In effetti mi sono sempre meravigliato sulla ossessione dei tdG per rispettare delle rigide regole comportamentali per essere secondo loro dei "buoni cristiani" dove mi è sempre parso che la "fede" si confonda sempre con tale rapporto di "do ut des" dove se ti comporti bene e secondo certi loro canoni, meriti il tuo paradiso, in alto o in basso poi non si sa...
Ulteriore elemento di notevole meraviglia, visto da uno che non è mai stato "uno di loro", è l'ossessione per andare a interpretare la bibbia, anche dei passi più difficili e sicuramente leggendari, per voler sapere" sempre ed esattamente il "piano preordinato di Dio" nei nostri confronti senza incertezze e senza in pratica ulteriori ricerche di risposte personali.
In breve tutto è preordinato, tutto è scritto e tutto (per loro) e sempre chiarissimo ......
Affidarsi alla fine in una vera fede e fiducia in Dio nonostante le nostre debolezze, pare non esista.
A parer mio questa visione della vita senza porsi dei dubbi e dei perchè interiori sulla nostra esistenza a parte il fatto di annullare completamente le nostre capacità intellettive come se tutto fosse regolato da un preciso manuale (edito dalla WTS) annulla il vero concetto di fede.
Cos'è per me la "fede"
In breve avere fiducia, nonostante le nostre debolezze ed i nostri peccati della grazia di Dio nella speranza di essere perdonati e compresi.Il termine deriva dal latino fides che indica sia la credenza religiosa, ma anche la lealtà, l'impegno solenne, la fedeltà e il mantenimento della parola data; in generale assume il significato di accettazione di misteri o dottrine non razionalmente dimostrabili ma nonostante ciò ritenute vere «per l'autorità del Dio rivelante che non può ingannarsi né ingannare».
Questa fede ci porta a considerare Dio, non come un "segretario" che in base alle nostre mancanze alla fine ci giudicherà nel bene e nel male "leggendo" le varie pagine ed articoli di un "manuale" .... ma di Chi alla fine straccerà questo manuale di regole imposte dalla interpretazione umana della Bibbia, agendo secondo la sua immensa bontà.
La parabola di oggi degli operai dell'ultim'ora la dice pertanto lunga in proposito.
Su tali differenze fra "regole "e "fede" ho trovato sulla Stampa di oggi una osservazione di papa Francesco che sul tema penso faccia notevolmente riflettere.
https://www.lastampa.it/vatican-insider ... A1-A-S4-T1" onclick="window.open(this.href);return false;
Conclusioni personali:Papa Francesco: i comandamenti non sono assoluti
La loro funzione limitata nel tempo conducono all’incontro con Gesù Cristo «che ci giustifica gratuitamente»
18 Agosto 2021 15:08
CITTÀ DEL VATICANO. «Come vivo io? Nella paura che se non faccio questo andrò all’inferno? O vivo anche con quella speranza, con quella gioia della gratuità della salvezza in Gesù Cristo?»: con questo interrogativo papa Francesco ha esemplificato il ruolo dei dieci comandamenti, che vanno osservati ma non sono «assoluti», perché la loro «funzione limitata nel tempo», è legata «alla maturazione delle persone e alla loro scelta di libertà» che culmina nell’incontro con Gesù «che ci giustifica gratuitamente».
La relazione tra la Legge e il peccato, ha spiegato il Papa, «verrà esposta in maniera più sistematica dall’Apostolo nella sua Lettera ai Romani, scritta pochi anni dopo quella ai Galati. In sintesi, la Legge porta a definire la trasgressione e a rendere le persone consapevoli del proprio peccato: “Hai fatto questo, pertanto la Legge – i Dieci Comandamenti – dice questo: tu sei in peccato”. Anzi, come insegna l’esperienza comune, il precetto finisce per stimolare la trasgressione».
Nella lettera ai Galati, San Paolo sottolinea il ruolo pedagogico della legge: «Nel sistema scolastico dell’antichità – ha puntualizzato – il pedagogo non aveva la funzione che oggi noi gli attribuiamo, vale a dire quella di sostenere l’educazione di un ragazzo o di una ragazza. All’epoca, si trattava invece di uno schiavo che aveva l’incarico di accompagnare dal maestro il figlio del padrone e poi riportarlo a casa. Doveva così proteggerlo dai pericoli, sorvegliarlo perché non assumesse comportamenti scorretti. La sua funzione era piuttosto disciplinare. Quando il ragazzo diventava adulto, il pedagogo cessava dalle sue funzioni».
E dunque la Legge «certamente aveva avuto delle funzioni restrittive, ma nello stesso tempo aveva protetto il popolo, lo aveva educato, disciplinato e sostenuto nella sua debolezza, soprattutto la protezione davanti al paganesimo; c’erano tanti atteggiamenti pagani in quei tempi», aveva avuto «una sua funzione positiva – quindi come pedagogo nel portare avanti –, ma è una funzione limitata nel tempo. Non si può estendere la sua durata oltre misura, perché è legata alla maturazione delle persone e alla loro scelta di libertà.
Una volta che si giunge alla fede, la Legge esaurisce la sua valenza propedeutica e deve cedere il posto a un’altra autorità. Questo cosa vuol dire? Che finita la Legge noi possiamo dire: “Crediamo in Gesù Cristo e facciamo quello che vogliamo?” No! I Comandamenti – ha puntualizzato Bergoglio – ci sono, ma non ci giustificano. Quello che ci giustifica è Gesù Cristo. I Comandamenti si devono osservare, ma non ci danno la giustizia; c’è la gratuità di Gesù Cristo, l’incontro con Gesù Cristo che ci giustifica gratuitamente. Il merito della fede è ricevere Gesù.
L’unico merito: aprire il cuore. E che cosa facciamo con i Comandamenti? Dobbiamo osservarli, ma come aiuto all’incontro con Gesù Cristo. Questo insegnamento sul valore della legge è molto importante e merita di essere considerato con attenzione per non cadere in equivoci e compiere passi falsi. Ci farà bene chiederci – ha concluso il Papa – se viviamo ancora nel periodo in cui abbiamo bisogno della Legge, o se invece siamo ben consapevoli di aver ricevuto la grazia di essere diventati figli di Dio per vivere nell’amore.
Come vivo io? Nella paura che se non faccio questo andrò all’inferno? O vivo anche con quella speranza, con quella gioia della gratuità della salvezza in Gesù Cristo? È una bella domanda. E anche la seconda: disprezzo i Comandamenti? No. Li osservo, ma non come assoluti, perché so che quello che mi giustifica è Gesù Cristo».
A cosa servono i "comitati giudiziari" se non offendere Dio ?