Libero Arbitrio
Inviato: 20/11/2009, 16:38
Come promesso, posto alcune riflessioni sul Libero Arbitrio:
Libero arbitrio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona è libera di fare le sue scelte. Ciò si contrappone alle varie concezioni deterministiche secondo le quali la realtà è in qualche modo predeterminata (destino), per cui gli individui non possono compiere scelte perché ogni loro azione è predeterminata prima della loro nascita (predestinazione o servo arbitrio).
Il concetto di libero arbitrio è molto dibattuto nell'ambito religioso in relazione all'onniscienza attribuita alla divinità nelle religioni monoteistiche. Esso è alla base della religione cattolica mentre risulta uno dei punti di contrasto con la religione luterana per la quale l'uomo non può in alcun modo agire per liberare la propria anima, mentre il cattolicesimo considerava fondamentale le opere quanto le preghiere.
Alla stessa idea del luteranesimo aderiva anche il calvinismo per il quale l'uomo era predestinato e per questo a niente servivano le proprie opere e le proprie azioni, poiché l'elemento decisivo è solo la fede.
Il concetto di libero arbitrio ha implicazioni in campo religioso, etico e scientifico. In campo religioso il libero arbitrio implica che la divinità, per quanto onnipotente, scelga di non utilizzare il proprio potere per condizionare le scelte degli individui. Nell'etica questo concetto è alla base della responsabilità di un individuo per le sue azioni. In ambito scientifico l'idea di libero arbitrio determina un'indipendenza del pensiero inteso come attività della mente e della mente stessa dalla pura causalità scientifica.
Il libero arbitrio secondo s. Agostino
Connesso al problema del male è quello riguardante la libertà umana. Se l’uomo non fosse libero, allora non avrebbe né meriti, né colpe. Il problema che si pone con questa affermazione è se esiste il libero arbitrio oppure la predestinazione, problema che si è venuto a creare in seguito al peccato originale:
• Dio, che è onnisciente e conosce il futuro, ha dato piena libertà all'uomo, ma sa che, lasciandolo libero, questi peccherà. Dio potrebbe anche intervenire per impedirglielo, ma non lo fa (libero arbitrio).
• L'uomo, così peccando, ha commesso il peccato originale, con cui ha compromesso la propria libertà, volgendola contro se stessa. Sebbene egli sia divenuto indegno di ricevere la salvezza, Dio, conoscendo le sue possibili scelte verso il male o verso il bene, dona ad alcuni, con la Grazia, la possibilità di salvarsi, mentre ad altri lascia la libertà di dannarsi; tuttavia, questa non è una scelta divina arbitraria, ma è semplicemente la prescienza di Dio che, nell'eternità (cioè oltre il tempo), vede coloro che possono ricevere la Grazia e coloro che non possono. Questi ultimi anche se la ricevessero non solo non si salverebbero, ma si dannerebbero ancor più. Dunque, per Agostino, la volontà di Dio precorre semplicemente la volontà dell'uomo, non la costringe, poiché tale nostra volontà è l'unica davvero che ci renda meritevoli della salvezza o della dannazione; infatti, anche se nessun uomo potrebbe salvarsi con la sola propria volontà, coloro che potrebbero salvarsi vengono soccorsi dalla Grazia divina, che li aiuta nella loro predisposizione. Tale concetto si spiega nella risposta evangelica di Cristo ai suoi discepoli, che gli avevano chiesto:
« "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è
possibile." » (Matteo 19,25-26)
Sarebbe d'altronde impossibile indagare le ragioni per cui Dio interviene a favore di alcuni e non di altri, perché noi non abbiamo titoli per criticare Dio. Agostino si rifà in proposito alle parole di Paolo di Tarso: «O uomo, chi sei tu per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?» (Paolo di Tarso, Lettera ai Romani 2,20-21)
Fondamento della libertà umana è dunque per Agostino la Grazia divina, perché solo con la grazia l'uomo diventa capace di dare attuazione alle proprie scelte morali. Va distinto in proposito il libero arbitrio (che è la semplice capacità di scegliere tra il bene e il male), dalla libertà, che è invece la volontà effettiva di realizzare queste scelte. Qui si inserirà anche la polemica degli ultimi anni di Agostino contro Pelagio: essendo l'uomo corrotto dal peccato originale di Adamo, e quindi magari animato da buone intenzioni ma facilmente preda di tentazioni malvagie, Dio non solo interviene per illuminare l'uomo su cosa è il bene, ma anche per infondergli la volontà effettiva di perseguirlo.
Il problema del libero arbitrio
Il problema del libero arbitrio alla fine del XV secolo si era fatto pressante sotto i colpi inferti da Martin Lutero e dalle sue considerazioni sul servo arbitrio. In pratica per Lutero l'uomo non poteva nulla per ottenere la redenzione e a nulla servivano, quindi, le opere e la carità e di conseguenza la funzione mediatrice della Chiesa tra l'uomo e Dio attraverso i sacramenti.
Questa visione luterana era tipica di un clima culturale e intellettuale che segnavano la fine dell'Umanesimo e il tramonto del concetto di Homo faber ipsius fortunae (Ognuno è artefice della propria fortuna).
Erasmo da Rotterdam, invitato ripetutamente a prendere posizione sul Luteranesimo, si decise a scrivere questa opera per definire la sua posizione nei confronti del problema della libertà dell'uomo e quindi della sua responsabità di fronte a Dio e del suo rapporto con la Chiesa cattolica, rivalutando nel contempo, nei confronti di quest'ultima, i valori dell'individuo.
Il pensiero di Erasmo
La definizione di libero arbitrio su cui Erasmo costruisce il proprio discorso è quella di un «potere della volontà umana in virtù del quale l’uomo può sia applicarsi a tutto ciò che lo conduce all’eterna salvezza, sia, al contrario, allontanarsene.» (in Erasmo-Lutero, Il libero arbitrio. Il servo arbitrio, Torino, Claudiana, 1993, 185-186)
Senza voler mettere in discussione l’autorità e il valore delle Sacre Scritture, Erasmo afferma che , malgrado la sofferenza e i danni subiti a causa del peccato originale, il libero arbitrio permane ancora nell'uomo ma è offuscato e reso difficile da mettere in atto per l’immensa massa delle mancanze e per l’abitudine al peccato.
Chi afferma che il libero arbitrio, la libera volontà dell'uomo può esprimersi solo nel decidere di peccare erra così come chi crede che il libero arbitrio sia una vuota astrazione. Chi sostiene queste tesi dimentica che sia il bene che il male possono essere messi in atto dall'uomo solo con il consenso di Dio che offre all'uomo la grazia affinché egli scelga il bene.
Le Sacre Scritture confermano il libero arbitrio
Con un'argomentazione basata sulle Scritture, Erasmo dimostra la sussistenza del libero arbitrio: gli uomini vengono esortati a scegliere il bene, Dio si lamenta della rovina del suo popolo, Cristo piange su Gerusalemme apostata che lo ripudia, e la invita a seguirlo, ecc.
Se invece, come affermava Lutero, l'essere umano non avesse la facoltà di accettare o rifiutare liberamente la grazia divina che gli viene offerta, perché nelle Scritture sono presenti ammonimenti e biasimi, minacce di castighi ed elogi dell'obbedienza?
Se inoltre, come predicava Lutero, l'uomo non ha bisogno di chiese e organi intermediari tra sé e Dio, ma è l'unico sacerdote di se stesso, come si concilia questa supposta autonomia con la sua assoluta impossibilità di scelta in ambito morale?
L'intervento decisivo della Grazia
In ogni azione umana noi possiamo distinguere tre fasi: l'inizio, lo sviluppo e l'esito finale: la Grazia è essenziale nella prima e nell'ultima fase, quando cioè ispira la volontà dell'uomo al bene (l'inizio) e gli consente di realizzarlo (l'esito finale): tutta la parte che riguarda la messa in opera dell'azione (lo sviluppo) vede l'intervento del libero arbitrio dell'uomo che liberamente mette in atto la sua volontà. Così le due cause -la grazia di Dio e la volontà umana- dell'azione concorrano allo stesso tempo e a una stessa opera indivisibile anche se tra le due la causa principale è la Grazia che da sola potrebbe mettere in atto l'azione.
Particolarmente incisivo è l’esempio che Erasmo presenta per supportare la sua soluzione, del padre e del figlio che vuole cogliere un frutto.
Il padre alza nelle sue braccia il figlio che ancora non sa camminare, che cade e che fa degli sforzi disordinati; gli mostra un frutto posato davanti a lui; il bambino vuole correre a prenderlo, ma la sua debolezza è tale che cadrebbe se il padre non lo sostenesse e guidasse.
È quindi solo grazie alla conduzione del padre (la Grazia di Dio) che il bambino arriva al frutto che sempre suo padre gli offre; ma il bambino non sarebbe riuscito ad alzarsi se il padre non l’avesse sostenuto, non avrebbe visto il frutto se il padre non glielo avesse mostrato, non sarebbe potuto avanzare senza la guida del padre, non avrebbe potuto prendere il frutto se il padre non glielo avesse concesso.
Cosa potrà arrogarsi il bambino come sua autonoma azione? Malgrado nulla avrebbe potuto compiere con le sue forze senza la Grazia, ha pertanto fatto qualcosa.
Libero arbitrio
Il termine arbitrio si riferisce alla capacità di giudicare in assoluta libertà attorno a un fatto o a un concetto. Il libero arbitrio è quindi la facoltà propria dell'uomo di essere libero da qualsiasi necessità riguardo alle decisioni che vuole prendere. Per essere realmente libera, una scelta non deve avere nulla alle sue spalle che la determini, sia direttamente che indirettamente.
Sul termine molto si è discusso e molto si discute: un libero arbitrio assoluto comporterebbe infatti l'inesistenza di un qualsiasi principio divino, mentre, al contrario, l'esistenza di un Dio onnipotente comporterebbe l'impossibilità di una qualsiasi libertà di fatto.
Se fosse vero il primo caso, il divino non potrebbe nulla contro la libera decisione dell'uomo di fare il bene e il male, e questo contraddirebbe l'onnipontenza divina (nonostante ciò, è questa la strada seguita dalla tradizione teologica, per cui Dio ha concesso all'uomo il libero arbitrio, ovvero la possibilità di scegliere il male).
Visione opposta è per contro quella dello stoicismo: il libero arbitrio non esiste nella sua forma assoluta poiché ogni cosa del mondo risponde alla legge del logos che la costringe entro un destino necessario (si veda lo stoicisimo).
Suggerire che l'uomo ha "Libero Arbitrio" è non suggerire niente a meno che i termini siano definiti. Alcuni delle definizioni tipiche sono:
1. "Libero Arbitrio" significa che una persona è in grado di fare ciò che "decide" di fare. Questo, certo, è assurdo. Può decidere di volare nel battere le sue braccia, ma non volerà. È ovvio che in qualche modo "capacità" deve essere accoppiata con "la volontà."
2. "Libero Arbitrio" significa che una persona è libera per fare qualsiasi cosa. Anche questo è assurdo. Uno non è libero di scegliere il suo sesso, i suoi genitori, la sua nazionalità, la sua data di nascita, ecc., ecc.
3. "Libero Arbitrio" Significa che una persona è libera di scegliere il buono o il malvagio. Questo era l'insegnamento di Arminius e può essere il significato la maggior parte delle persone allega a "Libero Arbitrio" ma questo è anche assurdo. Anche Dio Stesso non è libero di scegliere buono o malvagio, data la Sua natura.
La definizione della parola "volontà" è "desiderio" così quando si dice che l'uomo ha "Libero Arbitrio" è dire che ha "libero desiderio." Dovrebbe essere ovvio ad anche allo studente casuale della Parola che questo non è vero. Tutti i desideri dell'uomo sono condizionati dalle cose fuori del suo controllo. La sua base culturale, il suo ambiente, la sua famiglia, il suoi gusti, ecc., e più importante Scritturalmente, peccato ed il suo stato caduto.
Poi dire che l'uomo è libero per desiderare quel che desidera è soltanto dichiarare l'ovvio, comunque, il suo desiderio in nessuna maniera implica la sua capacità di fare. Come ciò può essere chiamato "libero" quando è limitato dalle condizioni fuori del suo controllo e dalla sua capacità di eseguire?
È anche chiaro che questa così chiamata libertà non rende possibile per la persona di desiderare quello che non desidera. L'uomo caduto, l'uomo carnale, non ha assolutamente nessuno desiderio per venire a Dio o far piacere a Dio e perciò non è libero di fare così.
L'uomo caduto è totalmente limitato nel suo desiderio, nella sua capacità di fare, o il suo desiderio di fare, quello che è buono alle norme di Dio. Teologicamente questo è chiamato "la depravazione totale." Sebbene la depravazione non è una parola Biblica, è comunque verità Biblica. Per negare la depravazione totale dell'uomo è negare la Grazia di Dio e bestemmiare il lavoro finito di Cristo.
Uno non può essere casuale sulle parole; dire che uno crede nella grazia di Dio ma non nella depravazione totale, nella predestinazione e l'elezione è una contraddizione di fatti. Se l'uomo non è totalmente depravato e predestinato alla vita eterna allora la salvezza non per grazia.
Considerare quello che lo Santo Spirito dice:
1. L'uomo non rigenerato non può , non ha capacità a, non desidera entrare il regno di Dio.
- Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. (Giovanni 3:5)
2. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera venire a Cristo.
Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. (Giovanni 6:44)
Nota: La parola Greca elkuow "helkuoo " non significa invitare, ma piuttosto trascinare o costringere . Nella stessa maniera che un trattore non invita l'aratro a seguirlo. Questo può essere confermato dalla maniera in cui lo Spirito Santo usa la parola in tutti gli altri riferimenti:
- Allora Simon Pietro, che aveva una spada la sfoderò, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio destro; or quel servo si chiamava Malco. (Giovanni 18:10 )
- Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono e non potevano più tirarla su per la quantità di pesci. (Giovanni 21:6 )
- Simon Pietro risalì in barca e tirò a terra le rete, piena di centocinquantatrè grossi pesci; e benché ve ne fossero tanti, la rete non si strappò. (Giovanni 21:11 )
- Ora i padroni di lei, vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e Sila e li trascinarono sulla piazza del mercato davanti ai magistrati; (Atti 16:19 )
- E tutta la città fu in subbuglio, e ci fu un accorrere di gente; e, preso Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono serrate le porte. (Atti 21:30 )
In nessuno di questi versi la parola è usata come "invita" ma sempre come "trascina" o "costringe" che è il significato reale della parola.
Quindi il Signore ha detto:
- E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita. (Giovanni 6:63 )
- Ma vi sono alcuni tra voi che non credono», Gesú infatti sapeva fin dal principio chi erano coloro che non credevano, e chi era colui che lo avrebbe tradito; (Giovanni 6:64 )
- e diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è dato dal Padre mio». (Giovanni 6:65 )
3. L'uomo non rigenerato non può , non ha capacità a, non desidera sentire la Parola di Dio.
- Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola. (Giovanni 8:43)
- Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio». (Giovanni 8:47)
4. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera ricevere lo Spirito di verità.
- lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con
voi e sarà in voi. (Giovanni 14:17)
5. All'uomo non rigenerato interessano solo le cose della carne.
- Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito. (Romani 8:5)
6. Le cose della carne sono:
la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l’una all’altra,
cosicché voi non fate quel che vorreste. (Galati 5:17).
- Ma se siete condotti dallo Spirito, voi non siete sotto la legge. (Galati 5:18).
- Ora le opere della carne sono manifeste e sono: adulterio, fornicazione impurità, dissolutezza, (Galati 5:19)
- idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, sette, (Galati 5:20)
- invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro
- che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio, (Galati 5:21).
7. L'uomo non rigenerato è nemico di Dio.
- Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.
(Romani 8:7)
8. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera essere soggetto alla legge di Dio.
- Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.
(Romani 8:7)
9. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera soddisfare Dio.
- Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. (Romani 8:8).
10. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera ricevere le cose dello Spirito.
- Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano
spiritualmente. (1 Corinzi 2:14)
11. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera cessare dal peccato.
- Hanno occhi pieni di adulterio e che non cessano mai di peccare, adescano le anime instabili, hanno il cuore esercitato alla cupidigia e sono figli di maledizione. (2 Pietro 2:14)
12. L'uomo non rigenerato non è giusto.
- come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppure uno. (Romani 3:10 )
- Non c’è alcuno che abbia intendimento, non c’è alcuno che ricerchi Dio. (Romani 3:11)
- Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno. (Romani 3:12 )
- La loro gola è un sepolcro aperto con le loro lingue hanno tramato inganni, c’è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; (Romani 3:13)
- la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; (Rom 3:14)
- i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; (Romani 3:15)
- sulle loro vie c’è rovina e calamità, (Romani 3:16)
- e non hanno conosciuto la via della pace; (Romani 3:17)
- non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi». (Romani 3:18)
Allora scritturalmente, l'uomo corrotto non è libero, non ha desiderio, non ha capacità, di soddisfare Dio o di scegliere ciò che è buono. Lo Spirito Santo fece questo chiaro quando disse:
- Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi. (Matteo 7:17)
- Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. (Matteo 7:18)
- Poiché non c’è albero buono che faccia frutto cattivo, né albero cattivo che faccia frutto buono. (Luc 6:43 )
- Certo, tutto è puro per i puri, ma niente è puro per i contaminati e gli increduli; anzi, sia la loro mente che la loro coscienza sono contaminate. (Tito 1:15)
Quindi è necessario per qualcosa che succeda che non sia dipendente sulla volontà o sul desiderio dell'uomo caduto, che non abbia niente a che fare con la sua volontà o il suo desiderio, per lui di venire a Dio e fare quello che soddisfa a Dio.
Lo Spirito Santo lo fa molto chiaro che questo è la nascita nuova dalla volontà di Dio e non dalla volontà dell'uomo, così è per grazia e non per ricompensa:
- Beato l’uomo che tu scegli e fai avvicinare a te, perché abiti nei tuoi cortili; noi saremo saziati dei beni della tua casa, delle cose sante del tuo tempio. (Salmi 65:4)
- i quali non sono nati da sangue né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:13)
- E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita. (Giovanni 6:63)perché siete stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio vivente e che dura in eterno. (1 Pietro 1:23).
Così essendo nato dalla volontà di Dio l'uomo diventa una creazione nuova ed è fatto giusto:
- Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti. (Romani 5:19)
- Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui. (2 Corinzi 5:21)
- Essendo stato fatto giusto, l'uomo nuovo, non il vecchio uomo, ha desideri nuovi, crede Dio, fa ciò che soddisfa Dio, quello che è giusto:
- In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha vita eterna. (Giovanni 6:47)
- Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che lo ha generato, ama anche chi è stato generato da lui. (1 Giovanni 5:1)
- Certo, tutto è puro per i puri, ma niente è puro per i contaminati e gli increduli; anzi, sia la loro mente che la loro coscienza sono contaminate. (Tito 1:15)
- Se voi sapete che egli è giusto, sappiate che chiunque pratica la giustizia, è nato da lui. (1 Giovanni 2:29)
- Figlioletti, nessuno vi seduca: chi pratica la giustizia è giusto, come egli è giusto, (1 Giovanni 3:7)
- Da questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il proprio fratello. (1 Giovanni 3:10)
continua ...
Libero arbitrio
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Il Libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona è libera di fare le sue scelte. Ciò si contrappone alle varie concezioni deterministiche secondo le quali la realtà è in qualche modo predeterminata (destino), per cui gli individui non possono compiere scelte perché ogni loro azione è predeterminata prima della loro nascita (predestinazione o servo arbitrio).
Il concetto di libero arbitrio è molto dibattuto nell'ambito religioso in relazione all'onniscienza attribuita alla divinità nelle religioni monoteistiche. Esso è alla base della religione cattolica mentre risulta uno dei punti di contrasto con la religione luterana per la quale l'uomo non può in alcun modo agire per liberare la propria anima, mentre il cattolicesimo considerava fondamentale le opere quanto le preghiere.
Alla stessa idea del luteranesimo aderiva anche il calvinismo per il quale l'uomo era predestinato e per questo a niente servivano le proprie opere e le proprie azioni, poiché l'elemento decisivo è solo la fede.
Il concetto di libero arbitrio ha implicazioni in campo religioso, etico e scientifico. In campo religioso il libero arbitrio implica che la divinità, per quanto onnipotente, scelga di non utilizzare il proprio potere per condizionare le scelte degli individui. Nell'etica questo concetto è alla base della responsabilità di un individuo per le sue azioni. In ambito scientifico l'idea di libero arbitrio determina un'indipendenza del pensiero inteso come attività della mente e della mente stessa dalla pura causalità scientifica.
Il libero arbitrio secondo s. Agostino
Connesso al problema del male è quello riguardante la libertà umana. Se l’uomo non fosse libero, allora non avrebbe né meriti, né colpe. Il problema che si pone con questa affermazione è se esiste il libero arbitrio oppure la predestinazione, problema che si è venuto a creare in seguito al peccato originale:
• Dio, che è onnisciente e conosce il futuro, ha dato piena libertà all'uomo, ma sa che, lasciandolo libero, questi peccherà. Dio potrebbe anche intervenire per impedirglielo, ma non lo fa (libero arbitrio).
• L'uomo, così peccando, ha commesso il peccato originale, con cui ha compromesso la propria libertà, volgendola contro se stessa. Sebbene egli sia divenuto indegno di ricevere la salvezza, Dio, conoscendo le sue possibili scelte verso il male o verso il bene, dona ad alcuni, con la Grazia, la possibilità di salvarsi, mentre ad altri lascia la libertà di dannarsi; tuttavia, questa non è una scelta divina arbitraria, ma è semplicemente la prescienza di Dio che, nell'eternità (cioè oltre il tempo), vede coloro che possono ricevere la Grazia e coloro che non possono. Questi ultimi anche se la ricevessero non solo non si salverebbero, ma si dannerebbero ancor più. Dunque, per Agostino, la volontà di Dio precorre semplicemente la volontà dell'uomo, non la costringe, poiché tale nostra volontà è l'unica davvero che ci renda meritevoli della salvezza o della dannazione; infatti, anche se nessun uomo potrebbe salvarsi con la sola propria volontà, coloro che potrebbero salvarsi vengono soccorsi dalla Grazia divina, che li aiuta nella loro predisposizione. Tale concetto si spiega nella risposta evangelica di Cristo ai suoi discepoli, che gli avevano chiesto:
« "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è
possibile." » (Matteo 19,25-26)
Sarebbe d'altronde impossibile indagare le ragioni per cui Dio interviene a favore di alcuni e non di altri, perché noi non abbiamo titoli per criticare Dio. Agostino si rifà in proposito alle parole di Paolo di Tarso: «O uomo, chi sei tu per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?» (Paolo di Tarso, Lettera ai Romani 2,20-21)
Fondamento della libertà umana è dunque per Agostino la Grazia divina, perché solo con la grazia l'uomo diventa capace di dare attuazione alle proprie scelte morali. Va distinto in proposito il libero arbitrio (che è la semplice capacità di scegliere tra il bene e il male), dalla libertà, che è invece la volontà effettiva di realizzare queste scelte. Qui si inserirà anche la polemica degli ultimi anni di Agostino contro Pelagio: essendo l'uomo corrotto dal peccato originale di Adamo, e quindi magari animato da buone intenzioni ma facilmente preda di tentazioni malvagie, Dio non solo interviene per illuminare l'uomo su cosa è il bene, ma anche per infondergli la volontà effettiva di perseguirlo.
Il problema del libero arbitrio
Il problema del libero arbitrio alla fine del XV secolo si era fatto pressante sotto i colpi inferti da Martin Lutero e dalle sue considerazioni sul servo arbitrio. In pratica per Lutero l'uomo non poteva nulla per ottenere la redenzione e a nulla servivano, quindi, le opere e la carità e di conseguenza la funzione mediatrice della Chiesa tra l'uomo e Dio attraverso i sacramenti.
Questa visione luterana era tipica di un clima culturale e intellettuale che segnavano la fine dell'Umanesimo e il tramonto del concetto di Homo faber ipsius fortunae (Ognuno è artefice della propria fortuna).
Erasmo da Rotterdam, invitato ripetutamente a prendere posizione sul Luteranesimo, si decise a scrivere questa opera per definire la sua posizione nei confronti del problema della libertà dell'uomo e quindi della sua responsabità di fronte a Dio e del suo rapporto con la Chiesa cattolica, rivalutando nel contempo, nei confronti di quest'ultima, i valori dell'individuo.
Il pensiero di Erasmo
La definizione di libero arbitrio su cui Erasmo costruisce il proprio discorso è quella di un «potere della volontà umana in virtù del quale l’uomo può sia applicarsi a tutto ciò che lo conduce all’eterna salvezza, sia, al contrario, allontanarsene.» (in Erasmo-Lutero, Il libero arbitrio. Il servo arbitrio, Torino, Claudiana, 1993, 185-186)
Senza voler mettere in discussione l’autorità e il valore delle Sacre Scritture, Erasmo afferma che , malgrado la sofferenza e i danni subiti a causa del peccato originale, il libero arbitrio permane ancora nell'uomo ma è offuscato e reso difficile da mettere in atto per l’immensa massa delle mancanze e per l’abitudine al peccato.
Chi afferma che il libero arbitrio, la libera volontà dell'uomo può esprimersi solo nel decidere di peccare erra così come chi crede che il libero arbitrio sia una vuota astrazione. Chi sostiene queste tesi dimentica che sia il bene che il male possono essere messi in atto dall'uomo solo con il consenso di Dio che offre all'uomo la grazia affinché egli scelga il bene.
Le Sacre Scritture confermano il libero arbitrio
Con un'argomentazione basata sulle Scritture, Erasmo dimostra la sussistenza del libero arbitrio: gli uomini vengono esortati a scegliere il bene, Dio si lamenta della rovina del suo popolo, Cristo piange su Gerusalemme apostata che lo ripudia, e la invita a seguirlo, ecc.
Se invece, come affermava Lutero, l'essere umano non avesse la facoltà di accettare o rifiutare liberamente la grazia divina che gli viene offerta, perché nelle Scritture sono presenti ammonimenti e biasimi, minacce di castighi ed elogi dell'obbedienza?
Se inoltre, come predicava Lutero, l'uomo non ha bisogno di chiese e organi intermediari tra sé e Dio, ma è l'unico sacerdote di se stesso, come si concilia questa supposta autonomia con la sua assoluta impossibilità di scelta in ambito morale?
L'intervento decisivo della Grazia
In ogni azione umana noi possiamo distinguere tre fasi: l'inizio, lo sviluppo e l'esito finale: la Grazia è essenziale nella prima e nell'ultima fase, quando cioè ispira la volontà dell'uomo al bene (l'inizio) e gli consente di realizzarlo (l'esito finale): tutta la parte che riguarda la messa in opera dell'azione (lo sviluppo) vede l'intervento del libero arbitrio dell'uomo che liberamente mette in atto la sua volontà. Così le due cause -la grazia di Dio e la volontà umana- dell'azione concorrano allo stesso tempo e a una stessa opera indivisibile anche se tra le due la causa principale è la Grazia che da sola potrebbe mettere in atto l'azione.
Particolarmente incisivo è l’esempio che Erasmo presenta per supportare la sua soluzione, del padre e del figlio che vuole cogliere un frutto.
Il padre alza nelle sue braccia il figlio che ancora non sa camminare, che cade e che fa degli sforzi disordinati; gli mostra un frutto posato davanti a lui; il bambino vuole correre a prenderlo, ma la sua debolezza è tale che cadrebbe se il padre non lo sostenesse e guidasse.
È quindi solo grazie alla conduzione del padre (la Grazia di Dio) che il bambino arriva al frutto che sempre suo padre gli offre; ma il bambino non sarebbe riuscito ad alzarsi se il padre non l’avesse sostenuto, non avrebbe visto il frutto se il padre non glielo avesse mostrato, non sarebbe potuto avanzare senza la guida del padre, non avrebbe potuto prendere il frutto se il padre non glielo avesse concesso.
Cosa potrà arrogarsi il bambino come sua autonoma azione? Malgrado nulla avrebbe potuto compiere con le sue forze senza la Grazia, ha pertanto fatto qualcosa.
Libero arbitrio
Il termine arbitrio si riferisce alla capacità di giudicare in assoluta libertà attorno a un fatto o a un concetto. Il libero arbitrio è quindi la facoltà propria dell'uomo di essere libero da qualsiasi necessità riguardo alle decisioni che vuole prendere. Per essere realmente libera, una scelta non deve avere nulla alle sue spalle che la determini, sia direttamente che indirettamente.
Sul termine molto si è discusso e molto si discute: un libero arbitrio assoluto comporterebbe infatti l'inesistenza di un qualsiasi principio divino, mentre, al contrario, l'esistenza di un Dio onnipotente comporterebbe l'impossibilità di una qualsiasi libertà di fatto.
Se fosse vero il primo caso, il divino non potrebbe nulla contro la libera decisione dell'uomo di fare il bene e il male, e questo contraddirebbe l'onnipontenza divina (nonostante ciò, è questa la strada seguita dalla tradizione teologica, per cui Dio ha concesso all'uomo il libero arbitrio, ovvero la possibilità di scegliere il male).
Visione opposta è per contro quella dello stoicismo: il libero arbitrio non esiste nella sua forma assoluta poiché ogni cosa del mondo risponde alla legge del logos che la costringe entro un destino necessario (si veda lo stoicisimo).
Suggerire che l'uomo ha "Libero Arbitrio" è non suggerire niente a meno che i termini siano definiti. Alcuni delle definizioni tipiche sono:
1. "Libero Arbitrio" significa che una persona è in grado di fare ciò che "decide" di fare. Questo, certo, è assurdo. Può decidere di volare nel battere le sue braccia, ma non volerà. È ovvio che in qualche modo "capacità" deve essere accoppiata con "la volontà."
2. "Libero Arbitrio" significa che una persona è libera per fare qualsiasi cosa. Anche questo è assurdo. Uno non è libero di scegliere il suo sesso, i suoi genitori, la sua nazionalità, la sua data di nascita, ecc., ecc.
3. "Libero Arbitrio" Significa che una persona è libera di scegliere il buono o il malvagio. Questo era l'insegnamento di Arminius e può essere il significato la maggior parte delle persone allega a "Libero Arbitrio" ma questo è anche assurdo. Anche Dio Stesso non è libero di scegliere buono o malvagio, data la Sua natura.
La definizione della parola "volontà" è "desiderio" così quando si dice che l'uomo ha "Libero Arbitrio" è dire che ha "libero desiderio." Dovrebbe essere ovvio ad anche allo studente casuale della Parola che questo non è vero. Tutti i desideri dell'uomo sono condizionati dalle cose fuori del suo controllo. La sua base culturale, il suo ambiente, la sua famiglia, il suoi gusti, ecc., e più importante Scritturalmente, peccato ed il suo stato caduto.
Poi dire che l'uomo è libero per desiderare quel che desidera è soltanto dichiarare l'ovvio, comunque, il suo desiderio in nessuna maniera implica la sua capacità di fare. Come ciò può essere chiamato "libero" quando è limitato dalle condizioni fuori del suo controllo e dalla sua capacità di eseguire?
È anche chiaro che questa così chiamata libertà non rende possibile per la persona di desiderare quello che non desidera. L'uomo caduto, l'uomo carnale, non ha assolutamente nessuno desiderio per venire a Dio o far piacere a Dio e perciò non è libero di fare così.
L'uomo caduto è totalmente limitato nel suo desiderio, nella sua capacità di fare, o il suo desiderio di fare, quello che è buono alle norme di Dio. Teologicamente questo è chiamato "la depravazione totale." Sebbene la depravazione non è una parola Biblica, è comunque verità Biblica. Per negare la depravazione totale dell'uomo è negare la Grazia di Dio e bestemmiare il lavoro finito di Cristo.
Uno non può essere casuale sulle parole; dire che uno crede nella grazia di Dio ma non nella depravazione totale, nella predestinazione e l'elezione è una contraddizione di fatti. Se l'uomo non è totalmente depravato e predestinato alla vita eterna allora la salvezza non per grazia.
Considerare quello che lo Santo Spirito dice:
1. L'uomo non rigenerato non può , non ha capacità a, non desidera entrare il regno di Dio.
- Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. (Giovanni 3:5)
2. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera venire a Cristo.
Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. (Giovanni 6:44)
Nota: La parola Greca elkuow "helkuoo " non significa invitare, ma piuttosto trascinare o costringere . Nella stessa maniera che un trattore non invita l'aratro a seguirlo. Questo può essere confermato dalla maniera in cui lo Spirito Santo usa la parola in tutti gli altri riferimenti:
- Allora Simon Pietro, che aveva una spada la sfoderò, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio destro; or quel servo si chiamava Malco. (Giovanni 18:10 )
- Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono e non potevano più tirarla su per la quantità di pesci. (Giovanni 21:6 )
- Simon Pietro risalì in barca e tirò a terra le rete, piena di centocinquantatrè grossi pesci; e benché ve ne fossero tanti, la rete non si strappò. (Giovanni 21:11 )
- Ora i padroni di lei, vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e Sila e li trascinarono sulla piazza del mercato davanti ai magistrati; (Atti 16:19 )
- E tutta la città fu in subbuglio, e ci fu un accorrere di gente; e, preso Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono serrate le porte. (Atti 21:30 )
In nessuno di questi versi la parola è usata come "invita" ma sempre come "trascina" o "costringe" che è il significato reale della parola.
Quindi il Signore ha detto:
- E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita. (Giovanni 6:63 )
- Ma vi sono alcuni tra voi che non credono», Gesú infatti sapeva fin dal principio chi erano coloro che non credevano, e chi era colui che lo avrebbe tradito; (Giovanni 6:64 )
- e diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è dato dal Padre mio». (Giovanni 6:65 )
3. L'uomo non rigenerato non può , non ha capacità a, non desidera sentire la Parola di Dio.
- Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola. (Giovanni 8:43)
- Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio». (Giovanni 8:47)
4. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera ricevere lo Spirito di verità.
- lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con
voi e sarà in voi. (Giovanni 14:17)
5. All'uomo non rigenerato interessano solo le cose della carne.
- Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito. (Romani 8:5)
6. Le cose della carne sono:
la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l’una all’altra,
cosicché voi non fate quel che vorreste. (Galati 5:17).
- Ma se siete condotti dallo Spirito, voi non siete sotto la legge. (Galati 5:18).
- Ora le opere della carne sono manifeste e sono: adulterio, fornicazione impurità, dissolutezza, (Galati 5:19)
- idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, sette, (Galati 5:20)
- invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro
- che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio, (Galati 5:21).
7. L'uomo non rigenerato è nemico di Dio.
- Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.
(Romani 8:7)
8. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera essere soggetto alla legge di Dio.
- Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.
(Romani 8:7)
9. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera soddisfare Dio.
- Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. (Romani 8:8).
10. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera ricevere le cose dello Spirito.
- Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano
spiritualmente. (1 Corinzi 2:14)
11. L'uomo non rigenerato non può, non ha capacità a, non desidera cessare dal peccato.
- Hanno occhi pieni di adulterio e che non cessano mai di peccare, adescano le anime instabili, hanno il cuore esercitato alla cupidigia e sono figli di maledizione. (2 Pietro 2:14)
12. L'uomo non rigenerato non è giusto.
- come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppure uno. (Romani 3:10 )
- Non c’è alcuno che abbia intendimento, non c’è alcuno che ricerchi Dio. (Romani 3:11)
- Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno. (Romani 3:12 )
- La loro gola è un sepolcro aperto con le loro lingue hanno tramato inganni, c’è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; (Romani 3:13)
- la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; (Rom 3:14)
- i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; (Romani 3:15)
- sulle loro vie c’è rovina e calamità, (Romani 3:16)
- e non hanno conosciuto la via della pace; (Romani 3:17)
- non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi». (Romani 3:18)
Allora scritturalmente, l'uomo corrotto non è libero, non ha desiderio, non ha capacità, di soddisfare Dio o di scegliere ciò che è buono. Lo Spirito Santo fece questo chiaro quando disse:
- Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi. (Matteo 7:17)
- Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. (Matteo 7:18)
- Poiché non c’è albero buono che faccia frutto cattivo, né albero cattivo che faccia frutto buono. (Luc 6:43 )
- Certo, tutto è puro per i puri, ma niente è puro per i contaminati e gli increduli; anzi, sia la loro mente che la loro coscienza sono contaminate. (Tito 1:15)
Quindi è necessario per qualcosa che succeda che non sia dipendente sulla volontà o sul desiderio dell'uomo caduto, che non abbia niente a che fare con la sua volontà o il suo desiderio, per lui di venire a Dio e fare quello che soddisfa a Dio.
Lo Spirito Santo lo fa molto chiaro che questo è la nascita nuova dalla volontà di Dio e non dalla volontà dell'uomo, così è per grazia e non per ricompensa:
- Beato l’uomo che tu scegli e fai avvicinare a te, perché abiti nei tuoi cortili; noi saremo saziati dei beni della tua casa, delle cose sante del tuo tempio. (Salmi 65:4)
- i quali non sono nati da sangue né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:13)
- E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita. (Giovanni 6:63)perché siete stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio vivente e che dura in eterno. (1 Pietro 1:23).
Così essendo nato dalla volontà di Dio l'uomo diventa una creazione nuova ed è fatto giusto:
- Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti. (Romani 5:19)
- Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui. (2 Corinzi 5:21)
- Essendo stato fatto giusto, l'uomo nuovo, non il vecchio uomo, ha desideri nuovi, crede Dio, fa ciò che soddisfa Dio, quello che è giusto:
- In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha vita eterna. (Giovanni 6:47)
- Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che lo ha generato, ama anche chi è stato generato da lui. (1 Giovanni 5:1)
- Certo, tutto è puro per i puri, ma niente è puro per i contaminati e gli increduli; anzi, sia la loro mente che la loro coscienza sono contaminate. (Tito 1:15)
- Se voi sapete che egli è giusto, sappiate che chiunque pratica la giustizia, è nato da lui. (1 Giovanni 2:29)
- Figlioletti, nessuno vi seduca: chi pratica la giustizia è giusto, come egli è giusto, (1 Giovanni 3:7)
- Da questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il proprio fratello. (1 Giovanni 3:10)
continua ...