I misfatti della chiesa in passato

Per discutere di temi ed argomenti di vario genere.

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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Virtesto
Ma come si fa a dire che quelle Scritture, così piene di malizia e odio siano ispirate da Dio o che possano essere la base per una Chiesa che dovrebbe fondarsi sull’amore???
Quelle Scritture sono responsabili della uccisione di milioni di persone. E lì c’è Dio??????
Calmati Virtesto, oggi mi pare che sei alquanto nervoso.
Dunque
Si è sempre detto ma pare che a te sfugga, che fin quanto continuerai a leggere in modo "Letterale" è evidente che non ne esci, si è sempre ripetuto ma anche qui a più di qualcuno sfugge, che la Sacra Scrittura è "Parola di Dio" trasmessa con le "Parole degli uomini", siccome quegli uomini erano ebrei, tu sei costretto, e non è un optional, a studiare la cultura ebraica nell'arco della sua storia, allora forse si potrà cominciare a comprendere il senso delle scritture, giusto per farti un esempio.

Quando l'apostolo Giovanni dice di "non rivolgergli neanche il saluto", se tu non comprendi cos'era il saluto nella cultura ebraica, trasferisci tale affermazione a ciò che noi intendiamo con il saluto, facendo questo non saprai mai cosa voglia dire o non dire quella scrittura, (l'Ostracismo è una deficienza di tale cultura), ancora, se tu leggi il vangelo di Luca 17, 11-19 vi si legge "Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.", ora, se tu capiresti solo ciò che è scritto, allora ti dico che Luca non conosceva la zona dove viaggiava Gesù, perché prima si attraversa la Galilea e poi la Samaria, ma Luca dice prima la Samaria e poi la Galilea, allora chiedo, come mai questa incongruenza, e quì mio caro bisogna scavare non spazzare.

Inoltre il popolo d'Israele non comprendeva concetti astratti ma solo ciò che era il suo vissuto quotidiano, ecco allora i vari generi che gli agiografi usavano, poetici, sapienziali, mitici, leggendari, apocalittici ecc, i TdG e anche alcuni ex, rimangono a una lettura letterale, allora è evidente che si pongano delle domande come hai fatto tu, inoltre ogni epoca ha i suoi figli, e tu, non puoi giudicare un'epoca con il tuo metro di paragone, per farlo devi usare il loro metro, così come le generazioni future lontane dalla nostra epoca devono usare il nostro metro, non il loro.
Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
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Alfo
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Messaggio da Alfo »

sono gli uomini che fanno bestialità.non la chiesa che di fatto è una figura "giuridica" mentre l'uomo è l'esecutore di misfatti che giustifica in nome di Dio.
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agabo
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Messaggio da agabo »

Scusa, mi era sfuggito
deliverance1979 ha scritto:Un'osservazione per Agabo....
Quando tu citi il vecchio testamento, sai benissimo che Dio aveva un'organizzazione terrena.
La stessa cosa è andata avanti anche nel primo secolo nel momento in cui Cristo riunì a sè i primi 12, che poi divennero 70, che poi divennero 120 e via dicendo fino alle migliaia conosciute negli atti degli apostoli.
Ora sappiamo che quei primi cristiani erano comunque organizzati.
C'è qualcosa di sbagliato in questa tua ricostruzione.
1. Dio non aveva un' "organizzazione", ma un popolo, un popolo stirpe di Abramo.
2. Non è affato vero che i primi cristiani erano "organizzati". Se c'era una cosa che mancava era proprio l'organizzazione. Non che tutto fosse lasciato alla fantasia dei singoli, ma studi moderni ci parlano di una cristianità divisa sin dal tempo dell'apostolo Paolo. Dopo la scomparsa degli apostoli fu ancora peggio.
Di conseguenza l'organizzazione di Dio ha traslato dal patto con gli ebrei al cristianesimo.
Ritorna ancora il concetto di "patto"! Anche se è vero che che col sacrificio di Cristo la salvezza si fonda su questo nuovo patto: salvati per grazia, per mezzo della fede, non so che cosa tu intenda per "traslazione"; non c'è niente che venga "traslato". Il piano divino prevedeva sin dal momento che la prima coppia umana peccò che il genere umano sarebbe stato salvato dalla "progenia della donna", cioè, da Cristo. Il popolo di Isaraele fu "condotto" a Cristo (come dice Paolo) attraverso delle prefigurazioni, dei riti e sacrifici, che di per sé non potevano salvare, erano dei simboli il cui significato sarebbe stato rivelato appieno con l'incarnazione e la passione di Cristo.
Adesso io mi dico, quale è l'organizzazione che può dire di essere il soggetto principale di questo patto?
Tu dici i protestanti perchè si rifanno alla scrittura...
Poly, i cattolici e gli ortodossi diranno loro per continuità storica con il cristianesimo primitivo.
Io capisco che tutta la storia del cristianesimo è molto ingarbugliata e si ragiona per categorie, che per molti sono le uniche cose che pensano di conoscere.
La verità è che Cristo non ha fondato il Nuovo Patto su un'etnia o su un popolo come quello d'Israele.
Ecco perchè ho detto e ripetuto che non è corretto mettere in relazione il rapporto di Dio con Israele e il Nuovo Patto fondato sul sacrificio di Cristo. Vi sono delle differenze fondamentali che distinguono le due cose.
Intanto non c'è alcuna "continuità storica" tra Israele e la chiesa cattolica. Si tratta di un'invenzione, di un falso storico, di uno come dei tanti falsi storici messi in opera dalla chiesa cattolica per primeggiare su tutti e su tutto. La chiesa cattolica, non mi stanco di ripeterlo, è un fenomeno storico-religioso nato nel settantennio 325-392 ca., ovvero da Costantino a Teodosio. Quel periodo fu quello dell'"incubazione" del cattolicesimo il quale, dopo aver fatto piazza pulita del paganesimo e messo all'angolo gli ebrei, ha fatto repulisti di ogni forma di cristianesimo che a suo parere risultava eretica. Un repulisti, si badi bene, fatto con la forza delle leggi imperiali, quindi con le persecuzioni e le stragi.

Detto questo, perchè pensare in forma di categorie come "cattolici" e "protestanti"?
Cristo non ha fondato né gli uni né gli altri, sono entrambi un prodotto della storia.
In realtà, il Nuovo Patto, come già detto, è fondato sul sacrificio di Cristo: chi crede in Lui è salvato. I salvati, nel loro insieme, formano il popolo di Dio.
Io non sto negando la realtà, che cioè vi sono moltissime denominazioni cristiane e tutte rivendicano la stessa cosa, quella d'essere il "vero popolo di Dio". Rimane un fatto, al di là di ciò che insegnano le varie forme di cristianesimo, ciò che distingue un vero cristiano è la "nuova nascita", cioè l'essere nati di nuovo e l'essere condotti e rigenerati dallo Spirito di Dio: Cristo che vive nel credente, secondo le parole dell'apostolo Paolo. Le denominazioni cristiane esistono e continueranno ad esistere, ma non è una chiesa, una denominazione che salva, la salvezza consiste nell'essere una nuova creatura a immagine di Gesù Cristo. E questo solo lo Spirito può compierlo.
Ora qui non si stà dibattendo di un punto astratto, ma di continuità che a prescindere dalle filosofie tange con la storia.
Io personalmente mi definisco agnostico proprio perchè dopo decenni di parallelismi che per riempire la bocca si rifanno ad avvenimenti concreti e poi quando chiedi prova, si catapultano nell'intangibilità.
Siccome in questo Tread con i misfatti della chiesa cattolica si vorrebbe dire che essa nel corso dei secoli ha tradito il proposito del cristianesimo primitivo divenendo addirittura apostata (secondo alcune dottrine pagane se giudicate dalla sola scrittura protestante), mi chiedo.....
Certo, c'è un discorso TEOLOGICO, da fare, ma c'è anche la STORIA. Dato che si sta discutendo dell'operato della chiesa cattolica durante molti secoli, la storia ha condannato questo operato e si ha un bell'illudersi (da parte dei cattolici) di considerarsi la vera chiesa di Dio. Secondo quello che ho scritto sulla rinascita spirituale del credente, chi ha ucciso, torturato, che ha bramato il potere e la ricchezza non può essere considerato "rinato" o "nato dallo Spirito". In altri post ho riportato quali sono i frutti "della carne" e qual è il "frutto dello Spirito". Papato e gerarchia cattolica non ha mostrato il frutto dello spirito, ma quello della carne.
Il giudizio avverso o positivo sulla separazione del grano e delle zizzanie ed altri passaggi biblici inerenti la salvezza dell'unica religione approvata da Dio e dei suoi appartenenti, rispetto a tutte le altre religioni sono vere oppure solo allegorie?
oppure sti benedetti giudizi sono perennemente astratti e riservati come sempre ad una dimensione intangibile o altres' sono fatti reali come lo siamo noi comuni mortali che pur facendo atti di fede intangibili abbiamo comunque bisogno di chiese, di guide reali, e di organizzazioni che si toccano? :conf:
Perchè se non si stabilisce questo, allora ben venga mauro1971 con il suo ateismo che da 3 pagine sta buonetto buonetto.... :strettamano:
Io non faccio Gesù bugiardo. Gesù (ma anche i suoi apostoli) hanno parlato del Giudizio. Non si tratta di una cosa "intangibile" perchè i vari "giudizi parziali", come le punizioni che Dio inflisse a Israele, ci mostrano un Dio che non lascia impunite nè le azioni dei malvagi nè i malvagi stessi. Pensa alla sorte di Gerusalemme nell'anno 70 d.C.!
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
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nello80
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Messaggio da nello80 »

Alfo ha scritto:sono gli uomini che fanno bestialità.non la chiesa che di fatto è una figura "giuridica" mentre l'uomo è l'esecutore di misfatti che giustifica in nome di Dio.
Ti ricordo che Caino era uno dei 12 scelti da Gesù

Volevi dire Giuda?
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...

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anto
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CARO Nello80

Messaggio da anto »

nello80 ha scritto:per Franco Coladarci

[quoteGesù enuncia non le mezze verità, ma la verità, dunque Gesù non possiede la verità, egli è la verità, la verità non si possiede ma la si vive.
Gesù dunque enuncia dei modi di agire, ma come questi modi debbano attuarsi è lasciata alla sua Chiesa, i quali possono essere mutati nel tempo.
]
allora perchè mi critichi la WTD quando apporta delle modifiche agli insegnamenti????????????


per Siegil
Noi cattolici non crediamo che Gesu' abbia lasciato ai suoi apostoli tutte le verita' in blocco, in un insegnamento statico, ma che abbia lasciato un insegnamento che i suoi apostoli e discepoli avrebbero potuto affinare attraverso una comprensione progressiva (ma sempre migliore, per questo ha promesso assistenza alla sua Chiesa).

La cosa vale anche per te, perchè mi critichi la WTD quando parla di luce progressiva????[/quote]

Vedo dal lungo post e dai tuoi accaniti inteventi che ti stà molto a cuore paragonare la WTS con la Chiesa per dare modo di scusare la WTS....penso che non ti arrenderai..ti dico quello che penso e poi non ribatto perchè si potrebbe andare all'infinito tu con le tue ragioni io con le mie...infatti alla fine espiemrò una conclusione, spero ne compreni il significato e ti tranquillizzi.

La differenza tra la WTS e la Chiesa è che la prima si impone e obbliga i suoi seguaci a comportarsi secondo le direttive, altrimenti si viene puniti, puniti con ostracismo, dissociazione, impone la dottrina con mille paure di un giudizio.
La Chiesa si limita a trasmettere la parola che ci è arrivata, senza dare un giudizio, senza avere gli agenti segreti che indagano sui copmortamenti delle persone, ad ognuno il suo libero modo di agire. (mio figlio non ha bettezzato sua figlia e se c'è occasione di entrare in Chiesa non lo respingono, sarà libero di entrare e ascoltare la cerimonia). Questa è libertà.
La Chiesa ha ammesso gli errori degli UOMINI (in quanto essere umani) del passato e ne ha chiesto umilmente scusa.
La WTS pensi che chiederà mai scusa per gli orrori , errori commessi dagli UOMINI (in quanto essere umani) all'interno?
CONCLUSIONE: ORA NOI SIAMO QUI A DISCUTERE SU DELLE SCRITTURE ARRIVATE A NOI IN QUALCHE MODO...PERCE' OSTINARCI A DIRE CHE LA SUA INTERPRETAZIONE SIA LA MIGLIORE...IO NON HO PROBLEMI A CONVIVERE CON UN TG, NON MI STA' BENE QUANDO MI SI DICE CHE SOLO LORO SI SALVERANNO, CON CHE DIRITTO DI GIUDIZIO LO FANNO, PRENDONO FORSE IL POSTO DI "DIO"?????
un giorno aprirai gli occhi, la tua mente si risvegliera' e capirai che sei stato chiuso dentro una setta..allora tornerai a essere solo MIO FRATELLO
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nello80
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Messaggio da nello80 »

X ANTO:


A dir la verità io sto un pò a digiuno di catechesi della CC, ma non penso che quest'ultima pensi che tutti si salveranno!!
La CC non crede forse che solo il battesimo in Cristo apre alla salvezza?
Allora i mulsumani? Gli induisti? Gli ebrei? I buddisti? Gli atei?
Quondi penso che in modo indiretto dicano la stessa cosa, forse in un modo più diplomatico o come diremo in italia "andreottiano".
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Messaggio da caribu70 »

nello80 ha scritto:X ANTO:


A dir la verità io sto un pò a digiuno di catechesi della CC, ma non penso che quest'ultima pensi che tutti si salveranno!!
La CC non crede forse che solo il battesimo in Cristo apre alla salvezza?
Allora i mulsumani? Gli induisti? Gli ebrei? I buddisti? Gli atei?
Quondi penso che in modo indiretto dicano la stessa cosa, forse in un modo più diplomatico o come diremo in italia "andreottiano".
Catechismo della Chiesa Cattolica:
"839 « Quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, in vari modi sono ordinati al popolo di Dio»"

"841 Le relazioni della Chiesa con i musulmani. « Il disegno della salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in primo luogo i musulmani, i quali, professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale ».

842 Il legame della Chiesa con le religioni non cristiane è anzitutto quello della comune origine e del comune fine del genere umano:

« Infatti tutti i popoli costituiscono una sola comunità. Essi hanno una sola origine poiché Dio ha fatto abitare l'intero genere umano su tutta la faccia della terra; essi hanno anche un solo fine ultimo, Dio, del quale la provvidenza, la testimonianza di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti, finché gli eletti si riuniscano nella città santa ».

843 La Chiesa riconosce nelle altre religioni la ricerca, ancora « nelle ombre e nelle immagini », di un Dio ignoto ma vicino, poiché è lui che dà a tutti vita, respiro e ogni cosa, e vuole che tutti gli uomini siano salvi. Pertanto la Chiesa considera tutto ciò che di buono e di vero si trova nelle religioni come una preparazione al Vangelo, « e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita ».

844 Ma nel loro comportamento religioso, gli uomini mostrano anche limiti ed errori che sfigurano in loro l'immagine di Dio:

« Molto spesso gli uomini, ingannati dal maligno, hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la verità divina con la menzogna, servendo la creatura piuttosto che il Creatore, oppure vivendo e morendo senza Dio in questo mondo, sono esposti alla disperazione finale »"

"845 Proprio per riunire di nuovo tutti i suoi figli, dispersi e sviati dal peccato, il Padre ha voluto convocare l'intera umanità nella Chiesa del Figlio suo. La Chiesa è il luogo in cui l'umanità deve ritrovare l'unità e la salvezza. È il « mondo riconciliato ». È la nave che, « pleno dominicae crucis velo Sancti Spiritus flatu in hoc bene navigat mundo – spiegate le vele della croce del Signore al soffio dello Spirito Santo, naviga sicura in questo mondo »; secondo un'altra immagine, cara ai Padri della Chiesa, è l'arca di Noè che, sola, salva dal diluvio. "

"«Fuori della Chiesa non c'è salvezza»

846 Come bisogna intendere questa affermazione spesso ripetuta dai Padri della Chiesa? Formulata in modo positivo, significa che ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa che è il suo corpo:

Il santo Concilio « insegna, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, che questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente per noi nel suo corpo, che è la Chiesa, è il Mediatore e la Via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo, ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare ».

847 Questa affermazione non si riferisce a coloro che, senza loro colpa, ignorano Cristo e la Chiesa:

« Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l'influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna ».

848 « Benché Dio, attraverso vie a lui note, possa portare gli uomini, che senza loro colpa ignorano il Vangelo, alla fede, senza la quale è impossibile piacergli, è tuttavia compito imprescindibile della Chiesa, ed insieme sacro diritto, evangelizzare » tutti gli uomini."
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!» (Mc10,51)
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Messaggio da nello80 »

x Caribu70

"«Fuori della Chiesa non c'è salvezza»

846 Come bisogna intendere questa affermazione spesso ripetuta dai Padri della Chiesa? Formulata in modo positivo, significa che ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa che è il suo corpo:

Il santo Concilio « insegna, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, che questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente per noi nel suo corpo, che è la Chiesa, è il Mediatore e la Via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo, ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare ».

questo lo insegna, anche se in modo diverso anche la WTD,in quanto dice che se uno e morto senza avere avuto la possibilità di udire la predicazione della buona notizia, verrà risuscitato e gli verrà data una 2° possibilità.

845 Proprio per riunire di nuovo tutti i suoi figli, dispersi e sviati dal peccato, il Padre ha voluto convocare l'intera umanità nella Chiesa del Figlio suo. La Chiesa è il luogo in cui l'umanità deve ritrovare l'unità e la salvezza. È il « mondo riconciliato ». È la nave che, « pleno dominicae crucis velo Sancti Spiritus flatu in hoc bene navigat mundo – spiegate le vele della croce del Signore al soffio dello Spirito Santo, naviga sicura in questo mondo »; secondo un'altra immagine, cara ai Padri della Chiesa, è l'arca di Noè che, sola, salva dal diluvio. "

"«Fuori della Chiesa non c'è salvezza»

Il santo Concilio « insegna, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, che questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente per noi nel suo corpo, che è la Chiesa, è il Mediatore e la Via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo, ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare ».

Idem con la WTD: chi sfrontatamente e volontariamente (non ignorando), non accetta la WTD come unico canale di Dio, non verrà salvato.

P.S. non ho notato nessun riferimento scritturale nel catechismo, come mai?
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Messaggio da nello80 »

X Franco Coladarci
Quando l'apostolo Giovanni dice di "non rivolgergli neanche il saluto", se tu non comprendi cos'era il saluto nella cultura ebraica, trasferisci tale affermazione a ciò che noi intendiamo con il saluto, facendo questo non saprai mai cosa voglia dire o non dire quella scrittura, (l'Ostracismo è una deficienza di tale cultura
potresti x cortesia fare un'accenno a cosa significava il saluto per la cultura ebraica?

Grazie.
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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Nello80
questo lo insegna, anche se in modo diverso anche la WTD,in quanto dice che se uno e morto senza avere avuto la possibilità di udire la predicazione della buona notizia, verrà risuscitato e gli verrà data una 2° possibilità.
Quello che dici o che la WTS dice, lo si deve dimostrare con un ragionamento "Teologico", cosa che per ora manca anche a te, inoltre ciò che afferma la WTS, (ciò che ho evidenziato) è teologicamente errato, campato in aria, vedi Nello, lo studio della Teologia richiede sia tempo sia disponibilità mentale, ossia apertura mentale, giusto per farti comprendere come le cose non siano così evidenti come afferma la WTS (è solo un esempio)

Luca 17, 12
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza,
Ciò che dice Luca non è possibile, i lebbrosi non potevano stare nel villaggio, bensì "Fuori" dal villaggio come altra parte richiedeva la Legge, inoltre, c'è un'incongruenza, poiché prima vanno incontro a Gesù, violando in questo caso la Legge, ma poi ossequiosi della Legge si fermano, dunque, siccome la Sacra Scrittura è parola di Dio, come ne usciresti da questo groviglio?.

Il fatto Nello, che tu ancora difendi ciò che oggettivamente indifendibile (la WT), e finché non ti liberi almeno un poco da quelle dottrine la cosa ti rimane un pò più difficile, allora fai come Cartesio, un salutare dubbio può farci comodo.

Franco
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Messaggio da nello80 »

Franco Coladarci ha scritto:Nello80
questo lo insegna, anche se in modo diverso anche la WTD,in quanto dice che se uno e morto senza avere avuto la possibilità di udire la predicazione della buona notizia, verrà risuscitato e gli verrà data una 2° possibilità.
Quello che dici o che la WTS dice, lo si deve dimostrare con un ragionamento "Teologico", cosa che per ora manca anche a te, inoltre ciò che afferma la WTS, (ciò che ho evidenziato) è teologicamente errato, campato in aria, vedi Nello, lo studio della Teologia richiede sia tempo sia disponibilità mentale, ossia apertura mentale, giusto per farti comprendere come le cose non siano così evidenti come afferma la WTS (è solo un esempio)

Luca 17, 12
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza,
Ciò che dice Luca non è possibile, i lebbrosi non potevano stare nel villaggio, bensì "Fuori" dal villaggio come altra parte richiedeva la Legge, inoltre, c'è un'incongruenza, poiché prima vanno incontro a Gesù, violando in questo caso la Legge, ma poi ossequiosi della Legge si fermano, dunque, siccome la Sacra Scrittura è parola di Dio, come ne usciresti da questo groviglio?.

Il fatto Nello, che tu ancora difendi ciò che oggettivamente indifendibile (la WT), e finché non ti liberi almeno un poco da quelle dottrine la cosa ti rimane un pò più difficile, allora fai come Cartesio, un salutare dubbio può farci comodo.

Franco



Nella TNM è scritto: mentre entrava nel...............
Tradotto in questo modo da l'idea che Gesù stava ancora fuori al villaggio ancora non era entrato, e i lebbrosi stavano proprio la, fuori dal villaggio, vedendo Gesù gli corsero incontro ma si fermarono a distanza per osservare la legge.
Ora dobdiamo vedere qual'è la giusta traduzione.
Saluti
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Messaggio da caribu70 »

nello80 ha scritto: P.S. non ho notato nessun riferimento scritturale nel catechismo, come mai?
Se tu davvero volessi studiare l'argomento senza rimanere sul superficiale (ma molto superficiale) allora come minimo dovresti consultare un Catechismo della Chiesa Cattolica e noteresti con tuo stupore che probabilmente le note (e relativi rimandi a documenti fra cui ovviamente le Sacre Scritture) sono di più del testo base. Ovviamente nelle citazioni che faccio del Catechismo non posso riportare il testo completo.
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!» (Mc10,51)
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Messaggio da nello80 »

X caribu70


Si forse è come dici tu, ma cmq siamo al punto di partenza.
La CC e la WTD in sostanza dicono la stessa cosa, ossia se uno ha ignorato involontariamente/non intenzionale, il giudizio e nelle mani di Dio, mentre è l'opposto se uno ha agito con consapevolezza.
Ma cmq ogni religione compresa quella CC dice di essere l'unico mezzo di salvezza, come l'arca ni Noé.
Allora mi e vi kiedo xè quando lo dice la WTD ci offendiamo tutti?
Alla fine non è quello che dicono più o meno tutte le religioni?
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Messaggio da Mario70 »

nello80 ha scritto:
Franco Coladarci ha scritto:Nello80
questo lo insegna, anche se in modo diverso anche la WTD,in quanto dice che se uno e morto senza avere avuto la possibilità di udire la predicazione della buona notizia, verrà risuscitato e gli verrà data una 2° possibilità.
Quello che dici o che la WTS dice, lo si deve dimostrare con un ragionamento "Teologico", cosa che per ora manca anche a te, inoltre ciò che afferma la WTS, (ciò che ho evidenziato) è teologicamente errato, campato in aria, vedi Nello, lo studio della Teologia richiede sia tempo sia disponibilità mentale, ossia apertura mentale, giusto per farti comprendere come le cose non siano così evidenti come afferma la WTS (è solo un esempio)

Luca 17, 12
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza,
Ciò che dice Luca non è possibile, i lebbrosi non potevano stare nel villaggio, bensì "Fuori" dal villaggio come altra parte richiedeva la Legge, inoltre, c'è un'incongruenza, poiché prima vanno incontro a Gesù, violando in questo caso la Legge, ma poi ossequiosi della Legge si fermano, dunque, siccome la Sacra Scrittura è parola di Dio, come ne usciresti da questo groviglio?.

Il fatto Nello, che tu ancora difendi ciò che oggettivamente indifendibile (la WT), e finché non ti liberi almeno un poco da quelle dottrine la cosa ti rimane un pò più difficile, allora fai come Cartesio, un salutare dubbio può farci comodo.

Franco



Nella TNM è scritto: mentre entrava nel...............
Tradotto in questo modo da l'idea che Gesù stava ancora fuori al villaggio ancora non era entrato, e i lebbrosi stavano proprio la, fuori dal villaggio, vedendo Gesù gli corsero incontro ma si fermarono a distanza per osservare la legge.
Ora dobdiamo vedere qual'è la giusta traduzione.
Saluti
Leggi il passo nella nuova TNM avrai una sorpresa...
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Ray
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Messaggio da Ray »

nello80 ha scritto:X caribu70


Si forse è come dici tu, ma cmq siamo al punto di partenza.
La CC e la WTD in sostanza dicono la stessa cosa, ossia se uno ha ignorato involontariamente/non intenzionale, il giudizio e nelle mani di Dio, mentre è l'opposto se uno ha agito con consapevolezza.
Ma cmq ogni religione compresa quella CC dice di essere l'unico mezzo di salvezza, come l'arca ni Noé.
Allora mi e vi kiedo xè quando lo dice la WTD ci offendiamo tutti?
Alla fine non è quello che dicono più o meno tutte le religioni?
La bibbia è quella quindi GROSSO MODO ma molto grosso le confessioni cristiane dicono quasi la stessa cosa,MA ,c'è un ma,mentre la chiesa cattolica romana insieme alle altre chiese esempio la chiesa ortodossa, hanno una continuità apostolica, in pratica storicamente parlando e forse cronologicamente la chiesa cattolica e la continuità degli apostoli ,i tdg non hanno nulla di continuità apostolica, non l'hanno nemmeno con il primo presidente, dato che sempre per la luce progressiva hanno eliminato tutte le idee di Rutherford ....la CC non fa nemmeno profezie.
Dal canto si sono evoluti,che significa evoluti,non ti ostracizzano,ma un tempo lo facevano e anche di peggio, tolte alcune dottrine fondamentali,c'è più libertà di pensiero,se dici un tuo pensiero in merito ad una scrittura nessuno ti caccia,non ti dicono se non segui i nostri insegnamenti ad armageddon Dio ti distruggerà, non ti chiedono quante ore hai fatto,il sorvegliante non viene a sbafare a casa tua ,e magari dopo che tua moglie è stata sveglia dalle sei di mattina per preparare il pranzo poi per uscire per il servizio in ultimo ti dice che non è rimasto soddisfatto o peggio lo dice all'anziano di congregazione ....lo sbafo i vescovi lo fanno a casa loro....come noterai qualcosina di diverso c'è....peccato che nessuno è perfetto,e nessuna e la vera chiesa di D-o... :uffa: :spieg:
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Achille »

nello80 ha scritto: ... la WTD...
Penso che mi sia sfuggito, ma che significa WTD?
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nello80
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Messaggio da nello80 »

Achille Lorenzi ha scritto:
nello80 ha scritto: ... la WTD...
Penso che mi sia sfuggito, ma che significa WTD?
Volevo dire WT. Adesso mi accorgo dell'errore.
É un riflesso incondizionato, perchè siccome pratico la pesca a spinnig (esche artificiali) uso tanto un tipo di artificiale che si chiama
walking the dog, da qui l'acronimo WTD.


:scuse: :scuse: :scuse:
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...

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Messaggio da Achille »

nello80 ha scritto:Volevo dire WT. Adesso mi accorgo dell'errore.
É un riflesso incondizionato, perchè siccome pratico la pesca a spinnig (esche artificiali) uso tanto un tipo di artificiale che si chiama
walking the dog, da qui l'acronimo WTD.
:risata:
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Messaggio da polymetis »

Per Agabo
“Sembra che per Polymetis con la morte di Cristo non sia successo in fondo un granché. Secondo lui il popolo di Israele continua ad essere il popolo di Dio seppure "affiancato" (come egli afferma) al popolo cristiano.”
Ma perché mai dici che la mia lettura, che poi è quella della Nostra Aetate, farebbe sì che con la morte di Cristo non sia successo granché? Il fatto che al vecchio patto se ne affianchi uno nuovo, questa volta aperto a tutto, sarebbe cosa da poco? Quello di cui stiamo discutendo è solo se il vecchio patto si conservi: sul fatto che il nuovo sia superiore al vecchio, anche perché più inclusivo, non credo abbiamo divergenze.
“on posso certo mettermi qui a indicare tutti i testi del Nuovo Testamento che affermano il contrario, tenendo presente che sotto il Nuovo Patto i privilegi-responsabilità di Israele quanto a "EX popolo di Dio", rimangono, ma a pari dignità di qualsiasi etnia, razza, cultura, sesso ecc.:
Galati 3:28 "Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù."”
Ma questo versetto non parla affatto della soppressione del vecchio patto, scrive solamente che cosa accade a chi aderisce al Nuovo Patto. Infatti la tua citazione finisce con un “voi tutti siete uno in gesù Cristo”, quindi sta parlando a dei cristiani, che sono sotto il Nuovo patto. Per chi è sotto questo nuovo patto non ci sono più distinzioni tra giudeo o greco, perché nel nuovo patto queste distinzioni sono irrilevanti. Tuttavia non si vede come ciò possa farci concludere che il precedente patto è estinto. Infatti si dice che non conta più che tu sia un giudeo se e solo se aderisci al nuovo patto, ma non si dice che cosa capiti al giudeo che non vi aderisce. In quel caso infatti continueresti ad essere un giudeo che aderisce al patto precedente. Avevo comunque già in mente la possibilità che qualcuno facesse questa citazione, ed infatti nel mio precedente post scrissi: “Questo non vuol dire,comunque, che siccome i privilegi del passo cogli Ebrei sono eterni, Dio allora tratti gli Ebrei in maniera differente. Infatti, da capo, quei privilegi che gli Ebrei potrebbero avere in virtù del loro patto, noi cristiani li abbiamo in virtù del nostro patto, anzi, ne abbiamo di più. Come già detto bisogna solo guardarsi dal credere che siccome il nostro patto affianca il loro, allora automatiche lo abroghi.”
Noi cristiani abbiamo c’è gli stessi privilegi dei giudei (anzi di più), ed in virtù di un nuovo patto, che non fa differenze tra ebrei e gentili.
“Ebrei 8:13 "Dicendo: «Un nuovo patto», egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire", come se quel "prossimo a scomparire" potesse durare chissà quanto!”
Ho contesto la tua lettura sue due elementi, che tu hai bellamente sorvolato: 1)Il termine greco impiegato per dire “prossimo” è utilizzato anche, in versetti da me già indicati (Ap 1,3 e 22,10), per parlare della fine del mondo (e questo perché Dio ha un metro temporale assai diverso dal nostro). Quindi l’abolizione del vecchio patto può essere prossimo quanto la fine dei tempi. 2)Dire che il Vecchio patto è abrogabile, introdurrebbe una contraddizione nella Scrittura (cosa che a me non farebbe né caldo né freddo ovviamente, ma suppongo che per un fondamentalista americano come te invece la cosa abbia un certo effetto). Introdurrebbe una contraddizione nella Scrittura perché tu mi avevi chiesto dove si dice il patto cogli Ebrei è eterno, ed io te li ho dati (Gen 17,7; Sal 105, 5-10). Abbiamo poi ricordato che San Paolo definisce le promesse di Dio “irrevocabili”. Orbene, se tra queste promesse ce ne sono alcune che danno dei privilegi\responsabilità ad Israele in quanto popolo, allora il fatto che Dio si mantenga nelle sue promesse implica il mantenimento dei privilegi e responsabilità per Israele in quanto popolo, perché per l’appunto questo era il contenuto della promessa. Ciò non vuol dire che solo gli Ebrei abbiano questi privilegi, come già detto chiunque aderisca al Nuovo Patto ha gli stessi privilegi e privilegi ulteriori. Una cosa comunque è chiara, Dio non ha ripudiato Israele: “Io domando dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. 2Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio.” (Rm 11,1-2)
“è la stessa epistola agli Ebrei che dedica gran parte del suo interesse al NUOVO PATTO fondato sulla REALTA' e non più sui simboli che il VECCHIO PATTO prefigurava. A questo proposito questo testo può essere considerato conclusivo”
Ho letto tutto il brano, in vero ben noto, e non si vede cosa c’entri. Si dice che per l’appunto il vecchio patto è fondato su simboli, che dovevano alludere al Nuovo Patto. Ma ciò non dice nulla sull’abolizione del vecchio patto. Si dice solo che il Nuovo è superiore al vecchio, e che il vecchio prefigura il nuovo. Non si parla minimente di abolizione. Perché mai l’esistenza di una realtà più completa dovrebbe rendere abolita quella meno completa?
“Per accontentare anche i più pignoli, per non dire "pretestuosi", potremmo dire che quel "prossimo a scomparire" SCOMPARVE definitivamente POCO TEMPO DOPO LA MORTE DI CRISTO, con la distruzione concreta del Tempio di Gerusalemme, sebbene Dio avesse manifestato la sua inutilità con lo squarcio della cortina del Tempio esattamente nell'ora della morte di Suo Figlio:
Marco 15:38 E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo.”
Due obiezioni: 1)Non c’è scritto da nessuna parte che il patto cogli ebrei sia stato abrogato, figurarsi dunque se c’è scritto da qualche parte che fu abrogato nel 70 d.C.; se ammettiamo inoltre che il patto sia scomparso, rendiamo la Bibbia contraddittoria dove dice che il patto era stato sancito come eterno. 2)Il significato della cortina che si squarcia, siccome essa celava il Sancta Sactorum, luogo della presenza di Dio, può essere banalmente che Dio non è più celato agli uomini dietro quella tenda, ma s’è manifestato sulla croce.
Tra l’altro, mi preme dirlo, la distruzione del tempio non incide sulla tenuta del patto: gli ebrei seguivano il patto prima di avere il tempio salomonico, e hanno continuato a seguirlo dopo la distruzione del tempio nel 70 d.C.
“Dalla morte di Cristo l' "ombra" delle cose reali cessarono definitivamente e il popolo di Dio non ha più i connotati di un'etnia, ma è formato da tutti coloro che accettano il sacrificio di Cristi e vivono coerentemente con le leggi del suo Vangelo”
Et-et, non aut-aut. La mia visione dà conto dell’eternità del patto, la tua no. Il popolo di Dio è dunque sia quello ebraico, in un senso, sia quello cristiano, che è a base etnica mista.
“Ricordo che a questo proposito ho contestato i cosiddetti "antropoformismi" di Dio inerenti alle punizioni di Israele. Con questo non intendevo, e non intendo nemmeno adesso, che Dio sia vittima delle Sue "pulsioni", piuttosto che le punizioni che Dio inflisse a Israele non erano cose da poco:

-un popolo intero fatto perire nel deserto dopo l'Esodo (non mi soffermo sul Diluvio!)
-70 mila persone morirono a causa del censimento di Davide.
-le disgrazie, le morti e le deportazioni sotto il regno Assiro e quello neobabilonese.
senza contare i casi singoli nei quali furono coinvolti poche persone. Ne sono riportati tanti.

Certo, Dio non è vittima della Sua ira, ma questi episodi devono farci riflettere, Egli non passa sopra i misfatti di coloro che, pur reputandosi "suo popolo", gli sono infedeli. Lo stesso vale per la chiesa cristiana.”
Ammesso e non concesso che tali punizioni siano avvenute davvero (cioè che Dio ne sia il responsabile), non si vede che cosa c’entrino. La punizione degli Ebrei infedeli nei casi da te citati non è stata infatti la perdita da parte di tutto Israele dell’elezione a popolo, ma banalmente la morte di quei singoli peccatori che meritarono la punizione divina. Dove sta scritto ad esempio che la morte di 70.000 persone a causa del censimento di Davide abbia inciso sul patto che regolava l’elezione di Israele a popolo di Dio. Al contrario queste episodi insegnano che, quale che sia la percentuale di ebrei coinvolti, Dio uccide quelle persone, e tuttavia il patto col proprio popolo persiste.
Da un punto di vista filosofico poi, dobbiamo declassare come antropomorfismi le espressioni bibliche che vorrebbero il male opera di Dio. Quando ci capita qualcosa di male, non è Dio che ci punisce, semmai siamo noi che, abbandonando la strada che lui ci ha indicato, ci mettiamo nei guai. Il male che ne viene è naturale conseguenza delle nostre azioni, non di un castigo divino che viene dall’esterno. Vale a dire che le condotte malvagie recano in se stesse la propria punizione, in base al proverbio “chi semina vento raccoglie tempesta”, perché chi si comporta male, e finisce per alienarsi la simpatia del prossimo, rischia che prima o poi le persone che ha irritato gliela facciano pagare. E’ più corretto dire che le disgrazie ad Israele siano capitate non perché Dio li abbia puniti, bensì al contrario perché ha lasciato ad Israele la libertà di seguire la propria strada, e dunque di auto-distruggersi. Dio dà così importanza alla nostra libertà, che ci concede anche la possibilità di farci del male da soli, ci dà la possibilità di metterci sulla cattiva strada. Ciò che conta è che, allorché vogliamo pentirci e tornare sulla retta via, Lui, che non si era mai allontanato, è lì che ci aspetta. Dobbiamo cioè interpretare le espressioni bibliche in cui si dice che Dio volge il suo sguardo da un’altra parte perché disgustato, come se ci fosse scritto che siamo stati noi in realtà a volgere lo sguardo lontano da lui. L’espressione letterale è ciò un modo rozzo per significare il concetto che io vi ho presentato in maniera più raffinata. Da questo punto di vista, uno degli autori dell’Odissea (giacché Omero, al pari di Mosè, forse non è mai esistito, e le loro opere hanno vari autori), uno degli autori dell’Odissea diceva, aveva una teologia più evoluta di alcune pagine antico testamentarie allorché scriveva “I mortali incolpano sempre gli Immortali delle sventure che essi invece si causano da soli, e chiamo fato la loro follia”. (Od. I, 40)
Non è possibile del resto che Dio si adiri, e dunque cambi idea su qualcosa, perché nulla, se è onnisciente, può sorprenderlo. Siccome egli conosce ogni cosa dell’avvenire in anticipo, sapeva già, allorché strinse cogli Ebrei il suo patto, quali sarebbero state le loro infedeltà future, e dunque, se Egli dichiarò eterno quel patto, non ci sono infedeltà che possano fargli cambiare idea. Come potrebbe infatti fargli cambiare idea qualcosa che egli sapeva già?
“E torniamo alla domada posta sopra. Chi ha stabilito un nesso storico-teologico tra il popolo di Dio del Nuovo Patto e la chiesa cattolica?
La chiesa cattolica stessa, naturalmente, che vanta d'essere l'erede naturale di Israele, o il Nuovo Israele!
La storia, però, non conforta questa pia illusione.”
La storia conforta invece tutto, visto che la Chiesa ha creato la raccolta di libri che tu oggi vorresti usare contro di lei, e l’ha creata proprio in quanto legittima erede del cristianesimo apostolico.
Eventuali infedeltà di singoli figli della Chiesa al patto, non distruggono l’elezione della Chiesa, esattamente come le infedeltà degli Ebrei non hanno avuto alcuna ricaduta sull’eternità del loro patto.


Per non ripetere discorsi già fatti in altre discussioni di questo forum, ricorderò solo che la chiesa cattolica nacque come fenomeno storico-religioso nel periodo che va dal 325 (Concilio di Nicea) alle leggi teodosiane (392). Fu allora che i "repulisti" fatti con gli imperatori che si alternarono in un settantennio rimase una sola chiesa denominazionale a fronte del precedente movimento cristiano, variegato nelle sue credenze, ma era un movimento, non una chiesa.”
E già nell’altra discussione avemmo modo di dire come ciò fosse una boiata. Il cristianesimo era variegato prima di Costantino, e lo sarà anche dopo. Il problema però non è se sia variegato, ma se esista una corrente che risalga agli apostoli. Non è che, se esistono tante correnti, allora, per il solo fatto che ne esistono tante, nessuna di queste è vere. Ci può benissimo essere una corrente che risale alla Chiesa apostolica, affiancata da altre, non legittime, magari nate già da fine primo secolo, senza però mandato apostolico. Quello che interessa è che Costantino non ha affatto creato la Chiesa Cattolica, così come non l’ha creata Teodosio rendendola religione di Stato. Semplicemente ambo questi imperatori si sono rivolti ad una di queste correnti, che già esisteva, ed era già strutturata gerarchicamente al suo interno, dandole un riconoscimento statale. La Chiesa Cattolica esisteva già, già era strutturata gerarchicamente, e già diceva di se stessa che essa risaliva agli apostoli. Il problema se davvero risalisse agli apostoli va trattato a parte, ma certamente non si può dire che questa Chiesa, con queste pretese, sia nata all’epoca costantiniana. Lo documentai nell’altra discussione, seppellendo Agabo di citazioni patristiche pre-costantiniane, che ovviamente non si degnò di commentare, perché di storia antica e di patristica non sa nulla, nelle quali si vede chiaramente l’esistenza di una Chiesa gerarchica che definisce se stessa in base alla successione vescovile che risale agli apostoli, e di come tutti i membri di questo vero e proprio clero si riconoscano vicendevolmente come parti della stessa Chiesa sulla base del godere o meno di questa successione vescovile apostolica. Sicché, da capo, la Chiesa Cattolica, con la sua struttura, esisteva da prima di Costantino, che si limitò a darle un riconoscimento ufficiale (anche perché, con astuzia politica, Costantino dovendo rivolgersi ai cristiani per trovare una stampella al suo potere non c’è rivolto ad un gruppo a caso, ma a quello più grosso e meglio organizzato, la Grande Chiesa appunto). Se poi questa Chiesa avesse o meno ragione di dire che risaliva agli apostoli, è tutt’altro problema, ma certo non nacque all’epoca costantiniana. Costantino non l’ha creata, ne ha solo sposato la causa. Sarà Teodosio poi a farla assurgere a religione di Stato.
Quanto al problema se questa corrente, che era circondata da altre correnti, fosse davvero la Chiesa risalente agli apostoli, è facile rispondere. La risposta è che non conviene affatto ai protestanti negare che questa corrente fosse legata con un filo rosso alla Chiesa apostolica, per la banalissima ragione che è questa corrente che tra II e IV secolo ha scelto il nostro attuale Nuovo Testamento. Lo ripeto: se Agabo dice che la Chiesa Cattolica è nata dopo Costantino, allora l’attuale Nuovo Testamento è comunque un prodotto cattolico, perché l’attuale canone con tutti e soli i 27 libri attuali non esiste prima del 367 d.C., data della sua prima attestazione in una lettera di uno degli esponenti della Grande Chiesa, Atanasio.
Questo non vuol dire che nel IV secolo si sia passato da un canone a 0 libri ad un canone a 27. Già a fine II secolo erano canonici, nella Grande Chiesa, circa 22 dei 27 libri attuali, ma per l’appunto, ripeto, nella Grande Chiesa, cioè in questo insieme di persone che dicevano di appartenere ad una Chiesa che distingueva se stessa dagli eretici in base ad una successione vescovile. Ma di questo canone parziale di fine II secolo, i negatori della Chiesa Cattolica, non se ne fanno nulla, e per due motivi:
1)Questo canone parziale di fine II secolo è sempre comunque un canone della Chiesa Cattolica. Come lo sappiamo? Ce lo dicono gli stessi autori in cui troviamo questi abbozzi di canone, Ireneo ad esempio, a quale Chiesa essi appartenessero. Ci dicono che appartengono alla Chiesa che si basa sulla successione vescovile, e dunque ci danno il criterio per dire che la loro Chiesa è la stessa dell’epoca post-Costantiniana e della Chiesa Cattolica attuale.
2)I negatori della Chiesa Cattolica non se ne fanno niente di questi canoni parziali attestati tra II e III secolo per la banalissima ragione che tutti costoro vogliono tenersi un canone a 27, non a 22, a 25 o a 26 libri. Per avere il canone attuale bisogna cioè necessariamente passare per la Chiesa post-costantiniana del IV secolo, visto che prima non c’è il canone che essi ritengono la Parola di Dio. Un protestante non può tollerare neppure la perdita di un libro.
“Dopo il cosiddetto "secolo breve", cioè quei 70 anni prima menzionati, la chiesa cattolica prende forma di istituzione, nasce come denominazione. Lo prova anche il "Credo" cosiddetto apostolico, che venne fuori dal Concilio di Nicea.”
Una serie di boiate. Il Credo apostolico innanzitutto non è il credo niceno, bensì una formulazione più breve, che risale a prima. E il credo niceno, tra parentesi, non è neppure il credo attuale, visto che quello attuale è il niceno-costantinopolitano. Non si vede inoltre come la stesura del Credo niceno possa dirci che la Chiesa prima non era un’istituzione. In primis i Concili non creano dogmi, ma li ribadiscono. A Nicea non s’è inventata la divinità del figlio, ma la si è ribadita contro Ario. I Concili cioè non innovano. In secondo luogo, non si vede proprio cosa c’entri un Credo con l’essere una denominazione ed una struttura. Quali sarebbero le innovazioni gerarchiche introdotte da Nicea, caro Agabo? Li hai letti i canoni di questo Concilio? Non vedi che essi presumono una Chiesa già strutturata, ed infatti ne parlano considerandola già tale?
“E' da queso periodo, da quel settantennio che iniziano le persecuzioni di cristiani contro altri cristiani, oltre che di pagani e ... di Ebrei, cioè contro coloro che la chiesa cattolica, stando alle affermazioni di Polymetis, è il "popolo di Dio affiancato a quello cristiano".”
L’affermazione è tanto corretta quanto irrilevante. I membri del clero della Chiesa, grazie all’alleanza col potere imperiale, si sono trovati col potere di perseguitare gli oppositori. Prima non ce l’avevano questo potere, ma non vuol dire che allora non esistessero. La Chiesa esisteva già da prima, semplicemente, dal IV secolo in poi, grazie al connubio col potere, il suo clero ebbe la capacità di reprimere le altre correnti, anch’esse esistenti già da prima.
“La chiesa cattolica, tra l'altro, fu fortemente antisemita, a cominciare da certi suoi ideologi che la stessa venera come "padri della chiesa" e che ha anche innalzato agli onori degli altari: S. Atanasio, S. Cirillo, S. Ambrogio, S. Giovanni Crisostomo, ecc.”
Non è la Chiesa che fu antisemita, ma il parere per l’appunto di alcuni dei Padri che citi, che, nella misura in cui tale parere non trova riscontro nei dogmi della Chiesa, rimane per l’appunto un parere loro, e non della Chiesa.
“Sì, in parte è vero, caro Polymetis, che io non conosco la chiesa cattolica, così come tu non conosci tante altre chiese cristiane, ma questo non conta.
Qui si sta parlando dei misfatti compiuti dalla chiesa cattolica e si discute soprattutto se tali e tanti misfatti possano ancora accreditare la chiesa cattolica come popolo di Dio.”
Una contraddizione notevole. Se non conosci la Chiesa Cattolica, che ne sai di suoi eventuali misfatti (che tra l’altro non esistono)? E se non conosci la Chiesa Cattolica, come puoi escludere che vi sia qualcosa nella dottrina cattolica che renda conto e giustifichi i misfatti di alcuni chierici, qualcosa che tu non conosci? Giustificare non nel senso di rendere quei misfatti un bene, ma nel senso di renderli ininfluenti al fine del giudizio sulla Chiesa.La chiesa Cattolica chiama se stessa “santa” non perché i suoi membri siano i più buoni tra tutti quelli al mondo (cosa invero possibile, ma difficile da dimostrare), bensì chiama se stessa santa perché santificata dalla presenza di Cristo. Guai se basassimo la santità della Chiesa su quella dei suoi membri, perché nessuna chiesa si salverebbe, essendo ciascun uomo peccatore ed in sé non meritevole della salvezza.
Certo, noi possiamo riconoscere se dei singoli siano o meno discepoli di Cristo vedendo quanto amino, ma non possiamo fare la stessa operazione con la Chiesa nel suo insieme, che è composta da un numero sterminato di persone che non riusciremmo mai a conoscere.
“Ho dimostrato che già dalle premesse dell'apostolo Paolo, il popolo di Dio non può essere "delimitato" da razza, etnia, cultura, sesso ecc. La fede in Cristo fa del popolo di Dio un popolo senza barriere”
Tutte cose tanto vere quanto irrilevanti. Non occorre abolire il vecchio patto cogli Ebrei per dar conto del fatto che il popolo di Dio possa essere di ogni razza. Se infatti, come dicevo, al vecchio patto se ne affianca uno nuovo, e quest’ultimo non è a base razziale, ma sulla base della fede in Cristo, allora il popolo di Dio è aperto a tutte le genti, a prescindere dal fatto che sussista ancora il patto cogli Ebrei. E’ come se uno stato decidesse di concedere la cittadinanza in base ad una regola, ad esempio lo ius sanguinis, ma poi decidesse di ampliare questa regola, senza abolire la precedente, mettendosi anche lo ius soli. Lo ius sanguinis continua a funzionare, e dunque i figli dei cittadini di quello stato, anche se nati all’estero, sono cittadini dello stesso stato dei genitori. Al contempo però s’è aggiunto pure lo ius soli, e dunque chi nasce in quello stato, a prescindere dal fatto che sia figlio di genitori che abbiano o meno quella cittadinanza di quello stato, avrà comunque la cittadinanza di quello stato. Vale a dire che i versetti neotestamentari in cui si dice che il popolo di dio non ha barriere, si giustificano in virtù del nuovo patto, ma nulla vieta che sia valido ancora pure il patto precedente. E dunque sarà sia vero che sono popolo di Dio gli ebrei, sia che sono popolo di Dio coloro che hanno fede in Cristo. Dunque da capo dobbiamo dire che non c’è scritto da nessuna parte che Dio abbia cancellato il patto con Israele, anzi, si dice che è eterno ed irrevocabile. E come tale, indipendente da eventuali malefatte degli Ebrei.
“Certo nessuno vuole nascondere strumentalmente che nel suo seno vi sono molte divisioni ma, come qualcuno qui ha giustamente fatto osservare, non si è salvati in virtù della chiesa alla quale si appartiene, aggiungo che non si è salvati nemmeno per il fatto d'essere stati battezzati cristiani e che ci si proclami cristiani (nemmeno Israele lo fu).”
Ma qui non si parla di chi sarà salvato, ma di chi faccia parte del popolo di Dio.
“Ripeto i testi già riportati che sono quelli che definiscono gli appartenenti al popolo di Dio, ovvero, i nati dallo Spirito, coloro i cui frutti, o azioni, sono manifeste e sono indicate dalla Scrittura, non da un catechismo di una qualche denominazione religiosa:”
Il Nuovo testamento, per chi non l’avesse ancora capito, è la trascrizione parziale della fede della Chiesa Cattolica, la trascrizione della tradizione. Sicché il NT è un catechismo cattolico. Il brano di Gal riportato, ovviamente non c’entra nulla. Non parla di abolizione del patto con gli Ebrei, e si limita a dire quali sono i frutti dello Spirito di coloro che aderiscono al Nuovo Patto. Il fatto che questi frutti siano meravigliosi, ovviamente non ci dice nulla né in positivo né in negativo sui frutti del vecchio patto.
“Le denominazioni cristiane sono una realtà dalla quale non è possibile prescindere, ci sono e ci resteranno. Le azioni che esse hanno commesso o che ancora commettono possono essere GIUDICATE, sì GIUDICATE. E se Agabo, come Polymetis ha scritto, più che le azioni giudica le persone, dirò che è vero, e che questonon è sbagliato perchè se io dessi del "ladro" ad uno che ha rubato, giudicherei la persona, oltre che l'azione.”
Commetti il solito errore. In primis perché dai crimini di una persona, cioè ad esempio il fatto che un ladro è un ladro, non si vede come tu possa passare a dire che sono i crimini della denominazione cui appartiene. Perché scambi un sottoinsieme con un insieme?
E poi, stiamo molto attenti a cosa facciamo quando giudichiamo una persona, perché ci sono giudizi di due tipi. Se dico che una persona che ha rubato è un ladro, il mio giudizio riguarda il fatto che chi ruba rientra nella categoria dei ladri. Ma Agabo fa un passo ulteriore, infatti dice: se è un ladro, allora è una persona malvagia.
Questo è il problema: Agabo pretende di etichettare una persona in base ad una sua condotta, di riassumere la sua vita sulla base di quella condotta, e di stabilire che quella singola persona è malvagia, e addirittura rigettata da Dio. Anzi, fa l’errore di identificare queste singole persone con le loro rispettive Chiese, e dunque non si limita a dire che una Chiesa è ladra, ma che, in quanto ladra, è malvagia e rigettata da Dio.
Io invece vi invito a distinguere l’errore dall’errante, e a condannare il ladrocinio, lasciando però il giudizio sul singolo ladro a Dio. Giudicare un male l’ omicidio, non implica cioè il poter giudicare male un omicida, e dire che è malvagio. Noi infatti non sappiamo né perché abbia rubato, né se la sua azione sia rappresentativa di tutta la sua vita o se sia un fatto episodico. Agabo invece ha la malizia del predicatore col dito puntato, pronto a dire che la tal persona sarebbe malvagia, quindi peccatrice e rigettata da Dio. E’ un atteggiamento senza dubbio arrogante, specie perché, dinnanzi alla manifesta ignoranza storica delle sue argomentazioni, che si palesa in ogni post, la protervia con cui costui pretende di distribuire patenti di bontà e di accettazione o meno da parte di Dio lascia sgomenti.
“ Il giudizio spetta a te, a me, a tutti. Il giudizio di Dio, in special modo quello ESECUTIVO, è rimandato al giorno della fine di ogni cosa”
Il giudizio sull’azione di un’altra persona può darsi che spetti anche a te, quanto al giudizio sulla persona, spetta solo a Dio.
“Perchè dovresti "fidarti" di qualcuno o di qualcosa? La tua responsabilità personale, davanti a Dio, è quella di convertirti a Lui e lasciarti modellare dal Suo Spirito, non importa a quale confessione appartieni. “
Temo che invece tu debba fidarti della Chiesa Cattolica, e postulare che essa sia la parola di Dio, altrimenti non potresti sapere se il brano di Galati che citi sui frutti dello Spirito sia parola di Dio, in quanto questi scritti neotestamentari sono il canone della Chiesa Cattolica. Perché mai tu ti rifai ad una raccolta di Scritti messi insieme nel IV secolo onde sapere qual è la parola di Dio, se consideri quegli uomini dell’epoca costantiniana dei perversi peccatori?

Per Mauro
“Questo non c'entra nulla col discorso in quanto la Chiesa Cattolica viene intesa come istituzione, non certo come persona fisica.
Come istituzione reca seco la responsabilità storica del suo passato.
L'inquisizione, o meglio gli inquisitori erano autorizzati con documento Papale ufficiale, non con un foglio di pergamena o di carta scritto dal "privato cittadino il Papa", ma dai vari Papi che si sono susseguiti in quel periodo di tempo propro nell'espletamento della loro funzioni di "capi della Chiesa Cattolica".
Lo stesso dicasi per le varie persecuzioni e per la promulgazione delle Crociate.
Secondo il tuo ragionamento, siccome l'attuale Stato Italiano non è più quello fascista che firmò i Patti Lateranensi questi potrebbe smettere di onorarli. “
Ma quanti errori. In effetti lo Stato Italiano attuale non è lo stesso che nel 1929 sottoscrisse i Patti Lateranensi, e avrebbe anche potuto smettere di osservarli. Se li osserviamo ancora è perché quando creammo la Costituzione nel 1948 decidemmo di includere nella Costituzione pure i patti Lateranensi, quindi fu la neo-nata democrazia italiana che, creandosi ex novo e dandosi una costituzione, decise liberamente di assumersi quest’onere che era stato assunto dallo stato monarchico fascista.
Comunque preciso che la Chiesa Cattolica, a differenza dello stato fascista e dello Stato attuale, è sempre lo stesso stato. Ciononostante è irrilevante, e per tutta una serie di motivi:
1)Il fatto che il papa abbia autorizzato con una bolla l’inquisizione, ciò non rendeva quell’azione, neppure allora, un’azione della Chiesa. La dottrina cattolica infatti dice che il papa parla a nome della Chiesa solo in alcune circostanze, come la formulazione di dogmi. Non è cioè scontato che solo perché una persona è a capo della Chiesa visibile allora agisca, qualunque cosa faccia, in qualità di capo della Chiesa. Se il papa si affaccia domani dal balcone e si mette a dire i numeri del superenalotto che usciranno secondo lui alla prossima estrazione, ciò non implica che sia la Chiesa a dare i numeri del superenalotto. Semplicemente il papa in quel caso non sta agendo nelle sue funzioni di capo della Chiesa. O, se anche agisse nelle sue funzioni di capo, sarebbe un tipo di azione che la teologia non giudica infallibile, e dunque permette ai cattolici di dissentire, perché automaticamente quelle opinioni sono qualificate solo come magistero autorevole, ma non infallibile. Sicché non c’è alcuna prova che se un papa faccia qualcosa, allora quella cosa riguardi tutta la Chiesa, perché sono le regole interne alla Chiesa Cattolica stessa a dire che non sempre le azioni del papa sono rappresentative della Chiesa tutta. Ciò detto, il capo della Chiesa per la teologia cattolica è Cristo, non il papa.
2)Abbiamo visto al punto 1 perché il firmare una bolla in cui si autorizza l’inquisizione non è necessariamente l’atto di una denominazione, ma può essere l’atto solo di un singolo, visto che non necessariamente un singolo parla a nome della Chiesa, neppure se papa. Ora facciamo un passo ulteriore e diciamo che, se anche quelle colpe dovessero ricadere sulla Chiesa in quanto denominazione, non si vede però dovremmo giudicare la denominazione di oggi sulla base della denominazione di allora. Sarebbe come giudicare male Angela Merkel e i suoi ministri sulla base di Hitler e dei suoi ministri.
“A questa mia obiezione normalmente (non da te) mi viene risposto "ma quale Chiesa Cattolica intendi?". Stavolta non perdiamo tempo, andatevi a leggere la definizione della Treccani (come da vecchia discussione) in quanto della Chidesa intesa come insieme spirituale con a capo Cristo non interessa, non è minimamente tirata in ballo in questa accezione in quanto quest'ultima esiste solo nel credo dei fedeli, e non è certo quella reale e concreta con la quale ha (ed ha avuto a che fare) tutto il resto del mondo.”
Ma mio caro Mauro, mi spiace per te ma la Chiesa come insieme dei fedeli è l’unica Chiesa cui i cattolici credano. Se tu poi vuoi dirci che per chiesa intendi l’insieme del solo clero, e vuoi metterti a sparlare di questa Chiesa, ti dirò: “fa’ pure!”. Infatti io non credo alcunché a proposito della Chiesa di cui tu parli, né alcun cattolico ha niente da dire su questa chiesa che tu immagini. Siccome noi invece crediamo alla Chiesa Cattolica come insieme del popolo di Dio, non vedo come potrebbe tangerci il fatto che tu dimostri le pecche di una Chiesa in cui invece noi non crediamo. Siccome io non credo nel clero, ma credo nella Chiesa (che è anche clero), delle tue presunte dimostrazioni sulla peccaminosità del clero non me ne faccio nulla. Mi scorrono addosso come fossero acqua, perché non mettono in crisi nessun punto della mia fede. Se noi cattolici non crediamo che il nostro clero debba essere santo affinché i sacramenti funzionano, mi dite che cosa ce ne dovrebbe mai fregare del fatto che voi riusciate per ipotesi a dimostrare che il nostro clero non è santo? Non ce ne frega nulla, perché la vostra dimostrazione non contraddirebbe alcun contenuto della nostra fede. Per noi un papa può essere legittimo e impartire dogmi ed essere al contempo un serial killer, e dunque, cosa me ne frega del fatto che tu mi dimostri che è un serial killer? La dottrina cattolica infatti recita: validitas sacramentorum ex opere operato, non ex opere operantis. I sacramenti valgono per il fatto di essere fatti, e non in virtù di chi li fa. Ciò si regge sul fatto che il prete è solo un tramite visibile, ama è sempre Cristo a far funzionare il sacramento. Non è don Mario che battezza, ma Cristo che battezza, quindi che don Mario sia un mafioso è del tutto irrilevante.
“Cristo sarebbe a capo della sua Chiesa a targhe alterne? Ispirerebbe i suoi solo quando si tratta di dottrina e per il resto se ne laverebbe le mani?
E' un po' troppo comodo direi.
No scusatemi, ma dalla "vera religione" mi aspetto che l'ispirazione divina sia evidente e costante, che la distingua dalle altre.”
La vera religione è costante, perché la sua dottrina è sempre la medesima. Tu parli di vera religione, ma sembri invece richiedere la coerenza degli uomini che la professano. Questa però è una cosa diversa. Siccome Cristo sapeva bene che nessun uomo era all’altezza del suo messaggio, s’è ben guardato dal dire che la Chiesa dovesse basarsi sulla santità dei suoi membri. Egli ci ha provveduto una guida sicura in fatto di dottrina, ma sapeva bene nessuno poteva permettersi di giudicare quella dottrina sulla base degli uomini che la praticano, perché ogni uomo è per forza di cose incapace di adeguarsi a quella perfezione. Dio avrebbe dovuto togliere il libero arbitrio agli uomini forse?
Qui non c’è un’alternanza, ma una distinzione di ambiti. La Chiesa è infallibile quando parla di fede, ma non sono infallibili i suoi membri in fatto di morale. Vale a dire che non è che la Chiesa propone una dottrina, e poi dopo propone una dottrina opposta: le dottrine della Chiesa restano le medesime. Nell’altro ambito invece, cioè l’azione umana, ciascuno è fallibile, com’è normale per persone imperfette come noi, che non sono Dio.
Quanto ho detto che la Chiesa non cambia mai dottrina, si badi che ho detto che la Chiesa. Questo non vuol dire che un papa non possa avere idee diverse da un altro papa. Infatti come ho detto non sempre un papa parla a nome della Chiesa, dunque due papi possono anche contraddirsi, se nelle loro due affermazioni contraddittorie non stavano parlando a nome della Chiesa. La cosa è abbastanza ovvia anche per noi: se il nostro premier parla all’assemblea dell’Uno, è il portavoce dell’Italia e lo fa in qualità di capo del governo, ma se parla con il Corriere della Sera per rilasciare un’intervista, non sta mica parlando a nome della Nazione.
Allo stesso modo, sebbene con ambiti diversi, la teologia cattolica distingue quando il papa parla a nome della Chiesa (cioè ad esempio nel pronunciamento di dogmi), e quando invece non parla a nome della Chiesa, ed è criticabile. Ad un cattolico dunque non interesserà in alcun modo che gli si mostrino contraddizioni di opinioni tra diversi papi, se queste affermazioni non furono fatte come portavoce della Chiesa tutta, perché solo allorché il papa parla come portavoce della Chiesa è infallibile. Molti teologi infatti sostengono che non sia appropriato dire che il papa è infallibile: non bisogna dire che il papa è infallibile, ma che alcuni suoi atti sono infallibili, cioè quegli atti in cui parla come portavoce della Chiesa definendo dogmaticamente qualcosa.
“Ti faccio un esempio semplice.
Se prendo 10 piante e solo ad una d'ò il fertilizzante, la differenza tra questa pianta e le altre 9 sarà evidentissima. Sarà sana e prosperosa, forte, le altre saranno evidentemente sofferenti.
Se una religione è quella vera, allora si deve distinguere nettamente dalle altre. Il "nutrimento della Guida Divina" non può che essere evidente nella "pianta" stessa.”
Due obiezioni. La prima è che io potrei replicarti che già ora vedo la Chiesa Cattolica distinguersi nettamente dalle altre: questo mio giudizio probabilmente sarebbe aleatorio quanto il tuo. Come dicevo con Chiesa Cattolica intendiamo l’operato di miliardi di persone, su 5 continenti, nell’arco di 20 secoli. Chi mai potrà fare un bilancio delle luci e delle ombre? Per me questo bilancio è positivo, per te no. Ciò che però voglio dire è che non è detto che, se anche la Chiesa fosse la pianta più grande, tu saresti in grado di vederlo. Perché per vederlo tu dovresti poter considerare 20 secoli di storia e miliardi di persone, con miliardi di azioni compiute da questi miliardi di persone.
La seconda obiezione è quella che ho già detto: non è che se un italiano si comporta male, allora dobbiamo ricondurre tutto ciò ad un “frutto della Chiesa cattolica”, come se la Chiesa fosse l’unica influenza che agisce nella vita dei cattolici. Ci sono infinite cose che ci influenzano, ad esempio la scuola, la televisione, i libri che leggiamo. I nostri frutti personali non sono cioè frutti della Chiesa Cattolica, ma anche della scuola, della tv, dell’educazione dei genitori, ecc. Voglio cioè dire che potremmo anche per ipotesi postulare che la Chiesa cattolica abbia prodotto solo effetti benefici, ma che se poi tu, nel concreto, non vedi questi effetti, è perché altre forze si sono opposte, ad esempio la cattiva educazione che dà la famiglia. Però l’influsso della Chiesa ci sarebbe comunque, perché se quel ragazzo avesse avuto solo la sua famiglia diseducativa, e non avesse avuto la Chiesa che col suo catechismo riuscì a temperare gli effetti nefasti della famiglia d’origine, probabilmente quell’uomo avrebbe fatto peggio. Dunque i frutti della Chiesa ci sono, ma noi non possiamo vederli perché quello che vediamo è ciò che esce dal confronto con le forze del male. Se anche l’influsso della Chiesa di una persona fosse stato solo buono, quella persona non sarà un santo, perché avrà subito altri influssi negativi, che non gli sono pervenuti dalla Chiesa, e che hanno fatto di lui non un santo ma un mediocre. Ogni storia è diversa.
“Dovè questo Cristo a Capo della sua Chiesa?
Ecco che per rendere le cose in qualche maniera spiegabili come al solito a risposta vengono date delle "giustificazioni di assenza".
Cristo non c'è perchè agiva il Papa come uomo, ecc. Tutta una serie di intricati tomi per poter spiegare in una maniera che abbia una logica interna per quale motivo Gesù risulta assente, quando a rigor di logica invece dovrebbe risultare ben evidente.”
La teologia cattolica è ben diversa da quella dei TdG. I cattolici non dicono che Cristo fosse assente, Cristo è sempre presente nella Chiesa, basta sapere in che ambito possiamo vederlo, ed in che ambio invece non c’è. La formulazione di un dogma da parte di un papa è un ambito in cui Cristo è sempre presente, e non dimentichiamoci che egli è sempre presente nell’eucaristia.
“Qui c'è... beh, prendiamo il discorso profilattici ad esempio. “
Ma il divieto dei profilattici infatti non è una dottrina della Chiesa, visto che viene da un tipo di magistero non infallibile. Infatti è possibile scrivere un trattato di teologia morale in cui sostieni che l’uso del profilattico sia lecito, senza che ti accada nulla. Il caso più estremo l’ho visto in Svizzera. La diocesi di Lucerna distribuiva profilattici, il vescovo pensava fosse un buon tipo di prevenzione sessuale, e dunque giravano pacchetti di condom con stampata l’effigie della diocesi. Tu non hai ancora imparato invece, mi pare, quando una dottrina possa essere detta “della Chiesa”, e non lo hai imparato perché non sai distinguere i diversi livelli di magistero.
“Scusa Achille, ma personalmente non riesco a vedere molta differenza con la CC, che certamente ha tempi più lunghi, ma i vari Concilii ne hanno portati eccome di "cambiamenti di intendimenti" nel corso dei secoli, o addirittura millenni.”
E quali sarebbero?
“Poi vabbè, sono arrivato alla conclusione che la bibbia è un'opera di fantasia, così come l'Illiade e l'Odissea, ecc. L'unica differenza tra Gesù e Zeus “
V’è pure un’altra differenza, e cioè che, a prescindere dal fatto che tu creda o meno che Gesù sia Dio, Gesù è un personaggio storico realmente esistito, Zeus no! A meno che tu non segua le tesi evemeriste, ma questa è un’altra storia.
Inoltre l’Iliade e l’Odissea sono state scritte 4 secoli dopo i fatti che pretendono di raccontare, i libri del NT invece pochi decenni dopo la vita di Gesù. Il tasso di mitologia dovrebbe dunque essere notevolmente differente.
“Insomma, che reazione avrebbe avuto un Urbano II se un monaco fosse andato da lui dicendogli che chiunque può salvarsi anche se non è Cattolico? “
Francamente non lo so, e sarebbe irrilevante quale sarebbe stata la sua reazione. Se la sua reazione non si fosse manifestata in un dogma, non sarebbe stata la reazione della Chiesa, ma di Urbano.
Io penso che Urbano avrebbe risposto, comunque, se fosse stato corretto, che nessuna dottrina ufficiale della Chiesa sosteneva che un non cattolico non potesse salvarsi, e che, quanto a lui, personalmente, riteneva possibile che pure un non cattolico si salvasse. Questa idea non è mica recente.
Comunque sia, hai ragione di dire che la Tradizione non evolve. Essa è stata consegnata alla Chiesa dalla predicazione di Cristo, ed è definitiva, dunque non può cambiare. Però stiamo attenti: il fatto che la tradizione sia data una volta per tutte, non vuol dire che la nostra capacità di comprenderla in tutte le sue implicazioni sia altrettanto completa. Ad esempio io posso benissimo concedere che nessun apostolo abbia probabilmente chiamato Maria “Madre di Dio”, ma ciò non vuol dire che questa dottrina sia falsa. Semplicemente ci vuole del tempo per trarre delle implicazioni, necessarie, da ciò che già crediamo. Così la Chiesa già credeva che Cristo fosse Dio, e che Maria fosse sua Madre, perciò la deduzione che Maria fosse la madre di Dio è una legittima esplicitazione di una dottrina già contenuta implicitamente nelle premesse. Ovviamente dicendo che Maria è la madre di Dio non intendiamo dire che abbia generato la natura divina di Cristo, bensì che ella sia madre, ed era chiamata madre, da quell’unica persona che era insieme sia uomo che Dio. Il Concilio i Efeso ha fatto degli opportuni distinguo.
Similmente, la tradizione della Chiesa poteva per ipotesi pure non dire nulla sulla sorte dei non battezzati, e magari per secoli dunque s’è avuta incertezza e libertà di dibattito su questo tema, ma ciò non toglie che la tradizione aveva comunque in sé gli elementi che permettevano di dirimere la questione e di dedurre una soluzione esattamente come noi abbiamo dedotto che Maria fosse la madre di Dio. Come già detto, dire che la rivelazione della tradizione è data una volta per tutte, non vuol dire che sia data una volta per tutte la nostra comprensione, la nostra esplicitazione, di cosa quella tradizione comporti.
“E' irragionevole pensare che qualcuno possa pensare di cambiare l'insegnamento di Gesù o che questi ne abbia dato uno incompleto, essendo legge divina.”
Capisco che un insegnamento divino non cambi, ma non capisco perché invece tu dici che questo insegnamento avrebbe dovuto essere completo. Cosa intendi con “completo”? La vita ci presenta miliardi di situazioni diverse, e dunque, se anche Gesù le avesse analizzate una ad una, e fosse campato 100 anni, non avrebbe finito di descriverci tutte le situazioni possibili. Ci ha dato però una legge, quella dell’amore per il prossimo, che permette di regolarsi in tutti i casi. Questa legge non dà però istruzioni esplicite su ogni singolo caso, bensì dà istruzioni solo implicitamente. Siamo noi che in ogni singola situazione dobbiamo capire in quali diversi modi incarnare la legge dell’amore. Lo stesso vale per il la salvezza dei non cattolici. Se Gesù non ne avesse parlato, noi potremmo o no ricavare da quello che ci ha detto delle istruzioni che si applichino a questo caso? Io credo di sì. In ogni caso, non si può dire che sia insensato credere a leggi incomplete, se con incomplete intendi “che dicano come trattare ogni caso della vita”, perché è ovvio che una legislazione di questo tipo implicherebbe un insieme infinito di leggi.
Parliamo dunque della salvezza dei non cattolici. Nel NT, che fa parte della Tradizione, si scrive: “Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.”” (Mc 16,16)
Questo versetto non dice che i non battezzati non si salvano, perché il testo parla solo di coloro ai quali è stato predicato il battesimo e lo rifiutano. Dunque il testo non permette di dire che se qualcuno è ignaro della necessità del battesimo, perché magari è vissuto in Tibet e non ha mai visto un prete in vita sua, sia condannato, perché qui il testo parla di un rifiuto della predicazione del battesimo. Ma a molti il battesimo non è mai stato predicato, dunque non hanno rifiutato nulla. E notate che si parla di predicazione del battesimo, non del semplice averne notizia. Perché non si può dire che un musulmano, che vive in Arabia, e sa a malapena che i cristiani esistono, abbia rifiutato il battesimo. Semplicemente nessuno gli ha mai presentato la fede cristiana in maniera credibile, e dunque costui non ha rifiutato proprio niente. Dunque la salvezza dei non cattolici dipende dal grado di consapevolezza che essi hanno del cattolicesimo, e dunque dal grado di consapevolezza del loro rifiuto. La conclusione è che anche un non cattolico può salvarsi. Il problema della sorte dei non battezzati, e nello soprattutto la sorte dei bambini non battezzati, fu dibattuto per secoli dai Padri della Chiesa, dunque se Urbano II fosse stato un papa con un minimo di accortezza storica, un buono studioso di patristica, avrebbe risposto che non c’era un parere uniforme della Chiesa su questo punto.

Per Nello
“La cosa vale anche per te, perchè mi critichi la WTD quando parla di luce progressiva????”
Quella della WTS non è luce progressiva, è luce intermittente. Non c’è uno sviluppo in cui ciò che viene dopo è implicato da ciò che c’era prima, come la pianta è implicata dal seme, c’è invece una vera e propria contraddizione. Per di più i TdG sono arrivati ad affermare, poi negare, poi riaffermare, poi ri-negare, una medesima dottrina (ad esempio la resurrezione o meno all’inizio del millennio degli abitanti di Sodoma e Gomorra), e questa, per l’appunto, non è una progressione, ma è luce intermittente.
Inoltre la Chiesa cattolica ti dice che cosa è dogma, in che cosa il magistero può rivedere le proprie tesi, e che cosa invece non lo è. Dunque la Chiesa ti dice su che cosa si impegna a dire che è verbo divino, e cosa non lo è. Trai i TdG invece nulla viene chiamato dogma, eppure tutto è da considerarsi tale, nella misura in cui a tutto è richiesta obbedienza, anche a ciò che potrebbe cambiare, e non si tollera il dissenso su nulla.
Dunque mi pare sia ben diverso il caso dell’evoluzione dottrinale all’interno di un gruppo che ti dice che siccome alcune cose possono cambiare, allora quel gruppo non ti impegna a credervi necessariamente (ed è il caso della Chiesa), ed invece dall’altra parte il caso dei TdG, che pur ammettendo in teoria che tutto possa cambiare, ti dissociano sulla base di qualsiasi divergenza, su qualsivoglia argomento, se tale dissenso viene manifestato. E’ una pretesa contraddittoria affermare che le proprie dottrine potrebbero cambiare, eppure si deve obbedire ad esse come fossero infallibili.

Per Virtesto
“Il più grande misfatto della Chiesa Cattolica è che è basata sul falso. I documenti su cui si basa sono falsi.”
Beh, dipende da cosa intendi con “falso”. Io con “documento falso” non intendo un documento che racconta cose mai avvenute (altrimenti dovremmo dire che “Il Signore degli AnellI” è un falso!), ma un documento che dice di sé qualcosa che non è vera. Ad esempio un documento che si presenta come scritto da Pietro, ma non è di Pietro, è un falso. Mentre non considererei un falso un documento che racconta cose false.
Fatta questa premessa, nella Bibbia ci sono diversi falsi, cioè opere che dicono di sé cose non vere: molti libri della Bibbia dicono di essere di alcuni autori, ed invece non lo sono.
La cosa però si spiega col fatto che nel mondo antico si aveva un concetto di proprietà letteraria del tutto diverso dal nostro, infatti non esisteva il “diritto d’autore”, e i discepoli della scuola di un maestro si sentivano legittimati a scrivere nel suo nome. A noi può sembrare inusuale, ma era banalmente la prassi dell’epoca, avvenuta tanto con Platone (si pensi ad es. all’Alcibiade I o all’Epinomide), con Pitagora, e dunque, pure con Paolo. Abbiamo lettere paoline che non sono di Paolo ma di scuola paolina.
Veniamo poi al problema della falsità degli eventi raccontati. Ebbene, in teoria una religione potrebbe vivere anche con soli miti, se questa religione non è basata sulla rivendicazione della storicità di tali miti, ma sul loro insegnamento morale. La fiaba di Cenerentola ad esempio non è che sia un buon insegnamento perché racconti fatti storici, ma per la morale che sta dietro ad essa. Il cristianesimo però non rivendica di essere solo un insieme di buoni insegnamenti, rivendica anche alcune dottrine con un preciso contenuto storico, tra cui il fatto che Dio s’è fatto uomo, fu crocifisso, ed è risorto. Sicché il cristianesimo può tollerare fino ad un certo punto che i propri contenuti storici evaporino. Il problema è stabilire quali siano i contenuti con pretese storiche e imprescindibili per la fede, e poi verificare se sono effettivamente storici. Per questo invito Virtesto a rendersi conto che c’è gente cattolica, professori universitari di storia antica in primis, che sanno tutto quello che lui crede di sapere, e proprio perché lo sanno, non sono d’accordo con lui, perché oltre a quello che Virtesto crede di sapere, sanno anche altro, che permette loro di confutare le affermazioni di Virtesto, o di vedere quelle cose sotto una luce diversa.
“La maggior parte del materiale è ‘fiction’. Giuseppe Flavio era figlio di Sacerdote, anche il nonno era sacerdote eppure Giuseppe non annotò nei suoi scritti quella famosa riunione del Sinedrio la notte di Pasqua nella quale decisero di far ammazzare il salvatore del mondo. Eppure suo padre o suo nonno avrebbero dovuto esserci.”
Ammesso per ipotesi che ci fossero, visto che non necessariamente essere sacerdoti implica prendere parte al sinedrio, e visto pure che la convocazione notturna del sinedrio fu irregolare e dunque non sappiamo se tutti i sinedriti fossero presenti al processo farsa allestito da Caifa, dicevo, se anche per ipotesi vi fossero stati, non è per nulla strano che essi non abbiano fatto cenno al loro nipote d’aver processato il salvatore del mondo, infatti quei sinedriti non lo credevano affatto il salvatore del mondo. Probabilmente lo cedettero un povero esaltato, e dopo che fu crocifisso, un fallito che aveva fatto una fine ignominiosa. Dunque, nessuno di cui valesse la pena parlare, o perché si trattava, dal loro punto di vista, si un argomento del tutto trascurabile, o perché volontariamente su Gesù fu steso il velo della damnatio memoriae. Dunque io non so se il nonno di Flavio ci fosse al sinedrio di quella notte, ma non credo che se ci fu, considerasse questo evento di grande rilievo nei decenni successivi. E se anche ne avesse parlato a Giuseppe Flavio, non vedo perché lui ne avrebbe dovuto parlare. Infatti, da capo, Giuseppe Flavio non avrebbe capito che suo nonno aveva assistito al processo del salvatore del mondo, bensì che suo nonno aveva assistito al processo di uno che si riteneva il salvatore del mondo, sebbene suo nonno non lo considerasse tale.
“Il Nuovo Testamento è ANTISEMITA. Nessuno lo può negare”
Io credo che il Nuovo Testamento ripartisca la colpa della crocifissione equamente tra romani e i capi dei Giudei (i romani infatti non sono solo Pilato, si veda come viene descritto l’atteggiamento dei soldati romani verso Gesù).
Comunque sul presunto antisemitismo del NT ci sono delle intere biblioteche, sulle quali vi potrei intrattenere raccontandovi le prove pro e contro questa testi, quindi che virtesto scriva “nessuno lo può negare” può solo far sorridere gli specialisti del campo.
“L’odio per gli ebrei iniziò molto presto; Sant’Ambrogio fu uno dei primi a bruciare Sinagoghe poi, nei secol”
Non ho letto tutte le opere di Ambrogio, e dunque tu forse conosci qualcosa che io non conosco, ma non mi risulta nessun atto di incendio imputabile ad Ambrogio ai danni di qualsivoglia sinagoga. Però forse c’è un episodio simile, e questa volta molto famoso, col quale ti confondi. L’episodio consiste nel fatto che dei cristiani avevano distrutto una sinagoga, e l’imperatore li aveva condannati e costretti a risarcire il danno. Ambrogio a questo punto scrisse all’imperatore per dirgli che sbagliava, e che i distruttori non dovevano risarcire nulla. L’episodio è assai celebre, ed è ben diverso dall’idea che Ambrogio in prima persona si sia messo a bruciare una sinagoga.
Comunque sia, è noto che molti Padri della Chiesa coltivarono anche sentimenti antisemiti. Ciò però è tanto vero quanto irrilevante. Il testo sacro per un cristiano è il NT, mica Ambrogio da Milano. E’ vero che noi non adottiamo il Sola Scriptura, e dunque ci rifacciamo pure ai Padri, ma su queste idee antisemite i Padri non hanno affatto idee comuni, ed infatti si tratta di loro pareri personali, non di un portato della Tradizione.
“i Papi stessi portarono avanti l’odio, la loro ghettizzazione verso gli ebrei che è culminato con l’Olocaust”
La ghettizzazione originariamente non era vista come una misura di punizione, ma di protezione, ed infatti se si guardano i documenti dell’epoca spesso erano gli Ebrei ad invocarla. Il che è noto agli storici da decenni, e si potrà fornire estesa letteratura anche prodotta da ebrei sul tema. Poi la cosa degenerò, ovviamente. I papi hanno avuto verso gli Ebrei un atteggiamento altalenante, in ogni caso molto spesso la Santa Sede intervenne a garantire l’incolumità fisica degli Ebrei, e nei regni in cui gli Ebrei erano perseguitati anche fisicamente era ai decreti di qualche pontefice che essi ricorrevano per cercare scampo.
“Ma come si fa a dire che quelle Scritture, così piene di malizia e odio siano ispirate da Dio o che possano essere la base per una Chiesa che dovrebbe fondarsi sull’amore???
Quelle Scritture sono responsabili della uccisione di milioni di persone. E lì c’è Dio?????”
Non vedo malizia nelle Scritture, semmai negli uomini che le hanno interpretate. E quella malizia interpretativa non è dovuta a Dio, ma al loro libero arbitrio umano.
“Tutte le Scritture di cui sopra, con annesse anche le Lettere di Paolo o finto Paolo, vanno in mano ad un falsario il quale mette in piedi la Chiesa Cattolica.
Eusebio di Cesarea (256/340 d.C.) era un falsario;”
L’ipotesi che Eusebio di Cesarea fosse un falsario è del tutto irrilevante, e per vari motivi. 1)Grazie ai papiri, abbiamo l’intero testo del NT attestato in documenti che precedono l’epoca costantiniana. 2) Anche se una persona è un falsario, può per l’appunto solo manipolare quello che gli capita in mano, e farlo ricopiare con le sue modifiche da altri. Ma siccome l’impero romano era vastissimo, e non certo raggiungibile con un click sul mouse, un’eventuale manipolazione avvenuta localmente non avrebbe intaccato il fatto che nel resto dell’Impero, dal Nord Africa all’Inghilterra, persone diversissime avrebbero continuato a serbare e a ricopiare copie dei libri del Nuovo Testamento non manipolate. L’ipotetica manipolazione fatta da un singolo in una singola area dell’impero, anche avesse avuto l’appoggio imperiale, non sarebbe riuscita a far uniformare tutto l’impero a quella sua manipolazione.
Tutto ciò comunque, come ripeto, è irrilevante. I nostri papiri dei testi del NT, che potete trovare in appendice a qualsiasi edizione critica, ci permettono di avere attestato l’intero NT prima dell’epoca di Eusebio, e quindi cosa costui possa aver fatto è del tutto irrilevante.
Questa boiata della “pia frode” sono anni che dei poveri ingenui dilettanti continuano a scriverla per la rete, ed ogni volta mi tocca smontarla. Ho visto che gli arpiolidi hanno modificato la pagina su Eusebio di wikipedia, ci sono delle sezioni nel testo scritte dal quel tale “Giovanni della Teva”, e che ho riconosciuto come sue perché le avevo già lette in altri forum anni addietro. Sempre la solita maniera dilettantesca di citare, l’incapacità di scremare le fonti accademiche da quelle non accademiche, gli errori nel latino e nelle abbreviazioni delle opere…. Lo scandalo maggiore quando si legge questa gente che lavora con bibliografia secondaria di pessima qualità è che, allorché citano una fonte cattolica che sembri dar loro ragione, che magari ha avuto l’imprimatur, si premurano di ricordarlo, come per asserire che persino i cattolici danno corda alle loro teorie. Questa è una cosa che fa vedere subito la loro provenienza non accademica, perché una cosa del genere è del tutto estranea alla mentalità e al modo di argomentare degli studiosi. Quindi rammentate, che se vedete in una coordinata bibliografica un delirante “con imprimatur cattolico”, state leggendo un testo prodotto da un dilettante. Il perché, se non ci arrivate da soli, è troppo lungo da spiegare, forse vi intratterrò con qualche lezione di epistemologia storica un’altra volta.
“ Fra le altre cose elaborò una serie di carte, le Tavole Canoniche, con riferimenti incrociati dei passi corrispondenti ai 4 VANGELI ; e dove i fatti e le date non tornavano, era lui stesso che falsificava e interpolava i vari documenti storici precedenti, per armonizzare il tutto secondo il suo interesse e quello dell’imperatore Costantino”
Ma di quali manipolazioni cianci? Le tavole canoniche eusebiane sono solo degli indici, pieni di numeri, che permettono di trovare passi paralleli nei Vangeli.
“Nella sua Storia Ecclesiastica , vol.8, cap.2 scrive:” Vi introdurremo a questa storia solo quegli eventi che potranno essere utili in primo luogo per voi e in secondo luogo per i posteri””
Hai trovato questa citazione su wikipedia, o forse l’hai copiata dagli arpiolidi che infestano wikipedia con le loro idiozie. In ogni caso il risultato è lo stesso.
Questa citazione di Eusebio è scandalosamente decontestualizzata. In questo passo, letto nel loro contesto, Eusebio stava semplicemente parlando della distruzione delle chiese durante l’epoca delle persecuzioni coi relativi pogrom contro i cristiani, e si limita a dire che non avrebbe senso rievocare tutti questi fatti dolorosi e luttuosi, ma è meglio ricordarne solo alcuni significativi al fine di non intristirsi troppo. Da come l’autore di wikidilettantismo mette la cosa sembra invece che qui Eusebio faccia una dichiarazione di metodo parlando di come si fa storia in generale, quando invece Eusebio sta solo dicendo che è inutile descrivere tante tristi calamità perché ne bastano alcune esemplari. Ecco la citazione integrale:

“Tutto ciò si è compiuto ai tempi nostri. Con gli occhi nostri abbiamo visto le case della preghiera rase al suolo e distrutte sin dalle fondamenta, bruciati in mezzo alle piazze i sacri libri delle divine Scritture, i pastori delle Chiese alcuni occultati vilmente qua e là, altri ignominiosamente catturati ed esposti al ludibrio dei nemici, quando secondo la parola profetica « il disprezzo era sparso sopra, i capi; e li faceva errare in luoghi impraticabili e senza sentiero »
Ma non ritengo mio compito di descrivere le tristi calamità che loro sopravvennero alla fine, perché non si addice a me tramandare alla memoria le loro dissensioni e le ingiurie che si scambiavano prima della persecuzione. Ho inteso raccontare di essi non più di quello che basti a giustificare il giudizio divino.
Pertanto ho stabilito di non far menzione di coloro che nella persecuzione sono stati inferiori alla prova né di coloro che hanno fatto completo naufragio circa la propria salute e per propria volontà si sono precipitati nel profondo dell’abisso. In questa storia generale infatti riporterò soltanto le cose che sono di utilità dapprima a me e poi ai posteri” (Eusebio, Storia Ecclesiastica, VIII, 2)


Un banale testo dove Eusebio dice di non voler raccontare tante tragedie perché poco edificanti viene trasformato dall’autore di wikidilettantismo come prove di chissà quale complotto.
E tra l’altro la frase, anche presa da sola, non aveva nulla di scandaloso. Qualsiasi storico infatti, quando scrive un libro, fa della selezione del materiale, scrivendo ciò che ritiene utile. Altrimenti ogni volta che si scrive un libro su qualcosa, ad esempio su Hitler, per raccontare tutto ci vorrebbe un’enciclopedia di 20 volumi, e ovviamente non basterebbe neppure quella. Omettere cose che si ritengono superflue non significa mentire e manipolare.
““Che è necessario a volte utilizzare la menzogna come una medicina per coloro che necessitano di tale approccio” Queste sono parole di Platone che Eusebio se le fa sue.
“E così in un libro dove Eusebio sta provando che i pagani attingono tutte le loro migliori idee dai Giudei, egli elenca come una di quelle buone idee l’argomento di Platone che mentire, PERFINO RACCONTARE STORIE COMPLETAMENTE FALSE, per il bene dello Stato è buono e perfino necessario ed egli perfino paragona tali bugie con la medicina, qualcosa di salutare e necessario”
Eusebio usa la parola “Pseudos” quando parla di falso. Qualcuno, forse, cercherà di spiegarci che ‘pseudos’ vuol dire un’altra cosa. Bauer:” menzogna, falsità, fallaci – falso, mendace”
Mi chiedo se tu abbia capito qualcosa della menzogna di Platone, o di quella di Eusebio. Qui la citazione è così falsa da rasentare l’assurdo. In quelle righe come è già stato detto non sta parlando Eusebio, ma è Eusebio che cita un testo dalle Leggi di Platone! Il passo ed il suo conteso mi sono ben noti, perché il caso vuole che la mia prima laurea l’abbia presa proprio portando come tesi la dottrina religiosa delle Leggi di Platone. In quel passo il filosofo ateniese stava dicendo che non è bene insegnare ai giovani gli episodi più sconci della vita degli dèi greci, ad esempio che Zeus era un donnaiolo, perché c’è il rischio che i giovani pretendo l’esempio dai loro dèi si comportino in modo altrettanto sconcio. E’ dunque una menzogna a fine educativo per crescere i bambini in modo sano, che Platone non applicava certo al modo di fare storia. Perché Eusebio lo cita? Perché Eusebio sta spiegando come mai nell’Antico Testamento ci sia spesso scritto che Dio è “geloso” e punitivo, attributo che sarebbe incompatibile con la maestà e la perfezione divina. Al che Eusebio spiega che i governanti degli Ebrei hanno detto al loro popolo che Dio era irritabile proprio perché con questa menzogna pensavano di educarli al timor di Dio.
Tutto qui. Eusebio sta semplicemente spiegando una sua idea del perché nell’Antico Testamento ci sarebbero degli attribuiti mendaci riferiti alla natura divina, e spiega che i governanti ebrei hanno dipinto Dio con questi attribuiti solo per spaventare il popolo e farlo rigare dritto.
Il testo dunque non esprime alcuna teoria di Eusebio su come si debba scrivere la storia, e, per essere precisi, le righe citate non sono di Eusebio ma di Platone, il quale parlava delle bugie da dire ai bambini da educare. Il tutto è un dibattito teologico sul perché nell’Antico testamento ci siano attributi di Dio spaventevoli, non una giustificazione alla menzogna storiografica rivendicata da Eusebio per se stesso.
Vorrei poi dire a Virtesto, che ha violato il regolamento, perché le demenzialità che scrive non sono sue, ma prese parola per parola da un testo di Carrier, assai caro agli arpiolidi, e da essi citato. La prossima volta che usi parole non tue, sei pregato di indicare la fonte, affinché si possa subito palesare da quale ignorante hai copiato.

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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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nello80
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Messaggio da nello80 »

X Mari70
Leggi il passo nella nuova TNM avrai una sorpresa

Non riesco a trovare niente di strano! Forse è qualche errore geografico? Mi potresti aiutare?
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...

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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

nello80 ha scritto:
X Mari70
Leggi il passo nella nuova TNM avrai una sorpresa

Non riesco a trovare niente di strano! Forse è qualche errore geografico? Mi potresti aiutare?
oops nel tablet avevo selezionato l'ASV pensando che fosse la NNWT ed avevo letto "entrato"...
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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nello80
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Messaggio da nello80 »

X Franco Coladarci





Scusami Franco, ho cercaro di darti una mia spiegazione un merito al passo di luca ke tu mi hai girato.
Potresti adesso darmi la tua?

Grazie


P.s guarda nel post un pò più in alto.
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...

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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Un'osservazione per Poly....

Nell'antico testamento gli ebrei avevano il patto che a partire della legge doveva condurre a Cristo, dopo di che venne Cristo e fece quello che sappiamo.
La mia osservazione è:

Come fanno gli ebrei a coesistere (teologicamente) con i precetti di una persona che loro dicono non sia il messia?
La Chiesa Cattolica o cristianesimo in generale, come fà a coesistere con una religione che ha delle norme ben specifiche da rispettare per essere ritenuti ebrei, come la circoncisione, ed altre usanze che i cristiani hanno comunque abolito?

Nelle tue risposte noto molta apertura mentale ed ecumenica, ma nella rigidità biblica, le cose non dovrebbero essere molto più nette e marcate?
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afterlife_taste
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Messaggio da afterlife_taste »

polymetis ha scritto: Parliamo dunque della salvezza dei non cattolici. Nel NT, che fa parte della Tradizione, si scrive: “Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.”” (Mc 16,16)
Questo versetto non dice che i non battezzati non si salvano, perché il testo parla solo di coloro ai quali è stato predicato il battesimo e lo rifiutano. Dunque il testo non permette di dire che se qualcuno è ignaro della necessità del battesimo, perché magari è vissuto in Tibet e non ha mai visto un prete in vita sua, sia condannato, perché qui il testo parla di un rifiuto della predicazione del battesimo. Ma a molti il battesimo non è mai stato predicato, dunque non hanno rifiutato nulla. E notate che si parla di predicazione del battesimo, non del semplice averne notizia. Perché non si può dire che un musulmano, che vive in Arabia, e sa a malapena che i cristiani esistono, abbia rifiutato il battesimo. Semplicemente nessuno gli ha mai presentato la fede cristiana in maniera credibile, e dunque costui non ha rifiutato proprio niente. Dunque la salvezza dei non cattolici dipende dal grado di consapevolezza che essi hanno del cattolicesimo, e dunque dal grado di consapevolezza del loro rifiuto. La conclusione è che anche un non cattolico può salvarsi. Il problema della sorte dei non battezzati, e nello soprattutto la sorte dei bambini non battezzati, fu dibattuto per secoli dai Padri della Chiesa, dunque se Urbano II fosse stato un papa con un minimo di accortezza storica, un buono studioso di patristica, avrebbe risposto che non c’era un parere uniforme della Chiesa su questo punto.
questa cosa non la capisco, se io non accetto semplicemente perchè non ci credo che Gesù sia stato Dio, per salvarmi dovrei andare contro me stesso, contro quello che penso e che è il mio "grado di consapevolezza"?? Dovrei dire "sì voglio salvarmi per l'eternità a cui non credo per cui accetto il battesimo"? spero di aver inteso male, altrimenti credente non ci diventerò neanche in un'altra vita
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Gabriele Traggiai
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Messaggio da Gabriele Traggiai »

Spostata nella sezione corretta.

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agabo
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Messaggio da agabo »

Ma perché mai dici che la mia lettura, che poi è quella della Nostra Aetate, farebbe sì che con la morte di Cristo non sia successo granché? Il fatto che al vecchio patto se ne affianchi uno nuovo, questa volta aperto a tutto, sarebbe cosa da poco? Quello di cui stiamo discutendo è solo se il vecchio patto si conservi: sul fatto che il nuovo sia superiore al vecchio, anche perché più inclusivo, non credo abbiamo divergenze.
Bene, il vecchio patto non si è conservato:
Ebrei 9:17 "Un testamento, infatti, è valido quando è avvenuta la morte, poiché rimane senza effetto finché il testatore vive." Cristo è morto, l' "affiancamento" del vecchio al nuovo patto è pura fantasia.
Galati 5:11 "Quanto a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perché sono ancora perseguitato? Lo scandalo della croce sarebbe allora tolto via. 12 Si facciano pure evirare quelli che vi turbano".
Tito 1:10 Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca;("Circoncisione" in questi testi sta per vecchio patto)
Romani 10:1 "Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati.2 Io rendo loro testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza.3 Perché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio;4 poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono."Romani 11:7 "Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti,"Romani 11:23 "Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; "
Galati 3:28 "Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù."
Ma questo versetto non parla affatto della soppressione del vecchio patto, scrive solamente che cosa accade a chi aderisce al Nuovo Patto. Infatti la tua citazione finisce con un “voi tutti siete uno in gesù Cristo”, quindi sta parlando a dei cristiani, che sono sotto il Nuovo patto. Per chi è sotto questo nuovo patto non ci sono più distinzioni tra giudeo o greco, perché nel nuovo patto queste distinzioni sono irrilevanti. Tuttavia non si vede come ciò possa farci concludere che il precedente patto è estinto. Infatti si dice che non conta più che tu sia un giudeo se e solo se aderisci al nuovo patto, ma non si dice che cosa capiti al giudeo che non vi aderisce. In quel caso infatti continueresti ad essere un giudeo che aderisce al patto precedente. Avevo comunque già in mente la possibilità che qualcuno facesse questa citazione, ed infatti nel mio precedente post scrissi: “Questo non vuol dire,comunque, che siccome i privilegi del passo cogli Ebrei sono eterni, Dio allora tratti gli Ebrei in maniera differente. Infatti, da capo, quei privilegi che gli Ebrei potrebbero avere in virtù del loro patto, noi cristiani li abbiamo in virtù del nostro patto, anzi, ne abbiamo di più. Come già detto bisogna solo guardarsi dal credere che siccome il nostro patto affianca il loro, allora automatiche lo abroghi.”
Noi cristiani abbiamo c’è gli stessi privilegi dei giudei (anzi di più), ed in virtù di un nuovo patto, che non fa differenze tra ebrei e gentili.
Bisogna, invece, guardarsi dal credere che il vecchio patto abbia ancora una validità perchè se è ancora valido, non importa in quale misura o per chi, Cristo è morto invano, come scrive Paolo. L'assurdità della tua affermazione è provata dal fatto che il vecchio patto avrebbe ancora oggi bisogno di un tempio e di sacrifici. C'è solo un piccolo particolare: il Tempio israelitico non esiste più, ma tu guarda!
Inoltre, se una cosa non è detta, significa che non è detta e il "non detto" non conta nulla. E' invece scritto chiaramente che solo la fede in Cristo salva e non potrebbe essere diversamente, altrimenti il sacrificio di Cristo sarebbe nullo. Solo chi non ha conosciuto Cristo sarà giudicato con altri criteri, ma Israele lo ha conosciuto e lo ha respinto e Paolo afferma che respingere Cristo significa respingere la salvezza.
“Ebrei 8:13 "Dicendo: «Un nuovo patto», egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire", come se quel "prossimo a scomparire" potesse durare chissà quanto!”
Ho contesto la tua lettura sue due elementi, che tu hai bellamente sorvolato: 1)Il termine greco impiegato per dire “prossimo” è utilizzato anche, in versetti da me già indicati (Ap 1,3 e 22,10), per parlare della fine del mondo (e questo perché Dio ha un metro temporale assai diverso dal nostro). Quindi l’abolizione del vecchio patto può essere prossimo quanto la fine dei tempi.
Va bene, fa pure durare quanto vuoi questo periodo di tempo: "prossimo". La tua logica, però, fa acqua: ti attacchi al significato di "prossimo" come "cosa non ancora avvenuta" e adesso affermi addirittura che ha il significato di "eterno". D'ora in avanti, quando qualcuno userà questo termine, cioè "prossimo", " dicendo magari "Ci vediamo prossimamente", potrà rifarsi al letterato Polymetis e dargli tranquillamente il significato di "ETERNO" !!! Il che può significare anche "MAI" perchè nulla qui è eterno. Perdi il senso del reale pur di sostenere un'idea sbagliata.
2)Dire che il Vecchio patto è abrogabile, introdurrebbe una contraddizione nella Scrittura (cosa che a me non farebbe né caldo né freddo ovviamente, ma suppongo che per un fondamentalista americano come te invece la cosa abbia un certo effetto). Introdurrebbe una contraddizione nella Scrittura perché tu mi avevi chiesto dove si dice il patto cogli Ebrei è eterno, ed io te li ho dati (Gen 17,7; Sal 105, 5-10). Abbiamo poi ricordato che San Paolo definisce le promesse di Dio “irrevocabili”. Orbene, se tra queste promesse ce ne sono alcune che danno dei privilegi\responsabilità ad Israele in quanto popolo, allora il fatto che Dio si mantenga nelle sue promesse implica il mantenimento dei privilegi e responsabilità per Israele in quanto popolo, perché per l’appunto questo era il contenuto della promessa. Ciò non vuol dire che solo gli Ebrei abbiano questi privilegi, come già detto chiunque aderisca al Nuovo Patto ha gli stessi privilegi e privilegi ulteriori. Una cosa comunque è chiara, Dio non ha ripudiato Israele: “Io domando dunque: Dio ha forse
ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. 2Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio.” (Rm 11,1-2)
Io non sono fondamentalista, sto alle Scritture e le interpreto col metodo storico-critico. Per contro, tu non le tieni in gran conto e lo si vede dai pasticci che fai nel maneggiarle.
Hai dimenticato che "eterno" non sempre in ebraico ha lo stesso significato che ha nelle lingue moderne. Ma a parte questo, le promesse di cui parli, Dio le fece ad Abramo, prima della circoncisione, esse sono basate sulla fede, non sul patto della legge. C'è tutto un discorso su questo, leggiti il cap. 4 della lettera ai Romani. Paolo, in poche parole, afferma che la legge, o vecchio patto, non poteva salvare, poteva solo far comprendere l'inutilità degli sforzi dell'uomo, Israele compreso, per giungere alla salvezza, salvezza che viene offerta come DONO a tutti, ebrei e pagani, col sacrificio di Cristo.
L'eternità delle promesse di Dio sono relative al Suo piano di salvezza, piano che prevedeva la caduta di Israele nonostante la sua elezione, e il loro vero compimento col sacrificio di Cristo. La "progenie di Abramo" come "la progenie della donna" (Genesi) prefigurano i redenti in Cristo. L'esperienza di Israele fu solo una dimostrazione dell'inutilità degli sforzi umani di adempiere il disegno eterno di Dio.
Ho letto tutto il brano, in vero ben noto, e non si vede cosa c’entri. Si dice che per l’appunto il vecchio patto è fondato su simboli, che dovevano alludere al Nuovo Patto. Ma ciò non dice nulla sull’abolizione del vecchio patto. Si dice solo che il Nuovo è superiore al vecchio, e che il vecchio prefigura il nuovo. Non si parla minimente di abolizione. Perché mai l’esistenza di una realtà più completa dovrebbe rendere abolita quella meno completa?
Semplicemente PERCHE' tu ragioni in modo diverso, sbagliato. E non sei in grado di comprendere quel testo. Concetti come "completa" e "più completa" non esistono, te li sei inventati di sana pianta, La verità sta nel fatto che il simbolo ha preso il posto della realtà che esso aveva il compito di annunciare, ergo, ciò che conta è la realtà, non l'ombra. Non fare l'errore di chiamare "Polymetis" la tua stessa ombra perchè finiresti in una casa di cura.
Due obiezioni: 1)Non c’è scritto da nessuna parte che il patto cogli ebrei sia stato abrogato, figurarsi dunque se c’è scritto da qualche parte che fu abrogato nel 70 d.C.; se ammettiamo inoltre che il patto sia scomparso, rendiamo la Bibbia contraddittoria dove dice che il patto era stato sancito come eterno.
Romani 4:14 "Perché, se diventano eredi quelli che si fondano sulla legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata;"
Galati 3:2 "Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede?"
Galati 3:5 "Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede?"

Vi sono molti testi, che a ricordarli tutti si farebbe prima a rileggersi tutto il Nuovo Testamento, che attestano la realtà che esiste una sola via per la salvezza: Gesù Cristo. Tu non trovi il verbo "abrogato" riguardo riguardo al vecchio patto? Ma non è la Scrittura che deve adattarsi alle tue idee, semmai, dev'essere il contrario.

Ma, di grazia, se Dio permette (vuole!) la distruzione del Tempio di Gerusalemme, e questa volta definitivamente, questo non ti dovrebbe riportare a ricordarti della distruzione del precedente Tempio, quello di Salomone? Quando Dio agiva allora con dei drammatici giudizi era per impartire una dura lezione a Israele, con la differenza che nel passato i Suoi giudizi erano seguiti da promesse di ristabilimento di Israele, nell'era apostolica no, se non con la fede in Cristo. E senza Tempio non può essere espletato il culto del vecchio patto. La distruzione definitiva del Secondo Tempio (oltre che di Gerusalemme e tutto ciò che allora accadde!) non è per te una prova tangibile della fine del vecchio patto. Ma che cosa ti aspettavi, la bomba atomica?
se ammettiamo inoltre che il patto sia scomparso, rendiamo la Bibbia contraddittoria dove dice che il patto era stato sancito come eterno. 2)Il significato della cortina che si squarcia, siccome essa celava il Sancta Sactorum, luogo della presenza di Dio, può essere banalmente che Dio non è più celato agli uomini dietro quella tenda, ma s’è manifestato sulla croce.Tra l’altro, mi preme dirlo, la distruzione del tempio non incide sulla tenuta del patto: gli ebrei seguivano il patto prima di avere il tempio salomonico, e hanno continuato a seguirlo dopo la distruzione del tempio nel 70 d.C.
Quando sembra che stai per imboccare la strada giusta, ecco che dèvii improvvisamente.
Il patto eterno Dio lo fa in riferimento alla salvezza, che fu dapprima rudimentalmente prefigurata. Hai dimenticato che prima del Tempio di Salomone c'era un Santuario semovibile.
Hai ragione, l'agnello che i patriarchi sacrificavano era già una prefigurazione del sacrificio di Cristo e questo evvenne prima che il santuario fosse costruito nel deserto e prima del patto israelitico. Ma Dio dette comunque ordine di costruirgli un santuario perchè in esso Egli potesse abitarvi, o come tu scrivi, "per manifestare la Sua presenza". Ma è proprio questo il punto: Dio ha ritirato per sempre la Sua presenza da Israele con tutto quello ne conseguì, come ho già descritto sopra.
Et-et, non aut-aut. La mia visione dà conto dell’eternità del patto, la tua no. Il popolo di Dio è dunque sia quello ebraico, in un senso, sia quello cristiano, che è a base etnica mista.
"Mista" si, ma devi includercene di etnie! Israele ha avuto la sua parte, essa è scritta nella storia dell'umanità, da questo non si prescinde. Oggi la realtà è tristemente nota: il popolo ebraico segue una "moneta" che non è più spendibile perchè è "fuori corso". Fuori corso, sì, ma messa sullo stesso piano di tutti: la salvezza per grazia per mezzo della fede in Cristo.
Ammesso e non concesso che tali punizioni siano avvenute davvero (cioè che Dio ne sia il responsabile), non si vede che cosa c’entrino.
Vedi, tu segui il verbo della tua chiesa, io seguo le Scritture. Gesù e gli apostoli credevano nell'autorità delle Scritture, la tua chiesa è "autoreferenziata" e dà valore a ciò che degli uomini, spesso moralmente discutibili, hanno tra loro confabulato e dato come "verità". Io credo al racconto biblico e credo che Dio ha punito il Suo popolo e che questo ha la sua importanza in tutto quello che si sta discutendo qui.
La punizione degli Ebrei infedeli nei casi da te citati non è stata infatti la perdita da parte di tutto Israele dell’elezione a popolo, ma banalmente la morte di quei singoli peccatori che meritarono la punizione divina. Dove sta scritto ad esempio che la morte di 70.000 persone a causa del censimento di Davide abbia inciso sul patto che regolava l’elezione di Israele a popolo di Dio. Al contrario queste episodi insegnano che, quale che sia la percentuale di ebrei coinvolti, Dio uccide quelle persone, e tuttavia il patto col proprio popolo persiste.
Dovresti parlare coniugando i tempi dei verbi al passato, sarebbe più chiaro e conforme alla realtà: Dio puniva il popolo con la morte e il rimanente FEDELE del Suo popolo beneficiava, ancora ma non per sempre e incondizionatamente, delle Sue promesse.
Da un punto di vista filosofico poi, dobbiamo declassare come antropomorfismi le espressioni bibliche che vorrebbero il male opera di Dio. Quando ci capita qualcosa di male, non è Dio che ci punisce, semmai siamo noi che, abbandonando la strada che lui ci ha indicato, ci mettiamo nei guai. Il male che ne viene è naturale conseguenza delle nostre azioni, non di un castigo divino che viene dall’esterno. Vale a dire che le condotte malvagie recano in se stesse la propria punizione, in base al proverbio “chi semina vento raccoglie tempesta”, perché chi si comporta male, e finisce per alienarsi la simpatia del prossimo, rischia che prima o poi le persone che ha irritato gliela facciano pagare. E’ più corretto dire che le disgrazie ad Israele siano capitate non perché Dio li abbia puniti, bensì al contrario perché ha lasciato ad Israele la libertà di seguire la propria strada, e dunque di auto-distruggersi. Dio dà così importanza alla nostra libertà, che ci concede anche la possibilità di farci del male da soli, ci dà la possibilità di metterci sulla cattiva strada. Ciò che conta è che, allorché vogliamo pentirci e tornare sulla retta via, Lui, che non si era mai allontanato, è lì che ci aspetta. Dobbiamo cioè interpretare le espressioni bibliche in cui si dice che Dio volge il suo sguardo da un’altra parte perché disgustato, come se ci fosse scritto che siamo stati noi in realtà a volgere lo sguardo lontano da lui. L’espressione letterale è ciò un modo rozzo per significare il concetto che io vi ho presentato in maniera più raffinata. Da questo punto di vista, uno degli autori dell’Odissea (giacché Omero, al pari di Mosè, forse non è mai esistito, e le loro opere hanno vari autori), uno degli autori dell’Odissea diceva, aveva una teologia più evoluta di alcune pagine antico testamentarie allorché scriveva “I mortali incolpano sempre gli Immortali delle sventure che essi invece si causano da soli, e chiamo fato la loro follia”. (Od. I, 40)
Bella scoperta: Dio non si adira così per caso, ma per la disubbidienza degli uomini! Non è Lui che condanna, ma è l'uomo che si autocondanna! Davvero una bella scoperta, perfino filosofica. Ma per piacere! E' ovvio che chi trasgredisce una legge si pone nella condizione di essere condannato. Ma di che cosa stiamo parlando? Che cosa cambia in realtà?
Non è possibile del resto che Dio si adiri, e dunque cambi idea su qualcosa, perché nulla, se è onnisciente, può sorprenderlo. Siccome egli conosce ogni cosa dell’avvenire in anticipo, sapeva già, allorché strinse cogli Ebrei il suo patto, quali sarebbero state le loro infedeltà future, e dunque, se Egli dichiarò eterno quel patto, non ci sono infedeltà che possano fargli cambiare idea. Come potrebbe infatti fargli cambiare idea qualcosa che egli sapeva già?
Credo anch'io che Dio si metta sul nostro piano ed usi un linguaggio a noi congeniale, ma la realtà delle cose non cambia: 70.000 morti non sono una bazzecola. Il Diluvio non fu una bazzecola, Israele sterminato dopo l'esoda dall'Egitto, non fu una bazzecola. Per costoro il patto con Dio era già bello e defunto. La promessa di Dio ... già ... sempre quella ... e la risposta è sempre la stessa: Dio, in effetti, non promise nulla a Israele, ma lo fece alla "progenie di ABRAMO", cioè, ai figli della fede. Israele fu un fallimento perchè non agì nella fede, ma con le opere. Dio non si fece sorprendere proprio perchè la Sua promessa Egli la fece alla progenie di Abramo di cui Israele costituì una parte, quella fallimentare.
La storia conforta invece tutto, visto che la Chiesa ha creato la raccolta di libri che tu oggi vorresti usare contro di lei, e l’ha creata proprio in quanto legittima erede del cristianesimo apostolico.
La chiesa cattolica non esistette fino al settantennio di Costantino-Teodosio, quindi sei costretto a specificare a quale "chiesa" ti riferisci.
Eventuali infedeltà di singoli figli della Chiesa al patto, non distruggono l’elezione della Chiesa, esattamente come le infedeltà degli Ebrei non hanno avuto alcuna ricaduta sull’eternità del loro patto.
Dal settantennio di cui sopra ai tempi moderni, riguardo alla chiesa cattolica, non è corretto usare dei termini di stampo "geovista" come "infedeltà di singoli" perchè non furono proprio dei "singoli" ma spesso di tutta la chiesa, sicuramente di tutta la sua gerarchia clericale.
E già nell’altra discussione avemmo modo di dire come ciò fosse una boiata. Il cristianesimo era variegato prima di Costantino, e lo sarà anche dopo.
Errato. Nel settantennio Costantino-Teodosio la chiesa fu "una, cattolica e romana", tutte le altre correnti cristiane furono sterminate da leggi politico-religiose. Si salvarono solo quelli che riuscirono a sfuggire a quell'ideologia del massacro.
Il problema però non è se sia variegato, ma se esista una corrente che risalga agli apostoli. Non è che, se esistono tante correnti, allora, per il solo fatto che ne esistono tante, nessuna di queste è vere. Ci può benissimo essere una corrente che risale alla Chiesa apostolica, affiancata da altre, non legittime, magari nate già da fine primo secolo, senza però mandato apostolico.
Questo è un discorso ideologico. Innazitutto, se c'era una corrente che aveva centrato esattamente una dottrina, la storia di quei tempi testimonia che ne ne centrava altre; questo è testimoniato dalla divisione che i cisiddetti "Padri" avevano tra di loro su alcuni punti dottrinali importanti. I cristiani del periodo pre-Nicea avevano pari dignità di esistere e di professare la loro fede. Tutti reclamavano la loro discendenza dagli apostoli e, in ogni caso, non è la dottrina cosiddetta "ortodossa" che abbia valore rispetto al sacrificio di Cristo. Il messaggio cristiano si diffuse rapidamente attraverso tutto l'impero romano, eppure si trattava di un cristianesimo molto variegato dottrinalmente. Il "mandato apostolico" non fu affidato che agli apostoli, in seguito tutti i cristiani pretesero d'esserne i veri interpreti.
Quello che interessa è che Costantino non ha affatto creato la Chiesa Cattolica, così come non l’ha creata Teodosio rendendola religione di Stato. Semplicemente ambo questi imperatori si sono rivolti ad una di queste correnti, che già esisteva, ed era già strutturata gerarchicamente al suo interno, dandole un riconoscimento statale.
Completamente falso. Costantino ed Eusebio fuorno i registi di tutto. Costante, figlio di Costantino era filoariano.
A parte questo il progetto politico di fondo era già preordinato: unificare ad ogni costo le varie correnti cristiane, anche con la forza. Falsa anche l'affermazione che Costantino non ha creato la chiesa di Stato: l'ha creata escludendo tutte le correnti che reputò eretiche e non funzionali al suo piano politico, e foraggiò con tutta una serie di provvedimenti l'unica adatta ai suoi scopi:
- esiliò ed esproprio dei beni degli "eretici"
- esentò dalle tasse il clero cattolico e assicurò una "prebenda" a tutti i religiosi di professione, anche ai chierici e a delle donne "monache"
- costruì di molte chiese per il culto al punto da impoverire le casse dello Stato

Ti potrei fare un lista di altre cosette, ma ti rimando al libro diGiovanni Filoramo "La croce e il potere" (Ed. Laterza).
La Chiesa Cattolica esisteva già, già era strutturata gerarchicamente, e già diceva di se stessa che essa risaliva agli apostoli.
Falso: la chiesa cattolica non esisteva prima del Concilio di Nicea, nessuna chiesa aveva un nome e soprattutto nessuna aveva una gerarchia; esse erano governate dai vescovi locali, che avevano un'autorità limitatissima.
Il problema se davvero risalisse agli apostoli va trattato a parte, ma certamente non si può dire che questa Chiesa, con queste pretese, sia nata all’epoca costantiniana. Lo documentai nell’altra discussione, seppellendo Agabo di citazioni patristiche pre-costantiniane, che ovviamente non si degnò di commentare, perché di storia antica e di patristica non sa nulla, nelle quali si vede chiaramente l’esistenza di una Chiesa gerarchica che definisce se stessa in base alla successione vescovile che risale agli apostoli, e di come tutti i membri di questo vero e proprio clero si riconoscano vicendevolmente come parti della stessa Chiesa sulla base del godere o meno di questa successione vescovile apostolica.
Sicché, da capo, la Chiesa Cattolica, con la sua struttura, esisteva da prima di Costantino, che si limitò a darle un riconoscimento ufficiale (anche perché, con astuzia politica, Costantino dovendo rivolgersi ai cristiani per trovare una stampella al suo potere non c’è rivolto ad un gruppo a caso, ma a quello più grosso e meglio organizzato, la Grande Chiesa appunto).

Io non ne so niente come non ne sai niente tu. Tra i cosiddetti "padri" ve ne furono dei malandrini, arrivisti, violenti e ideologi antigiudaici, sì, di quei giudei il cui patto tu dici sia eterno, alcuni di quei padri (come Atanasio e Cirillo) là li eliminavano fisicamente !!! Riguardo alle mie mancate risposte, ti ripeto quello che scrissi allora: non vado dietro alle tue tesi, non me ne frega proprio niente di quello che certi "padri" hanno scritto e di quello che teorizzi tu.
"seppellito" io? Vaneggi! I cosiddetti padri della chiesa, ai quali fai riferimento, non furono né "padri" né "cattolici" e, oltre a contraddirsi tra loro, teorizzarono l'antigiudaismo. Il termine "cattolico" aveva il senso di "completo, universale" e non indicava un gruppo di seguaci di Cristo, ma qualificava il MESSAGGIO di Cristo che è per sua natura destinato a tutti.
La cosiddetta "successione apostolica" è un'invenzione. Se i catto-costantiniani non avessero massacrato gli appartenenti alle altre correnti cristiane, anche queste ultime avrebbero potuto avanzare la stessa pretesa di apostolicità. Ma solo in teoria perchè in pratica essa teoria è indimostrabile. La verità è che Costantino ha dato una certa preminenza ai vescovi di Roma. Ma lo ha fatto lui. Il resto è tutto una ricostruzione basata anche su dei falsi storici.
Se poi questa Chiesa avesse o meno ragione di dire che risaliva agli apostoli, è tutt’altro problema, ma certo non nacque all’epoca costantiniana. Costantino non l’ha creata, ne ha solo sposato la causa. Sarà Teodosio poi a farla assurgere a religione di Stato.
Falso anche questo. Come ho ricordato sopra, fu Costantino a fare assurgere delle leggi di natura religiosa a leggi di Stato e a foraggiare di beni UN SOLO GRUPPO CHE GUARDA CASO, FU LO STESSO CHE SI RAFFORZO' CON LE LEGGI TEODOSIANE. In ogni caso, da Teodosio in poi, la chiesa cattolica divenne quella che è con la forza bruta dell'impero. Non c'entrano, quindi, assolutamente niente concetti come "corrente maggioritaria", "successione apostolica" ed altre amenità. Nulla si potè fare contro la forza dell'impero romano e della rigidità del suo modo di applicare le leggi, leggi religiose che non differivano da quelle civili in quanto alla severità della loro applicazione.
Quanto al problema se questa corrente, che era circondata da altre correnti, fosse davvero la Chiesa risalente agli apostoli, è facile rispondere.
Circondata da quali "altre correnti" che non fossero state messe al bando? Citane un paio.
La risposta è che non conviene affatto ai protestanti negare che questa corrente fosse legata con un filo rosso alla Chiesa apostolica, per la banalissima ragione che è questa corrente che tra II e IV secolo ha scelto il nostro attuale Nuovo Testamento.
La chiesa cattolica si è APPROPRIATA dei libri del canone. Poi, un certo oscuro e malvagio ometto, Atanasio, tanto cattivo quanto piccolo, che perfino gli imperatori del tempo ne diffidarono al punto da esiliarlo per cinque volte (una volta per tre anni!), che fece stragi di ebrei e di cristiani di altre correnti, che tramava ora con gli uni, ora con altri, il cui interesse era più politico che religioso e che bramava fino allo spasimo il seggio vescolvile, "presentò" il canone. Dico che lo "presentò", ma dove sono i suoi meriti? Immaginatevi degli operai che assemblano i pezzi di un'automobile vantarsi d'esserne i costruttori !!! E dove starebbero gli ingegneri progettisti, i tecnici delle varie tecnologie, i chimici, i disegnatori ecc. ecc.? Chi assembl i pezzi di un'automobile può vantarsi d'aver costruito l'automobile così come Atanasio poteva vantersi (e con lui tutti i cattolici che la pensano come Polymetis) d'aver COSTRUITO l'automobile !
Lo ripeto: se Agabo dice che la Chiesa Cattolica è nata dopo Costantino, allora l’attuale Nuovo Testamento è comunque un prodotto cattolico, perché l’attuale canone con tutti e soli i 27 libri attuali non esiste prima del 367 d.C., data della sua prima attestazione in una lettera di uno degli esponenti della Grande Chiesa, Atanasio.
Tenetevelo pure il vostro "Sant'Atanasio" (sì, perchè questo assassino e stato fatto santo!). Il mistificatore non ha fatto altro che presentare una lista di libri del NT già da tempo completa. Ma se di merito si deve parlare, ancora una volta esso va attribuito alle convenientze degli imperatori che capivano benissimo che non poteva esservi unità religiosa dell'impero senza un accordo sui libri da considerare canonici.
Sì, Polymetis, vi sarebbe un forte imbarazzo tra i protestanti se affrontassero seriamente questa questione, ma non solo tra i protestanti, anche tra i cattolici; i cattolici dovrebbero battersi il petto per le loro colpe, l'aver calato le braghe davanti agli imperatori romani su tutto, svendendo tutto per i loro tornaconti non proprio spirituali.
Questo non vuol dire che nel IV secolo si sia passato da un canone a 0 libri ad un canone a 27. Già a fine II secolo erano canonici, nella Grande Chiesa, circa 22 dei 27 libri attuali, ma per l’appunto, ripeto, nella Grande Chiesa, cioè in questo insieme di persone che dicevano di appartenere ad una Chiesa che distingueva se stessa dagli eretici in base ad una successione vescovile. Ma di questo canone parziale di fine II secolo, i negatori della Chiesa Cattolica, non se ne fanno nulla, e per due motivi:
1)Questo canone parziale di fine II secolo è sempre comunque un canone della Chiesa Cattolica. Come lo sappiamo? Ce lo dicono gli stessi autori in cui troviamo questi abbozzi di canone, Ireneo ad esempio, a quale Chiesa essi appartenessero. Ci dicono che appartengono alla Chiesa che si basa sulla successione vescovile, e dunque ci danno il criterio per dire che la loro Chiesa è la stessa dell’epoca post-Costantiniana e della Chiesa Cattolica attuale.
2)I negatori della Chiesa Cattolica non se ne fanno niente di questi canoni parziali attestati tra II e III secolo per la banalissima ragione che tutti costoro vogliono tenersi un canone a 27, non a 22, a 25 o a 26 libri. Per avere il canone attuale bisogna cioè necessariamente passare per la Chiesa post-costantiniana del IV secolo, visto che prima non c’è il canone che essi ritengono la Parola di Dio. Un protestante non può tollerare neppure la perdita di un libro.
Come ho già detto, la chiesa dei primi tre secoli fu tutt'altro che unita; il resto cioè quale e di quanto fosse grande un certo gruppo, non fa testo, la maggioranza non ha ragione perchè è tale questo è elementare. In quanto a ireneo egli non era cattolico perchè visse tra il 130 e il 202, mentre la chiesa cattolica nacque nel settantennio post Nicea. Per il resto, vale quanto scritto sopra, le testimonianze raccolte fino alla fine del 3° secolo ci parlano di una raccolta quasi completa, ma se pure fosse, chi ha messo insieme tutti i libri del NT non ha più merito di chi assemble tutte le parti di un'automobile (vedi l'esempio già fatto sopra).
Comunque, stiamo discutendo di altro, non del canone. Non dimenticare che stiamo parlando della chiesa Costantino-teodosiana, cosiddetta cattolica-romana, quella che fece stragi di pagani, ebrei e cristiani confratelli per affermarsi.
Sembra di rivedere le cose di allora con gli occhi di chi guarda quello che accade oggi: si parla della piaga della pedofilia clericale cattolica e si fa di tutto per distogliere l'attenzione dei media parlando delle pseudo apparizioni mariane.
Una serie di boiate. Il Credo apostolico innanzitutto non è il credo niceno, bensì una formulazione più breve, che risale a prima.
Guarda che mi stai dando ragione: "più breve" non significa "altra cosa".
E il credo niceno, tra parentesi, non è neppure il credo attuale, visto che quello attuale è il niceno-costantinopolitano. Non si vede inoltre come la stesura del Credo niceno possa dirci che la Chiesa prima non era un’istituzione. In primis i Concili non creano dogmi, ma li ribadiscono.
I Concili, da Nicea in avanti, hanno codificato e reso le loro decisioni come leggi dello Stato. Se prima, cioè, chi non fosse stato d'accordo faceva quello che gli pareva, dopo le decisioni conciliari chi non era d'accordo era perseguitato dalla chiesa e dallo Stato.
A Nicea non s’è inventata la divinità del figlio, ma la si è ribadita contro Ario. I Concili cioè non innovano. In seprossimoil culto del vecchio patto.

La distruzione definitiva del Secondo Tempio (oltre che di Gerusalemme e tutto ciò che allora accadde!) non è per te una prova tangibile della fine del vecchio patto. Ma che cosa ti aspettavi, la bomba atomica?
se ammettiamo inoltre che il patto sia scomparso, rendiamo la Bibbia contraddittoria dove dice che il patto era stato sancito come eterno. 2)Il significato della cortina che si squarcia, siccome essa celava il Sancta Sactorum, luogo della presenza di Dio, può essere banalmente che Dio non è più celato agli uomini dietro quella tenda, ma s’è manifestato sulla croce.Tra l’altro, mi preme dirlo, la distruzione del tempio non incide sulla tenuta del patto: gli ebrei seguivano il patto prima di avere il tempio salomonico, e hanno continuato a seguirlo dopo la distruzione del tempio nel 70 d.C.
Quando sembra che stai per imboccare la strada giusta, ecco che dèvii improvvisamente.
Il patto eterno Dio lo fa in riferimento alla salvezza, che fu dapprima rudimentalmente prefigurata. Hai dimenticato che prima del Tempio di Salomone c'era un Santuario semovibile.
Hai ragione, l'agnello che i patriarchi sacrificavano era già una prefigurazione del sacrificio di Cristo e questo evvenne prima che il santuario fosse costruito nel deserto e prima del patto israelitico. Ma Dio dette comunque ordine di costruirgli un santuario perchè in esso Egli potesse abitarvi
Quali sarebbero le innovazioni gerarchiche introdotte da Nicea, caro Agabo? Li hai letti i canoni di questo Concilio? Non vedi che essi presumono una Chiesa già strutturata, ed infatti ne parlano considerandola già tale?
E' qui che casca l'asino! Io faccio queste affermazioni perchè HO LETTO TUTTI I CANONI DEL CONCILIO DI NICEA e, come dovresti sapere, vi sono parecchie innovazioni che hanno rivoluzionato i rapporti della chiesa costantiniana con tutto il resto del mondo. Faccio un esempio: il 19 giugno 325 venne riconosciuta la preminenza di alcune sedi patriarcali in modo canonico tra le quali Roma ha un particolare primato: «In Egitto, nella Libia e nella Pentapoli", una cosa inaudita e che aprì la strada al cosiddetto "primato petrino", un preteso primato che aprì quasi immediatamente la lotta tra fazioni perchè, per esempio, le chiese africane non riconoscevano il suddetto canone conciliare (vi fu anche un tentativo di falsificare detti canoni).
L’affermazione è tanto corretta quanto irrilevante. I membri del clero della Chiesa, grazie all’alleanza col potere imperiale, si sono trovati col potere di perseguitare gli oppositori. Prima non ce l’avevano questo potere, ma non vuol dire che allora non esistessero. La Chiesa esisteva già da prima, semplicemente, dal IV secolo in poi, grazie al connubio col potere, il suo clero ebbe la capacità di reprimere le altre correnti, anch’esse esistenti già da prima.
Se ho capito bene, è "irrilevante" che l'opposizione, per questioni dottrinali, venga repressa nel sangue. Grazie Polymetis, c'è stato un bagliore di lucidità nella tua mente: possiamo anche chiudere qui questa discussione. Per la chiesa cattolica fu giusto reprimere con la violenza, massacrare gli oppositori, perchè gli imperatori romani potessero ottenere la loro tanto sospirata unità (meglio chiamarla "uniformità"). Di che altro c'è bisogno?
Non è la Chiesa che fu antisemita, ma il parere per l’appunto di alcuni dei Padri che citi, che, nella misura in cui tale parere non trova riscontro nei dogmi della Chiesa, rimane per l’appunto un parere loro, e non della Chiesa.
Polymetis è ritornato nella confusione dopo quel breve barlume di lucidità. Solo poco prima inneggiò ai "padri" riguardo ai loro presunti meriti a proposito del canone, ora li vede come unici responsabili dell'antisemitismo che si scatenò, non verbalmente, ma con le stragi! Troppo comodo. Le stragi di Ebrei, per non parlare di altri, fu voluta dalla gerarchia clericale di Roma ed eseguita con ferocia da parte di membri zelanti della chiesa. Ma, lo sappiamo, il concetto di chiesa è mutabile: varia a seconda delle circostanze; a volte è la gerarchia, altre volte non si sa chi ...
Una contraddizione notevole. Se non conosci la Chiesa Cattolica, che ne sai di suoi eventuali misfatti (che tra l’altro non esistono)? E se non conosci la Chiesa Cattolica, come puoi escludere che vi sia qualcosa nella dottrina cattolica che renda conto e giustifichi i misfatti di alcuni chierici, qualcosa che tu non conosci?
intanto ho scritto che è vero "in parte", che non la conosco. Credo che molti cattolici la conoscano molto meno di me. Ma conosco la storia che si interessa della chiesa cattolica.
Poi, perchè ricorri a furbizie da baraccone? Che la chiesa sia stata stragista deve averlo scritto nella sua dottrina? Non occorre: l'ha scritto nel suo DNA.
Nemmeno i mafiosi vanno in giro con la scritta in fronte: "Sono un mafioso"!
Giustificare non nel senso di rendere quei misfatti un bene, ma nel senso di renderli ininfluenti al fine del giudizio sulla Chiesa.La chiesa Cattolica chiama se stessa “santa” non perché i suoi membri siano i più buoni tra tutti quelli al mondo (cosa invero possibile, ma difficile da dimostrare), bensì chiama se stessa santa perché santificata dalla presenza di Cristo.
Se qualcuno ammazzasse te o un membro della tua famiglia per questioni dottrinali lo giudicheresti "ininfluente"? Stai affermando che Cristo santifica la chiesa, non perchè è guidata dallo Spirito, quello Spirito che porta la vera pace, ma perchè ha ideologizzato e praticato l'omicidio di massa?
Guai se basassimo la santità della Chiesa su quella dei suoi membri, perché nessuna chiesa si salverebbe, essendo ciascun uomo peccatore ed in sé non meritevole della salvezza.
Stai parlando in astratto perchè la chiesa è/sono i suoi membri. Eppoi, stai sviando alla grande: il POPOLO DI DIO, non è la chiesa cattolica, la tua equazione chiesa cattolica=chiesa di Cristo è del tutto errata. La tua è la chiesa costantinopolitana, voluta e creata da imperatori romani e nulla ha a che vedere, in quanto istituzione (non giudico quei suoi bravi e buoni membri) col popolo di Dio. La chiesa apostolica era perseguitata mentre la chiesa costantiniana ha perseguitato tutti, anche i suoi stessi fratelli in fede, cristiani come loro.
Certo, noi possiamo riconoscere se dei singoli siano o meno discepoli di Cristo vedendo quanto amino, ma non possiamo fare la stessa operazione non la Chiesa nel suo insieme, che è composta da un numero sterminato di persone che non riusciremmo mai a conoscere.
Tutte cose tanto vere quanto irrilevanti. Non occorre abolire il vecchio patto cogli Ebrei per dar conto del fatto che il popolo di Dio possa essere di ogni razza. Se infatti, come dicevo, al vecchio patto se ne affianca uno nuovo, e quest’ultimo non è a base razziale, ma sulla base della fede in Cristo, allora il popolo di Dio è aperto a tutte le genti, a prescindere dal fatto che sussista ancora il patto cogli Ebrei. E’ come se uno stato decidesse di concedere la cittadinanza in base ad una regola, ad esempio lo ius sanguinis, ma poi decidesse di ampliare questa regola, senza abolire la precedente, mettendosi anche lo ius soli. Lo ius sanguinis continua a funzionare, e dunque i figli dei cittadini di quello stato, anche se nati all’estero, sono cittadini dello stesso stato dei genitori. Al contempo però s’è aggiunto pure lo ius soli, e dunque chi nasce in quello stato, a prescindere dal fatto che sia figlio di genitori che abbiano o meno quella cittadinanza di quello stato, avrà comunque la cittadinanza di quello stato. Vale a dire che i versetti neotestamentari in cui si dice che il popolo di dio non ha barriere, si giustificano in virtù del nuovo patto, ma nulla vieta che sia valido ancora pure il patto precedente. E dunque sarà sia vero che sono popolo di Dio gli ebrei, sia che sono popolo di Dio coloro che hanno fede in Cristo. Dunque da capo dobbiamo dire che non c’è scritto da nessuna parte che Dio abbia cancellato il patto con Israele, anzi, si dice che è eterno ed irrevocabile. E come tale, indipendente da eventuali malefatte degli Ebrei.
Argomento già trattato sufficientemente sopra.
Ma qui non si parla di chi sarà salvato, ma di chi faccia parte del popolo di Dio.
Bene, chi uccide non sarà salvato, nemmeno chi è mandante di assassinii, ergo, non fa parte del popolo di Dio.
Il Nuovo testamento, per chi non l’avesse ancora capito, è la trascrizione parziale della fede della Chiesa Cattolica, la trascrizione della tradizione. Sicché il NT è un catechismo cattolico. Il brano di Gal riportato, ovviamente non c’entra nulla. Non parla di abolizione del patto con gli Ebrei, e si limita a dire quali sono i frutti dello Spirito di coloro che aderiscono al Nuovo Patto. Il fatto che questi frutti siano meravigliosi, ovviamente non ci dice nulla né in positivo né in negativo sui frutti del vecchio patto.
Stiamo parlando dei misfatti della chiesa cattolica, non deviare. La tua chiesa non ha dimostrato il frutto dello Spirito, quindi è un'istituzione prettamente umana, un fenomeno storico-religioso e in quanto tale è ben lungi dall'essere "popolo di Dio". Questo non significa che dei suoi singoli membri, come in ogni altra realtà religiosa e non, non possano essere partecipi dell'azione dello Spirito. Ma Paolo ha anche indicato quelli che ha definito "i frutti della carne" i quali si adattano sin troppo bene alla politica della chiesa cattolica, alla sua storia e alla sua vera natura.
Commetti il solito errore. In primis perché dai crimini di una persona, cioè ad esempio il fatto che un ladro è un ladro, non si vede come tu possa passare a dire che sono i crimini della denominazione cui appartiene. Perché scambi un sottoinsieme con un insieme?
Scusami, dovevo scrivere "ladri", al plurale per non contraddirmi (!). Bene e allora sia: Ladri e assassini. Molti papi lo sono stati, molti della gerarchia clericale cattolica e non solo quello, ma anche lussuriosi, imbroglioni, bugiardi ... se vuoi continuo ...
:risata:
E poi, stiamo molto attenti a cosa facciamo quando giudichiamo una persona, perché ci sono giudizi di due tipi. Se dico che una persona che ha rubato è un ladro, il mio giudizio riguarda il fatto che chi ruba rientra nella categoria dei ladri. Ma Agabo fa un passo ulteriore, infatti dice: se è un ladro, allora è una persona malvagia. Questo è il problema: Agabo pretende di etichettare una persona in base ad una sua condotta, di riassumere la sua vita sulla base di quella condotta, e di stabilire che quella singola persona è malvagia, e addirittura rigettata da Dio. Anzi, fa l’errore di identificare queste singole persone con le loro rispettive Chiese, e dunque non si limita a dire che una Chiesa è ladra, ma che, in quanto ladra, è malvagia e rigettata da Dio.
Io invece vi invito a distinguere l’errore dall’errante, e a condannare il ladrocinio, lasciando però il giudizio sul singolo ladro a Dio. Giudicare un male l’ omicidio, non implica cioè il poter giudicare male un omicida, e dire che è malvagio. Noi infatti non sappiamo né perché abbia rubato, né se la sua azione sia rappresentativa di tutta la sua vita o se sia un fatto episodico. Agabo invece ha la malizia del predicatore col dito puntato, pronto a dire che la tal persona sarebbe malvagia, quindi peccatrice e rigettata da Dio. E’ un atteggiamento senza dubbio arrogante, specie perché, dinnanzi alla manifesta ignoranza storica delle sue argomentazioni, che si palesa in ogni post, la protervia con cui costui pretende di distribuire patenti di bontà e di accettazione o meno da parte di Dio lascia sgomenti.
Ma guarda, se un giudice spedisce in galera un assassino o un violento ecc. deve stare attento d'ora in avanti. Ma di che cavolo stai parlando, Polymetis? Ti stai arrampicando sui vetri. Qui non si discute di ladri di galline che rubano per sfamare la famiglia. Ti piacerebbe un quadretto così romantico da appiccicare alle storie infami che hanno caratterizzato la chiesa cattolica. Tu parli di "arroganza", non di buon senso, come sarebbe logico. Un mafioso resta un mafioso e se si pente è un mafioso pentito, ma sempre mafioso resta nel giudizio. Pardon! Devo parlare al plurale, quindi, si legga "mafiosi"!
:risata:
Il giudizio sull’azione di un’altra persona può darsi che spetti anche a te, quanto al giudizio sulla persona, spetta solo a Dio.
Come dicevi tu sopra: Irrilevante! Quando uno trasgredisce una legge, va in galera. E il giudizio che spetta a Dio non esime il genere umano di praticare una giustizia civile che il comune senso sociale approva e definisce con i giusti criteri.
Temo che invece tu debba fidarti della Chiesa Cattolica, e postulare che essa sia la parola di Dio, altrimenti non potresti sapere se il brano di Galati che citi sui frutti dello Spirito sia parola di Dio, in quanto questi scritti neotestamentari sono il canone della Chiesa Cattolica. Perché mai tu ti rifai ad una raccolta di Scritti messi insieme nel IV secolo onde sapere qual è la parola di Dio, se consideri quegli uomini dell’epoca costantiniana dei perversi peccatori?
Stai vaneggiando? Stai dicendo che oggi, indipendentemente da chi ha proposto il canone, solo la chiesa cattolica è in grado di spiegare il testo di Galati che io ho citato? Perchè? Spiega perchè non possa farlo un teologo calvinista o luterano o valdese, per esempio.
Ultima modifica di agabo il 17/10/2013, 18:18, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da deliverance1979 »

agabo ha scritto:Stai vaneggiando? Stai dicendo che oggi, indipendentemente da chi ha proposto il canone, solo la chiesa cattolica è in grado di spiegare il testo di Galati che io ho citato? Perchè? Spiega perchè non possa farlo un teologo calvinista o luterano o valdese, per esempio.
Difatti in una vecchia discussione simile si era giunti alla conclusione che all'inizio del cristianesimo primitivo, quando esistevano diverse correnti di pensiero, dopo una lotta filosofica e non solo, alla fine la Chiesa Cattolica ebbe la meglio su tutte le altre correnti, che però erano contingenti al Cristo ed ai primi discepoli.

Ora il problema è che di quelle chiese si è persa traccia, motivo per cui Poly disse che c'è stato un volere supremo a far si che la Chiesa Cattolica fosse la prescelta....

Per forma mentis mi ritrovo di più con il discorso di Agabo..... :strettamano:
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Messaggio da agabo »

Lo ripeto: se Agabo dice che la Chiesa Cattolica è nata dopo Costantino, allora l’attuale Nuovo Testamento è comunque un prodotto cattolico, perché l’attuale canone con tutti e soli i 27 libri attuali non esiste prima del 367 d.C., data della sua prima attestazione in una lettera di uno degli esponenti della Grande Chiesa, Atanasio.

CHI FU ATANASIO (Sant'Atanasio, per la chiesa cattolica e quella Ortodossa)?
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Messaggio da Siegil »

Faccio notare che ai fini del discorso non importa niente chi fosse Atanasio, importa invece il fatto che la prima attestazione che esattamente i libri del Nuovo Testamento attuale, fossero ritenuti quelli sacri ed ispirati da Dio, risalga appunto ad una lettera scritta da Atanasio nel 367. In altre parole nel corso dei primi secoli l'idea di fondo che alcuni libri fossero ispirati era presente, ma c'era molta varietà di opinione su quali fossero precisamente questi libri. La lettera di Atanasio fornisce la prima attestazione dell'opinione che oggi è prevalente tra i cristiani, e cioè che i libri ispirati fossero quelli che oggi chiamiamo Nuovo Testamento.
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Messaggio da agabo »

Siegil ha scritto:Faccio notare che ai fini del discorso non importa niente chi fosse Atanasio, importa invece il fatto che la prima attestazione che esattamente i libri del Nuovo Testamento attuale, fossero ritenuti quelli sacri ed ispirati da Dio, risalga appunto ad una lettera scritta da Atanasio nel 367. In altre parole nel corso dei primi secoli l'idea di fondo che alcuni libri fossero ispirati era presente, ma c'era molta varietà di opinione su quali fossero precisamente questi libri. La lettera di Atanasio fornisce la prima attestazione dell'opinione che oggi è prevalente tra i cristiani, e cioè che i libri ispirati fossero quelli che oggi chiamiamo Nuovo Testamento.
Da che cosa deduci che la lettera di Atanasio sia "la prima attestazione ..." ? Che cosa ne sai di Atanasio a riguardo, soprattutto dove attinse le sue informazioni?
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