di Vincy » 18/02/2010, 23:49
[quote="orpy"]
Loro dicono che non esiste il paradiso,ma chi restera' ,restera' qui,come rispondere a questo!!!
....
Grazie anticipatamente,per l'aiuto che mi darete,Un vostro fratello in fede Orazio.
Se ci sono altre riferimenti,che mi volete dare,da riferire sono bene accetti!!![/quote
Caro Orpy, ti posto una mia corrispondenza con una tdg su questo argomento, sperando ti sia utile.
Tra le altre cose la tdg dice di credere nella speranza di vita eterna terrena per i cristiani odierni. Alla mia domanda di fornirmi le prove scritturali, mi cita Matteo 5:5.
Mia risposta:
<<Benchè questa scrittura sia usata dai tdg per dimostrare la speranza terrena per i cristiani, tuttavia questa applicazione è fatta "per estensione", e non per diretto significato.
Se fai una ricerca sulla concordanza e leggi le scritture che contengono la parola "erede" o "eredità" o il verbo "ereditare" nelle scritture greche cristiane potrai notare con quale significato sono usati questi termini.
Riguardo al significato diretto di Matteo 5:5, nota il commento del Perspicacia nello Studio delle Scritture (pubblicato daio tdg), volume 1, pag.830, alla voce "Eredità":
<<L’eredità cristiana.
Gesù Cristo, quale figlio di Davide, è erede del trono davidico. (Isa 9:7; Lu 1:32) Come Figlio di Dio è erede di un regno celeste in virtù del patto che Geova ha fatto con lui. (Sl 110:4; Lu 22:28-30) Cristo eredita dunque le nazioni per frantumare tutti gli oppositori e regnare per sempre. — Sl 2:6-9.
Gli unti che fanno parte della congregazione cristiana hanno un’eredità celeste, quali “fratelli” di Gesù partecipi della sua eredità. (Ef 1:14; Col 1:12; 1Pt 1:4, 5) Questa include la terra. — Mt 5:5.
Poiché Dio li liberò dall’Egitto, gli israeliti divennero sua proprietà o “eredità”. (De 32:9; Sl 33:12; 74:2; Mic 7:14) Essi prefiguravano la “nazione” dell’Israele spirituale, che Dio considera sua “eredità” perché ne è il Proprietario, avendola acquistata per mezzo del sangue del suo unigenito Figlio, Gesù Cristo. — 1Pt 2:9; 5:2, 3; At 20:28.
Gesù Cristo indicò che chiunque rinuncia a cose di valore per amore del suo nome e per amore della buona notizia “erediterà la vita eterna”. — Mt 19:29; Mr 10:29, 30.>>
La Torre di Guardia del 15/5/2008, pag.3, ammette il significato diretto in armonia col Perspicacia succitato, e estende poi il significato di ereditare la terra anche al reame terrestre. Ma non è il significato diretto. Te la cito:
<<Siate d’indole mite
3 Gesù disse: “Felici quelli che sono d’indole mite, poiché erediteranno la terra”. (Matt. 5:5) La mitezza di cui si parla nelle Scritture non ha niente a che vedere con la debolezza. È piuttosto la gentilezza che si manifesta quando si ubbidisce a ciò che Dio richiede, e traspare dal modo in cui ci comportiamo con i nostri simili. Per esempio ‘non rendiamo a nessuno male per male’. — Rom. 12:17-19.
4 Quelli d’indole mite sono felici perché “erediteranno la terra”. Gesù, che era “d’indole mite e modesto di cuore”, è stato “costituito erede di tutte le cose” ed è quindi il principale Erede della terra. (Matt. 11:29; Ebr. 1:2; Sal. 2:8) Era stato predetto che, nel Regno celeste, il messianico “figlio dell’uomo” avrebbe avuto dei coregnanti. (Dan. 7:13, 14, 21, 22, 27) Essendo “coeredi di Cristo”, i 144.000 unti, anch’essi d’indole mite, avrebbero ereditato la terra insieme a lui. (Rom. 8:16, 17; Riv. 14:1) Altre persone d’indole mite riceveranno la vita eterna nel reame terrestre del Regno. — Sal. 37:11.>>
Come puoi notare, l'ultima frase è un'estensione.>>
Dopo avermi risposto con un insieme di citazioni prese qua e là dalle riviste Torre di Guardia, ecco la mia risposta:
<<..che devo dirti? La tua non è una spiegazione profonda e obiettiva di scritture bibliche, ma semplicemente una citazione di qualche pubblicazione della Watchtower. Vorrei una discussione biblica, su versetti chiari ed espiliciti che dicano che i cristiani hanno la speranza terrena. Gesù non lo insegnò mai. La citazione che tu fai assembla tanti versetti tra loro. Ma se li si esamina attentamente non dimostrano la vita eterna su una terra paradisiaca per i cristiani, perché mai Gesù parlò di una tale possibilità. Puoi farmi degli esempi espliciti e diretti di un simile insegnamento da parte di Gesù?
Venendo alla tua citazione, cominciamo con la prima scrittura citata.
1) Rivelazione 7:9. Ai tempi di Russell questa "grande folla" veniva applicata a una classe secondaria celeste. Poi Rutherford cambiò la spiegazione.
Ti posso dire di guardare il contesto e il testo greco originale. Della grande folla viene detto che stanno "dinanzi al trono e all'Agnello", e al versetto 15 della TNM è detto che "sono dinanzi al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio".
Il libro "Rivelazione: il suo grandioso culmine.." e "Ragioniamo", e altre, spiegano che a volte il termine "davanti" significa "alla vista" e non necessariamente davanti letteralmente, e citano alcuni esempi di altre frasi bibliche. Su questo si può dire che il termine "davanti" dev'essere visto nel contesto e nell'uso che ne fa Giovanni stesso nella Rivelazione, e non altri scrittori in un contesto diverso. Allora vediamo com'è usato questo termine nel contesto della Rivelazione. Il termine è la parola greca "enòpion" (dinanzi, davanti). Ti cito le volte in cui nel testo greco (in Rivelazione) c'è questo termine in relazione al trono di Dio, o simili, come nel 7:9. Nota tu stessa il significato in cui viene adoperato.
1:5. "..da Colui che è e che era e che viene, e dai 7 spiriti che sono dinanzi (enòpion) al trono". = cieli, presenza stessa di Dio.
3:5. "..riconoscerò il suo nome dinanzi al Padre mio e dinanzi ai suoi angeli". = cieli, presenza di Dio e degli angeli.
4:5, 6. "..e dinanzi al trono ci sono 7 lampade...E dinanzi al trono c'è..un mare di vetro..". = cieli, presenza stessa di Dio.
4:10. "..i 24 anziani cadono dinanzi a Colui che siede sul trono..gettano le loro corone dinanzi al trono". = cieli, presenza stessa di Dio.
8:4. "..sull'altare d'oro che era dinanzi al trono." = cieli, presenza stessa di Dio.
9:13. "..dai corni dell'altare d'oro che è dinanzi a Dio " = cieli, presenza stessa di Dio.
11:16. "..i 24 anziani che erano seduti dinanzi a Dio sui troni.. = cieli, presenza stessa di Dio.
12:4. "..il dragone si teneva davanti alla donna.." = cieli, tutti simboli di creature celesti.
14:3. "..dinanzi al trono e dinanzi alle 4 creature viventi e agli anziani.." = cieli, presenza di Dio (trono) e presenza di altre creature spirituali.
14:10. "..dinanzi ai santi angeli e dinanzi all'Agnello" = cieli.
20:12. "..in piedi davanti al trono.."(vedi il versetto precedente "..dalla sua presenza.."). = cieli.
Come puoi vedere dalle scritture citate, Giovanni in rivelazione usa il termine "davanti" (enòpion) al trono nel senso di essere proprio davanti a Dio, alla sua presenza nei cieli.
Ti chiedo: Perché solo Riv. 7:9 e 15, dovrebbe avere un significato diverso?
Inoltre analizziamo altri fattori.
In Rivelazione 7:15 è detto (oltre che sono dinanzi al trono) che "gli rendono sacro servizio nel suo tempio". Anche su questo le pubblicazioni della Watchtower danno la spiegazione che qui la parola tempio si riferisce non al santuario del tempio celeste, ma al suo cortile terreno.
Notiamo il testo greco: "gli rendono sacro servizio nella sua DIVINA ABITAZIONE " (Interlineare).
In armonia al testo greco contenuto nell'Interlineare, leggi la nota in calce della Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti (Rbi8-I), riguardo al termine "nel suo tempio", del versetto 15: <<O, "abitazione (dimora) divina". Greco naòi, dativo singolare; latino templo; J17,18,22(ebraico), behehkhalòh, "nel suo palazzo (tempio)".>>
Poi nota tutte le altre volte che viene usato lo stesso identico termine come viene tradotto dalla TNM, e le note in calce (sempre in Rivelazione):
3:12, "abitazione (dimora) divina", nota in calce.
11:1, "il santuario del tempio". ("l'abitazione (dimora) divina", nota in calce)
11:2, "il santuario del tempio".
11:19, "il santuario del tempio di Dio che è in cielo.. nel santuario del suo tempio". ("l'abitazione (dimora) divina, nota in calce).
14:15, 17, "..dal santuario del tempio..". (o "l'abitazione (dimora) divina", nota in calce)
21:22, "..alcun tempio, poiché Geova Dio, l'Onnipotente, è il suo tempio, e lo è l'Agnello" (o "abitazione (dimora) divina, nota in calce)
Come puoi notare, tutte le volte che viene usato questo termine è sempre tradotto "tempio" o "santuario del tempio", e le note in calce indicano giustamente "la divina abitazione (dimora)", cioè i cieli stessi dove risiede Dio. Lo stesso identico termine è usato in Riv 7:15, come la nota in calce fa notare, nota identica a quella di tutti gli altri versetti in cui è usato quel termine.
Allora ti chiedo. Perché il versetto 15 del cap 7 dovrebbe fare eccezione e intendersi non il santuario del tempio, o la divina abitazione, cioè il cielo dove Dio risiede, ma dovrebbe interpretarsi come il "cortile terreno" del tempio???? O come se fosse semplicemente "alla vista" del trono, ma nel "cortile terreno"??? Giovanni non usò quel termine con questo significato, ma con lo stesso significato di sempre, come ammette la nota in calce e l'Interlineare.
Inoltre, nota un altro versetto di Rivelazione in cui è usata l'espressione di chi "rende sacro servizio", (come in Riv 7:15): Rivelazione 22:3-5. Nota le note in calce di entrambi i brani, e noterai che il termine greco "rendere sacro servizio" è lo stesso. Evidentemente si parla di gruppi simili.
Penso che solo su questi fatti avrai da riflettere molto, se vuoi essere obiettiva e non condizionata.
Riguardo poi al Salmo che citi, certo che parla di una vita eterna sulla terra. Ma non indica che questa si applichi ai cristiani, nè Gesù o Paolo o altri scrittori cristiani citarono mai questo versetto per applicarlo a una qualche speranza di vita terrena per i cristiani. O puoi indicarmi il contrario con qualche scrittura esplicita e inequivocabile?
Non credi che se i cristiani avessero dovuto nel corso del tempo cambiare la loro speranza, sarebbe stato un cambiamento così grosso che Gesù non avrebbe potuto fare a meno di parlarne in modo chiaro? Perché non troviamo mai che Gesù dica ai suoi discepoli: "sapete, arriverà un giorno che i miei seguaci non avranno più la speranza che dò a voi. Voi verrete nei cieli con me, quelli dopo di voi pure, ma a un certo punto muterò dai cieli la loro speranza e la loro meta sarà vivere sulla terra per sempre".
Non si trova in tutti gli insegnamenti di Cristo niente del genere, e nemmeno presso i suoi discepoli, a meno che non si voglia far dire loro qualcosa di diverso da ciò che è evidente e il testo greco dimostra, a meno di forzare le Scritture e il loro significato, che resta poi in netto contrasto col testo originale, come le note in calce che ti ho citato che contraddicono la spiegazione stessa della WatchTower.
Lascia un attimo da parte qualunque cosa tu sappia già ed esamina le Scritture tra loro e col loro significato originale, e vedi come lo stesso termine viene usato dalla stesso scrittore in altri punti. Così potrai capire senza forzare le Scritture.
Con affetto.>>
La risposta della tdg: preferisco vivere il presente ,in futuro se andro' in cielo o sulla Terra non mi importa,importante vivere bene OGGI. non faccio più ricerche.
Le ho ricordato che la conoscenza implica responsabilità verso gli altri e che per il cristiano la conoscenza biblica è della massima importanza. Ma nulla. Mi risponde che lei vuole credere nella speranza Biblica (così ha scritto) della vita terrena perché questo è il desiderio che sente.
Come vedi, talmente è radicata una convinzione, che anche senza prove bibliche si accetta comunque senza porsi problemi che possano sconvolgere.
Agli altri nell'opera di predicazione i tdg indicano che devono usare la Bibbia come metro per misurare le varie dottrine della propria chiesa, ma poi i testimoni stessi non lo fanno né possono farlo perché devono avere indiscussa fiducia in chi fa il confronto per loro, cioè il Corpo Direttivo. Che contraddizione!! (Galati 1:8, 9)
Riguardo al numero di 144.000, ti prego di notare che l'Apocalisse fu "presentata in segni" (o simboli, illustrazioni). Ti faccio una domanda: Perché tutti gli altri numeri contenuti in Apocalisse sono simbolici e solo il numero 144.000 dovrebbe essere letterale? Perché dovrebbe fare eccezione? Nello stesso modo, è detto che la "gran folla" è "dinanzi" al trono di Dio. Perché tutte le volte che in Apocalisse compare la parola "dinanzi" al trono è intesa "in cielo" (prova a guardare) e quando invece è riferita alla grande folla dovrebbe secondo i tdg essere riferita alla terra? Perché una sola volta dovrebbe fare eccezione il significato del termine? Sempre per la grande folla non è detto solo che è davanti al trono ma che "servono o adorano giorno e notte nel Suo Tempio". (Apocalisse 7:15) Qui viene usato il termine greco "naòi", dativo singolare di naòs, e significa "divina abitazione". Perché ogni volta che in Apocalisse viene usato il termine naòs è riferito giustamente alla "divina abitazione", cioè i cieli, e quando è riferito alla grande folla invece dovrebbe fare eccezione? L'unica eccezione? Capisci che se l'Apocalisse è in "segni" o simboli, questo vale per l'INTERA Apocalisse? Perchè dovrebbe essere data in "simboli" solo per il 99% e fare una sola eccezione o due?
Il numero 144.000 è dato in "segno" o simbolo come dice Apocalisse 1:1, come tutti i numeri e le misure di rivelazione. Trovi lo stesso numero non elevato alle migliaia, cioè 144, in Apocalisse 21:17, per esempio, dovè indicata la misura del perimetro murale della città celeste e certo non è una città o una misura letterale, ma un simbolo. Lo stesso numero lo puoi trovare (elevato invece alle migliaia di migliaia) come misurazione dell'area su cui è basata la città, cioè lunghezza per larghezza, ossia 12.000 x 12.000 = 144.000.000.(Apocalisse 21:16). Le fondamenta sono 12 e le porte sono 12 (Apocal 21:19,20,21). Tutte queste misurazioni viene detto che benchè espresse in misure "d'uomo", cioè con termini di misurazione umana, tuttavia sono misure "d'angelo", cioè celesti. (Apocalisse 21:17). Vengono usati numeri umani come "segni" o "simboli". Spiegami e dimostrami perché l'Apocalisse stessa dice che per intero è data in "segni o simboli", e usa SEMPRE numeri e unità di misura come simboli, e l'UNICA eccezione dovrebbe essere il numero 144.000 del capitolo 7 e 14???
E inoltre, puoi trovare un solo passo biblico dove si dica esplicitamente che il cristiano ha una speranza terrena? Invece ce ne sono decine e decine che dicono che il cristiano ha la speranza celeste. Gesù lo insegnò. Gli unici passi che parlano di persone che avranno una speranza di risurrezione terrena, riguardano servitori fedeli precristiani (cioè prima di Cristo). Ci sarebbe da scrivere intere pagine su tutte queste cose. Ti ho dato solo un assaggio, per farti capire che bisogna lasciar dire alla Bibbia ciò che dice, essendo obiettivi e coerenti, senza preconcetti. Ti invito a studiare la Bibbia a fondo cercando di lasciare da parte gli insegnamenti già ricevuti che possono a volte sì aiutare ma a volte no. Quando leggi un passo, analizza il contesto (l'argomento di cui si sta parlando, ma anche il contesto storico, culturale, sociale, ecc.), analizza il termine della lingua originale, e nota come lo stesso termine nella lingua originale viene usato in altre parti della Bibbia e anche in documenti dell'epoca. Cerca i passi simili e le espressioni simili in varie parti delle Scritture e cerca di capire meglio il loro significato associandoli.
Spero che quanto sopra ti sia utile, anche perché ho cercato di usare le loro stesse pubblicazioni per far emergere le loro contraddizioni.
"La mente che rinuncia, una volta per tutte, ad una speranza inutile, riceve come ricompensa una serenità crescente." - Raymond Victor FRANZ.