strepitoso questo postQuixote ha scritto:Suppongo che tu ci goda a recitare la parte del ciabattino di Apelle; aggiungendovi di tuo presunzione e arroganza; la seconda quando dài del retrogrado a persone cui, in fatto di linguistica, non arrivi al malleolo (testi le mie pubblicazioni, che trattano anche di problemi linguistici, e che sono apprezzate nei circuiti accademici); la prima soprattutto, quando presumi che Polymetis abbia mai scritto la bestialità che gli attribuisci: che geova sia nome corrente per Dio è contraddetto dalla realtà, ove il termine è monopolio dei quattro micetti di cui ragionavamo, e se anche aggiungi loro noi critici e/o apostati, non raggiungi lo 0,5 % della popolazione italiana, che preferisce chiamarlo col nome comune Dio, elevato a nome proprio. Questo è l’uso corrente, è un fatto, e un dato.cattivo esempio ha scritto:
strano che tu sia rimasto su posizioni così arcaiche e retrograde
anche poly ha dovuto ammettere che una traduzione scentifica (per le università)
deve riportare yhwh e la traduzione geova perché corrente
mentre una versione dottrinale non lo deve riportare
perché santa madre chiesa ha stabilito così
(superiorità della traditio, ovvero la vulgata di girolamo)
In secondo luogo santa madre chiesa non c’entra un tubo: checcefrega se ha stabilito cosí? Io sto parlando delle superstizioni geoviste, chemmefrega di quelle cattoliche, sono offtopic, non ho bisogno di aggiungere che anche la loro di non pronunciare il nome di Dio è egualmente una superstizione, o credi che il feticismo altrui giustifichi il proprio? che l’esser ladro in un mondo di ladri giustifichi il furto?
Infine, se proprio volevi trovare un errore in quel che ho scritto, potevi appuntarti sulle trascrizioni fonetiche, veramente maccheroniche, che avevo riportato: conosco benissimo l’alfabeto fonetico internazionale, e infatti nel mio scritto sullo stauros, già otto fa, non ho scritto giòuva, ma ho scritto «pron. ingl. dʒi’houvə», come invece dell’obbrobrio fr. sgeovà, scriverei, se mi indirizzassi a un pubblico accademico, ʒeɔ'va. Se non l’ho fatto è proprio per venire incontro all’ignoranza, sbattendomene degli imbecilli pignoli di cui scriveva Eco, del cui parere non me ne fotte un iota.
Ma vedo che non serve a nulla, se poi nemmeno riuscite a capire che parlavo di suoni, oralità, parole dette, non scritte: A che serve YHWH? che manca delle vocali di supporto e quindi non può essere messo in conto in un discorso in cui occorre pronunciare (non scrivere) il nome di Dio? A che serve, se non ad appagare un ego fantozziano, rimproverarmi di non aver menzionato una grafia, quando altro non ho fatto che parlare della sua pronuncia? Leggi meglio gli altri prima di scrivere corbellerie, e rispondi in merito, non con voli pindarici. Vieni a darmi del retrogrado in fatto di lingua: hai letto Saussure, la scuola fonologica di Praga, Bloomfield, Hielmslev, Chomsky? Mai citati dai TdG, e pour cause, fan loro piu comodo Bopp, Rask, i neo-grammatici, che poi orecchiano; già Schuchardt è troppo per loro. Senza queste basi di che vuoi discutere, ciabattino?
scrivi: che preferisce chiamarlo col nome comune Dio, elevato a nome proprio
va bene dici che il titolo dio è diventato nome proprio tesi risaputa
ma due righe sotto alla faccia della logica scrivi:
la loro [cc] di non pronunciare il nome di Dio è egualmente una superstizione,
dunque ammetti che il nome di dio..... non è...... dio
ma la cosa più grave per uno del tuo calibro è che
tu ti adegui a una superstizione sapendo che è una superstizione
menti (non usandolo quando dovresti) sapendo di mentire
p.s. anche noi italiani riusciamo anche se con difficolta
a pronunciare parole di sole vocali ad esempio la città di brno
oppure gli acronimi spezzettandoli
nel mio dialetto in cui sono madrelingua
molte parole presentano sequenze di solo vocali