Per es. quando hai scritto:Siculo ha scritto:Quando avrei confuso la storicità con l'ispirazione? Da sempre ho detto che il VT non è affidabile dal punto di vista storico e quindi da questo punto di vista non è sicuramente ispirato.
Alcune parti del VT non sono ispirate? Sicuramente presumo proprio in questa concezione che avevano di Dio.
La concezione, o meglio le concezioni che gli Ebrei avevano della divinità sono appunto un dato storico, da cui erroneamente “sicuramente presumi” che “alcune parti del VT non sono ispirate”, piú o meno non è questo che hai scritto? Volevi dire altro? L’ho pensato, e se vai a vedere a ritroso ho condito le mie precisazioni con dei ‘se’. Ora però, o la Bibbia è ispirata o non lo è, e se crei una sola crepa dài il via a un effetto domino, crolla tutto. Se la Bibbia è ispirata deve essere tale anche nelle parti storiche, fra cui rientrano a tutti gli effetti le diverse concezioni che gli Ebrei avevano della divinità, perché la storia è prima di tutto storia della mentalità, delle idee, delle aspirazioni degli uomini: il fatto che Annibale abbia vinto a Canne, o che gli antichi Ebrei abbiano compiuto massacri in nome di Yahweh sono solo cronaca, non storia, che è invece la scienza (umana) che è preposta a indagare la logica di questi eventi. Nella fattispecie era appunto la loro concezione del divino che li spingeva a comportarsi in un modo invece che in un altro. Come pure era la loro concezione che li spingeva a scrivere in un modo invece che un altro: ma allora erano ispirati o no? In certi casi sí e in altri no?? Ne nascerebbe una sorta di relativismo che negherebbe a priori l’Assoluto che si vorrebbe trasmettere. E difatti la Chiesa non commette questo errore, e rendendo canonico un testo non ne rende canonica una parte, ma l’intero, fin le sue aberrazioni. Ovvio poi che, da un punto di vista teologico ortodosso, l’inaffidabilità storica non significhi nulla come nulla significa l’inaffidabilità scientifica (geografica astronomica fisica ecc.). Tutta la Genesi è inaffidabile, che dovrei dedurne? Venendo al NT tu stesso ammetti:
quindi ti poni in palese contraddizione con quel che hai affermato in precedenza, e sei anche costretto a “sfumare”, come suggerivo, le differenze fra NT e VT.Siculo ha scritto:non nego che anche parte del NT non è storicamente affidabile, ma io non sto partendo dal presupposto che i fatti storici del NT sono tutti veri. Sto solo dicendo che la storicità non può essere mai un banco di prova per capire l'ispirazione divina della Bibbia.
Nicea segna il nascere ufficiale del Cristianesimo ortodosso. Prima esiste solo eterodossia, non istituzionalizzata: Paolo ne è appunto un esempio, in quanto sostenitore dell’acrobystia (lett. prepuzio), a fronte del pensiero protocristiano sí, ma giudaicamente ortodosso rispetto alla peritome (circoncisione). Un caso appunto ove la posizione “eretica” paolina diverrà in séguito trionfante, e datato in un tempo in cui i Vangeli non sono ancora stati scritti, e che al riguardo non si dimostrano affatto innovativi, quindi non ci si può nemmeno riferire ad essi per anticipare un pensiero ortodosso che è in elaborazione e troverà la sua consacrazione, oltretutto precaria, a Nicea. Senza contare che si tratta di un pensiero ancor privo di un centro, in cui le sedi metropolitane sono indipendenti l’una dall’altra, e la preminenza di Roma (o Bisanzio) è di là da venire. Quanto al dualismo “ellenico” ben diverso è quello che traspare dal NT, che può ancora radicarsi nella tradizione dei Farisei, da quello di tempi posteriori, impregnato di un neoplatonismo anch’esso di là da venire, e pur tuttavia originale, perché in espressa opposizione al neoplatonismo stesso e alla sua concezione negativa del corpo rispetto all‘anima. Non si può leggere nel NT quel che nel NT non c’è, quasi che il protocristianesimo coincida perfettamente con il Cristianesimo del IV sec. e oltre; quasi che i suoi riti, i suoi sacramenti, i suoi dogmi fossero già in essere quali sono per noi, quando poi la storia degli stessi Padri della Chiesa è spesso e volentieri storia di “eretici”, né piú né meno, variatis variandis, che un Russell rispetto agli odierni TdG, per cui vd. anche l’esempio del millenarismo sempre piú rimandato, come nella seconda ai Tessalonicesi rispetto alla prima. Arío non è men cristiano di Atanasio: la posizione ortodossa del secondo deriverà solo dall’Istituzione, e segna solo uno degli sbocchi possibili del NT, per altro mediato dalla Chiesa istituzionale, e dalla sua pretesa, non necessariamente vera se non in maniera autoreferenziale, di rappresentare l’unico sviluppo logico e conseguente della predicazione di Cristo. Tant’è che con la Riforma questo paradigma, che bene o male ha tenuto per oltre un millennio, è andato in crisi, e oggi lo è piú che mai, e per la frammentazione esponenziale e per l’alternativa ateo-agnostica, finalmente libera di esprimersi senza subirne conseguenze. Spiacente, questa non è una tesi, sono fatti.Siculo ha scritto:Non condivido affatto la tua tesi. Nicea, come tutti i concili, pongono fine ad una controversia e come tutte le dispute, le tesi in conflitto sono sicuramente preesistenti alla fine della disputa. Se il nazismo è stato sconfitto nel 1945, non puoi certo dire che nel 1935 non esisteva.
Detto questo i concetti dell'immortalità dell'anima sono ben radicati ed esplicitati nel NT. Se così non fosse mai Gesù potrebbe dire che l'uomo non può uccidere l'anima ma solo il corpo, oppure San Paolo mai potrebbe dire si essere stato rapito solo in spirito, oppure anche con il corpo, nel terzo cielo/paradiso. Qui il dualismo ellenico di anima e corpo è evidente e come e non ci vuole certo Nicea per farci capire che il NT parla in termini ellenici.
Quanto infine a Isaia 53, la mitologia greca è zeppa di profezie, Alessandro ha troncato di netto il nodo di Gordio per adempiere a una profezia, Nostradamus ha predetto nei particolari la morte di un re in duello, Joseph Smith pure ha profetizzato e i fedeli hanno creduto all’adempimento… Restiamo al quia, per favore.