Moderatore: polymetis
SNORT!! ha scritto:... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
FORSE E' UN ARGOMENTO GIA' TRATTATO MA NON LO TROVO ...
GRAZIE A CHI VORRA' DARMI LA SUA RISPOSTA
SNORT!! ha scritto:... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
FORSE E' UN ARGOMENTO GIA' TRATTATO MA NON LO TROVO ...
GRAZIE A CHI VORRA' DARMI LA SUA RISPOSTA
SNORT!! ha scritto:Come direbbe AXL Dio ha fatto uno "scherzetto" non da poco ad Abraamo chiedendogli di sacrificargli suo figlio e fermandolo proprio all'ultimo. Che bisogno aveva? Lo sapeva che Abramo gli avrebbe ubbidito. Quindi?
Mah!!
SNORT!! ha scritto:Come direbbe AXL Dio ha fatto uno "scherzetto" non da poco ad Abraamo chiedendogli di sacrificargli suo figlio e fermandolo proprio all'ultimo. Che bisogno aveva? Lo sapeva che Abramo gli avrebbe ubbidito. Quindi?
Mah!!
eros&thanatos ha scritto:E nessuno che li sappia leggere... almeno, i miei..
... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
questo dimostrebbe la tesi che Dio sa tutto in anticipo
Franco Coladarci ha scritto:Snort... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
Dio non mette nessuno alla prova, così come "Non induce nessuno alla tentazione" (Padre Nostro)
Franco
Franco Coladarci ha scritto:Snort... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
Dio non mette nessuno alla prova, così come "Non induce nessuno alla tentazione" (Padre Nostro)
Franco
SNORT!! ha scritto:Franco Coladarci ha scritto:Snort... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
Dio non mette nessuno alla prova, così come "Non induce nessuno alla tentazione" (Padre Nostro)
Franco
Quindi lo "scherzo" ad Abramo non è da ritenere vero; allora cosa deve insegnarci?
SNORT!! ha scritto:... CHE BISOGNO HA DI METTERE ALLA PROVA GLI UOMINI?
FORSE E' UN ARGOMENTO GIA' TRATTATO MA NON LO TROVO ...
GRAZIE A CHI VORRA' DARMI LA SUA RISPOSTA
Infatti come è scritto più volte nel VT, non solo uccideva il suo popolo a migliaia ma ordinava sistematicamente lo sterminio di ogni essere che respirava tra i popoli che incontrava nel suo cammino, parlo di bambini, bambini, vecchi, uomini(non combattenti), donne, storpi e come si suol dire oggi, incapaci di intendere e di volere.
Un'esempio principe è Giosuè capitolo 8, dal versetto 24 si evince chiaramente ciò che affermo.
Franco Coladarci ha scritto:LandobrancoInfatti come è scritto più volte nel VT, non solo uccideva il suo popolo a migliaia ma ordinava sistematicamente lo sterminio di ogni essere che respirava tra i popoli che incontrava nel suo cammino, parlo di bambini, bambini, vecchi, uomini(non combattenti), donne, storpi e come si suol dire oggi, incapaci di intendere e di volere.
Un'esempio principe è Giosuè capitolo 8, dal versetto 24 si evince chiaramente ciò che affermo.
Dunque.
Quello che tu "evinci" è un dio, "sanguinario, vendicativo, oppressivo ecc", possiamo dire "malvagio?" ma si, diciamo che il dio veterotestamentario è un malvagio, allora ti chiedo, chi sarebbe quel Dio che in Giovanni è scritto " Dio ha tanto Amato il mondo da dare il suo unigenito figlio?", non di certo quel dio "malvagio" dell'antica alleanza, ma allora noi avremmo due dei, non più un unico Dio, e come risolveresti quel comandamento "Non avrai altri dei" ecc?
Come vedi, una lettura fondamentalista ti mette in un vespaio che è difficile uscirne.
Franco
Franco Coladarci ha scritto:LandobrancoInfatti come è scritto più volte nel VT, non solo uccideva il suo popolo a migliaia ma ordinava sistematicamente lo sterminio di ogni essere che respirava tra i popoli che incontrava nel suo cammino, parlo di bambini, bambini, vecchi, uomini(non combattenti), donne, storpi e come si suol dire oggi, incapaci di intendere e di volere.
Un'esempio principe è Giosuè capitolo 8, dal versetto 24 si evince chiaramente ciò che affermo.
Dunque.
Quello che tu "evinci" è un dio, "sanguinario, vendicativo, oppressivo ecc", possiamo dire "malvagio?" ma si, diciamo che il dio veterotestamentario è un malvagio, allora ti chiedo, chi sarebbe quel Dio che in Giovanni è scritto " Dio ha tanto Amato il mondo da dare il suo unigenito figlio?", non di certo quel dio "malvagio" dell'antica alleanza, ma allora noi avremmo due dei, non più un unico Dio, e come risolveresti quel comandamento "Non avrai altri dei" ecc?
Come vedi, una lettura fondamentalista ti mette in un vespaio che è difficile uscirne.
Franco
Franco Coladarci ha scritto:Cara Mara, ci sei vicino.
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, .
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
Franco Coladarci ha scritto:Cara Mara, ci sei vicino.
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, ne ripensa a ciò che ha detto o ha fatto, la mutabilità di Dio altro non è che la mutabilità dell’uomo, il quale attribuendo a Dio la mutabilità soddisfa in pieno la propria mutabilità.
Dio, il cui amore si manifesta nella creazione, nella sua varietà, nel suo ordine, non può volere la sofferenza di coloro che sono creati a “Sua Immagine e Somiglianza”, quale padre prova piacere nella sofferenza del proprio figlio?, così come un padre umano non sottoporrebbe mai il proprio figlio alla sofferenza ugualmente Dio non sottopone la sua creatura la quale è “pupilla del suo occhio” a nessuna sofferenza.
Dio dunque lascia che l’uomo faccia esperienza del vivere, la quale deve infine condurre a Lui, poiché l’uomo è “desideroso di Dio”.
Il desiderio di Dio è desiderio della fede, quella fede la quale passa per le vicissitudini umane, a volte belle ma spesso cattive, dunque Dio non mette alla prova l’uomo per vedere se ha fede e quanta fede abbia, poiché non sarebbe una fede dettata dalla “Ratio” sarebbe una fede artificiale e falsa, L’uomo non cresce per le prove che Dio gli manda bensì, dalle prove che la vita stessa gli impone.
Cosa vuol dire allora “Dio prova l’uomo”, in quanto l’uomo viene provato da se stesso, Dio non è un artificio dell’uomo, non è uno dei tanti dei, i quali vengono ben rappresentati con idoli attribuendogli emozioni e desideri puramente umani, Dio trascende la creazione ed è totalmente diverso da ogni cosa che l’uomo possa rappresentare, “I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie” afferma la scrittura.
La relazione con Dio è una relazione riguardante la prova, nel senso che dobbiamo fidarci, di credere a ciò che non si vede ne si può rappresentare, San Paolo afferma in merito alla fede “ L’evidente dimostrazioni di ciò che non si vede”, ma ciò che non si vede con gli occhi fisici la si può vedere con gli “occhi della Ragione”, ecco dunque le ali di una farfalla, “ Fides et Ratio ”, ragione e fede, le quali fanno comprendere ciò che Dio ci rivela e non ciò che l’uomo dice di Dio.
La vita, la quale mette alla prova l’uomo sul quotidiano, e quindi in relazione al sensibile lo pone anche davanti al sovrasensibile, ma mentre non si ha nessuna difficoltà ad accettare le prove visibili risulta invece una prova ancora maggiore accettare il sovrasensibile, cioè, accettare Dio, la prova dunque non è da Dio bensì dall'uomo, e proprio perché dall'uomo l’uomo attribuisce a Dio l’essere messo alla prova.
Con Cristo comprendiamo ancora meglio, come Dio “mette alla prova”, in quanto colui che cammina alla sua sequela prima o poi la vita lo metterà alla prova, una prova di confronto tra creatura e Creatore, tra l’immutabile ed il mutabile, se questo era vero nel passato lo è ancora di più nel nostro tempo, Dio dell’antico testamento è lo stesso Dio del nuovo, ma, mentre in quello antico è stato rappresentato dalle parole dell’uomo, usando generi vari come apocalittici, profetici, poetici, ecc, nel nuovo testamento Dio si è fatto conoscere da “Dio” suo Figlio, il quale portando la legge alla perfezione, eliminando quelle scorie che fino al quel momento erano indispensabili, ci ha fatto conoscere un Dio d’Amore, “Dio a tanto Amato il mondo”, questa conoscenza dell’Amore ci permette di mantenere una Fede verso Dio a prescindere dalle prove che potremmo avere, poiché, “Dio non prova nessuno con il male”.
Come un bel quadro è incastonato nella cornice così la “Parola di Dio” è incastonata nella parola dell’uomo, l’uomo comunica all'uomo con espressioni umane, con ciò che può comprendere, anche perché non potrebbe comunicare in altro modo, ma nel annunciare una verità rivelata la incornicia nelle esperienze umane, spingendo tale esperienze ad una condizione che a volte diventa problematico accettarle, dunque, bisogna togliere ciò che è il contenitore (parole dell’uomo) per far emergere ciò che è il contenuto (parola di Dio).
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
Caro Mauro, su questo punto dissento fortemente: gli atei che conosco (io per prima) hanno cercato Dio e sono arrivati alla conclusione che un dio non abbia spazio, ruolo o giustificazione nella realtà che conoscono. Ma l'ateismo è stato il punto di approdo, il punto di partenza era stato, appunto, quella ricerca di un creatore e signore che è tanto naturale per l'umanità.Mauro1971 ha scritto:Altresì ci sono alcune affermazioni date come certe, che di certo non hanno invece nulla, come quella dell'uomo che per sua natura cercherebbe Dio.
Cogitabonda ha scritto:Caro Mauro, su questo punto dissento fortemente: gli atei che conosco (io per prima) hanno cercato Dio e sono arrivati alla conclusione che un dio non abbia spazio, ruolo o giustificazione nella realtà che conoscono. Ma l'ateismo è stato il punto di approdo, il punto di partenza era stato, appunto, quella ricerca di un creatore e signore che è tanto naturale per l'umanità.Mauro1971 ha scritto:Altresì ci sono alcune affermazioni date come certe, che di certo non hanno invece nulla, come quella dell'uomo che per sua natura cercherebbe Dio.
eros&thanatos ha scritto:Caro Mauro... può darsi che alla fine della propria ricerca, una persona non trovi nessuna risposta.
Ma a mio parere, è il viaggio alla ricerca di risposte che val la pena di essere vissuto.
Mauro1971 ha scritto:Franco Coladarci ha scritto:Cara Mara, ci sei vicino.
La scrittura ci dice che Dio è “Immutabile”, quindi non dice una cosa per poi contraddirla, ne ripensa a ciò che ha detto o ha fatto, la mutabilità di Dio altro non è che la mutabilità dell’uomo, il quale attribuendo a Dio la mutabilità soddisfa in pieno la propria mutabilità.
Dio, il cui amore si manifesta nella creazione, nella sua varietà, nel suo ordine, non può volere la sofferenza di coloro che sono creati a “Sua Immagine e Somiglianza”, quale padre prova piacere nella sofferenza del proprio figlio?, così come un padre umano non sottoporrebbe mai il proprio figlio alla sofferenza ugualmente Dio non sottopone la sua creatura la quale è “pupilla del suo occhio” a nessuna sofferenza.
Dio dunque lascia che l’uomo faccia esperienza del vivere, la quale deve infine condurre a Lui, poiché l’uomo è “desideroso di Dio”.
Il desiderio di Dio è desiderio della fede, quella fede la quale passa per le vicissitudini umane, a volte belle ma spesso cattive, dunque Dio non mette alla prova l’uomo per vedere se ha fede e quanta fede abbia, poiché non sarebbe una fede dettata dalla “Ratio” sarebbe una fede artificiale e falsa, L’uomo non cresce per le prove che Dio gli manda bensì, dalle prove che la vita stessa gli impone.
Cosa vuol dire allora “Dio prova l’uomo”, in quanto l’uomo viene provato da se stesso, Dio non è un artificio dell’uomo, non è uno dei tanti dei, i quali vengono ben rappresentati con idoli attribuendogli emozioni e desideri puramente umani, Dio trascende la creazione ed è totalmente diverso da ogni cosa che l’uomo possa rappresentare, “I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie non sono le vostre vie” afferma la scrittura.
La relazione con Dio è una relazione riguardante la prova, nel senso che dobbiamo fidarci, di credere a ciò che non si vede ne si può rappresentare, San Paolo afferma in merito alla fede “ L’evidente dimostrazioni di ciò che non si vede”, ma ciò che non si vede con gli occhi fisici la si può vedere con gli “occhi della Ragione”, ecco dunque le ali di una farfalla, “ Fides et Ratio ”, ragione e fede, le quali fanno comprendere ciò che Dio ci rivela e non ciò che l’uomo dice di Dio.
La vita, la quale mette alla prova l’uomo sul quotidiano, e quindi in relazione al sensibile lo pone anche davanti al sovrasensibile, ma mentre non si ha nessuna difficoltà ad accettare le prove visibili risulta invece una prova ancora maggiore accettare il sovrasensibile, cioè, accettare Dio, la prova dunque non è da Dio bensì dall'uomo, e proprio perché dall'uomo l’uomo attribuisce a Dio l’essere messo alla prova.
Con Cristo comprendiamo ancora meglio, come Dio “mette alla prova”, in quanto colui che cammina alla sua sequela prima o poi la vita lo metterà alla prova, una prova di confronto tra creatura e Creatore, tra l’immutabile ed il mutabile, se questo era vero nel passato lo è ancora di più nel nostro tempo, Dio dell’antico testamento è lo stesso Dio del nuovo, ma, mentre in quello antico è stato rappresentato dalle parole dell’uomo, usando generi vari come apocalittici, profetici, poetici, ecc, nel nuovo testamento Dio si è fatto conoscere da “Dio” suo Figlio, il quale portando la legge alla perfezione, eliminando quelle scorie che fino al quel momento erano indispensabili, ci ha fatto conoscere un Dio d’Amore, “Dio a tanto Amato il mondo”, questa conoscenza dell’Amore ci permette di mantenere una Fede verso Dio a prescindere dalle prove che potremmo avere, poiché, “Dio non prova nessuno con il male”.
Come un bel quadro è incastonato nella cornice così la “Parola di Dio” è incastonata nella parola dell’uomo, l’uomo comunica all'uomo con espressioni umane, con ciò che può comprendere, anche perché non potrebbe comunicare in altro modo, ma nel annunciare una verità rivelata la incornicia nelle esperienze umane, spingendo tale esperienze ad una condizione che a volte diventa problematico accettarle, dunque, bisogna togliere ciò che è il contenitore (parole dell’uomo) per far emergere ciò che è il contenuto (parola di Dio).
Vedremo in seguito qualche esempio, iniziando proprio da Abramo.
Franco
Caro Franco,
come sempre su questi temi sono una voce fuori dal coro.
Vedi, tutto quello che hai detto è una giustificazione di assenza, non un'affermazione di presenza.
Sono tutte tesi atte proprio a spiegare perchè questo fantomatico Dio non c'è, non agisce, e la sofferenza dilaga libera nel nostro mondo e nelle nostre vite.
Altresì ci sono alcune affermazioni date come certe, che di certo non hanno invece nulla, come quella dell'uomo che per sua natura cercherebbe Dio, e sulla fede, che di comprovato non hanno proprio nulla, e che anzi mantengono ancora un deciso sapore medievale.
Levate queste affermazioni che andrebbero comprovate con rigore e praticità e non solo con arzigogoli logici, le tue parole non hanno alcun senso, se non quello appunto della necessità da parte dei fedeli di dover "giustificare Dio".
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