Perfezione, ma non del tutto…
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Perfezione, ma non del tutto…
Se come dicono i testimoni di Geova, i presunti primo genitori del genere umano, Adamo e Eva, erano “perfetti”, senza peccato. Allora mi viene da fare una considerazione, per quale motivo Dio ha posto nell’Eden l’albero della conoscenza del bene e del male?
Per metterli alla prova, per sfidarli, come ha sempre fatto con tutti. Perché in costante necessità di avere conferme sulla fedeltà del “suo” popolo. Bene, allora non si può dire che loro erano perfetti nel senso più stretto del termine. Il termine perfezione è descritto in qualsiasi vocabolario come: “ il grado qualitativo più elevato, tale da escludere qualsiasi difetto e spesso identificabile con l'assolutezza o la massima compiutezza. “la p. divina"
Compimento, stadio corrispondente al completo sviluppo.
Quindi erano perfetti, ma solo relativamente, perché non avevano raggiunto quella “assolutezza o massima compiutezza” propria della perfezione, non conoscendo affatto sia il bene che il male, acquisiti mangiando dal noto albero. Pur essendo perfetti come si dice, avrebbero dovuto conoscere ciò che è bene è ciò che è male, vi pare?
Personalmente credo che quel racconto non sia altro che frutto della fantasia di chi l’ha scritto profondamente influenzato da altre fonti, quindi ha poco o nulla di reale.
Faccio questo ragionamento solo per dimostrare che qualunque testo, se vogliamo, possiamo far dire tramite la retorica tutto, e il contrario di tutto. Tattica sopraffina utilizzata appunto dai testimoni.
Per metterli alla prova, per sfidarli, come ha sempre fatto con tutti. Perché in costante necessità di avere conferme sulla fedeltà del “suo” popolo. Bene, allora non si può dire che loro erano perfetti nel senso più stretto del termine. Il termine perfezione è descritto in qualsiasi vocabolario come: “ il grado qualitativo più elevato, tale da escludere qualsiasi difetto e spesso identificabile con l'assolutezza o la massima compiutezza. “la p. divina"
Compimento, stadio corrispondente al completo sviluppo.
Quindi erano perfetti, ma solo relativamente, perché non avevano raggiunto quella “assolutezza o massima compiutezza” propria della perfezione, non conoscendo affatto sia il bene che il male, acquisiti mangiando dal noto albero. Pur essendo perfetti come si dice, avrebbero dovuto conoscere ciò che è bene è ciò che è male, vi pare?
Personalmente credo che quel racconto non sia altro che frutto della fantasia di chi l’ha scritto profondamente influenzato da altre fonti, quindi ha poco o nulla di reale.
Faccio questo ragionamento solo per dimostrare che qualunque testo, se vogliamo, possiamo far dire tramite la retorica tutto, e il contrario di tutto. Tattica sopraffina utilizzata appunto dai testimoni.
“Non è necessario avere una religione per avere una morale, perché se non si riesce a distinguere il bene dal male quella che manca è la sensibilità, non la religione. M.Hack”
Presentazione : https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=7&t=25175
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Re: Perfezione, ma non del tutto…
Se avessero mangiato il frutto proibito sarebbero divenuti perfetti
Re: Perfezione, ma non del tutto…
Liberamente scrive:
Il primo era quello di spiegare in parole semplici ed abbastanza convincenti al popolo come fosse nato l'uomo e si fosse successivamente evoluto patendo dalla ovvietà del fatto che allora nessuno avesse fatto mai studi sulla evoluzione darwiniana...
Il secondo mistero riguardava il fatto di spiegare che pur Dio avesse creato il mondo e quindi "perfetto" ci fosse la presenza del male rappresentato dalla disobbedienza a Dio per scelta dell'uomo o "peccato originale" per desiderare di essere indipendente dalla sua volontà.
Questa indipendenza voleva pertanto dire "scegliere diversamente dalla volontà di Dio ", che rappresenta il "bene", in contrapposizione al quale esiste ovviamente il "male".
Adamo ed Eva
Oggi pertanto questa spiegazione cosi' elementare con le nostre conoscenze scientifiche potrebbe ritenersi sorpassata per quanto riguarda la "storia fantasiosa" di Adamo ed Eva ma potrebbe essere riferita però al "preciso momento della storia della umanità" quando una specie di "australopiteco" iniziò a camminare in forma eretta separandosi evolutivamente dalla famiglia degli scimpanzè-
Il bene viene identificato da Aristotele come causa assoluta di tutte le cose, ma anche come causa finale, in quanto essa è contemporaneamente causa prima e termine ultimo di tutte le cose. Mentre il male consiste proprio nella privazione di questa tendenza della cosa verso la causa finale che è il bene.
In ambito religioso "il male" rimane invece tutto quello che è contrario alla volontà di Dio che rappresenta ovviamente "il bene."
Certamente il racconto è frutto della fantasia ma sicuramente motivato dallo scopo di spiegare ad un popolo antico e sicuramente non istruito due misteri base dei quali si erano fatte molte supposizioni.Personalmente credo che quel racconto non sia altro che frutto della fantasia di chi l’ha scritto profondamente influenzato da altre fonti, quindi ha poco o nulla di reale.
Faccio questo ragionamento solo per dimostrare che qualunque testo, se vogliamo, possiamo far dire tramite la retorica tutto, e il contrario di tutto. Tattica sopraffina utilizzata appunto dai testimoni.
Il primo era quello di spiegare in parole semplici ed abbastanza convincenti al popolo come fosse nato l'uomo e si fosse successivamente evoluto patendo dalla ovvietà del fatto che allora nessuno avesse fatto mai studi sulla evoluzione darwiniana...
Il secondo mistero riguardava il fatto di spiegare che pur Dio avesse creato il mondo e quindi "perfetto" ci fosse la presenza del male rappresentato dalla disobbedienza a Dio per scelta dell'uomo o "peccato originale" per desiderare di essere indipendente dalla sua volontà.
Questa indipendenza voleva pertanto dire "scegliere diversamente dalla volontà di Dio ", che rappresenta il "bene", in contrapposizione al quale esiste ovviamente il "male".
Adamo ed Eva
Oggi pertanto questa spiegazione cosi' elementare con le nostre conoscenze scientifiche potrebbe ritenersi sorpassata per quanto riguarda la "storia fantasiosa" di Adamo ed Eva ma potrebbe essere riferita però al "preciso momento della storia della umanità" quando una specie di "australopiteco" iniziò a camminare in forma eretta separandosi evolutivamente dalla famiglia degli scimpanzè-
Come si possono definire il bene e il male?L'australopiteco è un genere estinto di primati della famiglia degli ominidi, che si ritiene appartenente alla linea evolutiva dell'essere umano e apparso successivamente alla separazione della linea che ha condotto ai nostri parenti viventi più prossimi, gli scimpanzé.
Il bene viene identificato da Aristotele come causa assoluta di tutte le cose, ma anche come causa finale, in quanto essa è contemporaneamente causa prima e termine ultimo di tutte le cose. Mentre il male consiste proprio nella privazione di questa tendenza della cosa verso la causa finale che è il bene.
In ambito religioso "il male" rimane invece tutto quello che è contrario alla volontà di Dio che rappresenta ovviamente "il bene."
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
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Re: Perfezione, ma non del tutto…
Vuoi spiegare questa tua affermazione?
Lo hanno mangiato il frutto proibito.
Re: Perfezione, ma non del tutto…
C'è una loro pubblicazione che lo dice, sul motivo per il quale Adamo si sarebbe sbagliato.
Perfetto è un termine associabile in senso assoluto solo a Dio. Però per lo scopo per il quale è stato fatto, Adamo lo era. Questa è la sintesi.
Perfetto è un termine associabile in senso assoluto solo a Dio. Però per lo scopo per il quale è stato fatto, Adamo lo era. Questa è la sintesi.
Re: Perfezione, ma non del tutto…
Ho scritto se avessero percio non lo hanno mangiato
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Re: Perfezione, ma non del tutto…
No, non ti sei spiegata per niente.
Come fai a dire che non hanno mangiato il frutto proibito?
Genesi 3:6: «Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.»
Re: Perfezione, ma non del tutto…
allora perche non son divenuti perfetti o uguali a DIo ?Achille ha scritto: ↑02/11/2023, 17:39No, non ti sei spiegata per niente.
Come fai a dire che non hanno mangiato il frutto proibito?
Genesi 3:6: «Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.»
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Re: Perfezione, ma non del tutto…
Secondo me non erano perfetti né in senso assoluto, mancando della conoscenza del bene del male ed essendo quindi non compiuti, né relativamente, dal punto di vista di dio. Un dio dispotico, quello del vecchio testamento, che esige dai suoi servitori cieca obbedienza alle sue leggi, anche quando queste non sono comprese o sembrano addirittura dannose.
Ma questi due, alla prima - PRIMA! - occasione buona disobbediscono all'unico divieto che gli era stato dato! Perfetti un paio di maniche!
Direi piuttosto che erano ignari.
Il racconto di Adamo ed Eva deve tanto a miti molto più antichi, credo che il suo significato, la sua morale, siano stati modificati per adattarsi a una narrazione differente. L'ho sempre trovato molto contraddittorio.
Ma questi due, alla prima - PRIMA! - occasione buona disobbediscono all'unico divieto che gli era stato dato! Perfetti un paio di maniche!
Direi piuttosto che erano ignari.
Il racconto di Adamo ed Eva deve tanto a miti molto più antichi, credo che il suo significato, la sua morale, siano stati modificati per adattarsi a una narrazione differente. L'ho sempre trovato molto contraddittorio.
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Re: Perfezione, ma non del tutto…
Su questo sono perfettamente d’accordoOstinataecontraria ha scritto: ↑02/11/2023, 22:07
Il racconto di Adamo ed Eva deve tanto a miti molto più antichi, credo che il suo significato, la sua morale, siano stati modificati per adattarsi a una narrazione differente. L'ho sempre trovato molto contraddittorio.
“Non è necessario avere una religione per avere una morale, perché se non si riesce a distinguere il bene dal male quella che manca è la sensibilità, non la religione. M.Hack”
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