Fobia sociale - Non dargliela vinta

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sconvolta
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Messaggio da sconvolta »

Mauro Guardascione ha scritto:
sconvolta ha scritto:
Mauro Guardascione ha scritto:ah dimenticavo, voglio laurearmi in psicologia infantile, anche se non dovessi esercitarla, almeno vorrei aiutare chi soffre, meglio prevenire che curare, si passano le pene dell'inferno.
Bravissimo per quello che ti proponi di fare e per averne parlato qui! Io posso capirti perchè ci sono passata ed è bene parlarne per poter aiutare tantissime persone che ne s :bravo: :appl: :appl: :appl: :strettamano: :ok: :ok: :ok: :ciao: :ciao: offrono. Per esempio ,leggendo qui ho capito che la mia non era solo eccessiva timidezza che mi ha fatto soffrire da sempre e mi ha bloccato in tante cose.Auguri per un'ottima riuscita dei tuoi proponimenti
non era solo eccessiva timidezza
Mi era sfuggito questo. Ma è timidezza eccessiva, solo che potrebbe sfociare in ansia sociale, perciò si dice da non confondere con la timidezza, cioè quella non patologica.
No,non era solo timidezza eccessiva adesso lo so,ma ancora non me la sento di raccontare la mia vita e i miei grandi dolori che mi hanno fatto sfiorare la pazzia e il suicidio! Chi mi conosce dice che potrei scrivere un romanzo di tutto quello che ho passato. Comunque,vorrei un consiglio per una mia amica che ha una bambina di 12 anni e soffre di questo disturbo ma non sa come curarla, mi potresti indicare qualcosa? grazie. :grazie: :ciao: :ciao:
I principi di Brooklyn non possiedono la verità:questa è la causa reale che li ha costretti, e li costringe anche ora,a ritrattare continuamente ciò che hanno proclamato ieri o decine di anni addietro,come verità biblica e divina. (Gunther Pape)
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dolores
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Messaggio da dolores »

La paura è alla base di tutte le nostre angosce.
E' la radice dei nostri limiti e delle nostre catene.
Ma non devi "vergognarti" sull'eventuale giudizio degli altri. Capisco che per un uomo sia più difficile, rispetto a noi donne, poter parlare dei propri timori, perchè temi che ne vada di mezzo la tua identità sociale, quella che tutti vogliono aggressiva e vincente.
Eppure un uomo che ammette i propri limiti è assolutamente più vero.
Chi riconosce la propria paura è già uno che l'ha sconfitta.
Ti abbraccio! :bacino:
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Messaggio da Mauro »

X sconvolta.

La cosa da fare è rivolgersi ad uno psicologo ovviamente, la cura più efficace è la psicoterapia cognitiva comportamentale, ci sono degli esercizi da svolgere, anche cose banali. Come ho detto prima, questo disturbo veniva confuso come semplice timidezza, ripeto che inizia con una timidezza eccessiva ma sfocia in una fobia sociale, l'aiuto lo si chiede solo dopo una 10ina di anni, quando si arriva a depressione. Cmq io non ho fatto nessuna psicoterapia, come ho detto ne sono uscito da solo.
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Comunque pare che il decorso sia questo.

Bambino-ragazzino timido come tanti.........adolescente con disturbo evitante di personalità (evita le situazioni che creano ansia) ........adulto, ansia sociale.
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x Mauro e Dolores

Messaggio da Mentalist »

Mauro Guardascione ha scritto:Comunque pare che il decorso sia questo.

Bambino-ragazzino timido come tanti.........adolescente con disturbo evitante di personalità (evita le situazioni che creano ansia) ........adulto, ansia sociale.
Salve,

una persona a me molto cara mi ha confessato di vivere il fenomeno della depersonalizzazione, legata ad ansia e a pensieri intrusivi. Siamo stati insieme da un professionista che ci ha tranquillizzato. Vorrei essere maggiormente d'aiuto a questa persona riuscendo a comprendere quali tasti usare per permettergli di raccontarmi il suo mondo interiore ma è molto difficile.
Grazie per la vostra testimonianza in qualche modo mi ha aiutato.

Un grosso in bocca al lupo

P.S.

Se avete conosciuto la depersonalizzazione vorrei me ne parlaste, grazie e scusate l'invadenza.
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MENTALIST ha scritto:
Mauro Guardascione ha scritto:Comunque pare che il decorso sia questo.

Bambino-ragazzino timido come tanti.........adolescente con disturbo evitante di personalità (evita le situazioni che creano ansia) ........adulto, ansia sociale.
Salve,

una persona a me molto cara mi ha confessato di vivere il fenomeno della depersonalizzazione, legata ad ansia e a pensieri intrusivi. Siamo stati insieme da un professionista che ci ha tranquillizzato. Vorrei essere maggiormente d'aiuto a questa persona riuscendo a comprendere quali tasti usare per permettergli di raccontarmi il suo mondo interiore ma è molto difficile.
Grazie per la vostra testimonianza in qualche modo mi ha aiutato.

Un grosso in bocca al lupo

P.S.

Se avete conosciuto la depersonalizzazione vorrei me ne parlaste, grazie e scusate l'invadenza.
Quella di cui parli tu è una forma dissociativa che non c'entra niente con l'ansia sociale, è un vero è proprio disturbo mentale, mentre l'ansia sociale non altera la personalità. Non posso aiutarti perchè non ho mai conosciuto la depersonalizzazione. E' più inerente la sfera delle malattie del sistema nervoso, legata ad un problema neurale però. Non funzionano come dovrebbero i neuroni di una regione del cervello, si tratta forse del disturbo che porta il soggetto a credersi morto?
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Mauro Guardascione ha scritto:
MENTALIST ha scritto:
Mauro Guardascione ha scritto:Comunque pare che il decorso sia questo.

Bambino-ragazzino timido come tanti.........adolescente con disturbo evitante di personalità (evita le situazioni che creano ansia) ........adulto, ansia sociale.
Salve,

una persona a me molto cara mi ha confessato di vivere il fenomeno della depersonalizzazione, legata ad ansia e a pensieri intrusivi. Siamo stati insieme da un professionista che ci ha tranquillizzato. Vorrei essere maggiormente d'aiuto a questa persona riuscendo a comprendere quali tasti usare per permettergli di raccontarmi il suo mondo interiore ma è molto difficile.
Grazie per la vostra testimonianza in qualche modo mi ha aiutato.

Un grosso in bocca al lupo

P.S.

Se avete conosciuto la depersonalizzazione vorrei me ne parlaste, grazie e scusate l'invadenza.
Quella di cui parli tu è una forma dissociativa che non c'entra niente con l'ansia sociale, è un vero è proprio disturbo mentale, mentre l'ansia sociale non altera la personalità. Non posso aiutarti perchè non ho mai conosciuto la depersonalizzazione.

Te ne ho parlato perchè spesso la depersonalizzazione è associata all' ansia e agli attacchi di panico. Il suo carattere dissociativo è legato alla necessità di fuggire da una situazione spiacevole. In realtà l'aspetto più negativo di questo fenomeno è proprio la tensione e l'ansia ad esso associato.

Un abbraccio
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Si, ma non c'entra niente, è una cosa diversa, ci sono cose che assomigliano.
Si tratta forse del disturbo che porta il soggetto a credersi morto?
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Mauro Guardascione ha scritto:Si, ma non c'entra niente, è una cosa diversa, ci sono cose che assomigliano.
I problemi del tono dell' umore si somigliano tutti, grazie lo stesso della tua attenzione.

Nella dep ad un certo punto ti percepisci estraneo a te stesso, fuori del corpo, puoi vederti fare parlare e muoverti. Si tratta di un meccanismo di difesa il problema è che spesso è associata agli attacchi di panico. Ti senti vuoto, lontano dai tuoi sentimenti.

Ciao :strettamano:
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MENTALIST ha scritto:
Mauro Guardascione ha scritto:Si, ma non c'entra niente, è una cosa diversa, ci sono cose che assomigliano.
I problemi del tono dell' umore si somigliano tutti, grazie lo stesso della tua attenzione.

Ciao :strettamano:
Leggi qui: http://www.focus.it/Salute/notizia/Depe ... corpo.aspx" target="_blank
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Mi dici cosa c'entra?

http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/la_ ... tessi.aspx" target="_blank" target="_blank

sintomi della depersonalizzazione
La depersonalizzazione può manifestarsi con differenti sintomi, come sentire il corpo intorpidito o privo di vita, la sensazione di avere i piedi, le mani o altre parti non collegate al resto del corpo.

Il soggetto sente il suo corpo come estraneo anche se sa il corpo è suo. In alcuni casi può sentirsi come un robot o avere una sensazione di irrealtà come se fosse in un sogno o dentro un film. Può sentirsi un osservatore esterno del suo corpo e/o dei suoi processi mentali. I pensieri vertono ossessivamente su temi quali vita, morte, infinito, ecc. L'esame di realtà viene mantenuto (per esempio, la persona sa che la sensazione di essere un automa è solo un sentimento e non la realtà) .
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Mauro Guardascione ha scritto:Mi dici cosa c'entra?

http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/la_ ... tessi.aspx" target="_blank" target="_blank" target="_blank

sintomi della depersonalizzazione
La depersonalizzazione può manifestarsi con differenti sintomi, come sentire il corpo intorpidito o privo di vita, la sensazione di avere i piedi, le mani o altre parti non collegate al resto del corpo.

Il soggetto sente il suo corpo come estraneo anche se sa il corpo è suo. In alcuni casi può sentirsi come un robot o avere una sensazione di irrealtà come se fosse in un sogno o dentro un film. Può sentirsi un osservatore esterno del suo corpo e/o dei suoi processi mentali. I pensieri vertono ossessivamente su temi quali vita, morte, infinito, ecc. L'esame di realtà viene mantenuto (per esempio, la persona sa che la sensazione di essere un automa è solo un sentimento e non la realtà) .
Cosa c'entra con cosa ?
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MENTALIST ha scritto:
Mauro Guardascione ha scritto:Mi dici cosa c'entra?

http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/la_ ... tessi.aspx" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank

sintomi della depersonalizzazione
La depersonalizzazione può manifestarsi con differenti sintomi, come sentire il corpo intorpidito o privo di vita, la sensazione di avere i piedi, le mani o altre parti non collegate al resto del corpo.

Il soggetto sente il suo corpo come estraneo anche se sa il corpo è suo. In alcuni casi può sentirsi come un robot o avere una sensazione di irrealtà come se fosse in un sogno o dentro un film. Può sentirsi un osservatore esterno del suo corpo e/o dei suoi processi mentali. I pensieri vertono ossessivamente su temi quali vita, morte, infinito, ecc. L'esame di realtà viene mantenuto (per esempio, la persona sa che la sensazione di essere un automa è solo un sentimento e non la realtà) .
Cosa c'entra con cosa ?
Con la fobia sociale.
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Messaggio da dolores »

I disturbi di cui parla Mauro sono i cosiddetti "disturbi di personalità", da cui se ne può uscire anche solo con una buona psicoterapia, oppure, come ha fatto lui, persino da soli se si è motivati, incoraggiati e circondati da persone intelligenti e comprensive.
Quello di cui parli tu, la dissociazione, è il sintomo di malattie più pesanti, che causano dei veri e propri attacchi psicotici, in cui la persona non riesce più a mantenere un senso dell'IO e viene invaso dai contenuti inconsci della sua psiche. In pratica non c'è più un filtro sano fra ciò che è oggettivo e cio che è soggettivo.
A me è stato diagnosticato un disturbo bipolare di tipo II, considerato dai clinici come la seconda faccia della medaglia della schizofrenia (la follia, per intenderci), ma più controllabile di questa, più leggera.
Certo che ho provato la depersonalizzazione.
Sono delle ore, che soggettivamente sembrano a volte minuti (o viceversa), in cui ciò che vedi e vivi, lo vedi e lo vivi come se fossi all'esterno del tuo corpo.
Non hai la percezione del senso delle cose che ti accadono intorno, le parole che senti senbrano suoni privi di senso, le voci della tua mente, i pensieri, sembra che vengano da una fonte esterna.
A volte ti sembra che qualcuno sia dentro di te e ti costringa a dire i fare cose che non vorresti.
Vivi un mondo parallelo in cui ciò che sei stato fino a quel momento non esiste più.
Non sei più tu.
Mi hanno curato con degli stabilizzanti dell'umore e degli antipsicotici, oltre che con gli anti depressivi, ma tieni conto che in quel periodo il mio cosiddetto "funzionamento sociale" era molto compromesso.
Ora non voglio farti spaventare sullo stato di salute della persona a te cara, ma in questi casi è
bene rivolgersi al medico competente, che è lo psichiatra.
Magari la tua amica ha solo degli attacchi temporanei e transitori (può accadere pur non avendo malattie mentali), ma solo una buona disgnosi psichiatrica (lo psicologo non serve, non è il suo campo, può al limite servire dopo l'eventuale cura farmacologica) può chiarire il disturbo.
Sono qui anche per testimoniare che se ne può uscire, con impegno, coraggio, e tanta umiltà, perchè riconoscere di aver bisogno dello psichiatra non è un passo facile.
Spesso in questi casi le persone che ci sono vicine sono determinanti, perchè il paziente non si rende ben conto dei suoi comportamenti. Avverte di sicuro una forte sofferenza, ma non è in grado di oggettivarla.
Personalmente la mia cura è durata due anni. Ciclicamente ancora ho bisogno di antidepressivi, ma di stabilizzanti e di anti psicotici non più.
Ho ridimensionato le aspettative della mia vita lavorativa, perchè lo stress può essere un fattore scatenante di ricadute.
Come vedi sono qui che ragiono, parlo, lavoro e mi mantengo da me.
Ho pure una vita sentimentale viva e felice, e una vita piena di fede in Dio, che è la mia roccia.
spero di esserti stat d'aiuto e di aver risposto alle tue domande.
Non preoccuparti comunque!!!
Mi raccomando.
Questa è solo la mia storia, la storia della persona a te cara sarà certamente diversa!
un abbraccio!
Ultima modifica di dolores il 09/08/2010, 16:57, modificato 2 volte in totale.
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dolores ha scritto:I disturbi di cui parla Mauro sono i cosiddetti "disturbi di personalità", da cui se ne può uscire anche solo con una buona psicoterapia, oppure, come ha fatto lui, persino da soli se si è motivati, incoraggiati e corcondati da persone intelligenti e comprensive.
Quello di cui parli tu, la dissociazione, è il sintomo di malattie più pesanti, che causano dei veri e propri attacchi psicotici, in cui la persona non riesce più a mantenere un senso dell'IO e viene invaso dai contenuti inconsci della sua psiche. In pratica non c'è più un filtro sano fra ciò che è oggettivo e cio che è soggettivo.
A me è stato diagnosticato un disturbo bipolare di tipo II, considerato dai clinici come la seconda faccia della medaglia della schizofrenia (la follia, per intenderci), ma più controllabile di questa, più leggera.
Certo che ho provato la depersonalizzazione.
Sono delle ore, che soggettivamente sembrano a volte minuti (o viceversa), in cui ciò che vedi e vivi, lo vedi e lo vivi come se fossi all'esterno del tuo corpo.
Non hai la percezione del senso delle cose che ti accadono intorno, le parole che senti senbrano suoni privi di senso, le voci della tua mente, i pensieri, sembra che vengano da una fonte esterna.
A volte ti sembra che qualcuno sia dentro di te e ti costringa a dire i fare cose che non vorresti.
Vivi un mondo parallelo in cui ciò che sei stato fino a quel momento non esiste più.
Non sei più tu.
Mi hanno curato con degli stabilizzanti dell'umore e degli antipsicotici, oltre che con gli anti depressivi, ma tieni conto che in quel periodo il mio cosiddetto "funzionamento sociale" era molto compromesso.
Ora non voglio farti spaventare sullo stato di salute della persona a te cara, ma in questi casi è
bene rivolgersi al medico competente, che è lo psichiatra.
Magari la tua amica ha solo degli attacchi temporanei e transitori (può accadere pur non avendo malattie mentali), ma solo una buona disgnosi psichiatrica (lo psicologo non serve, non è il suo campo, può al limite servire dopo l'eventuale cura farmacologica).
Sono qui anche per testimoniare che se ne può uscire, con impegno, coraggio, e tanta umiltà, perchè riconoscere di aver bisogno dello psichiatra non è un passo facile.
Spesso in questi casi le persone che ci sono vicine sono determinanti, perchè il paziente non si rende ben conto dei suoi comportamenti. Avverte di sicuro una forte sofferenza, ma non è in grado di oggettivarla.
Personalmente la mia cura è durata due anni. Ciclicamente ancora ho bisogno di antidepressivi, ma di stabilizzanti e di anti psicotici non più.
Ho ridimensionato le aspettative della mia vita lavorativa, perchè lo stress può essere un fattore scatenante di ricadute.
Come vedi sono qui che ragiono, parlo, lavoro e mi mantengo da me.
Ho pure una vita sentimentale viva e felice, e una vita piena di fede in Dio, che è la mia roccia.
spero di esserti stat d'aiuto e di aver risposto alle tue domande.
Non preoccuparti comunque!!!
Mi raccomando.
Questa è solo la mia storia, la storia della persona a te cara sarà certamente diversa!
un abbraccio!
Grazie Dolores.

Infatti qual è stata la mia domanda? Il soggetto per caso si sente morto?
Non a caso ho detto che voglio studiare pasicologia.
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Mauro Guardascione ha scritto:
MENTALIST ha scritto:
Mauro Guardascione ha scritto:Mi dici cosa c'entra?

http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/la_ ... tessi.aspx" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank

sintomi della depersonalizzazione
La depersonalizzazione può manifestarsi con differenti sintomi, come sentire il corpo intorpidito o privo di vita, la sensazione di avere i piedi, le mani o altre parti non collegate al resto del corpo.

Il soggetto sente il suo corpo come estraneo anche se sa il corpo è suo. In alcuni casi può sentirsi come un robot o avere una sensazione di irrealtà come se fosse in un sogno o dentro un film. Può sentirsi un osservatore esterno del suo corpo e/o dei suoi processi mentali. I pensieri vertono ossessivamente su temi quali vita, morte, infinito, ecc. L'esame di realtà viene mantenuto (per esempio, la persona sa che la sensazione di essere un automa è solo un sentimento e non la realtà) .
Cosa c'entra con cosa ?
Con la fobia sociale.
Nulla...

La depersonalizzazione è invece spesso associata agli attacchi di panico ma non viceversa. Cercavo solo un consiglio su come parlare dell' ansia.

Non vorrei averti indispettito con le mie domande.

Un abbraccio
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Ma no, abbiamo solo chiarito, altrimenti si fa confusione, il mio 3D, oltre a raccontare la mia esperienza, per testimoniare che si può uscire, come dice Dolores, vuole essere un informazione anche per gli altri, non se ne parla mai, non si conosce, spesso viene confusa.

Un abbraccio :strettamano:
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Messaggio da Mentalist »

dolores ha scritto:I disturbi di cui parla Mauro sono i cosiddetti "disturbi di personalità", da cui se ne può uscire anche solo con una buona psicoterapia, oppure, come ha fatto lui, persino da soli se si è motivati, incoraggiati e circondati da persone intelligenti e comprensive.
Quello di cui parli tu, la dissociazione, è il sintomo di malattie più pesanti, che causano dei veri e propri attacchi psicotici, in cui la persona non riesce più a mantenere un senso dell'IO e viene invaso dai contenuti inconsci della sua psiche. In pratica non c'è più un filtro sano fra ciò che è oggettivo e cio che è soggettivo.
A me è stato diagnosticato un disturbo bipolare di tipo II, considerato dai clinici come la seconda faccia della medaglia della schizofrenia (la follia, per intenderci), ma più controllabile di questa, più leggera.
Certo che ho provato la depersonalizzazione.
Sono delle ore, che soggettivamente sembrano a volte minuti (o viceversa), in cui ciò che vedi e vivi, lo vedi e lo vivi come se fossi all'esterno del tuo corpo.
Non hai la percezione del senso delle cose che ti accadono intorno, le parole che senti senbrano suoni privi di senso, le voci della tua mente, i pensieri, sembra che vengano da una fonte esterna.
A volte ti sembra che qualcuno sia dentro di te e ti costringa a dire i fare cose che non vorresti.
Vivi un mondo parallelo in cui ciò che sei stato fino a quel momento non esiste più.
Non sei più tu.
Mi hanno curato con degli stabilizzanti dell'umore e degli antipsicotici, oltre che con gli anti depressivi, ma tieni conto che in quel periodo il mio cosiddetto "funzionamento sociale" era molto compromesso.
Ora non voglio farti spaventare sullo stato di salute della persona a te cara, ma in questi casi è
bene rivolgersi al medico competente, che è lo psichiatra.
Magari la tua amica ha solo degli attacchi temporanei e transitori (può accadere pur non avendo malattie mentali), ma solo una buona disgnosi psichiatrica (lo psicologo non serve, non è il suo campo, può al limite servire dopo l'eventuale cura farmacologica) può chiarire il disturbo.
Sono qui anche per testimoniare che se ne può uscire, con impegno, coraggio, e tanta umiltà, perchè riconoscere di aver bisogno dello psichiatra non è un passo facile.
Spesso in questi casi le persone che ci sono vicine sono determinanti, perchè il paziente non si rende ben conto dei suoi comportamenti. Avverte di sicuro una forte sofferenza, ma non è in grado di oggettivarla.
Personalmente la mia cura è durata due anni. Ciclicamente ancora ho bisogno di antidepressivi, ma di stabilizzanti e di anti psicotici non più.
Ho ridimensionato le aspettative della mia vita lavorativa, perchè lo stress può essere un fattore scatenante di ricadute.
Come vedi sono qui che ragiono, parlo, lavoro e mi mantengo da me.
Ho pure una vita sentimentale viva e felice, e una vita piena di fede in Dio, che è la mia roccia.
spero di esserti stat d'aiuto e di aver risposto alle tue domande.
Non preoccuparti comunque!!!
Mi raccomando.
Questa è solo la mia storia, la storia della persona a te cara sarà certamente diversa!
un abbraccio!
Grazie dolores per la tua testimonianaza. Sono stato con questa persona da uno psichiatra che nel caso ci ha detto di stare sereni e che la DEP è come la febbre...un sintomo di tante malattie anche gravi ma non per forza l'anticamera di una malattia grave.
Dato che percepisco il disagio non comunicato di questa persona cercavo la possibilità di parlare di come si vive nella paura e nell'ansia per riuscire a rappresentare per lei una valvola di sfogo più efficace di quanto lo sia adesso.

Grazie mille per le tue parole :fiori e bacio:
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PER MAURO: personalmente non mi sono mai sentita morta, ma certa che la morte mi stesse addosso sì, quello sì.

PER MENTALIST: a volte quando si provano sensazioni così sconvolgenti in corpo risponde con ansia e panico, perchè non sa come far fronte alla situazione di pericolo della propria sopravvivenza che percepisce.
E' per questo che spesso questi sintomi "di contorno" sono contemporanei ai momenti psicotici di depersonalizzazione.
Come far fronte all'ansia?
Tenere la persona per mano, senza dire nulla. Ascoltarla piangere e urlare, senza dire nulla, facendo solo sentire la propria presenza.
Avere a portata di mano un buon ansiolitico e prenderlo subito.
Farla stare nella posizione che preferisce, ma aiutarla a concentrarsi sul respiro.
Concentrarsi sul respiro.
Pensare: inspiro, trattengo, espiro.
E amarla tanto.
La felicità non è domani. La felicità è ora. Perchè ovunque tu vada ci sei già. (A. De Mello)
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Messaggio da Mauro »

dolores ha scritto:PER MAURO: personalmente non mi sono mai sentita morta, ma certa che la morte mi stesse addosso sì, quello sì.

PER MENTALIST: a volte quando si provano sensazioni così sconvolgenti in corpo risponde con ansia e panico, perchè non sa come far fronte alla situazione di pericolo della propria sopravvivenza che percepisce.
E' per questo che spesso questi sintomi "di contorno" sono contemporanei ai momenti psicotici di depersonalizzazione.
Come far fronte all'ansia?
Tenere la persona per mano, senza dire nulla. Ascoltarla piangere e urlare, senza dire nulla, facendo solo sentire la propria presenza.
Avere a portata di mano un buon ansiolitico e prenderlo subito.
Farla stare nella posizione che preferisce, ma aiutarla a concentrarsi sul respiro.
Concentrarsi sul respiro.
Pensare: inspiro, trattengo, espiro.
E amarla tanto.
personalmente non mi sono mai sentita morta
Ma è una metafora, morta nel senso che la persona si sente al di fuori del corpo, addirittura come se fosse un robot.

Brava, hai dato delle informazioni utili.
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P.S.
Amarla come un'amica, più che come una fidanzata, per lo meno in quei momenti.
La persona si deve sentire libera di esternare la sua sofferenza, e sentirsi accolta, senza il timore di farti disinnamorare (se è la tua fidanzata in quei momenti tenderà ad allontanarti, per non rischiare di perdere l'attrazione che tu hai nei suoi confronti).
Infatti durante un attacco di panico o di ansia (o addirittura di depersonalizzazione) si sente un gran bisogno di dire o fare cose un po' inconsulte, che non si vuole mostrare a chi amiamo.
Ha ragione lo psichiatra a dire che non è necessariamente una cosa grave. Anche solo dei periodo di lutto o di forte stress possono portare questi sintomi.
Quando sono cose passeggere e non organiche di solito, curandosi, in un anno se ne viene fuori!
Un mega abbraccio!
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per Mauro

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ora ho capito la domanda sul sentirsi morti!
Si come dici tu, ci si sente degli automi che fanno e dicono delle cose senza provare il minimo sentimento emotivo.
Vedi il tuo corpo che ad esempio prende l'autobus, ma è come se non fosse veramente dentro quel corpo!
Si vive una scissione fra ciò che si fa e ciò che si è.
A dire il vero non si sente più di "esserci". E' come un film!
La felicità non è domani. La felicità è ora. Perchè ovunque tu vada ci sei già. (A. De Mello)
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Messaggio da Mauro »

dolores ha scritto:ora ho capito la domanda sul sentirsi morti!
Si come dici tu, ci si sente degli automi che fanno e dicono delle cose senza provare il minimo sentimento emotivo.
Vedi il tuo corpo che ad esempio prende l'autobus, ma è come se non fosse veramente dentro quel corpo!
Si vive una scissione fra ciò che si fa e ciò che si è.
A dire il vero non si sente più di "esserci". E' come un film!
Esatto!
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Messaggio da Mauro »

Il Serafino tenta di spiegare un pò la vita di un sociofobico, a modo suo ci riesce.

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Mauro
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Messaggio da Mauro »

Alcune testimonianze

“Mi sembra sempre di attirare l’attenzione degli altri. Ho sempre paura di comportarmi in modo imbarazzante.”

“ Mi sento goffo quando vado al ristorante”

“Vorrei cambiare lavoro ma l’idea di affrontare un colloquio mi terrorizza”

“Ogni volta che parlo con qualcuno inizio a sudare, e penso che l’altro mi giudicherà timido e ansioso”

“ Mi vergogno quando conosco qualcuno perché si accorgerà che la mia mano è sudata”

“Quando firmo gli scontrini della carta di credito sento che la mia mano inizierà a tremare, e la commessa penserà che sono uno sfigato”


# La gente comune pensa che il fobico spesso esageri (o finga) e che dovrebbe “affrontare le proprie paure con coraggio”
# La scarsa comprensione da parte degli altri porta il fobico a vergognarsi e a nascondere le proprie paure (soffre in silenzio per anni)

Il dialogo interno del fobico sociale

Se dico/faccio questa cosa gli altri
sicuramente mi valuteranno in modo negativo

Quindi verrò rifiutato

Meglio non fare nulla allora

Io non valgo

Sembra evidente quanto l’iniziale valutazione pessimistica del fobico (sicuramente mi valuteranno in modo negativo) scaturisca nel soggetto un’ipotesi decisamente catastrofica (verrò rifiutato), e possiamo immaginarci le conseguenze: il fobico evita le situazioni temute (meglio non fare nulla allora) ma paga un prezzo molto caro, poiché col tempo perde buona parte della stima di sé.
Di solito chi soffre di fobia sociale ha la sensazione che gli altri lo giudicheranno strano, ansioso, debole oppure stupido.

http://www.medicitalia.it/minforma/Psic ... ella-paura" target="_blank
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Mauro
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Messaggio da Mauro »

Per sdrammatizzare i ragazzi del sito hanno creato questo video.

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dolores
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Una risata!

Messaggio da dolores »

Riposto qui, in modo più appropriato, una piccola "poesiola" che scrissi al mio psicoterapeuta ai tempi in cui cominciavo a venirne fuori. (Dopo la cura farmacologica ho fatto anche qualche anno di psicoterapia)
Tutt'altro che irriverente, voleva essere scherzosa, nei limiti ovvi che il mio umore permetteva! :risatina:
Non finirò mai di ringraziarlo per tutta la pazienza e la competenza che ha avuto con me!



"Una farfalla vive una stagione e poi se ne va via..."
Altre mille farfalle
disperate
busseranno alla sua porta,
con delle belle ali colorate,
ma tutte spiegazzate!
Se sapessero che la Luce vien da dentro
e non da fuori,
non verrebbero a bussare,
saprebbero volare!
Se avessero la forza di accettarsi vive
e solamente di passaggio,
saprebbero gustare ogni momento,
e non guastarsi in questo modo,
piene di tormento!
Vorrei dedicarle una semplice canzone,
a nome delle mille farfalle
che non possono volare.
Mi verrebbe la voglia,
potrei dire di osare,
ma sì, decisamente:
di MANDARLA A CAGARE!
Non restava che lei,
il martedì a sera tarda,
a ricordarmi con voce ghiaccia
che il mio corpo mortale
è destinato
a trasformarsi in cacca!
La felicità non è domani. La felicità è ora. Perchè ovunque tu vada ci sei già. (A. De Mello)
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Mauro
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Messaggio da Mauro »

dolores ha scritto:Riposto qui, in modo più appropriato, una piccola "poesiola" che scrissi al mio psicoterapeuta ai tempi in cui cominciavo a venirne fuori. (Dopo la cura farmacologica ho fatto anche qualche anno di psicoterapia)
Tutt'altro che irriverente, voleva essere scherzosa, nei limiti ovvi che il mio umore permetteva! :risatina:
Non finirò mai di ringraziarlo per tutta la pazienza e la competenza che ha avuto con me!



"Una farfalla vive una stagione e poi se ne va via..."
Altre mille farfalle
disperate
busseranno alla sua porta,
con delle belle ali colorate,
ma tutte spiegazzate!
Se sapessero che la Luce vien da dentro
e non da fuori,
non verrebbero a bussare,
saprebbero volare!
Se avessero la forza di accettarsi vive
e solamente di passaggio,
saprebbero gustare ogni momento,
e non guastarsi in questo modo,
piene di tormento!
Vorrei dedicarle una semplice canzone,
a nome delle mille farfalle
che non possono volare.
Mi verrebbe la voglia,
potrei dire di osare,
ma sì, decisamente:
di MANDARLA A CAGARE!
Non restava che lei,
il martedì a sera tarda,
a ricordarmi con voce ghiaccia
che il mio corpo mortale
è destinato
a trasformarsi in cacca!
Bellissima :fiori:

Questi posso essere i pensieri di un fobico

Mi sento solo in mezzo alla gente
osservo tutto ma non tocco niente

mi sento strano e poco importante
quasi fossi trasparente e poi
resto fermo e non muovo niente

la sabbia scende molto lentamente
l'acqua è chiara e si vede il fondo
limpido finalmente

Ma no, non voglio essere solo,
non voglio essere solo,
non voglio essere solo mai...

Eugenio finardi


Non parli mai perché
se c'è un motivo dai prova a dirmelo
non chiuderti così!
Non parli mai perché
un po' ti invidio sai
in quel silenzio chissà che cosa c'è?
Non parli mai va bè!!
sarà che sei diversa o che stai troppo in te
dovresti uscire un po'
e scrivi mille parole in mille lettere e poi
ti addormenti pensando se spedirle o no
e ti spaventi dei sogni che non hai fatto mai
e poi ti svegli non è mattina senza un caffè
Non parli mai pero' mi affaccio nei tuoi occhi
c'è un universo in te e un sole solo tuo
Non parli mai e allora io ascolto il tuo silenzio
è come una canzone arriva chi la vuole
ho sbagliato a dirti che stai troppo in te
non uscire stai lì che hai tutto quello che vuoi
non parlare c'è chi può amarti anche così
scrivi e se ti và vorrei una lettera per me
con tutto quello che vuoi....
con tutto quello che sei....
con tutto quello che hai....
scrivi mille parole in mille lettere e poi
ti addormenti pensando se spedirle o no
e ti spaventi dei sogni che non hai fatto mai
e poi ti svegli non è mattina senza un caffè
Non parli mai e allora io ascolto il tuo silenzio
è come una canzone arriva chi la vuole

Biagio Antonacci
Ultima modifica di Mauro il 11/08/2010, 16:59, modificato 1 volta in totale.
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dolores
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Messaggio da dolores »

Mauro Guardascione ha scritto:Per sdrammatizzare i ragazzi del sito hanno creato questo video.

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FORTISSIMA!!!!
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Dingus JJ
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questa e' stata proprio una bella conversazione

Messaggio da Dingus JJ »

....l'ho scoperta solo ora,e sono molto assonnato per godermela appieno,ma lo faro' nei prossimi giorni.E bello vedere un tale spessore,nei compagni foristi.
CHIAMIAMO CINICO CHI NON CONDIVIDE LE NOSTRE ILLUSIONI.
IL CINICO E' COLUI CHE CONOSCE IL PREZZO DI TUTTE LE COSE MA IL VALORE DI NESSUNA.
LA VERITA STA SPESSO NEL MEZZO, MA MAI NELLE SALE DEL REGNO!

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