nike ha scritto:
la frese che hai sottolineato vale per gli utenti (alcuni, non tutti per fortuna) che non sono in grado di portare avanti una discussione argomentando ma non hanno altra arma che la calunnia.
Si da il caso che sono iscritto al forum dal 29/01/2009 e credo di meritarmi almeno l'onore delle armi e un briciolo di lealtà.
Detto ciò, attendo con impazienza le tue delucidazioni.
Che tu intendessi la frase in quel senso non aveva bisogno di esplicazione. Io ho semplicemente manifestato che potrebbe riferirsi anche a te. Quanto alla tua lealtà, non ci metto becco, però rimane il fatto che i tuoi post sono al limite del trolleggio, che si esplica nel tuo continuo rapportarti a senso unico con tutti i foristi, con un dialogo praticamente insussistente, e con argomentazioni o non pertinenti, o superficiali, o errate. Ma su ciò dovrai avere, tuo malgrado, pazienza, perché purtroppo non mi sento bene, e non sono in grado ora di farti, come avrei desiderato, un discorso articolato; per cui sono costretto a limitarmi a un sintetico esempio, analizzando uno dei tuoi primi post; il quarto punto è più dettagliato perché iniziato un po’ prima che certi problemi mi affliggessero; mi scuso per la non omogeneità, e per non aver analizzato in dettaglio la tua incompetenza linguistica e sociologica.
Nike ha scritto:
1) non esiste una definizione di setta largamente condivisa e che chiarisca senza ombra di dubbio cosa sia una setta o cosa sia una chiesa, questo perché...
2) il significato originale del termine indica una dottrina (ma non solo) che si discosta in alcuni aspetti da un' altra preesistente. Alla luce di questo anche la chiesa ortodossa o protestante sarebbero delle sette...
3) ma oramai il termine setta, specialmente con la ribalta di satanisti e occultisti vari ha assunto una connotazione dispregiativa che indica perlopiù 4 pazzoidi che evocano il demonio saltando in cerchio intorno a un gatto morto...
4) detto ciò i dizionari e le enciclopedie possono continuare ad arrovellarsi il cervello nel tentativo di stabilire cosa sia o non sia una setta questo non toglie che in Italia non spetta a loro (e nemmeno a questo o altri forum) ma allo Stato che ha riconosciuto i tdg come religione. Punto, e come direbbe il grande Califfo: tutto il resto è noia!
Cui si risponde:
1) Questo potrebbe essere sostenibile solo in senso assoluto, in quanto il linguaggio è storico, e quindi soggetto a evoluzione, vale a dire in continua mutazione. Ma da un punto di vista sincronico la definizione di setta, quale è esposta da vari dizionari ed enciclopedie, è sostanzialmente convergente, e per rendersene conto basta leggerli. Il punto non è la contrapposizione fra setta e chiesa, perché è indubbio che una setta religiosa possa configurarsi anche come chiesa, ma non è altrettanto scontato che una chiesa possa essere considerata una setta, a meno che non assuma quegli atteggiamenti che per l’appunto si definiscono settari.
2) No, grosso errore. Se Nike conoscesse la storia del vocabolo ‘setta’ saprebbe che quel significato è
derivato, non originario. Il resto è una banalità: tutte le religioni, chi più chi meno, nascono come sette; ma poi divengono e sono considerate religioni; quello che conta non sono le definizioni dei vocabolari: esse non fanno che sancire un uso comune (quello di cui parlava Polymetis). Ma più che l’uso, quello che veramente conta è la coscienza linguistica dei parlanti, che dà al termine un significato condiviso, per il quale le grandi religioni storiche sono religioni, mentre quelle con caratteri che la coscienza linguistica definisce sette, rimangono sette. Può sembrare una tautologia, ma è così che funziona un sistema linguistico. Analizzandolo in chiave strutturale, sulla scia di De Saussure, esistono
langue e
parole. La
langue è il codice condiviso, in base al quale è possibile la comunicazione. Ne abbiamo un esempio pratico nella convergenza, in questo forum, di atei, agnostici, diversamente credenti, tutti d’accordo ad attribuire al geovismo la qualifica di settario. La posizione di Nike è invece individuale, una
parole, appunto, che si configura come un idioletto, non condiviso nemmeno dalla
Torre di guardia citata da Achille, che suo malgrado accetta la definizione comune, pur non riferendola a sé.
3) Questa è una gran balla: le sette cui Nike allude sono fenomeno storico recente, mentre il significato che afferma essere nuovo è in realtà consolidato e vecchio come il cucco. Anche qui agisce l’ignoranza che Nike dimostra della storia etimologica e semantica del termine ‘setta’ (su cui, salute permettendo, ho intenzione di tornare, perché sia l’etimo di
Wikipedia, riportato da Nike, che quello della
Torre di guardia linkata da Achille sono astorici, contraddittori e fuorvianti). Solo per dare un esempio relativamente moderno (ma in
GoogleLibri se ne trovano a iosa): mai sentito parlare della setta dei Thugs, Nike? la trovi testuale testuale in Salgari,
I misteri della jungla nera (1887).
4) La frase è di Leopardi, e il Califfo non era che uno scopiazzatore, tanto meno grande. Che il termine ‘setta’ e il suo uso pertengano alla linguistica, ma direi quasi meglio “metalinguistica” (v.
Voc. Treccani in rete s. v. ‘metalinguistico’ nella seconda accezione), pare evidente a tutti, ma non a Nike, che vi sostituisce indebitamente il solo linguaggio giuridico. Il linguaggio giuridico non è che un sotto-insieme del linguaggio, come sotto-insiemi sono, volta a volta, il linguaggio colto, quello comune, quello indotto, i linguaggi tecnici (filosofico poetico medico militare ecc. fra cui naturalmente quello del giure) e finanche slang e dialetti. Pretendere di esaurire la definizione nell’ambito legale sarebbe come accettare l’elettricista che vuol sostituirsi all’architetto, ovvero che abbia voce in capitolo anche per quanto concerne l’impianto idraulico, le murature, gli infissi ecc. Per cui non un fatto, ma “aria fritta“ (traduco volutamente in senso aereo il romagnolismo volgare originario, che, forse proprio perché sono romagnolo, mi repelle) è quella del primo post di Nike, ove cita in neretto che la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova
«è riconosciuta dallo stato come confessione religiosa ai sensi dell'art. 2 L. 1159/1929 e dell'art. 10 R.D. 289/1930. È stata riconosciuta come ente morale con personalità giuridica ecc.»
Questo vieta forse di connotarla come una setta? Il linguaggio giuridico, per sua natura, ha una nomenclatura precisa e delimitata del linguaggio, di cui non svolge che alcune accezioni; per esempio la parola ‘lite’, in senso giuridico, ha un significato molto più ristretto di quello che ha nella lingua di tutti i giorni, e non implica affatto che due debbano forzatamente fare a cazzotti. Di più, se si va a scorrere un indice del
Codice Civile, la parola ‘setta’ non la si trova, perché esula dall’attuale ordinamento giuridico italiano; vale a dire che allo Stato non interessa sapere se i TdG costituiscano una setta o meno, interessa solo che essi si attengano alle norme costitutive del diritto italiano, e in base a questa attinenza concede loro di essere o non essere un ente morale.
Non è detto che sarà sempre così; in altre società e nazioni, forse perché venute prima di noi a diretto contatto con minoranze religiose, il problema è più sentito; la giurisprudenza francese, per es. si sta attivamente occupando, più che noi non facciamo, delle sette religiose. Non è forse un caso quindi che la Treccani, nella sua
Enciclopedie delle scienze sociali, si sia rivolta a uno studioso autorevole e che da molti anni si occupa del fenomeno sette, anche se svizzero, di lingua francese, quale è Jean-François Mayer; che liquidare, come Nike ha fatto, con la frase già ricordata:
detto ciò i dizionari e le enciclopedie possono continuare ad arrovellarsi il cervello nel tentativo di stabilire cosa sia o non sia una setta ecc.
è francamente risibile, in quanto il fatto che lo stato riconosca o meno un movimento religioso non implica affatto che detto movimento, a seconda dei punti di vista assunti, non possa essere considerato, volta a volta, una religione, una pseudo religione, un culto abusante, una superstizione, una setta. Un’aspetto, invece di escludere l’altro, al contrario lo precisa, lo raffina e lo arricchisce; quindi niente di relativo, ma progressiva penetrazione nella complessità del fenomeno geovista, di cui per altro il Mayer non si occupa se non
a latere del più grosso fenomeno dei movimenti, più o meno religiosi, alternativi, e quindi il suo parere acquista particolare rilevanza proprio in base a questa comparazione. Le sette vanno considerate nell’ambito linguistico applicato al sociale, e quindi temo proprio che il giure non vi abbia a che fare, a meno che non se ne occupi
espressamente. Potrebbe capitare, perché lo ha già fatto in passato, per esempio nel
Codice Giustinianeo (1, 9, 3), un millennio e mezzo fa (si ricordi l’episodio della chiusura dell’Accademia in Atene, osteggiata dai cristiani, che conclude la lunga resa dei conti iniziata da Teodosio con quelle che sempre più erano considerate sette filosofiche, ma con forti valenze religiose).
In parole povere, caro Nike, se lo Stato definisce onorevoli e deputati quelli che stanno al Parlamento, ma questi onorevoli e deputati si dimostrano ladri e intrallazzatori, se assumono a regola di vita il loro privilegio, nulla e nessuno mi impedisce di definirli una casta. Allo stesso modo nulla e nessuno ci proibisce di connotare col termine setta i Testimoni di Geova, se questa cosiddetta religione assume, come di fatto assume, i connotati di una setta.