Manifestazione a Milano contro l'ostracismo

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

Moderatore: Cogitabonda

Parteciperesti ad una manifestazione pubblica contro l'ostracismo?

84
48%
Sì, ma solo se non sono riconoscibile (maschera)
10
6%
Vorrei ma mi è impossibile partecipare
61
35%
No
19
11%
 
Voti totali: 174

vitale
Utente Master
Messaggi: 4060
Iscritto il: 30/08/2009, 11:19
Contatta:

Una manifestazione per riflettere sulla tutela dei diritti umani

Messaggio da vitale »

http://www.mondoraro.org/?p=16964" onclick="window.open(this.href);return false;

Ancora una volta Internet ha funzionato da cassa di risonanza tra frequentatori di blog, forum e social network e questa interazione ha reso possibile la manifestazione che si è tenuta mercoledì 1° dicembre 2010, in Piazza Montecitorio a Roma.

Perché si è manifestato? e chi erano i manifestanti?

Si è scesi in piazza contro l’oscurantismo religioso di chi si serve dell’ostracismo come strumento di controllo sugli altri; si è manifestato per dare voce alle migliaia di cittadini italiani che hanno perduto il prezioso dono della libertà di esprimere liberamente il proprio dissenso.

Convenuti da mezza Italia e anche dalla Francia e dalla Svizzera, ex Testimoni di Geova e cittadini che non hanno mai aderito a questo gruppo religioso si sono dati appuntamento davanti alla Camera dei Deputati per denunciare la pratica dell’ostracismo attuata dal movimento religioso dei Testimoni di Geova nei confronti di quelli che esprimono anche solo una parziale critica al loro credo. Chi scrive ha partecipato alla manifestazione; erano pure presenti alcuni Testimoni di Geova dissidenti che, opportunamente mimetizzati, hanno ben rappresentato coloro verso i quali il geovismo attua una rigorosa segregazione non solo ideologica, ma anche sociale, che induce i seguaci a trattare chi abbandona il gruppo, come se non esistesse.


Didascalia – Un momento della manifestazione: singolare mimetizzazione di un Testimone di Geova dissidente

Durante la manifestazione sono stati menzionati alcuni esempi concreti di ostracismo, attuati nel contesto associativo geovista. Per esempio, è stato narrato il caso di una donna siciliana che, scrivendo a un quotidiano nazionale qualche tempo fa, ha così riassunto la propria esperienza: «per oltre trent’anni ho considerato la congregazione [dei Testimoni di Geova] come la mia casa e la mia famiglia. Ho fatto di tutto perché anche i miei figli seguissero la fede che ritenevo giusta, e tre di loro sono diventati Testimoni … Poiché uno dei miei figli, per motivi di coscienza, ha deciso di non appartenere più alla congregazione dei Testimoni di Geova, pur continuando pienamente il suo impegno cristiano, sono venuti a trovarmi gli “anziani” [i responsabili di comunità geovista] e mi hanno imposto la scelta: o lo rinnegavo e mantenevo al minimo solo gli indispensabili rapporti di parentela, oppure mi avrebbero disassociata [espulsa] e, disassociandomi, mi avrebbero privato dell’affetto più grande di una madre: quello delle altre due figlie che sono ancora, insieme ai loro mariti, Testimoni, ed alle quali sarebbe stato pertanto interdetto ogni ulteriore contatto con me sia da parte loro che dei miei nipotini. … “Devi rinnegare pubblicamente tuo figlio e anche qui davanti a noi”, mi hanno detto, “devi dire che è un apostata, altrimenti manchi di lealtà all’organizzazione” … è difficile credere quante espressioni calunniose, insultanti, colme di odio, ho dovuto udire all’interno della congregazione, sia sul conto di mio figlio che di altri Testimoni che hanno deciso di lasciare l’organizzazione».

Il paradosso è che, quando altri gruppi religiosi applicano le stesse regole ostracizzanti, la letteratura geovista definisce questi comportamenti come “intimidazioni” (cf. il periodico La Torre di Guardia del 15 gennaio 1969, pag. 55).

Il problema non è se una persona sia libera di togliere il saluto a un parente, a un amico, a un collega di lavoro, il vero problema è se lo Stato – accettando di sottoscrivere un’Intesa con la Congregazione dei Testimoni di Geova – debba farsi garante di un’organizzazione che incita a comportamenti come quelli descritti. Infatti, i manifestanti hanno ribadito che i Testimoni di Geova sono liberi di ostracizzare chi vogliono, se ne assumono la piena responsabilità; ma si pone la questione: lo Stato dovrebbe offrire particolare tutela a un’organizzazione che incalza i suoi adepti affinché si adeguino a queste disposizioni irrispettose dei fondamentali diritti della persona? Se la bozza d’Intesa, attualmente all’esame del Parlamento, diventasse legge dello Stato, quale freno si potrebbe invocare allo straripamento dell’ostracismo promosso dai Testimoni di Geova verso chi, al loro interno, dissente e non è “allineato” con le vedute della dirigenza del movimento?

Questi interrogativi sono particolarmente pressanti, se si considera che un’Intesa è qualcosa di più di una semplice tutela di diritti. L’Intesa, infatti, apre delle possibilità di azione e di diffusione e dà una patente di affidabilità di fronte alla coscienza dei cittadini. Quanto meno essa garantisce di fronte a eventuali pericoli che un determinato gruppo possa rappresentare per il bene collettivo. I manifestanti hanno detto, forte e chiaro, di non credere che queste garanzie possano valere nel caso dei Testimoni di Geova.

Se, da una parte, i manifestanti hanno ripetutamente precisato che nessuno può negare ad altri la libertà religiosa, dall’altra, i partecipanti alla manifestazione hanno inteso richiamare l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica sull’opportunità di negare un regime di particolare favore alla Congregazione dei Testimoni di Geova, che pratica con sistematico rigore l’orrenda prassi dell’ostracismo. Questa misura “disciplinare”, infatti, limita la libertà di chi volesse porre fine alla propria adesione al culto, inducendo molte persone a restare affiliate a causa dello spauracchio della perdita dei legami affettivi, che deriverebbe dall’abbandono dell’organizzazione. Questa insinuante forma di pressione psicologica è ben diversa dall’esercizio della libertà religiosa.

Una delegazione di manifestanti ha potuto avvicinare diversi Parlamentari ai quali è stato chiesto di valutare con maggiore attenzione, con prudenza e discernimento gli studiati condizionamenti posti in atto dalla Congregazione dei Testimoni di Geova, prima di stipulare eventualmente l’Intesa con quest’associazione religiosa.
La famiglia, i figli, la religione, la politica, non hanno più spina dorsale
Presentazione
Rispondi
  • Argomenti simili
    Risposte
    Visite
    Ultimo messaggio

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Bing [Bot] e 8 ospiti