Achille Lorenzi ha scritto:A proposito di errori ed atrocità compite dai seguaci di una particolare chiesa o religione, non necessariamente tali azioni invaliderebbero la legittimità di tale “chiesa”, se ci basiamo su quanto si rileva dalla storia biblica (o se "ci basiamo sulla Bibbia", per usare il metodo di lettura dei TdG).
Riassumo qui i contenuti di alcuni miei interventi nel vecchio forum.
Domanda
E' mai possibile che una "chiesa" che condanna a morte le cosiddette streghe;
una "chiesa" i cui principali esponenti vanno in guerra e approvano l'uccisione indiscriminata di uomini, donne e bambini;
una "chiesa" nelle cui "leggi" si stabilisce che in caso di guerra vanno risparmiate soltanto le vergini, che diverranno bottino di guerra per i vincitori;
una "chiesa" i cui principali esponenti autorizzano sacrifici umani "espiatori",
che mutilano e fanno pezzi i prigionieri,
che bruciano vivi addirittura i propri figli...
è mai possibile che tale "chiesa" possa legittimamente pretendere di essere il "popolo di Dio"?
La risposta è
sì.
Per quanto possa sembrare paradossale, esiste una "chiesa" che nel passato si è comportata proprio in questo modo e che lo stesso Figlio di Dio ha però riconosciuto quale "popolo di Dio"...
Contrariamente a quanto qualcuno può aver pensato, con la mia domanda non mi stavo riferendo alla chiesa cattolica o a qualche altra chiesa cristiana. Stavo invece parlando della "chiesa" giudaica.
Leggendo la Bibbia si scopre che le azioni succitate vennero praticate sia a livello collettivo che individuale dagli appartenenti a tale "chiesa".
E tali azioni - che attualmente,
secondo la nostra sensibilità civile e sociale, verrebbero condannate unanimemente come barbarie - in molti casi erano ordinate dalla stessa Legge di quel popolo.
Per esempio, riguardo al fatto che le "streghe" dovevano essere uccise, questo era scritto nella "Legge di Mosè" (Esodo 22:18).
Per quanto riguarda la guerra, come è noto, anche questa veniva approvata dalla "Legge", nella quale si sanciva addirittura come trattare le donne vergini: queste dovevano diventare bottino di guerra (Num. 31:17, 18; Giud. 21:11).
Veniva poi approvato e praticato lo sterminio indiscriminato di uomini, donne e bambini (Deut. 20:16).
Anche oggi, unanimemente, la nostra sensibilità umana e sociale condanna senza alcuna riserva simili azioni.
In almeno un caso i prigionieri di guerra vennero mutilati (Giud. 1:6) e squartati (1 Sam. 15:33).
Vennero "sacrificati" insieme 7 fratelli, che non avevano alcuna colpa, solo per "espiare" gli errori commessi da loro padre (2 Sam. 21:1-9).
Infine, almeno un principale rappresentante di questa "chiesa", il re della nazione, sacrificò i propri figli, bruciandoli vivi (2 Cron. 28:3).
Quello che voglio mettere in risalto con questo mio intervento e che se vogliamo giudicare, con gli attuali criteri etici e morali, il comportamento della nazione di Israele, di alcuni suoi principali rappresentanti e perfino i contenuti della sua stessa Legge (di Dio), concluderemmo che tale nazione (o "chiesa") non poteva certo essere il popolo di Dio.
Tuttavia, "dal punto di vista biblico", i numerosi errori dei rappresentanti di questa nazione, le imperfezioni della legge, e le numerose infedeltà del popolo stesso, non squalificarono Israele dall'essere considerato il "popolo eletto".
Se qualcuno avesse voluto formarsi una sua "chiesa" indipendente, separata da Israele e dal Tempio di Gerusalemme, si sarebbe trovato quindi al di fuori del "popolo eletto".
Questo è quello che fecere, per esempio, i Samaritani, creandosi una loro "cheisa" ed un loro tempio. Ma tale "chiesa" non era riconsociuta da Dio.
Questo è infatti quello che in sostanza disse Gesù, quando, rivolgendosi ad una donna samaritana, le disse che "la salvezza viene dai Giudei" (Giov. 4: 22).
Gesù quindi riconobbe il sistema religioso esistente nel suo tempo, nonostante i suoi errori e le sue divisioni.
Quando poi venne il momento di fondare la Chiesa, che sarebbe diventata - dal punto di vista cristiano - il nuovo popolo di Dio, il nuovo "Israele", le prove e le evidenze di questo cambiamento vennero provvedute, come si legge negli Atti, tramite miracoli, segni ed manifestazioni dello Spirito Santo. Dio stesso, quindi, come avvenne al Monte Sinai, fondò questa "nuova nazione cristiana" (cfr. Matt. 21:45), promettendo ad essa la sua continua assistenza nel corso dei secoli, fino alla fine del mondo.
I TdG che rigettano le chiese storiche (Cattolica in primis), dovrebbero riflettere su questo fatto.
Secondo i TdG, la "chiesa", o nazione giudaica venne sostituita dalla "congregazione" cristiana a causa delle sue numerose infedeltà, e specialmente per non aver accolto il Figlio di Dio.
Ecco come una pubblicazione della WTS esprime questo concetto: «
A suo tempo il Regno di Dio venne tolto alla nazione degli ebrei naturali e dato a una nazione spirituale che avrebbe prodotto i frutti del Regno. (Mt 21:43) Nell'Israele spirituale furono senz'altro inclusi degli ebrei naturali. Gli apostoli e gli altri che ricevettero lo spirito santo alla Pentecoste del 33 E.V. (circa 120), quelli che si aggiunsero quel giorno (circa 3.000) e quelli che in seguito portarono il numero a circa 5.000 erano tutti ebrei e proseliti. (At 1:13-15; 2:41; 4:4) Comunque, come aveva detto Isaia, erano "un semplice rimanente" salvato da quella nazione ripudiata» ("Perspicacia", p. 69).
I TdG riconoscono tuttavia che (secondo la loro cronologia), dal 1513 a. C (anno in cui venne stipulato il "Patto della Legge" al monte Sinai) fino al 33 d.C. (il giorno di Pentecoste), la nazione di Israele fu l'unica a godere in maniera speciale del favore di Dio, ad essere ritenuta il "popolo eletto".
Dio avrebbe "ripudiato" Israele solo nel 33 d. C.
Ma come la "nascita" della nazione di Israele al Sinai avvenne fra manifestazioni gloriose della potenza divina, anche la nascita della "chiesa" cristiana avrebbe dovuto essere caratterizzata da manifestazioni divine, che ne attestavano il Suo riconoscimento.
Questo è quanto insegnano i TdG:
«Nel I secolo E.V. il battesimo con lo spirito santo era accompagnato da doni miracolosi. Questi servivano come segni indicanti che Dio non usava più nel suo servizio la congregazione ebraica, ma che aveva dato la sua approvazione alla congregazione cristiana stabilita da suo Figlio. (Eb 2:2-4)» ("Perspicacia", p. 720).
Quindi, sia per quanto riguarda Israele come nazione che la congregazione o chiesa cristiana, la loro nascita o fondazione, la loro legittimità ed approvazione, venne attestata e confermata da Dio stesso, tramite i Suoi interventi miracolosi.
Sarebbe stato Dio stesso quindi a dimostrare nel 33 d. C. che il Suo favore nei confronti del popolo ebraico si era trasferito alla "chiesa" cristiana, il nuovo "Israele di Dio".
E a tale Chiesa Cristo promise appunto la Sua ininterrotta assistenza, nel corso dei secoli, fino alla fine del mondo.
Mi viene spontaneo concludere, facendo un paragone con Israele e con le sue vicende, che eventuali errori e infedeltà commesse, sia a livello individuale che collettivo, non avrebbero comportato il ripudio, l'abbandono, della Sua Chiesa da parte di Cristo...
E se invece Dio avesse effettivamente deciso di rigettare la Sua Chiesa, per scegliere qualche altra "organizzazione", ebbene, le evidenze di questo "trasferimento" di favori dovrebbero essere state divinamente provvedute, così da non lasciare alcun dubbio che da un certo momento in poi la "vera Chiesa" era diventata un'altra...
Quando Russell, nel 1879, fondò la Watch Tower, pretese di "ripristinare il vero cristianesimo", dopo secoli di "apostasia", durante i quali Dio avrebbe abbandonato a sé stessa la Sua Chiesa, permettendo che per circa 18 secoli il cristianesimo praticamente scomparisse dalla faccia della terra (ma non aveva promesso Gesù che le porte dell'ades non avrebbero prevalso?).
Russell viene definito dagli attuali TdG come colui che fu «potentemente impiegato da Geova nel periodo in cui si ripristinavano basilari verità bibliche fra i veri adoratori di Dio sulla terra» - La Torre di Guardia del 1/4/77, p. 207.
Come sappiamo, in realtà Russell scrisse un'infinità di sciocchezze, al punto che oggi, se fosse vivo, verrebbe disassociato come apostata dai suoi attuali eredi, se cercasse di diffondere i suoi insegnamenti (si veda, per esempio, questa pagina:
http://www.infotdgeova.it/russell.htm" onclick="window.open(this.href);return false; ).
Ma il punto in questione è: se fosse vero che Dio ha rigettato tutte le chiese storiche (Cattolica in primis) e ha scelto Russell per ripristinare il vero cristianesimo, dove sono le prove di origine divina (segni, miracoli, doni dello spirito..) che dimostrano che sarebbe avvenuto questo "passaggio di consegne"?
Achille