Fede, Miracoli e Tempi moderni: Religione contro Religione e contro Ragione

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

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Morpheus
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Messaggio da Morpheus »

Vieri ha scritto:Prima osservazione :
Avevo chiuso con Morpheus e forse anche con te ma se noti nessuno mi impedisce di rispondere ad altri utenti come Deliverance.........
Seconda osservazione.
Ti faccio una grande rivelazione: è possibile comportarsi "umanamente" anche senza credere in Dio.
Le tue "rivelazioni"... :ironico: rappresentano sempre il frutto di una cultura anche se illuministica derivante sempre dagli insegnamenti di Cristo..... di 2000 anni fa.
Avevi chiuso ma hai riaperto, ora "forse anche con " Victor... Sei un pochino confuso... :D

@Victor: niente, cavargli una risposta argomentata e' impossibile. Adesso dice che Cristo (schiavitu', punizione dei pensieri, segregazione delle donne, etc) e' la base del pensiero moderno... "Stiamo ar medioevo!"

Cmq per essere chiari, il fatto che Vieri chiuda a me non interessa e non mi impedisce di commentare cio' che scrive, sia che condivida o no il suo pensiero.
“I nostri nemici sono stati l’ignoranza e la rassegnazione”. Non so perché, ma ormai è andata così.

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gabbiano74
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Messaggio da gabbiano74 »

play ha scritto:
play ha scritto:Discorso un po' contraddittorio nella sua formulazione, ma almeno in parte condivisibile. Anche se io ritengo che la fede non abbia bisogno di miracoli.
Gv 20,29
Gesù disse a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto.”
Versetto di difficile interpretazione, non è così?
Intendevo dire che ti eri espresso in maniera un po' "contraddittoria" non che il tuo pensiero fosse contraddittorio.
Per quando riguarda in passo di Giovanni che citi, secondo me non è cosi complesso se inquadrato correttamente e non isolato dal contesto.
Ti premetto che, a differenza di quanto si può essere portati a pensare, con le parole attribuite a Gesù, l'autore del testo non sta affatto
biasimando Tommaso.

Saluti Gabbiano74
:ciao:
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Vieri
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Morpheus, si è vero, non sono di parola ma....

Messaggio da Vieri »

@Victor: niente, cavargli una risposta argomentata e' impossibile. Adesso dice che Cristo (schiavitu', punizione dei pensieri, segregazione delle donne, etc) e' la base del pensiero moderno... "Stiamo ar medioevo!"
Ma scusa, ritieni che le tue risposte siano sensate ? Io direi che siamo in un ospedale psichiatrico.....
Ma dove leggi queste cose nel Vangelo ?
Non rinvangare poi sempre sui tempi bui della C.C. .......Per me è paranoia.....e scusa se sono sempre sincero.... :ironico:
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Gabbiano..

Messaggio da Vieri »

Ti premetto che, a differenza di quanto si può essere portati a pensare, con le parole attribuite a Gesù, l'autore del testo non sta affatto biasimando Tommaso.
Concordo... :ok:
E' umano pensare di ricercare delle certezze di fede come molti richiedono ma la fede maggiore è quella di credere senza avere le prove fisiche e reali....
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Messaggio da play »

Per quando riguarda in passo di Giovanni che citi, secondo me non è cosi complesso se inquadrato correttamente e non isolato dal contesto.
Ti premetto che, a differenza di quanto si può essere portati a pensare, con le parole attribuite a Gesù, l'autore del testo non sta affatto
biasimando Tommaso.

Piu’ che altro sai cosa c’è? C’è che mentre scrivevo pensavo al versetto che ho citato nel post successivo. Dicevo appunto che è un versetto di non facile interpretazione perché mi chiedevo: se Gesù non si rivolgeva ai credenti futuri, ma ai discepoli/apostoli del tempo suo, l’idea che la vera fede sia quella che ignora i segni tangibili, quale significato ha oggi nel mondo contemporaneo? Non siamo nell’epoca della ragione e delle evidenze? Credere in storielle antiscientifiche e parlare d’un cristianesimo primitivo, che poi neppure esiste, che senso ha? E se l'autore non sta biasimando Tommaso, cosa intendeva dire?
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Ciao Play e scusa se mi intrometto

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Piu’ che altro sai cosa c’è? C’è che mentre scrivevo pensavo al versetto che ho citato nel post successivo. Dicevo appunto che è un versetto di non facile interpretazione perché mi chiedevo: se Gesù non si rivolgeva ai credenti futuri, ma ai discepoli/apostoli del tempo suo, l’idea che la vera fede sia quella che ignora i segni tangibili, quale significato ha oggi nel mondo contemporaneo? Non siamo nell’epoca della ragione e delle evidenze? Credere in storielle antiscientifiche e parlare d’un cristianesimo primitivo, che poi neppure esiste, che senso ha? E se l'autore non sta biasimando Tommaso, cosa intendeva dire?
Analizziamo allora questo testo:
CEI
29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
In questa traduzione CEI ritengo con una certa sicurezza che Gesù con queste parole intenda rivolgersi a tutti i futuri credenti. Non per niente il verbo è al futuro
Nuova riveduta e Nuova Diodati
29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
In queste due analoghe traduzioni invece il verbo è al participio passato e quindi pare che si sia rivolto in questo caso alle persone del tempo che pur non avendo assistito ai suoi miracoli hanno creduto alle sue parole.

In breve, alla fine fra participio passato e futuro non noto grandi differenze poiché se quelli del tempo avevano creduto non assistendo ai miracoli pur contemporanei, non vedo per quale ragione anche le generazioni future non possano comportarsi in eguale misura…


Relativamente poi a quanto hai scritto:
Credere in storielle antiscientifiche e parlare d’un cristianesimo primitivo, che poi neppure esiste, che senso ha? E se l'autore non sta biasimando Tommaso, cosa intendeva dire?
Qui non è il fatto di credere i non credere in "storielle antiscientifiche" poiché Gesù non parlava di dinosauri erbivori, di diluvi su tutto il globo, ecc. scientificamente contestabili ma faceva dei miracoli guarendo le persone o al limite resuscitandole.

"Effetti speciali"...? Qui carissimi la risposta è digitale: o "ci credi" o "non ci credi" e scientificamente dal lato umano potrai dire che non sia possibile, ...giustissimo …..e dal punto di vista storico potrai solo dire che allora "c'erano delle persone che credevano avesse fatto dei miracoli" ma non potrai mai dimostrare che invece li avesse fatti davvero.

In breve: "o ci credi" o non ci credi".
Ritornando sempre alla solita storia della impossibile dimostrabilità o indomastrabilità della presenza di Dio.....
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Piu’ che altro sai cosa c’è? C’è che mentre scrivevo pensavo al versetto che ho citato nel post successivo. Dicevo appunto che è un versetto di non facile interpretazione perché mi chiedevo: se Gesù non si rivolgeva ai credenti futuri, ma ai discepoli/apostoli del tempo suo, l’idea che la vera fede sia quella che ignora i segni tangibili, quale significato ha oggi nel mondo contemporaneo? Non siamo nell’epoca della ragione e delle evidenze? Credere in storielle antiscientifiche e parlare d’un cristianesimo primitivo, che poi neppure esiste, che senso ha? E se l'autore non sta biasimando Tommaso, cosa intendeva dire?
Analizziamo allora questo testo:
CEI
29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
In questa traduzione CEI ritengo con una certa sicurezza che Gesù con queste parole intenda rivolgersi a tutti i futuri credenti. Non per niente il verbo è al futuro
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29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
In queste due analoghe traduzioni invece il verbo è al participio passato e quindi pare che si sia rivolto in questo caso alle persone del tempo che pur non avendo assistito ai suoi miracoli hanno creduto alle sue parole.

In breve, alla fine fra participio passato e futuro non noto grandi differenze poiché se quelli del tempo avevano creduto non assistendo ai miracoli pur contemporanei, non vedo per quale ragione anche le generazioni future non possano comportarsi in eguale misura…


Relativamente poi a quanto hai scritto:
Credere in storielle antiscientifiche e parlare d’un cristianesimo primitivo, che poi neppure esiste, che senso ha? E se l'autore non sta biasimando Tommaso, cosa intendeva dire?
Qui non è il fatto di credere i non credere in "storielle antiscientifiche" poiché Gesù non parlava di dinosauri erbivori, di diluvi su tutto il globo, ecc. scientificamente contestabili ma faceva dei miracoli guarendo le persone o al limite resuscitandole.

"Effetti speciali"...? Qui carissimi la risposta è digitale: o "ci credi" o "non ci credi" e scientificamente dal lato umano potrai dire che non sia possibile, ...giustissimo …..e dal punto di vista storico potrai solo dire che allora "c'erano delle persone che credevano avesse fatto dei miracoli" ma non potrai mai dimostrare che invece li avesse fatti davvero.

In breve: "o ci credi" o non ci credi".
Ritornando sempre alla solita storia della impossibile dimostrabilità o indomastrabilità della presenza di Dio.....

PS. relativamente alla tua ultima domanda.
Io non ci vedo niente di misterioso ma che l'autore del testo evidenziava una cosa logica: "beati quelli che hanno potuto avere la prova tangibile e vedere Gesù di persona ma che anche quelli che non avranno avuto questa possibilità saranno altrettanto beati….
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Piu’ che altro sai cosa c’è? C’è che mentre scrivevo pensavo al versetto che ho citato nel post successivo. Dicevo appunto che è un versetto di non facile interpretazione perché mi chiedevo: se Gesù non si rivolgeva ai credenti futuri, ma ai discepoli/apostoli del tempo suo, l’idea che la vera fede sia quella che ignora i segni tangibili, quale significato ha oggi nel mondo contemporaneo? Non siamo nell’epoca della ragione e delle evidenze? Credere in storielle antiscientifiche e parlare d’un cristianesimo primitivo, che poi neppure esiste, che senso ha? E se l'autore non sta biasimando Tommaso, cosa intendeva dire?
Analizziamo allora questo testo:
CEI
29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
In questa traduzione CEI ritengo con una certa sicurezza che Gesù con queste parole intenda rivolgersi a tutti i futuri credenti. Non per niente il verbo è al futuro
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29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
In queste due analoghe traduzioni invece il verbo è al participio passato e quindi pare che si sia rivolto in questo caso alle persone del tempo che pur non avendo assistito ai suoi miracoli hanno creduto alle sue parole.

In breve, alla fine fra participio passato e futuro non noto grandi differenze poiché se quelli del tempo avevano creduto non assistendo ai miracoli pur contemporanei, non vedo per quale ragione anche le generazioni future non possano comportarsi in eguale misura…


Relativamente poi a quanto hai scritto:
Credere in storielle antiscientifiche e parlare d’un cristianesimo primitivo, che poi neppure esiste, che senso ha? E se l'autore non sta biasimando Tommaso, cosa intendeva dire?
Qui non è il fatto di credere i non credere in "storielle antiscientifiche" poiché Gesù non parlava di dinosauri erbivori, di diluvi su tutto il globo, ecc. scientificamente contestabili ma faceva dei miracoli guarendo le persone o al limite resuscitandole.

"Effetti speciali"...? Qui carissimi la risposta è digitale: o "ci credi" o "non ci credi" e scientificamente dal lato umano potrai dire che non sia possibile, ...giustissimo …..e dal punto di vista storico potrai solo dire che allora "c'erano delle persone che credevano avesse fatto dei miracoli" ma non potrai mai dimostrare che invece li avesse fatti davvero.

In breve: "o ci credi" o non ci credi".
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PS. relativamente alla tua ultima domanda.
Io non ci vedo niente di misterioso ma che l'autore del testo evidenziava una cosa logica: "beati quelli che hanno potuto avere la prova tangibile e vedere Gesù di persona ma che anche quelli che non avranno avuto questa possibilità saranno altrettanto beati….
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Vieri, per cortesia, non dire sciocchezze. Non sono intervenuto prima perchè per nulla interessato alle vostre diàtribe, con poche cose intelligenti se non quelle di Gabbiano, ma che non condivido piú di tanto e spiegarne le ragioni sarebbe prolisso, e non interessa a nessuno, perchè il succo del vostro discorso non sta nella fede o non fede, ma in una posizione materialista contrapposta a una idealista, col divertente corollario che la portate avanti, spesso, con argomenti tratti dall’ideologia che combattete, e siete in contraddizione continua con voi stessi.

Ma veniamo al punto, sei un perfetto esempio di quel che succede fra i TdG, che spiegano la Bibbia secondo la loro ineffabile traduzione, senza conoscere un piffero di antichistica o lingue antiche, col bel risultato di dire solo delle corbellerie, tanto piú quando poi mostrano, come fai anche tu, di non conoscere nemmeno la lingua italiana, perché quei participi passati che vedi te li sei sognati.

Ad ogni modo il greco ha «perché hai veduto hai creduto», in realtà un perfetto, che non è esattamente la stessa cosa del passato prossimo italiano, e comunque significa azione nel passato, che può protrarsi nel presente. Viveversa quel «non avendo visto crederanno», è pura interpretazione, e pure assai infedele (per la contrapposizione di passato e futuro), come pure, ma in maniera minore, quel «non hanno visto e hanno creduto» della Diodati (perché limitato al passato), mentre il greco adopera, semplicemente, due participi (aoristi, cioè momentanei, ma qui non rileva gran che), sicchè letteralmente andrebbe tradotto «beati i non vedenti, e tuttavia credenti», adoperando appunto un participio, che essendo parte nominale del verbo è in sé, come dire, atemporale, e in quanto tale giustifica entrambe le traduzioni, ma ne segna inesorabilmente la parzialità e l’inadeguatezza.

In altre parole quello che tu «ritieni» lo ritieni in base a un sistema linguistico che non conosci, e che adatti, per tuo uso e consumo, a futuri o passati che di per sé non sono impossibili, ma che non sono affatto espliciti nel testo. Ad ogni modo la vecchia TNM, che traduceva «Felici quelli che non vedono e credono», rendeva meglio l’originale (in quanto adopera un presente puramente formale), mentre la nuova («Felici quelli che credono senza aver visto») è piú o meno affetta dagli stessi difetti della CEI ’74. Che se poi lo ignori, anch’essa dal 2008 traduce, grosso modo, come la Nuova Diodati, con due passati prossimi, privilegiando la filologia alla teologia.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Vieri
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Grazie Quixquote, ma...

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Si è vero ho confuso il "participio passato" con il "passato prossimo" ma i tempi dei padri Scolopi sono oggi per me un po' lontani....
Mi scrivi:
Ma veniamo al punto, sei un perfetto esempio di quel che succede fra i TdG, che spiegano la Bibbia secondo la loro ineffabile traduzione, senza conoscere un piffero di antichistica o lingue antiche, col bel risultato di dire solo delle corbellerie, tanto piú quando poi mostrano, come fai anche tu, di non conoscere nemmeno la lingua italiana, perché quei participi passati che vedi te li sei sognati.
Sai che non sono nè un bilista né un letterato e non ho assolutamente nessuna intenzione di insegnare ad altri ma semplicemente di esprimere le mie idee giuste o sbagliate che siano....
Che poi tu poi debba abbinare il mio modo di pensare a quello dei tdG, perdonami ma mi sembra una emerita "imprecisione" :ironico: poichè se dovesse capitare di dire delle "fesserie" come tu affermi sono sempre frutto delle mie idee e mai derivate da indottrinamento forzati....
Buona serata...
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Messaggio da deliverance1979 »

Quixote ha scritto:con poche cose intelligenti se non quelle di Gabbiano, ma che non condivido piú di tanto e spiegarne le ragioni sarebbe prolisso, e non interessa a nessuno, perchè il succo del vostro discorso non sta nella fede o non fede, ma in una posizione materialista contrapposta a una idealista, col divertente corollario che la portate avanti, spesso, con argomenti tratti dall’ideologia che combattete, e siete in contraddizione continua con voi stessi.
Nessuno è perfetto... :ironico:

Però caro Quix, converrai con me che la religione, che pretende di credere per fede a cose invisibili, quando essa attinge a piene mani, quando gli fa comodo, ad eventi fantastici definiti miracoli, e misteriosamente non più ripetibili nel presente, anch'essa cade pesantemente in contraddizione.
Ed ancora, una religione che pretende di parlare per un mondo astratto, invisibile ed intangibile, come quello spirituale, ma che però, entra pesantemente a gamba tesa negli affari umani stabilendo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato su azioni concrete umane, e quindi con conseguenze che si vedono, si toccano o che comunque influenzano la vita e le esistenze dei singoli o di gruppi, anche questa è una grossa contraddizione.

Mi sembra molto che si continui a passare da palo in frasca, dove non si vogliono dare dimostrazioni di esistenza c'è la fede, ma dove si vuole primeggiare o imporre ad altri esseri umani la propria visione di vita, allora quì, si tirano fuori miracoli (compiuti in passato), le paure e le angosce di castighi divini passati o descritti in libri antichi e pronti ad essere somministrati ai peccatori e ribelli, cosi come dei premi benedetti fatti assaggiare ad alcuni servitori dell'antichità o promessi per mezzo di visioni profetiche o soprannaturali ai propri fedeli che si comportano secondo i protocolli religiosi... mah, di contraddizioni ed anche pesanti, anche la religione ne è piena.
« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
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Messaggio da Quixote »

Be’, sai, è una tautologia: se non fosse invisibile non sarebbe fede, che puoi definire, volta a volta, un sentimento, un’emozione, un atto di volontà, non certo un atto razionale. E qui è l’inghippo, ché la fede sente insopprimibile la necessità di conciliarsi con la ragione; negli spiriti migliori ciò provoca dubbi e angosce (ess. Pascal e Kierkegaard); ovvero sfocia nell’eresia (es. Teyllard de Chardin), per altro lettura non sgradita a papa Ratzinger, e gradevolmente penetrante sul mistero dell’evoluzione.

Altri livelli, compreso Benedetto. Noi qui al confronto deliziamo i polli, da un lato portando avanti ragioni irragionevoli, come quelle sui miracoli che appunto menzioni, o facendo leva sul sentimento, o sull’orgoglio offeso (da una parte e dall’altra, cioè attivo e passivo). Dall’altro identifichiamo la religione in un solo modello, quello per noi piú tradizionale, in nome di una scienza che abbraccia miliardi di anni, di cui non ne consideriamo che due millenni, e la contraddizione che ne constatiamo la estendiamo, indebitamente, all’intera storia dell’Universo.

Ma va bene cosí, dopotutto obiettivo del forum non è la critica alla fede, ma al geovismo. Quindi non ho nulla da dire, concordo appieno con quello che tu o altri avete scritto, solo che ho ben presente che, come quello di don Camillo, è un mondo piccolo. Un mondo fatto di sola Scriptura, quel che mi fa specie è vederla spesso affermata da credenti che TdG non sono, con ragioni distintive che sono cavillose, o viceversa combattuta da non credenti, in quanto la parte di maramaldo è assai antipatica, e non lo dico certo perché io non la rappresenti, anzi l’ho fatto, lo faccio, e lo farò…

Ad ogni modo il risultato di questo, come di altri thread affini, è scontato, perché come giustamente noti, non c’è vera volontà di discutere e confrontarsi, ma solo, malgrado le dichiarazioni in contrario, quella di affermare piú che le proprie verità se stessi; men che mai le proprie idee, che proprie non sono, ma d’accatto. Ma anche questo va bene, perché il forum è anche un momento di socialità, per lenire la nostra solitudine e affermare la nostra individualità all’interno del gruppo.
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Messaggio da Mauro1971 »

Credo oggi la domanda principale sia:
"Biologicamente, come funziona la fede?"

In questo l'unico intervento che ho trovato di serie interesse in questa discussione, che è sinceramente il copia incolla di altre mille già fatte, il video di Pievani.
ATTENZIONE: ALTA POSSIBILITA' DI CONTENUTI FORTEMENTE DISSACRANTI.
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Messaggio da deliverance1979 »

Mauro1971 ha scritto:Credo oggi la domanda principale sia:
"Biologicamente, come funziona la fede?"

In questo l'unico intervento che ho trovato di serie interesse in questa discussione, che è sinceramente il copia incolla di altre mille già fatte, il video di Pievani.
Ahhhh..... sei apparso pure tu?
Dove sei stato fino ad adesso? :saggio:
Al mare? :ironico:

Allora beccati questo...
E' interessante dal minuto 3.00 in poi quando spiega come 45000 anni fa, esplode misteriosamente la religiosità, la cultura e l'arte dell'homo sapiens... misteri della fede, ehm della scienza..

[youtube][/youtube]
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Messaggio da deliverance1979 »

Oh, poi ci sono anche queste spiegazioni...
Vere?
Finte?
Mah...

[youtube][/youtube]

Certo, la cosa che si potrebbe obiettare è sempre la solita: "Ma come mai, queste chicche aliene o soprannaturali sono tutte presenti in periodi storici molto antichi, di millenni or sono, mentre oggi, silenzio radio"... :boh:

Non parla più nessuno?
Non si manifesta più nessuno?

Poi c'è anche l'obiezione di Vespa (pretacchione di indubbia e granitica fede) ad Odifreddi...

[youtube][/youtube]

Quindi, ci sono zone di luce ed ombra che ognuno può utilizzare per formulare una sua teoria.

Di certo, indiscusso e sicuro non c'è niente... per ora.
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Messaggio da deliverance1979 »

Per par condicio, sennò a Vieri chi lo sente... :saggio:

[youtube][/youtube]

[youtube][/youtube]
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Quix,..contestazione amichevole....

Messaggio da Vieri »

Carissimo, due piccole osservazioni:
.....se non fosse invisibile non sarebbe fede, che puoi definire, volta a volta, un sentimento, un’emozione, un atto di volontà, non certo un atto razionale. E qui è l’inghippo, ché la fede sente insopprimibile la necessità di conciliarsi con la ragione;....
Non sarei d'accordo sul fatto che una persona che abbia fede non debba essere razionale e sul tema desidero porre l'attenzione su:
Fides et ratio (in italiano Fede e ragione) è una lettera enciclica pubblicata da papa Giovanni Paolo II il 14 settembre 1998
della quale mi permetto di citare un breve passo.
L'enciclica incomincia con la metafora delle due ali - la fede e la ragione - con cui lo spirito umano spicca il volo verso la ricerca della verità. Con questa metafora, il Papa spiega che fede e ragione non si escludono, ma al contrario si completano e si sostengono a vicenda.

L'enciclica prosegue spiegando quindi che la fede non va accettata ma va pensata, anzi esige di essere pensata. Nessuna fede può essere accettata se prima non è pensata dall'intelletto, tramite il quale Dio si rivela e spiega il suo amore: infatti, esso viene rivelato all'uomo, che a sua volta deve conoscere e capire la rivelazione; il processo della conoscenza della rivelazione passa però dalla ragione, non vi è altra via.

L'ascolto della Parola in ogni caso non trova subito la logica accettazione: spesso la razionalità ha la necessità di ricerca, che si fermerebbe subito se essa fosse solo analitica; pertanto, affinché la razionalità continui a dare il suo riscontro c'è la necessità della fede di proseguire anche se in quel momento la ragione non dà risposte. La ragione quindi, per perseguire la ricerca e avere le sue risposte, ha spesso la necessità di invocare la fede.
In breve, non è che chi ha fede sia solo un semplice "sognatore",un "sentimentale", (spesso anche plagiato..) e che si astrae dalla realtà....ma una persona che cerca ( con fatica....) di crescere spiritualmente giorno per giorno, attraverso un preciso e RAZIONALE convincimento sulla bontà e la verità delle parole del Vangelo.

Seconda piccola osservazione:
il forum è anche un momento di socialità, per lenire la nostra solitudine e affermare la nostra individualità all'interno del gruppo.
Può darsi che sia così per alcuni dove la parola "solitudine" potrebbe anche significare molte cose.... da tradurre principalmente in "tristezza"......ma certamente non è il mio caso ....

"Affermare la nostra individualità" ? Certamente visto che non siamo pecore.... :sorriso:
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Messaggio da Mauro1971 »

No, Zichicchi no... che nei primi secondi del primo video confonde Abiogenesi con Evoluzione... è di una ignoranza su questi temi quell'uomo da essere sinceramente imbarazzante.

Non è par condicio mio caro Deli, mi passi dal cioccolato ad altro dello stesso colore ma ben diverso sapore. :risata:
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Messaggio da Giovanni64 »

Come al solito è difficile trovare esempi o analogie che sono calzanti perché ogni "cosa" ha la sua specificità. Ho provato altre volte a fare l'esempio della lingua e poi ho letto su questo stesso forum che forse c'è qualche libro (che non conosco) contenente analogie forse simili alla mia.

Comunque sia, con tutti i limiti dell'analogia, dico che secondo me è naturale e ovvio che ci sia "collaborazione" tra ragione e fede ma nel senso che spiego brevemente.

Una lingua in un determinato momento è il frutto corrente di una tradizione, di una cultura, di una storia e non ha niente di veramente oggettivo. Tuttavia ciò non vuol dire che nel determinare, definire, parlare correttamente una lingua non vi sia bisogno della ragione. Questa è la collaborazione principale che vedo tra fede e ragione.

Questo mi consente anche di dire che non sono d'accordo nel dire che una fede tradizionale e culturalmente radicata si possa mettere sullo stesso piano della fede elaborata dalle elucubrazioni del singolo o da un piccolo gruppo. Non voglio però nemmeno dire che sia facile stabilire dei confini.

Ci sono insomma varie ragioni per poter dire che, in italiano, la forma scritta "nò" è sbagliata, e chi scrive "nò" lo può scrivere per non conoscenza oppure, invece, addirittura per consapevole convinzione di scegliere l'unico modo oggettivamente giusto di scrivere "no".
Sono umane entrambe le cose ma a me la seconda mi risulta un po' antipatica forse perché una cosa è parlare come ti ha fatto mammeta, o anche migliorare la propria parlata adeguandosi allo standard corrente culturalmente più elevato del proprio contesto, e altra cosa è pretendere di parlare o scrivere in modo oggettivamente migliore di come si parla o si è parlato in ogni luogo e tempo e per poi finire, per esempio, a parlare e scrivere esattamente per come ti comanda il tony morris di turno.

Poi sempre un po' per seguire l'analogia ma anche per superarla in qualche modo, un bambino impara a parlare soprattutto per "inconsapevoli atti di fede". Insomma, secondo me una fede iniziale serve per poter poi maneggiare anche "cose" molto più oggettive e razionali e forse dei più o meno inconsapevoli atti di fede sono presenti anche successivamente e anche sulle cose che consideriamo più oggettive.
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