Disastro scuola, il declino dell'Italia
Moderatore: Francesco Franco Coladarci
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Disastro scuola, il declino dell'Italia
Non so se avete visto questo video del Prof. Umberto Galimberti che parla della scuola italiana
A questo punto le cose sono due, o è sulla luna Galimberti, o stiamo sprofondando noi come popolo....
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A questo punto le cose sono due, o è sulla luna Galimberti, o stiamo sprofondando noi come popolo....
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« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
Johann Wolfgang von Goethe
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Ho fatto tre esami con Galimberti, ora faccio vedere i suoi video ai miei studenti. Credo che quest'uomo non abbia capito nulla del cristianesimo, ma a spiegare la psicanalisi è molto efficace.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Quello che dice Galimberti nel video è purtroppo tutto vero, anzi verissimo.
La cosa da capire è se tale deriva sia un segno dei tempi della decadenza del nostro paese che non ha basi culturali, che si è sempre dimenato nel pressappochismo e che oggi paga il conto di decenni di sfascismo.
Oppure, se c'è una sorta di macchinazione occulta, roba da complottari, per far si che la società futura sia divisa tra classi di sfruttati e caste di sfruttatori (nulla di nuovo sotto il sole, la storia che si ripete).
Sicuramente, lo sfruttato del XXI° o del XXII° secolo non sarà minimamente paragonabile per agi e condizioni (sempre se il sistema economico tiene e lo stile di vita attuale si mantiene) al contadino italico di 100 anni fa, o all'operaio inglese della prima o della seconda rivoluzione industriale, oppure al servo della gleba russo, ma, sarà un poveraccio usato dal sistema per lavori mediocri, oppure costretto a stare a casa con un reddito di cittadinanza passando il tempo a sentirsi un inutile (perchè poi se non hai piglio culturale e voglia di sapere non passi le giornate a leggere Leopardi come faceva mio nonno, o a dipingere, o comporre musica, o studiare astrofisica per passione), ma aspettando una chiamata del sistema che ti convoca su questo o quell'ufficio per svolgere lavoretti saltuari a comando o pubblici o privati, e con una vita impostata da altri, senza possibilità di cambiare il proprio destino se non in rarissimi casi e per pochi individui.
Forse sarò pessimista io, ma per risolvere i problemi detti da Galimberti ci vogliono o riforme cosi profonde da stravolgere il sistema ed aspettare almeno due o tre decenni per un cambio generazionale di mentalità, oppure una sorta di rivoluzione francese con un'epurazione di massa che azzeri certi ambienti politici e di istruzione, e ne ricostituisca le fondamenta con altre persone nuove e preparate.
Ma per il prossimo futuro italiano non vedo realizzabile ne la prima, e tanto più la seconda ipotesi.
Stiamo a vedere e... "Speriamo che me la cavo....
La cosa da capire è se tale deriva sia un segno dei tempi della decadenza del nostro paese che non ha basi culturali, che si è sempre dimenato nel pressappochismo e che oggi paga il conto di decenni di sfascismo.
Oppure, se c'è una sorta di macchinazione occulta, roba da complottari, per far si che la società futura sia divisa tra classi di sfruttati e caste di sfruttatori (nulla di nuovo sotto il sole, la storia che si ripete).
Sicuramente, lo sfruttato del XXI° o del XXII° secolo non sarà minimamente paragonabile per agi e condizioni (sempre se il sistema economico tiene e lo stile di vita attuale si mantiene) al contadino italico di 100 anni fa, o all'operaio inglese della prima o della seconda rivoluzione industriale, oppure al servo della gleba russo, ma, sarà un poveraccio usato dal sistema per lavori mediocri, oppure costretto a stare a casa con un reddito di cittadinanza passando il tempo a sentirsi un inutile (perchè poi se non hai piglio culturale e voglia di sapere non passi le giornate a leggere Leopardi come faceva mio nonno, o a dipingere, o comporre musica, o studiare astrofisica per passione), ma aspettando una chiamata del sistema che ti convoca su questo o quell'ufficio per svolgere lavoretti saltuari a comando o pubblici o privati, e con una vita impostata da altri, senza possibilità di cambiare il proprio destino se non in rarissimi casi e per pochi individui.
Forse sarò pessimista io, ma per risolvere i problemi detti da Galimberti ci vogliono o riforme cosi profonde da stravolgere il sistema ed aspettare almeno due o tre decenni per un cambio generazionale di mentalità, oppure una sorta di rivoluzione francese con un'epurazione di massa che azzeri certi ambienti politici e di istruzione, e ne ricostituisca le fondamenta con altre persone nuove e preparate.
Ma per il prossimo futuro italiano non vedo realizzabile ne la prima, e tanto più la seconda ipotesi.
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Spero che non me ne vorrà nessuno, ma la cosa che più mi infastidisce, in un certo modo di vedere le cose, è la genericità e la contraddittorietà con le quali si individuano problemi e soluzioni. Da un lato, per esempio, la scuola deve essere plurale, ma poi in pratica è evidente che già la stessa idea di scuola deve essere una. Formalmente la scuola deve essere multiculturale, ma è ovvio, poi, che, tanto per dire, se una cultura non prevede l'amore libero fra adolescenti dovrà adeguarsi alla scuola per come la vede Galimberti.
Generico, banale, retorico, stereotipato, contraddittorio è anche il modo con il quale, di solito, si fanno le analisi delle sorti dell'Italia, e Galimberti in questa intervista non è da meno. Per colpa di una cattiva scuola si suicidano in Svizzera italiana, evidentemente proprio perché risente del fatto di essere italiana, ma ancora di più ci si suicida in Svezia e Giappone e non si capisce perché. Forse perché studiano male? Forse, ma se siamo aperti alla multiculturalità dovremmo anche accettare uno studio "cattivo". La depressione deriverà anche dall'ignoranza ma non mi sembra che i dati siano di conforto a questa tesi. Anche il "male" deriverà dall'ignoranza ma poi non mi sembra che i tedeschi fossero tanto più ignoranti degli altri. Il colonialismo, lo sterminio dei nativi americani, lo sfruttamento dei più deboli, è stato prodotto dallo studio o dall'ignoranza?
Generico, banale, retorico, stereotipato, contraddittorio è anche il modo con il quale, di solito, si fanno le analisi delle sorti dell'Italia, e Galimberti in questa intervista non è da meno. Per colpa di una cattiva scuola si suicidano in Svizzera italiana, evidentemente proprio perché risente del fatto di essere italiana, ma ancora di più ci si suicida in Svezia e Giappone e non si capisce perché. Forse perché studiano male? Forse, ma se siamo aperti alla multiculturalità dovremmo anche accettare uno studio "cattivo". La depressione deriverà anche dall'ignoranza ma non mi sembra che i dati siano di conforto a questa tesi. Anche il "male" deriverà dall'ignoranza ma poi non mi sembra che i tedeschi fossero tanto più ignoranti degli altri. Il colonialismo, lo sterminio dei nativi americani, lo sfruttamento dei più deboli, è stato prodotto dallo studio o dall'ignoranza?
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In un forum si sta per parlare, se uno deve avere paura di esprimersi allora non ha più senso l'esistenza del forum...Giovanni64 ha scritto:Spero che non me ne vorrà nessuno, ma la cosa che più mi infastidisce, in un certo modo di vedere le cose, è la genericità e la contraddittorietà con le quali si individuano problemi e soluzioni. Da un lato, per esempio, la scuola deve essere plurale, ma poi in pratica è evidente che già la stessa idea di scuola deve essere una.
E' normale che se facciamo l'analisi di ogni parole e frase detta da Galimberti si troveranno delle contraddizioni, e sicuramente nell'esprimere il suo pensiero ci sono anche delle argomentazioni culturali che derivano dal suo percorso formativo.
Ma l'essenza di fondo che esprime Galimberti non è sbagliata.
Io sono nella scuola da 15 anni, ed il disastro generazionale che si osserva ogni anno che passa è lampante.
Diciamo che è una corsa verso l'auto distruzione sociale.
E' anche vero che questo è un segno dei tempi, le generazioni sono cambiate.
Dalla durezza del fascismo e della seconda guerra mondiale sono passati 78 anni, praticamente 3 generazioni di persone che hanno goduto di pace, benessere e voglia di libertà.
Tutto corretto, tutto bello, ma questo lassismo porta anche ad una decadenza che ha comunque il suo lato oscuro.
Dai soldi...Giovanni64 ha scritto:Il colonialismo, lo sterminio dei nativi americani, lo sfruttamento dei più deboli, è stato prodotto dallo studio o dall'ignoranza?
Poi le truppe dell'epoca, per meglio dire, la fanteria di linea era composta da gente che veniva da un'estrazione sociale molto bassa, alcuni reparti erano anche composti da criminali comuni.
La vita all'epoca era dura per tutti.
In Europa, in quel periodo, a tempi alterni c'era una guerra si ed un'altra pure praticamente ogni 5 - 10 anni per dirla bene.
Erano altri tempi.
Comunque, ritornando a Galimberti, sarebbe utile capire dove finirà la nostra società occidentale sempre più decadente.
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- Ray
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Nisba ,niente ,non vedo il video, Delive puoi postate solo il link ?
Ray
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
Genesi
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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ecco il link, spero che ti si vede...Ray ha scritto:Nisba ,niente ,non vedo il video, Delive puoi postate solo il link ?
https://www.youtube.com/watch?v=exxZOvgzyaw
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Sono d'accordo con te, ci mancherebbe altro. Comunque sia, la mia critica era rivolta a Galimberti e più in generale alla cultura guida corrente. Per fare un paragone calcistico, è' per certi versi una critica allo spettacolo che offre la serie A. Ed è una critica che si permette di essere molto forte anche e forse proprio perché è rivolta ad un giocatore di serie A.deliverance1979 ha scritto: In un forum si sta per parlare, se uno deve avere paura di esprimersi allora non ha più senso l'esistenza del forum...
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