"La Sindone di Torino in quanto tessuto: analisi storica, tecnica, comparativa" di Andrea Nicolotti

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Re: "La Sindone di Torino in quanto tessuto: analisi storica, tecnica, comparativa" di Andrea Nicolotti

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VictorVonDoom ha scritto: 12/03/2024, 21:25
Vieri ha scritto: 12/03/2024, 20:53 Vero o falso che possa essere essere stata questa sindone rappresenta sempre degli interrogativi e se fosse effettivamente falsa ritengo che abbiano fatto un lavoro eccezionale difficilmente replicabile...
Insomma, vorresti sottintendere che anche se è falsa è stata realizzata comunque in maniera "inspiegabile", quindi, soprannaturale... :mirror:
In effetti sia la sofisticata tecnica di riproduzione della sindone sia conoscere esattamente come si fosse riprodotta l'immagine sul sudario rimane ancora un interrogativo.
Non mi sembra che Garlaschelli per riprodurre la sindone abbia avuto un grande successo e tutti gli altri tentativi dalla polvere di ocra all'immagine "fotografica" non hanno sinora dato risultati accettabili.
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Re: "La Sindone di Torino in quanto tessuto: analisi storica, tecnica, comparativa" di Andrea Nicolotti

Messaggio da Valentino »

Vieri ha scritto: 13/03/2024, 12:22In effetti sia la sofisticata tecnica di riproduzione della sindone sia conoscere esattamente come si fosse riprodotta l'immagine sul sudario rimane ancora un interrogativo.
Non mi sembra che Garlaschelli per riprodurre la sindone abbia avuto un grande successo e tutti gli altri tentativi dalla polvere di ocra all'immagine "fotografica" non hanno sinora dato risultati accettabili.
A quanto sembra però non c'è alcuna volontà di comprendere "come è stata fatta".
Non a caso il Prof. Nicolotti ha osservato:
Andrea N. ha scritto: 08/03/2024, 19:28Quanto alla riproduzione, i tentativi numerosi non sono falliti se non per chi non capisce a che cosa servivano e legge gli articoli dei sindonologi. I pollini sono una truffa acclarata da ameno 10 anni.
Io dò per definitivamente accertato che la sindone risale al medioevo, come dicono i documenti, come dice il tipo di tessitura e come dice il radiocarbonio. Se a qualcuno interessasse sapere come è stata fatta esattamente nel dettaglio, sarebbe bello fare le ricerche scientifiche di cui lei parla, che però sono impedite dall'autorità ecclesiastica da quasi quarant'anni; dalla qual cosa si deduce che essa non ha alcun interesse a sapere come è stata fatta.
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Re: "La Sindone di Torino in quanto tessuto: analisi storica, tecnica, comparativa" di Andrea Nicolotti

Messaggio da Achille »

Comunque sono state fatte delle riproduzioni della sindone:

«Il telo è stato disteso sopra un volontario e con un tampone sporcato di ocra rossiccia sono state sfregate solo le parti più in rilievo. L’immagine è stata poi rifinita a mano libera dopo avere steso il telo su una superficie piana. Abbiamo, infatti, constatato che non è pos­sibile applicare il colore col tampone in modo uniforme quando sotto il telo si trova ancora il corpo. Il volto è stato realizzato con un bassorilievo di gesso. Questo è il solo modo di evitare una distorsione completa dei lineamenti e ottenere un risultato simile al volto della Sindone. Con della tempera liquida sono stati poi aggiunti i segni dei colpi di flagello e le macchie di sangue. Il risultato è presumibilmente simile a come la Sindone doveva apparire appena prodotta. Dunque un’immagine molto più visibile per i fedeli di quella estremamente tenue di oggi.»

https://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/ ... e-sindone/
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Re: "La Sindone di Torino in quanto tessuto: analisi storica, tecnica, comparativa" di Andrea Nicolotti

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Valentino, non essere polemico come al solito,...
Ho solo recentemente parlato di non essere riusciti ancora a riprodurre esattamente come l'originale l'immagine della sindone e queste prove si possono fare e le hanno fatte anche recentemente senza la necessità di rivedere la sindone originale.
Da come vedi tutte le varie ipotesi non hanno portato sinora a risultati certi .



https://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_s ... a%20statua
Reazioni chimiche:
Rimangono alcune questioni irrisolte, tra le quali come abbia potuto formarsi un'immagine così netta e dettagliata come quella sindonica, dal momento che il vapore diffonde in tutte le direzioni, oltre al fatto che un simile vapore avrebbe prodotto un'immagine in tutto il telo aderente al corpo, generando un'immagine deformata e non una proiezione verticale come quella della Sindone.
Irradiazione
Per Christopher Ramsey il fatto che si possa produrre un risultato usando un laser ultravioletto non significa che questo sia l'unico modo per ottenere tale risultato. Ci sono molte possibilità e l'immagine potrebbe essere il risultato di una combinazione di fenomeni[12]. Per Luigi Garlaschelli si tratta di un risultato limitato e non eclatante e i risultati dei ricercatori dell'ENEA non bastano a escludere l'ipotesi di un falso medioevale;[8] d'altra parte queste tecnologie non erano a disposizione nell'antichità o nel medioevo e pertanto non possono essere la causa della formazione della Sindone.
Effetto corona
L'effetto corona è un tipo di scarica elettrica caratterizzato dalla ionizzazione del fluido conduttore (generalmente aria), con produzione di plasma. Esperimenti effettuati hanno dimostrato la formazione di immagini dettagliate e con le stesse caratteristiche di doppia superficialità dell'immagine sindonica[13].

Tuttavia non è chiaro come avrebbe potuto prodursi il campo elettrico necessario a generare la scarica.
Pittura
Per una verifica scientifica si dovette però attendere il 1978, quando gli studiosi dello STURP (Shroud of Turin Research Project) esaminarono la Sindone e prelevarono alcuni campioni. La maggior parte di essi escluse categoricamente, in base ai risultati di diverse analisi (spettrometria all'ultravioletto, all'infrarosso e alla luce visibile; fluorescenza ai raggi X; applicazione di vari reagenti; spettrometria di massa), la presenza di pigmenti di qualunque tipo. Inoltre l'esame della trasformata di Fourier dell'immagine avrebbe mostrato che essa non possiederebbe alcuna direzionalità, come dovrebbe necessariamente avere se fosse stata dipinta con un pennello.
Strinatura su bassorilievo riscaldato
Un'altra ipotesi è quella che l'immagine della Sindone sia stata realizzata per strinatura, cioè bruciando superficialmente il tessuto, probabilmente per contatto con una statua o un bassorilievo riscaldato a temperature dell'ordine dei 200 °C, sufficiente a produrre bruciature visibili, ma non ad incendiare il lenzuolo (come quando si lascia per troppo tempo il ferro da stiro caldo su un tessuto). Alcuni studiosi (Rodante, Moroni e Delfino-Pesce) sono riusciti, con questo metodo, a produrre delle immagini dall'aspetto piuttosto simile al volto dell'Uomo della Sindone, che però non riescono a riprodurne efficacemente la tridimensionalità[18].

Inoltre le caratteristiche microscopiche di queste immagini sono ben diverse. Le strinature infatti penetrano all'interno delle fibre in proporzione alla temperatura; l'immagine sindonica invece è causata dall'ingiallimento soltanto della porzione superficiale di ciascuna fibra, mentre l'interno rimane chiaro
Fotografia rudimentale
Alcuni hanno ipotizzato che l'immagine sia stata realizzata con una primitiva tecnica fotografica, imprimendo sul lenzuolo l'immagine di un modello appositamente realizzato (un cadavere, una persona vivente o una statua). Secondo Nicholas Allen, studioso di storia dell'arte, i materiali e i mezzi tecnici necessari erano tutti già disponibili nel XIV secolo[19][20][21][22].

Non esistono tracce storiche della conoscenza e dell'uso di tecniche fotografiche prima del XIX secolo: nel basso Medioevo era nota la camera oscura, ma questa poteva solo proiettare un'immagine (che poteva essere poi copiata o ricalcata), non imprimerla in modo indelebile su una superficie. Per imprimerla è necessario l'uso di sostanze fotosensibili (ad esempio il nitrato d'argento o estratti vegetali); la Sindone avrebbe dovuto essere spalmata o impregnata con questi materiali, ma le analisi non ne hanno trovata traccia
Opera di Leonardo
Altri autori hanno proposto l'ipotesi che la Sindone sia stata realizzata con la tecnica protofotografica proprio da Leonardo da Vinci, che avrebbe potuto in teoria farlo col procedimento descritto. Se così fosse però non potrebbe trattarsi della stessa Sindone esposta a Lirey alla metà del XIV secolo, poiché Leonardo nacque nel 1452, quasi un secolo dopo: secondo i proponenti di questa ipotesi, i duchi di Savoia, che nel 1453 avevano acquistato la Sindone di Lirey (che secondo questa ipotesi doveva essere un semplice dipinto), alcuni decenni dopo commissionarono a Leonardo la realizzazione di una nuova Sindone di migliore qualità e più credibile.

Questa ipotesi non ha ottenuto credito presso la comunità scientifica; i pochi commenti che ha ricevuto sono stati negativi.
Strofinamento su bassorilievo e applicazione di acidi
Il professor Luigi Garlaschelli, docente di chimica organica dell'Università di Pavia, ha proposto l'ipotesi che la Sindone sia stata realizzata con un colorante a base di ocra rossa, applicato strofinando con un tampone il telo disteso sopra un corpo umano (un metodo già sperimentato da Joe Nickell nel 1983), ma che tutto il pigmento si sia gradualmente distaccato nel corso dei secoli, e che l'immagine oggi visibile sia stata prodotta dalle impurità presenti nell'ocra rossa, che avrebbero reagito chimicamente con le fibre di lino.
Diversi sindonologi hanno però osservato che anche le immagini di Garlaschelli non riprodurrebbero tutte le caratteristiche della Sindone: secondo John Jackson e Keith Propp esse falliscono nel riprodurne correttamente la tridimensionalità (ad esempio le mani appaiono affondate nel corpo), inoltre il metodo di Garlaschelli non seguirebbe la corretta sequenza degli eventi, perché l'assenza di immagine sotto le presunte macchie di sangue, rilevata dallo STURP nel 1978, suggerisce che il sangue si depositò prima della formazione dell'immagine, mentre Garlaschelli ha dipinto le macchie di sangue solo dopo aver sottoposto i teli all'invecchiamento artificiale; se avesse fatto il contrario si sarebbero rovinate[34].
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Vieri ha scritto: 13/03/2024, 13:43Valentino, non essere polemico come al solito,...
Ho solo recentemente parlato di non essere riusciti ancora a riprodurre esattamente come l'originale l'immagine della sindone e queste prove si possono fare e le hanno fatte anche recentemente senza la necessità di rivedere la sindone originale.
Non sono polemico.
Prendo atto del fatto che le autorità ecclesiastiche non hanno alcun interesse a capire la tecnica pittorica usata ai fini della sua realizzazione.
Non si tratta semplicemente di "rivedere la sindone" ma di consentire agli scienziati di studiarla materialmente e non...in fotografia!
Parliamo in sostanza di ricerche chimico-fisiche che gli scienziati non possono certo mettere in campo guardando la sindone in fotografia!
Interessante l'articolo postato da Achille che, probabilmente, non hai neanche letto.
Ultima modifica di Valentino il 13/03/2024, 14:47, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Achille »

Vieri ha scritto: 13/03/2024, 13:43 Pittura
Per una verifica scientifica si dovette però attendere il 1978, quando gli studiosi dello STURP (Shroud of Turin Research Project) esaminarono la Sindone e prelevarono alcuni campioni. La maggior parte di essi escluse categoricamente, in base ai risultati di diverse analisi (spettrometria all'ultravioletto, all'infrarosso e alla luce visibile; fluorescenza ai raggi X; applicazione di vari reagenti; spettrometria di massa), la presenza di pigmenti di qualunque tipo. Inoltre l'esame della trasformata di Fourier dell'immagine avrebbe mostrato che essa non possiederebbe alcuna direzionalità, come dovrebbe necessariamente avere se fosse stata dipinta con un pennello.
A proposito di pittura, leggo cose molto diverse da quanto affermato qui sopra:

«Nel 1980 il notissimo microscopista americano Walter McCrone trovò sui nastri che la commissione dello STURP gli aveva passato tracce di ocra rossa, cinabro (HgS: pigmento rosso molto usato nel Medioevo) e di alizarina (pigmento vegetale rosso-rosa). McCrone riportò inoltre la presenza di un legante per le particelle di pigmento che vide, che potrebbe essere collagene (gelatina) o bianco d’uovo. In pratica si tratterebbe di colori a tempera. »
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Ho riletto l'articolo postato da Achille con le seguenti conclusioni:
Conclusioni
Con questi esperimenti non si è voluto dimostrare che la Sindone è un falso (poiché sulla base di quanto detto all’inizio dell’articolo, lo si poteva già affermare) quanto piuttosto tentare di capire quale metodo fosse stato utilizzato nella sua produzione verso il 1300. Doveva essere una tecnica piuttosto semplice, anche se ingegnosa, che però rendesse conto, in un colpo solo, delle caratteristiche dell’immagine che si dicono inspiegabili e irriproducibili. È anche ovvio che le proprietà microscopiche delle nostre riproduzioni non potranno mai essere esattamente uguali a quelle dell’originale, poiché un invecchiamento accelerato e artificiale di 4 ore non potrà mai essere equivalente a uno naturale che ha richiesto decenni o secoli per imprimere l’immagine sul telo. Appaiono dunque pretestuose le critiche di coloro che pretendono un’identità assoluta e impossibile. I nostri risultati sembrano tuttavia incoraggianti e dovrebbero essere accolti come un interessante contributo alla risoluzione dei dubbi su quello che è l’oggetto misterioso per antonomasia.
In breve alla fine senza fare commenti sulla autenticità o meno vedo da tanti articoli e tante prove effettuate una grande confusione di idee ma nessuna risolutiva e che possa avere definito con estrema esattezza il metodo usato per la sua riproduzione che rimane per me ancora un mistero....
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Vieri ha scritto: 13/03/2024, 15:07 Ho riletto l'articolo postato da Achille con le seguenti conclusioni:
Conclusioni
Con questi esperimenti non si è voluto dimostrare che la Sindone è un falso (poiché sulla base di quanto detto all’inizio dell’articolo, lo si poteva già affermare) quanto piuttosto tentare di capire quale metodo fosse stato utilizzato nella sua produzione verso il 1300. Doveva essere una tecnica piuttosto semplice, anche se ingegnosa, che però rendesse conto, in un colpo solo, delle caratteristiche dell’immagine che si dicono inspiegabili e irriproducibili. È anche ovvio che le proprietà microscopiche delle nostre riproduzioni non potranno mai essere esattamente uguali a quelle dell’originale, poiché un invecchiamento accelerato e artificiale di 4 ore non potrà mai essere equivalente a uno naturale che ha richiesto decenni o secoli per imprimere l’immagine sul telo. Appaiono dunque pretestuose le critiche di coloro che pretendono un’identità assoluta e impossibile. I nostri risultati sembrano tuttavia incoraggianti e dovrebbero essere accolti come un interessante contributo alla risoluzione dei dubbi su quello che è l’oggetto misterioso per antonomasia.
In breve alla fine senza fare commenti sulla autenticità o meno vedo da tanti articoli e tante prove effettuate una grande confusione di idee ma nessuna risolutiva e che possa avere definito con estrema esattezza il metodo usato per la sua riproduzione che rimane per me ancora un mistero....
Il fatto che la sindone sia un falso è precisato già nell'articolo.
Infatti come tu stesso riporti questi esperimenti non erano finalizzati a dimostrare quello che già sappiamo per certo...ovvero che si tratta di un falso medievale.
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Rimane sempre però il fatto che la sua esatta riproduzione possa rimanere anche oggi un mistero non risolto completamente....
Tutto qui....
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Vieri ha scritto: 13/03/2024, 15:29 Rimane sempre però il fatto che la sua esatta riproduzione possa rimanere anche oggi un mistero non risolto completamente....
Tutto qui....
Se solo si consentisse agli scienziati di fare il loro lavoro sapremmo quali pigmenti sono stati usati per realizzarla.
Ma non lo consentono...
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Molto interessante questo video in cui vengono citati anche gli studi del Prof. Nicolotti.
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Valentino ha scritto: 13/03/2024, 15:36

Molto interessante questo video in cui vengono citati anche gli studi del Prof. Nicolotti.
Nel precedente video si allude anche ad un altro video, ovvero quello di Massimo Polidoro:

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