Da Testimone di Geova a... ? Un aiuto per chi vuole uscire
LA DONNA: SUDDITO DI SUDDITI
L’essere donna fra i testimoni di Geova è sicuramente una discriminante: le donne non solo non godono di pari opportunità nelle congregazioni, ma sono chiaramente considerate esseri inferiori. L’uomo è il capo della donna, che pertanto deve stargli sottomessa.
Tale superiorità viene continuamente confermata dalla Torre di Guardia, sottolineando come sia «appropriato» che la donna rimanga nel ruolo che le spetta, quello cioè di essere sottomessa al capo. Alle donne non è consentito ricoprire alcun incarico di responsabilità né di insegnamento nella congregazione; tutti i ruoli di autorità e prestigio possono essere occupati solo da uomini. L’unica mansione che una donna può svolgere è quella del proselitismo, e solo in questo campo può, come i membri dell’altro sesso, svolgere il «servizio di pioniera»; ma anche qui la donna non può insegnare in presenza di un uomo. Se, per esempio, un uomo e una donna escono in «predicazione» e si rendesse necessario svolgere uno «studio biblico» a domicilio con una persona interessata, solo l’uomo ha il diritto di condurlo; in alternativa, solo per un caso di necessità può farlo la donna, ma coprendosi il capo in segno di sottomissione, anche se l’uomo in questione fosse suo figlio. Per quanto riguarda la preghiera pubblica, mai, in nessun caso, una donna potrà «condurla»: rimane appannaggio esclusivo dell’uomo.
Se gli anziani notano che la donna prende troppe decisioni o partecipa troppo apertamente alle vicende domestiche, lei e il marito verranno richiamati; inoltre, sicuramente, tale uomo non sarà ritenuto idoneo a ricoprire incarichi di responsabilità nella congregazione. Saranno soprattutto le donne intraprendenti ed estroverse a sentirsi continuamente scoraggiate dall’affermarsi: queste più delle altre sentiranno il peso di essere donne e soffriranno per l’impossibilità di poter esprimere il loro potenziale.
Nel campo dell’educazione si esalta continuamente la disciplina basata sulla punizione anche fisica come «giusto metodo» per educare un bambino, e mantenere in questo modo il «giusto» ruolo di ognuno all’interno della famiglia. Di conseguenza anche le donne vanno disciplinate e tenute al loro posto sia in congregazione che in famiglia. Questa concezione della famiglia aumenta la preoccupazione del marito per il suo ruolo di capofamiglia dichiarato.
Riportiamo un paio di esperienze drammatiche, riferite da J.R. Bergman:.
“«Nel 1985, poche settimane dopo la celebrazione del matrimonio, racconta Cynthia Swink Kostyk, il marito la picchiò. La sua descrizione dei successivi quattro anni non sorprenderà chi ha dimestichezza con il calvario degli abusi tra le pareti di casa: esplosioni di violenza, grandi rimorsi, regali stravaganti e poi di nuovo efferata violenza...
Come accade in molti matrimoni caratterizzati da abusi la violenza non fu mai denunciata alla polizia. Comunque non restò sepolta tra le mura di casa. Poco dopo il primo incidente, Cynthia e il marito si rivolsero per aiuto agli “anziani” della congregazione di Reseda, e continuarono a fare così per i successivi anni di vita in comune. Ella racconta che gli “anziani” le davano una quantità di consigli su come far migliorare le cose in famiglia: “tutti ammettevano che qualcosa non andava; ma dicevano pure che queste cose accadono in ogni coppia. Uno degli anziani mi suggerì di imparare nuove ricette e me ne segnalò alcune di sua moglie che a lui piacevano molto “.
La Torre di Guardia le ricordava in una lettera.., che “i conservi cristiani non dovrebbero citarsi in tribunale”. Le fu detto pure di non parlare dei suoi problemi con gli amici. Gradualmente, ella ricorda, gli abusi peggiorarono. Quando riprese a lamentarsi con gli “anziani”, le fu detto che le conveniva — anche secondo le Scritture — dimostrare sottomissione. Alla fine, essi ammisero che probabilmente aveva sposato l’uomo sbagliato, ma che non c’era nulla da fare. “Io dissi loro: E le mie sofferenze fisiche?, loro replicarono: Non ne tenere conto. Decisi di rispettare la volontà di Dio, così restai con mio marito. Mi sforzai di comportarmi bene; pregavo Geova di farmi cambiare attitudine”.
Dopo quattro anni di matrimonio la Kostyk si sentiva depressa, incapace di lavorare e soffriva di fastidi alla colonna vertebrale a causa delle scudisciate e delle botte ricevute dal marito... Dopo sei mesi di terapia intensiva in una casa di cura di Lancaster, la sua collera esplose e cominciò a scrivere lunghe lettere agli “anziani”: “Non sarei mai rimasta con mio ma rito, se voi non mi aveste minacciato di intraprendere azioni disciplinari nei miei confronti... Tuttavia, a causa dei vostri consigli, ero arrivata a credere che le mogli cristiane devono rimanere con i mariti fino alla morte, anche se la morte è causata dagli stessi mariti”. Nel marzo 1990 ella chiese assistenza al tribunale, dichiarando: “Sono stata picchiata... almeno quindici, venti volte dal dicembre 1985. Ho subito lesioni... tra cui la distorsione del bacino e del fianco, uno strappo alle spalle e al collo. Attualmente, a motivo dei miei gravi acciacchi emotivi e fisici, non sono più in grado di badare a me stessa “.
La Kostyk riteneva che, affinché la sua guarigione fosse completa, fosse importante parlare; così ruppe il silenzio impostole dagli “anziani e iniziò a parlare dei suoi guai agli amici, la maggior parte dei quali sono testimoni di Geova. Gli “anziani” le intimarono di smetterla. Ella non ubbidi, perciò fu disassociata dalla congregazione».*
* Jerry R. BERGMAN, I Testimoni di Geova e la salute mentale, Dehoniane, Roma 1996, 296.
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Un’altra fuoriuscita, B. Harrison Grizzuti, riassume così la sua percezione dell’atteggiamento dei testimoni di Geova verso le donne:
“«Nella mia religione — il geovismo — tutto ciò che è bello e nobile e spirituale viene rappresentato da un uomo; e tutto ciò che è malvagio e depravato e mostruoso è rappresentato da una donna. Avevo imparato che la “organizzazione di Dio” era “la sposa di Cristo “, e che i suoi 144.000 coeredi celesti erano rappresentati da “una casta vergine”. Avevo anche imparato che “la Grande Babilonia” o “la falsa religione” era “la madre degli abomini” e che “la cosa disgustante della terra”.., che ama inebriarsi di sangue umano.., è rappresentata come una donna, una prostituta internazionale.
Si riteneva che le ragazze giovani non avessero degli “impulsi” come i ragazzi. Erano non solo le custodi della loro propria addormentata sessualità, ma protettrici anche dei vitali impulsi maschili. Erano quindi doppiamente responsabili e, se cadevano, doppiamente dannate. Si insegnava alle ragazze che, per il solo fatto di esistere, provocavano la sessualità maschile.., che era poi loro compito sottomettere.
Essere femmina, ho appreso, è essere la Tentazione... Poiché i maschi naturalmente “lo desideravano” di più, se una donna “lo desiderava” era doppiamente depravata, contro natura, oltre che peccatrice». *
* Barbara HARRISON GRIZZLJTI, «Lite with Jehovah<, in BERGMAN, I Testimoni di Geova e la salute mentale, pag. 295,
Alcuni potranno obiettare che questi siano casi limite o che i racconti estremizzino la condizione delle donne all’interno di detta organizzazione. Ma le molteplici esperienze raccolte confermano quanto sopra descritto.
La rigida distinzione dei ruoli tra maschi e femmine impone regole ferree da rispettare, all’interno delle quali i figli devono riconoscersi e adeguarsi: i maschi impareranno ben presto la loro preminenza sulle donne, mentre queste supinamente si adatteranno al loro ruolo, covando risentimento. L’imposizione di un gran numero di tabù mette i figli in conflitto con il mondo esterno, isolandoli dai loro coetanei. Questi, soffocati da mille divieti, tendono a sposarsi in fretta, aggravando la loro già difficile esistenza,
Anche l’uomo ha poco spazio per esprimere il proprio potenziale, poiché ogni attività è fortemente controllata e pianificata dall’alto. Il sentimento di frustrazione che ne deriva trova poi il suo sfogo tra le mura domestiche.
L’ideologia imposta dalla Società Torre di Guardia genera dei sudditi, e sicuramente le donne sono costrette a essere suddite degli stessi sudditi.
perchè molte volte pur pensando che si è veramente usciti da tali meccanismi e dalle sale del ragno
inconsciamente riafforano modi e atteggiamenti tipici dei TDG.