questo mondo.
- Negazione di Dio per non volere nessun "lacciolo" morale e condurre una vita diciamo "spensierata".....
- Negazione di Dio per la costante presenza del male dove non esiste speranza alcuna ma solo “sopravvivenza” in un mondo visto sempre in forma pessimista. La morte offre solo la fine delle sofferenze senza alcuna successiva prospettiva. In breve:” perchè e per quali motivi devo esistere “?
- Ecc.ecc.
Se ho fatto una analisi parziale e veritiera mi dite allora dove in tutto questo trovo la parola “agape” (amore disinteressato) ?
Trovo solo “impossibbilità ad amare e quindi se non “odio” sicuramente menefreghismo assoluto.....
Se quindi qualcuno afferma di essere “ateo” ma poi si comporta attivamente offrendo ad altri dei “sentimenti veri” alla fine cosa posso pensare?
Sicuramente per me questo suo ateismo non è vero ateismo come alla fine descritto nell'articolo (aberrante) citato sopra ma un positivo atto di rivolta, non solo verso un mondo esterno considerato ostile ma direi anche di profonda insoddisfazione personale dove alla fine ci si accorge ad un certo momento della vita che non bastano solo le soddisfazioni fisiche e materiali per vivere bene ma che alla fine sono i veri sentimenti di amore che donano pace e serenità al nostro cuore.
Questo tipo di "vero e sincero amore" non si fa per fare dispetto a Dio che non vogliamo riconoscere poichè il vero amore non è superbia.....e far vedere che siamo più buoni di Lui...